percorso-sulla-tragedia - Progetto Teatro Classico

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La tragedia nell’antica
Grecia
il termine greco /tragodía/
τραγῳδία
"capro" (τράγος / trágos)
"cantare" (ᾄδω / ádô)
“canto dei capri”
 è un componimento poetico destinato alla
rappresentazione, di ampiezza variabile (
da un minimo di 1100/1300 versi a un
massimo di 1700/1800)
 costituita da un’ alternanza di parti
RECITATE e CANTATE
“Le parti della tragedia (…) nelle quali
distintivamente si divide, sono le seguenti:
prologo, episodio, esodo, canto corale, e di
questo parodo e stasimo; queste sono
comuni a tutte, particolari invece sono i
canti dalla scena e i compianti.”
(Aristotele, Poetica)
I tre tragediografi
Eschilo
Sofocle
Euripide
La nascita del teatro
• Intorno al VIII secolo a.C. in alcune πολεις iniziarono a
vedersi tribune con gradoni di legno nelle piazze. Solo
intorno al VI secolo iniziano a nascere le prime strutture
stabili che assomigliano a ciò che sarà il teatro classico.
• Solo nel 499 a.C ad Atene, in seguito al crollo dei
tavolati di legno usati come tribuna, durante quella che
sembra essere stata la prima rappresentazione di un
dramma di Eschilo, si scelse di spostare il luogo delle
rappresentazioni presso il santuario di Dionisio
Eleutereo.
Aspetti scenici
Lo spazio in cui sorgeva il teatro greco doveva
possedere delle caratteristiche ben precise per
collocare le strutture fisse (pendenze del terreno,
spazi posteriori alla scena, cavea e orchestra).
I gesti degli attori così come le vesti, le calzature e
le maschere, dovevano risaltare affinché anche
coloro che avevano trovato posti lontani dalla
scena potessero riconoscere i personaggi
fondamentali della tragedia. Le maschere che
indossavano avevano anche la funzione di
amplificare la voce degli attori.
“Uomo di teatro”
Il tragediografo viene
definito “uomo di teatro”
poiché egli non è solo
l’autore del testo, ma si
occupa anche della
musica, della coreografia e
della regia, oltre al fornire
indicazioni agli attori, ai
coreuti e agli artigiani.
Origini della tragedia
• L’autore che ci fornisce più informazioni sulla
nascita della tragedia è Aristotele: la tragedia,
come la commedia, ci dice il filosofo, nascono
dall’improvvisazione.
• Il primo nucleo della tragedia è da individuare nel
primo Σατυρικόν, una forma di dramma connessa
in qualche modo a Dionisio, da cui nacquero il
dramma satiresco e il ditirambo, e da quest’ultimo
nacque la tragedia.
Le tragedie
Di tutta la produzione teatrale ci sono pervenute
solo trentadue tragedie, undici commedie e un
dramma satiresco, nonostante supponiamo siano
state scritte molto più opere. Nel IV secolo
iniziarono a circolare una serie di copie delle
tragedie originali, che ne variarono il contenuto
parzialmente.
Che cos’è il mito?
Nell’antica Grecia, il mito (μύθος in greco) era un
racconto investito di sacralità che aveva il
compito di spiegare eventi o fenomeni che non
potevano essere dimostrati diversamente.
Ma certe volte assumeva anche una funzione
etico-morale e catartica: è per questo che anche i
filosofi usavano spesso inserire episodi mitologici
nei loro discorsi.
Il mito nella tragedia
Nelle tragedie che sono arrivate fino a noi il
mito fa riferimento a vicende in cui sia l’uomo
greco di allora che l’uomo di oggi si possono
riconoscere.
ESCHILO
525 ad Eleusi
Famiglia nobile
Abbiamo 7 tragedie
su 70/90 opere
12 vittorie
Muore a Gela nel 456 a.C
Tecnica teatrale e struttura
delle tragedie di Eschilo
2 attori rigidi e statici
12 coreuti
Il coro è molto importante.
Trilogie legate (ereditarietà della colpa)
SOFOCLE
 496 a Colono
 Famiglia nobile
 Abbiamo 7
tragedie su 130
opere
 18/24 vittorie
 Muore ad Atene nel
406 a.C
Tecnica teatrale e struttura
della tragedia di Sofocle
3 attori
15 coreuti
Il coro ha un ruolo fondamentale
Poco ricorso a divinità sulla scena: deus ex machina
Poco ricorso a scene di massa.
Struttura a dittico
Ironia tragica
Trilogie slegate
Personaggi di Sofocle
Molto dinamici: prendono coscienza del proprio
destino e maturano
La psicologia viene approfondita
Gli eroi sono umani e hanno pregi e difetti
Sono in continua lotta con il Fato
Vengono travolti da forti conflitti
Nuovo eroismo: solitudine scaturita dalla
consapevolezza
Non hanno nessuna incertezza neanche di fronte alla
morte
EURIPIDE





485 a Salamina,
muore nel 406 a.C.
Umili origini
Abbiamo 19
tragedie su 92
opere
 5 vittorie
Tecnica teatrale e struttura
della tragedia di Euripide
3 attori
Il coro ha una funzione marginale
Struttura a dittico (Ecuba) ma anche a “quadri
giustapposti”(le Troiane)
Colpi di scena
Deus ex machina
Elementi romanzeschi
Lieto fine (Alcesti)
Le Baccanti
 È l’ ultima tragedia composta da Euripide e fa parte di una
tetralogia che gli permise di vincere le “ Grandi Dionisie”
 La trama si incentra in gran parte sullo scontro tra il dio Dioniso e
il re di Tebe Penteo, i due personaggi protagonisti della tragedia
 Dioniso è giunto a Tebe per istituire il suo culto e vendicare la
morte della madre Semele; così infatti invasa le donne tebane
che si ritirano sul monte Citerone per dedicarsi ai riti dionisiaci. Il
dio convince il re Penteo a travestirsi da donna per assistere ai riti
ma viene scambiato per un leone e ucciso dalle donne tra le quali
era presente la sua stessa madre.
Le tematiche principali
Questa tragedia è sempre stata vista come
un’opera religiosa, pur essendo Euripide
considerato laico.
Infatti esorta gli uomini a venerare sempre gli
dei e a non mettersi mai contro di essi
Dioniso rappresenta un po’ il fulcro dell’intera
tragedia ma viene descritto come una divinità
spietata nel punire chi in lui non crede
Possiamo inoltre notare come avvenga un rovesciamento
dei ruoli: Penteo da uomo di potere quale era diviene
vittima di un inganno e quindi impotente, da parte del dio
che invece,travestitosi da straniero, rivela la sua natura
umana
Così Euripide può affrontare un tema molto importante, la
follia che è provocata dalla spietata crudeltà di Dioniso
verso coloro che hanno scatenato la sua ira. Infatti nello
scontro tra i due non può che vincere il dio che scaglia la
sua vendetta e la sua punizione sul re.
“ Molte cose compiono gli dei in modo imprevedibile. Non
si avvera ciò che si attendeva, e il dio trova un esito alle cose
impreviste. Così finisce questa vicenda.”
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