Marioletta Bideri per BIS TREMILA srl presenta OSTIA ANTICA RENAISSANCE «Ho sempre pensato che il Teatro Romano di Ostia Antica dovesse tornare ad essere quello che è stato nel suo glorioso passato. Il fiore all’occhiello dei teatri della Capitale. Il tempio assoluto del teatro latino e greco. Un luogo unico, dall’identità culturale fortissima. È un luogo che deve tornare ad essere il centro della vita culturale estiva non solo di Roma e del Lazio, ma dell’intera nazione. Innumerevoli sono le potenzialità di attrazione di pubblico sia nazionale che internazionale. Ne ho avuto prova ed esperienza diretta nei 4 allestimenti che ho curato per il Teatro Greco di Siracusa e per l’INDA, spettacoli che hanno fatto registrare record importanti di presenze ed incassi. L’esperienza di assistere ad uno spettacolo classico, ad un grande capolavoro di Seneca o di Plauto, tra queste antiche pietre augustee costituirebbe senz’altro un’attrattiva senza pari tra le proposte culturali che offre la capitale.» Daniele Salvo Teatro greco di Siracusa, Coefore Eumenidi, regia di Daniele Salvo Tre titoli d’impatto per raccontare tre grandi storie della drammaturgia antica, tutte legate accomunate dal rapporto tra il mito e la donna. Tre produzioni che uniscono all’interno di una nuova e giovane compagnia volti noti del teatro, del cinema e della televisione, e giovani talenti della scena artistica contemporanea. Un’unione fruttuosa capace di attirare un pubblico trasversale e di investire realmente sulle nuove promesse del teatro italiano. Le grandi figure femminili del Teatro Classico, il loro legame col mito, la loro dirompente forza scenica, i legami con i grandi temi del contemporaneo avranno così il volto e la voce di grandi nomi e insieme di giovani artisti, per una stagione essenziale, rigorosa, nuova. 1) LE BACCANTI DI EURIPIDE Unico spettacolo in ospitalità. Daniele Salvo firma una delle più suggestive messe in scena del capolavoro di Euripide. Andato in scena nella stagione 2015-2016-2017 lo spettacolo ha riscosso notevoli successi di critica e pubblico sia nei teatri antichi di Taormina (1800 spettatori) e di Morgantina (950 spettatori) , che nei teatri al chiuso. Crediamo che la programmazione di questo spettacolo ad Ostia antica non farebbe altro che potenziare le possibilità di successo della programmazione. Con Daniele Salvo nel ruolo di Dioniso, Manuela Kustermann nel ruolo di Agave. 2) MEDEA di Seneca Titolo di punta per una produzione solida che senz’altro permetterebbe di aprire la programmazione con un grande successo di pubblico. La regia dello spettacolo di apertura sarà affidata a Daniele Salvo, direttore artistico della Bis Tremila, già campione di incassi con i suoi spettacoli realizzati per l’INDA al Teatro Greco di Siracusa. Per il ruolo della protagonista pensiamo ad un nome solido artisticamente e forte commercialmente : Barbora Bobulova o, in alternativa, Giovanna Mezzogiorno. Per il ruolo di Giasone, invece, ad un attore dalla potente appeal sul pubblico come Giuseppe Zeno o Francesco Scianna. Medea è una figura unica nella storia della drammaturgia mondiale: è forte, è libera, è legata al soprannaturale. Non riesce nemmeno per un istante a pensare di poter essere messa da parte. La sua spietata vendetta la rende una delle figure più dirompenti della drammaturgia di ogni tempo. 3) CASINA DI PLAUTO E dopo due tragedia, una greca, l’altra latina, la stagione chiuderà con una commedia, l’ultima scritta da Plauto, ormai celeberrimo, due anni prima di morire. La trama è presto detta: Càsina, orfana, cresciuta nella casa di Lisidamo e di sua moglie Cleòstrata diventa una splendida fanciulla concupita sia da Lisidamo che da suo figlio. Non potendola sposare (Lisidamo perché già sposato e suo figlio perché la fanciulla è una schiava), tentano entrambi di combinare delle nozze di copertura con un servo fedele così da poter godere della fanciulla senza problemi. Ovviamente la scaltra Cleòstrata, compreso il piano del marito, riuscirà a sbeffeggiarlo a dovere e a farlo vergognare a tal punto da pentirsi di aver desiderato un’altra donna. Si ride fino alle lacrime con una tra le più perfette commedie plautine. Pensiamo di affidarne la regia a Marco Carniti, solido regista di prosa e lirica, formatosi con Giorgio Strehler. Per i ruoli dei protagonisti pensiamo a Leo Gullotta e a Maria Paiato . CHI SIAMO IL DIRETTORE ARTISTICO : DANIELE SALVO Si diploma ventiduenne alla scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, fondata e diretta da Luca Ronconi. Il maestro, in quel primo biennio assiduamente presente anche come docente, lo sceglie per due ruoli protagonisti nel saggio finale dedicato a Pier Paolo Pasolini: Pilade nell'opera omonima e Pablo nel Calderon. Già a partire dall'anno successivo partecipa come attore alla maggior parte degli spettacoli firmati da Ronconi: da Aminta di Torquato Tasso, in cui interpreta il ruolo di Amore fino a Il sogno di August Strindberg, dove regala al personaggio del Poeta il suo tormentato stralunato lirismo. Nel mezzo, la rilettura di Peer Gynt di Henrik Ibsen, in cui interpreta il monologo della cipolla; il Moro in Sturm und drang di Max Klinger; Pietro il figlio, in Teorema di Pier Paolo Pasolini; JudasCock in DavilaRoa di Alessandro Baricco, Alèsa ne I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij e Giuliano Valdarena in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana che segna anche l'inizio della sua collaborazione con il maestro in veste di assistente alla regia, più volte responsabile dei cori parlati e cantati, di cui sono testimonianza Prometeo incantenato e Baccanti, le due tragedie che Ronconi diresse per l'Inda di Siracusa nel 2002. Ma nel caso dell'opera di Gadda il suo apporto, anche rivolto alla drammaturgia, gli ha permesso di indagare ulteriormente il metodo ronconiano, e la sua 'maniacale' attenzione alla scrittura. Questa caratteristica, unita al crescente interesse per lo strumento vocale che lo portaa intraprendere ciclici studi di foniatria e a collaborare con il medico foniatra e musicista Marco Podda, costituisce la costante del suo lavoro di regista, che lo vede affrontare con la stessa procedurale 'umiltà di lettura', Shakespeare e i classici greci o autori contemporanei come Edward Bond (Summer), Anita Desai (Notte e nebbia a Bombay, con Omero Antonutti), Amos Oz (Contro il fanatismo, Il monte del cattivo consiglio, Terra di confine), Paul Auster (Città di vetro), NadineGordimer (Aggrappati ad un'alba, con Annamaria Guarnieri), Mario Rigoni Stern (Storie dell'altipiano), Antonio Tarantino (Gramsci a Turi). Tuttavia al rigore filologico e alla sincera passione teoretica che ispira e orientatutti i suoi allestimenti, Salvo risponde con una carica visionaria che attinge al repertorio iconografico moderno e surrealista e alla cinematografia di Ingmar Bergman, Andrej Tarkovskij, Orson Welles. E' particolarmente evidente nelle messe in scena di Shakespeare, realizzate per il Globe Theatre di Roma diretto da Gigi Proietti, dove ha diretto, in ordine, Giulio Cesare (premio Villarosa 2007), Re Lear con Ugo Pagliai, Otelloe La Tempesta, con Giorgio Albertazzi nel ruolo di Prospero. Un lavoro che fece dire all'attore che Daniele, "tra tutti i registi con cui ho lavorato ultimamente, è quello più vicino al mio spirito". Il legame tra Salvo e Albertazzi- inaugurato nel 2009 con Edipo a Colono di Sofocle per il Teatro Greco di Siracusa, e proseguito con Shakespeare anche grazie a una drammaturgia che sotto il titolo di Amleto e altre storie invitava a un viaggio attraverso la scrittura shakespeariana di Riccardo III, Giulio Cesare, Re Lear e Amleto,è destinato a rinsaldarsi con la nuova edizione del Giulio Cesare ancora al Globe Theatre nell’estate 2012. Sul versante dei classici, ha modo di esplorare e approfondire la scrittura di Sofocle anche attraverso la messa in scena di Aiace, che l'Inda gli affida l'anno successivo a Edipo a Colono e che gli vale il premio Golden Graal 2012 come migliore regia. Un'operazione complessa quella affrontata nella tragedia di Sofocle, che persegue l'idea di una verità interpretativa da ottenere con il concorso di tutti i mezzi espressivi- musica, luci scene e costumi- e che chiede all'attore di compromettersi emotivamente. Da questa convinzione, forse, deriva la sua emancipazione rispetto al maestro, piena di gratitudine eppure determinata da una cifra espressiva che non può fare a meno di pensare all'attore come a un essere attraversato da emozioni, fatto di carne e sangue, e all'emotività come a un linguaggio che trascende il tempo. Il lavoro sul linguaggio diventa per lui un lavoro al servizio dell'emotività, verso un recupero del rapporto originario significante-significato: una vocalità significante di per sé, da ottenere anche derogando all'eufonia, utilizzando voce rotte, sfiatati, stimbrati, false corde. Nel 2013 viene scelto da Franco Branciaroli, direttore artistico del Teatro Stabile di Brescia, per portare in scena Macelleria Messicana, testo di Enrico Groppali. Lo spettacolo vede come protagonisti Elisabetta Pozzi e Paolo Bessegato. Nel maggio 2013 è inoltre confermato per la terza volta dall’I.N.D.A. di Siracusa che gli affida la messa in scena al Teatro Greco dell’Edipo Re di Sofocle, con Daniele Pecci, Ugo Pagliai e Laura Marinoni. Lo spettacolo ha un tale esito di gradimento e di incassi che l’I.N.D.A. decide di affidare a Daniele Salvo la regia di Coefore/Eumenidi per il prestigioso centenario dell’ente. Lo spettacolo va in scena con grande successo nel maggio del 2014 e vedeprotagonisti Francesco Scianna, Elisabetta Pozzi, Ugo Pagliai, Piera Degli Esposti, Paola Gassman. Nel 2015mette in scena per il Teatro Vascello di Roma “Pilade” di Pier Paolo Pasolini e fonda la compagnia “I sognatori” con 20 giovani attori di diversa provenienza (lo spettacolo, visto il notevole riscontro di pubblico, verrà ripreso nell’Aprile 2016 al Teatro Vascello). Nell’estate 2015 riprende lo spettacolo “Re Lear” di Shakespeare al Globe Theatre di Roma. Nell’autunno 2015 dirige un Laboratorio su “Baccanti” al Teatro Nazionale di Craiova (Romania) con la compagnia del Teatro Nazionale. E’ del mese di Novembre/Dicembre 2015 la fortunata messinscena di “Tempesta – Il sogno di Prospero” di Shakespeare, con Giorgio Albertazzi nella parte di Prospero, spettacolo andato in scena con notevole successo al Festival “La Versiliana” di Pietrasanta e al Teatro Ghione di Roma. Nel mese di Novembre riprende per la terza volta lo spettacolo “La mia Primavera di Praga” con JitkaFrantova al Teatro Nazionale di Praga. Nel 2016 realizzerà il progetto “Dionysus – il Dio nato due volte” da “Baccanti” di Euripide al Teatro Vascello di Roma, spettacolo co-prodotto dal Teatro di Stato di Costanza (Romania) e realizzato in due versioni (italiano/ greco antico – rumeno/greco antico) al Teatro Vascello di Roma (Marzo 2016) e al Teatro di Stato di Costanza (Giugno 2016) , riprenderà “Pilade” di Pier Paolo Pasolini al Teatro Vascello (Aprile 2016), riprenderà “Terra di confine” da Amos Oz al Teatro Politeama di Trieste (Aprile 2016), realizzerà il prestigioso progetto “The Trojanwomen” di Euripide al Teatro Nazionale di Craiova (Romania) con la compagnia del Teatro Nazionale. LA PRODUZIONE: MARIOLETTA BIDERI e LA BIS TREMILA La Bis Tremila s.r.l. è la società del gruppo Bideri che si occupa di produzioni teatrali sotto la direzione artistica di Marioletta Bideri. Attiva dal gennaio del 1994, la Bis ha portato in giro per l’Italia più di 25 spettacoli ottenendo costantemente lusinghieri giudizi della critica e ottimi riscontri da parte del pubblico. I numerosi allestimenti realizzati hanno visto la partecipazione di registi e attori di grande spessore come Sergio Fantoni, Gigi Proietti, Giancarlo Sepe, Lina Wertmuller o come Athina Cenci, Tosca d’Aquino, Paolo Ferrari, Andrea Giordana, Loretta Goggi, Flavio Insinna, Neri Marcorè, Alessandro Preziosi, e Francesca Reggiani solo per citarne alcuni. Che si tratti di rileggere grandi classici come il “Otello” di William Shakespeare piuttosto che portare in scena testi di autori contemporanei come “L’ereditiera” di Annibale Ruccello, le produzioni della Bis si sono fatte apprezzare negli anni per il rigore dell’approccio professionale e per la qualità delle scelte artistiche, venendo, per questo, inserita nell’elenco delle società aventi diritto ad accredito Ministeriale. DICONO DI NOI RASSEGNA STAMPA “Daniele Salvo è un giovane regista quarantino talentuoso di scuola ronconiana ( a volte pure attore) a suo agio con i più importanti tragici greci. Doti evidenziate già quattro volte a Siracusa per conto dell'Istituto del Dramma Antico, realizzando Edipo a Colono ( 2009), Aiace (2010),Edipo re (2013) tutte e tre di Sofocle e Coefore Eumenidi di Eschilo (2014). Una messinscena sanguigna questa di Salvo in cui le Baccanti hanno finalmente il ruolo che le compete, lontana da quella sofisticata di Familiari con brani di Ezra Pound e un mix di versi di Rilke e Benn o da quella solipsistica di Ronconi con la monologante Marisa Fabbri, una sorta di discesa agli inferi la sua in quel progetto di Laboratorio Teatrale di Prato nel 1977 e distante pure dall'edizione di Calenda del 2012 a Siracusa dove il ruolo delle Baccanti era giocato dalla Martha Graham Dance Company, pure con funzioni di coro.” Gigi Giacobbe, Sipario “Daniele Salvo in questa occasione non s'è fatto mancare nulla, toccando tutti i generi dello spettacolo perseguendo un tipo di teatro totale teorizzato da Gropius e perseguito da Piscator… nella scena di Fabiana Di Marco… il fondo del palcoscenico è occupato da uno schermo bianco, utile a proiettarvi immagini di repertorio da cinemateca (quelle curate da Paride Donatelli), riproducenti numeri di clown e acrobazie varie, domatori di leoni, belve ammansite, suonatori di violino, insomma quello che è il mondo del circo nell'immaginario collettivo. Si respira un'aria parigina da Saint-Germain-des-Prés in questa bella messinscena di Salvo, complici le canzoni di Piaf, Brel, Greco, Aznavour e le musiche originali di Marco Podda, attraverso le quali i due danzatori Yari Molinari e Giovanni Scura, su coreografie di Ricky Bonavita, diffondono sensualità ed erotismo nei loro impeccabili gesti e movimenti ed è bravissima Melania Giglio nei panni d'un nero Pierrot (i costumi sono di Daniele Gelsi) dalla voce chiara dai timbri brechtiani. Andrea Giordana da canto imbacuccato con sciarpa e cappotto, veste il ruolo di Genet, più un padre, uno sparring partner, che un amante del giovane Abdallah, cui da vita con partecipata sofferenza e adesione Giuseppe Zeno che ad un tratto indosserà i panni rossi … avvolto da una cortina di nuvole, frutto delle belle luci di Beppe Filipponio. In questo spettacolo affascinante Genet/Giordana descrive l'arte del funambolo che esige un tipo di vita austera quasi ascetica, sempre e comunque solitaria, identificando la figura dello scrittore con quella del funambolo.” Gigi Giacobbe, Sipario “Il funambolo di Jean Genet diretto da Daniele Salvo …questo piccolo poema in prosa, fatto di amore e crudeltà, sacrificio e passione, degradazione e riscatto, bagliori improvvisi e precipizi di oscurità…in questo ‘inno alla Morte’, come lo definisce il regista, entra in scena anche la ‘vecchia Signora’, ma come un Pierrot che tesse il lungo filo che divide e unisce la vita e la morte, tra un ‘et in Arcadia ego’ e un palloncino nero. Nel ruolo Melania Giglio che meravigliosamente canta su musiche scritte ad hoc da Marco Podda, musiche pervasive che si infiltrano nelle fessure del corpo e dell’anima e poi evaporano con un balzo nella danza di un’apparizione. E le apparizioni si susseguono a ruota, sospese, fluttuanti tra due livelli di palcoscenico…, in cui viene variamente declinato il tema del doppio, della seduzione, dell’incantamento. Genet in cappotto cappello e bastone, che arriva asciugato dalla passione, come se osservasse la sua vita nel rewind di un nastro che non gli risparmia le allucinazioni, Abdallah come un giovane Querelle in divisa marinara (bravo Zeno dalla fiction alla scena) e tra loro i danzatori (Yari Molinari e Giovanni Scura) che nel pas de deux d’inizio annunciano l’ambivalenza di un rapporto fatto di attrazione, potere, sospetti e grande fascinazione.” Alessandra Bernocco , L’Unità *Daniele Salvo … nel teatro buio come una "camera oscura" della memoria, costruisce l'incontro lieve di poesia e di stupore, di questo piccolo poema in prosa, grande inno alla Morte, compagna ma anche madre del funambolo, non scrittura mediata o educata allo stile, ma affresco di una straordinaria potenza espressiva … Un universo popolato da figure cristalline, creature di altri mondi sospese nell'aria, danzatori, funamboli, violinisti, fantasie di poeta, ossessioni di purezza di uno strano incantatore”. Giulio Baffi , La Repubblica “In barba a quanti pensano che una giovane compagnia di attori non riesca a cimentarsi con uno dei più grandi nomi del ‘900, Salvo è riuscito in un’impresa, è il caso di dirlo, epica, ovvero portare in scena le idee pasoliniane e mostrare le mille sfaccettature dell’essere umano, ora capace di provare sentimenti nobili e puri ora capace delle bassezze più infime. Gli attori del gruppo de “I sognatori” dimostrano di aver lavorato molto su se stessi e sui loro personaggi prima di interpretarli calandosi nei loro panni a 360°: da quando si apre il sipario fino alla sua chiusura, la temperatura in sala si scalda in un crescendo di emozioni in cui mente e corpo sono utilizzati da questi giovani artisti all’ennesima potenza in modo incredibile. Ogni parola, ogni gesto, ogni movimento dimostra fino a che punto questi artisti del palcoscenico siano arrivati a compromettere voce e corpo per regalare allo spettatore un risultato straordinario. La forza, la passione e la bravura di Marco Imparato, Elio D’Alessandro, Selene Gandini, Silvia Pietta, Simone Ciampi e di tutti gli attori e attrici del Coro dimostra quanto l’impegno, la perseveranza, la dedizione, l’umiltà e il lavoro serrato su se stessi portino a conquistare le più grandi soddisfazioni.” Diana della Mura, La Platea “Il Teatro Vascello di Roma ha l’onore di ospitare uno spettacolo straordinario, “Dionysus, il dio nato due volte”, tratto da “Le Baccanti” di Euripide. Non si esagera nel ritenere che si tratti di un evento più unico che raro, di una rivisitazione molto ben calibrata della tragedia euripidea. Werner Jaeger, celebre filologo tedesco del XX secolo, a ragione considerò Euripide l’unico autore tragico, tra la triade dei tragediografi greci Eschilo, Sofocle, Euripide, che si poteva guardare negli occhi, il più attuale tra tutti, il più prossimo alla sensibilità umana, colui che meglio rappresentava l’uomo in tutte le epoche. Perché la scelta di mettere in scena Le Baccanti? Probabilmente perché è la sola tragedia greca capace di mettere a nudo l’inconsolabile miseria della condizione umana. Goethe, nel pieno clima dello Sturm und Drang, definì Le Baccanti “la più bella tragedia di Euripide”. Il cast degli attori è davvero eccezionale, Dioniso, interpretato magistralmente da Daniele Salvo (che è anche il regista), Agaveda Manuela Kustermann, Cadmo da Paolo Bessegato, l’indovino Tiresia da Paolo Lorimer, Penteo da Ivan Alovisio, una guardia e il primo messaggero da Simone Ciampi, il secondo messaggero da Melania Giglio. Il Coro delle Baccanti, animato dallo spirito dionisiaco, è composto da Elena Aimone, Giulia Galiani, Annamaria Ghirardelli, Melania Giglio, Elena Polic Greco, Francesca Maria, Silvia Pietta, Alessandra Salamida. L’interpretazione del Coro delle Baccanti lascia senza fiato. Uno stato di trance perenne, che incarna il perturbante freudiano. Ottimo lo studio attento che è stato fatto sul suono, con falsetti portati all’estremo, false corde, grida primordiali che rimandano allo stato prenatale. La vocalità è ricercatissima, anticonvenzionale, totalmente al servizio del linguaggio. Infiniti sono i riferimenti, interminabili le emozioni suscitate, a stento si riescono a trattenere le lacrime.” Valentina Perucca, Linea diretta 24 “Portando in scena Le Baccanti, ultima geniale opera di Euripide, esemplare intreccio fra filosofia e culto misterico, Dionysus di Daniele Salvo orchestra la rappresentazione della tragedia con un’insaziabile densità di suoni e movimenti, riempie lo spazio di fisicità da cui irrompono sinuose sensazioni tattili e vibranti sonorità arcaiche. I versi divengono più efficaci e violenti delle immagini grazie alla modulazione della voce, che rende emotive e perturbanti le sfumature del linguaggio mentre una recitazione dai toni quasi grunge, di potente suggestione, mette in scena il rituale orgiastico scaturito dal delirium bacchico.” Gisella Rotiroti, La Repubblica