Variabile casuale Una Variabile Casuale X è una regola (funzione reale) che associa ad E (evento elementare di S) uno ed un solo numero reale. reale Notazione: X: variabile casuale x: realizzazione di una variabile casuale E1 E2 E3 E6 E5 R E4 S x1 x2 x3 N.B.: la precedente corrispondenza è UNIVOCA. E’ possibile associare una misura di probabilità allo spazio numerico della v.c. utilizzando la misura di probabilità definita sui sottoinsiemi dello spazio campionario S. "Si verifica l'evento E con probabilità P(E)“ ⇓ "La v.c. X assume il valore x con probabilità P(x)" 1 Una v.c. X è una variabile che assume valori nello spazio dei numeri reali secondo una funzione di probabilità P(X). 1 P[X(E)] S E X(E) 0 ℜ Rappresentazione grafica dello schema di costruzione di una v.c. discreta 1 E 1 E 6 E E p3 2 5 E E p2 3 R 4 S x1 x2 x3 p1 0 2 Una Variabile Casuale è nota se è nota la sua distribuzione di probabilità ESEMPI 1. Consideriamo una famiglia con 3 figli E1 E2 E3 E4 E5 E6 E7 E8 Ω = {MMM, MMF, MFM, FMM, MFF, FMF, FFM, FFF} P= 1/8 1/8 1/8 1/8 1/8 1/8 1/8 1/8 Variabile casuale X=“numero dei figli maschi” {E8 } {E5 {E2 ∪ E6 ∪ E7 } ∪ E3 ∪ E 4 } {E1 } X 0 1 2 3 pi 1/8 3/8 3/8 1/8 xi P(xi) 0 0,125 1 0,375 2 0,375 3 0,125 1 3 VARIABILI CASUALI DISCRETE Assumono valori discreti (solitamente sono ottenute come risultato di un conteggio). Per ogni realizzazione xi risulta: pi ≥ 0 ∀i = 1, ,k ∑ pi =1 pi x1 x2 pi = p(xi) = probabilità che X assuma il valore xi x3 xi Momenti della variabile casuale: ∑ xipi 2 Var ( X) = ∑ xi − E ( X) pi E (X) = 4 Esempio: lancio simultaneo di 2 monete. Eventi elementari di Ω: E1=TT E2=TC E3=CT E4=CC Variabile casuale “X=numero di croci” Ei TT TC CT CC xi 0 1 1 2 pi 1/4 1/4 1/4 1/4 Ad ogni xi associamo una probabilità pari alla somma delle probabilità degli eventi corrispondenti. xi pi 0 1/4 1 2/4 2 1/4 Le xi sono le realizzazione della v.c., mentre le pi identificano la distribuzione di probabilità della v.c. in questione 5 VARIABILI CASUALI CONTINUE Ammettono infiniti valori, quindi non è possibile attribuire le singole probabilità ad ogni realizzazione xi. Si associa ad ogni intervallo una funzione f(x) detta funzione di densità di probabilità. N.B.: f(x) NON è la probabilità che X assuma il valore x! f(x) x f(x) è la probabilità che X sia compresa in un intervallo infinitesimale dx intorno ad x. f ( x ) = p ( x − dx ≤ X ≤ x + dx ) Densità di frequenza ↔ Densità di probabilità FUNZIONE DI DENSITÀ DI PROBABILITÀ La funzione di densità f(x) è nulla per quei valori compresi in esterni al campo di definizione intervalli Condizioni necessarie affinché una funzione di densità f(x) sia ben definita (ossia individui una v.c.) sono: f ( x ) ≥ 0 +∞ ∫ f ( x ) dx = 1 −∞ Momenti della variabile casuale: +∞ E (X) = µ = ∫ xf ( x )dx −∞ 2 Var ( X ) = σ2 = E ( x − µ ) 7 FUNZIONE DI RIPARTIZIONE Il passaggio dallo spazio degli eventi allo spazio dei numeri reali R permette di ragionare in termini della relazione di ordine in R. Considerando le realizzazioni della v.c. si può pensare alla probabilità che X assuma valori al massimo uguali ad un x0: ∑ pi v.c. discrete xi ≤ x0 F (x 0 ) = P (X ≤ x 0 ) = x0 ∫ f ( x )dx v.c. continue −∞ Proprietà di F(x): 1) è non decrescente: ∀ x i < x j ⇒ F (x i ) ≤ F (x j ) 2) 0 ≤ F(x) ≤ 1 3) lim F ( x ) = 0 x →−∞ e lim F ( x ) = 1 x →+∞ 8 VARIABILI CASUALI DISCRETE Funzione di (distribuzione di) probabilità pi P (xi ) = P (X = x i ) Funzione di ripartizione F (x 0 ) = P (X ≤ x 0 ) = ∑ x0 x1 x0 x1 xi pi xi ≤ x 0 Proprietà di F(x): 1) è non decrescente: 2) 0 1 ≤ F(x) ≤ 1 3) lim F ( x ) = 0 x →−∞ F(x) e lim F ( x ) = 1 x→+∞ F(x1) F(x0) 9 x ESEMPIO X: “Punteggio ottenuto nel lancio di un dado” Funzione (o distribuzione) di probabilità X P(x) 1 2 3 4 5 6 1/6 1/6 1/6 1/6 1/6 1/6 pi 1/6 1 2 3 4 5 6 xi Funzione di ripartizione F(x) 1 ∑ F ( x0 ) = P ( X ≤ x0 ) = 5/6 p ( xi ) xi ≤ x0 4/6 3/6 F (4) = P (X ≤ 4) = 2/6 1/6 ∑ p ( xi ) = xi ≤ 4 1 2 3 4 5 6 x = 1 6 + 1 6 + 1 6 + 1 6 = 4 6 = 0, 67 VARIABILI CASUALI CONTINUE F ( x1 ) = x1 ∫ F ( x) f(x)dx 1 F ( x1) F ( x0 ) −∞ Proprietà di F(x): 1) è non decrescente: 2) 0 ≤ F(x) ≤ 1 3) lim F ( x ) = 0 x →−∞ e x 0 x1 lim F ( x ) = 1 x x→+∞ x0 F (x 0 ) = ∫ f ( x )d x −∞ ⇔ d dx F(x ) = f(x ) F (x 0 ) = P (X ≤ x 0 ) = x0 ∫ f ( x )dx −∞ x0 11 PROBABILITÀ IN UN INTERVALLO CONTINUO x0 x1 P ( x 0 ≤ X ≤ x1 ) = P ( X ≤ x1 ) − P ( X ≤ x 0 ) = F ( x1 ) − F ( x 0 ) = x1 ∫ f(x)dx x0 x0 P (X > x0 ) = 1 − P (X ≤ x0 ) = 1 − F (x 0 ) = 1 − x0 ∫ −∞ f(x)dx 12 Alcuni schemi teorici per il calcolo della probabilità di fenomeni reali Per attribuire delle probabilità ad una variabile statistica (fenomeno reale) è necessario ricondurla ad uno schema teorico, ossia inquadrare i possibili valori che essa può assumere come possibili risultati di un esperimento casuale, per poi tradurla in una variabile casuale. Alcuni schemi teorici: Schema teorico di riferimento: Esperimento tipo: Modello di v. c.: • 1 prova con risultato dicotomico • Lancio moneta (successo-insuccesso) • Bernoulli • n prove con risultato dicotomico • lancio della moneta n volte (numero di successi in n prove) • Binomiale, Poisson • Equiprobabilità • Lancio del dado • Uniforme • Simmetria intorno alla media • Misura (fenomeni continui) • Normale Se si riesce a risalire ad una variabile casuale nota, ossia di cui si conosce la distribuzione di probabilità, il calcolo delle probabilità per i diversi valori della variabile statistica è immediato. 13 Famiglie di variabili casuali Normale Bernoulli Binomiale Ipergeometrica Geometrica Binomiale Negativa Poisson Uniforme Esponenziale Gamma Chi-quadrato T di Student F di Fisher Cauchy Lognormale Logistica Laplace Beta Pareto Weibull 14