Quaderni acp 2010; 17(5): 206-209 La sedazione procedurale nel 2010: i farmaci Laura Badina, Marta Minute, Egidio Barbi Clinica Pediatrica, IRCCS Burlo Garofolo, Università di Trieste Abstract Procedural sedation 2010: the drugs The demand of diagnostic and therapeutic procedures performed on children outside of the operating room and the intensive care unit has substantially increased in recent years; the availability of non-invasive monitoring, short-acting opioids and sedatives has broadened the possibilities of sedation and analgesia practiced by non anesthesiologists in different settings. Adequate knowledge about drugs and their related problems are unquestionably requested to warrant procedures’ efficacy and safety. This paper describes the drugs that non anesthesiologists have to use during procedural sedation, giving information about their basic characteristics and adverse outcomes. Quaderni acp 2010; 17(5): 206-209 Key words Procedural sedation. Painful procedures. Distress. Pain Le indicazioni alle procedure di tipo diagnostico-terapeutico da eseguire al di fuori della sala operatoria e della terapia intensiva si sono fatte sempre più numerose in anni recenti anche in ambito pediatrico; la disponibilità di attrezzature per il monitoraggio non invasivo e di farmaci oppiacei e sedativi ad azione ultrarapida ha aperto la possibilità ai non anestesisti di praticare la sedazione procedurale in diversi ambiti clinici. Una conoscenza adeguata dei farmaci da utilizzare e delle possibili criticità a essi associate è fondamentale per assicurare efficacia e sicurezza. Questo articolo inquadra i diversi farmaci utilizzati dai non anestesisti nella sedazione, indicandone le caratteristiche fondamentali che non possono essere ignorate e le possibili complicanze associate. Parole chiave Sedazione procedurale. Procedure dolorose. Distress. Dolore In anni recenti le indicazioni alle procedure diagnostico-terapeutiche di tipo invasivo si sono fatte sempre più numerose ed è parallelamente aumentata la consapevolezza che tali procedure richiedano un trattamento di tipo analgesico-ansiolitico, essendo fonti di dolore, ansia e paura per i pazienti, e in particolare per quelli pediatrici. Per alcune procedure, in particolare quelle più invasive quali endoscopie digestive, rachicentesi, aspirati midollari, biopsie di organi interni, è necessario il ricorso alla sedazione profonda, con conservazione della respirazione spontanea, raggiungibile grazie a farmaci sedativi a breve durata d’azione che hanno facilitato l’approccio alle procedure invasive. Attualmente la sedazione profonda può essere raggiunta anche al di fuori della sala operatoria, e nell’ambito stesso del reparto pediatrico, portando a migliorare notevolmente la qualità dell’assistenza, Per corrispondenza: Egidio Barbi e-mail: [email protected] 206 ridurre le liste d’attesa e semplificare l’organizzazione di ripetute procedure invasive. Per rendere ancor più efficiente questo sistema, è stata valutata nel corso degli anni la possibilità di affidare la gestione della sedazione procedurale a non anestesisti, che è stata riconosciuta come valida ed efficace, tanto da essere codificata dalle linee guida di diversi Paesi tra cui Israele, Australia e Germania [1-3]. Resta però fondamentale che chi si occupa di sedazione procedurale, indipendentemente dalla sua specializzazione, offra gli stessi standard di efficacia e soprattutto di sicurezza della sedazione gestita da personale anestesista, garantendo in particolare l’adeguata conoscenza dei farmaci utilizzati in corso di sedazione e la preparazione nella gestione della criticità correlata all’uso dei farmaci stessi. L’armamentario farmaceutico per la sedazione procedurale, che in passato era limitato a un piccolo numero di agenti a lunga durata d’azione (meperidina, morfina, diazepam e cloralio idrato) con limitate vie di somministrazione, attualmente si è ampliato comprendendo un più vasto gruppo di farmaci a breve durata d’azione somministrabili per più vie: topica, transmucosa, orale, intranasale, rettale, intramuscolare, endovenosa e inalatoria [4]. Inoltre la disponibilità di antagonisti delle benzodiazepine (flumazenil) e degli oppioidi (naloxone), con possibilità di evitare efficacemente la depressione respiratoria nel caso una profonda depressione della coscienza venga accidentalmente raggiunta, ha incrementato il profilo di sicurezza della sedazione procedurale [5-6]. Bisogna però ricordare che gli antagonisti hanno una breve emivita, perciò uno stretto monitoraggio continua a essere necessario dopo l’apparente risoluzione dello stato di “sovrasedazione”. Le principali classi di farmaci utilizzati comprendono: i farmaci sedativo-ipnotici quali le benzodiazepine (es. midazolam, diazepam), i barbiturici (es. metoexital, tiopentone sodico) e numerosi altri farmaci appartenenti a una classe farmacologica propria (cloralio idrato, etomiodato, propofol); gli oppiacei (es. fentanil, morfina); gli anestetici dissociativi (es. ketamina) e i gas (protossido d’azoto). Propofol, tiopentone sodico, metoexital ed etomiodato sono classificati anche come sedativi ad azione ultrarapida, per la loro rapida azione e la breve durata (che comunque può essere prolungata mediante l’uso di dosi aggiuntive). I farmaci sedativo-ipnotici non hanno proprietà analgesiche e andrebbero sempre associati a un trattamento analgesico topico (crema anestetica tipo EMLA) o generale (oppioidi, ketamina) in base all’intensità dello stimolo doloroso. Di seguito riportiamo una breve descrizione dei farmaci maggiormente utilizzati per la sedazione procedurale [7]. aggiornamento avanzato Farmaci sedativo-ipnotici Cloralio idrato Il cloralio fa parte dei farmaci sedativi maggiormente usati in passato. Somministrabile per os e per via rettale, ha un profilo di sicurezza ben determinato ma, come tutti i sedativi, non è esente da effetti collaterali quali bradicardia e depressione respiratoria severa [8-9]. Sono infatti segnalati incidenti gravi (danni neurologici, decessi) per uso del cloralio al di fuori dell’ambito ospedaliero, in assenza di adeguato monitoraggio del paziente o in associazione ad altri farmaci [10]. Da usare con cautela nei bambini asmatici, può inoltre irritare la mucosa gastrica quando somministrato per os. Altri effetti collaterali descritti sono atassia, cefalea, eccitazione paradossa, confusione, aritmie, ipotensione, vomito ed epatopatia. Un altro svantaggio di questo farmaco è il periodo di latenza (circa 30 minuti prima di esplicare l’effetto sedativo, con variabilità interindividuale compresa fra i 30 minuti e alcune ore) [11]. Il cloralio non ha proprietà analgesiche e il suo uso è praticamente ristretto alla diagnostica per immagini, in particolare nei bambini di età inferiore ai 3 anni (al di sopra di questa età la percentuale di fallimento della sedazione supera il 10%). Il farmaco è disponibile in preparazione galenica al 10 o 20% (rispettivamente 100 e 200 mg/ml) e il dosaggio è molto variabile data l’ampia finestra terapeutica (da 25 a 100 mg/kg); la dose standard è di 25-50 mg/kg. A dosi superiori (75-100 mg/kg) l’efficacia aumenta, ma parallelamente cresce il rischio di effetti collaterali. In caso di inefficacia è possibile associarlo a una benzodiazepina (e.g. midazolam) che avrà azione sinergica e andrà somministrata a dosaggi inizialmente ridotti rispetto all’uso dello stesso farmaco in monoterapia. Nella somministrazione rettale le natiche del bambino vanno tenute strette per i 5 minuti successivi alla somministrazione, in maniera da facilitare la ritenzione e l’assorbimento del farmaco. In caso di scarica o vomito si consiglia la ripetizione empirica di metà della dose precedentemente somministrata. Midazolam Si tratta di una benzodiazepina idrosolubile largamente utilizzata in sedazione Quaderni acp 2010; 17(5) procedurale per le sue proprietà ansiolitiche e ipnotiche a cui si aggiunge un effetto ulteriore di amnesia anterograda. L’idrosolubilità ne permette una grande versatilità di somministrazione con possibilità di trattamento per via nasale (è anche disponibile un dispositivo “MAD” che permette la diffusione con atomizzazione del principio attivo), orale (assorbimento sublinguale o dopo ingestione), rettale, intramuscolare ed endovenosa [12]. L’onset di azione è di pochi minuti, paragonabile a quella endovenosa, per la via nasale e sublinguale; di 10-20 minuti per via intramuscolare o rettale; di 15-30 minuti per la via orale. L’emivita è breve, con raggiungimento del picco d’azione in una ventina di minuti. Ai dosaggi consigliati e in monoterapia non richiede digiuno, raggiungendo un effetto ipnotico “completo” ma comunque di breve durata nel 60% circa dei pazienti. I bambini che rimangono vigili manifestano comunque una minore agitazione e combattività. Come unico sedativo (in associazione ad analgesia locale) trova ampia indicazione per le procedure dolorose minori come l’incannulamento venoso difficoltoso, la sutura e la biopsia cutanea, mentre è insufficiente per garantire la sedazione profonda nelle procedure dolorose maggiori o che richiedono immobilità sostanziale (endoscopia, biopsia ossea, aspirato midollare, rachicentesi). Gli effetti collaterali sono rappresentati principalmente dalla depressione del respiro (dipendente da dose, velocità di infusione ed eventuale concomitante somministrazione di altri farmaci sedativi), ma anche da atassia, allucinazioni, nausea, vomito, diplopia, dolore da iniezione in sede intramuscolare. In una percentuale molto variabile di bambini (1-15%) può presentarsi un effetto paradosso con successiva agitazione psicomotoria, disforia, pianto inconsolabile. Il midazolam ha il vantaggio di avere un antagonista specifico, il flumazenil, somministrabile alla dose di 0,01-0,02 mg/kg/dose ripetibile ogni minuto fino alla dose massima di 1 mg. Gli effetti collaterali descritti per il flumazenil sono: nausea, vomito, vampate di calore, raramente convulsioni (quasi esclusivamente in soggetti epilettici dipendenti dalle benzodiazepine) e reazioni da ipersensibilità (inclusa anafilassi). Propofol Ipnotico molto potente ad azione ultrarapida (inizia ad agire in 40 secondi circa dall’iniezione endovenosa con cessazione dell’effetto in una decina di minuti dalla fine della somministrazione), agisce potenziando la trasmissione inibitoria GABAergica a livello del sistema nervoso centrale. Quando infuso rapidamente, provoca depressione respiratoria con apnea e arresto respiratorio, mentre se somministrato lentamente (orientativamente 1-2 mg/kg in 2-3 minuti nel bambino sopra l’anno, 0,5-1 mg/kg nel lattante) permette di mantenere la respirazione spontanea e lo stato di sedazione viene assicurato per tutto il tempo necessario alla procedura con successivi boli di 0,5 mg/kg (oppure utilizzando l’infusione continua, controindicata sotto i 3 anni per il rischio associato di propofol infusion syndrome, caratterizzata da acidosi metabolica, iperlipemia, iperkaliemia e arresto cardiaco) [13]. Sebbene la scheda tecnica lo consideri utilizzabile solo da parte di anestesisti, la letteratura è ricchissima di esperienze di sedazione procedurale con tale farmaco sia nell’adulto che nel bambino, gestite da diverse figure sanitarie (non solo medici, ma anche infermieri) [14-17]. Ha proprietà antiemetiche, con buona qualità del sonno e del risveglio, per cui è particolarmente vantaggioso per i bambini che necessitano di procedure ripetute [18]. I possibili effetti collaterali sono: depressione respiratoria (generalmente associata a infusione rapida o sovradosaggio), bruciore nell’infusione (l’infusione in una vena di grosso calibro è di regola sufficiente per evitare tale effetto, in alternativa la diluzione con acqua o lidocaina o la premedicazione con una piccola dose di ketamina sono interventi descritti come efficaci), ipotensione (frequente ma di regola clinicamente irrilevante salvo che in pazienti emodinamicamente già compromessi in cui andrà usato con molta cautela), clonie (discretamente frequenti, ma clinicamente non rilevanti), alterazioni del ritmo cardiaco. Da evitare prudenzialmente negli allergici all’uovo e alla soia, poiché il propofol è emulsionato in una sospensione di lecitina di soia [19]. 207 a, - aggiornamento avanzato Ketamina La ketamina è capace d’indurre uno stato di “dissociazione corticale” caratterizzato da una profonda analgesia, sedazione, amnesia e immobilità, rapidamente raggiungibile con la somministrazione intramuscolare o endovenosa. L’effetto dissociativo compare una volta superato il livello soglia (approssimativamente calcolato in 1-1,5 mg/kg ev o 4-5 mg/kg im) che deve essere mantenuto per tutta la durata della procedura. Rispetto agli altri farmaci utilizzati in corso di sedazione procedurale ha la peculiarità di conservare la stabilità cardiopolmonare, avendo proprietà simpaticomimetiche con conseguente effetto inotropo positivo (aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca) e broncodilatazione. Tali caratteristiche la rendono particolarmente indicata in caso di rischio ipotensivo (paziente settico, emodinamicamente compromesso, ustionato, in stato di male asmatico). La depressione respiratoria è estremamente rara, sebbene l’infusione endovenosa troppo rapida possa provocare un irrigidimento della gabbia toracica con apnea iniziale. Gli effetti collaterali sono rappresentati dal vomito post-sedazione, nistagmo orizzontale (effetto frequente, per cui è bene preavvisare i genitori), vissuto onirico sgradevole (sogni vividi, allucinazioni, per dosi superiori a 0,5 mg/kg e comunque decisamente meno frequenti nel bambino rispetto all’adulto), scialorrea (poco utile in ogni caso la premedicazione con atropina), ipertensione, tachicardia. Considerata in passato controindicata in caso di ipertensione endocranica, recenti segnalazioni la ritengono sicura anche in questo ambito (il ripristino di adeguata perfusione cerebrale sarebbe il primum movens per ridurre la vasodilatazione cerebrale e di conseguenza la pressione endocranica), mentre rimane controindicata in caso di glaucoma [20]. Alcuni Autori segnalano un aumentato rischio di laringospasmo dell’ordine del 3% circa, in particolare in caso di somministrazione intramuscolare, mentre non sembrano correlati altri fattori quali l’associazione con l’atropina e/o le benzodiazepine o l’esecuzione di procedure sulle prime vie aeree [21]. L’iniezione endovenosa va eseguita lentamente (1-2 minuti) con comparsa di 208 Quaderni acp 2010; 17(5) anestesia entro 30 secondi. La somministrazione intramuscolo può essere utile in situazioni particolari, per esempio per reperire un accesso venoso difficile in bambini in cui il ricorso al midazolam nasale o orale abbia fallito o si sia complicato con una reazione paradossa. L’effetto intramuscolo si ottiene rapidamente, nell’arco di 5-7 minuti, con anestesia di buon livello che dura una ventina di minuti. Una recente autorevole review sulla sedazione procedurale in Pronto Soccorso la indica come sicura con sole 3 ore di digiuno a dosaggi ev non superiori ai 2 mg/kg, considerandola di prima scelta per le procedure di sedazione in emergenza, quando il digiuno non può essere garantito [22]. Non tutti gli Autori sono però d’accordo nel giudicare il profilo di sicurezza della ketamina con un periodo di digiuno così breve [23]. Fentanil Oppioide forte che, in virtù della sua liposolubilità, presenta un assorbimento decisamente più rapido degli oppioidi idrosolubili e può essere somministrato per via endovenosa, nasale, sublinguale e transdermica (per tale via, sconsigliata nei bambini dal prontuario AIFA, limitatamente al trattamento del dolore cronico). L’inizio d’azione è rapido con picco a 3-5 minuti e durata d’azione di 30-50 minuti. Farmaco a breve durata d’azione, molto popolare in terapia intensiva (neonatale e pediatrica); per il trattamento del dolore procedurale viene solitamente utilizzato per via endovenosa al dosaggio di 1-2 mcg/kg, meglio se in associazione a un farmaco sedativo tipo il midazolam, in quanto privo di proprietà ansiolitica e amnesica. La dose giusta è quella dose che provvede a un soddisfacente controllo del dolore: non esiste un dosaggio oltre il quale l’efficacia analgesica non è più incrementabile. Il fattore limitante è dato solo dalla comparsa degli effetti collaterali, che sono rappresentati da prurito nasale, nausea, vomito (sebbene meno frequenti rispetto agli altri oppiacei) e depressione respiratoria. Molto rari, ma possibili, l’ipotensione (soprattutto in associazione ad altri farmaci a effetto ipotensivo o in caso di ipovolemia) e la rigidità della parete toracica (in genere solo ad alti dosaggi, superiori ai 5 mcg/kg). Il naloxone rappresenta l’antagonista specifico. Protossido d’azoto Anestetico inalatorio somministrato sot to forma di miscela gassosa contenente tra il 30 e il 70% di NO in associazione con ossigeno. È somministrabile con apposito dispositivo (fisso o portatile) che può essere gestito direttamente dal paziente, anche se questo è ovviamente impossibile per quel che riguarda i bambini, soprattutto se già agitati. Viene frequentemente utilizzato in Francia per brevi sedazioni procedurali ed è considerato molto sicuro ed efficace per procedure dolorose minime (incannulamento venoso, breve sutura). Il suo profilo di sicurezza è ottimo per quel che riguarda la stabilità cardiopolmonare, ma per garantire l’esecuzione di procedure dolorose maggiori (per esempio procedure in ambito oncologico quali rachicentesi o aspirati midollari) viene pressoché sempre utilizzato in associazione a farmaci endovenosi (generalmente un oppioide) [24]. Gli effetti collaterali sono modesti e comprendono nausea, vertigini, cambiamenti del tono di voce, euforia e risata incontrollata. In passato è stato segnalato un potenziale, ma controverso rischio di teratogenicità, per cui la legislazione italiana prevede ancora dispositivi ambientali di smaltimento del gas che limitano molto l’utilizzo degli apparecchi portatili [25]. u Bibliografia [1] Australian and New Zealand College of Anaesthetists (ANZCA), Gastroentereologycal Society of Australia (GESA) and Royal Australasian College of Surgeons. Document PS9 2008-Guidelines on Sedation and(or Analgesia for Diagnostic and Interventional Medical or Surgical Procedures. http://www.anzca.edu.au/resources/professionaldocuments/ps9.html. [2] Israel Ministry of Health. Pediatric sedation by non-anesthesiologists: policy statement 35/2003. http://www.health.gov.il/download/forms/a1353_ mr35_03.pdf. [3] Riphaus A, Wehrmann T, Weber B, et al. S3 Guideline: sedation for gastrointestinal endoscopy 2008. Endoscopy 2009;41:787-815. [4] Krauss B, Zurakowski D. 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Peratoner, Trieste) Il neuroimaging nelle anomalie EEG (G. Gobbi, Bologna) Liber scriptus (C. Panza, Parma) ore 11,10 Sessioni parallele In laboratorio (A. Burlina, Padova) Dall’immagine ecografica alla diagnosi (L. Peratoner, Trieste) I disturbi parossistici non epilettici (G. Gobbi, Bologna) Pubertà anticipata, malattia tiroidea, ipostaturalismo (M. Pocecco, Cesena) ore 15 LE RACCOMANDAZIONI DELLO SPECIALISTA: COSE DA FARE, COSE DA EVITARE (Moderano: E. Barbi, P. Villani) Il pediatra “algologo” (E. Barbi, Trieste) Il pediatra nutrizionista: chi mangia troppo (M. Iaia, Cesena) … e chi muore di fame (L. Peratoner, Trieste) Il pediatra dermatologo (M. Cutrone, Mestre) Bronchi e terme: indicazioni e controindicazioni (M. Pizzi, Tabiano) ore 18,30 Sessioni parallele Il dolore in chi non ha voce (E. Barbi, Trieste) Il rischio obesità in età prescolare (M. Iaia, Cesena) I casi clinici dermatologici pratici (M. Cutrone, Mestre) ore 20 CENA con intrattenimento musicale di “V. Canepa & M. Zecca” Sabato 19 febbraio ore 09 OCCHI BENE APERTI (Moderano: P. Siani, L. Peratoner) Fluoro (R. Buzzetti, Rimini) PPI: quando sì e quando no (E. Valletta, Forlì) Midazolam (E. Barbi, Trieste) La tosse e ambiente (G. Toffol, Asolo) ore 11,30 FIN DA PICCOLI Gli interventi precoci: ragioni e vantaggi (G.C. Biasini, Cesena) Le guide anticipatorie: aiutare i genitori a essere esperti dei bambini (S. Manetti, Piano di Sorrento) ore 12,30 Compilazione del questionario (C. Panza, Parma) ore 12,45 Chiusura dei lavori Sede: Centro congressi “Grand Hotel Terme Astro” Via Al Castello, 2 – Tabiano Bagni (PR) Segreteria organizzativa e prenotazioni: Terme di Salsomaggiore e Tabiano Tel. 0524 565523 - Fax 0524 565497 info@grandhoteltermeastro 209