Scipione Agnelli (1614) LACRIME D'AMANTE AL SEPOLCRO DELL’AMATA I Incenerite spoglie, avara tomba Fatta del mio bel sol terreno cielo. Ahi lasso! I’ vegno ad inchinarvi in terra! Con voi chius’è il mio cor a marmi in seno, E notte e giorno vive in pianto, in foco, 1 In duol’ in ira il tormentato Glauco . II Ditelo, o fiumi, e voi ch'udiste Glauco L’aria ferir di grida in su la tomba 2 Erme campagne, e ’I san le Ninfe e 'l Cielo; A me fu cibo il duol, bevanda il pianto, Poi ch’il mio ben coprì gelida terra, Letto, o sasso felice, il tuo bel seno. III Darà la notte il sol lume alla terra, 3 Splenderà Cinzia il dì prima che Glauco Di baciar, d’honorar, lasci quel seno Che nido fu d’amor, che dura tomba Preme; né sol d’alti sospir, di pianto, Prodighe a lui saran le fere e ’l Cielo. IV Ma te raccoglie, o Ninfa, in grembo il cielo. lo per te miro vedova la terra, Deserti i boschi, e correr fiumi il pianto. 4 5 E Driade e Napee del mesto Glauco Ridicono i lamenti, e su la tomba Cantano i pregi de l’amato seno. V O chiome d'or, neve gentil del seno, O gigli de la man, ch’invido il cielo Ne rapì, quando chiuse in cieca tomba, Chi vi nasconde? Ohimè! Povera terra! Il fior d'ogni bellezza, il sol di Glauco Nasconde? Ah muse, qui sgorgate il pianto. VI Dunque, amate reliquie, un mar di pianto Non daran questi lumi al nobil seno D’un freddo sasso? Ecco l’afflitto Glauco 6 Fa rissonar Corinna il mar e ’l Cielo! Dicano i venti ogn’hor dica la terra, Ahi Corinna! Ahi morte! Ahi tomba! Cedano al pianto i detti, amato seno; A te dia pace il Ciel, pace a te Glauco Prega, honorata tomba e sacra terra. 1. Glauco = nome di diversi poeti dell’antichità, nonché di figure mitologiche. 2. Ninfe = nella mitologia greca, semidivinità della natura. 3. Cinzia = epiteti greci di Apollo (Cinzio) e di Artemide (Kynthios e Kynthia), (latino Cynthius e Cynthia), dal monte Cinto (Kynthos), (Delo), luogo della loro nascita. 4. Driade = ninfe delle piante. 5. Napee = ninfe delle valli. 6. Corinna = dal greco Korinna, diminutivo di Kore, "fanciulla" (latino Corinna). Nome di una poetessa greca (V sec. a.C.), anche donna amata e cantata da Ovidio negli Amores. «Lagrime d’Amante al Sepolcro dell’Amata» è il noto ciclo di 1 sei madrigali che Claudio Monteverdi compose su una 2 sestina di Scipione Agnelli , in memoria della giovanissima 3 cantante Caterina Martinelli , risalente probabilmente agli anni trascorsi dal compositore presso la corte di Mantova. Sotto le spoglie del pastore Glauco si cela il duca Vincenzo Gonzaga, mentre la ninfa Corinna da lui pianta cela, appunto, la Martinelli. Probabilmente Monteverdi non adempiva solo il volere del Duca di Mantova, ma anche dedicava un ultimo abbraccio alla moglie, defunta nel 1607 dopo un anno di sofferenze: una fredda lastra di marmo è il cielo di quel seno / che nido fu d'amor e che ora dura tomba e un freddo sasso opprime. La Sestina è un canto doloroso, intimamente sofferente e sentito che muove alla commozione, strutturato sulle “parole-rima” «tomba» - «cielo» - «terra» - «seno» «pianto» - «Glauco». Il testo, complesso e arriccihito dal ritorno, nelle varie strofe, delle “parole-rima”allude alla lapide sepolcrale (Incenerite spoglie, avara tomba [...] Con voi chius’è il mio cor a marmi in seno) fatta apporre dal duca sulla tomba della cantante, nella Chiesa del Carmine, a Mantova, si conclude con la terzina di commiato, di religiosa compostezza, dove ritornano tutte le “parole-rima”, dislocate al centro ed alla fine di ogni verso. 1.Claudio Monteverdi (Cremona, 1567 - Venezia, 1643), il suo lavoro segna il passaggio dalla musica rinascimentale alla musica barocca. 2. Autore di tragedie, favole pastorali, e poesie di argomento sacro. 3.Caterina Martinelli (Roma, 1590 - Mantova, 1608), detta la Romanina. A 13 anni venne chiamata alla corte di Mantova, dove divenne allieva di Monteverdi. Morì di vaiolo mentre si apprestava ad interpretare l’Arianna di Monteverdi. CONSEGNE Impostate il lavoro come se fosse una lezione rivolta a vostri coetanei, suddividendola in diversi step. Es.: 1. parafrasi del testo; 2. analisi della tipologia testuale - sequenza di sestine, endecasillabi, parole-rima, ecc. 3. analisi delle figure retoriche – metafore, anafore, ossimori, ecc. 4. analisi dei principali nodi concettuali – la fragilità della bellezza, la morte ineluttabile, il pianto inconsolabile, il destino avaro, la solitudine dell’Uomo nella Natura e nel cosmo, ecc. 5. mettete in relazione questo testo con la cultura del suo tempo: storia, letteratura, filosofia, arte, musica, ecc., argomentando tali legami con opportuni riferimenti testuali, tratti dai manuali e dai testi studiati, in generale.