RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ AGRICOLTURA OGGI 11 RADICCHI VENETI: I FIORI D’INVERNO L’inverno è, nel mondo vegetale, una stagione di quiescenza. Ma nella campagna veneta le brinate tardo autunnali si fissano, con preziose rilucenti trame,sulle geometrie create dalle ampie foglie di impavidi radicchi: stanno sbocciando i “fiori d’inverno”. Cesare Bellò La piazza più importante di Verona, centro della città antica, è intitolata alle “erbe”, modo veneto di intendere ortaggi e vegetali tutti, che qui fin dai tempi più lontani, convergevano dalle campagne diventando i protagonisti del vivace mercato quotidiano. Quando l’autunno si inoltra verso l’ inverno e il freddo del mattino morde le dita dei venditori dietro i loro banchi multicolori, la loro offerta di freschezza si colora di un rosso speciale. Un rosso nel quale si è stemperato del blu e del viola, e che contrasta decisamente con il bianco. Il radicchio, nelle sue molte varietà, diventa il re di quella mostra di prodotti della terra. La stagione è ideale per dargli quella croccante tenerezza, quel sapore delicato dalle sfumature amarognole che ne fanno una squisitezza della tavola. Le foglie dei cespi si differenziano per qualche sfumatura di quel rosso scuro e sontuoso, ma soprattutto per la forma. Tutte hanno costolature candide, con nervature ora più evidenti ora più modeste, ma alla grazia e all’ andamento languido del Radicchio di Treviso nella varietà Tardiva, si oppone la struttura compatta, a palla, del Radicchio di Chioggia e l’ eleganza impareggiabile del Radicchio Variegato di Castelfranco, grande rosa sbocciata screziata di rosa, di verde, di giallo. C’è anche il Radicchio di Treviso Precoce, dalle foglie allungate, più strette del Tardivo, il Radicchio Bianco di Lusia e il Radicchio di Verona. Tutte queste varietà discendono, per successivi incroci dal capostipite Rosso di Treviso, pianta appartenente alla famiglia delle Composite, genere Cichorium, specie intybus; una semplice cicoria introdotta in Veneto nel XV secolo, migliorata attraverso successivi incroci e diversificata nelle varie zone. RADICCHIO DI TREVISO IGP La nascita del Consorzio del Radicchio di Treviso, nel 1996, organismo che riunisce i produttori della zona disciplinando il loro lavoro su livelli di alta qualità garantita, ha fatto di un secolare “cibo della povera gente” un gioiello della produzione veneta, riconosciuto con il marchio europeo della Indicazione Geografica Protetta (IGP) e contrassegna il Radicchio di Treviso nelle 2 versioni, Precoce e Tardivo. Se il Precoce presenta bei cespi lanceolati e compatti, di uno slancio 12 13 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ gotico, con foglie turgide e forti di un rosso lucente e intenso che si diparte dalle nervature bianche, il Tardivo è immediatamente riconoscibile alla sola vista: i grumoli hanno una eleganza nuova, un portamento unico, più morbido e flessuoso, che corrisponde ad una eccezionale delicatezza nell’ aroma e nel sapore delle foglie. Queste, di un rosso vinoso, con sfumature rosate, hanno il fusto più sviluppato, di un candore tra l’alabastro e la perla, ineffabile. La radice del cespo intorno ai 5 cm, da non eliminare! Il Precoce arriva sui mercati da settembre a novembre mentre il Tardivo aspetta l’inverno e ha bisogno del freddo: il suo consumo va da novembre a febbraio. La sua specialità è un trattamento manuale che gli viene riservato dopo il ciclo in campo; un procedimento che sfrutta la natura e che, prolungando il suo ciclo, gli conferisce qualità organolettiche uniche. I cespi, estirpati dal terreno dal 1° novembre, vengono immersi per un periodo di 10- 20 giorni in una vasca dove scorre l’ acqua “risorgiva” dei fiumi della zona; il Sile in particolare, che corre nella campagna trevigiana. Poco profonde, le risorgive con i loro 14° circa sono molto più calde rispetto alla temperatura esterna. Questo fenomeno naturale permette di far “sbocciare” nuove foglie all’interno del cespo originario. Per favorire l’imbianchimento, la vasca è tenuta in penombra o in oscurità. Dopo questa fase si fa la mondatura delle foglie esterne e la toelettatura del colletto e della radice, poi i radicchi sono pronti per l’ultimo lavaggio ed il confezionamento. In queste condizioni il cuore della pianta si è sviluppato, diventando un fiore stupendo, fresco, morbido, pronto da gustare. Le foglie sono croccanti nella consistenza, gradevolmente amarognole al gusto, perfettamente bianche e con un limitato lembo fogliare color rosso vinoso. 14 15 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ Radicchio di Treviso IGP 16 17 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ sollevate, a cui segue un terzo giro ancora più inclinato e così via fino al cuore. La radice ha una lunghezza massima di 4 centimetri e un diametro proporzionale alle dimensioni del cespo stesso. Le foglie, spesse ma non troppo, hanno una costola dorsale bianchissima con nervature appena accennate, il bordo frastagliato e il lembo esterno ondulato, quasi arricciato. Una armonia formale alla quale si unisce quella cromatica: le foglie infatti sono di un bianco tra avorio e crema, con variegature distribuite in modo omogeneo: piccole occhiature tra il rosa e il rosso, minuscole pennellate di verde e di viola, lingue di cremisi e di porpora, di giallo, in una squisita alternanza compongono il disegno e la trama di questo fiore d’inverno destinato alla tavola. E il sapore non è da meno di tanto splendore: le foglie, croccanti ma gentili, hanno una dolcezza venata di un amarognolo delicato e soave, che gli dà un carattere del tutto speciale. Alla fine la rosa RADICCHIO VARIEGATO DI CASTELFRANCO IGP Nato negli orti di periferia di Castelfranco Veneto alla fine del 1700, prende piede poi come coltura invernale di ripiego. Oggi si pone al top della gamma dei radicchi coltivati, e ha il primato incontrastato della bellezza. Nessun ortaggio assomiglia a una rosa dalle mille screziature, nessuno offre un gusto così squisito nei suoi “petali” meravigliosamente regolari, che si dispongono con naturale grazia intorno al cuore del cespo. Anche questo, come il Radicchio di Treviso, è il frutto di un processo di forzatura, una tecnica colturale che riesce a accelerare e favorire l’emissione e la crescita delle foglie interne della pianta e che raggiunge effetti straordinari. Il cespo ha un diametro di almeno 15 cm e una forma armoniosa, compatta, serrata ma anche aperta. Partendo dalla base si ha un giro di foglie piatte. Poi un secondo giro di foglie leggermente 18 19 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ Radicchio variegato di Castelfranco igp 20 21 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ d’inverno è sbocciata, stupenda, fresca e integra. Un sigillo di garanzia chiude gli imballaggi e le confezioni riportando i dati del produttore e rendendo il Radicchio Variegato rintracciabile, riconoscibile e sicuro. Il prodotto commercializzato a marchio IGP si trova in due categorie di qualità: extra e prima. Nella categoria extra i cespi devono rispondere a tutte le caratteristiche tipiche della varietà, essere di qualità superiore e non devono presentare neppure una traccia di colore verde. Pronti per la tavola, ecco i cespi armoniosi dai colori variegati. Starebbero benissimo riuniti in una coppa trasparente come decorazione, ma ancor di più si apprezzano come piacere del palato. L’ideale è gustarli crudi, foglia dopo foglia, con poco, eccellente condimento: olio extravergine di oliva dal gusto non troppo spiccato, sale, pepe macinato al momento, magari una goccia di aceto, anche balsamico, secondo i gusti per tonificare l’insieme. 22 23 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHIO DI VERONA Si presenta come un cespo a grumolo, di foglie compatte, leggermente più allungato rispetto a quello rotondo di Chioggia, che viene messo in commercio con una piccola parte della radice o fittone. Due le tipologie: 1)Precoce del peso da 150-300 grammi, le foglie con margini privi di frastagliatura e piegate verso l’ interno addossate le une alle altre presentando una nervatura centrale bianca, piuttosto sviluppata. La raccolta e commercializzazione inizia il primo ottobre. 2)Tardivo del peso di 100-300 grammi, rispetto al precoce per la raccolta bisogna aspettare il 15 dicembre. Questo ritardo è legato al processo di forzatura e di imbianchimento fatto direttamente in campo dove i cespi si riuniscono orizzontalmente in grossi cumuli. Le condizioni di umidità, temperatura e luce che si hanno nei cumuli permette lo “sbocciare” di foglie nuove all’interno del cespo originario, che presentano una colorazione rossa più intensa mentre il bianco delle nervature è più evidente. Al gusto sono croccanti, leggero sapore dolceamaro speciale, che fanno del Tardivo un prodotto più elegante. Segue la toilettatura con eliminazione delle foglie esterne e si recide la radice a 4 cm dalla base. 24 25 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ 26 27 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHIO DI CHIOGGIA Una città marinara per storia e peschereccia vocazione, che ha il pesce nelle vene e la laguna negli occhi, vede il suo nome andare per il mondo per un prodotto della terra. La terra è l’altra anima di Chioggia: nutrita dal mare, fertile e generosa di sapori e di aromi, diventa orti e campi tutt’attorno, si allunga oltre il ponte sul Lusenzo, a Sottomarina, e più sud, tra il mare e il canal di valle fino all’Adige. Il radicchio non era certo assente nella vita e nella cultura contadina: proverbi e detti popolari anche in provincia di Venezia confermano che era mangiar comune, per la grande disponibilità di specie selvatiche e coltivate. “Chi magna radici e salata, fa la vita beata” si diceva, e forse era un modo per consolarsi di una dieta povera e un po’ ripetitiva, perché per secoli, insieme alla polenta, 28 29 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ Radicchio di Chioggia igp Radicchio di Chioggia igp 33 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ differenza degli altri radicchi, che sono tipici dell’autunno-inverno, la sua stagione si prolunga decisamente e perciò lo si ritrova quasi sempre. Reperibile tutto l’anno, si fa più raro solo tra aprile e maggio. Esiste il precocissimo, seminato in febbraio-marzo e si raccoglie in giugno-luglio, il semi - precoce che si semina a fine giugno e si raccoglie in settembre, mentre le varietà dell’autunno – inverno, più resistenti al freddo, si seminano a metà luglio e si raccolgono fino all’inizio di gennaio. il popolino non aveva gran che da portare intavola. Le zone che gravitavano nell’ambito della Serenissima erano certamente privilegiate rispetto ad altre, ma nelle deliziose baruffe chioggiotte che Goldoni porta sulla scena, non sembra che la vita e lo stomaco della gente comune fossero poi molto ricchi di possibilità. Cicorie e radicchi che crescevano nelle campagne ed erano il cibo quotidiano, cominciarono nel secolo XVII ad essere coltivati negli orti e diventare oggetto di cure e incroci per ottenerne di più teneri e grati al palato. Oggi il Radicchio di Chioggia è il più diffuso e consumato, pur avendo esordito nel panorama orticolo, intorno agli anni cinquanta. Il suo colore e la sua forma lo hanno elevato all’interesse di tutto il mondo accomunandolo ad una rosa: la Rosa di Chioggia. Oggi ha conquistato il posto sullo scaffale, grazie alla bella forma sferica, il colore deciso e la corposa consistenza che si traduce in una lunga conservabilità. A Cesare Bellò Consigliere delegato Organizzazione Produttori Ortofrutticoli Veneto 34 RADICCHI VENETI CESARE BELLÒ