MASSIMI E MINIMI VINCOLATI Esercizi risolti 1. Determinare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = xy sulla circonferenza unitaria x2 + y 2 = 1. 2. Determinare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 + 3y con il vincolo 2 x2 + y9 = 1. 4 3. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = xy con il vincolo |x| + |y| = 1. 4. Trovare i punti a minima e massima distanza dall’origine della circonferenza di equazione (x − 2)2 + (y − 1)2 = 1. 5. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 y lungo la curva x4 + y 4 = 1. 6. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = |x| + |y| sulla curva x2 + y 2 = 1. p 7. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = 2x2 − xy + y 2 lungo la retta x + y = 8. 8. Sia y = f (x) l’equazione di una curva regolare e sia P = (a, b) un punto non appartenente ad essa. Detto Q = (x, f (x)) un punto variabile sulla curva, dimostrare che la retta P Q è perpendicolare alla curva se e solo se la distanza P Q è minima o massima. 9. Determinare il punto Q sulla retta y = mx + q alla minima distanza dal punto P = (a, b). Dimostrare poi che la distanza di P dalla retta, cioè la distanza P Q, è d = PQ = |ma + q − b| √ . 1 + m2 10. Trovare i punti a minima e massima distanza dall’origine della curva di equazione x2 − xy + y 2 = 1. 11. Determinare il minimo di f (x, y) = x2 + y 2 con il vincolo (x − 1)3 − y 2 = 0. 12. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = −x log x−y log y con il vincolo x + y = 1. 13. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = x + y con il vincolo xy = 1, x > 0, y > 0. 14. Tra tutti i rettangoli inscritti nell’ellisse di equazione perimetro massimo. x2 a2 + y2 b2 = 1 trovare quello di 15. Tra tutte le ellissi di semiassi x, y tali che x2 +y 2 = 5 trovare quella di area massima. 16. Tra tutti i cilindri inscritti nella sfera di raggio R trovare quello di volume massimo. 1 17. Tra tutti i cilindri (circolari retti) di superficie totale S fissata (incluse le due facce circolari) trovare quello di volume massimo. 18. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = xy + xz + yz sulla sfera x2 + y 2 + z 2 = 1. 19. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = (x + y + z)2 con il vincolo x2 + 2y 2 + 3z 2 = 1. 20. Tra tutti i parallelepipedi (rettangoli) di volume assegnato V determinare quello di superficie minima. 21. Trovare i punti a minima e massima distanza dall’origine dell’ellisse ottenuto 2 2 tagliando l’ellissoide x4 + y4 + z 2 = 1 con il piano x + y + z = 1. 22. Tra tutti i triangoli di perimetro assegnato 2p trovare quello di area massima. 23. a) Trovare il minimo della funzione f (x1 , x2 , . . . , xn ) = x1 + x2 + · · · + xn con il vincolo x1 · x2 · · · xn = k (k fissato > 0) e xj > 0 ∀j. b) Dedurre la seguente disuguaglianza tra media geometrica e aritmetica: dati n numeri positivi x1 , x2 , . . . , xn vale √ x1 + x2 + · · · + xn n x1 x2 · · · xn ≤ n con uguaglianza se e solo se x1 = x2 = · · · = xn . 24. Calcolare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = |x| + |y| sull’insieme A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1}. (Si ricordi l’es. 6.) 25. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = ex 2 −y 2 sugli insiemi a) A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1}; b) B = {(x, y) ∈ R2 : |x| ≤ 1, |y| ≤ 1}. 26. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 y + xy 2 − xy nel triangolo T = {(x, y) ∈ R2 : x + y ≤ 1, x ≥ 0, y ≥ 0}. 27. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 + y 2 − 3y + xy nel cerchio A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 9}. Esercizi di approfondimento 28. Consideriamo il problema di ottimizzare la funzione f (x, y, z) = xy + xz + yz 2 2 2 sull’ellissoide g(x, y, z) = xa2 + yb2 + zc2 − 1 = 0. (Si veda l’es. 18 dei risolti per il caso a = b = c e l’es. 12 dei proposti per il caso a = b 6= c.) Dimostrare che il minimo m = min f |g=0 e il massimo M = max f |g=0 sono soluzioni dell’equazione di terzo grado p(λ) = 4λ3 − a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 λ − a2 b2 c2 = 0 2 e dedurre che m = min{λ : p(λ) = 0}, M = max{λ : p(λ) = 0}, procedendo come segue: a) scrivere il sistema ∇(f − λg)(x, y, z) = 0 come un sistema lineare omogeneo 3 × 3 nelle variabili (x, y, z), e dimostrare che il determinante della matrice A(λ) del sistema vale − a2 b22 c2 p(λ). Dedurre che il sistema ha soluzioni non identicamente nulle (x, y, z) 6= (0, 0, 0) se e solo se p(λ) = 0. b) Moltiplicando la prima equazione per x, la seconda per y, la terza per z e sommandole, dimostrare che se (x, y, z, λ) risolve il sistema ( ∇(f − λg)(x, y, z) = 0 (1) g(x, y, z) = 0 allora λ = f (x, y, z), cioè il moltiplicatore di Lagrange coincide con il valore di f nel punto (x, y, z). c) Dimostrare che il polinomio p(λ) ha sempre 3 radici reali e distinte λ1 < λ2 < 0 < λ3 escluso il caso a = b = c in cui λ1 = λ2 < 0 < λ3 (vedi anche es. seguente). A tal fine si studi la funzione p(λ), si verifichi che ha un massimo per un certo valore λ− < 0, e si dimostri che p(λ− ) ≥ 0 utilizzando la disuguaglianza stabilita nell’esercizio 23 con n = 3 e x1 = a2 b2 , x2 = a2 c2 , x3 = b2 c2 . d) Dai punti a), b) e c) dedurre che m = λ1 , M = λ3 . 29. Nell’esercizio precedente sia a = b = c. Verificare che 2 a) λ1 = λ2 = − a2 , λ3 = a2 ; b) per λ = λ3 la soluzione del sistema (1) è v3 = ( √a3 , √a3 , √a3 ) (unica a meno del segno), mentre per λ = λ1 ogni vettore v = (x, y, z) di norma a e tale che x+y +z = 0 è soluzione, per esempio ogni combinazione lineare dei vettori v1 = ( √a2 , − √a2 , 0), v2 = ( √a6 , √a6 , − √2a6 ). Si confronti il risultato con l’es. 18 dei risolti. 2 30. Nell’esercizio 28 sia a = b 6= c. Verificare che le radici di p(λ) sono − a2 , e dedurre che ( √ 2 a2 + a a2 + 8c2 − a2 √ se a > c M= , m= a2 −a a2 +8c2 4 se a < c. 4 √ a2 ±a a2 +8c2 , 4 Confrontare il risultato con l’es. 12 dei proposti. 31. Vogliamo usare i moltiplicatori di Lagrange per dimostrare il teorema sulla diagonalizzazione delle matrici simmetriche: sia A una matrice simmetrica reale n × n; allora esiste una base ortonormale di Rn costituita di autovettori di A. Consideriamo la forma quadratica associata ad A, cioè la funzione f : Rn → R, P f (x) = hx, Axi = Aij xi xj , e consideriamo il problema di ottimizzare f sulla sfera unitaria S n−1 = {x ∈ Rn : kxk2 = 1}, cioè con il vincolo g(x) = kxk2 − 1 = 0. 3 La funzione f è continua e la restrizione f |S n−1 ammette massimo e minimo per il teorema di Weierstrass (S n−1 è un sottoinsieme chiuso e limitato di Rn ). a) Sia λ1 = max f |S n−1 e sia v1 ∈ S n−1 un punto di massimo, λ1 = f (v1 ). Dimostrare che Av1 = λ1 v1 , cioè v1 è autovettore di A con autovalore λ1 . (Si dimostrino le formule ∇g(x) = 2x, ∇f (x) = 2Ax.) b) Si ottimizzi ora la funzione f sull’insieme S n−2 = {x ∈ S n−1 : hx, v1 i = 0}, cioè con i due vincoli g(x) = 0 e h(x) = hx, v1 i = 0. Di nuovo f |S n−2 deve avere massimo e minimo. Posto λ2 = max f |S n−2 e detto v2 ∈ S n−2 un punto di massimo, λ2 = f (v2 ), si dimostri che Av2 = λ2 v2 facendo vedere che se (x, λ, µ) soddisfa il sistema ( ∇(f − λg − µh)(x) = 0 g(x) = 0, h(x) = 0 allora µ = 0, Ax = λx e λ = f (x), cioè il primo moltiplicatore di Lagrange è autovalore di A con autovettore x e coincide con f (x), mentre il secondo moltiplicatore è zero. c) Procedendo in modo analogo con l’insieme S n−3 = {x ∈ S n−1 : hx, x1 i = 0, hx, x2 i = 0}, si ottenga Av3 = λ3 v3 , dove λ3 = max f |S n−3 = f (v3 ). d) Iterando il procedimento concludere che si ottengono n vettori v1 , v2 , . . . , vn ortogonali tra loro e di norma 1, cioè una base ortonormale di Rn , tali che Avk = λk vk , dove λk = max f |S n−k = f (vk ), con λ1 ≥ λ2 ≥ · · · ≥ λn . Dedurre infine che il massimo di f sulla sfera S n−1 è il più grande autovalore di A, il minimo di f su S n−1 è il più piccolo autovalore di A, e i punti di massimo e di minimo sono i corrispondenti autovettori (normalizzati). 32. Rivedere l’esercizio risolti scrivendo f come la forma quadratica associata 18 dei 1 1 0 2 2 alla matrice A = 12 0 12 e applicando i risultati dell’esercizio precedente. 1 1 0 2 2 33. (Generalizzazione dell’esercizio 28). Sia A una matrice simmetrica reale n × n e P sia f (x) = hx, Axi = Aij xi xj la forma quadratica associata. Consideriamo il problema di ottimizzare f sull’ellissoide E n−1 = {x ∈ Rn : cioè con il vincolo g(x) = P x2j a2j x21 a21 + x22 a22 + ··· + x2n a2n = 1}, −1 = 0, dove a1 , a2 , . . . , an sono n numeri positivi as- segnati (i semiassi dell’ellissoide). Sia B la matrice diagonale B = diag(a1 , a2 , . . . , an ). 4 a) Dimostrare che se (x, λ) risolve il sistema ( ∇(f − λg)(x) = 0 g(x) = 0 allora B 2 Ax = λx, cioè λ è autovalore di B 2 A con autovettore x, e inoltre λ = f (x). b) Dimostrare che la matrice B 2 A (in generale non simmetrica) ha gli stessi autovalori della matrice simmetrica à = BAB e che y è autovettore di à con autovalore λ se e solo se x = By è autovettore di B 2 A con autovalore λ. c) PostoPx = By cioè xj = aj yj , verificare che g(x) = 0 se e solo se g̃(y) = 0, dove g̃(y) = yj2 − 1, e che f (x) = hx, Axi = hy, Ãyi. Dedurre che ( ∇(f − λg)(x) = 0 g(x) = 0 se e solo se ( ∇(f˜ − λg̃)(y) = 0 g̃(y) = 0, cioè ottimizzare f sull’ellissoide E n−1 equivale a ottimizzare la forma quadratica f˜(y) = hy, Ãyi associata alla matrice à sulla sfera unitaria S n−1 . Applicando i risultati dell’esercizio 31, concludere che M = max f |E n−1 = max f˜|S n−1 e m = min f |E n−1 = min f˜|S n−1 coincidono rispettivamente con il massimo e il minimo autovalore di Ã. 34. Risolvere l’esercizio 12 dei proposti applicando i risultati dell’esercizio precedente. 35. Risolvere l’esercizio 19 dei risolti applicando i risultati dell’esercizio 33. 36. Riottenere i risultati dell’esercizio 28 dei risolti applicando i risultati dell’esercizio 33. 37. Sia P3 A una matrice simmetrica reale 3 × 3 definita positiva. Sia g(x) = hx, Axi = i,j=1 Aij xi xj la forma quadratica associata ad A e consideriamo l’ellissoide centrato nell’origine di equazione g(x) = 1. Dimostrare che il semiasse minore (risp. √ √ maggiore) dell’ellissoide è 1/ µ3 (risp. 1/ µ1 ), dove 0 < µ1 ≤ µ2 ≤ µ3 sono gli autovalori di A. (Si ottimizzi la funzione f (x) = kxk2 con il vincolo g(x) = 1.) 5 SOLUZIONI 1. Determinare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = xy sulla circonferenza unitaria x2 + y 2 = 1. 1o metodo. Applichiamo il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, impostando il sistema ( ∇(f − λg)(x, y) = 0 (2) g(x, y) = 0 dove il vincolo è dato da g(x, y) = x2 + y 2 − 1 = 0. Otteniamo y = 2λx x = 2λy 2 x + y 2 = 1. Sostituendo la prima equazione nella seconda si ha x = 4λ2 x, cioè x(1 − 4λ2 ) = 0. Non può essere x = 0 perchè altrimenti anche y = 0 mentre (x, y) 6= (0, 0) per il vincolo. Ne deduciamo che λ = ± 21 , da cui y = ±x. Sostituendo nel vincolo si ottiene 2x2 = 1, da cui x = ± √12 . Otteniamo cosı̀ i 4 punti critici vincolati P1 = ( √12 , √12 ), P2 = ( √12 , − √12 ), P3 = (− √12 , √12 ), P4 = (− √12 , − √12 ). Poichè f è continua su S 1 = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 = 1}, che è un sottoinsieme chiuso e limitato di R2 , f |S 1 deve ammettere massimo e minimo e i punti di estremo vincolato vanno ricercati tra i punti Pj (1 ≤ j ≤ 4). Essendo f (P1 ) = f (P4 ) = 21 , f (P3 ) = f (P2 ) = − 12 , otteniamo m = min f |S 1 = − 21 , M = max f |S 1 = 21 . 2o metodo. Possiamo parametrizzare il vincolo ponendo ( x = cos t y = sin t e studiare la funzione di una variabile h(t) = f (cos t, sin t) = cos t sin t = 12 sin 2t sull’intervallo [0, 2π]. Disegnando il grafico di h è immediato verificare che h è massima per t = π4 , 54 π, minima per t = 34 π, 74 π, e si riottiene m = − 12 , M = 21 . Infine ricordiamo che se (x0 , y0 ) è un punto di estremo (massimo o minimo) per f (x, y) vincolato a g(x, y) = 0 con ∇f (x0 , y0 ) 6= 0, ∇g(x0 , y0 ) 6= 0, allora la curva di livello che passa per (x0 , y0 ), cioè f (x, y) = k0 con k0 = f (x0 , y0 ), è tangente alla curva del vincolo g(x, y) = 0 nel punto (x0 , y0 ). Nel nostro caso le curve di livello f (x, y) = xy = k sono iperboli equilatere con assi uguali agli coordinati, mentre il vincolo è la circonferenza unitaria. Le iperboli f (x, y) = ± 21 sono tangenti alla circonferenza nei punti P1 , P2 , P3 , P4 . 6 2. Determinare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 + 3y con il vincolo x2 /4 + y 2 /9 = 1. 1o metodo. Con i moltiplicatori di Lagrange, scriviamo il sistema (2) con g(x, y) = x2 /4 + y 2 /9 − 1: λ 2x = 2 x 3 = 92 λy x2 y 2 + 9 = 1. 4 Dalla prima equazione otteniamo 12 x(λ − 4) = 0. Se λ = 4 dalla seconda equazione 2 si ha y = 27 che è impossibile in quanto (27/8) > 1, in contrasto con il vincolo. 8 9 Se x = 0 dalla terza equazione otteniamo y = ±3 da cui λ = ± 92 , e i 2 punti critici vincolati P1 = (0, 3), P2 = (0, −3). Essendo f (P1 ) = 9, f (P2 ) = −9, si ha m = min f |g=0 = −9, M = max f |g=0 = 9. 2o metodo. Parametrizzando il vincolo con ( x = 2 cos t y = 3 sin t otteniamo la funzione di una variabile h(t) = f (2 cos t, 3 sin t) = 4 cos2 t + 9 sin t = 12 sin 2t da studiare nell’intervallo [0, 2π]. Uguagliando a zero la derivata prima h0 (t) = −8 cos t sin t + 9 cos t = cos t(9 − 8 sin t) otteniamo sin t = 9/8, che è impossibile, oppure cos t = 0, da cui t = π2 , 32 π. Non c’è bisogno di verificare se questi punti stazionari sono punti di minimo o di massimo. È sufficiente calcolare h( π2 ), h( 23 π), e confrontarli con i valori agli estremi h(0), h(2π). (Infatti h è continua in [0, 2π], quindi assume massimo e minimo in tale intervallo; essendo derivabile, h assume il massimo e il minimo nei punti critici interni o agli estremi.) Essendo h(0) = h(2π) = 4, h( π2 ) = 9, h( 23 π) = −9, riotteniamo il risultato precedente. 3. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = xy con il vincolo |x| + |y| = 1. √ Il vincolo g(x, y) = |x| + |y| − 1 = 0 rappresenta il quadrato di lato 2 con diagonali lungo gli assi coordinati. I punti (1, 0), (0, 1), (−1, 0), (0, −1) sono punti non regolari per il vincolo in quanto la funzione g(x, y) non è derivabile parzialmente in tali punti. Ad esempio nel punto (1, 0) si ha lim± h→0 g(1, h) − g(1, 0) 1 + |h| − 1 = lim± = ±1, h→0 h h e dunque non esiste la derivata parziale ∂y g(1, 0). In tali punti f vale 0. (Si verifica facilmente, anche se non è richiesto, che tali punti non sono punti di massimo o 7 minimo vincolato per f (x, y) = xy; ad esempio avvicinandosi al punto (0, 1) lungo il vincolo si vede che f > 0 se x → 0+ e f < 0 se x → 0− .) Sui lati del quadrato possiamo procedere con i moltiplicatori. Ad esempio nel primo quadrante x > 0, y > 0, otteniamo il sistema y = λ x=λ x + y = 1, da cui y = x, 2x = 1, x = y = 21 = λ e il punto critico P1 = ( 21 , 21 ). Analogamente negli altri quadranti otteniamo i punti critici P2 = (− 12 , 12 ), P3 = (− 12 , − 21 ), P4 = ( 21 , − 12 ). Essendo f (P1 ) = f (P3 ) = 41 , f (P2 ) = f (P4 ) = − 41 , otteniamo m = min f |g=0 = − 41 , M = max f |g=0 = 14 . Osserviamo infine che nei punti P1 , P2 , P3 , P4 le curve di livello f (x, y) = f (Pj ), cioè le iperboli xy = ± 41 , sono tangenti al vincolo, cioè ai lati del quadrato. 4. Trovare i punti a minima e massima distanza dall’origine della circonferenza di equazione (x − 2)2 + (y − 1)2 − 1 = 0. Disegnando la circonferenza g(x, y) = (x − 2)2 + (y − 1)2 − 1 = 0 si vede facilmente che i punti cercati P1 , P2 si ottengono intersecando la circonferenza con la retta y = x/2, che congiunge l’origine con il centro C = (2, 1) ed è perpendicolare alla circonferenza in tali punti. Si ottiene P1 = (2 − √25 , 1 − √15 ), P2 = (2 + √25 , 1 + √15 ). Con i moltiplicatori si tratta di ottimizzare la funzione distanza dall’origine, o il suo quadrato f (x, y) = x2 + y 2 , sul vincolo g(x, y) = 0. Si ottiene il sistema 2x = 2λ(x − 2) 2y = 2λ(y − 1) (x − 2)2 + (y − 1)2 = 1. Deve essere (x, y) 6= (2, 1). Ricavando allora λ dalla prima e dalla seconda equazione e uguagliando si ha x y = =⇒ (y − 1)x = (x − 2)y =⇒ x = 2y, x−2 y−1 e sostituendo nel vincolo si riottiene il risultato precedente. Notiamo che nei punti P1 , P2 le curve di livello f (x, y) = f (P1,2 ), cioè le circonferenze x2 + y 2 = kP1,2 k2 , sono tangenti al vincolo. 5. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 y lungo la curva x4 + y 4 = 1. Notiamo innanzitutto che l’insieme A = {(x, y) ∈ R2 : x4 + y 4 = 1} è chiuso e limitato in R2 . Che sia limitato è chiaro in quanto deve essere |x| ≤ 1, |y| ≤ 1. Che sia chiuso segue dal seguente risultato generale: se g : R2 → R è una funzione continua, allora l’insieme {(x, y) : g(x, y) = 0} è un sottoinsieme chiuso di R2 . (Analogamente sono chiusi gli insiemi {(x, y) : g(x, y) ≥ 0}, {(x, y) : g(x, y) ≤ 0}, 8 mentre gli insiemi {(x, y) : g(x, y) < 0}, {(x, y) : g(x, y) > 0}, {(x, y) : g(x, y) 6= 0} sono aperti.) Nel nostro caso l’insieme A è l’insieme dei punti in cui si annulla la funzione g(x, y) = x4 + y 4 − 1, che è continua da R2 a R. Si può dimostrare che A è una curva chiusa contenuta nel quadrato di lato 2 centrato nell’origine. Dal teorema di Weierstrass f |g=0 deve ammettere massimo e minimo. Scrivendo il sistema ∇(f − λg) = 0, g = 0, otteniamo 3 2xy = 4λx x2 = 4λy 3 4 x + y 4 = 1. Dalla prima equazione si ha x(y − 2λx2 ) = 0. Se x = 0 si ottiene y = ±1 dalla terza equazione e λ = 0 dalla seconda. Inoltre f (0, ±1) = 0. Se invece y = 2λx2 , sostituendo la seconda equazione in quest’ultima si ottiene y = 8λ2 y 3 , cioè y(1−8λ2 y 2 ) = 0. Se y = 0 dalla seconda equazione si ottiene che anche x = 0 e ciò è y2 1 1 e x4 = 4λ impossibile. Se invece 8λ2 y 2 = 1, cioè y 2 = 8λ1 2 si ha y 4 = 64λ 2 = 32λ4 , da q4 √ 4 3 3 cui sostituendo nel vincolo otteniamo λ4 = 64 =⇒ λ = ± 4 64 = ± 2√32 . Da questa q q q √ 2 1 1 1 4 2 4 2 4 2 √ √ , x = ± ) = , f (± otteniamo y = ± √ . Essendo f (± , ,−√ 4 4 4 ) = 3 3 43 3 3 27 3 √ 2 −√ , otteniamo infine 4 27 m = min f |g=0 √ 2 = −√ , 4 27 M = max f |g=0 √ 2 = √ . 4 27 6. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = |x| + |y| sulla curva x2 + y 2 = 1. Il modo più semplice di risolvere il problema è quello geometrico. Osserviamo che se k >√0 le curve di livello di f , di equazione |x| + |y| = k, sono dei quadrati di lato k 2 con le diagonali lungo gli assi coordinati (mentre se k = 0 si riducono all’origine e se k < 0 sono l’insieme vuoto). È facile rendersi conto che il vincolo S 1 = {(x, y) ∈ R2 : x2 +y 2√= 1} è contenuto nella regione compresa tra i 2 quadrati |x| + |y| = 1 e |x| + |y| = 2, √ S 1 ⊂ {(x, y) ∈ R2 : 1 ≤ |x| + |y| ≤ 2}, il secondo dei quali è tangente al vincolo nei punti (± √12 , ± √12 ), mentre il primo è inscritto in S 1 e lo interseca nei punti (0, ±1), (±1, 0). È evidente√allora che f |S 1 assume il valore √ massimo M nei punti di S 1 tali che f (x, y) = 2, da cui M = f (± √12 , ± √12 ) = 2, ed il valore minimo m nei punti di S 1 tali che f (x, y) = 1, da cui m = f (0, ±1) = f (±1, 0) = 1. Notiamo che, mentre nei punti di massimo le curve di livello di f sono tangenti al vincolo, ciò non accade nei punti di minimo che sono punti non regolari per la funzione f in quanto non esiste ∇f in tali punti (si veda l’esercizio 3). 9 7. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = retta x + y = 8. p 2x2 − xy + y 2 lungo la Innanzitutto f è definita e continua su tutto R2 essendo 2x2 − xy + y 2 = 2(x − 41 y)2 + 78 y 2 ≥ 0, ∀(x, y) ∈ R2 . In secondo luogo, se sostituiamo il vincolo y = 8 − x in f otteniamo la funzione di una variabile √ h(x) = f (x, 8 − x) = 2 x2 − 6x + 16, che è continua su R e soddisfa limx→±∞ h(x) = +∞. Ne segue che f |x+y=8 non ha massimo mentre deve avere minimo m. Questo si può ottenere annullando la derivata di h, oppure con i moltiplicatori di Lagrange risolvendo il sistema √ 4x−y =λ 2 2x2 −xy+y2 √ 2y−x =λ 2 2x2 −xy+y 2 x + y = 8, √ che dà 4x − y = 2y − x, cioè y = 53 x, da cui x = 3, y = 5, m = 2 7. 2 Geometricamente le curve di livello f (x, y) = k (k − xy + y 2 = k 2 , √ > 0), cioè 2x sono delle ellissi centrate nell’origine. Per k = 2 7 l’ellisse 2x2 − xy + y 2 = 28 è tangente alla retta x + y = 8 nel punto (3, 5). 8. Sia y = f (x) l’equazione di una curva regolare e sia P = (a, b) un punto non appartenente ad essa. Detto Q = (x, f (x)) un punto variabile sulla curva, dimostrare che la retta P Q è perpendicolare alla curva se e solo se la distanza P Q è minima o massima. Possiamo procedere direttamente scrivendo la distanza p P Q = (x − a)2 + (f (x) − b)2 = h(x) e annullando la derivata di h(x), oppure con i moltiplicatori cercando gli estremi 2 della funzione P Q o più semplicemente P Q , cioè f (x, y) = (x − a)2 + (y − b)2 con il vincolo g(x, y) = y − f (x) = 0. Otteniamo il sistema 0 2(x − a) = −λf (x) 2(y − b) = λ y = f (x). Sostituendo la seconda e la terza equazione nella prima si ottiene l’equazione x − a + f 0 (x) (f (x) − b) = 0 10 che fornisce l’ascissa del punto Q sulla curva y = f (x) a minima o massima distanza da P . Da questa otteniamo che se f 0 (x) 6= 0, x 6= a, f (x) − b 1 =− 0 , x−a f (x) cioè il coefficiente angolare della retta P Q è proprio quello della retta normale alla retta tangente alla curva y = f (x) nel punto Q. Se invece f 0 (x) = 0 si ha x = a, cioè la retta P Q è verticale mentre la retta tangente a f (x) in Q = (a, f (a)) è orizzontale. In ogni caso abbiamo che la distanza P Q è minima o massima se e solo se la retta P Q è perpendicolare alla curva y = f (x) in Q. 9. Determinare il punto Q sulla retta y = mx + q alla minima distanza dal punto P = (a, b). Dimostrare poi che la distanza di P dalla retta, cioè la distanza P Q, è d = PQ = |ma + q − b| √ . 1 + m2 Posto f (x) = mx + q nell’esercizio precedente otteniamo che l’ascissa del punto Q è determinata dall’equazione x − a + m(mx + q − b) = 0, da cui si ottiene facilmente Q= a + (b − q)m ma + m2 b + q , 1 + m2 1 + m2 . 2 Calcolando la distanza P Q otteniamo 2 2 ma + m2 b + q a + (b − q)m 2 −a + −b PQ = 1 + m2 1 + m2 1 2 2 (−m(ma + q − b)) + (ma + q − b) = (1 + m2 )2 (ma + q − b)2 = , 1 + m2 da cui il risultato. 10. Trovare i punti a minima e massima distanza dall’origine della curva di equazione x2 − xy + y 2 = 1. Si tratta di ottimizzare la funzione f (x, y) = x2 + y 2 con il vincolo g(x, y) = x2 − xy +y 2 −1 = 0. L’equazione g = 0 definisce un’ellisse centrata nell’origine. Essendo questo un insieme chiuso e limitato in R2 , la funzione f |g=0 ammette massimo e minimo. Procedendo con i moltiplicatori di Lagrange otteniamo il sistema 2x = λ(2x − y) 2y = λ(−x + 2y) 2 x − xy + y 2 = 1. 11 Non può essere nè y = 2x nè x = 2y perchè in entrambi i casi si ottiene x = y = 0 che contrasta con il vincolo. Possiamo allora ricavare λ dalla prime due equazioni e uguagliare, ottenendo 2x 2y = =⇒ x2 = y 2 =⇒ x = ±y, 2x − y −x + 2y e in corrispondenza λ = 2 o λ = 2/3. Sostituendo nel vincolo otteniamo i punti critici vincolati P1 = (1, 1), P2 = (−1, −1) se y = x, e P3 = ( √13 , − √13 ), P4 = (− √13 , √13 ) se y = −x. Calcolando la funzione f in questi punti si ha f (P3 ) = f (P4 ) = 32 . p √ Quindi la minima (risp. massima) distanza dall’origine è 2/3 (risp. 2). In effetti si può dimostrare√che g =p 0 definisce un’ellisse centrata nell’origine con assi y = ±x e semiassi a = 2, b = 2/3. Questa ellisse è tangente alla circonferenza x2 + y 2 = 2 (risp. x2 + y 2 = 2/3) nei punti P1 , P2 (risp. P3 , P4 ). f (P1 ) = f (P2 ) = 2, 11. Determinare il minimo di f (x, y) = x2 + y 2 con il vincolo (x − 1)3 − y 2 = 0. L’insieme A definito dal vincolo g(x, y) = (x − 1)3 − y 2 = 0 è l’unione dei grafici delle due funzioni y = ±(x − 1)3/2 . Poichè f (x, y) è la distanza al quadrato di (x, y) dall’origine, è chiaro (disegnando i due grafici) che f ha minimo assoluto su A nel punto P = (1, 0) ed il minimo vale 1. Notiamo che il punto P è un punto non regolare per il vincolo perchè il gradiente ∇g(x, y) = (3(x − 1)2 , −2y) si annulla precisamente per x = 1, y = 0. Procedendo con i moltiplicatori otteniamo il sistema 2 2x = 3λ(x − 1) 2y = −2λy 2 y = (x − 1)3 che non è soddisfatto nel punto (1, 0) qualunque sia λ in R. Dunque tale punto di minimo non può essere determinato in questo modo. Si verifica facilmente che il sistema non ha soluzioni. 12. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = −x log x−y log y con il vincolo x + y = 1. L’insieme sul quale dobbiamo considerare la funzione è A = {(x, y) ∈ R2 : g(x, y) = x + y − 1 = 0, x > 0, y > 0}. Si tratta del segmento di estremi (1, 0), (0, 1) sulla retta x + y = 1 (estremi esclusi). Sostituendo y = 1 − x in f (x, y) otteniamo la funzione di 1 variabile h(x) = f (x, 1 − x) = −x log x − (1 − x) log(1 − x) nell’intervallo 0 < x < 1. Notiamo che limx→0+ h(x) = limx→1− h(x) = 0. Inoltre poichè x e 1 − x sono sempre compresi tra 0 e 1 e log t < 0 per 0 < t < 1, si 12 ha che h(x) è sempre positiva. Ne segue che h deve avere massimo. Per trovare tale massimo possiamo annullare la derivata h0 , oppure possiamo procedere con i moltiplicatori ottenendo il sistema − log x − 1 = λ − log y − 1 = λ x + y = 1. Le soluzione è x = y = 1/2, λ = log 2 − 1, e il massimo è M = max f |g=0 = log 2. Non esiste invece il minimo di f , mentre l’estremo inferiore è zero. 13. Studiare gli estremi vincolati della funzione f (x, y) = x + y con il vincolo xy = 1, x > 0, y > 0. Possiamo sostituire il vincolo y = 1/x e studiare la funzione di una variabile h(x) = x + 1/x nell’intervallo (0, 1), oppure procedendo con i moltiplicatori otteniamo il sistema 1 = λx 1 = λy xy = 1, la cui unica soluzione è x = y = λ = 1, con f (1, 1) = 2. Studiando la funzione h(x) si vede subito che (1, 1) è punto di minimo vincolato (assoluto). Non esiste invece il massimo di f lungo il vincolo. Infatti il vincolo è il ramo d’iperbole y = 1/x con x > 0. Se x → 0+ , y → +∞, e analogamente se y → 0+ , x → +∞. Quindi la funzione f (x, y) = x + y non è limitata superiormente lungo il vincolo. 14. Tra tutti i rettangoli inscritti nell’ellisse di equazione perimetro massimo. x2 a2 + y2 b2 = 1 trovare quello di Detti x, y i semilati del rettangolo, si tratta di massimizzare la funzione f (x, y) = 2 2 4(x + y) con il vincolo xa2 + yb2 = 1, x ≥ 0, y ≥ 0. Procedendo con i moltiplicatori otteniamo il sistema 2 4 = 2λx/a 4 = 2λy/b2 x2 y 2 + b2 = 1. a2 Deve essere λ 6= 0 e dalle prime 2 equazioni si ha nel vincolo si ottiene facilmente a2 x= √ , a2 + b 2 x a2 = y , b2 cioè y = b2 x. a2 Sostituendo b2 y=√ , a2 + b 2 √ √ e infine λ = 2 a2 + b2 . Il perimetro massimo è pmax = 4 a2 + b2 . Il rettangolo cercato è quello che ha per semilati le coordinate del punto di intersezione dell’ellisse 2 con la retta y = ab 2 x (nel primo quadrante). In particolare se a = b otteniamo che il rettangolo √ di perimetro massimo inscritto in un cerchio di raggio a è quello con x = y = a/ 2, cioè il quadrato. 13 È evidente geometricamente che l’estremo vincolato ottenuto corrisponde ad un massimo. Il rettangolo di perimetro minimo è quello degenere in cui uno dei due lati è zero, cioè x = 0, y = b (se a > b), oppure y = 0, x = a (se a < b), con perimetro pmin = min{4b, 4a}. 15. Tra tutte le ellissi di semiassi x, y tali che x2 +y 2 = 5 trovare quella di area massima. Dobbiamo massimizzare la funzione f (x, y) = πxy con il vincolo x2 + y 2 = 5, x > 0, y > 0. Con i moltiplicatori otteniamo πy = 2λx πx = 2λy 2 x + y 2 = 5. Dovendo essere λ 6= 0 si ha y/x p = x/y da cui x2 = y 2 e x = ±y. p Sostituendo nel vincolo otteniamo x = y = 5/2, cioè il cerchio di raggio 5/2, con area Amax = 5π/2. È evidente che √ la “minima” area Amin √ = 0 corrisponde al caso degenere in cui x → 0 e y → 5 oppure y → 0 e x → 5. 16. Tra tutti i cilindri inscritti nella sfera di raggio R trovare quello di volume massimo. Detto x il raggio del cilindro e y la semialtezza, dobbiamo trovare il massimo della funzione f (x, y) = (πx2 ) · (2y) = 2πyx2 con il vincolo x2 + y 2 = R2 , x > 0, y > 0. Con i moltiplicatori otteniamo il sistema 4πxy = 2λx 2πx2 = 2λy 2 x + y 2 = R2 . Non può essere λ = 0 nè x = 0 nè y = 0. Eliminando √ λ dalle prime 2 equazioni 2 2 2 si ottiene 2πy = πx /y, q da cui 2y = x e y = x/ 2. Sostituendo nel vincolo otteniamo infine x = 3 4πR √ , 3 3 2 R, 3 y= √1 R. 3 Notiamo che il volume massimo è Vmax = √ cioè il volume della sfera diviso per 3. 17. Tra tutti i cilindri (circolari retti) di superficie totale S fissata (incluse le due facce circolari) trovare quello di volume massimo. Detto x il raggio e y l’altezza del cilindro, dobbiamo massimizzare la funzione f (x, y) = πx2 y con il vincolo g(x, y) = 2πxy + 2πx2 = S, x > 0, y > 0. Procedendo con i moltiplicatori otteniamo il sistema 2πxy = λ(2πy + 4πx) πx2 = 2πλx 2πxy + 2πx2 = S. 14 Dalla seconda equazione si ottiene λ = x/2 che sostituita nella prima dà y = 2x. Il volume massimo si ottiene dunque quando l’altezza del cilindro è uguale al diametro. Sostituendo nel vincolo otteniamo r 3/2 S S x= , Vmax = 2π . 6π 6π 18. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = xy + xz + yz sulla sfera x2 + y 2 + z 2 = 1. Notiamo che la sfera S 2 = {(x, y, z) ∈ R3 : x2 + y 2 + z 2 = 1} è un sottoinsieme chiuso e limitato di R3 . Poichè la funzione f è continua, la restrizione f |S 2 ammette massimo e minimo per il teorema di Weierstrass. Applichiamo il metodo dei moltiplicatori di Lagrange. Detta g(x, y, z) = x2 + y 2 + z 2 − 1, il sistema ∇(f − λg) = 0, g = 0 diventa y + z = 2λx x + z = 2λy x + y = 2λz 2 x + y 2 + z 2 = 1. Notiamo che non può essere λ = 0 perchè in tal caso si ha 0 = y +z = x+z = x+y, da cui si ottiene facilmente x = y = z = 0, che non soddisfa il vincolo. Ricavando 1 (y + z), e sostituendo nella seconda e nella allora x dalla prima equazione, x = 2λ terza otteniamo il sistema ( (4λ2 − 1)y = (2λ + 1)z (3) (2λ + 1)y = (4λ2 − 1)z. Si presentano 2 casi, cioè λ = −1/2 e λ 6= −1/2. 1) Se λ = −1/2 entrambe le 1 equazioni in (3) sono soddisfatte. Inoltre da x = 2λ (y + z) si ottiene x = −(y + z), cioè x + y + z = 0. In questo caso tutti i punti (x, y, z) tali che ( x+y+z =0 x2 + y 2 + z 2 = 1 soddisfano il sistema e sono punti critici vincolati. Notiamo che tali punti sono l’intersezione della sfera con il piano x+y +z = 0 e rappresentano una circonferenza in tale piano, la cui proiezione nel piano xy è l’ellisse di equazione 2x2 +2y 2 +2xy = 1 (come si vede subito eliminando z). In questi punti la funzione vale identicamente −1/2, infatti si ha f (x, y, z) = xy + xz + yz = 12 (x + y + z)2 − 21 (x2 + y 2 + z 2 ) e dunque f (x, y, z)|x+y+z=0, x2 +y2 +z2 =1 = −1/2. 2) Se λ 6= −1/2 il sistema (3) diventa (dividendo per (2λ + 1)) ( (2λ − 1)y = z y = (2λ − 1)z. 15 Sostituendo la prima equazione nella seconda si ottiene y = (2λ − 1)2 y, da cui 4λ(λ − 1)y = 0. Non può essere nè λ = 0 (come già osservato) nè y = 0 (in entrambi i casi si ottiene x = y = z = 0). Dunque necessariamente λ = 1, e si ottiene facilmente che y = z = x = ± √13 . Quindi in questo caso otteniamo i 2 punti critici vincolati P1,2 = ±( √13 , √13 , √13 ). Essendo f (P1 ) = f (P2 ) = 1 concludiamo che M = max f |g=0 = 1, m = min f |g=0 = −1/2. Il massimo è assunto nei punti P1 , P2 ; il minimo è assunto in tutti i punti della sfera tali che x + y + z = 0. Un modo più veloce per risolvere l’esercizio è indicato negli esercizi 29 e 32. 19. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y, z) = (x + y + z)2 con il vincolo x2 + 2y 2 + 3z 2 = 1. 3 2 2 2 L’insieme A = {(x, y, z) √ y, z) = x + 2y + 3z − 1 = 0} è un ellissoide di √ ∈ R : g(x, semiassi a = 1, b = 1/ 2, c = 1/ 3. Questo è un sottoinsieme chiuso e limitato di R3 . Essendo f continua, la restrizione f |A ammette massimo e minimo. Procedendo con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange otteniamo il sistema 2(x + y + z) = 2λx 2(x + y + z) = 4λy 2(x + y + z) = 6λx 2 x + 2y 2 + 3z 2 = 1. Dalle prime 3 equazioni otteniamo λx = 2λy = 3λz. Se λ = 0 si ottiene x+y+z = 0. Essendo f (x, y, z) = (x + y + z)2 ≥ 0, tutti i punti (x, y, z) tali che ( x+y+z =0 x2 + 2y 2 + 3z 2 = 1 sono punti critici vincolati di minimo assoluto per f , con m = min f |A = 0. Se invece λ 6= 0 otteniamo x = 2y = 3z. Sostituendo nel vincolo otteniamo i 2 punti critici vincolati q q q P1 = 3 2 3 , 33 2 2 , 33 2 33 , P2 = −P1 , da cui il massimo assoluto M = max f |A = f (P1 ) = f (P2 ) = q 2 (3 33 3 2 + + 1) 2 = 11 . 6 Un altro modo per risolvere l’esercizio è proposto nell’esercizio 35. 20. Tra tutti i parallelepipedi (rettangoli) di volume assegnato V determinare quello di superficie minima. 16 Detti x, y, z i 3 lati, dobbiamo minimizzare la funzione f (x, y, z) = 2(xy + xz + yz) con il vincolo g(x, y, z) = xyz − V = 0, x > 0, y > 0, z > 0. Il sistema ∇(f − λg) = 0, g = 0 diventa 2(y + z) = λyz 2(x + z) = λxz 2(x + y) = λxy xyz = V. Eliminando λ otteniamo y+z yz = x+z xz = x+y . xy Da queste si ottiene facilmente x = y = √ z, cioè il parallelepipedo di superficie minima è il cubo di spigolo 3 V . È evidente geometricamente che il punto critico x = y = z corrisponde a un minimo e non certo a un massimo. Infatti mantenendo V = xyz costante possiamo aumentare indefinitamente la funzione f contraendo uno dei lati a zero e facendo tendere un altro lato a +∞. In altri termini, la funzione f non è limitata superiormente sul vincolo g = 0. Per esempio prendendo (x, y, z) = (V, 1ε , ε) e facendo tendere ε → 0+ , si ha che xyz = V, z → 0+ , y → +∞, f (x, y, z) = 2( Vε + V ε + 1) → +∞. 21. Trovare i punti a minima e massima distanza dall’origine dell’ellisse ottenuto 2 2 tagliando l’ellissoide x4 + y4 + z 2 = 1 con il piano x + y + z = 1. Possiamo ottimizzare la funzione f (x, y, z) = x2 + y 2 + z 2 con i 2 vincoli g(x, y, z) = 2 x2 + y4 + z 2 − 1 = 0, h(x, y, z) = x + y + z − 1 = 0. Con il metodo dei moltiplicatori 4 dobbiamo risolvere il sistema 2x = λ2 x + µ λ 2y = 2 y + µ ∇(f − λg − µh) = 0 cioè 2z = 2λz + µ g=0 2 x2 h=0 + y4 + z 2 = 1 4 x + y + z = 1. Eliminando µ dalle prime 2 equazioni otteniamo (4 − λ)x = (4 − λ)y, e dunque λ = 4 oppure x = y. Se λ = 4 allora risostituendo nella prima o nella seconda equazione si ottiene µ = 0, e dalla terza segue z = 0. Sostituendo z = 0 nei 2 vincoli si ottiene il sistema ( x2 + y 2 = 4 x+y =1 da cui x = √ 1± 7 , 2 y= √ 1∓ 7 . 2 Otteniamo cosı̀ i 2 punti critici vincolati √ √ P1 = ( 1+2 7 , 1−2 7 , 0), √ √ P2 = ( 1−2 7 , 1+2 7 , 0), con f (P1 ) = f (P2 ) = 4. Se invece x = y allora (dal secondo vincolo) z = 1 − 2x e sostituendo nel primo vincolo otteniamo 12 x2 + (1 − 2x)2 = 1 da cui x = 0, 89 . Se 17 x = y = 0 allora z = 1 e µ = 0, λ = 1. Se x = y = Otteniamo cosı̀ i 2 punti critici vincolati P3 = (0, 0, 1), 8 9 allora z = − 97 , λ = 35 , µ = 28 . 27 P4 = ( 98 , 89 , − 97 ), con f (P3 ) = 1, f (P4 ) = 59 < 4. Concludiamo che il punto a minima distanza è P3 27 √ con dmin = 1, mentre i punti P1 e P2 sono a massima distanza con dmax = 4 = 2. Il punto P4 non è invece nè punto di massimo nè di minimo vincolato. Il suo significato è di essere il punto a minima quota z = − 79 lungo l’ellisse, come si vede estremando la funzione f (x, y, z) = z con gli stessi vincoli. Procedendo come sopra si ottengono i 2 punti critici P3 e P4 con zmax = f (P3 ) = 1 e zmin = f (P4 ) = − 97 . 22. Tra tutti i triangoli di perimetro assegnato 2p trovare quello di area massima. Siano x, y, zp i tre lati del triangolo. Per la formula di Erone, dobbiamo massimizzare la funzione p(p − x)(p − y)(p − z) o il suo quadrato f (x, y, z) = p(p − x)(p − y)(p − z) con i vincoli x + y + z = 2p, 0 < x < p, 0 < y < p, 0 < z < p. (Il caso in cui un lato è uguale a p è un caso degenere in cui i 3 vertici del triangolo sono allineati e l’area è zero.) Procedendo con i moltiplicatori otteniamo il sistema −p(p − y)(p − z) = λ −p(p − x)(p − z) = λ −p(p − x)(p − y) = λ x + y + z = 2p. Dalle prime 2 equazioni si ha (p − y)(p − z) = (p − x)(p − z), da cui essendo p 6= z otteniamo x = y. Analogamente dalla seconda e terza equazione si ottiene y = z. In definitiva il triangolo di area massima è√ quello√con x = y = z, cioè il triangolo equilatero di lato l = 2p/3 e area Amax = 43 l2 = 93 p2 . 23. a) Trovare il minimo della funzione f (x1 , x2 , . . . , xn ) = x1 + x2 + · · · + xn con il vincolo x1 · x2 · · · xn = k (k fissato > 0) e xj > 0 ∀j. b) Dedurre la seguente disuguaglianza tra media geometrica e aritmetica: dati n numeri positivi x1 , x2 , . . . , xn vale √ x1 + x2 + · · · + xn n x1 x2 · · · xn ≤ n con uguaglianza se e solo se x1 = x2 = · · · = xn . 18 a) Posto g(x1 , . . . , xn ) = x1 · x2 · · · xn − k, il sistema ∇(f − λg) = 0, g = 0 diventa 1 = λx2 · x3 · · · xn 1 = λx1 · x3 · · · xn .. . 1 = λx1 · x2 · · · xn−1 x1 · x2 · · · xn = k. Moltiplicando la prima equazione per x1 , la seconda per x2 , la n-esima per xn e tenendo conto del vincolo otteniamo che x1 = x2 = · · · = xn = λk. Risostituendo nel vincolo abbiamo che (λk)n = k, λk = √ n x1 = x2 = · · · = xn = k. √ n k da cui il punto critico È evidente che si tratta di un minimo e non di un massimo. Infatti prendendo ad esempio x1 = kA e x2 = x3 = · · · = xn = n−11√A e facendo tendere A → +∞ il prodotto x1 · x2 · · · xn è costante uguale a k mentre f (x1 , x2 , . . . , xn ) = kA + n−1 √ → +∞. n−1 A Dunque la funzione f non è limitata superiormente sul vincolo x1 · x2 · · · xn = k. (Si veda anche l’esercizio 13 per il caso n=2.) √ b) Essendo il punto x1 = x2 = · · · = xn = n k un punto di minimo, si deve avere che per ogni n-upla di numeri positivi x1 , . . . , xn , detto k il loro prodotto, √ √ √ n n n f (x1 , x2 , . . . , xn ) ≥ f ( k, k, . . . k), cioè x1 + x2 + · · · + xn ≥ n √ n k=n √ n x1 · x2 · · · xn . Dividendo per n si ottiene la disuguaglianza voluta. L’uguaglianza vale solo nel punto critico, cioè se e solo se x1 = x2 = · · · = xn . 24. Calcolare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = |x| + |y| sull’insieme A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1}. (Si ricordi l’es. 6.) Poichè f è continua e A è compatto (chiuso e limitato), f ammette massimo M e minimo m su A per il teorema di Weierstrass. Nell’esercizio 6 dei risolti abbiamo calcolato gli estremi √ vincolati di f sulla frontiera ∂A di A, con il risultato min f |∂A = 1, max f |∂A = 2. Consideriamo ora gli estremi liberi di f nell’interno di A. Per il teorema di Fermat i punti di estremo (massimo o minimo) in cui f è differenziabile sono da ricercare tra i punti critici di f , cioè i punti in cui si annulla il gradiente. I punti in cui f non è differenziabile vanno studiati a parte. 19 Nel nostro caso f è differenziabile in tutti i punti che non stanno sugli assi coordinati, mentre @ ∂y f (x̄, 0), @ ∂x f (0, ȳ), ∀x̄, ȳ, come si verifica subito. Nell’origine non esistono nè ∂x f (0, 0) nè ∂y f (0, 0). Nei punti di differenziabilità il gradiente ∇f non si annulla mai. Per esempio nel primo quadrante x > 0, y > 0, si ha f (x, y) = x + y e ∇f (x, y) = (1, 1). Lungo gli assi si ha f (x̄, 0) = |x̄|, f (0, ȳ) = |ȳ|, quindi nell’insieme A, 0 ≤ f (x̄, 0) ≤ 1, 0 ≤ f (0, ȳ) ≤ 1, e nell’origine f (0, 0) = 0. Essendo f (x, y) ≥ 0 ∀(x, y), è evidente che (0, 0) è un punto di minimo assoluto √ per f . Concludiamo che f assume il massimo assoluto sulla frontiera, M = 2, e il minimo assoluto nell’origine, m = 0. 25. Trovare il massimo e il minimo assoluti della funzione f (x, y) = ex 2 −y 2 sugli insiemi a) A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1}; b) B = {(x, y) ∈ R2 : |x| ≤ 1, |y| ≤ 1}. a) Dobbiamo estremizzare f sul cerchio unitario. Distinguiamo lo studio dei punti interni da quello della frontiera ∂A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 = 1}. • Interno. Calcolando il gradiente di f e uguagliando a zero otteniamo ∇f (x, y) = ex con f (0, 0) = 1. massimo, minimo trova Hf (0, 0) = 2 −y 2 (2x, −2y) = (0, 0) ⇐⇒ x = y = 0, (Non è richiesto di verificare se si tratta di un punto di o sella. Comunque calcolando il determinante hessiano si 2 0 = −4 < 0 e quindi l’origine è un punto di sella.) 0 −2 • Frontiera. Procedendo con i moltiplicatori abbiamo che gli eventuali punti di estremo vincolato sono soluzione del sistema 2 2 x −y 2x = 2λx e 2 2 −ex −y 2y = 2λy 2 x + y 2 = 1. Notiamo che se vale contemporaneamente x 6= 0 e y 6= 0 allora eliminando 2 2 2 2 λ tra le prime 2 equazioni si ottiene λ = ex −y = −ex −y che è impossibile. Quindi o x = 0 o y = 0. Se x = 0 dal vincolo si ottiene y = ±1, e dalla seconda equazione λ = −e−1 . Quindi i 2 punti (0, ±1) sono punti critici vincolati con f (0, ±1) = e−1 = 1e . Se invece y = 0 otteniamo x = ±1, λ = e, f (±1, 0) = e. Concludiamo che M = max f |A = e, m = min f |A = 1e . b) Notiamo che l’insieme B è il quadrato −1 ≤ x ≤ 1, −1 ≤ y ≤ 1, che è chiuso e limitato, quindi f essendo continua deve avere massimo e minimo su B. • Interno. Procedendo come sopra l’unico punto critico interno è l’origine con f (0, 0) = 1. 20 • Frontiera. ∂B è l’unione di 4 curve regolari (i 4 lati) ma i vertici P1 = (1, 1), P2 = (−1, 1), P3 = (−1, −1), P4 = (1, −1) sono punti non regolari e vanno considerati a parte. In tali punti si ha f (P1 ) = f (P2 ) = f (P3 ) = f (P4 ) = 1. Sui lati del quadrato si ha: 2 (a) per x = 1 e −1 < y < 1 si ha f (1, y) = e1−y , che presenta un massimo in y = 0, con f (1, 0) = e; 2 (b) per x = −1 e −1 < y < 1 si ha f (−1, y) = e1−y , e otteniamo la stessa conclusione; 2 (c) per y = ±1 e −1 < x < 1 si ha f (x, ±1) = ex −1 , che ha un minimo in x = 0, con f (0, ±1) = e−1 . Confrontando tutti i valori di f concludiamo che M = max f |B = e, m = min f |B = 1 , esattamente come sull’insieme A. e 26. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 y + xy 2 − xy nel triangolo T = {(x, y) ∈ R2 : x + y ≤ 1, x ≥ 0, y ≥ 0}. • Interno. I punti critici interni sono determinati da ∇f (x, y) = (2xy + y 2 − y, x2 + 2xy − x) = (0, 0), cioè sono le soluzioni del sistema ( y(2x + y − 1) = 0 x(x + 2y − 1) = 0. Per la legge di annullamento del prodotto otteniamo l’unione di 4 sistemi ( ( ( ( 2x + y − 1 = 0 2x + y − 1 = 0 y=0 y=0 ∪ ∪ ∪ x + 2y − 1 = 0. x=0 x + 2y − 1 = 0 x=0 La soluzione è data dai 4 punti (0, 0), (1, 0), (0, 1), ( 31 , 13 ). I primi 3 sono sulla frontiera ∂T (sono proprio i vertici del triangolo) e sono punti non regolari di ∂T che vanno comunque considerati a parte. In tali punti si ha f (0, 0) = 1 f (1, 0) = f (0, 1) = 0. Il punto ( 13 , 31 ) è invece interno a T e si ha f ( 13 , 13 ) = − 27 . • Frontiera. Abbiamo già visto i vertici, consideriamo ora i lati del triangolo. (a) y = 0, 0 < x < 1, f (x, 0) = 0, ∀x; (b) x = 0, 0 < y < 1, f (0, y) = 0, ∀y; (c) y = 1 − x, 0 < x < 1, f (x, 1 − x) = x2 (1 − x) + x(1 − x)2 − x(1 − x) = (1 − x)(x2 + x − x2 − x) = 0, ∀x. 1 Concludiamo che M = max f = 0, m = min f = − 27 . 27. Trovare il massimo e il minimo assoluti di f (x, y) = x2 + y 2 − 3y + xy nel cerchio A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 9}. 21 • Interno. I punti critici interni sono determinati da ∇f (x, y) = (2x + y, 2y − 3 + x) = (0, 0), da cui il sistema ( 2x + y = 0 2y − 3 + x = 0 ⇐⇒ ( y=2 x = −1. C’è quindi un solo punto critico interno P1 = (−1, 2) e si calcola f (P1 ) = −3. Pur non essendo richiesto, calcolando la matrice hessiana in P1 si ottiene 2 1 Hf (−1, 2) = , e si deduce che P1 è un punto di minimo relativo. 1 2 • Frontiera. Procedendo con il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, dobbiamo risolvere il sistema 2x + y = 2λx 2y − 3 + x = 2λy 2 x + y 2 = 9. Se x = 0 dalla prima equazione si ha y = 0 che è impossibile. Se y = 0 dalla seconda equazione si ha x = 3 ed il punto (3, 0) risolve anche il vincolo. Inoltre dalla prima si ottiene λ = 1. Se invece y 6= 0 e x 6= 0, eliminando λ tra le prime 2 equazioni otteniamo 2λ = 2x + y 2y − 3 + x = , x y da cui 2xy + y 2 = 2xy − 3x + x2 , cioè y 2 = −3x + x2 . Sostituendo nel vincolo otteniamo l’equazione 2x2 − 3x − 9 = 0, da cui x = 3, −3/2. Se x = 3 si ha y = √ 0, cioè si riottiene la soluzione (3, 0). Se invece x = −3/2 otteniamo y = ±3 3/2. In definitiva, √ otteniamo 3 punti √ critici vincolati sulla frontiera, P2 = (3, 0), P3 = (− 32 , 32 3), P4 = (− 23 , − 23 3). √ √ 27 Si calcola f (P2 ) = 9, f (P3 ) = 9 − 27 3 < 9, f (P ) = 9 + 3 > 9. Notiamo 4 4 4 √ 27 inoltre che 9 − 4 3 > −3, cioè f (P3 ) > f (P1 ), come si verifica facilmente (anche senza calcolatrice!). Confrontando tutti i valori di f nei punti critici concludiamo √ 27 che M = max f = 9 + 4 3, m = min f = −3. Esercizi di approfondimento 28. a) Scrivendo il sistema ∇(f − λg)(x, y, z) = 0 otteniamo 2λ y + z = a2 x x + z = 2λ y b2 2λ x + y = c2 z, 22 (4) cioè 2λ − a2 x + y + z = 0 y+z =0 x − 2λ b2 x + y − 2λ z = 0, c2 o ancora, in forma matriciale, 2λ 1 1 − a2 x x 2λ y = 0. 1 − b2 1 A(λ) y = 2λ z z 1 1 − c2 Affinchè vi siano soluzioni non identicamente nulle (questa condizione è richiesta per soddisfare il vincolo) è necessario e sufficiente che il determinante della matrice A(λ) si annulli. Un semplice calcolo ci dà 2λ − 2 1 1 a 3 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2λ = − 2 1 − 2 1 4λ − a b + a c + b c λ − a b c b a2 b 2 c 2 1 1 − 2λ c2 2 = − 2 2 2 p(λ). abc b) Moltiplicando la prima equazione del sistema (4) per x, la seconda per y, la terza per z e sommandole, otteniamo che se (x, y, z, λ) risolve il sistema (1) allora 2 x y2 z2 x(y + z) + y(x + z) + z(x + y) = 2λ + 2 + 2 = 2λ, a2 b c cioè 2(xy + xz + yz) = 2λ, cioè f (x, y, z) = λ. c) Si ha limλ→±∞ p(λ) = ±∞. La derivata è p0 (λ) = 12λ2 − a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 , dunque r a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 . 12 La funzione p(λ) è crescente su (−∞, λ− ) e su (λ+ , +∞), decrescente su (λ− , λ+ ), e ha un massimo per λ = λ− e un minimo per λ = λ+ . Poichè p(0) < 0, è chiaro che p(λ+ ) < 0 e p(λ) ha sicuramente una radice positiva λ3 > 0. Per vedere se vi sono radici negative bisogna studiare il segno del massimo p(λ− ). Si ha 3/2 2 2 3/2 a b + a2 c 2 + b 2 c 2 (a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 ) √ − a2 b 2 c 2 p(λ− ) = −4 + 12 12 2 2 3/2 a b + a2 c 2 + b 2 c 2 = − a2 b 2 c 2 ≥ 0 3 2/3 a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 ⇐⇒ ≥ a2 b 2 c 2 = (abc)4/3 . (5) 3 p0 (λ) = 0 ⇐⇒ λ = λ± = ± 23 Ora scrivendo la disuguaglianza ottenuta nell’esercizio 23 per n = 3 con x1 = a2 b2 , x2 = a2 c2 , x3 = b2 c2 , si ottiene √ a2 b 2 + a2 c 2 + b 2 c 2 3 ≥ a4 b4 c4 , 3 che è precisamente la (5). Ne segue che p(λ− ) ≥ 0, con uguaglianza se e solo se x1 = x2 = x3 cioè a = b = c. Dunque p(λ) ha sempre 2 radici negative λ1 < λ2 < 0 tranne che per a = b = c, in cui ha una sola radice negativa (di molteplicità 2, che è proprio λ = λ− , cioè il punto di massimo in cui p(λ) si annulla). d) Dai punti a), b) e c) segue che il sistema (1) ha soluzione se e solo se λ = λ1 , λ2 , λ3 . Inoltre se (xj , yj , zj ) è una qualsiasi soluzione corrispondente a λj , si ha che λj = f (xj , yj , zj ) (j = 1, 2, 3). Per il teorema di Weierstrass esistono il minimo m e il massimo M di f |g=0 (l’ellissoide essendo chiuso e limitato in R3 ). Per il teorema dei moltiplicatori di Lagrange, detto (xm , ym , zm ) un punto di minimo e (xM , yM , zM ) un punto di massimo di f vincolati a g = 0, esistono λm e λM tali che il sistema (1) è soddisfatto da (xm , ym , zm , λm ) e da (xM , yM , zM , λM ). Essendo λm = f (xm , ym , zm ) = m e λM = f (xM , yM , zM ) = M , segue che m, M ∈ {λ1 , λ2 , λ3 }. Poichè λj = f (xj , yj , zj ), la più piccola radice λ1 di p(λ) deve necessariamente essere m, la più grande λ3 deve essere M . 29. a) Per a = b = c il polinomio p(λ) dell’esercizio precedente diventa p(λ) = 4λ3 − 3a4 λ − a6 . Si verifica immediatamente che p(a2 ) = 0. Scomponendo con Ruffini otteniamo p(λ) = (λ − a2 )(2λ + a2 )2 , 2 da cui le radici λ1 = λ2 = − a2 , λ3 = a2 . b) Per a = b = c e λ = λ3 = a2 il sistema (1) diventa (si veda la (4)): y + z = 2x x + z = 2y x + y = 2x 2 x + y 2 + z 2 = a2 . Dalla prima equazione ricaviamo x = 21 (y + z) e sostituendo nella seconda e terza equazione otteniamo ( ( 1 (y + z) + z = 2y − 32 y + 32 z = 0 2 ⇐⇒ 1 3 (y + z) + y = 2z y − 32 z = 0, 2 2 da cui y = z, e dunque x = y = z. Sostituendo nel vincolo si ottiene x = y = z = ± √a3 , e quindi abbiamo i 2 punti critici vincolati ±v3 = ±( √a3 , √a3 , √a3 ), che sono punti di massimo assoluto f (±v3 ) = a2 = λ3 = M . 24 Per a = b = c e λ = λ1 = −a2 /2 il sistema (1) diventa y + z = −x x + z = −y x + y = −x 2 x + y 2 + z 2 = a2 cioè ( x+y+z =0 x 2 + y 2 + z 2 = a2 . In questo caso tutti i vettori v = (x, y, z) tali che kvk = a e x + y + z = 0 sono soluzione. Tutti questi sono punti di minimo assoluto m = λ1 = −a2 /2. In particolare per a = 1 riotteniamo i risultati dell’es. 18 dei risolti (M = 1, m = −1/2). 30. Per a = b 6= c il polinomio p(λ) dell’esercizio 28 diventa p(λ) = 4λ3 − a4 + 2a2 c2 λ − a4 c2 . 2 È facile verificare che p(− a2 ) = 0. Scomponendo con Ruffini otteniamo 2 p(λ) = λ + a2 4λ2 − 2a2 λ − 2a2 c2 . Uguagliando a zero il trinomio di secondo grado si ottiene √ a2 a2 ± a a2 + 8c2 p(λ) = 0 ⇐⇒ λ = − , . 2 4 Dall’esercizio 28 segue che il massimo M di f |g=0 è la più grande radice di p(λ), dunque √ a2 + a a2 + 8c2 . M= 4 Analogamente il minimo m di f |g=0 è la più piccola radice di p(λ). Per vedere chi è √ a2 a2 −a a2 +8c2 la più piccola tra le 2 radici negative − 2 e studiamo la disuguaglianza 4 √ a2 −a a2 +8c2 4 2 ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ 2 > − a2 √ 3a > a a2 + 8c2 √ 3a > a2 + 8c2 9a2 > a2 + 8c2 a2 > c2 ⇐⇒ a > c. Ne segue che ( m= 2 − a2 √ a2 −a a2 +8c2 4 se a > c se a < c. In particolare per a√ = b = 2, c = 1 riotteniamo i risultati dell’esercizio 12 dei proposti (M = 1 + 3, m = −2). 25 31. a) Sia λ1 = max f |S n−1 e sia v1 ∈ S n−1 un punto di massimo, λ1 = f (v1 ). Per il teorema dei moltiplicatori di Lagrange esiste λ ∈ R tale che ∇(f − λg)(v1 ) = 0. Essendo g(x) = x21 + x22 + · · · + x2n − 1, è immediato che ∇g(x) = 2x. Per calcolare ∇f (x), scriviamo f (x) = hx, Axi = n X Aij xi xj , i,j=1 e osserviamo che ∂xi = δij = ∂xj ( 1 se i = j 0 se i 6= j. Ne segue che n ∂ X ∂f (x) = Aij xi xj ∂xk ∂xk i,j=1 = = = n X Aij δik xj + n X i,j=1 n X i,j=1 n X j=1 n X i=1 n X Akj xj + Akj xj + j=1 n X =2 Aij δjk xi Aik xi Aki xi i=1 Akj xj = 2(Ax)k , j=1 da cui la formula ∇f (x) = 2Ax. Sostituendo in ∇(f − λg)(v1 ) = 0 otteniamo 2Av1 = 2λv1 , cioè Av1 = λv1 . Moltiplicando questa equazione scalarmente per v1 e ricordando che kv1 k = 1, otteniamo hv1 , Av1 i = λhv1 , v1 i = λ, cioè f (v1 )(= λ1 ) = λ. Dunque Av1 = λ1 v1 , cioè il massimo λ1 di f |S n−1 è autovalore di A con autovettore v1 . b) Ottimizziamo ora la funzione f sull’insieme S n−2 = {x ∈ S n−1 : hx, v1 i = 0}, cioè con i due vincoli g(x) = 0 e h(x) = hx, v1 i = 0. Sia λ2 = max f |S n−2 e sia v2 ∈ S n−2 un punto di massimo, λ2 = f (v2 ) (esistenza garantita dal teorema di 26 Weierstrass). Per il teorema dei moltiplicatori di Lagrange esistono λ, µ ∈ R tali che ∇(f − λg − µh)(v2 ) = 0. Il gradiente di h è ∇h(x) = v1 , ∀x. Sostituendo quest’ultima insieme a ∇f (x) = 2Ax, ∇g(x) = 2x, si ottiene 2Av2 = 2λv2 + µv1 . Moltiplicando questa equazione scalarmente per v1 e ricordando che hv1 , v2 i = 0 e che A è simmetrica, otteniamo 2hv1 , Av2 i = 2hAv1 , v2 i = 2λ1 hv1 , v2 i = 0 = 2λhv1 , v2 i + µhv1 , v1 i = µ, cioè µ = 0. Dunque Av2 = λv2 . Moltiplicando quest’ultima scalarmente per v2 otteniamo infine hv2 , Av2 i = λhv2 , v2 i = λ, cioè f (v2 )(= λ2 ) = λ. Dunque Av2 = λ2 v2 , cioè il massimo λ2 di f |S n−2 è autovalore di A con autovettore v2 . c) Ripetiamo il procedimento, ottimizzando la funzione f sull’insieme S n−3 = {x ∈ S n−1 : hx, v1 i = 0, hx, v2 i = 0}, cioè con i tre vincoli g(x) = 0, h(x) = 0 e k(x) = hx, v2 i = 0. Sia λ3 = max f |S n−3 e sia v3 ∈ S n−3 un punto di massimo, λ3 = f (v3 ) (di nuovo l’esistenza del massimo è garantita dal teorema di Weierstrass). Esistono allora λ, µ, ν ∈ R tali che ∇(f − λg − µh − νk)(v3 ) = 0, cioè 2Av3 = 2λv3 + µv1 + νv2 . Moltiplicando questa equazione scalarmente per v1 si trova µ = 0; moltiplicandola per v2 si trova ν = 0. Dunque Av3 = λv3 . Moltiplicando questa scalarmente per v3 si ottiene f (v3 )(= λ3 ) = λ, da cui Av3 = λ3 v3 . Ovviamente sarà λ1 ≥ λ2 ≥ λ3 e v1 ⊥ v2 ⊥ v3 . d) Iterando il procedimento otteniamo l’insieme S n−k = {x ∈ S n−1 : hx, v1 i = hx, v2 i = · · · = hx, vk−1 i = 0} tale che, posto λk = max f |S n−k = f (vk ), si ha Avk = λk vk . Gli ultimi 3 insiemi saranno S 2 (sfera bidimensionale, per k = n − 2), S 1 (circonferenza, per k = n − 1) e S 0 (per k = n), che consiste di 2 punti simmetrici rispetto all’origine, S 0 = {vn , −vn }, essendo S 0 lo spazio ortogonale al vettore vn−1 in S 1 . Chiaramente f |S 0 è costante, essendo in generale f (−x) = f (x). Per dimostrare che l’ultimo vettore vn (che è ortogonale a v1 , v2 , . . . , vn−1 ) è autovettore di A, basta osservare che hvj , Avn i = hAvj , vn i = λj hvj , vn i = 0, ∀j = 1, 2, . . . , n − 1, 27 cioè il vettore Avn è ortogonale a tutti i vettori v1 , v2 , . . . , vn−1 , ed è quindi proporzionale a vn , Avn = λvn . Da questa segue subito che λ = λn = f (vn ). Per come sono stati definiti i vettori vk (usando i massimi ad ogni passo) si ha λ1 ≥ λ2 ≥ · · · ≥ λn , e λ1 = f (v1 ) è il massimo autovalore di A, mentre λn = f (vn ) è il minimo autovalore di A. Questo metodo dimostra che tutti gli autovalori di A sono reali essendo λk = f (vk ) ∈ R ∀k = 1, . . . , n. Il procedimento termina a S 0 perchè abbiamo costruito n vettori v1 , v2 , . . . , vn ortogonali tra loro e di norma 1, cioè una base ortonormale di Rn costituita di autovettori di A. Abbiamo dimostrato che il massimo di f su S n−1 coincide con il più grande autovalore di A, max f |S n−1 = λ1 . È facile dimostrare che il minimo di f su S n−1 coincide con il più piccolo autovalore di A (cioè λn ). Infatti, posto λ̃1 = min f |S n−1 e indicando con ṽ1 ∈ S n−1 un punto di minimo, si trova (procedendo come al punto a)) che Aṽ1 = λ̃1 ṽ1 , cioè il minimo di f su S n−1 è autovalore di A. Poichè tutti gli autovalori di A sono dei valori assunti da f su S n−1 , necessariamente λ̃1 sarà il più piccolo autovalore. In conclusione si ha che max f |S n−1 = massimo autovalore di A, min f |S n−1 = minimo autovalore di A, e i punti di massimo e di minimo sono i corrispondenti autovettori (normalizzati a 1). 32. Nell’esercizio 18 dei risolti si ha che, posto v = (x, y, z), 0 f (x, y, z) = xy + xz + yz = hv, Avi, dove A = 1 2 1 2 1 2 0 1 2 1 2 1 2 . 0 Per l’esercizio precedente, il massimo M e il minimo m di f sulla sfera unitaria coincidono con il massimo e il minimo autovalore della matrice A. Il polinomio caratteristico di A è 1 −λ 1 2 2 p(λ) = |A − λI| = 12 −λ 12 = − 14 4λ3 − 3λ − 1 . 1 1 −λ 2 2 Notando che p(1) = 0, possiamo scomporre con Ruffini ottenendo 2 p(λ) = −(λ − 1) λ + 21 , da cui M = 1, m = −1/2, in accordo con l’esercizio 18. Calcolando gli autovettori (normalizzati a 1) troviamo che v = ( √13 , √13 , √13 ) è autovettore di λ = 1, mentre qualsiasi vettore w = (x, y, z) ∈ S 2 tale che x+y +z = 0 è autovettore di λ = −1/2. Questi coincidono con i punti di massimo e di minimo ottenuti nell’esercizio 18. 33. a) Indichiamo con x il vettore generico di Rn , x = (x1 , x2 , . . . , xn ). Essendo g(x) = x21 a21 + x22 a22 + ··· + x2n a2n − 1, si ha subito che ∇g(x1 , x2 , . . . , xn ) = 2 28 x1 x2 , , . . . , xa2n a21 a22 n = 2B −2 x, dove B è la matrice diagonale a1 a2 B= ... an 1 a21 1 a22 −2 =⇒ B = .. . 1 a2n . Ricordando che ∇f (x) = 2Ax, il sistema ∇(f −λg)(x) = 0 diventa 2Ax = 2λB −2 x, cioè moltiplicando a sinistra per B 2 , B 2 Ax = λx. Se x soddisfa il vincolo, moltiplicando l’equazione Ax = λB −2 x scalarmente per x e notando che hx, B −2 xi = x21 a21 + x22 a22 + ··· + x2n a2n = 1, otteniamo hx, Axi = λ, cioè f (x) = λ. b) Notiamo che si ha B 2 A = B(BAB)B −1 , cioè la matrice B 2 A è simile alla matrice à = BAB. Ne segue che B 2 A e à hanno lo stesso polinomio caratteristico in quanto B 2 A − λI = B(BAB − λI)B −1 = B(à − λI)B −1 e dunque 2 B A − λI = à − λI . Quindi B 2 A e à hanno gli stessi autovalori. Inoltre si ha Ãy = λy se e solo se BABy = λy ⇔ (B 2 A)(By) = λ(By) ⇔ B 2 Ax = λx, dove x = By. c) Se x = By, cioè xj = aj yj , è immediato che X x2 X j = 1 ⇐⇒ yj2 = 1. 2 a j Inoltre poichè B è simmetrica, si ha f (x) = hx, Axi = hBy, AByi = hy, BAByi = hy, Ãyi. Da questo si deduce che ottimizzare f sull’ellissoide E n−1 è equivalente a ottimizzare la funzione f˜(y) = hy, Ãyi sulla sfera unitaria S n−1 . Utilizzando i risultati dell’esercizio 31, otteniamo che il massimo M di f |E n−1 è il più grande autovalore di Ã, e il minimo m di f |E n−1 è il più piccolo autovalore di Ã. 34. Nell’esercizio 12 dei proposti si ha che, posto v = (x, y, z), f (x, y, z) = xy + xz + yz = hv, Avi, dove A = 29 0 1 2 1 2 1 2 0 1 2 1 2 1 2 0 . Dobbiamo ottimizzare questa forma quadratica sull’ellissoide g(x, y, z) = x2 /4 + y 2 /4 + z 2 − 1 = 0. Possiamo allora applicare i risultati dell’esercizio precedente con n = 3, a1 = a2 = 2, a3 = 1. Detta B la matrice 2 0 0 B = 0 2 0 , 0 0 1 è sufficiente calcolare il 2 0 à = BAB = 0 minimo e il massimo autovalore della matrice 2 0 0 0 0 0 2 1 0 12 12 2 0 21 0 12 0 2 0 = 2 0 1 . 1 1 0 0 0 1 0 1 1 1 0 2 2 Il polinomio caratteristico di à è 1 −λ 2 p(λ) = à − λI = 2 −λ 1 1 1 −λ = −λ3 + 6λ + 4. Notando che p(−2) = 0 possiamo scomporre con Ruffini ottenendo √ p(λ) = −(λ + 2)(λ2 − 2λ − 2) = 0 ⇐⇒ λ = −2, 1 ± 3. Concludiamo che M = max f |g=0 = 1 + √ 3, m = min f |g=0 = −2, in accordo con i risultati dell’esercizio 12 (si veda anche l’esercizio 30). 35. Nell’esercizio 19 dei risolti, posto v = (x, y, z), si ha f (x, y, z) = (x + y + z)2 = x2 + y 2 + z 2 + 2xy + 2xz + 2yz 1 1 1 = hv, Avi, dove A = 1 1 1 . 1 1 1 Dobbiamo ottimizzare questa forma quadratica sull’ellissoide g(x, y, z) = 1 dove g(x, y, z) = x2 + 2y 2 + 3z 2 = x2 + „ y2 «2 √1 2 + „ z2 «2 . √1 3 Applichiamo i risultati dell’esercizio 33 con n = 3, a1 = 1, a2 = B la matrice 1 0 0 1 B = 0 √2 0 , 0 0 √13 30 √1 , 2 a3 = √1 . 3 Detta dobbiamo calcolare il minimo e il massimo autovalore della matrice 1 0 0 1 0 0 1 1 1 1 1 à = BAB = 0 √2 0 1 1 1 0 √2 0 0 0 √13 0 0 √13 1 1 1 1 √12 √13 = √12 21 √16 . √1 3 √1 6 (6) 1 3 Il polinomio caratteristico di à è √1 1−λ 2 1 − λ p(λ) = à − λI = √12 2 √1 1 √ 3 6 1 3 = −λ3 + −λ √1 3 √1 6 11 2 λ 6 = −λ2 (λ − 11 ). 6 Gli autovalori di à sono quindi λ = 0, 11 , e concludiamo che 6 M = max f |g=1 = 11 , 6 m = min f |g=1 = 0, in accordo con i risultati dell’esercizio 19. 36. Applichiamo i risultati dell’esercizio 33 con n = 3, a1 = a, a2 = b, a3 = c. Il massimo M e il minimo m di f (x, y, z) = xy + xz + yz vincolati all’ellissoide 2 2 x2 + yb2 + zc2 = 1 coincidono con il massimo e il minimo autovalore della matrice a2 ac 0 ab a 0 0 0 12 12 a 0 0 2 2 0 bc2 . à = BAB = 0 b 0 21 0 12 0 b 0 = ab 2 1 1 ac bc 0 0 c 0 0 0 c 0 2 2 2 2 Il polinomio caratteristico di à è ac −λ ab 2 2 ab p̃(λ) = à − λI = 2 −λ bc2 bc ac −λ 2 2 2 = − λ3 + 41 a2 b2 + a2 c2 + b2 c λ + 41 a2 b2 c2 = − 14 λ3 − a2 b2 + a2 c2 + b2 c2 λ − a2 b2 c2 = − 41 p(λ), dove p(λ) è il polinomio dell’esercizio 28. Poichè à è una matrice simmetrica, i suoi autovalori sono reali, dunque le radici di p(λ) sono tutte reali. Per il teorema dei segni di Cartesio, poichè p(λ) ha una variazione e p(−λ) ha due variazioni, p(λ) ha una radice positiva λ3 e due radici negative λ1 ≤ λ2 < 0. (Queste sono contate con la loro molteplicità, quindi è incluso il caso di a = b = c in cui λ1 = λ2 , si veda l’esercizio 29.) Dall’esercizio 33 si deduce che M = λ3 e m = λ1 , in accordo con i risultati dell’esercizio 28. 31 37. Poichè l’ellissoide definito da g(x) = hx, Axi = 3 X Aij xi xj = 1 i,j=1 è centrato nell’origine, dobbiamo determinare i punti sull’ellissoide a distanza massima e minima dall’origine. (La distanza massima è il semiasse maggiore, quella minima è il semiasse minore.) Si tratta quindi di determinare gli estremi della funzione distanza kxk, o del suo quadrato f (x) = kxk2 = x21 + x22 + x23 , con il vincolo g(x) = 1. Si ha (vedi esercizio 31) ∇f (x) = 2x, ∇g(x) = 2Ax. Sostituendo nel sistema ∇(f − λg)(x) = 0 otteniamo 2x = 2λAx =⇒ Ax = λ1 x. Quindi se (x, λ) risolve il sistema ( ∇(f − λg)(x) = 0 g(x) = 1, il punto critico vincolato x è autovettore di A e il moltiplicatore di Lagrange λ è il reciproco 1/µ di un autovalore µ di A. Inoltre moltiplicando l’equazione x = λAx scalarmente per x otteniamo hx, xi = kxk2 = f (x) = λhx, Axi = λ, cioè il moltiplicatore di Lagrange λ coincide con il valore di f nel punto critico vincolato x. Siano µ1 , µ2 , µ3 gli autovalori di A, con 0 < µ1 ≤ µ2 ≤ µ3 (ricordiamo che A è definita positiva). Da quanto detto sopra segue che o n M = max f |g=1 = max µ1 : µ è autovalore di A = µ11 , m = min f |g=1 = min n 1 µ o : µ è autovalore di A = 1 . µ3 Poichè f (x) è la distanza al quadrato di x dall’origine, concludiamo che il semiasse √ √ maggiore dell’ellissoide è 1/ µ1 , e il semiasse minore è 1/ µ3 . 32