SINTESI DELLA LETTERA APOSTOLICA IN FORMA DI MOTU PROPRIO “PORTA FIDEI” (fonte Enciclopedia Cattolica) n. 1 La porta della fede, che è sempre aperta, viene varcata quando si accoglie la parola di Dio e si inizia il cammino che dal Battesimo culmina con l'ingresso nella vita eterna. La fede è trinitaria. n. 2 Benedetto XVI ha sempre "ricordato l'esigenza di riscoprire il cammino della fede". Però oggi i cristiani sono più preoccupati per gli aspetti sociali, culturali e politici che per la crisi di fede presente ovunque. n. 3 L'insegnamento di Gesù è chiaro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato" (Gv 6,29): solo credendo si giunge alla salvezza. n. 4 Alla luce delle considerazioni esposte Benedetto XVI ha deciso di indire l'Anno della Fede, dall'11 ottobre 2012, cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II e ventesimo della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, al 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re. Il Sinodo dei Vescovi del 2012 sarà sul tema della nuova evangelizzazione. Paolo VI aveva indetto un Anno della Fede simile nel 1967, per fare memoria del XIX centenario del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo, e lo aveva concluso con la proclamazione del Credo del Popolo di Dio. n. 5 Esigenza di riscoprire i documenti del Vaticano II e di leggerli con una giusta ermeneutica.(spiegazione – comprensione) n. 6 La Chiesa, frutto del sacrificio di Cristo, è continuamente bisognosa di purificazione, e il papa la invita "ad un'autentica e rinnovataconversione al Signore, unico Salvatore del mondo. n. 7 L'amore di Cristo spinge la Chiesa a evangelizzare; urgenza della [[nuova evangelizzazione. La fede cresce viene comunicata e si rafforza credendo. n. 8 Invito ai Vescovi a celebrare l'Anno della Fede "in maniera degna e feconda", intensificando la riflessione sulla fede e facendo pubblica professione del Credo in tutti gli ambiti ecclesiali. n. 9 L'Anno della Fede "sarà un'occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell'Eucaristia"; la testimonianza di vita dei credenti deve crescere in credibilità. Imparare a memoria il Credo e recitarlo quotidianamente. n. 10 Unità profonda tra l'atto con cui si crede e i contenuti a cui si dà il proprio assenso; la fede inizia nel cuore, ma "implica una testimonianza ed un impegno pubblici" (cfr. Rm 10,10). "La professione della fede è un atto personale ed insieme comunitario": laChiesa è il primo soggetto della fede. "La conoscenza dei contenuti di fede è essenziale per dare il proprio assenso" di fede. Laricerca del senso ultimo e della verità sull'uomo e sul mondo "è un autentico 'preambolo' alla fede. n. 11 Il Catechismo della Chiesa Cattolica è un sussidio prezioso ed indispensabile "per accedere a una conoscenza sistematica dei contenuti della fede"; "l'Anno della fede dovrà esprimere un corale impegno per la riscoperta e lo studio dei contenuti fondamentali della fede" che trovano in esso "la loro sintesi sistematica e organica". "Nella sua stessa struttura" - professione di fede, vitasacramentale, vita morale, preghiera - "il Catechismo della Chiesa Cattolica presenta lo sviluppo della fede fino a toccare i grandi temi della vita quotidiana". n. 12 Nell'Anno della Fede "il Catechismo della Chiesa Cattolica potrà essere un vero strumento a sostegno della fede", soprattutto per la formazione. La Congregazione per la Dottrina della Fede è stata incaricata dal papa di redigere una Nota con le indicazioni più pratiche per l'Anno della Fede. La mentalità odierna "riduce l'ambito delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecnologiche", ma la Chiesa mostra che tra fede e autentica scienza non vi può essere alcun conflitto. 1 n. 13 Nell'Anno della Fede sarà decisivo ripercorrere la "storia della nostra fede", che è un "mistero insondabile dell'intreccio tra santità epeccato", ma tenendo anzitutto "fisso lo sguardo su Gesù Cristo, 'colui che dà origine alla fede e la porta a compimento' (Eb12,2)", guardando a Maria, donna di fede, contemplando il cammino degli apostoli, dei martiri e di tutti quelli che hanno consacratola loro vita a Cristo nella fede: "per fede viviamo anche noi". n. 14 "L'Anno della Fede sarà anche un'occasione propizia per intensificare la testimonianza della carità" (cfr. 1Cor 13,13; Gc 2,14-18). "Grazie alla fede possiamo riconoscere in quanti chiedono il nostro amore il volto del Signore risorto" (cfr. Mt 25,40). n. 15 "Nessuno diventi pigro nella fede"; "la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza del Risorto nel mondo". Possa "questo Anno della Fede rendere sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore". In mezzo alle prove della vita, "noi crediamo con ferma certezza che il Signore Gesù ha sconfitto il male e la morte. Con questa sicura fiducia ci affidiamo a Lui". "Affidiamo alla Madre di Dio, proclamata 'beata' perché 'ha creduto' (Lc 1,45), questo tempo di grazia". CONCILIO VATICANO II Giovanni XXIII fa del Concilio Vaticano II un inedito, nel senso che non lo indice in chiave polemica, per contrastare qualche eresia o per affermare qualche dogma. Questo Concilio vuole aggiornare la Chiesa, cioè è un “Concilio pastorale” atto a rivedere le forme della fede (fatti salvi i 2 contenuti) per l’uomo d’oggi. Nel saluto inaugurale del 11/10/1962 lancia un programma in cui sottolinea che prende le distanze dai “profeti di sventura” e considera irrinunciabile l’apertura di un dialogo con la modernità, non per svendere il Vangelo, ma nella consapevolezza che il dovere della Chiesa non consiste solo nel custodire il tesoro, ma soprattutto nel farlo fruttare in quanto il mondo attende il “balzo innanzi” di una penetrazione dottrinale e di una formazione delle coscienze che sappia rispondere alle esigenze dei tempi Il Vat. II è un Concilio principalmente pastorale anche se ci sono due importanti costituzioni teologiche dogmatiche: la LUMEN GENTIUM sulla Chiesa e la DEI VERBUM sulla rivelazione La Chiesa post-conciliare rinuncia al modello del verticismo gerarchico per diventare comunione e popolo di Dio (e ancora c’è da fare…), tutta in relazione a Cristo: non è solo questione di messe in latino o in italiano… Soprattutto viene rimessa al centro, per tutti, la Sacra Scrittura (liberandosi 400 anni dopo dello spettro di Lutero Paolo VI ebbe il difficile compito di comporre spinte diverse ed evitare fratture, criticato da tutti scontò il ruolo di colui che tira -pur provvisoriamente- le somme. Un uomo i cui meriti e le cui fatiche sono ancora tutti da scoprire. Giovanni Paolo II è il Papa cui lo Spirito ha affidato la cura degli sviluppi del cammino conciliare, che per molti quasi non è neppure stato avvertito e che ci invita, con rinnovato slancio, a sciogliere le vele al soffio dello Spirito nel terzo millennio cristiano: “Duc in altum!” Difficile pensare che un uomo, un Papa anziano e di “transizione” come Giovanni XXIII, da “solo” possa essere stato ideatore ed artefice di una cosa del genere; davvero difficile pensare che la Chiesa sia “solamente” una realtà umana. La più grande “scoperta” del Vaticano II è la nozione di RIVELAZIONE (più “innovativo” di quello di Chiesa-comunione): il modello preconciliare era basato su verità rivelate da credere per fede. Oggi quelle verità sono credute sempre per fede, ma in forza della loro rivelazione che è Gesù Cristo e il suo Vangelo. METTERE GESÙ CRISTO AL CENTRO (“CRISTOCENTRISMO”) è la grande “novità” del Concilio Il Modello di Chisa pre-conciliare è piramidale - Il modello di Chiesa post-conciliare è orizzontale SCHEMATICAMENTE ECCO LA DIFFERENZA TRA DUE IDEE DI CHIESA Pre e post conciliare 3 Il modello di Chiesa prima del Concilio: una società gerarchica Il modello di Chiesa dopo il Concilio: GESU’CRISTO Parola ed Eucaristia Popolo di Dio, varietà di vocazioni e carismi, in comunione con il Salvatore 4