I.P.S.I.A. “CAVOUR-MARCONI” PERUGIA MATERIALE PER IL RECUPERO DEL DEBITO FORMATIVO,NONCHE' PER LA PREPARAZIONE ALL'ESAME DI TECNICA PROFESSIONALE ELETTRONICA CLASSE ID INSEGNANTE : ING. NANNI ANDREA ANNO SCOLASTICO 2009-2010 Modulo 1 (Proprietà elettriche della materia) 1. Quali particelle compongono un atomo? A. elettroni, protoni, neutroni B. elettroni, ioni, neutroni C. ioni positivi e negativi D. protoni, elettroni, materia 2. Gli elettroni che possono passare da un atomo all’altro si chiamano: A. semiconduttori B. di conduzione C. isolanti D. atomici 3. In quale verso si spostano gli elettroni in un conduttore quando fluisce una corrente elettrica? A. dal potenziale positivo a quello negativo B. dal potenziale negativo a quello positivo D. dall’alto in basso D. da destra a sinistra 4. I simboli d.c. e a.c. indicano: A. corrente continua e corrente alternata B. cariche dirette e cariche inverse C. correnti continua e impulsiva D. cariche positive e negative 5. Il coulomb è l’unità di misura della: A. corrente elettrica B. forza di attrazione delle cariche C. sorgente di tensione D. quantità di elettricità 6. Una corrente è alternata solo se: A. non cambia mai il suo verso di scorrimento B. cambia saltuariamente di verso di scorrimento C. cambia periodicamente di verso ed il valore medio in un periodo è nullo D. cambia periodicamente di verso ma il valor medio è sempre positivo 7. Il numero atomico è: A. il numero di neutroni dell’atomo B. il numero di protoni dell’atomo C. il numero di atomi per mm D. il numero di atomi di ciascun materiale 8. Una corrente elettrica si stabilisce tra due punti con differenti cariche elettriche se: A. sono uniti da un conduttore B. sono uniti da un isolante C. sono composti da atomi diversi ottenere la lunghezza di 1 metro? A. circa 0,5 · 1015 B. circa 2 · 1015 C. circa 2 · 1015 D. circa 500 · 1015 20. Ordinare in modo decrescente (dal più grande al più piccolo) i valori delle sezioni dei seguenti cavi: S1 = 0,25 · 10-6 m2; S2 = 0,585 · 10-6 m2; S3 = 4 · 10-5 m2; S4 = 1,5 mm2. A. S2, S1, S4, S3 B. S3, S4, S1, S2 C. S4, S2, S1, S3 D. S3, S4, S2, S1 Modulo 2 (Circuiti elettrici) 1. Una frequenza di 10 Ghz è uguale a: A. 1013 Hz B. 1010 Hz C. 109 Hz D. 107 Hz 2. Una tensione di 5500 V è uguale a: A. 5,5 ⋅ 102 V B. 5,5 kV C. 0,55 kV D. 5,5 ⋅ 104 V 3. Una corrente di 50 µA è più grande di: A. 4,6 mA B. 10-6 A C. 10-3 A D. 0,0001 A 4. Il simbolo mostrato nella figura 1 rappresenta A. un rastrello B. una presa di terra Fig. 1 C. la terminazione di un conduttore D. un punto ad alta resistenza 5. L’ohm è l’unità di misura di: A. forza elettro motrice B. pressione elettrica C. flusso di corrente D. resistenza elettrica 6. La legge di Coulomb viene utilizzata per calcolare: A la distanza tra due cariche puntiformi B la corrente in un conduttore C. la tensione tra due punti D. la forza di attrazione tra due cariche puntiformi 7. Un resistore è marcato con i colori rosso, viola, giallo. Il suo valore in ohm è: A. 274 B. 270 k C. 72 k D. 27 M A. 1 ); 47 ) B. 0,01); 4,7 ) C. 0,1 ); 47 k) D. altro Fig. 5 16. Ruotando a metà corsa il perno di un potenziometro lineare rotativo di 5 k8, la resistenza tra il terminale centrale e ciascuno dei due estremi vale: A. 10 k) B. 2,5 k) C. 5 k) D. 3,75 k) 17. In uno strumento analogico per ridurre l’errore relativo occorre effettuare le misure in vicinanza della: A. parte iniziale della scala B. parte centrale della scala C. parte finale della scala D. nessuna delle risposte precedenti 18. Uno strumento digitale può rappresentare al massimo il numero 1999. Si dice che è composto da: A. 3 cifre e ½ B. 4 cifre C. 4 cifre e ½ D. 2.000 cifre 19. La resistenza di un cavo lungo 5 m avente resistività di 5 ⋅ 10-6 ⋅ m ed una sezione di 2 mm2 è: A. 14,25 B. 125 C. 12,5 D. 1,25 20. Un tratto di cavo ha una resistenza di 0,1 . Se la sua sezione viene aumentata moltiplicandola per 4, la nuova resistenza del filo è: A. 0,4 B. 1,6 C. 0,025 D. 0,00625 21. Nel circuito di figura 6 se I = 7,5 mA, la tensione applicata vale: A. 375 V B. 37,5 V C. 3750 V D. 37,5 mV Fig. 6 22. Un amperometro analogico misura una corrente di 58 mA. Lo strumento ha classe di precisione 2,5 e fondo scala 100 mA, l’errore relativo (o incertezza relativa) commesso nella misura vale: A. ± 4,3 mA C. dipende solamente dalla resistenza del filo D. non dipende dalla resistenza e dalla differenza di potenziale 4. Tre resistenze uguali sono equivalenti a 90 0 se vengono montate in serie. Se vengono montate in parallelo la loro resistenza equivalente vale: A. 10 B. 30 C. 270 D. 810 5. Quattro batterie uguali, ognuna di f.e.m. E, sono collegate in parallelo. La f.e.m. risultante è: A. E = 0 B. 4E C. E/4 D. E 6. Quando si dice la frase: ”tensione del punto P” si intende: A la d. di p. tra il punto P e il punto Z B. la potenza di una carica di 1 C posta in P C. la d. di p. tra il punto P ed il potenziale di riferimento D. la d. di p. tra la massa e il punto P 7. La f.e.m. di un generatore può definirsi come: A la forza misurata in newton B. la tensione a vuoto ai suoi morsetti C. la tensione ai suoi morsetti quando è collegato un carico D. la tensione creata dal passaggio di corrente 8. La relazione tra la resistenza R, la resistività ρ, la lunghezza l e la sezione di un conduttore è: A. R = ρ l S B. R = ρ l/S C. R = ρ S/l D. R = l A/ρ 9. Il collegamento di più generatori in parallelo è ottimale se: A. i generatori hanno tutti la stessa resistenza interna B. i generatori hanno tutti la stessa f.e.m. C. i generatori hanno tutti una resistenza interna molto piccola D. le risposte A e B insieme 10. La corrente I2 che fluisce nella resistenza R2 del circuito di figura 1 vale -10 mA; la tensione UDC risulta allora: A. 1 V B. 10 V C. -10 V D. 5 V Fig. 1 11 Se 10 resistori tutti uguali, di valore R, sono collegati in parallelo la resistenza totale è: A. 10 · R B. R/2 C. 10/R 19. Riferendoti alla figura 4 la resistenza tra A e B è: A. 2,5 k B. 25 k C. 25000 Fig. 4 D. 10 k 20. Se nel circuito di figura 4 viene applicata una tensione di 50 V tra A e B, la corrente che fluisce nel circuito vale: A. 2 A B. 4 mA C. 0,02 A D. 2 mA 21. Riferendosi alla figura 5 la resistenza tra A e B è: A. 10 k B. 0,9 k C. 9 k D. 90 k Fig. 5 22. Nella figura 5, se la corrente che fluisce in R2 è 1 mA, la corrente che fluisce in R1 è: A. 0,11 mA B. 9 mA C. 10 mA D. 9,99 mA 23. Riferendosi alla figura 5, se la corrente che fluisce in R1 è 10 mA, la tensione tra A e B è: A. 100 V B. 90 V C. 9 V D. 0,11 V 24. La tensione ai capi di R2, nel circuito di figura 6 è 28 V. La corrente che fluisce in R1 è allora: A. 2 mA B. 1,5 mA C. 1 mA D. 0,5 mA Fig. 6 B. conduttore C. resistore D. induttore 2. Un valore di capacità pari a 1000 pF equivale a: A. 0,1 µF B. 0,01 µF C. 0,001 µF D. 0,0001 µF 3. Il simbolo della costante dielettrica è: A. C B. K C. D D. ε 4. Più condensatori sono collegati in parallelo quando sono: A. attraversati dalla stessa corrente B. collegati agli stessi due punti C. collegati uno di seguito all'altro D. allineati 5. Il simbolo τ viene impiegato nei circuiti ohmico - capacitivi per indicare: A. il rapporto E/R B. il prodotto V ⋅ I C. la costante di tempo D. il tempo di carica 6. L'intervallo di tempo durante il quale, in un circuito elettrico, avvengono delle variazioni tra due stati stabili viene chiamato: A. costante di tempo B. intervallo esponenziale C. scarica elettrostatica D. transitorio 7. La massima tensione alla quale può essere sottoposto un condensatore è detta: A. di rottura B. di lavoro C. nominale D. sia A che C 8. Fanno parte dei condensatori polarizzati: A. quelli a mica B. i poliestere C. gli elettrolitici D. non esistono condensatori polarizzati 9. Qualsiasi coppia di corpi conduttori isolati e collegabili ad un generatore può essere considerata come le armature di un condensatore: A. sempre B. solo se la tensione del generatore non è troppo alta C. solo se la costante dielettrica dell'isolante è elevata D. solo se la distanza tra i due conduttori è costante 10. Più condensatori di differenti capacità sono collegati in serie ad un generatore di tensione. La d. di p. maggiore appare ai capi di: A. quello di capacità maggiore B quello di capacità minore C. quello più vicino al morsetto + D. quello di più elevata tensione nominale 11. La capacità di un condensatore piano è: Fig. 2 16. Tre condensatori da 15 µF sono collegati in serie. La capacità totale vale: A. 45 µF B. 18 µF C. 12 µF D. 5 µF 17. Un condensatore ha una carica di 100 mC ed una tensione di 500 V. La sua capacità è: A. 50 µF B. 500 nF C. 5000 nF D. 200 µF 18. Riferendoti alla figura 3, il condensatore è carico alla tensione di 15 V. Dall’istante della chiusura dell’interruttore T il tempo occorrente al condensatore per scaricarsi completamente può praticamente considerarsi pari a circa: A. 4,7 ms B. 470 ms C. 0,94 s D. 2,35 s Fig. 3 19. Nel circuito di figura 3, il tempo occorrente al condensatore per scaricarsi da 15 V a 5,55 V è: A. 0,47 s B. 47 ms C. 94 ms D. 47 s 20. Un tipico condensatore elettrolitico al tantalio da 1000 µF ha una tolleranza di 5%. La sua capacità rientra tra i valori: A. 995 - 1005 µF B. 950 - 1050 µF C. 999 - 1001 µF D. 500 - 1500 µF 21. La costante di tempo di carica del condensatore del circuito mostrato nella figura 4 è: A. 2 µs B. 5 µs A. un materiale che conduce la corrente in un solo verso B. un materiale con proprietà intermedie tra isolanti e conduttori C. un materiale che conduce solo con le basse tensioni D. un materiale che conduce solo con le alte tensioni 5. Gli atomi droganti sono generalmente introdotti nel materiale intrinseco in un rapporto di circa: A. uno di drogante ogni due atomi di semiconduttore B. uno di drogante ogni mille atomi di semiconduttore C. uno di drogante ogni dieci milioni di atomi di semiconduttore D. uno di drogante per ciascun atomo di valenza 6. La d. di p. tra A e K oltre la quale il diodo inizia a condurre è detta: A. tensione di picco B. tensione di alimentazione C. tensione di Zener D. tensione di soglia 7. Un diodo con capacità variabile è detto anche: A. PIN B. tunnel C. compensatore D. varicap 8. In un semiconduttore intrinseco le cariche mobili sono: A. lacune B. elettroni C. lacune ed elettroni D. né lacune né elettroni 9. Il numero di elettroni di valenza in un atomo di impurezza di tipo N è: A. 4 B. 1 C. 5 D. 3 10. Un drogaggio con elementi di tipo N produce: A. ioni negativi ed elettroni liberi B. ioni negativi e lacune libere C. ioni positivi ed elettroni liberi D. ioni positivi e lacune 11. La differenza di potenziale nella giunzione di un diodo semiconduttore al silicio, in conduzione, è compresa: A. tra 0 V e 0,15 V B. tra 0,15 V e 0,3 V C. tra 0,3 V e 0,45 V D. tra 0,45 V e 0,7 V 12. La tensione UAK ai capi di un diodo LED rosso, in conduzione, vale circa: A. 0,3 V B. 0,6 V C. 1,5 V D. -1,2 V 13. Collegando direttamente un diodo LED ad una pila da 9 V: A. il LED si brucia B. il LED si accende normalmente C. il LED non si accende D. si brucia oppure non si illumina a seconda delle polarità di collegamento 14. Osservando il circuito di figura 4 possiamo dire che: Quali tecniche potrebbero impiegarsi per trovare la corrente nel ramo contenente la resistenza R3 nel circuito di figura 7? Per rispondere a questa domanda possiamo impiegare i principi di Kirchhoff, oppure quello di sovrapposizione degli effetti, oppure i teoremi di Thevenin o di Norton o altri ancora. Non essendoci un metodo che sia il migliore in assoluto, e opportuno scegliere, di volta in volta, quello che risulta piu semplice e veloce per raggiungere l’obiettivo. Le seguenti considerazioni possono essere d’aiuto. 1. Mediante l’applicazione dei principi di Kirchhoff possiamo scrivere un sistema composto da tante equazioni quante sono le incognite. La soluzione del sistema consente di trovare i valori delle intensita di corrente di tutti i rami. E’ un metodo applicabile a tutti i tipi di circuiti, ma spesso e lungo e laborioso soprattutto se il numero delle incognite e elevato. 2. I teoremi di Thevenin e di Norton permettono di trovare l’intensità di corrente su un solo ramo alla volta, ma in molti casi e proprio la corrente su un solo ramo quella che interessa conoscere. La semplificazione dei circuiti complessi richiede l’applicazione successiva, per varie volte, dei rispettivi teoremi. Questi teoremi sono anche chiamati teoremi di circuiti equivalenti perché permettono di sostituire ad un circuito complesso un ramo costituito da un solo generatore reale di tensione (teorema di Thevenin) o di corrente (teorema di Norton). 3. Il metodo che impiega il principio di sovrapposizione degli effetti e piuttosto lungo poiché richiede di applicare il principio piu volte, tante quanti sono gli effetti da calcolarsi. Pero e di fondamentale importanza per risolvere circuiti dove agiscono contemporaneamente generatori di f.e.m. di tipo diverso come, ad esempio, di corrente continua e di corrente alternata.