IL FATTORE FRAGILITA’ DELL’ OPERATORE SANITARIO NELLA CONCEZIONE DELLA BUONA MORTE E NELLA COMUNICAZIONE COL MORENTE TUTOR Dr. Doriano Novi FACILITATORE Sig.ra Clara Belloni Daniela Bolognesi, Nunzio Borelli, Fabrizia Bulgarelli, Diana Gavioli, Stefano Gennari, Michela Mengoli, Gabriella Molinari, Maria Orlandini, Tiziana Zmboni, Loretta Zerbini DIFFICOLTA’ DEL TUTOR • DIFFICOLTA’ DI ATTENERSI AL TEMA: • LA REALTA’ DEI CASI PIU’ RECENTI E PIU’ PROBLEMATICI URGEVA IN OGNI INTERVENTO. • DIFFICOLTA’ NEL RACCOGLIER GLI INTERVENTI IN UNA PRESENTAZIONE FINALE COL RISCHIO DI MANIPOLAZIONE SOGGETTIVA ERA UNO DI QUEI MEDICI CHE SONO COMPAGNI DI DOLORE DEI LORO PAZIENTI: CHE NON GUARDANO LA MALATTIA DALL’ ALTO, COMBATTENDOLA NELLA CORAZZA DELLA PROPRIA PERSONALE INCOLUMITA’, MA NE PORTANO ESSI STESSI I SEGNI – UN CASO STRANO MANON ISOLATO, COL SUO LATO BUONO E IL SUO LATO CATTIVO. T. MANN LA MONTAGNA INCANTATA • LA CONSIDERAZIONE PIU’ COMUNE EMERSA E’ QUESTA: • IL PAZIENTE SI ASPETTA DA NOI AIUTO, SOSTEGNO E SPERANZA. NON POSSIAMO PERMETTERCI CEDIMENTI ALLA FRAGILITA’ • “HO SEMPRE PENSATO CHE IL PAZIENTE COME ME CONOSCA LA VERITA’ SULLO STATO DELLA SUA MALATTIA, MA PENSO CHE NOI OPERATORI DOBBIAMO ESSERE MEDIATORI DI SPERANZA…” “SUL LAVORO IO DEVO ESSERE PROFESSIONALE, RIESCO A DARMI LE ARMI PER GESTIRE AL MEGLIO LA SITUAZIONE, POI UNA VOLTA “FUORI” MI ACCORGO DI ESSERE FRAGILE, VULNERABILE, COME LO SONO LA MIA FAMIGLIA, I MIEI AMICI…SI E’ FRAGILI DAVANTI AL PENSIERO DELLA MORTE….” • • • IL CONCETTO DI BUONA MORTE E’ LEGATO AL CONCETTO DI BUONA VITA. SI AVVERTE MENO LA FRAGILITA’ NELL’ ACCOMPAGNARE UN PAZIENTE MATURO O ANZIANO CHE SI PENSA ABBIA POTUTO RAGGIUNGERE I SUOI OBIETTIVI. LA FRAGILITA’ EMERGE QUANDO DOBBIAMO CONFRONTARCI CON PERSONE GIOVANI CON LE QUALI CI IDENTIFICHIAMO E NON RIUSCIAMO IN NESSUN MODO A CONCEPIRE LA MORTE… LA FRAGILITA’ SCATTA IN FUNZIONE DEL NOSTRO PASSATO, DEL NOSTRO VISSUTO: NON POSSIAMO ESSERE FRAGILI PERCHE? NON POTREMMO ASSISTERLI. OCCORRE AMMETTERE LA PROPRIA FRAGILITA’ E I PROPRI LIMITI: SOLO A QUESTO PUNTO SI INIZIA A COMUNICARE IN MODO PARITARIO. NON ESCLUDERE MAI LA POSSIBILITA’ DI FARSI SOSTITUIRE DA UN COLLEGA QUANDO CI ACCCORGIAMO DI ESSERE DIVENTATI TROPPO VULNERABILI. LA COMUNICAZIONE PIU’ GIUSTA E’ IL RISULTATO DI UN GIOCO SOTTILE CHE SI SVOLGE NEI COLLOQUI COL SINGOLO PAZIENTE. PARLANDO E FACENDO PARLARE, SCATURISCE LA VERITA’ ACCETTABILE. QUELLA CHE AIUTA E NON DISTRUGGE, QUELLA CHE NON DISPERA, QUELLA PIU’ UTILE AL PAZIENTE STESSO. NON VI E’ UNA REGOLA FISSA OVVIAMENTE MA UNA SENSIBILITA’ E UNA ESPERIENZA DIVERSE. LA COMUNICAZIONE E’ UN’ ARTE, NON UNA TECNICA. SI MUORE UN POCO PER VOLTA E SAREBBE MEGLIO PARLARE DI UNA BUONA VITA, CORTA SE VUOI, PIUTTOSTO CHE DELLA MORTE. L’ OBIETTIVO E’ LO STESSO, MA NON AVREMMO POTUTO PARLARE DI UNA BUONA VITA AD OGNI COSTO!? CI SAREMMO SENTITI UN PO’ PIU’ SUOI PALADINI… L’ INTERESSE PER LA MALATTIA E LA MORTE E’ SEMPRE E SOLTANTO UN’ ALTRA ESPRESSIONE DELL’ INTERESSE PER LA VITA. T. MANN LA MONTAGNA INCANTATA All’ultima sera E quando gli altri neppure sapranno più che tu esisti allora io sarò ad aspettarti. Quando nessuno più ti porterà un fiore che non sia di pietà, e gioia nessuna altri penserà di raccogliere dalle tue mani vuote, allora siederemo a tavola insieme e divideremo quel nulla che ci sarà d’avanzo. David Maria Turoldo Commento unanime di membri del panel: l’incontro tra persone, avvenuto in occasione del corso, ha di fatto cambiato il nostro modo di lavorare, migliorandolo.