Il lato astratto delle emozioni altrui | Le Scienze - UniTN

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Su The Journal of Neuroscience
Il lato astratto delle emozioni altrui
Il nostro cervello rappresenta categorie di emozioni indipendentemente
dalle modalità sensoriali con cui vengono presentate
Noi umani siamo molto abili
nel riconoscere gli stati emotivi PAROLE CHIAVE
degli altri, captando i numerosi
emozioni
segnali non verbali.
Rapidamente deduciamo stati
mentali anche complessi da
una grande quantità di stimoli visivi e uditivi, come una
smorfia, una risata o una postura del corpo. Ci sono regioni
cerebrali che rappresentano questi stati mentali indipendentemente dai
segnali sensoriali percepiti?
Un gruppo di neuroscienziati delle Università di Trento, Ginevra e Durham
hanno cercato le aree cerebrali nelle quali le risposta alle emozioni percepite
attivassero schemi di attività neurale indipendenti dalle modalità sensoriali
di presentazione delle emozioni stesse (corpi, visi e voci).
Usando risonanza magnetica funzionale, i ricercatori hanno analizzato le
risposte neurali alle cinque emozioni di base (rabbia, disgusto, paura,
felicità, tristezza) presentate usando diverse modalità sensoriali. L'analisi ha
rivelato nella corteccia prefrontale mediale (MPFC) e nel solco temporale
superiore sinistro modelli di attivazione neurale specifici per l'emozione
percepita, indipendentemente dalla modalità sensoriale di presentazione.
Queste sono aree il cui coinvolgimento nell'elaborazione delle emozioni e
nell'attribuzione di stati mentali era già noto. Quanto ancora non si sapeva
è che il nostro cervello ha una rappresentazione di alcuni stati mentali
indipendente dalla modalità sensoriale nella quale vengono presentati e
percepiti. Questi risultati sono in corso di pubblicazione sulla rivista The
Journal of Neuroscience (" Supramodal Representations of Perceived
Emotions in the Human Brain", Vol. 30, n. 30, pp. 10127-10134).
"Abbiamo trovato che la corteccia prefrontale mediale e il solco temporale
superiore sinistro rappresentano le categorie di emozioni ad un livello
astratto e in modo indipendente dalla modalità di percezione dell'emozione.
Questo ci fa pensare che queste aree giochino un ruolo fondamentale nella
comprensione e nella categorizzazione degli stati emotivi altrui" spiega
Marius Peelen del CIMeC, primo autore dell'articolo.
Ai 18 volontari sono stati mostrati dei video, recitati da 4 attori (2 uomini e
2 donne), dei quali erano visibili di volta in volte le sole espressioni facciali o
i soli movimenti del corpo (con il viso ritagliato). Gli stimoli sonori
consistevano in brevi (circa 1 secondo) interiezioni non linguistiche ("ah!").
Tutti gli stimoli utilizzati (nelle tre modalità) esprimevano una delle cinque
emozioni di base, come indicato da precedenti studi comportamentali.
Immediatamente dopo la presentazione di ogni stimolo, ai soggetti è stato
chiesto di valutare l'intensità dell'espressione emotiva percepita, su una
scala da 1 a 3.
I ricercatori hanno così trovato nella MPFC e nel solco temporale superiore
sinistro modelli di attivazione neurale associati alle varie emozioni (in modo
indipendente da come venivano presentate, con voci, visi o parti del corpo).
Queste attivazioni neurali relative alla stessa emozione - anche se percepita
con diversi tipi di stimoli - sono più simili tra di loro di quanto non lo siano
gli schemi di attivazione relativi ad emozioni diverse tra loro. Insomma, tali
aree elaborano il "contento" di uno stimolo, indipendentemente dalle sue
caratteristiche sensoriali.
Il passo successivo della ricerca consisterà nel dirimere alcune questioni. La
prima: le aree attivate nel caso delle cinque emozioni di base rappresentano
anche altri stati mentali, emotivi e non? Inoltre, in che misura la specificità
per le emozioni di queste aree è collegata alla esplicita valutazione delle
emozioni richiesta ai soggetti? E, infine, osserveremmo la stessa attivazione
di corteccia mediale prefrontale e solco temporale superiore sinistro nel
caso di emozioni esperite, invece che soltanto percepite, come nel caso
dello studio in questione?
(28 luglio 2010)
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