STIPSI E’ un disturbo caratterizzato da difficoltà e/o insoddisfazione e/o ridotta frequenza dell’evacuazione. Si definisce affetta da stipsi una persona che riferisca nell’ultimo anno, per almeno 12 settimane, non necessariamente consecutive: meno di due evacuazioni a settimana oppure almeno due dei seguenti disturbi: sforzo evacuativo almeno una volta su 4; feci dure e/o caprine almeno una volta su 4 ; sensazione di evacuazione incompleta almeno una volta su 4 ; utilizzo di manovre manuali (svuotamento manuale); evacuazione dolorosa; meno di tre evacuazioni a settimana. Sintomi spesso associati alla STIPSI prolungata: ¾ Bocca amara ¾ Alitosi ¾ Cefalea ¾ Nausea ¾ Gonfiore e distensione addominale ¾ Malessere ¾ Lingua con patina bianca La stipsi deve essere intesa come un’alterazione delle proprie abitudini intestinali, sia nel ritmo di evacuazione, che nelle caratteristiche abituali (forma, consistenza) delle feci. QUALI SONO LE CAUSE DI STIPSI ? Numerose sono le condizioni che possono causare stipsi tra le più frequenti riconosciamo cause funzionali: CAUSE DIETETICHE GRAVIDANZA SEDENTARIETA’ RIDOTTO APPORTO DI FIBRE E ACQUA COMPRESSIONE DEL COLON DA PARTE DELL’UTERO RIDOTTA MOTILITA’ DEL COLON Oppure cause secondarie: CAUSE ENDOCRINE CAUSE METABOLICHE CAUSE PSICHICHE CAUSE GASTROINTESTINALI IPOTIROIDISMO, DIABETE MELLITO DISIDRATAZIONE (prevalente nei pazienti anziani) DEPRESSIONE, ANORESSIA NERVOSA LIEVE DEFICIT EPATO-BILIARE, DIVERTICOLOSI, TUMORI, ERNIE, USO CRONICO DI LASSATIVI DIURETICI, ANTIDOLORIFICI, ANTIACIDI, ANTIDEPRESSIVI, CAUSE FARMACOLOGICHE ANTIIPERTENSIVI ( Beta bloccanti – Calcio antagonisti), ANESTETICI ( stipsi del post-operatorio) Tutte queste cause portano ad un rallentato transito intestinale e di conseguenza ad un ristagno di feci nel colon. La stasi da un lato implica un maggior riassorbimento di acqua dalle feci che, nella persona stitica, appaiono dure e caprine; dall’altro comporta una eccessiva permanenza di feci nel colon con conseguente assorbimento di sostanze di rifiuto da parte dei capillari e del sistema linfatico. L’assorbimento di sostanze tossiche sovraccarica il fegato e i linfonodi e dà luogo alla cosiddetta “ tossiemia intestinale”, le tossine assorbite infatti, nel tempo si propagano nell’organismo creando sintomi quali: alitosi, bocca amara, cefalea, sonnolenza post-prandiale, lingua con patina bianca e turbe dell’attenzione nei casi più severi. CAUSE DIVERSE STESSI RIMEDI ? Il trattamento della stipsi, indipendentemente dalle cause che l’ hanno indotta, trova il suo fondamento 1) nello stimolo/sostegno del fegato, che, come visto, è l’organo che maggiormente risente dell’assorbimento di sostanze tossiche in caso di stasi intestinale, ed è preposto alla produzione e secrezione di bile ( azione coleretica e colagoga) che svolge una fisiologica azione lassativa 2) nello stimolo della tiroide che aumenta il metabolismo basale e tessutale dell’organismo compresi i movimenti peristaltici dell’intestino. Il supporto epatico si attua con l’utilizzo di numerosi alimenti quali pomodori, patate, carciofi, verdure ricche in ferro ( radicchio, indivia belga, cicoria), carote, creme di verdure ( porri, zucca, sedano), carne più che pesce, uova, frutta dal sapore acido ( ananas, mela annurca, kiwi, limone). Lo stimolo epatico non può prescindere dall’uso di una quota di grassi che aumentano la produzione e secrezione di bile. La sollecitazione tiroidea si basa su un aumentato introito di iodio con la dieta ( pesce marino, crucifere, melanzana, spinaci, asparagi, funghi, latte, uova, lenticchie, aglio, cipolla, ananas, fragole). Ma la stipsi di un paziente con una funzionalità tiroidea non perfetta si risolve come quella di un paziente con deficit epatobiliare? Nel primo caso si aumenterà la probabilità di risoluzione del disturbo affiancando allo stimolo epatico un maggior stimolo tiroideo. Nel secondo caso, il paziente con deficit epato-biliare (ad esempio le persone che hanno subito l’asportazione della colecisti) oltre allo stimolo epatico e tiroideo si dovrà aumentare l’uso di alimenti in grado di stimolare la produzione e il flusso di bile: carciofo, melanzana, cicoria, verdure ricche in ferro e fibre, salvia, rosmarino, tarassaco, zenzero, uva, melograno. Poiché la stipsi è un sintomo e non una malattia, la sua risoluzione è legata all’azione combinata tra tutela della funzione epatica e trattamento della patologia di base. STIPSI E ALIMENTAZIONE Quando si parla di stipsi e alimentazione sono tutti concordi nel sottolineare l’indispensabilità delle fibre (verdure a foglie, legumi, frutta con buccia) nella dieta. Ma perché sono così importanti? Le fibre sono difficilmente degradabili dall’intestino; quelle che resistono all’attacco della microflora intestinale, richiamano acqua nel lume intestinale incrementandone il contenuto e stimolandone per via riflessa la motilità. Inoltre, la fermentazione del materiale fibroso, indotta dalla flora microbica, porta ad un aumento volumetrico del materiale fecale che nuovamente stimola la motilità. L’aumentata velocità di transito, riduce l’assorbimento di acqua e sostanze tossiche e con loro il rischio di feci dure e caprine, nonché della “tossiemia intestinale”. ALIMENTI SI : Melanzana: La buccia e parte della polpa stimolano la produzione di bile e la contrazione colecistica. La buccia inoltre ha azione irritativa sull’intestino. La sua ricchezza in iodio ne fa un ottimo alimento di stimolo tiroideo. Funghi: Alimenti in grado di stimolare la peristalsi intestinale, svolgono una vera e propria azione lassativa soprattutto se consumati crudi. Peperone: La ricchezza in vitamina C ( soprattutto nel peperone rosso), lo rende un alimento dotato di una importante azione lassativa. Lenticchie: l’azione irritante del ferro contenuto in questi legumi e l’effetto massa, dato dalla loro buccia, li rende particolarmente utili nella stipsi. Sedano: oltre che a svolgere un azione antifermentativa, il sedano svolge un’importante azione lassativa. La sedanina in esso contenuta aumenta la motilità intestinale. Verza: tutte le crucifere contengono percentuali significative di iodio che, attivando la tiroide, favoriscono la peristalsi. La presenza di sostanze come i ditiol-tioni fanno della verza una crocifera particolarmente utile nella stipsi. La sua azione lassativa viene sfruttata utilizzandola semicruda( arrestando il suo processo di bollitura all’inizio) kiwi: l’effetto lassativo si verifica per lo stimolo epatico esercitato dalla vitamina C, per l’azione miorilassante del potassio, e soprattutto per la notevole quantità di cellulosa e di pectine del suo stoma. Prugne: la loro azione lassativa, soprattutto se proposte cotte, è dovuta all’azione diretta che esercitano sull’aumento della quota idrica nel lume intestinale, con conseguente ammorbidimento della massa fecale. Uva: l’azione lassativa dell’uva, aumentata dall’assunzione del succo, è dovuta alla ricchezza in fruttosio e acidità. La sua buccia costituisce un irritante per l’intestino. Pere mature: mentre la pera poco matura per la ricchezza in tannino risulta astringente, la pera molto matura ha un’azione lassativa grazie alla ricchezza in iodio e fruttosio. Fichi: la ricchezza in fruttosio, l’effetto massa esercitato dai semi e l’azione irritante del loro lattice li rende molto utili nello stimolo del transito intestinale. Mela con la buccia: il contenuto in acqua e l’azione della cellulosa della buccia e della polpa ne spiegano l’azione lassativa. ALIMENTI NO : Formaggi: favoriscono la stipsi per due motivi, il primo è legato al potere coagulante e addensante la massa fecale, il secondo è dovuto all’eccessivo impegno colecistico, per la ricchezza in grassi saturi e al rallentamento della funzionalità epatica. Riso: le proprietà astringenti del riso sono da tempo note, la sua capacità di coagulare il contenuto intestinale aumenta quando viene proposto in associazione con burro e parmigiano CURIOSITA’ Carote: svolgono un’importante azione di regolazione sull’intestino con effetti opposti, proposte crude esercitano un’azione di stimolo del transito intestinale per la ricchezza in fibre e in beta –carotene stimolante la funzionalità epatica, proposte lesse o fritte, costituiscono un presidio antidiarroico. La cottura porta ad una destrutturazione delle fibre e alla perdita di beta-carotene aumentando invece la biodisponibilità di vitamina k che ha un’azione coagulante la massa fecale. Limone: da sempre ritenuto l’astringente per definizione, svolge questa sua importante azione solo nel caso di diarree tossiinfettive. In tutti gli altri casi la sua ricchezza in vitamina C ne fa un alimento prezioso di stimolo epatico e quindi assai utile anche nella stipsi. Caffè: Studi epidemiologici hanno chiaramente stabilito un rapporto tra la quantità di caffè assunti e il peggioramento della stipsi. Gli effetti diuretici di caffè, the e alcolici, sono sempre controproducenti sulla frequenza dell’alvo. Anche il latte in certi individui può causare stipsi. ALCUNI RIMEDI VELOCI: kiwi a digiuno al mattino. Se il disturbo persiste: 1 prima di pranzo e 1 prima di cena. Mezzo bicchiere di acqua tiepida + un cucchiano di miele e mezzo limone spremuto bevuto a digiuno al mattino. Mezzo bicchiere di succo d’uva bevuto a digiuno al mattino. Prugne secche cotte nel numero di 3 o 4 prese la sera prima di andare a dormire. COSA FARE IN CASO DI STIPSI: ¾ Esercizio fisico per aiutare la ripresa della motilità intestinale. ¾ Aumentare l’introito di fibre con la dieta. ¾ Fare uso di alimenti lassativi. ¾ Aumentare l’introito di acqua . ¾ Correggere gli squilibri di base.