La POLIS Alla fine del Medioevo ellenico, fra l

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La POLIS
Alla fine del Medioevo ellenico, fra l'800 e il 700 a.C, si apre nel mondo greco
un periodo di ripresa che gli storici chiamano età arcaica. Questa è compresa
fra l'epoca in cui si affermano le poleis (intorno al 750 a.C.) e la fine
delle guerre persiane (479 a.C.)
L'innovazione rivoluzionaria che caratterizzò lo sviluppo della civiltà greca fu
l'invenzione della scrittura alfabetica: un sistema di gran lunga più
semplice della Lineare B con cui i Micenei scrivevano il loro greco arcaico (nella
Lineare B ogni segno corrisponde a una sillaba).
Fra il X e l'VIII secolo si era diffuso l'alfabeto fenicio, ma si trattava di un
sistema di scrittura adatto alle lingue semitiche che non prevedeva la
trascrizione delle vocali:
la rivoluzione operata dai Greci consiste
nell'utilizzare come segni vocalici le lettere con cui i Fenici indicavano
alcuni suoni consonantici estranei alla lingua greca. Questi pochi segni
combinati fra loro rendevano possibile indicare tutte le sillabe della lingua
greca.
Intorno al 750 a.C. si assiste in Grecia a uno sviluppo dell'agricoltura con una
conseguente crescita della popolazione.
Le poleis nascono probabilmente quando i grandi proprietari terrieri di villaggi
vicini si alleano fra di loro e puntano sui contadini non solo come forza lavoro
ma anche come forza di difesa. I contadini, dal canto loro, prendono coscienza
del fatto di essere indispensabili al mantenimento del potere degli aristocratici:
nasce una struttura politica nuova, caratterizzata dalla consapevolezza di
appartenere a una comunità di cittadini.
La
polis
è
dunque
un'entità
politica
indipendente,
caratterizzata
dall'insieme di nucleo urbano e campagne, pascoli e boschi circostanti.
A differenza delle città-stato orientali, in cui spiccava la presenza del palazzo
reale, simbolo del potere assoluto del re, la città greca si costruisce intorno a
uno spazio aperto, l'agorà, che è il luogo di incontro economico e politico dei
cittadini. La parte più antica della polis è la cittadella fortificata su una altura,
l'acropoli, luogo di difesa e centro religioso.
La difesa della polis era affidata ai cittadini-soldato, gli opliti, che
combattevano in formazione compatta, la falange, armati di lancia o spada e
difesi da elmo, corazza e scudo.
Cittadini erano soltanto i maschi adulti liberi, figli di cittadini. Rimanevano
esclusi gli stranieri residenti in città, le donne e gli schiavi. Era diritto dei
cittadini possedere la terra, difendere la città con le armi e partecipare alla vita
politica della polis.
In alcune città, come ad esempio a Sparta, la cittadinanza rimase diritto di
pochi: queste poleis mantennero un carattere aristocratico (basato sulla
nascita) o oligarchico (basato sulla ricchezza); in altre città, come ad esempio
ad Atene, la cittadinanza venne estesa a molti: i governi di queste poleis
vennero detti democratici.
In molte città greche, fra il 650 e il 550 a.C., la transizione dal regime
aristocratico a quello democratico fu favorita dal governo dei tiranni.
Originariamente questo termine non aveva il significato negativo che noi gli
attribuiamo: si trattava di aristocratici che riuscirono a imporre con la
forza il loro potere personale, rovesciando la vecchia struttura di
potere e favorendo la partecipazione alla vita politica e militare dei ceti
che fino a quel momento ne erano rimasti esclusi.
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