Spinoza 24 February 2017 Spinoza sembra partire da una serie di assunzioni dogmatiche Definizione cartesiana di sostanza: ciò che non ha bisogno di nient’altro per esistere; ciò che è in sé - indipendenza ontologica preminenza della sostanza rispetto al soggetto (contra Cartesio) per Cartesio, tuttavia, res extensa e res cogitans sono indipendenti l’una dall'altra, ma entrambe dipendono da Dio Spinoza: la sostanza è per definizione ciò che non ha bisogno di nient’altro per esistere; le sostanze cartesiane non sono pertanto realmente sostanze il soggetto non può essere il fondamento della metafisica poiché non è sostanza a senso pieno, dipende anch’esso da Dio l’indipendenza del cogito è meramente logica solo la sostanza può quindi essere il fondamento - metafisica per eccellenza del pensiero moderno il dubbio cartesiano non è sufficientemente radicale, approda a una realtà dipendente il principio indipendente può essere solamente la sostanza - principio della realtà e della conoscenza caratteri fondamentali della sostanza 1. indipendenza ontologica [prima parte, prop.5, 6 e 7, Etica] una sostanza non può essere prodotta da una sostanza col medesimo attributo non vi può essere alcun rapporto di causa tra due sostanze dagli attributi diversi la sostanza non può quindi che essere prodotta da se stessa causa sui: la sua essenza implica la sua esistenza [p.157 e p.161] 2. infinitezza la prima sostanza non può essere limitata da un’altra sostanza, dai medesimi attributi (infinità di genere) 3. infiniti attributi Dio = perfezione = sostanza dotata di infiniti attributi (dei quali l’uomo può conoscerne solamente due, quelli cartesiani) 4. unicità non può esserci altra sostanza al di fuori di Dio, la sostanza dagli infiniti attributi; non si può dare una sostanza con attributi diversi da Dio oltre Dio non si può dare o concepire alcuna sostanza [prop.11] ciò che non è Dio o è nulla, o è in Dio [prop.15] trasformazione dell’argomento ontologico in fondamento della metafisica [p.158] l’attributo è ciò che l’intelletto percepisce come essenziale di una sostanza, predicato essenziale della sostanza ciò avviene quando senza predicato non abbiamo più sostanza noi concepiamo la sostanza solo attraverso gli attributi benché noi si possa concepire i due attributi distintamente, ciò non fa di essi due enti (sostanze) distinti Dio ha l’attributo del pensiero e quello dell'estensione corpi e materia divengono attributo essenziale di Dio e questi due attributi sono in fondo la stessa realtà l’infinità dei corpi e l’infinità del pensiero sono la stessa cosa; non vi è perciò problema di comunicazione tra i due (parallelismo mente-corpo) [p.173-175] - le passioni del corpo sono le stesse nella mente è concluso il problema cartesiano della dimostrazione del mondo esterno - cade la precedenza della rappresentazione sul mondo esterno “determinatio negatio est” (Lettera 50a) la figura geometrica è delimitata da un confine che lo determina finito = negazione, è limitato da altro "essere finito è in parte negazione" “essere infinito è assoluta affermazione” come può il finito derivare dall’infinito? Spinoza colloca il finito all’interno del ‘modo’, la modificazione (affezione) della sostanza, ossia “ciò che è in altro" per capire cos’è un modo, dobbiamo prima capire che cosa sia una sostanza = per capire l’uomo, dobbiamo capire Dio l’attributo è essenziale, mentre il modo non lo è; di per sé, il modo è nulla; è anzi necessitato dalla sostanza [p.168, prop.29] nella natura della cose non v’è niente di contingente; tutte le cose sono determinate dalla necessità ad operare in qualche modo i modi sono collocati negli effetti (natura naturata) della causalità sostanziale (natura naturante) notare che entrambe sono natura causa transitiva: causa che è diversa dal suo effetto (concezione tradizionale della creazione, Dio causa transitiva del mondo) causa immanente: l’effetto è identico alla causa (Spinoza, causa sui) l’identità Dio-Natura è la base dell’accusa di ateismo a Spinoza tuttavia, è la materia a dipendere da Dio (“In Spinoza c’è troppo Dio” - Hegel, Lezioni di storia della filosofia) ultima, radicale conseguenza del creazionismo cristiano: il mondo è nulla, c’è solo Dio, unica sostanza come può il finito derivare dall’infinito? in Spinoza non vi è una vera deduzione del finito: i corpi finiti sono una realtà di fatto Spinoza parte dal finito e lo riconduce alla infinita sostanza divina, ma manca il passaggio inverso, che pure è così essenziale per la sua metafisica i modi sono co-eterni e infiniti; pur derivando dagli attributi, ne condividono la natura [p.166, prop.21] - totalità dell'universo il modo di un modo (modificazione della modificazione) è il movimento, il quale è altrettanto infinito ed eterno [prop.22] tutto ciò che deriva dalla sostanza è infinito [prop.28, p.166-7] distinzione tra causa remota e causa prossima: la causa prossima di un modo produce un modo infinito, ma remotamente può arrivare al finito causa remota: il finito non è unito in alcun modo con la causa infinita nel breve trattato Su Dio, l’uomo e la felicità, Spinoza tenta di spiegare come i modi finiti possano derivare da Dio primo modo, infinito = totalità dell’universo data la totalità dell’universo, deriva il movimento; ma il moto, per definizione, deve essere fatto di corpi finiti, che si muovono infinitamente but, come dedurre il movimento dall’estensione? dal movimento si possono dedurre i corpi, che devono essere finiti; il movimento è già pensato come movimento di corpi finiti; si anticipa ciò cui la deduzione dovrebbe arrivare (petitio principii) la spiegazione della derivazione del finito dall’infinito rimane il grande problema di Spinoza cum Hegel, in Spinoza “tutto va dentro, ma nulla vien fuori”: il finito è ricondotto facilmente nell’infinità della sostanza, ma da essa non riusciamo a dedurre la finitezza delle cose by Alessandro Veneri www.kumarproject.com