Breve ed euristica introduzione alla Geometria delle superfici Abbiamo dimostrato il teorema di classificazione delle 2-varietá compatte (connesse). Rammentiamo che il teorema afferma che ogni 2-varietá compatta (connessa) si puó ridurre ad una e una sola delle seguenti forme standard: 1. Sfera. 2. Somma connessa di n piani proiettivi, 3. Somma connessa di m tori. Ciascuna di esse é caratterizzata dal numero di Eulero χ e dall’orientabilitá. I numero di Eulero é dato da χ = V − S + F ove V é il numero di vertici (o classe di equivalenza di vertici), S é il numero di spigoli (o classe di equivalenza di spigoli), F il numero di facce, tale numero é un invariante topologico. Se χ(S1 ) e χ(S2 ) sono i numeri o caratteristica) di Eulero di S1 e di S2 é facile dimostrare che il numero di Eulero della somma connessa é data da χ(S1 #S2 ) = χ(S1 ) + χ(S2 ) − 2. In nessuna dimensione superiore a due, si ha lo stesso tipo di teorema per semplicitá e completezza. In dimensione tre il problema é molto piú complicato. Recentemente M. Perelman ha dimostrato un teorema di classificazione per le 3-varietá ma in un contesto molto generale su cui non possiamo soffermarci. Per ragioni di complessitá questo ambito esula da questo programma. Ritornando alla classificazione precedente, alle tre forme standard sono associate tre classiche geometrie: che sono la Euclidea e la geometria sferica (o ellittica) e la geometria iperbolica (le non euclidee) . Consideriamo ora il numero di Eulero si una 2-varietá M ridotta a forma standard, se χ(M ) > 0 allora M ha geometria ellittica o sferica se χ(M ) = 0 la superficie M ha geometria euclidea se χ(M ) < 0 la superficie M ha geometria iperbolica. Se M é la sfera S 2 χ(S 2 ) = 2, se M é il piano proiettivo allora la caratteristica o numero di Elero sará χ(M ) = 1. Il caso χ(M ) = 0 la superficie M puó essere un toro che denoteremo con T oppure una bottiglia di Klein che denoteremo con K. Tutti gli altri hanno numero ( o caratteristica ) di Eulero χ < 0. La caratteristica di Eulero per il toro a n buchi #nT o n-toro é χ(#nT ) = 2 − 2n, per n = 1 é il toro ordinario di caratteristica zero. Per n > 1 l’n-toro ha caratteristica negativa e geometria iperbolica. Per la somma connessa di k piani proiettivi #kP la caratteristica é χ(#kP ) = 2 − k. Per un piano proiettivo il numero di Eulero é χ(P ) = 1 maggiore di zero come per la geometria sferica (o ellittica), per k = 2 (la bottiglia di Klein equivalente topologicamente alla somma connessa di due piani proiettivi) é χ(P #P ) = 0 ha geometria euclidea. Per k > 2 l’k-piano proiettivo ha caratteristica negativa e geometria iperbolica . Il nostro ambiente topologico/algebrico non é quello proprio per approfodire questo ambito (che spetta a quello puramente geometrico) ma ne diamo solo un 1 2 schema semplice di ciascuna di esse. Concentriamoci sulle simmetrie di queste geometrie e non sulle proprietá metriche di esse. Nella geometria euclidea consideriamo le riflessioni rispetto a una linea retta ℓ, a partire da esse le traslazioni sono due successive riflessioni rispetto a due rette parallele e distinte mentre le rotazioni attorno a un punto, sono due riflessioni rispetto a due rette che si incontano in quel punto. Traslazioni e rotazioni danno luogo a tutte le trasformazioni fondamentali della geometria euclidea piana. Vediamo ora perché il toro e la bottiglia di Klein hanno struttura euclidea. Dal grafico di figura di sotto, le due traslazioni Ta e Tb (di ampiezza a e b) danno luogo a orbite (una in particolare segnata col punto nero) di dominio fondamentale segnato dalle frecce. Sul dominio fondamentale le frecce individuano il modo di identificare i lati a coppie e il quoziente fornisce uno spazio omeomorfo a un toro ovvero (lo spazio dell orbite) T = R2 / < Ta , Tb >. É allora chiaro che essendo la geometria del dominio fondamentale quella euclidea ristretta al rettangolo, il toro ne eredita le proprietá. La geometria é anche omogenea, questo significa che ogni punto (localmente) la geometria é la stessa. Considerazioni analoghe si possono fare nel caso di una bottiglia Klein, occorrerá solo cambiare gli orientamenti delle frecce del dominio fondamentale, che é ancora un rettangolo, in particolare la traslazione Tb sará una traslazione insieme a una riflessione rispetto all’asse x che denotiamo globalmente (traslazione + riflessione) con σ. La bottiglia di Klein sará l’orbita del gruppo R2 / < Ta , σ > con geometria euclidea Tb Ta Passiamo alla geometria sferica/ellittica considerando solo le riflessioni. Le rette sferiche solo i cerchi massimi. Per le riflessioni di un punto rispetto a una retta sferica, si consideri un piano per P avente come asse la retta per l’origine (posto nel centro della sfera) e ortogonale al piano che individua il cerchio massimo passante per il punto P. Sull’arco per P si prenda il simmetrico e analogamente si costruisca il simmetrico P1 . La composizione di due riflessioni danno luogo una rotazione 3 attorno a un punto (segnato in nero nel caso difigura). Le misure delle distanza tra coppie di punti restano inalterate (movimenti isometrici) come nel caso euclideo. Il piano proiettivo é la sfera S 2 / < ±1 > ove punti diametralmente opposti sono identificati e la sua geometria é ereditata da quella sferica. Passiamo alle superfici con caratteristica di Eulero negativa, ovvero passiamo alla geometria iperbolica. Introduciamo la nozione di inversione in un cerchio di centro fisso o trasformazione per raggi vettori reciproci. Consideriamo un punto P (vedi figura) esterno alla circonferenza, e tracciamo la circonferenza di centro P e raggio PO. Questa interseca il circolo di inversione nei punti R ed S. Con centro nel punto R si traccia la circonferenza passante per O e la si interseca con la retta OP. Oltre al punto O, si ottiene il punto P che l’ inverso circolare del punto P. Si hanno i seguenti teoremi: Teorema A(immagine di una retta tramite una inversione circolare) Tramite l’inversione circolare rispetto ad una circonferenza di centro O: a) una retta che non passa per O si trasforma in una circonferenza passante per O (privata del punto O); b) una retta per O, ma privata di tale punto, si trasforma in se stessa. Inversione circolare di una retta non passante per O. Nello stesso modo si puó arrivare ad enunciare e poi a dimostrare il seguente teorema: Teorema B (immagine di una circonferenza tramite un’inversione circolare) Tramite l’inversione circolare rispetto ad una circonferenza di centro O: c) una circonferenza che non passa per O si trasforma in una circonferenza che non passa per O; d) una circonferenza per O, ma privata di tale punto, si trasforma in una retta che non passa per O. 4 Effetto dell’inversione circolare sugli angoli: La seguente proposizione descrive l’effetto dell’inversione circolare sugli angoli. Proposizione. L’inversione circolare conserva gli angoli tra curve, ma scambia il loro orientamento. Quindi l’inversione circolare é una trasformazione conforme (cioé mantiene gli angoli). Fissato il cerchio unitá (sul piano complesso C), il piano iperbolico denotato con H, l’inversione lascia fissi i punti di Cu e manda iniettivamente punti interni di Cu in punti interni di Cu Nel modello di Beltrami-Poincaré H, i punti della geometria iperbolica sono i punti interni a Cu e le rette sono i cerchi che incontrano il cerchio unitá sotto angoli retti e le riflessioni sono le inversioni fatte rispetto a cerchi (rette iperboliche) che incontrano Cu sotto angoli retti. Cerchiamo cosa sia una riflessione di un punto A rispetto a una ”retta”. Si consideri il punto A sulla ”retta” Cb e sia Ca la ”retta” per B ortogonale in B a Cb . Il punto C (la riflessione del punto A rispetto alla ”retta Ca ) si ottiene mediante inversione del punto A rispetto alla ”retta” Ca (vedere figura, nella stessa figura é disegnato un triangolo iperbolico, ciascuno dei lati é un arco di circonferenza che incontra il bordo di Cu secondo un angolo retto). Continuando a cercare su Cb punti simmetrici rispetto alla ”retta” Ca otteniamo una successione di punti che 5 si avvicinano alla frontiera di Cu con distanze relative molto piccole dal punto di vista euclideo ma con la stessa distranza dal punto di vista iperbolico. Una rappresentazione analitica delle riflessioni in Cu ⊂ C é la seguente: fissiamo un punto w ∈ Cu = H, la trasformazione cercata é ϕ(z) = z−w h e 1 − w̄z (caso particolare della trasformazione lineare fratta, o trasformazione di Moebius f (z) = az+b cz+d multiplicata per una rotazione). Le riflessioni di una ”retta” n rispetto a un’altra ”retta” m formanti un angolo dato, si ottiene mediante inversione di n rispetto a m per ottenere n′ Scegliendo un angolo opportuno (una frazione di angolo giro) 1/8 ad esempio abbiamo 8 angoli uguali con vertice comune. Vedremo che vi sono molte piú simmetrie nella geometria iperbolica che non in quella euclidea o sferica. Avremo di conseguenza nella geometria iperbolica molte piú tassellature o pavimentazioni di quante non ve ne siano in quella eucliea o sferica. In geometria piana o no, si dicono tassellature (talvolta tassellazioni o pavimentazioni) i modi di ricoprire il piano euclideo o no con una o piú figure geometriche 6 ripetute all’infinito senza sovrapposizioni. Tali figure geometriche, (dette appunto ”tasselli”), sono spesso poligoni, regolari o no, ma possono anche avere lati curvilinei, o non avere alcun vertice. L’unica condizione che solitamente si pone é che siano connessi, anzi semplicemente connessi (ovvero che siano un pezzo unico e non abbiano buchi). Nella geometria sferica le pavimentazioni sono fornite dai 5 solidi platonici (tetraedro, cubo, ottaedro, pentaedro, icosaedro). Nella geometria euclidea i tasselli sono rettangoli, triangoli equilateri ed esagoni. Nella geometria del piano iperbolico abbiamo molti tasselli, praticamente infiniti. Una tassellazione del piano iperbolico si ottiene considerando la somma connessa di due tori Operiamo un taglio lungo le curve disegnate in figura, otteniamo due paia di pantaloni tagliano ancora lungo opportune curve, otteniamo i quattro esagoni 7 I quattro vertici di questi quattro esagoni si incontrano in un punto. Ma dalla figura di sotto, il piano euclideo si puó ricoprire con esagoni di cui solo tre si incontrano in un punto. Essi ricoprono il piano iperbolico mediante simmetrie rispetto ai lati e senza creare vuoti. Mentre per un angolo pari a 14 rad (pari a un angolo retto) occorre necessariamente passare al piano iperbolico. Nella stessa figura appare un inizio di pavimentazione con esagoni iperbolici in cui (nella parte inferiore) sono mostrati le riflessioni (inversioni) rispetto ai lati in cui in un vertice concorrono quattro esagoni iperbolici congruenti e adiacenti. Un tale punto puó esistere solo nel piano con geometria iperbolica ma non in geometria euclidea piana. Ogni angolo dell’esagono regolare misura 120◦ = 13 rad per cui possiamo avere la concorrenza in uno stesso punto di soli 3 angoli (3 × 120◦ = 360◦ ) e la pavimentazione con esagoni regolari é possibile, dove in un vertice concorrono solo tre esagoni, ovvero nel piano euclideo. Nel piano iperbolico disponiamo di poligoni regolari iperbolici che a partire da un angolo comune pari a quello euclideo (per esagoni che stanno in intorno molto piccolo del centro del cerchio) si va verso esagoni con angolo comune che tende verso zero. Abbiamo allora infinite pavimentazioni e infinite simmetrie. Nella figura che segue sono disegnati ottagoni iperbolici regolari con angolo comune decrescente e zero a limite. Tra questi possiamo trovare uno di angolo pari a 18 e pavimentazioni ove in un solo vertice insistono otto poligoni iperbolici conguenti e adiacenti. 8 La forma standard della somma connessa di due tori T #T é aba−1 b−1 cdc−1 d−1 astrattamente rappresentanto da un ottagono regolare con i lati opportunamente orientati. Abbiamo provato nel corso della dimostrazione del teorema di classificazione delle superfici compatte e connesse, che tutti i vertici dell’ottagono regolare sono tra loro identificati. Per cui gli otto vertici sono identificati in un punto. Tra tutti gli ottagoni regolari iperbolici scegliamo allora quello il cui angolo comune misura 18 rad. (vedi figura ). Vediamo ora come algebricamente si scrivono le simmetrie necessarie a generare la pavimentazione iperbolica con tasselli iperbolici ottagoni regolari. Nel caso euclideo le riflessioni dell’ottaedro sono quelle attorno ai segmenti OA e OG ovvero una rotazione attorno O poi una riflessione attorno a segmento AA, si ottiene un’altro ottagono con il lato AA in comune. Ma queste riflessioni, per quanto giá detto, non generano una pavimentazione del piano euclideo. Operiamo le riflessioni indicate con r1 , r2 , r3 del triangolo di base, otteniamo una rotazione attorno ad O per r1 , r2 e una riflessione rispetto al lato HK nella base del triangolo iperbolico OHK. Il punto in nero in alto nella figura si trasforma nel punto in nero in basso mediante la trasformazione Ta = r3 r1 (r1 r2 )2 si devono aggiungere in modo simile le trasformazioni Tb , Tc , Td . Sotto l’azione delle trasformazioni Tb , Tc , Td si ottengono gli ottagoni iperbolici congruenti che si appoggiano sui lati b, c, d. Occorre osservare che la pavimentazione dell’intero piano iperbolico é il risultato dell’applicazione di infinite trasformazioni Ta , Tb , Tc , Td ai successivi domini. Dal punto di vista euclideo i loro diametri tendono verso zero mano a mano che, sotto l’azione delle trasformazioni, essi si accostano alla frontiera (senza mai raggiungerla) ma restano tra loro congruenti in senso iperbolico. 9 Il toro doppio é lo spazio generato dalle orbite del gruppo H/ < Ta , Tb , Tc , Td > . Consideriamo infine la superficie data dalla somma connessa di tre piani proiettivi P #P #P la cui forma standard é data dalla parola aabbcc, ovvero da un esagolo con i sei vertici identificati. Il valore comune di questo angolo é dunque 1 6 . La pavimentazione é sul piano iperbolico. Restringiamo opportunamente un esangono iperbolico fino a ottenere un angolo (in radianti) di 61 (figura in basso) 10 Operando in modo simile al caso ottagonale avremo una pavimentazione. In un angolo si avranno sei esagoni iperbolici regolari adiacenti e congruenti (figura), le trasformazioni dovranno agire in modo che gli orientamenti sui lati siano rispettate. Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 Laren, 27 marzo 1972) stato un incisore e grafico olandese. É conosciuto principalmente per le sue incisioni su legno, tassellature del piano iperbolico e non e dello spazio, litografie e mezzetinte che tendono a presentare costruzioni impossibili, esplorazioni dell’infinito e motivi a geometrie interconnesse che cambiano gradualmente in forme via via differenti. Le opere di Escher sono molto amate dagli scienziati, logici, matematici e fisici che apprezzano il suo uso razionale di poliedri, distorsioni geometriche ed interpretazioni originali di concetti appartenenti alla scienza, spesso per ottenere effetti paradossali. (internet mostra varie opere di questo autore, se ne consiglia la visione). Il Prof.