Ortodonzia
L'ortodonzia è la branca dell'odontoiatria che si occupa della prevenzione, diagnosi e terapia delle
anomalie di sviluppo delle ossa mascellari e dei difetti di posizione dei denti al fine di stabilire una
normale occlusione dentaria ed un soddisfacente profilo della faccia (American Association of
Orthodontics).
Si occupa delle malocclusioni per:
- correggere la posizione dei denti;
- migliorare le funzioni dell'apparato stomatognatico;
- correggere i disturbi dell'ATM;
- migliorare l'estetica.
Classificazione
A seconda dello scopo viene classificata in:
- intercettiva: corregge le malocclusioni precocemente, eliminando abitudini viziate ed orientando le
ossa mascellari verso una crescita corretta;
- classica: corregge le malocclusioni non trattate precocemente;
- preprotesica: consiste nel migliorare l'occlusione dentaria, al fine di ottimizzare la riabilitazione
protesica.
A seconda del mezzo terapeutico viene classificata in:
- mobile: apparecchi rimovibili dal paziente. Spesso è la prima parte del trattamento, ad esempio per
allargare o restringere il palato, correggere il morso.
- fissa: apparecchi fissi cementati o incollati sui denti. Ha lo scopo di correggere i rapporti tra i denti
e spesso gli adulti ricorrono a questi trattamenti per migliorare l'estetica.
Malocclusioni
Le cause delle disarmonie cranio-facciali, o malposizioni dentali, possono essere di due tipi:
congenite o acquisite.
Le cause congenite sono presenti già dalla nascita e risultano quindi delle predisposizioni genetiche.
Le cause acquisite insorgono durante i primi mesi, o anni di vita, e possono essere di tre tipi:
patologiche (rappresentate dalla presenza di malattie specifiche), funzionali (rintracciabili in cattive
abitudini come succhiare il dito) e locali (riconducibili alla perdita precoce dei denti senza
trattamento protesico).
Normocclusione
Il fine dell'Ortognatodonzia è la normocclusione: ottenere l'armonia statica e dinamica tra le
strutture basali-neuromuscolari dentali e i tessuti molli.
La malocclusione, o “cattiva occlusione”, non indica solo le anomalie dentali ma anche
disallineamenti o affollamenti dentali che compromettono l'estetica. Se non diagnosticate e corrette
in tempo possono avere ripercussioni sui muscoli dell'apparato odontostomatognatico e, vista la
complessità del sistema muscolare umano, può modificare anche la postura (scoliosi, lordosi, ecc,)
o produrre sintomi patologici (cefalea, dolori cervicali, ecc.)
Classificazione di Angle
Nei primi anni del '900 il Dottor Edward H. Angle propose la classificazione che porta il suo nome.
Lo studio più conosciuto per quanto riguarda lo standard di riferimento delle posizioni si basa sul
fatto che, in una dentatura decidua perfetta, il primo molare superiore erompe a 6 anni in una
posizione definita e stabile, stabilendo così la posizione degli altri denti posteriori, determinando
così la chiave di occlusione.
In base al rapporto che intercorre quindi tra la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore
e il solco mesio-vestibolare del primo molare inferiore, Angle classificò i tipi di occlusione in tre
classi:
I classe normocclusione: la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore articola col solco
mesio-vestibolare del primo molare inferiore.
II classe disto-occlusione: la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore occlude
mesialmente al solco mesio-vestibolare del primo molare inferiore. A seconda della posizionedegli
anteriori è divisa in due sottoclassi, dette divisioni:
II classe – I divisione: si ha una seconda classe a livello posteriore ed un aumento dell'overjet negli
anteriori.
II classe – II divisione: si ha una seconda classe a livello posteriore ed un'assenza di overjet a livello
anteriore.
III classe mesio-occlusione: la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore occlude
distalmente col solco mesio- vestibolare del primo molare inferiore.
L'apparecchio
I componenti di base di una placca ortodontica sono: placca base in resina, ganci di stabilizzazione,
archi vestibolari, molle, viti e ausiliari.
- placca base: in resina autopolimerizzabile e spessore di 2-3 mm, nella zona posteriore deve essere
più corta possibile per non disturbare la funzione e la fonazione. I bordi della placca devono seguire
i colletti dei denti, entrando in contatto per circa 2-2,5 mm con gli elementi dentali.
- ganci ortodontici o di stabilizzazione: permettono all'apparecchio di rimanere stabile e quindi di
poter rilasciare le forze desiderate. Sono divisi in primari (da soli permettono la stabilizzazione),
come il gancio di Adams, e accessori (servono come ritenzione ma da soli non garantiscono la
stabilizzazione).
- archi vestibolari: possono svolgere la funzione di: ritenzione, come componenti attivi allo
spostamento dentale, appoggi per guidare l'eruzione dentale, ausiliari atti a sostenere trazioni
elastiche.
- molle: fili di 0,5-0,9 mm utilizzati per spostare i denti, modellate in varie forme.
- viti ortodontiche: sono il motore dell'apparecchio. Fabbricate in varie forme e dimensioni a
seconda dell'azione terapeutica; possono esercitare movimenti di espansione, contrazione,
distalizzazione, mesializzazione, derotazione e inclinazione. Sono realizzate in acciaio inossidabile
o in lega metallica.