CONTENUTI DIGITALI INTEGRATIVI Unità 8 Evo-devo: la nuova frontiera dell’evoluzionismo Il termine Evo-devo (dall’inglese evolutionary developmental biology, biologia evolutiva dello sviluppo), indica una nuova disciplina che studia la relazione tra il meccanismo di sviluppo degli organismi e la loro storia evolutiva. Tutto ebbe inizio negli anni ’80 del secolo scorso, quando si incominciò a sequenziare il DNA. Si scoprì che tra i genomi di organismi anche molto diversi tra loro predominano le somiglianze e non le differenze. In altre parole, ciò che fa di una rana una rana o di un uomo un uomo non è tanto la presenza di geni specifici, ma dipende soprattutto dal modo in cui è regolata l’espressione dei geni. In quegli stessi anni furono individuati i geni omeotici, che hanno la funzione di coordinare il lavoro dei geni preposti alla formazione di strutture complesse, come gli arti o gli occhi. Ne sono un esempio i geni Hox, scoperti nella Drosophila melanogaster ( A), comunemente detta drosofila o anche moscerino della frutta, che attivano lo sviluppo delle diverse parti del corpo, decidendo dove si devono posizionare, nell’embrione, il capo, gli arti, l’addome e così via ( B). Questi geni sono molto simili in tutti i viventi: un’identica sequenza di 180 nucleotidi (detta homeobox) è presente in tutti gli animali. I genetisti spesso usano la metafora della cassetta degli attrezzi genetica (genetic toolkit): come un idraulico e un meccanico fanno riparazioni di tipo diverso, ma utilizzano spesso i medesimi attrezzi (cacciaviti, pinze, martello ecc.) e se li potrebbero scambiare senza problemi, così allo stesso modo il gene Hox di un uomo può sostituire senza alcun danno quello corrispondente nella Drosophila melanogaster o in un altro organismo. Si è quindi compreso che i geni omeotici sono antichissimi e che il loro funzionamento si basa su meccanismi che si sono conservati inalterati nel corso dell’evoluzione: un’ulteriore prova dell’origine comune di tutti i viventi ( C). Intorno agli anni ’90 del secolo scorso, la fusione dei due indirizzi di studio, quello dei meccanismi genetici alla base dell’evoluzione e quello dei meccanismi genetici che controllano lo sviluppo embrionale, ha dato luogo alla nascita di Evo-devo. Secondo questa nuova disciplina i geni omeotici, per la loro azione di regolazione e coordinamento dell’espressione genica, giocano un ruolo chiave nei processi evolutivi: le mutazioni che avvengono in essi possono infatti originare rapidamente nuovi fenotipi, perché riprogrammano lo sviluppo embrionale in nuove direzioni. A L’influenza dei geni omeotici nello sviluppo embrionale è stata studiata approfonditamente nella Drosophila melanogaster. B Le mutazioni a carico dei geni regolatori portano ad anomalie nello sviluppo dell’individuo: il primo moscerino ha due segmenti toracici e quattro ali, il secondo ha un paio di zampe al posto delle antenne. drosophila embrione topo (12 g) topo adulto (12 g) embrione di moscerino (10 ore) HOX comosoma antenato Drosophila comune Hoxa Hoxb Hoxc Hoxd cromosomi topo C I geni della famiglia HOX sono collocati su un unico cromosoma nella Drosophila melanogaster e su quattro cromosomi diversi nel topo. Nonostante ciò, i geni sono disposti nello stesso ordine, che rispecchia quello dei segmenti corporei da essi controllati. Si può dedurre che l’organismo ancestrale che ha dato origine sia alla Drosophila melanogaster sia al topo possedeva già quel complesso di geni.