Rassegna Stampa del 28/03/2011

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AESVI
Rassegna Stampa del 28/03/2011
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INDICE
AESVI
26/03/2011 Corriere della Sera - NAZIONALE
LA TOP TEN DEI VIDEOGIOCHI
6
VIDEOGIOCHI
26/03/2011 La Repubblica - Nazionale
Bambole e vestiti rosa ecco perché ritorna il modello piccole donne
8
26/03/2011 Il Mattino - NAZIONALE
Lunga notte in coda, boom dì vendite per l'Pad2
10
26/03/2011 ItaliaOggi
Il Carroccio ora vuole schedare chi esagera con i videogiochi
11
26/03/2011 L Unita - Nazionale
Videogiochi della Gioventù
12
25/03/2011 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Taranto
Se il videogame dell'Ilva diventa un caso
13
25/03/2011 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Taranto
Scoppia la polemica sul videogioco dell'Ilva
14
26/03/2011 La Gazzetta dello Sport - NAZIONALE
Serena, spot troppo sexy E i produttori lo censurano
15
25/03/2011 Il Venerdi di Repubblica
UCCELLI ARRABBIATI? GIOCATORI ENTUSIASTI
16
25/03/2011 Il Venerdi di Repubblica
INVASIONE NEGLI USA
17
26/03/2011 Milano Finanza - Personal
iPad 2 fa un bel salto avanti
18
25/03/2011 Panorama
Per risparmiare basta una ciabatta
19
25/03/2011 Audio Review
MUSICA ROCK-POP / 1
21
25/03/2011 Audio Review
MUSICA ROCK-POP / 2
35
25/03/2011 Chip
Guerra a WikiLeaks
45
25/03/2011 Chip
Nuova vita per l`hardware antiquato
49
25/03/2011 Chip
Tanta potenza con un'ottima dotazione
53
25/03/2011 Chip
TIPS & TRICKS/ 1
55
25/03/2011 Chip
TIPS & TRICKS/ 2
65
25/03/2011 Win Magazine
I MIGLIORI PRODOTTI EDITORIALI CON SCONTI FINO AL 50 %!
73
25/03/2011 Win Magazine
Gli allegati del mese
76
25/03/2011 Win Magazine
PlayStatipn 3 il crack continua
77
24/03/2011 AGI 13:22
VIDEOGIOCHI: ARRIVA 'CRYSIS 2' L'AVATAR DEI VIDEOGAME
82
24/03/2011 AGI 15:24
VIDEOGIOCHI: NINTENDO DS DIVENTA 3D, DA DOMANI IN VENDITA
83
24/03/2011 ANSA 00:07
Arriva videogame Crysis 2
84
24/03/2011 La Stampa Web 11:28
Arriva "Crysis 2", l'Avatar dei videogame
85
24/03/2011 Punto Informatico 03:37
Gioventu' ribelle, rinvio per eccesso di critiche
86
24/03/2011 Punto Informatico 04:44
Duke Nukem, ti aspetteremo forever
87
24/03/2011 Repubblica.it 08:03
Errori storici e troppi morti il flop del videogame sul Risorgimento
88
24/03/2011 Repubblica.it 16:40
'Gioventù ribelle', ritirato il demo "Troppe strumentalizzazioni"
90
24/03/2011 La Provincia di Frosinone
Quinta edizione del memorial dedicato a 'Davide Calicchia'
91
26/03/2011 Alias
La nuova sfida dei Pokémon
92
26/03/2011 Alias
Un tuffo senza occhialini
94
27/03/2011 Il Sole 24 Ore - Domenica
Computer in aula? Con cautela
95
27/03/2011 Il Sole 24 Ore - Domenica
Così si realizza il sogno educativo di John Dewey
98
26/03/2011 Sport Week
LE DIECI APP PER IPAD DEDICATE ALLA FORMULA 1
100
25/03/2011 Eurosat
Ricevitore DTT HD FTA NexPro 2012T HD Più divertente con l'HD
101
25/03/2011 Eurosat
Nintendo 3DS debutta il 25 marzo
105
24/03/2011 Key4Biz
A soli quattro mesi dal lancio di Amazon.it, sito che offre una vasta scelta di libri,
DVD, videogiochi, musica, giocattoli, piccoli elettrodomestici, orologi ed elettronica a
prezzi bassi e convenienti, la...
106
AESVI
1 articolo
26/03/2011
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 43
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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LA TOP TEN DEI VIDEOGIOCHI
POKEMON WHITE DS NINTENDO
POKEMON BLACK
WII PARTY WII NINTENDO
DRAGON AGE 2 PS3 ELECTRONICS ARTS
X-BOX 360
KILLZONE 3 PS3 SONY
WII FIT PLUS BALLANCE BOARD
ART ACADEMY
MARIO SPORTS MIX
DUST DANCE WII UBISOFT
AESVI - Rassegna Stampa 28/03/2011
6
VIDEOGIOCHI
38 articoli
26/03/2011
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 29
(diffusione:556325, tiratura:710716)
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Bambole e vestiti rosa ecco perché ritorna il modello piccole donne
Gli esperti: bambine più brave a scuola e nello sport, ma troppi falsi miti Un ritratto fra infanzia e adolescenza
in un convegno alla Bicocca di Milano L'educazione femminile si orienta verso un ruolo tradizionale
MARIA NOVELLA DE LUCA
NEGLI studi eccellono, negli sport sono bravissime, con la tecnologia corrono alla pari dei loro colleghi
bambini, vincono di due punti in tutte le materie scolastiche, parlano fin da piccole una lingua straniera e nel
futuro, si sa, avranno lauree brillanti e curriculum con lode.
Sono le bambine anni Duemila, sapienti ed esperte come tutti i "Millennials", i nati all'inizio di questo secolo,
dotate di competenzee abilità sconosciute alle generazioni precedenti. Eppure entrando nelle loro camerette,
rigorosamente rosa, sembra di fare un salto all'indietro, ciò che domina è tutt'altro immaginario, è il sexy
mondo delle bambole Winx, i trucchi e gli smalti per apparire donne formato baby, i cellulari con le custodie
confetto,e collane di libri dove le eroine femminili possono tutto, sì, purché siano però seduttive, bellissime,
naturalmente magre, con gambe da gazzella e capelli da sirena... Ritratto delle bambine italiane in quell'età
che corre tra la fine dell'infanzia e l'alba dell'adolescenza, strette tra nuovi modelli e vecchi stereotipi, così
come le racconta un convegno che si apre il 30 marzo all'università Bicocca di Milano. A quasi 40 anni
dall'uscita del libro cult di Elena Gianini Belotti "Dalla parte delle bambine", che nel 1973 denunciò come e
quanto fin dai primi anni di vita, l'educazione delle femmine risentisse di condizionamenti e «indirizzi» verso
un modello di donna subalterno e tradizionale, pedagogisti ed educatori sono tornati nel modo delle più
piccole. Per scoprire, come spiega Barbara Mapelli, docente di Pedagogia della differenza, «che c'è una
spinta a riportare le bambine nel mondo di una femminilità esasperata, dai libri di testo alla pubblicità, dai
giocattoli alla narrativa, dalla moda ai videogame, tutto descrive una figura di donna che culla e accudisce,
che torna nella sua casalinghitudine, ma nello stesso tempo per vincere deve essere dotata di un corpo
meraviglioso e attraente». Dove le bambole hanno le ali, sono eteree, ma poi indossano stivali fetish e abiti
inguinali, in una radicalizzazione degli stereotipi che sull'altro fronte, "cerca di spingere i maschi ad un nuovo
culto di forza e machismo". Uno scenario descritto anche da Loredana Lipperini in un libro uscito nel 2007 e
continuamente ristampato "Ancora dalla parte delle bambine", un viaggio nel mondo anticipato da Elena
Gianini Belotti, ma attualizzato ai nostri giorni, per constatare quanto poco sia cambiato dagli anni Settanta. E
come mai oggi le figlie di quelle donne che a fatica hanno conquistato pezzetti di parità, facciano fare affari
d'oro all'industria dei cosmetici per ragazzine, destreggiandosi tra scarpe con il tacco, microgonne e Winx,
Bratz, Witch, Blyte, bambole vestite da discoteca, il cui stile si replica nei videogame e nei giornalini, dove si
discute di moda, amori e addirittura diete, con un target mirato a preadolescenti che non hanno nemmeno
compiuto i 10 anni.
Ma non tutto è come appare, precisa Carmen Leccardi che dirige il "Centro per lo studio dei problemi di
genere" dell'università Bicocca. Perché queste stesse bambine sono poi in cima alle classifiche di rendimento
scolastico, e se l'essere veline o vincere "Amici" costituisce il desiderio di una congrua parte di questo mondo
infantile "precocemente reso adulto e sessualizzato", c'è una buona fetta di ragazzine che dalla vita vuole e
sogna altro. «Di fronte alla crescita del ruolo delle donne c'è stata una infatti una reazione inversa - chiarisce
Carmen Leccardi - il mercato, ma anche un certo tipo di cultura, hanno ricominciato ad esaltare il "genere", tu
sei femmina dunque ti vesti di rosa, giochi con le bambole e devi essere bella, tu sei maschio e giochi con le
armi e i supereroi... Le bambine però - conclude Leccardi - hanno colto lo spirito del tempo, e seppure con
ambivalenza cercano di dominarlo». E se Emi Beseghi, docente di Letteratura per l'Infanzia all'università di
Bologna, mette in luce quanto anche nei libri ci sia una nuova declinazione al femminile, in un impoverimento
di testi dove le parole chiave sono ossessivamente bellezza, magia, seduzione, Maria Rita Parsi, psicologa e
attenta conoscitrice del mondo dei più piccoli, spezza una lancia in nome delle bambine. «Il tentativo di
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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26/03/2011
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 29
(diffusione:556325, tiratura:710716)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
rimettere le donne nei ruoli tradizionali è costante e non tramonta, ha riguardato le madrie oggi mira alle figlie,
ma queste ragazzine sono più colte, più sicure, e con molti esempi positivi davanti agli occhi: possono anche
vestirsi di rosa, ma non rinunceranno per questo alla realizzazione di se stesse». PER SAPERNE DI PIÙ
www.formazione.unimib.it www.istat.it
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
9
26/03/2011
Il Mattino - Ed. nazionale
Pag. 13
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Titti Santamato Roma. C'è chi ha passato la notte davanti alle vetrine, chi in macchina nei parcheggi dei
centri commerciali portandosi «il vecchio iPad per vedere un film», chi ha fatto capolino con le prime luci
dell'alba: l'iPad 2 è sbarcato anche in Italia e sono tornati - come da manuale e come in tutto il mondo - i
professionisti della coda. File composte, che alle 17 in punto, quando è scattata l'ora X per l'acquisto, si sono
mosse come un sol uomo per passare le transenne che separavano dall'oggetto del desiderio. A Milano,
dopo un'attesa di più di trenta ore, il primo a varcare la soglia dell'Apple Store di Carugate è Roberto, 24 anni,
studente all'ultimo anno di specialistica di economia aziendale, un vero fan di Steve Jobs: è uno dei blogger
di iSpazio, il portale italiano che tiene aggiornati sui gadget della mela morsicata. «Ne è valsa la pena», dice
contento. Ad accompagnarlo nell'impresa due amici di blog (abile strategia di marketing, indossano anche le
t-shirt con il loro logo) tra cui Alessandro Dimo, 25 anni, cuoco a Saronno («Oggi ho preso un giorno di ferie,
vuoi mettere, per l'iPad!», racconta). Dietro di loro Antonio, 33 anni, che ha già il vecchio iPad che forse
venderà per abdicare al nuovo tablet, da 64 Gb e bianco. Quella della scelta del bianco, uno dei colori-novità
del nuovo tablet, sembra incontrare i favori dei fan. «Quello nero sa un pò di vecchio», dice Jacopo, 20 anni,
il primo acquirente dell'iPad 2 al centro Commerciale Roma Est. Anche lui è un blogger di iSpazio (che ha
imperversato in questo evento). È uno studente della facoltà di Architettura a Venezia ed è arrivato a Roma
da Verona. «Sono contentissimo - dice - ho già l'iPad 1 ma questa è un'ottima rivisitazione». Le code non
sono mancate negli altri store monomarca di Bergamo Orio al Serio e Torino, ma anche nei rivenditori
autorizzati disseminati in tutta Italia. Al momento non si conoscono i pezzi venduti - dai commenti si deduce
che i negozi erano tutti ben forniti - probabilmente sarà nelle prossime ore la stessa azienda di Cupertino a
divulgare i dati sui 25 paesi, compresa l'Italia, in cui ieri l'iPad 2 è stato lanciato (tra cui Gran Bretagna,
Francia e Australia, c'erano code anche lì). C'è chi invece ha fatto la veglia davanti al pc: era infatti possibile
dalle due di ieri mattina acquistare l'Ipad 2 sull'Apple Online Store, i tempi di consegna previsti oscillano tra le
tre e le quattro settimane. E gli analisti sono anche preoccupati del fatto che Apple dovrà affrontare forse dei
ritardi nelle consegne per le carenze di componenti chiave (come la batteria e la memoria flash) che arrivano
dal Giappone colpito dal terremoto e dallo tsunami (e anche il lancio dell'iPad 2 nel Sol Levante è stato
rimandato). Infine una notizia buona per chi ha appena acquistato l'iPad 2, rilanciata dalla rete: Apple ha
appena rilasciato l'iOS 4.3.1, il nuovo sistema operativo per iPhone, iPod Touch e anche per iPad. È quindi
un primo aggiornamento che potrebbe risolvere i problemi di grafica riscontrati con iOs 4.3. L'altra rivoluzione,
arrivata sempre ieri in Italia: Nintendo 3DS. I videogiochi tridimensionali diventano così portatili: questa è
infatti la prima console per i videogiochi e l'intrattenimento «da passeggio» che offre la possibilità di fruire ad
occhio nudo di contenuti a tre dimensioni. Lo tsunami e il sisma che hanno colpito il Giappone non hanno
influito sui livelli produttivi del colosso nipponico dei videogame, perchè la sede centrale a Kyoto non ha
subito alcun danno, mentre gli stabilimenti produttivi sono dislocati in Cina. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Lunga notte in coda, boom dì vendite per l'Pad2
26/03/2011
ItaliaOggi
Pag. 2
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Il Carroccio ora vuole schedare chi esagera con i videogiochi
ALESSANDRA RICCIARDI
Sarà pure un po' illiberale e un tantinello da stato etico, ma poi quando le famiglie collassano e le persone si
ammalano, è comunque lo stato a dover far fronte ai costi, sanitari e sociali. Tanto vale allora mettere dei
limiti contro l'eccesso di gioco che crea dipendenza e manda gambe all'aria le famiglie. Come? Con un tetto
alle giocate, in proporzione al reddito individuale, oltre il quale non si può puntare ai videogiochi. La trovata è
della Lega Nord, che vuole mettere in piedi un tavolo congiunto tra governo, autorità sulla privacy e gestori
del settore per una disciplina di natura protezionistica. Il partito di Umberto Bossi avrebbe trovato anche lo
strumento utile per l'identifi cazione e dunque l'applicazione dei tetti: la tessera sanitaria, da inserire nelle
macchinette prima di giocare. Un po' come avviene con le sigarette da comprare ai distributori automatici. Il
progetto è stato partorito al senato, primo fi rmatario della mozione che impegna il governo è Sergio Divina,
presidente della commissione di controllo prezzi. «La tessera sanitaria può contenere più dati, il codice fi
scale, che consente di identificare la persona, ma anche il reddito», spiega Divina, «ed è dunque lo strumento
migliore, da aggiornare con un microchip, per limitare le giocate giornaliere in modo che non possano
superare un tetto ragionevole, oltre il quale si compromette lo svolgimento di una vita normale». E la privacy?
«Ci rendiamo conto che c'è bisogno di una sinergia di vari soggetti istituzionali perché il progetto possa
essere realizzato, il garante della privacy in primis. Ma il reddito verrebbe conosciuto solo dalla macchinetta,
non da altri». E la libertà degli individui? «E che vuol dire, non è mica il primo intervento di limitazione a cui
ricorre lo stato nell'interesse del singolo e della collettività». Pare che anche al Nord siano sempre più le
persone che con l'aumentare della crisi e delle difficoltà economiche sperano nel gioco per uscirne con un
colpo di fortuna. «La fortuna è un miraggio per tanti», ragiona il senatore del Carroccio, «mentre il gioco
eccessivo crea dipendenza, è una malattia».
Foto: Umberto Bossi
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
IL CASO DEL GIORNO
26/03/2011
L Unita - Ed. nazionale
Pag. 22
(diffusione:54625, tiratura:359000)
Videogiochi della Gioventù
Caro direttore, vorrei tranquillizzare Emilio Bellu e i lettori dell Unità: il videogioco Gioventù Ribelle non è
costato e non costerà allo Stato neppure un euro. D'altra parte il Ministero della Gioventù non produce
videogiochi, si occupa di altro. Nello specifico, relativamente al programma Gioventù Ribelle, si impegna a
divulgare le gesta dei giovani protagonisti del Risorgimento italiano. E lo fa realizzando o promuovendo
mostre, libri, viaggi, tour teatrali, etc. A proposito del videogioco, si tratta di un progetto svolto a titolo
totalmente gratuito da parte di un gruppo di studenti dello Ied, con il supporto di Assoknowledge.
Naturalmente noi non abbiamo la competenza per giudicare la qualità tecnica del prodotto. Spetterà ad altri
farlo. Siamo comunque grati a tutti coloro i quali si stanno spendendo volontariamente e gratuitamente per
dare vita a questo piccolo sogno. Solo alla fine dell anno potremo conoscere il risultato ultimo e la sua qualità,
essendo un open source, dipenderà anche da quanti avranno la voglia e il coraggio di contribuirvi con proprie
risorse tecniche, scientifiche, economiche, culturali. Giorgia Meloni * Ministro della Gioventù
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
12
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
GIORGIA MELONI *
25/03/2011
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Taranto
Pag. 37
(diffusione:48275, tiratura:63756)
Se il videogame dell'Ilva diventa un caso
l «"Raccogli il minerale!". Incredibile questo videogame educativo» presente nel sito dell'Ilva per le scuole.
Bisogna spostarsi con il cursore e intercettare palline di minerale che cadono dal cielo: gli abitanti del
quartiere Tamburi lo fanno ogni giorno con scope e palette. Non credo che siano entusiasti di farlo anche con
un videogame!!». Alessandro Marescotti, leader di Peacelink, su Facebook critica l'iniziativa del Gruppo Riva
che rientra nella campagna sulla sicurezza. Dall'azienda respingono le strumentalizzazioni e spiegano: «Ci
rivolgiamo ai più piccoli per creare un cultura della sicurezza» COLUCCI A PAGINA IX >>
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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POLEMICA SULL'AMBIENTE
25/03/2011
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Taranto
Pag. 45
(diffusione:48275, tiratura:63756)
Scoppia la polemica sul videogioco dell'Ilva
l «"Raccogli il minerale!". Incredibile questo v i d e o ga m e educativo» presente nel sito dell'Ilva per le
scuole. Bisogna spostarsi con il cursore e intercettare palline di minerale che cadono dal cielo: gli abitanti del
quartiere Tamburi lo fanno ogni giorno con scope e palette. Non credo che siano entusiasti di farlo anche con
un v i d e o ga m e !!». A dar fuoco alle polveri è il leader di Peacelink Alessandro Marescotti. Insomma, il
videogioco on line ideato dall'Ilva per le scuole nell'ottica dei giochi educativi del «Progetto scuole» agli
ambientalisti non piace. Marescotti non è uno che le manda a dire e usa la sua bacheca, sul social network
Facebook, per lanciare la discussione. Che subito si «accende», dando luogo a pirotecnici commenti. Da chi,
con ironia, dichiara di aver raggiunto «il secondo livello», ma di essersi trovato di fronte a pezzi di minerale
che cadevano «troppo velocemente» per poter essere intercettati, a chi, più pro-
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
14
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IL CASO NEL MIRINO ECOLOGISTA «RACCOGLI IL MINERALE». L'AZIENDA: NO A
STRUMENTALIZZAZIONI
26/03/2011
La Gazzetta dello Sport - Ed. nazionale
Pag. 35
(diffusione:368484, tiratura:513197)
Serena, spot troppo sexy E i produttori lo censurano
Calze a rete, body attillato e mosse ammiccanti. Serena Williams appare così nello spot del videogioco di
tennis Top Spin. «La tennista più sexy, sfida la giocatrice virtuale più sexy» si legge sul video mentre una
Serena truccatissima aggredisce lo schermo con sguardo accattivante. L'ex numero uno al mondo, reduce
dal ricovero per un'embolia polmonare, sfida una sexy giocatrice in un match virtuale molto «caldo». A
guardarlo tutto sembrerebbe tranne la pubblicità di un gioco... Troppo spinto per il pubblico di ragazzi a cui è
destinato il prodotto: pare dunque che la 2K Games, casa di sviluppo del gioco, lo abbia censurato. ma
intanto su Youtube è cliccatissimo REUTERS
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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IL VIDEOGIOCO «TOP SPIN»
25/03/2011
Il Venerdi di Repubblica - 25 marzo 2011
Pag. 86
(diffusione:687955, tiratura:539384)
UCCELLI ARRABBIATI? GIOCATORI ENTUSIASTI
ERNESTO ASSANTE
Il gioco è semplice e divertente: oisogna far volare degli uccelli, JL finché non vanno a colpire delle strutture
che devono crollare. Si chiama Angry Birds ed è il successo più grande della Rovio, una casa di produzione
di casual games, ovvero giochi facili e immediati. La Rovio ha incassato 50 milioni dalle varie versioni del
gioco, scaricabile dai diversi «app store» di Apple e di Android. La nuova versione, Angry Birds Seasons. Go
Green, Get Lucky, è appena uscita, con 15 nuovi livelli ed è già liberamente scaricabile su Android Market di
Google ed App Store di iTunes per iPhone, iPod Touch e iPad prima e seconda versione. Ma il gioco ha
anche conquistato il Playstation Network e, tra breve, un nuovo gioco verrà distribuito in esclusiva su
Amazon. È la dimostrazione che il rapporto che si è creato tra internet, le apps, i nuovi device portatili
(smartphone e tablet) e i giochi semplici, a basso contenuto grafico, sta aprendo una nuova stagione, che
coinvolge non soltanto i più giovani, mercato naturale dei videogame, ma anche gli adulti e chi è in cerca di
qualche minuto di intrattenimento e di gioco. Insomma, i cambiamenti in atto stanno portando i videogiochi
sempre più verso la rete e al tempo stesso verso un'immediatezza che è fondamentale per lo sviluppo di un
mercato ancora più ampio e tutto, ovviamente, online, privo di supporti e supergenerazionale. • • GLI ANGRY
BIRDS GRANDE SUCCESSO DELLA ROVIO: È APPENA USCITA LA NUOVA VERSIONE
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
16
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INTERNET
25/03/2011
Il Venerdi di Repubblica - 25 marzo 2011
Pag. 87
(diffusione:687955, tiratura:539384)
INVASIONE NEGLI USA
Anche se fantomatica, la guerra di Homefront ferisce. Merito della sceneggiatura di John Milius (da
Apocalypse Nowa Un mercoledì da leoni e Alba Rossa) che, con una perizia fuori dal comune per un
videogame, ci fa attraversare i drammi e le follie dell'invasione degli Usa da parte della Nord Corea. Un gioco
breve, con un inizio indimenticabile, una parte centrale di alto livello e una finale ordinario. Comunque da
provare, ma solo sopra i 18 anni. Homefront, Thq, per pc, Ps3 e Xbox 360,60 euro circa. LW 650 TVBOX
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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Il videogame
26/03/2011
Milano Finanza - Personal
Pag. 2
(diffusione:100933, tiratura:169909)
iPad 2 fa un bel salto avanti
Davide Fumagalli
La fila per conquistare uno dei primi esemplari di iPad 2, il nuovo tablet di Apple in vendita in Italia dalle 17 di
venerdì 25 marzo,è iniziata giovedì sera, quando gli appassionati hanno iniziato la lunga attesa incoraggiati
anche dalla temperatura primaverile. Una volta usciti dal negozio di Apple potranno constatare tutti i progressi
fatti nei 12 mesi scarsi dalla presentazione del primo modello, che non si limitano alle sole caratteristiche
tecniche. Lo stesso guscio in alluminio di iPad 2, pur essendo più sottile di un terzo rispettoa quello del primo
iPad, è infatti più robusto grazie allo stesso processo produttivo del MacBook Pro, ossia «scavato» con frese
a controllo numerico partendo da un singolo blocco di metallo. Questo permette di raggiungere una solidità e
un livello qualitativo che si percepiscono al primo tocco, e consente anche di ovviare alla necessità di
proteggere iPad 2 dagli urti con una custodia di tipo tradizionale, che aumenterebbe lo spessore. Con il
nuovo tablet Apple propone infatti Smart Cover, una custodia composta da una sola copertina in materiale
sinteticoo pelle che si aggancia perfettamentea iPad2 attraverso una cerniera magnetica, capace di allinearsi
automaticamente al display. Smart Cover si può inoltre ripiegare per trasformarsi in un supporto per facilitare
la scrittura tramite la tastiera virtuale,o in un leggio per guardare comodamente filmati sul luminoso display da
9,7 pollici. Tutte queste caratteristiche, insiemea quellea cui già ha abituato il primo iPad, sono alla base della
piacevolezza ed efficacia nell'uso che differenzia iPad2 dagli attuali tablet della concorrenza, a prescindere
dalle caratteristiche tecniche che pur sono di prim'ordine. Il nuovo tablet adotta infatti il nuovo chip A5
sviluppato da Apple che integra un processore di tipo dual core, capace di raddoppiare le prestazioni rispetto
al precedente, e una scheda grafica che consente prestazioni nove volte superiori, fornendo così il supporto
ideale a programmi come iMovie e Garage Band (vedere recensione a lato) così come ai videogame
tridimensionali. Nessun problema per la compatibilità, dal momento che tutte le decine di migliaia di
applicazioni per iPad funzionano senza problemi sul nuovo tablet. iPad 2 integra anche due videocamere,
una frontale con risoluzione Vga per le videochiamate attraverso il software Face Time compatibile con
iPhone 4, iPod Touch di quarta generazione e i computer Mac, e una posteriore che permette di registrare
video in qualità HD. Le prestazioni superiori si sono rivelate comodissime non solo per le attività ludiche ma
anche in ambito professionale, per esempio per le presentazioni aziendali effettuate con KeyNote e iPad 2
connessoa uno schermo tv, raggiungendo una velocità paragonabile a quella di un vero computer portatile.
Grazie all'ultima versione di iOS, iPad 2 è inoltre in grado di visualizzare sullo schermo tv video e foto
memorizzate nel tablet connettendosi senza fili alla Apple tv, oppure direttamente al televisore tramite un
adattatore con porta Hdmi per poi vedere sullo scherm o u n a copia esatta di tutto quanto accade su iPad 2
grazie alla funzione di Video Mirroring. Tutte le migliorie introdotte non hanno fortunatamente avuto impatto
sull'autonomia della batteria, che ha confermato la durata record del primo iPad di quasi dieci ore in un uso
reale. E neanche sul prezzo di iPad 2, allineato a quello del precedente tablet nei modelli con scheda 3G e
addirittura ridotto leggermente per quelli Wi-Fi. (riproduzione riservata) o alle sole esso guscio ssendo più ello
del prigrazie allo l MacBook a controllo lo blocco di aggiungere itativo che , he aumenuovo tablet C rispetto al
precedente, e una scheda grafica che consente prestazioni nove volte superiori, fornendo così il supporto
ideale a programmi come iMovie e Garage Band (vedere recensione a lato) così come ai videogame
tridimensionali. Nessun problema per la compatibilità, dal momento che tutt l d i di i li i di li i i cade su iPad 2
grazie alla funzion Video Mirroring. Tutte le migliorie in d tt h f t t t
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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TECH
25/03/2011
Panorama - N.14 - 31 marzo 2011 - tabloid
Pag. 18
(diffusione:446553, tiratura:561533)
Per risparmiare basta una ciabatta
Tv, decoder, dvd, hi-fi. soprattutto le console per videogiochi : in standby, con la lucina blu, rossa, verde
accesa, succhiano HI per cento dei consumi di elettricità. Serve una multipresa con interruttore.
MARCO MORELLO
Per risparmiare 70 euro l'anno non erve nemmeno uscire di casa. Basta 'guardarsi intomo e staccare la spina
a tutti gli apparecchi in stand-by, quelli che hanno una spia rossa, verde o blu perennemente accesa: lucina
che potrà sembrare innocua ma che invece costa cara, più o meno l'il per cento del consumo medio
domestico in un anno. La stima riguarda decoder, lettori di dvd, impianti hi-fi, televisori e così via. «Soprattutto
chiama in causa le console dei videogiochi, che possono arrivare a consumare più di un frigorifero» avverte
Andrea Poggio, vicedirettore generale di Legambiente. Non a caso la nuova regolamentazione europea ha
fissato a 1 watt la soglia massima di potenza assorbita in stand-by, che diventano 2 se c'è un pannello
informativo importante. «Però oggi» rileva Poggio «troviamo nei negozi stampanti laser, router o alcune
macchinette del caffè che, in apparenza spente, consumano fino a 9 watt. E se staccare la spina può
sembrare una soluzione brutale, allora si possono usare delle ciabatte multipresa con interruttore. Perché,
attenzione, non tutti gli apparecchi sono dotati di lucina luminosa». Il risparmio casalingo, che immaginato per
l'intera Italia significa grosse cifre risparmiate nell'impori di gas e greggio, e un rilevante contenimento della
potenza di generazione elettrica installata necessaria, passa insomma da piccoli gesti quotidiani. È una
questione di abitudini prima ancora che di utilizzo di elettrodomestici di classe superiore. Lo conferma una
ricerca riportata dalla BTicino, secondo la quale la sola presenza di un contatore su cui visualizzare giorno
dopo giorno i consumi domestici genera approcci energetici virtuosi, che si traducono in un altro 10-15 per
cento di sconto in bolletta. «Certo» commenta ancora il vicedirettore di Legambiente, che ha riunito tanti
pratici consigli nel sito Viviconstile.org, «ogni atteggiamento corretto diventa vano se poi si possiede uno di
quei 5 milioni di stufette e boiler che ancora vengono utilizzati nelle case italiane Se dovessi indicare dei
prodotti da mettere al bando, al primo posto piazzerei tutti quelli che generano riscaldamento tramite
resistenza elettrica». All'opposto si collocano gli elettrodomestici di nuova generazione, così innovativi che è
stato necessario riscrivere l'etichetta energetica (di solito sul retro) inserendo categorie superiori (scheda in
questa pagina). Un frigorifero di classe A++, per esempio, consuma anche la metà rispetto alla semplice
classe A. Si risparmiano 30 euro l'anno, che diventano 70 se il paragone si fa con la classe C. La tecnologia
è andata oltre: la Samsung, per esempio, propone la lavatrice Ecolavaggio, che consente di ottenere a soli 15
gradi un risultato paragonabilea quello di una macchina tradizionale a 40 gradi, con un risparmio energetico
di circa il 70 per cento; la stessa percentuale di efficienza energetica in più di una normale cucina la
raggiunge la Greenkitchen della Whirlpool, sistema che da solo ottimizza l'utilizzo di acqua e calore È proprio
questa intelligenza artificiale incorporata, la capacità di individuare in automatico i settaggi per consumare di
meno, la tendenza che sembra destinata ad affermarsi. Con benefici per tutto il Paese: il centro studi della
Confindustria stima in 3,2 miliardi di euro l'impatto economico complessivo delle misure di efficienza
energetica degli elettrodomestici da qui al 2020. •
Come scoprire quanto consumano gli elettrodomestici Per diffondere elettrodomestici a basso consumo
e quindi più rispettosi dell'ambiente, l'Unione Europea ha definito una nuova etichetta standard. L'etichettaè
facoltativa ma diverrà obbligatoria per i costruttori da dicembre. Nella parte superiore sono indicati il nome del
produttore e la classe (A+++ indica i consumi più bassi). La parte inferiore dell'etichetta è specifica del tipo di
elettrodomestico. I simbolini sono spiegati in sequenza nelle tre didascalie sotto. LAVATRICE Consumo
medio all'anno di elettricità Consumo acqua (220 lavaggi) Carico max biancheria prog. standard Efficacia
centrifuga Rumore in decibel lavaggio Rumore in decibel centrifuga FRIGO Consumo medio all'anno di
elettricità Capacità di conservazione in litri Capacità di congelazione in litri Rumore in decibel
LAVASTOVIGLIE Consumo medio all'anno di elettricità Consumo annuo acqua (280 lavaggi) Efficacia
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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speciale energia
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Panorama - N.14 - 31 marzo 2011 - tabloid
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(diffusione:446553, tiratura:561533)
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asciugatura Coperti lavabili insieme prog. standard Rumore in decibel
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Audio Review - Febbraio 2011
Pag. 102
Il disco del mese Ho sognato troppo l'altra notte? Sony Prezzo € 18,00 MAURO E. GIOVANARDI Quante
storie possono nascondersi dietro a un semplice disco? In questo caso davvero molte: infatti, non c'è nulla di
piattamente semplice nella vita artistica di Mauro Ermanno Giovanardi. Il suo timone, da quando ha smesso
la passione per la bicicletta e ha abbracciato del tutto quella per la musica e le parole, è sempre stato un
misto di curiosità e di affermazione del proprio sentire artistico. Una visione del mondo portata avanti con
ostinazione, tenace alla fine degli Ottanta, quando si trovò prima in un gruppo (i Carnival Of Fools) e poi in
una specie di collettivo (e quindi una etichetta, la Vox Pop) che avrebbe ridisegnato la mappa del rock in
Italia. Allora si cantava in inglese, si abbattevano gli idoli della canzone d'autore e si era, diciamo così,
massimalisti. La folgorazione all'ascolto di Luigi Tenco cambiò la rotta di "Giò", via via meno intransigente e
più propenso a una operazione allora quasi impossibile: avvicinare la passione per Nick Cave e quella per un
pugno di rocker nostrani, inconsapevoli di esserlo, che si chiamavano, appunto, Tenco, Gino Paoli, Piero
Ciampi. Il resto è storia, non troppo antica. Il sodalizio con Cesare Malfatti e Alex Cremonesi, i La Crus, come
tentativo di svecchiare il pop d'autore scegliendo la via dell'elettronica, o della videoinstallazione, e nello
stesso tempo conservano melodie quasi ataviche. Un lungo cammino, un contratto con una major che ha
raggiunto vari crocevia e si è spento per consunzione naturale, con uno strascico di concerti d'addio toccanti,
unici. Giovanardi così ha cominciato a guardare meglio alla poesia, organizzando festival, imbastendo recital,
pensando a un futuro senza angosce e svincolato dalla vecchia gloriosa sigla. Ironia della sorte vuole che "Io
confesso", il pezzo che apre "Ho sognato troppo l'altra notte?", sia portato in gara a Sanremo dai La Crus,
fantasmi resuscitati su richiesta diretta di Gianni Morandi. Poco male, in ogni caso: l'album, che cita
direttamente un pezzo fondamentale della psichedelia americana, "I Had Too Much To Dream Last Night"
degli Electric Prunes, è finalmente una realtà discografica. Realtà che abbraccia le suggestioni dei Sessanta,
quelle del beat e degli studi RAI che oggi non sono più, di Mina, di un Morandi capace di prendere "Solitary
Man" di Neil Diamond e d renderla ammaliante pezzo pop, complice un ispirato Franco Migliacci. Proprio "Se
perdo anche te" è uno dei momenti maggiormente luminosi di una scaletta dove la nostalgia non sovrasta mai
la chiarezza del progetto. Una poetica che ruota attorno a orchestrazioni piene, chitarre western, riferimenti
alle colonne sonore italiane di '60 e '70, una voce che riempie le stanze del cuore. Incantevole e prezioso, il
lavoro di scrittura diventa, in brani come "Lascia che", "Un garofano nero", "Neil Armstrong", opera compiuta.
Senza voler usare toni troppo enfatici, chi scrive è sicuro che "Ho sognato troppo l'altra notte?" rappresenta
uno dei nuovi punti saldi della storia letteraria della canzone in Italia, e non teme di essere smentito. John
Vignola La ricchezza dei toni, le sfumature, i cosiddetti pieni fanno dell'ascolto un'esperienza unica, almeno
oggi, in Italia. L'attenzione che Roberto Vernetti e Leziero Rescigno hanno profuso nelle singole tracce ha
prodotto un lavoro artigianale e intenso, che si avvale delta tecnologia non per comprimere le idee, ma per
trovare la via giusta per fornir loro un vestito adeguato e tridimensionale. Complimenti. JOVANOTTI Ora
Soleluna/Universal (2 CD) Prezzo € 25,90 Nel 2010 Lorenzo ha battuto un buon colpo commerciale con il
singolo "Baciami ancora" e ha scatenato l'attesa per il nuovo album, seguito di quel "Safari" che è stato il best
seller degli ultimi cinque anni in Italia. "Ora" è un progetto doppio, pieno di cose, di musica, di impressioni, di
ritmo, ma in fondo con un dolce e fermo riferimento di fondo, o filo conduttore che dir si voglia: la vita di
ognuno di noi, la nostra vita e il nostro amore che sono sempre e comunque "II più grande spettacolo dopo il
big bang". ]ovanotti dovrebbe fare il terapeuta, e forse il suo percorso di uomo l'ha portato proprio a questo:
saper trovare quella parola, quel sentimento, "la fiducia che si accontenta di una parola" all'interno del suo
cuore, e rivoltarlo e condividerlo all'esterno. Non è mai facile, ma sembra rimasto l'unico modo per cercare un
senso in questi giorni tristi. Così Jovanotti, oggi, aggiunge come al solito alla musica pop quell'ingrediente
speciale e profondo che si chiede ad ogni opera di comunicazione. Quel qualcosa che ti fa fermare per
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MUSICA ROCK-POP / 1
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qualche istante, pensare o guardarti allo specchio, mentre canticchi. In questo caso l'ostinata e contraria,
ottimista voglia di vivere e amare. Il tutto quasi mai (e questo è mirabile) sciupandosi con la retorica. "Ora"
contiene molta elettronica, pezzi volanti e gagliardi, beat, rock, ballate tenere e quasi old fashion, tanta roba.
Sperimentale e dance nella seconda parte. Senza sembrarlo, è un'opera ambiziosa. "Tutto l'amore che ho", il
singolo, ha stupito entrando sottopelle con una melodia da canzone cavalieresca. Livello alto. Da sentire
"L'elemento umano", "Battiti di ali di farfalla" (con Michael Franti), "Rosso d'emozione", "I pesci grossi", "Ora".
Geranio Panno PAOLO BENVEGNO Hermann La Pioggia/Venus Prezzo € 15,00 Si può avere ancora tanta
strada davanti a sé, nella vita, nonostante magari si cammini già da molto. Viene questo da pensare
ascoltando le tredici canzoni, tutte abbacinanti, per poesia e candore, di "Hermann", nuovo album di Paolo
Benvegnù. Un personaggio ironicamente schivo, nonostante il suo rilevantissimo ruolo nell'emancipazione
della musica italiana degli ultimi quindici anni. Con gli Scisma, titolare del primo tentativo di fare pop italiano
di grande qualità lirica e di ottima impronta musicale; da solo, produttore e capofila di una serie di dischi
personali, intensi, sofferti e nello stesso tempo "leggeri". Questo CD arriva dopo la testimonianza dal vivo di
"Dissolution" ed è a tutti gli effetti la prova ulteriore che Paolo ha molto, ancora, da raccontare. Un
caleidoscopio, frammenti di esistenze e di sentimenti che tratteggiano, con le parole dell'artista, "un film mai
girato": come se la realtà dell'esistente non si potesse ridurre ad una sola dimensione. Splendori e miserie,
voli pindarici che possono terminare con lo schianto a terra o, precariamente, continuare in miracoloso
equilibrio. Una band che è anche un gruppo di spiriti affini, pezzi che vanno dalla intensissima "II pianeta
perfetto" alla dolente e armoniosa "Avanzate, ascoltate", giù, verso il fondo, e su, verso la luce, fra i ritratti di
"Moses", "Andromeda Maria" e ciò che "lo ho visto". Male, bene e illusioni, quelle di apprendere la verità dagli
uomini, per esempio, che sono però necessarie per andare avanti. In "Hermann" c'è la fratellanza fra rock e
letteratura, evidente fin dalle prime note: ancora molta strada davanti, scrivevamo, solo perché un viaggio
così intenso e profondo non può, assolutamente, finire qui. John Vignola GIANNA NANNINI RC/VSony
Prezzo € 20,00 Gerardo Panno Non è un caso che Cianna Nannini, presentando questo suo nuovo lavoro
finito subito al primo posto in classifica, abbia proclamato di aver capito cosa sia la vera creatività solo con la
nascita di sua figlia Penelope. Uno stravolgimento delle prospettive che accade a tutte le donne che
diventano madri per la prima volta, che nel suo caso ha avuto ulteriore benzina dalla questione dell'età che
tanto ha fatto discutere. Artisticamente "lo e te" può essere appunto visto, lavorando con il pilota automatico,
come un commento a questa esperienza. Anche se "il periodo di gestazione" del disco, per così dire, è
leggermente diverso. Il singolo "Ogni tanto", canzoncina d'amore romantica e dolce che, se rallentata, può
assomigliare a una ninna nanna, è dedicato proprio a Penelope. Tutto il disco è un'opera d'amore e
sull'amore. Semplice, melodico quasi in senso tradizionale. La Gianna rocker, anche se presente, lascia la
scena al sentimento quasi sfacciato, al canto aperto, alla passione, la "libertà di scelta" delle donne. Tanto
che l'opera si chiude con una energica cover di "Nel blu dipinto di blu" del numero uno della canzone
passionale, Domenico Modugno. "lo e te" è stato prodotto dall'artista insieme a Wil Malone (artefice di quel
"Grazie" che riportò Gianna al grande successo). In tempi di talent show e aspiranti stelle, una come la
Nannini che inanella ritornelli perfetti, melodie con il contagiri, aperture assassine, è una maestra della
canzone popolare della più bell'acqua. Suoni orchestrali, elettrici, la voce che tocca nel profondo (come nella
stupenda "Com'era"). Da ricordare l'apporto ai testi di Isabella Santacroce e Pacifico. Bene "I Wanna Die 4
U", "Perfetto", "Scusa", "Ti voglio tanto bene". QUINTORIGO English Garden Edei Prezzo € 16,00 In
movimento ondivago fra jazz, rock e pop, i Quintorigo non smettono di spiazzare: in passato è accaduto, nel
bene e nel male, da quando John De Leo, protagonista indimenticabile della prima fase di questa band
atipica, ha deciso di continuare da solo. Lui sta declinando le possibilità espressive di una voce al servizio di
qualsiasi intersezione artistica, i compagni di un tempo non sono declinati. Anzi. Nonostante qualche
incespico nel passato recente, la sigla Quintorigo ha tatto grandi cose, negli ultimi due anni; il "Play Mingus"
in giro per l'Italia, che li ha consacrati nell'ambito jazz, e poi il ritorno a quella mistura di influenze, spesso
internazionali, che trova in "English Garden" un suo compimento interessante e condivisibile. Non c'è soltanto
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Audio Review - Febbraio 2011
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la voglia di ritmo e sangue, fra le pieghe di un lavoro registrato con un piglio decisamente internazionale, che
coltiva il proprio giardino inglese pensando a fiori di mondi anche parecchio distanti gli uni dagli altri. Al di là
del cammeo di Juliette Lewis (in "How Does It Feel"), ci sono le screziature del canto di Luca Sapio, che da
finalmente il vigore necessario al progetto per prendere ilvolo. Serrato, da "The Piace They Claimed" ai
sussulti di "Somewhere Else", nitido e vagamente hard-blues, il CD dimostra le qualità di chi sa ancora
coltivare la curiosità e non si vuole arrendere alle tristi evidenze del mercato discografico. Non c'è maniera,
fra le pieghe di un disco che coniuga emozioni elettriche e qualche spazio acustico senza sbavature: storie
che vengono ben raccontate e, a fare da corrimano, un tour che porterà i Quintorigo fuori dai nostri confini,
alla ricerca di altre avventure. Una bella storia, che non termina decisamente qui. John Vignola
RADIODERVISH Bandervish Princigalli/ll Manifesto Prezzo € 10,00 Giunti all'ottavo album, i Radiodervish
continuano a proporre intelligenti commistio ni e nuovi "interscambi culturali". Dai nomi dei co-protagonisti e
dal titolo clefCD si intuisce la presenza di una classica banda, tipo quelle che si vedono stilare durante le
feste patronali, in particolare in Puglia, regione di provenienza dei Radiodervish. Oltre a invitare la Banda
Giuseppe Verdi di Sannicandro di Bari, il gruppo ricorre agli ingegnosi arrangiamenti del pianista e
fisarmonicista Livio Minafra, giovane talento di Ruvo di Puglia (e figlio d'arte), che proietta il progetto nella
contemporaneità. Dall'intero "Bandervish" emerge un equilibrato sincretismo tra le tradizioni nostrane e le
sonorità dei Paesi affacciati sul Mediterraneo, messe assieme da una prassi di scuola accademica.
Un'operazione semplice solo in apparenza, dietro l'angolo è in agguato il rischio di rendere algida
l'operazione e di troncare il vitale rapporto con la terra, il cui profumo è essenziale. Un pericolo scampato:
l'impatto è indubbiamente popo'are. il cantante di origine palestinese Nabil Salameh, il
contrabbassista/chitarrista Michele Lobaccaro e il polistrumentista Alessandro Pipino rispettano con scrupolo
le partiture ariose e snelle ideate da Minafra: talvolta sembra far capolino lo spirito del grande conterraneo
Nino Rota. Qui e là svettano gli assolo jazzy degli ospiti Pino Minafra ("L'esigenza", "Sea Horses"), Roberto
Ottaviano ("Dio pazzo Dio pane", "Ti protegge") e Gaetano PartipiloJ"Lamma bada", "Fogh en nakhal"). È la
prova più matura dei Radiodervish e ogni pezzo meriterebbe un approfondimento, a cominciare da "Dio
pazzo Dio pane", un must dall'incedere a passo di marcia e dai tratti ora sospesi, ora surreali. Enzo Pavoni
THE DECEMBERISTS The King Is Dead Rough Trade/Self Prezzo € 18,00 "The King Is Dead" segna
senz'altro un cambiamento per i Decemberists. Un cambiamento che può essere letto sia in chiave positiva, il
riappropriarsi di un songwriting puro e privo di orpelli, sia in chiave parzialmente negativa, una normalizzante
rinuncia a ogni eccentricità o deviazione stilistica. "The Crane Wife" del 2006 aveva alzato la posta in gioco,
trattandosi di un concept con l'amica Laura Veirs come ospite d'eccezione, mentre "The Hazards Of Love" del
2009, simile nell'impianto lirico, si era addirittura spinto in versanti progressive proponendosi come una vera e
propria "rock opera". La band di Colin Meloy sceglie ora di omaggiare le radici prediligendo toni
smaccatamente folk, se non country: citiamo le buone "Don't Carry It AH" o "Rox In The Box". Il tutto risulta
preciso ed essenziale: dieci brani per circa quaranta minuti imbastiti prevalentemente sulle acustiche. Si
volge lo sguardo al cantautorato classico dei vari Bob Dylan e Neil Young e, quando affiorano le poche
elettriche, a formazioni come i R.E.M. (si senta "Calamity Song"). Non è un caso, forse, visto il
coinvolgimento di Peter Buck, alla chitarra in tre pezzi, tra i quali la stessa "Calamity Song" e "Down By The
Water", dove appare anche Gillian Welch ai cori. Quel che è certo è che le opposte fazioni, detrattori da una
parte e ammiratori dall'altra, venutesi a creare in seguito alla pubblicazione dei precedenti dischi, tanto
ambiziosi quanto complessi, verranno stavolta a cadere. Insomma, a nostro modo di vedere era preferibile il
desiderio di rischiare, spingersi in qualche modo oltre piuttosto che il ritorno a una forma-canzone, per quanto
eseguita ineccepibilmente, di certo rassicurante e decodificabile con immediatezza. A tratti si sente l'esigenza
di maggior vivacità, qualche sorpresa. Cose che non arrivano mai. Elena Raugei ARBOURETUM The
Gatherìng Thrill Jockey/Self Prezzo € 18,00 A questo punto mi è proprio venuta voglia di recuperare in
qualche modo "Long Live The WellDoer", album che nel 2006 segnava l'esordio del progetto principale (non
l'unico, ci sono anche Human Bell e Coil Sea) del cantante e chitarrista David Heumann. Nemmeno tanto per
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Audio Review - Febbraio 2011
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verificare se sia bello come i tre - con questo - che gli sono andati dietro, quanto per accertarmi se sia
pur'esso cosa totalmente "altra" rispetto al resto del repertorio. Se abbia o meno qualcosa a che vedere con
l'ottimo "Rites Of Unconvering", che nel 2007 cercava sentieri post-rock in un bosco di weird folk, fra ui;
richiamo a Hendrix e uno ai Dead, piuttosto che con l'ancora più persuasivo "Song Of The Pearl", che nel
2009 si porgeva come l'anello mancante (ascoltare per credere!) fra l'Incredible String Band e i Queens Of
The Stone Age. Avrete inteso: abbastanza poco, se non proprio nulla, gli accomuna "The Gathering" e
insomma degli Arbouretum è sempiternamente cangiante non solo la formazione (leader a parte, un unico
superstite di quella schierata nel predecessore, a sua volta completamente mutata rispetto alla prova prima)
ma soprattutto il sound. A questo giro a stabilire canone e passo provvede subito il primo e forse più efficace
dei sette brani in scaletta: riffeggiare sabbathiano sormontato da una voce con un filo di eco, cantilenante e
ipnotica, "The White Bird" assume nel procedere, dacché il synth irrompe al proscenio, coloriture alla
Hawkwind. Con l'eccezione della ballata folk "The Highwayman", sono riferimenti (in "Destroying To Save"
pure più che qualcosa dei Blue Cheer) che torneranno di continuo. Mezzo voto in meno per gli sconfinamenti
in area prog di una conclusiva "Song Ot The Nile" in transito dal bradipico al pomposo. Eddy Cilìa
LOWANTHEM Smart Flesh Beila Union/Self Prezzo € 18,00 A consultare le discografie, l'album in oggetto è il
quarto per i Low Anthem, da Providence, Rhode Island. A sentire loro è il terzo, giacché il primo - del 2006,
omonimo e autoprodotto - non lo contano, non lo considerano, lo rinnegano. Insieme con un nome che è
squisita contraddizione in termini, è un dettaglio che dovrebbe cominciare a illuminare chi non li conosce su
come ragazza e ragazzi (tre) siano guidati nel loro agire da un'innata modestia che si combina con un'alta
considerazione di sé (e questo non è affatto contraddittorio) e un'attitudine fieramente incompromissoria.
Invitati di recente al "David Letterman Show" per promuovere "Smart Flesh", hanno scelto di farlo eseguendo
"Ghost Woman Blues" e fra le undici opzioni che avevano era probabilmente la meno indicata come biglietto
da visita per una platea generalista. Molto più di quell'aggirati sospeso al confine fra incantesimo e catatonia
sarebbero stati indicati alla bisogna una "Boeing 737" che è anfetamina Dylan in salsa Waterboys o, volendo
invece restare sul sommesso, una "Matter Of Time" accostabile per atmosfera, e quasi paragonabile per
magia, al classico dei R.E.M. "Everybody Hurts". Buon per loro che in Europa siano nella scuderia di
un'etichetta di artisti e per artisti quale è Bella Union e in patria sotto contratto per Nonesuch, che pur
essendo una provincia dell'impero Warner da sempre punta sul catalogo piuttosto che sulla roulette di un
grande successo che poi quasi sempre non dura. I Low Anthem promettono di durare eccome. Qui lo
dichiarano - per dire - due eccezionali apocrifi coheniani quali "Bum" e la traccia che intitola e suggella e uno
scorcio di "Basement Tapes" chiamato "Hey, Ali You Hippies!". Lo certifica che ogni disco sia a oggi un
pochino meglio del predecessore. Eddy Cilìa BRIGHTEYES The People's Key Universal Prezzo € 20,00 Chi
crede che Conor Oberst sia il Dylan degli anni Zero (e a questo punto degli anni Dieci) di questo secolo, avrà
da questo "The People's Key" una manciata di conferme. Chi scrive, tanto per precisare, non ha apprezzato
ogni dettaglio della produzione di questo giovane americano, legato spesso mani, piedi e chitarre ai suo
Nebraska. L'iperattività artistica, se non si è geni assoluti, può produrre cose belle e cose esecrabili: a Conor
è successo dì schivare i passi falsi e di farsi discretamente apprezzare. La chiave di volta di un disco del
genere sta molto probabilmente spersa fra la drammatica intonazione di "Firewall" e l'indole più rock'n'roll di
"Shell Games" e "Jejune Stars". Da un lato un po' di suggestioni desolanti, da ultima fontiera; dall'altro la
salvezza del buon pop, quando è energico e privo di sottotrame "faticose". Ci sono le inflessioni vagamente
alla Beck, ci sono un po' di strizzatine d'occhio al soul contemporaneo, ma tutto rimane nell'alveo di un suono
retroattivo, dove il sudore e la fertilità del songwriting sono inestricabili. Da "Cassada", 2007, a oggi,
insomma, la strada di Bright Eyes si è destreggiata fra le radici e un po' di avventure nel presente. Adesso,
alla prova della personalità compiuta, il tono è meno chiaro, più mescolato, anche se la brillantezza più
giovane non è andata perduta. Così, nella multiformità delle voci del disco, più chea Dylan si finisce per
somigliare a un Elvis Costello della fase di fascinazione per gli USA, quando non è troppo felice. La scriviamo
chiara: manca la verve che aggiri i momenti di noia e tutto galleggia, senza alcun colpo ferire. Una specie di
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Audio Review - Febbraio 2011
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album da animazione sospesa, a cui serve un seguito. Lo aspettiamo. John Vignola TWILIGHT SINGERS
Dynamite Steps Sub Pop/Audioglobe Prezzo € 18,00 AUIOFCXK Ricorderete, forse, che la "twilight zone", la
zona del crepuscolo, o dell'aurora, era quella in cui potevano accadere cose fuori dall'ordinario in una celebre
serie televisiva statunitense di fine anni Cinquanta, "Ai confini della realtà", in italiano. I Twilight Singers di
Gregg Dulli non hanno mai aderito così tanto a questo tipo di suggestione: dopo diversi progetti a Fato
(soprattutto i Gutter Twins, assieme all'altrettanto spettrale Mark Lanegan) e quella che è stata autodefinita
"una specie di vacanza mentale", la band americana torna a spiegare il proprio suono con un'attenzione
particolare al chiaroscuro. Sono passati quasi cinque anni da "Powder Burns", il primo passo per un
progressivo affinamento, che punta sempre di più sulla sottigliezza. Nati per irruenza, come ricorda lo stesso
Gregg, i Singers hanno vissuto della sensibilità di un artista in continua evoluzione: "Dynamite Steps" è una
specie di diario intimo e spesso dolente, privo di compiacimento, sul filo di lana fra energia e rarefazione.
Canzoni che affrontano di petto la vita e la morte, sostenute da amici che si chiamano, fra gli altri, Mark
Lanegan e Ani DiFranco. Suoni ora elettrici e martellanti ("On The Corner") ora più lirici e trattenuti ("Get
Lucky"), per un album che ha quasi un sapore testamentario. Non che si pensi che Dulli voglia "rassegnare le
dimissioni" da rocker; però ogni tanto un bilancio, magari pure poetico, fa bene. In effetti, nei nuovi brani non
mancano carezze e prove di forza e il tempo speso assieme a un album del genere non è sprecato. Che poi
la musica non sia, fra molte virgoleUe, "innovativa", è una inevitabilità fisiologica, da superare grazie
all'incanto di parecchi momenti. Per noi basta, eccome, di questi tempi. John Vignola CAVE SINGERS No
Witch Jagjaguwar/Goodfellas Prezzo € 18,00 Li guardi nelle foto sul sito della loro nuova etichetta e ti chiedi
se i Cave Singers abbiano alla buon'ora deciso cosa fare da grandi: barbe lunghe e mise da boscaioli,
sembrano nipotini di The Band in gita a Woodstock. E d'accordo che è un trend sorprendentemente diffuso
fra le nuove leve del rock USA, ma stiamo parlando di un gruppo che all'altezza (2009) del precedente
"Welcomejoy" veniva accostato, in una recensione sì e in un'altra anche, ai Fleetwood Mac di "Rumours". Per
carità: riletti in maniera meno patinata e con più di un angolo reso relativamente acuminato, ma la principale
pietra di paragone restava pur sempre il gruppo pop-rock per antonomasia dei tardi Settanta americani.
Laddove per il debutto "Invitation Songs" (2007) in tanti avevano chiamato in causa Woody Guthrie e
Leadbelly, tutt'altro mondo. Andiamo ancora a ritroso? Derek Fudesco, Pete Quirk e Marty Lund vengono
rispettivamente da Pretty Cirls Make Craves, Hint Hint e Cobra High, gruppi diversamente collocabili da
qualche parte fra il punk revival e il post-grunge. E adesso? Adesso, alla prima uscita maggiore per
Jagjaguwar dopo le sunnominate due per Matador (il che almeno sulla carta potrebbe far pensare a un
ridimensionamento delle ambizioni), i ragazzi a sentire chi li promuove hanno come orizzonti gli Stones di
"Beggars Banquet", il John Mellencamp che a quegli Stones si ispirava. Che per produrre sia stato convocato
quello stesso Randall Dunn che ha firmato la regia dell'ultimo Black Mountain denota più prosasticamente
che l'obiettivo è mettersi in scia a quei Black Crowes che prima di consolidarsi "da culto" furono
immensamente popolari. La scrittura è ispirata, il repertorio solido, Cave Singers potrebbero farcela. È questo
che realmente vogliono? Eddy Cilìa SOCIAL DISTORTION Hard Times And Nursery Rhymes Epitaph/Self
Prezzo € 18,00 A L I T A Trent'anni di Social Distortion se li si conta dal primo singolo, addirittura trentatré se
li si fa partire dalle prime prove e in ogni caso ventotto dacché vedeva la luce il clamoroso esordio "Mommy's
Little Monster", uno dei capolavori non solo del punk ma del rock tutto. E quanti altri album da allora? Con
questo sei, che è una miseria anche aggiungendo alla lista un live e un paio di prove da solista (una delle
quali però composta interamente da cover) del leader Mike Ness. E resta pochissimo pure considerando i
molti problemi personali del capoccia (peraltro da lungi risolti, sembrerebbe), in ripetuto slalom fra
tossicodipendenza e carcere, e la prematura scomparsa nel 2000 del chitarrista Dennis Danell, per due
decenni suo braccio destro. Per quanto a sorprendere in un concedersi sì parco sia soprattutto che a più
riprese i Social Distortion sono stati a un passo dal diventare enormi e mai ne hanno approfittato.
Facilissimamente avrebbero potuto mettersi a fare dischi con lo stampino e venderne milioni, piuttosto che
rendere ogni uscita un evento, certo, ma anche un eterno ricominciare. "Hard Times And Nursery Rhymes" si
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è fatto aspettare sette anni e, senza segnalare rivoluzioni/un po' stupisce. Nel senso che, alla prima uscita
per l'etichetta punk USA per antonomasia, i "ragazzi" suonano, pur con grande energia, più classicamente
rock'n'roll che mai. Sempre ossessionati dai Rolling Stones dei Settanta citati esplicitamente in "California
(Hustle And Flow)" - e sempre di più dal lohn Cougar che diventava Mellencamp ("Diamond In The Rough") e
da certo Neil Young ("Writing On The Wall"). Naturalmente, perfettamente a loro agio in una formidabile
ripresa ("Alone And Forsaken") del "fuorilegge" Hank Williams. Eddy Olia DEERHOOF Deertioof vs. Evii
ATP/Goodfellas Prezzo € 18,00 Da "Friend Opportunity" a "Offerta Maggie", gli ultimi album di studio dei
Deerhoof hanno tenuto alta la bandiera di un indierock fuori dai canoni, imprevedibile nell'avvicinarsi a un
genere stilistico piuttosto che a un altro, così come imprevedibile all'interno della stessa torma-canzone. Non
ci sono gabbie strutturali per la band californiana, che opta al solito per chitarre sferraglianti e nevrotiche,
ritmiche frastagliate, intrecci vocali stranianti e scattosi cambi di direzione. Decimo album propriamente detto,
EP a parte, "Deerhoof vs. Evil" shakera asperità e melodie con adorabile brio. Il tutto potrebbe suonare sin
troppo spezzettato, come una pallina da flipper che rimbalza qua e là con fare schizofrenico, ma in realtà la
personalità è sempre in evidenza: sarà anche merito dell'inconfondibile, fanciullesco canto di Satomi
Matsuzaki. Nel caso specifico i ritornelli sono appiccicosi sia che si tratti di proiettili elettrici che di ballate, sia
che si opti per venature sintetiche che per nuance acustiche. È come un improbabile mix fra Fiery Furnaces,
Blonde Redhead e Stereolab, dacché si passa dal bubblegum in lingua catalana "Qui dorm, Només Somia" al
pop fumettoso di "Behold A Marvel In The Darkness", dall'antebellica "The Merry Barracks" al flamenco per
nerd di "No One Asked To Dance" o al successivo, rocambolesco strumentale "Let's Dance The Jet", dal
piglio ballabile di "Super Duper Rescue Heads!" alle sperimentazioni su tracciato cantautorale di "Must Fight
Current" o al battimani di "I Did Crimes For You". Il bottino ammonta a dodici brani inediti - sempre concisi,
tanto nella dirata esigua quanto nell'articolazione di testi elementari: quel che conta è la dinamicità in chiave
circolare - che si vanno a sommare alle due vecchie tracce conclusive, registrate dal vivo a New York e un
po' slegate dal resto della scaletta. Quisquilie. Elena Raugei AKRON FAMILY The Cosmic Birth And Journey
Of Shinju TNT Dead Oceans/Goodfellas Prezzo € 18,00 Un gruppo davvero ineffabile, quello che si
nasconde dietro la sigla Akron Family. Su di loro le voci sono sempre state misteriose, qualche volta
addirittura preoccupanti, come quella di un vero e proprio culto, una religione segreta che i vari musicisti
praticano, dagli acronimi ACK. All'epoca di MySpace la loro pagina era fra le più visitate e fra le meno chiare,
e così la fluttuazione degli album, fino al recente e quasi tradizionale "Set'Em Wild, Set'Em Free", almeno
rispetto a una serie di lavori in cui relè, distorsioni, incanti e radici camminavano di pari passo. All'epoca, la
voce di Ryan Vanderhoof aveva abbandonato la barchetta arrivata a Brooklyn all'inizio del millennio: ne era
nato un miscuglio di suoni intenso e vaghissimamente nostalgico. Per "The Cosmic Birth And Journey Of
Shinju TNT" la Famiglia si è spostata vicino al Mount Meakan, un vulcano sull'isola di Hokkaido, in Giappone.
Una casetta di legno per raccogliere vibrazioni, forse, per poi registrarle in una stazione ferroviaria
abbandonata nel cuore di Detroit. Risultato: una enorme rifrazione, in cui il caos si apre a qualche melodia e
viceversa. La dissonanza regna suprema, per esempio, dalle parti di "So It Goes Bros" o nelle fosforescenze
di "Light": sarebbe di che rimanere colpiti, se non avessimo passato una parte dello scorso decennio a
districarci su questi timbri apocalittici e disintegrati, senza trovare grandi motivi di soddisfazione, quando
perdono di vista un approdo, un progetto in qualche modo compiuto. Sembra lo stesso per questo album, in
qualche modo sommerso dalle sue stesse suggestioni, che rimangono, appunto, tali e non si compiono
veramente mai. La psichedelia vera è qualcos'altro, suvvia. John Vignola GO! TEAM Rolling Blackouts '
Memphis Industries/Self Prezzo € 18,00 Eddy Olia Piena di scatti, stop e altrettanto subitanee ripartenze come la loro stessa musica, a parte che quella è sì un caos ma Bene organizzato, se l'ossimoro è concesso la carriera dei Go! Team, da Brighton, Gran Bretagna. All'inizio a dire il vero non un gruppo, bensì un
semplice alias per il chitarrista e organizzatore di suoni lan Parton, che nel 2000 spediva il primo singolo della
sigla, "Get It Together", al mai abbastanza compianto John Peel suscitandone l'entusiasmo. Fra problemi di
copyright per l'uso massiccio di campionamenti e assemblaggio di una squadra che attualmente conta sei
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componenti equamente divisi fra maschietti e femminucce, passavano nondimeno ben quattro anni prima che
il debutto in lungo "Thunder, Lightning, Strike" raggiungesse i negozi. In compenso: esordio con il botto, con
in patria tanto di candidatura al Mercury Prize e, sull'altra sponda dell'Atlantico, la Columbia che si affrettava
a ingaggiare i Nostri. Salvo mollarli altrettanto frettolosamente quando le vendite si rivelavano inferiori alle
attese. Sette anni e due album dopo, da quelle parti è un'indipendente di peso oltre che di prestigio come
Sub Pop a sponsorizzarli e per i Go! Team appare quella la dimensione giusta. Per ora e salvo canzone che
faccia alla buon'ora il botto. Un paio le candidate plausibili fra le tredici che sfilano in "Rolling Blackouts": il
mischione di beat, hip hop e new wave, paradigmatico di un intero canone, "Apollo Throwdown"; il roboante
errebì moderno (o post-errebì?) "BustOut Brigade". Ciò detto, tocca aggiungere che una formula dapprincipio
originalissima - solo pensarlo di mettere insieme Sonic Youth e Phil Spector, Supremes e Public Enemv! comincia a mostrare la corda. Album e gruppo buoni, ma in piccole dosi. MOGWAI Hardcore Will Never Die,
But You Will Rock Action/Self Prezzo € 18,00 Attivissimi, i Mogwai. Il live "Special Moves", registrato
nell'aprile 2009 a Brooklyn, era uscito alla fine dello scorso anno con tanto di DVD allegato. Adesso la
formazione scozzese torna con un nuovo album di studio, il settimo a seguire l'interlocutorio "The Hawk Is
Howling" del 2008. Le cose stavolta vanno decisamente meglio e nel corso di cinquantatré minuti di musica,
suddivisi in dieci episodi, non ci si annoia mai, riconoscendo la cifra stilistica della band - modello al quale sin
troppi epigoni hanno aderito in maniera calligrafica, perlomeno in ambito strettamente post-rock - ma al
contempo godendo di salutari deviazioni che rendono l'ascolto mosso, avvincente. Prodotto dall'ex Delgados
Paul Savage, già al lavoro nel 1997 su "Mogwai Young Team", "Hardcore Will Never Die, But You Will" è
comunque un lavoro compatto, dove quasi tutti gli strumentali in programma riescono a lasciare il segno
pennellando scenari cinematografici di note: menzione speciale per l'iniziale, immaginifica "White Noise", la
deliziosa, evocativa "Rano Pano" e la più rumorosa "San Pedro", che potrebbero rimandare rispettivamente a
Sigur Rós, Kaki King e Sonic Youth. Quando, invece, si inseriscono delle linee vocali, vieppiù filtrate, i risultati
non convincono appieno: è il caso di "Mexican Grand Prix" e dell'aggressiva "George Square Thatcner Dead
Party". Sarà perché gli strumentali sono sempre stati non a caso il pane quotidiano della band, attiva da oltre
tre lustri. Chitarre elettriche, basso, batteria e tastiere sono più che sufficienti per assecondare accelerazioni
epiche e rallentamenti a effetto, muri di suono e rarefazioni di classe. È in circolazione pure un'edizione
limitata, dove il secondo supporto è dedicato alla lunghissima composizione "The Singing Mountain",
registrata per un'installazione. Un bel ritorno, un bel viaggio. Elena Raugei DIRTBOMBS Party Store In The
Red/ Goodfellas Prezzo € 18,00 Ci vuole coraggio, se sei un piccolo, grande eroe del r'n'r e decidi di
realizzare un album di cover di musica techno, risalente al passaggio fra anni '80 e '90. È quanto fatto dai
Dirtbombs, guidati da Mick Collins e ora al quinto album di studio, senza contare la doppia antologia "If You
Don't Already Have A Look". Far ballare utilizzando gli strumenti elettrici è sempre una sfida, raccolta anche
dalle nuove generazioni dedite al revival punk-funk. Qui, però, l'energia è semplicemente contagiosa, sia nei
pezzi che in qualche maniera rammentano le radici punkeggianti della band - nata a Detroit, la città di gente
come MC5 e Stooges - sia nei pezzi che, dilatandosi, assecondano le tendenze maggiormente dance: nel
primo caso pensiamo a "Cosmic Cars", "Alleys Of Your Mind" o alla breve "Tear The Club Up", mentre nel
secondo alle strumentali "Strings Of Life" e "Chillwave Is For Chumps", posto a chiusura dall'elevato numero
di bpm. Quando le due tendenze vanno di pari passo, è il caso di "Shari Vari", "Good Life" e "Jaguar",
l'eccellenza è assicurata e non ci si discosta poi molto da esperienze come i !!!. Unico appunto: l'orologio
segna quasi un'ora di musica articolata in nove tracce, ma andrebbero scalati oltre ventuno minuti
completamente inutili e irritanti, dedicati alla pièce di sintetizzatori e feedback "Bug In The Bassbin", che
oltretutto spezza l'ascolto del disco, altrimenti piacevolissimo, in maniera alquanto innaturale. In tal modo
avrebbero fatto quaranta minuti per appena orto brani, non sempre irrinunciabili ma nel complesso ben
amalgamati: avremmo preferito. Detto ciò, "Party Store" si candida sin da ora come atipico album di cover del
2011, categoria che l'anno scorso ha visto eccellere personaggi del calibro di Mike Patton e Peter Gabriel.
Qualcuno saprà fare di meglio? Elena Raugei GET UP KIDS There Are Rules Quality Hill/Goodfellas Prezzo
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
€ 18,00 > L I T À L'adolescenza perduta non ritorna: meglio sarebbe rimanere adolescenti per sempre, con
un biglietto di sola andata. Se ne accorgono di sicuro, in questo periodo, i Get Up Kids, stretti fra i ricordi di un
pop emotivo che fu e un taglio più urgente, entrambi figli dei secondi anni Novanta. "There Are Rules" cerca,
almeno in parte, di rinverdire storie in cui la critica e il gusto del pubblico si trovavano su fronti anche opposti:
quando, nel 1999, uscì "Sometliing To Write Home About", non tutti furono concordi nell'applaudire quella
specie di dissociazione rock'n'roll fra confessione da cameretta e urlo della strada. Non pochi furono invece
gli ascoltatori che si innamorarono, senza mezzi termini, di quel tipo di stile e non pochi sono ancora gli
estimatori delle loro avventure. Ora Matlhew Pryor, dopo morti, resurrezioni e una discografia a passo ridotto,
mostra il dono migliore della scrittura della band americana: un istintivo intrico di melodie che frulla
reminescenze punk, emo, hard e qua e là big beat. Non ci sono cali di tensione, dentro canzoni che non
hanno niente da perdere: né la memoria, oramai affondata da cumuli di produzioni disparatissime,
sciaguratamente capaci di cancellare il senso di identità e appartenenza, né la rabbia, che è sempre stata
stemperata dall'ironia. Rimane così solo un buon album, tirato a lucido e sporcato dove serve, per raccontare,
appunto, quell'eterna giovinezza a cui si aspira tutti, finché il suo riflesso illude. "There Are Rules" forse
commuoverà chi ha tutta la discografia dei ragazzi di Kansas City nell'armadio; gli altri magari dovrebbero
astenersi, per non intristirsi troppo pensando al passato recente. John Vignola ASOBISEKSU Fluorescence
Polyvinyl/Goodfellas Prezzo € 18,00 La parabola degli Asobi Seksu è abbastanza insolita: l'omonimo esordio
del 2003 era passato in sordina finché "Citrus" del 2006 non aveva procurato alla band newyorkesi maggiori
attenzioni, fruttando così un contratto con quella One Little Indian che si prodigava nel ristampare entrambi.
Uscite minori dal vivo a parte, nel 2009 "Hush" affondava il vascello con un lagnoso, derivativo e monocorde
pasticcio tra shoegaze e dream pop. "Fluorescence" si presenta adesso con un'artwork ingannevole, firmato
nientemeno che da Vaughan Oliver, l'uomo responsabile della maggior parte delle copertine storiche della
4AD. L'intento, apprezzabile, è uno e solo uno: essere meno razionali e assecondare l'istinto. Ciò giova in
almeno un senso, visto che i dodici pezzi in programma arrivano a destinazione con minor giri di stucco. Le
voci di Yuki Cnikudate e James Hanna, a occuparsi rispettivamente di tastiere e chitarra, si alternano a
seconda delle esigenze del momento, altro punto a favore. Ecco, dopodiché emergono i difetti di sempre,
individuabili in una scrittura che non brilla, che rimanda a tantissime cose trite e ritrite senza una strada da
imboccare sul serio. I due pezzi iniziali, "Corning Up" e "Trails", sembrano già scollati tra loro: il primo
postPrimal Scream e affidato al cantato maschile, il secondo post-Siouxsie & The Banshees e riservato al
cantato femminile. "My Baby", "Perfectly Crystal", "In My Head" e così via si succedono prediligendo un
registro morbido ma è il tutto, appunto, a rivelarsi eccessivamente soft: addentrandosi, si sprofonda in un
mare di inconsistenza e le pareti vengono giù. Bisognerebbe costruire in altro modo e per ora arrivare a fine
ascolto senza crollare, sì, ma dal sonno, è già una vittoria. Meno peggio non vuoi dire bene. Elena Raugei
FAUST Something Dirty Bureau B/Audioglobe Prezzo € 18,00 Se un fine conoscitore comejulian Cope ha
definito i Faust il miglior gruppo tedesco (attenzione: non solo della scena cosiddetta krautrock), è difficile
prendere a cuor leggero qualsiasi uscita sotto questo marchio, anche se magari arriva dopo decenni dalle
prove più convincenti di una band ad alto voltaggio creativo e sperimentale. Nella loro bipartizione attuale,
nonostante le solite prevenzioni degli appassionati, i Faust conservano tutte le suggestioni di un tempo. Agli
storici Jean-Hervé Peron e Zappi W. Diermaier, l'affiancamento di James Johnston (Gallon Drunk, Nick Cave
& The Bad Seeds) e Cerladine Swayne (...Bender) ha in qualche modo dato la possibilità di espandersi verso
una visione sempre più globale e non globalizzata del rock avventuroso di oggi. È il senso di avventura, alla
fine, ciò che conta di più per una sigla che ha segnato un decennio denso come i 70, per molti versi mai del
tutto finiti percné da lì arrivano le migliori e le peggiori suggestioni del presente, così sovrastato dalla
tecnologia senza arte. I Faust, invece, puntano ancora alla radice del problema: nelle undici nuove tracce
fanno scorrere rifrazioni elettriche e lo stroboscopio delle tastiere in un suono che non è poi così sporco. Anzi,
si affina dì momento in momento, in una zona timbrica che ha ancora emozioni da spendere. Come per il
precedente "C'est com... com... compliqué", non siamo all'altezza del passato, un traguardo impossibile per
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motivi oggettivi, sia di struttura sia per i frangenti in cui la musica oggi si trova a dibattere. Però, pezzi come
"Herbstimmung", "Thoughts Of The Dead" o "Pythagoras" conservano tutta la convincente alchimia di un
patto con il demone della musica per rimanere eternamente giovani e creativi. John Vignola TREEFIGHT
FORSUNLIGHT Treefight For Sunlight Bella Union/Self Prezzo € 18,00 La psichedelia è il nuovo Verbo, sia
per giovinastri all'inseguimento di debutti col botto sia per vecchi nostalgici in preda a tendenze revivalistiche.
Che sia applicata al pop, al rock o all'elettronica. Che si tratti di Yeasayer, MGMT o Caribou (sorvolando sui
pessimi Crystal Fìghters). A differenziare i giovani Treefight For Sunlight dal resto dei loro coevi sono
sostanzialmente due fattori: la provenienza geografica ci stiamo riferendo alla Danimarca, peraltro già
rappresentata in maniera marginale da Raveonettes o Kissaway Trait, compagni di scuderia - e le mansioni
canore, suddivise in eguai misura fra tre componenti della band. A dir la verità gli intrecci vocali, come gli
arrangiamenti e il taglio conferito ai pezzi, richiamano assai Animai Collettive e affini. Ci si può consolare
constataido che il tutto è messo a fuoco con razionale parsimonia: poco più di mezz'ora di durata, senza
friggere l'aria né allungare inutilmente il brodo. Rifarsi a modelli, inevitabili in certi territori stilistici, come
Beach Boys e Flaming Lips non è certo un delitto, ma manca forse un guizzo d" originalità catalizzante. Gli
spunti non sono affatto male, nonostante alla lunga si tenda alla stucchevolezza: melodie virate in acido,
ritornelli californiani su sfondo moderno, acustiche folk, ritmiche tribali, innesti esotici, tastiere e dilatazioni a
distanza di sicurezza dal vero Eddy Olia e proprio progressive. Non se ne può parlare male, dacché la
realizzazione è di buon livello e le dieci tracce si susseguono in scioltezza, né bene, dacché non c'è niente
che non sia già stato ascoltato a ripetizione, specie negli ultimi tempi. Trattandosi di esordienti, non si può far
a.tro che optare per un incoraggiamento. Elena Raugei GONZALES Ivory Tower Ponderosa/IRD Prezzo €
18,00 Due cose sono certe se l'argomento è Jason "Chilly Gonzales" Beck, canadese di nascita ed europeo
di adozione: la prima è che non c'è mai nulla di certo e la conseguente seconda è che è impossibile
prevederne le mosse. E questo sin dal 2000, quando faceva andare dietro a "Gonzales uber Alles",
mischione di jazz e downtempo, funk e techno, rap e pop, un seguito, "The Entertainist", in cui era l'hip hop a
dominare. Se nel 2002 "Presidential Suite" sembrava cominciare a delineare un canone incrociando i due
predecessori, nel 2005 "Solo Piano" coglieva in totale contropiede offrendo quanto promesso dal titolo: al
debutto su major (i dischi prima per KittyYo), il Nostro confezionava sedici temi fra Satie e Ravel. Clamorosi
gli esiti commerciali, visto che l'album diventava il più venduto di sempre di un artista nel frattempo vendutosi
anche come autore, produttore e turnista e nel pazzesco elenco dei beneficiati figurano Jane Birkin e Iggy
Pop, Charles Aznavour e Bjòrk, Peaches e i Daft Punk. Ancora tre anni e "Soft Power" virava naturalmente in
tutt'altra direzione, verso anni Settanta indifferentemente nobili (gli Steely Dan) o ignobili (dai Supertramp alla
peggio disco, passando per Jim Steinmanl. Scivoloso il terreno, ogni tanto scivolava e non deve essere
andato granché bene se il rapporto con Mercury entrava in crisi. Al ritorno in alveo indie, Gonzales giustifica
l'eterogeneità di questa nuova prova con il suo essere una colonna sonora e per una volta non ribalta il
tavolo, tenendosi all'inarca dalle parti del predecessore, salvo una sparizione del pop-rock più classico a
vantaggio di un rap in collisione con il nusoul. Una tantum stupisce così ma, di nuovo, non convince appieno.
Presto però per dire se abbia perso un tocco che era occasionalmente magico. HERCULES AND LOVE
AFFAIR Blue Songs Moshi Moshi/Self Prezzo € 18,00 Due anni dopo e senza la voce di Antony Hegarty,
l'estro dance di Andy Butler non prevede la verve degli esordi. Un disco omonimo, veri e propri happening e
un senso del vortice che costantemente ha messo il progetto Hercules And Love Attair in bilico fra pista da
ballo e reminiscenze Ottanta, melodia barocca e ritmi sinuosi. "Blue Songs", se vogliamo, ha un respiro
ancora più intenso: che sia il tono quasi al a King Crimson di "Boy Blue" o la wave senza scampo di "Painted
Eyes", il timone di Butler non è fatto di semplice malinconia. Si attenuano i toni puramente sintetici e si
aprono ricordi che vagano fra almeno quattro decenni di musica danzata, ma che non disdegnano puntate nel
prog e nel folk, addirittura. Non sono da poco gli apporti vocali, dalla veterana Kim Ann Foxman a Shaun
Wright e Aerea Negrot, rispettivamente dagli USA e dal Venezuela: arabeschi spiegati su un tappeto sonoro
in cui i giri di basso si accompagnano a fiati e intrecci elaborati dalle tastiere. "Falling", "Leonora", "It's
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Alright": luminose frequenze in cui si cerca di unire poesia e suoni da club. E evidente l'estro di Butler e pure
il suo interessante tentativo di non farsi sommergere dalla superficie delle mode. "Blue Songs" rimane però in
mezzo al guado: azzecca sprazzi di genialità pura e affonda nel revival salvato in extremis, e non sempre,
dall'ironia. La mancanza di un singolo davvero memorabile è compensata da pezzi mediamente ben pensati
e costruiti, in un giroscopio a volte inceppato e a volte felice. Acceso o spento, vivace e noioso, sobrio e
stucchevole: oscillazioni che non si risolvono mai del tutto. Rimaniamo sospesi, nell'attesa di qualche scossa
in più. John Vignola MUNK The Bird And The Beat Gomma/Family Affair Prezzo € 18,00 Munk è il progetto
solistico del tedesco Mathias Modica, eclettico nel dividersi fra impegni nei panni di DJ, polistrumentista,
produttore e co-fondatore dell'etichetta Gomma, che ora stampa la sua nuova prova sulla lunga distanza. Il
processo è il seguente: organizzare tutte le musiche e invitare in un secondo momento i cantanti del caso. In
passato c'era stato James Murphy/LCD Soundsystem per "Aperitivo" del 2004 e Asia Argento in ben tre
tracce di "Cloudbuster" del 2008 (menzione per i singoli "Live Fast! Die Old!" e "Milk", spaccapista in forma di
vari remix). Mixato da Etienne de Crecy, Alex Gopher e altri, "The Bird And The Beat" e stato registrato tra
Italia, Francia e Germania, dove il titolare del progetto ha reclutato varie vocalist femminili. Il filo rosso dei
quattordici brani corrisponde proprio alle interpretazioni canore, affidate a un indie-cast eterogeneo: la
londinese Lou Hayter, le francesi Clara Cornetti e Amandine Morin, le berlinesi Mia von Matt e Francy Coertz,
Sarah Ze dalla Malesia, la brasiliana loyze Muniz, la russa Pollyester e l'attrice italiana Chiara Concilli/Missy
Charriot. Il pezzo apripista, "La musica", è già un successo avvallato da Eroi Alkan, Mark Ronson o Ellen
Allien. Peccato si tratti di una pacchianeria senza precedenti, davvero di cattivo gusto in ogni aspetto:
elettronica prevedibile, parole stereotipate - non resta che sperare nell'ironia... - pronunciate in maniera
imbarazzante davanti al microfono. Va meglio con le orecchiabili "No Moon (... Over Kuala Lumpur)" e "A
Bored Heart" o la ritmate "Marseille Macheta" e "Rue de Rome", ma il bilancio resta negativo. Le moine di
"Violent Love" o "Mis Labios", le forzate, fastidiose stranezze di "Kitchen Cali" affossano ancora di più un
album che può al massimo intrattenere a sprazzi. Al massimo. Elena Raugei Z00NVANSN00K (Falling From)
The Nutty Tree Mush/Goodfellas Prezzo € 1 8 , 0 0 Da Bristol ma esordiente in lungo per un'etichetta di Los
Angeles rinomata principalmente per produzioni di hip hop tanto di confine da non essere quasi più hip hop,
Alee Snook per certo conosce l'arte di tenere desta l'attenzione. Prendete le prime due tracce di questo
"(Falling From) The Nutty Tree" (che già è un bel titolo programmatico): arduo immaginarsene di più distanti
per possibili influenze, atmosfere, suggestioni. Con il suo danzare di corde intersecato da bordoni non
identificati e voci a zonzo, "Shall He? Shanty" potrebbe venire da un disco di John Fahey (al limite, da uno di
quelli con una vena avanguardistica). E d'accordo che Mush Records ha abituato a stupire, ma per quei 3'15"
ti viene quasi da pensare che ci sia stato un errore di stampa in fabbrica, che due master siano stati
scambiati. E poi attacca "Cuckoo", sfrigolante e martellante, electro infiltrata nella techno ed è al primo Moby
che ti viene di pensare, magari a certo Aphex Twin. Possibile? Più avanti spiazzerà persino di più, pervia di
un sottotitolo bugiardo quale "Cuckoo's Reprise", una "The Two Knives" disegnata da un pianotorte
impressionista, laddove per "Sculptress" verrà da chiamare in causa di nuovo Fahey. Immaginatelo alla prese
con un raga alla Beatles stile "Norwegian Wood". Cosa c'entri con il brano che l'ha preceduto, "Half Terni
(8:08)", un inquietante dispiegarsi di panorami industriali con qualche ingentilente tratto tangeriniano, lo sa
solo Mr. Snook. O forse no. Ecco: il difetto di "(Falling From) The Nutty Tree" è che ciascuno dei tredici
episodi che lo compongono preso singolarmente risulta interessante, ma a metterli tutti insieme non ne viene
fuori un album. Manca la colla, manca il filo che leghi trame anche avvincenti. Eddy Olia LE CORPS MINCE
DE FRANCOISE Love And Nature Heavenly/Self Prezzo € 18,00 So' ragazzine e fanno tanta tenerezza
queste finniche che da qui in poi vorrebbero farsi chiamare con l'acronimo - LCMDF - di una ragione sociale
in francese che mette in difficoltà gli anglofoni. Insieme con un sacco di lettere, sul percorso non brevissimo
quattro anni - che le ha portate a questo album d'esordio le sorelle Emma e Mia Kemppainen si sono perse
pure l'amica, Malin Nyqvist, che ha condiviso con loro le prime uscite nei club del nord Europa e poi ribalte via
vìa più prestigiose e con platee talvolta oceaniche come quelle, la scorsa estate, di svariati festival. "Nessun
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litigio, non voleva fare della musica una carriera e questo è quanto", spiegano. So' ragazzine ed essendo
cresciute in un mondo nel quale è difficile, per chi non c'era, immaginarsene un altro senza Internet diventa la
più assoluta normalità che siano diventate celebri a botte di video artigianali postati su MySpace e commenti
entusiastici di blogger. E quanto siano ragazzine lo certificano anche le influenze che dichiarano: un tot di pop
dei Novanta e soprattutto Madchesler, roba che ascoltavano da bambine e sulla quale si sintonizzavano a
tempo già scaduto. Per loro quanlo viene prima dei Blur o degli Happy Mondays - meglio: dei Black Grape - è
insomma preistoria. Probabile che non abbiano mai frequentato né Slits né B-52's, che io invece sento - e
parecchio - in "Ghandi", il singolo che (offerto in download gratuito) le ha definitivamente lanciate. E figurarsi
se conoscono le ESG (che erano ancora più piccole!) di cui "Time (Have I Lost My Mind)" mi sembra quasi
una outtake. O Sioxsie, evocata in "We Are Cannibals", laddove "Beach Life" ricorda che il passaggio da
Madonna a Lady Gagà è un chiaro esempio di de-evoluzione della specie. So' ragazzine. Eddy Cilìa
SEAOFBEES Songs For The Ravens Heavenly/Self Prezzo € 18,00 Se il 2010 è stato un anno abbastanza
parco in fatto di esordi meritevoli, il 2011 inizia almeno in maniera promettente: se a gennaio è toccato alla
barocca, enfatica Anna Calvi, per febbraio scommettiamo su Julie Ann Baenziger, in arte Sea Of Bees. La
songwriter californiana potrebbe essere definita come un improbabile punto di incontro fra la prima Cat
Power, Kaki King e Syd Barrett, ma in realtà non è facile accostarla a chicchessia. Segno di sorprendente
personalità. Le note biografiche raccontano che, varcata la soglia di una chiesa durante la tarda adolescenza,
si sia innamorata di una ragazza del coro anziché di Dio. Magari il tutto suona sin troppo romanzato, ma
l'autenticità è certa: l'attività musicale si è sviluppata grazie a studio e ostinazione da autodidatta, che l'hanno
portata a destreggiare marimba, glockenspiel e chitarra slide noncné a scrivere testi focalizzati su amicizie
totalizzanti e amori spesso non corrisposti. Il cantato procede per rotte decisamente anticonvenzionali, non di
rado alienanti e in affascinante contrasto con corde, acustiche o elettriche che siano, perlopiù pizzicate,
sebbene non manchino all'occorrenza effetti sintetici o archi. Sì, perché, al di là di ballate folkie al pari
confidenziali e stravaganti come "Gnomes", "Skynnybone", "Fyre" o "Strikefoot", c'è spazio per numeri
maggiormente rock ("Marmalade"), maggiormente moderni ("Won't Be Long", alla Blonde Redhead),
maggiormente pop ("The Gold"), maggiormente ritmati ("Sidepain"). Seguito dell'EP "Bee Eee Pee", "Songs
For The Ravens" si dimostra dunque disco interessante sotto vari aspetti, capace di abbinare con risultati
preziosi introversione e intensità, urgenza espressiva e maturità formale. Da non sottovalutare. Elena Raugei
JOAN AS POLICEWOMAN The Deep Reld PIAS/Self Prezzo € 18,00 U A L I T À ]oan Wasser ha scelto di
chiamarsi Joan As Police Woman per non confondere un passato da strumentista classica, poi al fianco di
Rufus Wainright e Antony & The ]ohnsons, con l'attività solistica, improntata alla forma-canzone poprock.
Giunta al terzo album propriamente detto, la musicista americana, ora quarantenne, può dormire sonni
tranquilli: la sua identità artistica è assodata, salda. Dal 2007 a oggi i passi fatti non sono stati pochi: il fulmine
a ciel sereno dell'esordio "Real Life", il più intimista "To Survive" e la raccolta "Cover", utile per mettere in luce
la capacità di arrangiare brani altrui con straordinaria fermezza, personalità. "The Deep Field" spariglia le
carte in tavola: si volge lo sguardo al soul, alla black o all'R&B, le fonti di ispirazione si chiamano Marvin
Gaye, Sly and thè Family Stone o Stevie Wonder, ben tre tracce su dieci oltrepassano i sei minuti di durata.
Le trame sonore sono sovente dilatate e delineate con l'eleganza filo-jazzy di sempre, la voce vellutata si
incrocia talvolta con quella di Joseph Arthur e i testi restano in bilico tra amore e tormento. "Nervous"e"Run
For Love" assecondano groove pulsanti, il singolo "The Magie" presta il fianco alt'orecchiabilità, "The Action
Man" è ballata che si fregia d'archi e fiati, "Flash" e "Human Condition" sono sperimentazioni insolite,
l'irresistibile "Chemmie" si allunga e distende con tonalità suadenti, "Forever And A Year" punta
all'essenzialità e la conclusiva "I Was Everyone" ammicca a Giovanna D'Arco. La profondità dei sentimenti è
al centro di tutto, come anticipato da un titolo metaforico che si rifa alla foto di una galassia, scattata da un
telescopio. Ma la profondità è raggiunta in ogni senso, abbracciando sonorità e parole: un risultato immenso,
specialmente oggigiorno. Elena Raugei AHAWK ANDAHACKSAW Cervantine L.M. Dupli-cation/ Goodfellas
Prezzo € 18,00 Un cittadino del mondo il batterista, fisarmonicista, cantante Jeremy Barnes: nato in New
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Mexico, girovago in Francia, stanziale a New York e Chicago ed era in quest'ultima che si affacciava alla
ribalta con i Neutral Milk Hotel. Li lasciava per trasferirsi in Inghilterra, dove si ritrovava a suonare la batteria
con i Broadcast. Begli eccentrici, ma mai quanto l'omonimo debutto del Nostro come A Hawk And A
Hacksaw, registrato in Francia nel 2002 e pubblicato l'anno dopo, operina bizzarra e deliziosa concepita a un
crocicchio su cui convergevano, con Tom Waits e Kurt Weill, il neo-camerismo di Penguin Cafe Orchestra e
Rachel's e il minimalismo di Philip Glass e Terry Riley. Erano del 2005 un pregiato successore, "Darkness At
Noon", concepito a Praga spedendo Morricone sugli Appalachi e il ritorno di Barnes ad Albuquerque, dopo un
decennio di assenza. E chi ci incontrava? L'amore e un'ideale complice in Heather Trost, violinista della
Nahalot Shalom Community Klezmer Orchestra. Il rapporto aveva come primo favoloso frutto, nel 2006, "The
Way The Wind Blows", registrato in Moldavia con Fanfare Ciocarlia e manifesto di una world music sul serio
"del mondo", capace di mettere insieme le bande mariachi e quelle gitane, il cuore gotico dei Balcani e scorci
di solarità mediterranea, Israele e il Bosforo. Dopo altri due album concepiti oltre quella che era un tempo la
Cortina di Ferro, almeno logisticamente "Cervantine", inciso nello studio domestico della coppia, avrebbe
potuto far pensare a un lavoro di stampo un minimo più USA come agli USA siamo adusi a pensare. Macche!
Ci troviamo da qualche parte fra Messico e Grecia, Spagna, Serbia o Turchia. "Ma sono proprio questi gli
Stati Uniti, bellezza", direbbe Barnes. Eddy Cilìa LUKE ROBERTS Big Bells And Dime Songs Ecstatic
Peacei/Goodfellas Prezzo € 18,00 In un senso (e uno solo, va da sé) Luke Roberts potrebbe essere definito
"il nuovo Bob Dylan" ed è per la sensazionale mitizzazione di se stesso che opera nelle scarne note
autobiografiche presenti sul sito della casa discografica (marchio di culto di proprietà di Thurston Moore dei
Sonic Youth) che ne da alle stampe l'esordio. Qualcuno può credere davvero che abbia cominciato i suoi
vagabondaggi su e giù per gli States saltando a bordo eli un treno merci in corsa quando aveva undici anni?
Che a tredici passasse il tempo bighellonando per boschi invece che sui banchi di scuola? E che sia poi
scappato di casa (ma per quale ragione mai?), vivendo a lungo alla Kerouac nell'attesa di trovare le persone
giuste per mettere insieme una band? Ci manca solo il racconto di un incontro con un vecchio bluesman e il
repertorio di vanterie del giovane Zimmie sarebbe completo. Ma erano altri tempi, quelli, e quanto all'abissale
disparità di talenti in gioco infierire sarebbe troppo facile e altrettanto inelegante. Nato (forse) a Nashville,
figlio (dice lui) di un musicista bluegrass, il giovanotto prima di questo debutto da solista ha pubblicato (io non
ne ho trovato traccia, ma è l'informazione che più pare plausibile) un paio di live in cassetta con un trio
hardeore ed è un tragitto, quello dal punk a musiche acustiche, che in legioni compiono da sempre. Non e
male come biglietto da visita "Big Bells And Dime Songs". Disco molto quieto e raccolto, con giusto una
batteria ad accompagnare - ma non sempre una chitarra e una voce di bella espressività, si muove in punta
di dita fra folk, country e blues, fra quadretti di quotidiano e innodie sul bordo del liturgico. Gli manca però la
canzone che si imprima nella memoria indelebilmente. Eddy Cilìa JAMES WALBOURNE The Hill
Heavenfy/Self Prezzo € 18,00 Magari esagera - anzi: sicuramente esagera - Joe Pernice quando definisce
James Walbourne "un autentico genio", "un artista giunto a piena maturazione e con abilità ultramondane". E
oltretutto manco sta parlando del Walbourne attuale, che arriva infine - trentenne - a pubblicare un album da
solista, bensì del Walbourne diciottenne con cui aveva un epifanico incontro in quel di Amsterdam, dove il
ragazzino - americano di natali, londinese d'adozione con residenza in quella Muswell Hill consegnata
all'immortalità rock dai Kinks - gli faceva da spalla. E però della stoffa il (non più tanto) giovanotto ce l'ha
eccome. Di estimatori illustri, una caterva. Pernice Brothers e Pretenders in prima fila ovviamente (fa parte
ufficialmente dei primi da sette anni, dei secondi da quasi tre) e in seconda la miriade di gente che la sua
chitarra ha accompagnato in tour e/o in studio, elenco di mirabolante varietà che include Son Volt e Pogues,
Death In Vegas e Jerry Lee Lewis, Linda Thompson e Saint Etienne, Pete Bruntnell piuttosto chejay Farrar,
Edwyn Collins o Bap Kennedy. E ci credo che ha impiegato così tanto a fare un disco suo! Dove, tanto per
ribadire la stima di cui gode nell'ambiente, lo accompagnano fra gli altri Ivan Neville alle tastiere e una
sezione ritmica composta da Danny Williams dei Black Grape al basso e jim Keltner alla batteria. Splendido
strumentista e cantante espressivo, al Nostro per giustificare appieno gli entusiasmi del suo primo mentore fa
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ancora difetto un po' di personalità. Non una scrittura solida, già evidenziata da un album frizzante dove
convivono jingle-jangle pop, folkrock, country-blues. Fra il resto un possibile singolo ("Road") di ottime
potenzialità. Eddy Olia JAMES COnON Giant Alligator/IRD Prezzo € 20,00 Un innovatore, uno dei
sopravvissuti di una generazione di divulgatori del blues pressoché inarrivabile, assieme a Sonny Boy
Williamson II e Little Walter, James Cotton ha contribuito a definire i paradigmi dell'utilizzo dell'armonica nel
blues moderno e ancora oggi, a settantacinque anni, continua a essere un punto di riferimento per quanti
vogliono cimentarsi con questo strumento unico. La voce roca che a lungo ha contraddistinto il suo vocalismo
da tempo se n'è andata, ma ciò non gli impedisce di esibirsi e incidere dischi, e a sostenere le parti vocali
provvede il chitarrista Slam Allen, leader della band (d'eccellente sezione ritmica) che lo asseconda. Il suono
diatonico dell'armonica tra le mani di Cotton raggiunge livelli sublimi di fascinazione, con il distintivo e
rabbioso vibrato. La scelta dei materiali inseriti in scaletta fa riferimento alla più classica delle stagioni del
blues (con qualche personalissima venatura di funk): "How Blue Can You Cet?" e "Since I Met You, Baby"
sono standard senza tempo mentre sono di Muddy Waters - al cui servizio Cotton, ancor giovane, è stato per
aodici anni tre brani; "That's Alright", invece, è un classico di Jimmy Rodgers e "Buried Alive In The Blues" il
pezzo scritto per Janis Joplin da Nick Gravenites che compare in "Pearl" solo come strumentale poiché la
cantante morì il giorno prima di inciderla. Con "With The Quickness" James offre uno straordinario saggio
della sua bravura tecnica. Quattro brani recano la firma di Cotton (per due Allen ha scritto i testi). "Blues For
Koko" in chiusura è dedicato a Koko Taylor, una delle ultime "queen of thè blues" scomparsa nel giugno
2009. Ciononostante la carica espressiva di cui sono carichi questi brani è la più genuina delle testimonianze
dello spettro di emozioni che una simile musica continua a irrorare nei cuori di chi la esegue e di chi l'ascolta.
Luigi tozzi JERRY LEE LEWIS Mean Old Man Verve/Universal Prezzo € 19,00 Appare davvero paradossale
constatare come quel giovane così promettente e forse più in gamba di Elvis, per moltissimi il miglior
performer di sempre del rock'n'roll, che l'industria discografica americana mise ai margini del proprio progetto
di monopolizzazione dei cuori giovanili sul finire dei '50 (per lo scandalo seguito al suo matrimonio con la
cugina tredicenne), sia stato in grado di tornare in sala d'incisione nel 2010. Il primo disco di Jerry Lee Lewis
risale al 1954, un paio d'anni prima del suo approdo alla Sun Records di Sam Philips che lo lanciò. Nell'89 il
film di Jim McBride "Great Bali Of Fire!" (con Dennis Quaid nei suoi panni) raccontava così bene come da
ragazzo Jerry Lee si fosse abbeverato alle fonti della musica nera, e quel mix di R&B, boogie woogie, gospel
e country è stato il tratto distintivo di tutta la sua altalenante carriera (senza tuttavia aver mai smesso di
esibirsi dal vivo, meritandosi l'appellativo di "The Killer" per il modo esuberante di suonare il piano). Gli stessi
umori (con la vena country leggermente privilegiata) si colgono oggi in questo "Mean OTd Man" con cui Lewis
torna sulla scena a settantacinque anni suonati e nel quale duetta con gente del calibro di Clapton, Jaeger &
Richards, Jonn Fogerty, Ron Wood, Sheryl Crow, Willie Nelson, Slash e Tim McGraw. Nell'impostazione il
disco è molto simile a quello del 2006, "Last Man Standing", anche lì con la presenza della crema del rock ad
omaggiarlo riverente. Tra i pezzi la title track scritta appositamente per lui da Kris Kristofferson, "Sweet
Virginia" e "Dead Flowers" di Jagger/Richards, "Bad Moon Risine" dei Creedence. Sono disponibili due
diverse edizioni, una standard con dieci brani e una deluxe con diciotto. Luigi Lozzi WHITEY MORGAN and
THE 78'S The Mountain The Barn And The 78's Bioodshot/IRD Prezzo € 19,00 Non è una band di country
alternativo tipojayhawks, Uncle Tupelo o i Wilco degli inizi. Wnitey Morgan and The 78's si attengono più o
meno all'estetica di Merle Haggard e, in parte, di Waylon Jennings, più un tocco modernizzante sulla linea di
Dwight Yoakam. Propongono ballate nonky tonk che per non farle scivolare nella retorica hanno irrobustito
con una buona compattezza strumentale e talvolta con un ruvido "battito" rock. La voce del leader/chitarrista
Whitey Morgan (in realtà si chiama Eric David Allen) possiede la profondità e la voluminosità dei campioni del
genere, da Jennings a Kristofferson, da Haggard a Cash, e il quintetto, proveniente dal Michigan, è
completato da Benny James Vermeylen (chitarre, voce), Tamineh Gueramy (fiddle, voce), Jeremy Mackinder
(basso) e Mike Popovich (batteria). Il CD è stato registrato a Woodstock, negli studi di Levon Helm. Come
anticipato, il gruppo evita nei limiti del possibile le pieghe zuccherose di certa tradizione a vantaggio d'un
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sound robusto quanto basta orientato al Sud degli States, dove regnano slow ballaci honky tonk e spesso la
solidità del filone "outlaw" dei primi 70. A questo punto, gli appassionati dovrebbero aver inteso la miscela
musicale di Whitey Morgan and The 78's: pur non inventando nulla di nuovo trasmettono comunque la
sensazione di operare con onestà e con autorevolezza, risultando alla fine potabili perfino a chi non
impazzisce per il country. Se le evoluzioni tematiche e gli impasti steel guitar/violino di "Memories Cost A
Lot", "Turn Up The Bottle", "Honky Tonk Queen" e "Meanest Jukebox In Town" sanno di déjà vu,
compensano parzialmente le più impattanti, fresche e permeate di blues "Buick City", "Bad News", "Hard
Scratch Pride", "Where Do Ya Want It?". ROCKINTROU. Enzo Pavoni
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EARL GAINES You Got The Walk SPV/Audioglobe Prezzo € 18,00 Earl Gaines, una delle misconosciute
leggende del R&B, è mancato il 31 dicembre 2009 a settantaquattro anni. Figura di riferimento, è stato
apprezzato soprattutto per l'efficacia e la profondità del suo vocalismo, capace da solo di donare la giusta
tensione emotiva ai brani che interpretava. L'hit maggiore per il quale è noto è "It's Love Baby (24 Hours a
Day)", del '55, pubblicato con i Louis Brooks & His Hi-Toppers, gruppo di cui era vocalist, e arrivato al n.2
delle classifiche di vendita R&B. Un brano storico, successivamente ripreso pure da Ruth Brown e Hank
Ballarci. Era nato nel '35 a Decatur, in Alabama, e aveva iniziato, come tanti, cantando in chiesa, fino a
quando non decideva di muoversi alla volta di Nashville. Dopo la breve esperienza in gruppo, Earl dava inizio
ad una carriera solistica che non gli riservava grossi successi se non "Best Or Luck To You" ( « 8 R&B) nel
'66 e "Drowning On Dry Land" (per la Ace) nel 75 , al punto da fargli prendere la decisione di abbandonare la
scena e lavorare come autista di camion. Circa quindici anni d'assenza per poi riemergere nel 1989 con un
album ("House Party" per la Meltone e la produzione di Fred )ames) che ha costituito la sua resurrezione
artistica. Tanti album per tante etichette diverse; e significativi sono stati tra questi "I Believe in Your Love"
(per la Appaloosa) nel '95, "The Different Feelings of Blues and Soul" (2005) e "Nothin' But The Blues"
(2008). Una carriera - a guardar bene - non troppo fortunata e un triste commiato alla fine. Questo che
segnaliamo è l'album (uscito postumo) di incisioni che risalgono, per una metà circa (8 brani), al 2007 e per il
resto al '95 e al '97, tra l'altro uno dei pochissimi rintracciabili sul nostro mercato, e può aiutare a non far
smarrire nell'oblio del tempo la bontà del suo contributo artistico. Luigi Lozzi GRATEFUL DEAD Big Rock
Pow Wow 69 Grateful Dead (3 CD) Prezzo € 24,00 Seduti su una pila di nastri alta più della piramide di
Cheope, gli archivisti dei Grateful Dead continuano a stupire con splendidi lavori di ricerca e restauro. Dopo
anni di onorato servizio è stata pensionata la serie "Dick's Picks", sostituita con una nuova collana, "Road
Trips". Questo è il volume 4 e ci porta nei dintorni di Woodstock, giusto tre mesi prima ma da un'altra parte
d'America, in Florida. La precisazione è d'obbligo perché proprio a Miami i Doors tennero il 1 marzo 1969 il
famigerato concerto in cui Morrison venne accusato di avere compiuto atti osceni in pubblico, estraendo in
scena il suo mojo lizard. Il risultato fu che per un po' da quelle parti il rock venne bandito e scomunicato come
scandalosa "arte demoniaca". Per reagire a quel clima di caccia alle streghe, alcuni rocker di buona volontà
organizzarono a maggio un festival di tre giorni in una riserva Seminoie, mettendosi sotto la protezione dei
Nativi americani. I nastri di questo pregevole triplo vengono da li, da un montaggio dei momenti migliori a
ricostruire un tipico, generoso, esaltato Dead show nella stagione tra "Aoxomoxoa" e il leggendario "Live
Dead". Brani lunghi, ora torpidi ora vibranti, con il trad di "He Was A Friend Of Mine", il blues di "Death Don't
Have No Mercy", il folk rock di "Morning Dew" ma soprattutto gli originali della band in un cruciale periodo di
crescita: "Dark Star" è nata da poco ma già brilla con la voce cherubina della chitarra di Garcia, incastonata in
un diadema che diventerà il clou degli spettacoli, con "St. Stephen", "The Eleven" e "Turn On Your Lovelight",
il classico dei classici che per non sbagliare viene proposto qui in una doppia versione di 30 e 27 minuti.
Qualcuno ebbe la depravata idea di versare acido nel succo d'arancia offerto a tutti i partecipanti, mettendo in
crisi più di un musicista ma non i Dead. Loro erano nati con gli Acid Test e da quel che si ascolta sapevano
padroneggiare benissimo gli stati alterati della mente. Riccardo Bertoncelli BEE GEES Mythology: The 50th
Anniversary Collection RepriseA/Varner (4CD) Prezzo € 39,00 Un errore frequente commesso da chi ha un
approccio approssimativo con gli accadimenti della musica pop e rock è quello di ritenere che i Bee Gees
siano un gruppo disco-dance esploso alla fine dei Settanta grazie al successo stratosferico del film "La febbre
del sabato sera", nella cui colonna sonora erano presenti alcuni loro memorabili brani. Questo cofanetto - che
non è il primo dedicato al gruppo e nemmeno sarà l'ultimo - rimette filologicamente le cose a posto (per tutti)
indicandoci che nel 2010 si sono celebrati i cinquant'anni dalla costituzione del gruppo - e dell'assunzione del
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MUSICA ROCK-POP / 2
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nome Bee Cees, che sta per "Brother Gibb" con la "s" finale ad indicarne la pluralità - e della loro prima
apparizione alla televisione australiana. Barry ed i fratelli gemelli eterozigoti Maurice (scomparso nel 2003) e
Rooin, originari dell'isola di Man (ma cresciuti a Manchester) hanno fatto ritorno in Inghilterra nel '66 (avevano
vissuto qualche anno in Australia dove la loro famiglia era emigrata nel '58) dopo aver pubblicato un singolo
('63, "The BattleOftheBIue and Grey") e un album ('65) nella terra dei canguri e aver raggiunto il «1 delle
classifiche australiane con il singolo "Spicks and Specks". Sotto la produzione di Robert Stigwood, e
l'ingresso nella formazione di due amici australiani, spiccano il volo nel '67 con l'album "Bee Gees 1 st" e i
singoli "New York Mining Disaster 1941", "Holiday", "To Love Somebody", "World", ma soprattutto con
"Massachusetts". Inutile (forse) sottolineare che, al di là di gusti personali, i Bee Cees hanno rappresentato
per qualche anno - ispirandosi ad artisti ouali Everly Brothers o Carpenters - l'autentica alternativa ai Beatles
per la qualità delle loro canzoni (che in molte occasioni hanno affidato ad al:ri interpreti) e per la bontà degli
impasti vocali, e in seguito (solo) venduto milioni e milioni di dischi. Luigi Lozzi ESPERITA Esquerita!
Hoodoo/Egea Prezzo € 14,00 Pompadour esagerata, camicia sgargiante, occhiali da sole sbrilluccicanti di
perline, sulla copertina di quello che rimase il suo unico album Steven Quincy Reeder, in arte Esquerita,
esibisce un'espressione alla "ghigno o son desto?". "Finalmente una stella", sembra dire a se stesso ma si
sbagliava, siccome nel 1959 il possibile acquirente medio pensò probabilmente quello che deve avere
pensato il lettore gettando l'occhio su un'immagine iconografica, sì, ma di un iconografico che viene
automatico associare ad altri. "Toh! Un imitatore di Little Richard." Formidabile paradosso visto che il signor o
signorina Penniman aveva imparato molto, se non tutto, proprio dal nostro sfortunato eroe ed entrambi
dovevano comunque parecchio a Billy Wright, un nome oggi dimenticato ma decisamente popolare nel Sud
degli Stati Uniti nei primi anni Cinquanta. Little Richard gli doveva pure l'ingaggio da parte della RCA, mentre
a portare alla Capitai Esquerita provvedeva Gene Vincent. Purtroppo per lui, l'allora ventitreenne artista della
South Carolina arrivava a guadagnarsi un contratto discografico importante nell'esatto istante in cui il
rock'n'roll andava incontro a una subitanea eclisse cui solo l'irruzione in scena dei Beatles avrebbe posto
rimedio, ma sarà allora un altro mondo. E dopo che un discepolo (materia di lubrica leggenda il primo
incontro fra i due) aveva popolarizzato, appropriandosene involontariamente, i tratti distintivi di uno stile di vita
e di un sound estroversi e smargiassi. Non ci saranno singoli di successo né prima né dopo questo LP, fresco
di bella e ingrassata ristampa in digitale e al tempo ignorato. Esquerita morirà nell'86, di AIDS, talmente
povero che sarà la municipalità di New York ad accollarsi i costi delle esequie. Eddy Cilìa BLUE BEARD Blue
Beard Fantastic Voyage/Goodfellas Prezzo € 18,00 Allora... ci sono un indonesiano, un olandese, un
irlandese, un indiano e un australiano che si incontrano sotto la Madonnina e... no, non è una barzelletta,
bensì quel pochissimo di storia che si conosce di questo quintetto che, affidandosi per la produzione a due
allora altrettanto sconosciuti americani (e uno dei due, Thurman Binkley, sconosciuto lo è rimasto), registrava
nel 1971 quest'album. Presumibilmente - ma lo scrivo senza avere informazioni al riguardo, giusto per
deduzione logica - dopo che il singolo "Sly Willie" era stato pubblicato in diversi paesi europei, con riscontri
commerciali però dal nullo al poco significativo, tanl'è che il 33 giri vedeva la luce solo in Italia. Negli ormai
quattro decenni trascorsi, e più che altro nell'ultimo, è stato proprio quel sette pollici a tenere desta una certa
attenzione per la sigla nei circoli più ristretti del collezionismo discografico. Non per un peraltro
gradevolissimo retro, "Country Man", da qualche parte fra The Band e i Little Feat, quanto per un lato A assai
curioso e al pari rimarchevole: provate a immaginarvi i Pink Floyd di Barrett che ucronicamente si ritrovano a
misurarsi con la blaxploitation ed ecco. Lavoro a dir poco variegato "Blue Beard", con a seguire la canzone
"famosa" (ovviamente piazzata in apertura), il rococò-pop in anticipo sui Queen "Baby I Need You", l'errebì
iniettato di hard (o viceversa) "Too Many People" e il folkrock alla Cat Stevens "Cod Save The World". E
questa non era che la prima facciata e anzi lo è ancora, visto che la ristampa è disponibile soltanto in vinile o,
in forma liquida, su iTunes. Il produttore Bob Welch da lì a breve entrerà nei Fleetwood Mac e nel 1977, con
l'album "French Kiss", sfiorerà l'ingresso nei Top 10 USA. Eddy Cilìa VAGRANTS I Can't Make A Friend Light
In The Attic/Goodfellas Prezzo € 16,00 Il manuale dello storico rock contemporaneo prevede il soccorso dei
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Audio Review - Febbraio 2011
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minori e la misericordia verso chi ha avuto poche chance. I Vagrants sembrano perfetti. Furono una garage
band nella stagione in cui Beatles e 0 1 2 3 4 Stones svegliarono i ragazzi americani dal torpore di Elvis e
Beach Boys, spingendoli a (ri)guardare la luna della musica nera e ad agitarsi un po'. La storia rotolò in fretta
verso la psichedelia e audaci esperimenti, e molti rimasero intrappolati nel vecchio mondo, con i loro Farfisa,
le chitarre smunte e le canzoni mai oltre i tre minuti perché nei 45 non ci stavano e i 33 erano un lusso.
Qualcuno poi li avrebbe rivalutati a cominciare dalla mitica collezione di "Nuggets", madre di tutte le nostalgie
garage. In quella antologia i Vagrants c'erano, con la cover-cappuccino di "Respect", e con loro i Count Five,
la Chocolate Watchband, gli Standells, i Leaves, compagni di merende quando non di palcoscenico.
Newyorkesi dei suburbi, i Vagrants operarono dal 1965 al 1968 soprattutto nella Big Apple, animando focali
leggendari come l'Un;ano's, il Rolling itone, lo Scene di Steve Paul con il Ioio soul bianco che traeva linfa dai
"loung Rascals e saicbbe poi arrivato fino ai Ramones. Erano in cinque, tutti poi spariti meno il chitarrista,
Leslie West, brillante solista e guitar hero con i Mountain. Ma non cercate tracce del suo hard in questi brani,
e neanche gli spilli del punk; è tutto più quieto, timido, con voglia di piacere più che di stupire, con
imbarazzanti scivolate nei brani slow ma scosse divertenti quando il ritmo si agita, da "I Can't Make A Friend"
a "Oh, Those Eyes" alla inevitabile "Respect". Scaletta un po' avara (solo i singoli ufficiali), note accuratissime
di Mike Stax. Un tesoretto per gli studiosi di rock americano, una trappola per i profani; che non ci provino
neanche a immaginare cosa sarebbe stata la storia rock se avessero vinto i Vagrants e le altre nuggets di
quei dì. Riccardo Bertoncelli ARTISTI VARI 3... 2 . . . 1 . . . A Rocket Girl Compilation Rocket Girl (2 CD)
Prezzo € 20,00 Etichetta indipendente inglese fondata nel 1997 da Vinita Joshi, la Rocket Girl ha sempre
spaziato con lodevole apertura mentale nei più disparati campi. Pressappoco a un decennio di distanza dalla
precedente, analoga raccolta, "3... 2... 1 . . . " accorpa ben ventisette brani distribuiti in due dischetti, peraltro
racchiusi in una graziosa, curatissìma confezione digipa1<, a partire dall'immagine di copertina per
proseguire con le dettagliate note interne. La varietà stilistica non va mai a discapito della compattezza del
progetto, sebbene non tutte le canzoni siano sullo stesso livello qualitativo: è un saliscendi sia sul piano
strettamente formale, quindi, sia in termini di incisività, ma l'ascolto è nel complesso piacevole e vale
senz'altro il prezzo del biglietto. Il primo supporto propone quindici eterogenee tracce, selezionate dalla
produzione più recente della label: se i veterani Television Personalities si aprono alle melodie e Project
Skyward punta sull'elettronica, i Lylys rimandano al funk bianco dei Talking Heads, gli Sleeping Years al folk
intimista di Nick Drake o Elliott Smith e Kennedy Green all'indie-pop fanciullesco delle Throwing Muses. Il
secondo CD è riservato a dodici canzoni inedite, vecchie e nuove: si va dall'orecchiabilità Eighties dei
Pragmatic allo shoegaze dark dei Serena Maneesh. Gli artisti più gettonati, con almeno un paio di episodi in
scaletta ciascuno, sono God Is An Astronaut (apprezzabile gruppo irlandese votato al post-rock), A Piace To
Bury Strangers (formazione newyorkese dedita a una modernizzazione della new wave più cupa) e Robin
Guthrie (ex Cocteau Twins fecalizzato su avvolgenti composizioni strumentali). Ce n'è, insomma, pertulti i
gusti, a documentazione di un percorso volto alla ricercatezza sonora. Confidiamo prima o poi in un terzo
capitolo della saga. Elena Raugei EBO TAYLOR Love And Death Strut/Audioglobe Prezzo € 19,00 Lo hanno
definito "uno dei più grandi e misconosciuti eroi della musica dell'Africa occidentale", Ebo Taylor,
settantaquattrenne dal Ghana, giunto solo adesso a incidere un album che ha varcato i confini nazionali.
Finora suoi materiali erano comparsi unicamente in alcune compilation di musica africana assemblate per la
Soundway Records; e questo nonostante egli abbia avuto un ruolo influente nella divulgazione dei suoni
hìghlife del suo paese natale. L'album include un nuovo trattamento di brani d'antan presenti solo su dischi
scricchiolanti in vinile di un tempo, mescolati a pezzi nuovi che testimoniano degli stili abbracciati da Ebo che
spaziano dal jazz (maturato in un soggiorno londinese alla corte di Fela Kuti) all'Afrobeat nigeriano. Molto
lavoro chitarristico corroborato dall'uso frequente dei fiati. È stato registrato con il contributo dei membri
dell'Afrobeat Academy di Berlino, un'orchestra mista di ghaniani e tedeschi. C'è molto lavoro chitarristico e
una sezione fiati che riveste un ruolo primario come si evidenzia fin da principio con "Nga Nga", un traditional
dall'incedere suadente, quasi fosse una nenia, che viene introdotto da un vigoroso e insistito riff di sax che
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poi si dispiega in un rilassato lavoro ritmico con l'innesto di ottoni, basso e vocalismi del titolare. In "African
Woman" sono evidenti le influenze del maestro Kuti, la title track (che risale al 1980) è uno shuttle
strumentale, sul quale Ebo pronuncia liriche in inglese ("Fratelli e sorelle prestatemi orecchio, ascoltate la mia
storia d'amore e di morte..."), che poi si dispiega in un accattivante ed ipnotico jazz-funk. Il danceupbeat di
"Mizin" consente a Taylor di prodursi in un magnifico assolo di chitarra e "Kwame" è un tributo al primo
presidente del Ghana, Kwame Nkrumah, artefice dell'indipendenza della nazione. Luigi Lozzi HASSAN
ERRAJI Awal Mara World Village/Ducale Prezzo € 18,00 L'incedere di ogni brano è tosto, talvolta tirato sin
quasi allo spasimo, per un'urgenza comunicativa fuori del comune. È una caratteristica intrinseca della
musica contenuta in "Awal Mara" (Amore a prima vista) e anche del suo interprete. Hassan Erraji è un artista
world di prima infornata, che dal nativo Marocco si è trasferito a un certo punto in Belgio e in seguito in
Inghilterra. I suoi passi d'esordio li ha condotti insieme con i Belcikal, una band multietnica, e gli Arabesque.
Si è trattato di un periodo di apprendimento dedicato in particolare alla fusione tra le musiche dell'Atlante e il
jazz. Il nuovo disco ce lo restituisce in gran forma, grazie anche alle cure del produttore Dave Creffield
(Kaiser Chiefs). Nel cast troviamo inoltre Ben Stevens alla batteria e Kenny Higgins al basso elettrico, una
sezione ritmica potente e decisa che ricorda le pulsazioni di pancia dei migliori lavori di Bill Laswell. Yasmin,
la figlia di Hassan, è la seconda voce a corollario. Erraji, privato della vista sin da piccolo, è un
multistrumentista virtuoso tanto all'oud e al qanun quanto al violino, e non manca di prodursi anche alle
tastiere, al nay e soprattutto alla voce. In particolare, l'impiego dello strumento ad arco ingenera in alcuni
brani ("Haili Ayouma", "Samitat Ayam", "Douka Dance") coloriture che sanno più di folk revival britannico che
di Africa del Nord. Non è un male, perché consente ad "Awal Mara" di tirarsi fuori dai pericoli di una certa
uniformità latente. Le radici della musica gnawa sono infatti l'elemento a cui Erraji si attacca
incontrovertibilmente lungo tutto il lavoro, con il rischio di rimanerne un poco troppo vincolato. Per il futuro,
fermo restando la piacevolezza della proposta, occorrerà inventarsi qualcosa di nuovo. Piercarlo Poggio
TANGO NEGRO TRIO No me rompas las bolas Felmay/Egea Prezzo € 16,00 II * l I T À Un titolo simile è
impegnativo, occorre ci sia della sostanza dietro, altrimenti si rischia che si ritorca sull'autore con effetti
tragicomici. Nel caso di Juan Carlos Caceres, ideatore del Tango Negro Trio, una preoccupazione di tal
genere non ha ragione di esistere. La sua determinazione nel proporre la musica argentina sotto una luce
nuova e insieme originaria assume a tratti aspetti cosi ardenti e impetuosi da metterlo al riparo da qualunque
fraintendimento. Il suo gruppo, completato da Marcelo Russillo (batteria e percussioni) e Carlos "el tero"
Buschini (basso), incrementa con questo terzo disco un curriculum di rispetto. Caceres, trasferitosi a Parigi
sin dal 1968, è cantante, pianista, trombonista, compositore e pittore che ha compiuto una profonda
riflessione sulle forme sonore del suo paese. Giungendo alla conclusione che retorica e folklorismo a buon
mercato non sono il massimo per mantenerle in vita. Si è pertanto tuffato nel bacino del Rio de la Piata per
comprendere sino in fondo come il tango, la milonga, l'habanera, la murga e il candombe siano divenute
parte essenziale dell'urbanità di Buenos Aires. Ne ha analizzato, in particolare, l'elemento africaneggiante, ed
è per tale ragione che i suoi brani appaiono all'ascolto ruvidi, nervosi, drammatici, per nulla in linea cioè con
l'idea corrente che si ha della musica latinoamericana. "No me rompas las bolas" si rivela avvincente sin dal
primo istante. Nel dispiegarsi di ritmi inconsueti, continuamente variati, e nei sussulti di una vocalità agra e
puntuta si avverte l'amore di Caceres per le sue radici artistiche. Al resto pensano una schiera di ospiti di
livello (Cirotto, Pecette, Manoury, Caraballo, Bruhn, Mangalavite) e il sibilo recitante di Daniel Melingo.
Piercarlo Poggio SPANISH HARLEM ORCHESTRA Viva la tradición Concord Picante/ Universal Prezzo €
20.00 In attività dal 2000, la Spanish Harlem Orchestra ha accumulato in poco tempo una quantità incredibile
di premi e di riconoscimenti, diventando il vanto della comunità latinoamericana di New York. Ma se
l'ensemble è relativamente giovane, il fondatore Oscar Hernandez ha invece alle spalle decenni di attività
formative: cresce nel Bronx in una famiglia numerosa di origine portoricana, da bambino inizia a suonare la
tromba per passare in seguito al pianoforte e quindi diventare direttore musicale e arrangiatore delle
formazioni di Tito Puente, Rav Barrette e Celia Cruz; negli Ottanta affianca invece il cantante panamense
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Rubén Blades in qualità di produttore, arrangiatore e pianista. Quarta prova discografica, "Viva la tradición"
segna l'esordio dell'Orchestra sotto il marchio di una label in vista come la Concord Picante, svolta che
proietta immediatamente i tredici elementi del combo in una dimensione di caratura internazionale.
Potenzialità ulteriormente accentuate dalla co-produzione della star Paul Simon, un tipo che di musica se ne
intende parecchio. Sotto il carisma e l'esperienza dell'autorevole Oscar Hernandez, la Spanish Harlem
Orchestra trasmette calore e voglia di ballare a tutti gli estimatori delle trascinanti sonorità afrocubane, dove
si danno il cambio rumba, salsa e cha-cha-cha, irrobustite dalle frastagliate poliritmie dei percussionisti e dai
potenti impasti di una sezione fiati non indifferente al jazz. I dodici capitoli di "Viva la tradición" alternano
standard di provenienza caraibica e originali. Spiccano tre pezzi coordinati dalcompositore/arrangiatore Gii
Lopez, un veterano oggi ottantenne. Il compatì è adatto sia per danzare, sia per il normale ascolto:
comunque, non la solita orchestra per turisti. Enzo Pavoni LEILAADU Ode To The Unknown Factory Worker
RAI Trade/Goodfellas Prezzo € 15,00 ePubblicato alla fine del 2010, questo album raffinato porta un titolo
tristemente profetico, "Ode all'operaio ignoto", quasi ad anticipare il ruolo marginale assegnato ai lavoratori
della nuova FIAT di Marchionne dopo il referendum dello scorso gennaio. Eccetto i saltuari interventi in punta
di bacchetta del batterista Daniele De Santis, la protagonista solitària è Leila Adu, cantante, pianista,
tastierista e compositrice. Dotata di forte personalità e di profonda preparazione musicale, la giovane e più
che promettente artista neozelandese, già al fianco di Mike Cooper, vive tra Roma e Londra. Il suo timbro
vocale è imparentato con quello sensuale e vellutato di Sade, ma per il sound ridotto all'osso e per lo stile
riecheggia piacevolmente tante icone del passato, in particolare Annette Peacock, Nick Drake e Robert
Wyatt. Il clima generale è grossomodo canterburiano, a tratti sfiora il sospeso surrealismo di Kevin Ayers. Le
note,'stilate dalla stessa Leila Adu, rivelano che "le canzoni riflettono un universo di unitarietà e di
separatezza, di adattamento alla realtà urbana circostante e di creatività all'interno dei piccoli spazi che
riusciamo a ritagliarci nella vita cittadina". Le undici tracce rifuggono il mesto grigiore, nonostante emanino
sensazioni di metropolitana solitudine e un'esigenza di contatti umani, rivelando anzi una fantasiosa briosità
tematica e dinamica. Alcune melodie sono a dir poco squisite, da "Brazen Hussy" a "Must Walk Slowly"
(wyattiana da morire), dalle originali architetture di "Trojan Cow" alla sintetica ingegnosità di "The One Minute
Pastry Song", dal vetroso minimalismo di "Glass" alla nervosa e segmentata "Slick Department Store". Un
esordio solistico che fa intravedere evoluzioni future. Enzo Pavoni ROBIN HOLCOMB The Point Of It Ali
Songtines/IRD Prezzo € 19,00 Ai tempi dell'ottimo "Larks, They Crazy" (Sound Aspects, 1989)
immaginavamo un diverso prosieguo di carriera per Robin Holcomb, allora frequentatrice dell'avanguardia
jazz che conta di Downtown. Forse mal consigliata, ha man mano relegato in un cantuccio il pianoforte, dove
eccelleva, a vantaggio delia voce, convertendosi in cantautrice. In tale veste appare però un'infiltrata: pur
dotata di un buon timbro, non e irreprensibile nella stabilità tonale; ma il guaio maggiore sta nella sua ostinata
maniera di concepire linee melodiche uniformi, povere di dinamismo, spesso avvitate su se stesse. In poche
parole, monotone. Gran parte delle prove sfornate successivamente dalla Holcomb ribadiscono tali problemi:
a un certo punto deve essersene finalmente resa conto, prendendosi alfine qualche pausa di riflessione. Il
ritorno con "The Point Of It AH" evidenzia un superiore equilibrio tra la forma canzone e i momenti di tipo
strumentale, un compromesso forse suggeritole dal marito Wayne Horvitz, anch'egli presente nelle vesti di
tastierista. Completano l'organico Ron Samworth (chitarre), Bill Clark (tromba, flicorno), Peggy Lee
(violoncello) e Dylan Van Der Schyff (batteria). Il CD permette di riverificare le nostre perplessità,
riconfermando il divario qualitativo tra i pezzi cantati, che non risolvono la piattezza tematica e la cupezza
vocale della titolare, egli episodi jazzistici, invece convincenti, fedeli alla moderna scuola di area Tzadik.
Demoralizza però l'insistenza della Holcomb, che in "The Point Of It AH" riesce a trasformare in nenia
addirittura la celebre "After The Gold Rush" di Neil Young. Qualcuno dovrebbe armarsi di coraggio e dirle che
non è né una Joni Mitchell, né una Rickie Leejones. Enzo Pavoni TREVOR MORRIS The Pillare Of The Earth
Varese Sarabande/ Alici ioglobe Prezzo € 19,00 "1 pilastri della Terra" è il romanzo più venduto di Ken
Follett, nonostante siano stati principalmente i numerosi thriller spionistici a farne la fortuna presso i lettori. A
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vent'anni dalla sua pubblicazione è arrivata una trasposizione televisiva (solo ( U A L ora l'autore ha
concesso i diritti) lunga otto ore di questa epopea medievale di grosso impegno finanziario, ambientata
nell'Inghilterra del XII secolo, che ha visto tra i produttori anche Ridley e Tony Scott. Nessuno (forse) meglio
di Trevor Morris, artefice degli score che hanno accompagnato le quattro stagioni di un serial d'identica
ambientazione qual è stato "The Tudor", poteva assumere l'incarico di provvedere alle musiche. Canadese di
origine, intrigato dalla musica elettronica, dopo aver mosso i primi passi alla corte di Re (sempiterno) Zimmer,
Morris sta posando tassello su tassello nel mosaico di una credibilità sempre maggiore in ambito compositivo
per il cinema, prima con musiche addizionali per numerosi film gestiti da Zimmer ("L'ultimo samurai", "Pirati
dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma", "The Ring 2" e "King Arthur", poi "Le colline hanno gli
occhi 2"). Si è perfino reso artefice di musiche a corredo di alcuni videogame di successo ("Command &
Conquer 3: Tiberium Wars", "Sim City Societies", "Army ofTwo"). Con la materia relativa alla vecchia
Inghilterra il Nostro Luigi tozzi sembra trovarsi a suo agio e pone la opportuna enfasi sinfonica per
corroborare la monumentale ambizione del progetto. Morris da libero sfogo ad una composizione vibrante, a
melodie oscure e inquietanti corali, a ritmi in crescendo e uso di strumenti antichi, per raffigurare la religione
come una forza del cambiamento nella città di Kingsbridge, intorno alla costruzione di una cattedrale che
scatena una feroce guerra di potere. Un lavoro pregevole e coeso, il migliore finora realizzato dall'autore.
CYRILLEAUFORT Splice Colosseum/ Audioglobe Prezzo € 1 9 , 0 0 "Splice", il disturbante fanta-horror
prodotto da Guillermo Del Toro e diretto al suo esordio dal regista canadese del folgorante "Cube - Il cubo",
Vincenzo Natali, racconta di un esperimento genetico che produce un ibrido miscuglio di femmina e creatura
animale sugli esempi classici, letterari e cinematografici di Prometeo e del Frankenstein di Mary Shelley, non
indifferente a certe alchimie mutanti "alla Cronenberg" oltre che a saghe quali "Alien" e "Species". Per alcuni
versi anche il costrutto musicale che l'accompagna e in cui si collocano le immagini, opera del compositore
Cyrille Autori, di base in Francia, è ibrido, in quanto costituito da un blend di differenti suggestioni musicali; da
una parte un prevedibile approccio con sonorità tipiche dell'horror, dall'altra il tentativo - voluto dallo stesso
regista - di considerare altre soluzioni, con l'intento di aggiungere un mood supplementare allo score,
sfumature romantiche che apparentemente sembrerebbero stridere con il corpo principale mentre in effetti ne
caratterizzano alfine il risultato. Musica descrittiva e narrativa dall'elegante costruzione in un misto di
atmosfere suadenti, fluttuante tra il gentile refrain di un pianoforte e momenti atonali e più duri, sintetici, che
conducono alla crescente tensione e al dramma sempre prossimo ad esplodere. Lo sforzo maggiore cui si è
sottoposto Aufort è stato quindi quello di muoversi tra due distinte modalità espressive nel rapido volgere di
un brano da un altro, da un piglio di pura "atmosfera" ad un altro melodico che trova la sua sintesi compiuta
nel pezzo "Love Scene", nel quale si consuma l'ambiguo rapporto amoroso tra il protagonista maschile e la
sensuale creatura che ha assunto il nome di Dren. Il pezzo conclusivo, di stampo jazzistico, è "Night And
Dren" composto da Richard Peli e Dylan Heming ed eseguito dalla Vertigosound Orchestra. Luigi Lozzi V.
CANTUÀRIA & B. FRISELL Làgrimas mexicanas NaTve/Self Prezzo € 18,00 Sono venticinque anni - ossia
da ben prima che l'artista brasiliano si trasferisse (accadeva a metà Novanta) negli Stati Uniti - che Vinicius e
Bill si conoscono, si stimano, si frequentano. Nessuna sorpresa, allora, che si siano infine decisi - e questo
dopo diverse apparizioni di Frisell nei dischi di Cantuària - a realizzare un album insieme. Può stupire solo, al
limite, che ci abbiano pensato tanto a lungo. Naturalmente predisposti a coliaborare i due: uno un cantautore
che da sempre mischia il pop del suo paese con di tutto un po', dal jazz al rock all'avanguardia, a diverse
scuole di worlcl music; l'altro l'uomo che pressoché da solo si è battuto negli ultimi trent'anni per conservare
una credibilità alla chitarra jazz e paradossalmente, così facendo, ha finito per trascenderlo il jazz, per quanto
rock ci ha messo dentro, e pop, e bluegrass, e country, e folk. Era nell'ordine delle cose che in un album
realizzato congiuntamente piuttosto che provare a stiparci dentro quanto appena esposto i due
sperimentassero ulteriori strade ancora. Se in questi dieci brani che volano via troppo in fretta (41 '13" paiono
una miseria) jazz e Brasile ci sono, predomina però (come annunciato dal titolo) il Messico: sin da una
fantastica traccia inaugurale, "Mi declaración", che in un dipanarsi di oltre sette minuti si trasforma da
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mordido, acidulo funk in sorriderò, che se vogliamo è la via latino-americana al downtempo. Se nella sinuosa
"Calle 7" rancherà e norteno si intrecciano fino all'indissolubilità in un'onirica "Làgrimas de amor" il samba si
fa permeare da suggestioni afrocolombiane, laddove "Cafezinho" sa di sonorizzazione per comiche dell'era
del muto e "Forinfas" si sistema a congedo dispensando vaudeville "in blues". E ddy Cilìa SYRIANA The
Road To Damascus Rea! World/Family Affair Prezzo € 18,00 Una formazione globalistica, Syriana. A volte
pare quasi una strada obbligata per farsi sentire meglio e suscitare interesse nel caotico mondo musicale
odierno. Lo fanno in tanti, sempre più spesso, e a breve forse lo faranno tutti. Sarà l'unica maniera per
esìstere artisticamente e le giovani generazioni ne ricaveranno forse un'estetica nuova e originale. Non è
un'ipotesi pessimistica, semmai realistica. I migliori, come in parte accade anche adesso, saranno quelli in
grado di trovare un equilibrio tra le parti, unendo le sfumature dell'etno alla sostanza dell'elettronica, o
viceversa. Un continuo gioco di alchimie e formule speciali, un esercizio di equilibrismo forse un poco troppo
acrobatico, con il fine ultimo di suscitare nuovi mondi musicali. Non resta che attendere e intanto andare alla
scoperta di un disco apprezzabile nei contenuti e nelle forme. Ne sono protagonisti un terzetto d'esperienza,
a cominciare da Nick "Dubulah" Page, già implicato nell'avventura Dub Colussus e nelle trame dei Trans
Global Underground e dei Temple of Sound. Il suo armamentario di chitarre, campionamenti, tastiere e
percussioni funge da collante per le evoluzioni del qanun (sorta di dulcimer con ottantuno corde) e dell'oud di
Abdullah Chladeh, dominatore dello spettro sonoro ed elemento trainante dell'intera operazione. A conforto il
basso irlandese di Bernard O'Neill, anche al piano in alcuni episodi. Il clima mediorientale e arabico,
conturbante e soffuso regna sovrano, appena turbato di tanto in tanto da qualche refolo ritmico modernista fin
"Black Zii" c'è un fantasma di drum'n'bass). Ne sono responsabili anche gli archi della formazione The Pan
Arab Strings of Damascus, avvolgenti e incantatori al massimo grado. Tra gli ospiti spicca la voce incantata di
Lubana Al Quntar. Piercarlo Poggio SIMPHIWE DANA Kulture noir Skip/IRD Prezzo € 19,00 La giovane
cantautrice sudafricana Simphiwe Dana è emersa nel periodo post apartheid. Nata in un villaggio chiamato
Ccuwa e cresciuta a Lusikisiki, la Dana studia graphic design e moda, sviluppando così il gusto estetico,
come svelano l'abbigliamento ricercato e il trucco delicato. Dopo il trasferimento a Johannesburg si dedica
alla musica a tempo pieno. L'esordio discografico avviene nel 2004 con il riuscito "Zandisile", targato Skip e
distribuito in Europa solo nel 2006, che impone immediatamente l'artista, difatti il SAMA (South African Music
Awards) la proclama "esordiente dell'anno" e "migliore cantante jazz". Assieme al reggae, al jive e alle
tradizioni xhosa, Simphiwe Dana cita tra le sue influenze le jazz singer Sarah Vaughan e Lena Horne e le
conterranee Dorothy Masuka e Miriam Makeba. I testi toccano di frequente la condizione femminile e i diritti
civili. Un'alchimia di umori ribadita nel successivo "The One Love Movement On Bantu Biko Street" (quattro i
premi vinti al SAMA), nonostante il tenue avvicinamento al pop. In "Kulture noir" la Dana continua ad allentare
i legami territoriali perdendo leggermente in spontaneità, conquistando in compenso una dimensione più
internazionale. L'onorabilità del CD è comunque garantita dall'egregia penna della titolare, forte di una tecnica
vocale personale, di una dizione limpida e di un timbro tanto vellutato quanto regale, riuscita mescolanza dei
riferimenti stilistici sopra elencati. Spiccano gli ammalianti temi e gli efficaci arrangiamenti della songwriter,
abituata ad acchitare i cori in contrappunto: si tratta dell'atavico cali and response portato negli States dagli
schiavi, formula vitale del blues, del gospel, del jazz, del soul, del rock, del rap. Insomma, di tutta la musica di
ceppo afroamericano. Enzo Pavoni MARIA BETHANIA Amor Festa Devogào Biscoito Fino/ Family Affair (2
CD) Prezzo € 22,00 Dev'essere una tradizione di famiglia: dopo aver dato alla luce un disco, l'anno seguente
ne si fa una versione dal vivo, in modo da mantenere il contatto con il pubblico. Ci ha abituati così Caetano
Veloso e da qualche anno anche la sorella Maria ha assunto il metodo. Le ragioni commerciali non mancano,
specie ai nostri giorni, ma c'è da credere che l'esigenza di salire sul palco sia per questi sommi artisti della
MPB davvero irrefrenabile, una pulsione alla vita meritevole di rispetto. Certo per l'aficionado che nel 2010 si
è comprato "Tua" ed "Encanteria" (eh sì, Maria non si era risparmiata, ma erano entrambi dischi di gran
valore) l'idea di mettere di nuovo la mano nella saccoccia non sarà particolarmente eccitante. Lo capiamo,
però non si può non sottolineare come questa doppia performance sia davvero un ennesimo atto d'amore e
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rispetto verso chi ascolta. I concerti si sono tenuti nel marzo scorso a Rio de Janeiro, fra il tripudio di un
uditorio attentissimo, capace di trattenere a lungo il respiro ma anche pronto ad esplodere nell'applauso
liberatorio. Gli show della Bethània hanno tutto del rito, eppure non si ha mai l'impressione di assistere a una
festa pagana sbracata. L'afflato spirituale che emana la sua voce riesce a rendere la scena evocativa e
surreale. L'andamento del live è inoltre perfettamente calibrato grazie a una sapiente alternanza di brani
strappacuore a cui succedono ritmi mossi e ondulati. Oltre a pescare dai due album sopracitati, Maria non
manca di infilarci alcune perle della sua carriera ("Explode coracào" e "O que é, o que é"), nonché alcuni temi
di Veloso ("Dama do Cassino", "Nào identificado" e "Queixa"). La band che l'accompagna è al solito
spettacolare, a cominciare dalle chitarre di Jaime Alem. Piercarlo Poggio STEVE RAEGELE Last Century
Songlines/IRD Prezzo € 19,00 Rispetto alle chiusure dei jazzisti della vecchia generazione, i colleghi odierni,
abituati a mescere molteplici stimoli sonori, sono figli di una nuova maniera di esprimersi inaugurata più di
quattro decenni fa dalla svolta elettrica di Miles Davis: una sorta di rivoluzione copernicana, inizialmente non
ben vista, che ha dato il "la" all'integrazione tra generi anche distanti. Nel corso degli anni a New York sono
sorti dei veri e propri laboratori - i vari locali di Manhattan: Tonic, Dharma, Knitting Factory - dove quelle
tendenze alchemiche si sono coagulate. Un ascolto alla cieca di "Last Century" indurrebbe facilmente
all'errore, in quanto sembrerebbe il lavoro di una formazione proveniente dai jazz club di Downtown. Ma non
è così, il trio guidato dal chitarrista Steve Raegele è canadese, per la precisione di Montreal, completato dal
contrabbassista Miles Perkin e dal batterista Thom Gossage. Il compatì porta il marchio della preveggente
Songlines, un'etichetta ormai nota per l'attenzione profusa nel promuovere l'underground. Raegele e soci
rispondono alla perfezione ai canoni trasversali degli artisti moderni. Basta l'ascolto delle prime tre/quattro
tracce per verificare la loro intelligente eterogeneità propositiva, che ingloba tanto le soluzioni à la Thurston
Moore e à la Glenn Branca (ora minimaliste/rumoriste, ora rock/psichedeliche), quanto l'acida e coerente
sperimentazione praticata dai vari Ben Monder, David Tronzo, Fred Frith e Elliott Sharp. Nell'andirivieni di
sensazioni racchiuse in "Last Century", trasformate con consapevolezza in un unico lessico, prevalgono
tappeti caratterizzati da microvariazioni che normalmente conducono a un crescendo circolare in cui
convivono dissonanze, lirismo, noise, improvvisazioni e fulminee durezze. Enzo Pavoni GILSCOTT-HERON
Real Eyes Soul Brother/Family Affair Prezzo € 14,00 Siamo all'impazzimento più totale e no, non sto parlando
di Gii Scott-Heron che - anzi! - dopo un paio di decenni di drogata follia è sembrato rinsavire quando non se
lo attendeva più nessuno e ne! 2010 ci ha regalato, con "l'm New Here", una delle sue prove più convincenti
ed emozionanti di sempre. A sedici anni dal precedente lavoro in studio, ad addirittura ventotto dal penultimo.
La pazzia cui mi riferisco è quella di un mercato discografico in cui non si capisce più chi abbia i diritti su
cosa, ammesso che li abbia, e per quali paesi. Fino a pochi mesi or sono "Real Eyes", pubblicato in origine
dalla Arista nel 1980, era uno degli articoli più ardui a procurarsi del catalogo di colui che è considerato il
padre nobile del rap. Più facile a trovarsi, e di norma meno costoso, il vinile d'epoca che non un CD
giapponese, unica stampa digitale nota. E adesso? L'appassionato non ha fatto in tempo a gioire per questa
riedizione Soul Brother (arrivata nei negozi con tre titoli viceversa superflui, perché da lungi disponibili con
altra griffe) che subito si è sentito preso in giro per l'uscita annunciata per Sony UK di un triplo "Originai
Album Classics" che a "Real Eves" accompagna il capolavoro del 1981 "Reflections" e "Moving Target",
dell'82. Ulteriore beffa per chi già aveva messo mano al portafoglio è che, in Italia almeno, il triplo costerà
quanto questo singolo. Strano che la pirateria prosperi, eh? Ah già, il disco... lo ve lo consiglio e poi decidete
voi come procurarvelo: è uno dei Gii ScottHeron più "pop" se non si intende come sminuente l'etichetta.
Fermo restando un contesto che copre l'arco compreso fra un soul alla Stevie Wonder e uno
squadernamentq da manuale di ciò che da lì a fine decennio sarà chiamato acid jazz. Eddy Cilìa JAYHAWKS
Hollywood Town Hall Sony Prezzo € 1 4 , 0 0 Lungo, e a tappe alquanto distanziate fra loro, l'apprendistato
dei Jayhawks: da Minneapolis, come non avresti mai detto pensando a Prince piuttosto che agli Hùsker Dù o
ai Replacements e, soprattutto, ascoltando questa gemma di Americana, pubblicata originariamente nel 1992
e fresca di ristampa con cinque pezzi aggiunti. Quasi dei novelli Flying Burrito Brothers, i Nostri, ma a più alto
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
tasso di memorabilità e con la manopola del volume un paio di tacche più in su. Con una collezione di altarini
a The Band in casa e in regia uno come George Drakoulias, capace di traslocare su degli Appalachi
dell'anima un tot dell'energia deflagrata a Seattle in quel turbinoso inizio di decennio, senza che ciò andasse
a scapito di un'eleganza, più che classica, arcaica. Leggendarie le circostanze dell'incontro tra produttore e
gruppo. Si racconta che un imprecisato giorno del 1990 e per imprecisate ragioni Drakoulias (in quel
momento uno dei nomi più caldi del musicbiz USA, dopo la firma in calce al multimilionario debutto dei Black
Crowes "Shake Your Money Maker") telefonò agli uffici della Twin/Tone. In breve, più che dall'interlocutore si
trovava assorbito dal disco che stava andando in sottofondo. Si informava. Gli veniva detto che trattavasi di
"Blue Earth", secondo album per delle piccole glorie cittadine, dato alle presse l'anno prima e seguito di un
omonimo debutto semiclandestino, edito soltanto in vinile tre anni prima ancora. Alla Twin/Tone non potevano
sapere di avere così dato l'addio a delle future rockstar. All'epoca dell'uscita a dire il vero "Hollywood Town
Hall" non vendette moltissimo (i successori lo surclasseranno), ma è rimasto nella storia. Sarebbe improprio
dire che è invecchiato bene: era e resta senza tempo. Eddy Cilìa NINEINCH NAILS Pretty Hate Machine
Isiand/Universal Prezzo € 20,00 Ascoltato oggi, questo disco non appare la stravagante scommessa che
sembrò all'epoca ma il naturale anello di congiunzione (uno degli anelli, se vogliamo) tra il techno pop degli
'80 e la multiforme electronica dei nostri tempi. È rimasta la forza, si ammira la coraggiosa energia; anche se i
suoni a tratti paiono buffi e datati, inevitabile e giusto contrappasso per i surfisti del "nuovo", quali che siano i
tempi. Parliamo del 1989. Trent Reznor era allora un ragazzotto che lavorava come tuttofare in uno studio di
Los Angeles. Nei ritagli di tempo modellò questa fiammeggiante visione facendo tutto da sé, con macchine
elettroniche e pochi strumenti tradizionali. Il demo piacque e gli proposero di inciderlo con una band alle
spalle; lui rifiutò, preferendo riproporre lo schema solistico anche nella copia definitiva, scegliendo produttori
giusti (Flood, John Fryer, Keith Leblanc, Adrian Sherwood) anziché musicisti provetti. Pubblicato a ottobre
1989, divenne un culto e spianò la strada per una grande carriera, condotta sempre dietro la sigla Nine Inch
Nails. Con gli anni Reznor avrebbe sviluppato la propria vena più tenebrosa e macabra, stilizzando anche il
fantoccio di Marilyn Manson; qui siamo un passo indietro, a un pop ancora legato al soul o a un certo rock
epico iGabriel, Freddie Mercury) che però molla i consueti ormeggi ritmico-timbrici e scopre il fascino di
potenti suoni digitali, l'ebbrezza def metronomo impazzito. "Head Like A Hole", l'apertura, il singolo più
fortunato, è un bell'esempio della giovane arte NIN; come ''Ringfinger", il finale, in cui vorticano sfigurati
samples di Jane's Addiction e Prince (ecco un altro padre putativo). Da anni Reznor sogna una versione
"expanded", come a suo tempo fatto con il capolavoro "The Downward Spirai". Ignoro il motivo per cui non
sia riuscito a realizzarla. Fatto sta che qui ci sono i dieci brani dell'originale (con qualche remix) più un solo
bonus, una versione di "Get Down, Make Love" dei Queen apparsa ai tempi come lato B. Riccardo Bertoncelli
WEEZER Pinkerton DGC/Universal (2 CD) Prezzo € 24,00 Impopolarissimi gli Weezer che nel settembre
1996 pubblicavano, a due anni e quattro mesi da un omonimo esordio tanto venduto quanto controverso,
"Pinkerton", concept sui generis ispirato dalla "Madame Butterfly". In questo senso: che il debutto era assurto
a simbolo della fine di un'era e di un passaggio di consegne resi tantopiù evidenti da coincidenze inquietanti.
Quanto ricamare sul fatto che avesse visto la luce per la stessa etichetta dei Nirvana e a cinque settimane
appena dalla tragica uscita di scena di Kurt Cobain... Quanto contrapporre lo spirito diversamente "teen" di un
singolo frizzante (e accompagnato e propulso da un video spassoso assai) come "Buddy Holly" al male di
vivere di cui "In Utero" si era fatto manifesto retrospettivamente terrificante... Paradossalmente, Rivers
Cuomo e soci venivano contemporaneamente scambiati per una propaggine del grunge ed eletti a sua
antitesi, guardati con sospetto dalla nazione "alternative" e viceversa apprezzati senza remore da un pubblico
più generalista, più convenzionalmente "rock". Anche per questo crescentemente snobbati dalla critica?
All'altezza dell'uscita di "Pinkerton" il pregiudizio era montato a tal punto da indurre una rivista non certo
talebana come "Rolling Stone" a una stroncatura feroce. "Peggiore album dell'anno", addirittura. Riascoltato
oggi, non sembra né il disastro che si disse né il capolavoro dj cui parla qualche revisionista. È un più che
discreto album (lo migliora, come non sempre accade con le "deluxe edition", un generoso corredo di bonus)
25/03/2011
Audio Review - Febbraio 2011
Pag. 111
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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un po' danneggiato da una certa uniformità di atmosfere e alti volumi. Opera non indispensabile con pero
dentro una canzone "Getchoo": i Cars che diventano gli Who - che nessuno dovrebbe tarsi mancare. Eddy
Cilìa
25/03/2011
Chip - N.4 - aprile 2011
Pag. 58
Guerra a WikiLeaks
Una società libera non può ammettere nessun segreto politico e servono piattaforme che li rivelino
DI PETER CLASER
Il 26 aprile 1986 nella centrale nucleare di Chernobyl esplode il blocco 4 del reattore: è un incidente
gravissimo. Un incessante vento da est trasporta verso ovest la polvere radioattiva che ricade dopo
l'esplosione. Inizialmente non ci sono comunicati ufficiali e gli scienziati non hanno il permesso di pubblicare i
risultati delle misurazioni della radioattività, ma alcuni per motivi di coscienza cercano dei modi per rendere
pubbliche queste informazioni riservate. Oggi li chiameremmo whistleblower. In Italia è il periodo delle prime
reti informatiche a gestione privata, così come nel resto d'Europa. Tramite una di queste le rilevazioni
pervengono a un attivista di Greenpeace e infine ai media. Gli sviluppatori del BBS Z-Netz, una rete a quel
tempo molto popolare in Germania, traggono da questo disastro informativo le dovute conseguenze e
scrivono successivamente i propri software in maniera tale da impedire la censura: una volta pubblicati, i
messaggi non possono più essere eliminati. 20 anni dopo. Nel dicembre del 2006 fa la propria comparsa una
nuova piattaforma per la diffusione anonima di informazioni secretate: WikiLeaks. Attraverso la pubblicazione
di documenti svelati intende mostrare cosa succede nel mondo. WikiLeaks si basa sul presupposto che un
mondo informato è un mondo migliore. La prima pubblicazione riguarda l'ordine, firmato dallo sceicco
estremista islamico Hassan Dahir Aweys, di uccidere alcuni rappresentanti delle istituzioni. L'autenticità della
firma non viene mai confermata, ma con questo scoop WikiLeaks diviene famosissima. Seguono ulteriori
documenti, fra cui incartamenti interni a Scientology e, nel novembre del 2008, la lista strettamente riservata
degli appartenenti al partito di estrema destra British National Party (Bnp). Nel giugno del 2009, a Londra
WikiLeaks viene premiata da Amnesty International con il premio UK New Media Award per la pubblicazione
di un reportage sulle uccisioni a opera della polizia in Kenya. Il premio viene ritirato dal programmatore e
scrittore australiano Julian Assange, che diventa in questo modo il volto di WikiLeaks.
Blackout dell'informazione: 15 milioni di documenti oscurati per la sicurezza Fino al 2000 era
considerato ovvio che il mondo si trovasse sulla strada dell'era dell'informazione e che maggiore
informazione significasse quasi automaticamente anche maggiore trasparenza. Molti considerano internet
come un'ovvietà del progresso, ma subito dopo 1*11 settembre 2001 diventa chiaro che l'informazione ha
anche un lato oscuro: il segreto. L'Information Security Oversight Office del governo degli Stati Uniti tiene con
precisione il conto dei documenti che ogni anno vengono classificati come segreti in funzione della sicurezza
nazionale. Con l'entrata in carica del presidente George W. Bush, questa categoria è notevolmente
aumentata passando, solo tra il 2001 e il 2004, da 9 a 15,6 milioni di documenti. Steven Aftergood, che
conduce un gruppo di ricerca sulla segretezza a livello statale, lo definisce un "information blackout".
Nell'estate del 2010 viene pubblicata una serie di articoli intitolati Top Secret America, frutto di due anni di
ricerche da parte dei giornalisti del Washington Post. La loro conclusione è che il mondo dei servizi segreti
abbia assunto in questo periodo dimensioni distorte. Dietro agli Stati Uniti ufficiali ci sarebbe un'altra America,
segreta. Il Ministro della Difesa Robert Gates afferma in un'intervista al quotidiano che l'apparato dei servizi
segreti si è talmente accresciuto che perfino il capo della Cia e lui stesso faticano a mantenerne una visione
d'insieme. "In questo contesto" giudica Jay Rosen, professore di giornalismo alla New York University,
"occorre considerare WikiLeaks come un tentativo infinitamente piccolo di rivolta". Naturalmente non si tratta
solo degli Stati Uniti: abuso di potere, oscurantismo, corruzione, censura sono di casa in molti altri luoghi di
questo pianeta. Autunno 2009. WikiLeaks è diventato un contenitore con oltre un milione di documenti. Alcuni
Paesi vietano l'accesso alla piattaforma; fra questi Cina, Corea del Nord, Russia, Israele e Zimbabwe. Nel
dicembre del 2009, WikiLeaks inizia a scioperare: al posto della homepage, in Rete si trova solo un appello
alle donazioni. Reperire il denaro per i collaboratori e la gestione dei server diviene infatti sempre più difficile.
Nel marzo del 2010, la pagina torna a essere nuovamente accessibile, seppure con contenuti ridotti. In aprile
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Inchiesta
25/03/2011
Chip - N.4 - aprile 2011
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WikiLeaks pubblica poi il famoso video iracheno. Intitolato Collateral Murder e ripreso dal cannoncino di
bordo di un elicottero Apache, il filmato mostra un attacco da parte di soldati americani a un gruppo di civili
iracheni a Baghdad, fra cui si trovano anche due collaboratori dell'agenzia di stampa Reuters. I soldati
scambiano le loro videocamere per armi e sparano, uccidendo dodici persone. Dopo la diffusione del video,
Kai Gniffe, redattore capo della sezione giornalistica della tedesca Ard, scrive sul blog del telegiornale: "Sono
consapevole che questo video sarà utilizzato da Al Qaeda e altri a scopi propagandistici, ma non fa niente.
Se i militari statunitensi non rispettano nemmeno i minimi canoni morali è nostro compito darne notizia".
Traditori traditi: la fine degli informatori di WikiLeaks Alla fine di maggio il soldato statunitense e
specialista informatico Bradley Manning, di 22 anni, viene arrestato con l'accusa di avere trasmesso a
WikiLeaks informazioni segrete. A denunciarlo è Adrian Lamo, ex hacker, nei confronti del quale a quanto
pare Manning si sarebbe vantato di aver fornito a WikiLeaks il video dell'attacco in elicottero e un sacco di
altre informazioni. Per otto mesi avrebbe avuto un accesso senza precedenti a reti segrete per 14 ore al
giorno, sette giorni alla settimana. Lamo informa le autorità militari e l'Fbi. Il 25 luglio 2010, attraverso
un'azione concertata, WikiLeaks rende pubblici i cosiddetti Afghan War Diary: 76.911 rapporti militari
provenienti dall'Afghanistan risalenti al periodo tra il 2004 e il 2010 che tracciano un quadro molto dettagliato
della guerra. La diffusione avviene contemporaneamente e in accordo con il New York Times, il Guardian e lo
Spiegel Online, cui WikiLeaks fa pervenire in anticipo il materiale. I rappresentanti del governo americano
reagiscono con estremo disappunto. Il 22 ottobre è la volta poi degli Iraq War Logs, una collezione di circa
400.000 documenti sulla guerra in Iraq, risalenti al periodo tra il 2004 e il 2009. Si tratta della più grande
pubblicazione di documenti militari nella storia degli Stati Uniti. La rivelazione viene concordata con
l'emittente Al-Jazeera, il New York Times, il Guardian, il francese Le Monde e il tedesco Der Spiegel. Per
rendere più maneggevole l'enorme mole di dati, il Guardian e lo Spiegel utilizzano mappe interattive e
portano all'attenzione del grande pubblico il concetto di "giornalismo dei dati". Fra l'altro, dai War Logs si
apprende che le forze militari degli Usa erano a conoscenza di torture e maltrattamenti e non se ne sono
preoccupate, e che fra le 109.032 vittime della guerra ci sono ben 66.081 civili. In novembre lo scoop
successivo: il Cablegate. WikiLeaks comincia a pubblicare un totale di circa 116.000 dispacci diplomatici
(cablogrammi) inviati dalle ambasciate americane fra il 1966 e il 2010. Che non si tratti di innocui pettegolezzi
lo confermano le conseguenze. In Italia le rivelazioni creano solo qualche imbarazzo, soprattutto per i giudizi
espressi sul premier Silvio Berlusconi e sul suo atteggiamento a volte ambiguo in fatto di politica estera,
specie quando è coinvolta la Russia. Al parlamento spagnolo, invece, una legge contro la pirateria non va in
porto poiché dai dispacci diplomatici emerge come i diplomatici statunitensi avessero esercitato pressioni sul
governo spagnolo. Simili contraccolpi si verificano in altri Paesi europei, come la Germania e il Regno Unito.
"Ritengo estremamente importante che oggi si sappia che ci sono imprese americane che hanno eluso i
controlli sull'esportazione di armamenti e che gli addetti delle Nazioni Unite vengono sistematicamente spiati",
ha affermato l'esperto di leaking Daniel Domscheit-Berg, "sono questioni su cui occorre fare chiarezza". Fino
al 25 settembre 2010, Daniel Domscheit-Berg era pubblicamente noto come il portavoce tedesco di
WikiLeaks con il nome di Daniel Schmitt. Quel giorno però abbandona WikiLeaks per "insuperabili divergenze
di opinione" con Julian Assange, al quale da diverse parti viene rinfacciata una gestione di stampo
autocratico.
WikiLeaks: servizio informativo o personality show di Assange? Domscheit-Berg critica il fatto che
WikiLeaks si sia concentrata su grandi progetti trascurando i documenti minori, di rilevanza nazionale. Una
settimana più tardi abbandonano il progetto anche l'attivista islandese Herbert Snorrason e un altro
programmatore. Snorrason afferma di essere stato estremamente deluso dalla pubblicazione, in parte senza
alcun editing, dei documenti relativi al conflitto in Afghanistan. Alcuni di essi contengono infatti nomi in
contesti che potrebbero mettere gli interessati in pericolo di vita. Assange invita i eritici a partecipare
all'editing dei documenti. Un collaboratore di WikiLeaks dichiara alla rivista Wired che i documenti elaborati
sarebbero pronti già da molto tempo, ma che Assange li starebbe trattenendo. Nella truppa di WikiLeaks
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Chip - N.4 - aprile 2011
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scoppia un conflitto. Attualmente Assange si trova agli arresti domiciliari in Gran Bretagna. La Svezia richiede
la sua estradizione sulla base dell'accusa di violenza sessuale e abusi sessuali. Assange teme di essere
successivamente consegnato agli Usa, dove il vicepresidente Joe Biden lo definisce terrorista, Sarah Palin
propone di trattarlo come tale e Tom Flanagan, uno dei consulenti del primo ministro canadese, di ucciderlo
con un drone militare. Contemporaneamente, WikiLeaks è sotto un fuoco incrociato (si veda a pag. 58). La
situazione è molto confusa, soprattutto perché il 10 febbraio è iniziato a Londra il processo per l'estradizione
di Assange e non c'è per ora possibilità di comprendere se i giudici inglesi consentiranno alla Svezia di
trasferire l'accusato sul suo territorio. WikiLeaks è un personality show? Una fiera delle vanità di eccentrici
cripto-freak? O piuttosto qualcosa di più simile a un'agenzia di stampa per l'uomo qualunque? "In un qualche
momento il nome Julian Assange ha superato WikiLeaks su Google News", afferma Domscheit-Berg, "ciò
dimostra che si interessa più dell'autopromozione esagerata della sua persona, o forse dei conflitti politici
dell'organizzazione, che non dei contenuti pubblicati". Piuttosto che litigare, i dissidenti preferiscono
sviluppare una propria piattaforma whistleblower: OpenLeaks dovrebbe essere online, dopo una fase di test,
da aprile 2011. A differenza di WikiLeaks, il sistema dovrebbe fungere da sicura cassetta della posta aperta
ai collaboratori di OpenLeaks. Questi ultimi verificheranno l'autenticità del materiale. Successivamente i
documenti finiranno in una sorta di "lavatrice" dove verranno ripuliti dai metadati che potrebbero tradirne la
fonte. Non ci saranno invece accordi esclusivi con il New York Times o lo Spiegel. Diversamente da
WikiLeaks, i contributori stessi potranno decidere a quali media verranno trasmessi i documenti. Anche la
segretezza verrà ridotta al minimo. Solo coloro i quali saranno impegnati nella verifica dei documenti
dovranno essere protetti con la segretezza. I costi stimati per OpenLeaks si aggirano inizialmente attorno a
100.000 euro l'anno. Metà gennaio 2011. Google indica 103.000.000 risultati alla ricerca di WikiLeaks.
Quest'ultima ormai divenuta parte della cultura pop: in Pakistan come a Beirut sono addirittura comparse
pubblicità di assorbenti intimi che, "contrariamente a WikiLeaks", non fanno filtrare niente. Ci sono inoltre
gioielli WikiLeaks, una versione a fumetti dei dispacci, un videogioco intitolato Leaky World e un software,
HaikuLeaks, che permette di tramutare la posta diplomatica in poesie. "Naturalmente è legittimo discutere
delle implicazioni morali, etiche e politiche del fenomeno WikiLeaks" afferma il reporter Mario Sixtus, "ma è
inutile". Politici, militari, banche e gruppi d'interesse devono abituarsi al fatto che l'informazione ora fluttua
liberamente sulla Rete in maniera del tutto nuova. Mantenere segreto il sapere serve al mantenimento di un
potere non democratico. Il leaking indica come uscire da questa situazione. WikiLeaks è la prima agenzia di
stampa transnazionale del mondo. L'epoca dei media d'impostazione nazionale si avvia alla sua fine con
internet. Questo è quanto: WikiLeaks ci fornisce un'idea di come possa essere un mondo senza confini, e
una risposta alla domanda: cosa è più importante, la verità o la nazione? FINANZE All'inizio di dicembre il
servizio di pagamento online PayPal ha congelato i conti intestati a WikiLeaks per violazione delle condizioni
contrattuali. In seguito il denaro è stato restituito a chi aveva effettuato i pagamenti, mentre i conti WikiLeaks
sono rimasti bloccati. Gli istituti di carte di credito MasterCard e Visa non eseguono più alcun pagamento a
WikiLeaks. Anche la banca svizzera PostFinance ha estinto il conto di WikiLeaks perché la piattaforma
offenderebbe "la sensibilità morale" HOSTING Per la pubblicazione di 250.000 documenti diplomatici,
WikiLeaks ha noleggiato i server di Amazon, ma poco dopo la loro diffusione è stata esclusa dagli stessi
server. Il provider Dns EveryDNS.net ha disattivato il dominio wikileaks.org. L'azienda Tableau Software, che
fornisce soluzioni di visualizzazione, ha tolto dai propri server tutti i grafici di WikiLeaks I nemici di WikiLeaks
Niente soldi, niente server, niente Uri. E perdi più ci si è messa anche la giustizia. Ecco le difficoltà con cui ha
dovuto lottare WikiLeaks negli ultimi tempi GIUSTIZIA E POLITICA II pubblico ministero svedese Marianne
Ny ha emanato un ordine di cattura contro Julian Assange sulla base di una presunta violenza sessuale.
Anche in Svezia l'accusa è controversa. L'Interpol ha ricercato il capo di WikiLeaks in tutto il mondo. Il
Parlamento americano nel frattempo ha avviato l'iter per una legge che punisce la pubblicazione dei
documenti trapelati. Il Ministro dell'Economia francese Eric Besson avverte le aziende che sostengono
WikiLeaks di possibili conseguenze
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Indicazioni fra milioni di documenti II sito di WikiLeaks attualmente (metà febbraio) è accessibile senza
particolari restrizioni. L'Uri ufficiale www.wikileaks.ch si apre sulla nome su cui sono presenti i famigerati
dispacci diplomatici e gli Afghanistan/Iraq War Logs. I link conducono anch'essi a siti web su cui è possibile
ricercare i documenti interessanti (per esempio quelli riguardanti l'Italia) sulla base di diversi indici.
Parallelamente, su wikileaks.cn è disponibile una directory torrent di tutti i documenti finora pubblicati. II
download, tuttavia, non sempre funziona e nel migliore dei casi è estremamente lento.
Sostegno a WikiLeaks A livello tecnico e politico la piattaforma ha ricevuto molto sostegno nelle ultime
settimane, e la provenienza è in parte sorprendente CONTRATTACCHI Come reazione all'esclusione di
WikiLeaks, il gruppo Anonymous ha bombardato alla fine del 2010 i server web di Visa, MasterCard, PayPal
e Amazon con vari attacchi. WikiLeaks, ma anche il Chaos Computer Club hanno preso le distanze dalle
azioni, giudicandole controproducenti SPALLEGGIAMENTO POLITICO Non tutti i politici si distanziano
nettamente da WikiLeaks: il 3 dicembre il repubblicano statunitense Ron Paul, deputato al congresso, ha
affermato, in riferimento a WikiLeaks: "Conoscere la verità è una premessa per una società libera" ASILO
TECNICO Nel frattempo i sostenitori di WikiLeaks hanno creato oltre 2.000 siti mirror con copie delle pagine
originali di WikiLeaks. La censura diventa cosi praticamente impossibile. Dopo che everydns.org ha privato il
portale del suo dominio wikileaks.org, il Partito Pirata svizzero ha registrato il dominio wikileaks.cn
Foto: Daniel Domscheit-Berg, fondatore di OpenLeaks
Foto: Malte P., cofondatore di BayernLeaks
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Chip - N.4 - aprile 2011
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Nuova vita per l`hardware antiquato
Tutto da buttare? Niente affatto! I vecchi dispositivi sono una vera miniera di idee per un riciclo pratico e
creativo
MANUEL SCHREIBER
Cantina e soffitta traboccano di periferiche ormai superate. Vendere tutto? Non ne vale la pena. Buttare tutto
nella spazzatura? Sarebbe un peccato. Secondo la legge di Moore, le prestazioni raddoppiano ogni due anni,
ma la data di scadenza di un pc è pur sempre di quattro anni. Dopo un periodo così lungo quello che un
tempo era un dispositivo di punta diventa definitivamente un ferrovecchio. Con i ferrivecchi, tuttavia, si
possono creare ancora un sacco di cose. Mostriamo quali compiti possono essere affidati senza pensieri ai
pezzi da museo. Tutti i programmi necessari sono presenti sul dvd allegato.
Un vecchio pc come server domestico Un computer obsoleto è proprio quel che ci vuole per un piccolo
server, visto che non ha praticamente alcuna esigenza in fatto di hardware; anche un netbook poco potente è
più che sufficiente, e rispetto a un pc desktop presenta pure il vantaggio del consumo energetico ridottissimo.
Affinchè anche un computer normale non richieda troppa corrente è possibile semplicemente smontare i
componenti con la maggiore "fame energetica", per esempio la scheda video. Un server domestico locale
può essere installato rapidamente. Tutto ciò che serve, oltre all'hardware e a un collegamento al router, sono
solo una vecchia licenza di Windows e il tool FileZilla Server, che trovate sul dvd allegato. Certo, anche
Windows offre possibilità integrate di condivisione di rete, ma un programma come FileZilla permette di
gestirle con una flessibilità notevolmente maggiore. Inoltre, consente in seguito d'implementare un server
sicuro per lo scambio di dati su internet. Durante l'installazione del tool sul server è necessario indicare come
FileZilla deve avviarsi. È possibile selezionare l'impostazione standard Instali as service, started with
Windows affinchè l'applicazione parta automaticamente assieme al sistema operativo. Sotto bisogna indicare
una porta per l'interfaccia di configurazione: in questo caso è possibile mantenere la porta standard, così
come per l'interfaccia utente. Una volta conclusa l'installazione si apre una finestra con l'indirizzo server e la
porta stabilita in precedenza. Dopo una rapida conferma del collegamento si può creare un account utente
andando in Edit/Users. Selezionare quindi Add e assegnare una password utente in Account settings.
Affinchè l'utente possa accedere ai cong tenuti del disco fisso tramite la rete domesti£ ca, bisogna poi
condividere le cartelle. A sebi conda della destinazione d'uso ci sono diver* se possibilità: se i vari utenti
vogliono creare E backup personali, bisognerebbe assegnare a ciascuno di essi una directory dedicata, per
esempio Backup notebook e Backup desktop, provvista di password. Si potrebbe inoltre creare una cartella
condivisa da tutti gli utenti per permettere loro di scambiare i dati gli uni con gli altri. In questo caso, nella
finestra fare clic su Shared folders, selezionare il percorso corrispondente e assegnare infine i diritti di
accesso in Files e Directories. Per assegnare automaticamente i diritti di una cartella anche alle sue
sottodirectory, mettete un segno di spunta su + Subdirs. Per permettere agli utenti di accedere al server
serve un client Ftp come per esempio quello di FileZilla, disponibile sul dvd allegato, tramite il quale è
possibile inserire l'indirizzo Ip del server e la password utente. Ancora più comodo, tuttavia, è integrare la
cartella in Esplora risorse come se fosse una normale unità: in XP e Vista fare clic sul menù di avvio in
Connetti unità di rete e Associa unità di rete, seguendo quindi il wizard d'installazione. In Windows 7 basta
inserire il percorso di rete come path in Esplora risorse e trascinare la cartella corrispondente a destra.
Windows chiederà quindi automaticamente se deve montare l'unità come cartella di rete.
Il pc come media center e console Molti vecchi computer esteticamente non sono proprio il massimo, ma
questo non è un motivo sufficiente a tenerli lontani dal salotto di casa. Messi nel posto giusto e dotati del
software adatto sono infatti perfetti come centro di riproduzione da collegare al televisore; basta fare
attenzione che il pc disponga delle porte adatte al collegamento con la tv. In caso contrario, è possibile
trovare i necessari adattatori in diversi negozi online. In alternativa è possibile investire dai 20 ai 30 euro in
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utilizzare i componenti vecchi
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Chip - N.4 - aprile 2011
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VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
una scheda video di fascia bassa provvista della porta necessaria. Se si possiede un vecchio computer con
Windows Vista, si può utilizzare Windows Media Center, che può essere reso molto potente grazie ai
numerosi plug-in disponibili. In XP bisognerebbe installare il programma MediaPortal, disponibile sul dvd
allegato (si veda l'articolo di pagina 62). Il software è gratuito, può integrare codec di terze parti, riprodurre
programmi televisivi e fungere da hard disk recorder: una soluzione completa che può essere ulteriormente
ampliata e adattata a piacere grazie alle estensioni. Non appena si lancia MediaPortal si avvia la
configurazione, che permette di associare le cartelle con il programma e di gestire codec e plug-in. Ecco
come configurare MediaPortal: per creare una directory di film, fare clic su Video e attivare l'opzione Every
movie has its own directory nel caso in cui ogni film si trovi in una cartella dedicata. Ora andare in
Video/Video Folder e inserire il percorso dei propri filmati. Affinchè il programma sia in grado di riconoscere
anche le relative informazioni e di mostrare le copertine, in Video database fare clic per prima cosa su Update
grabber scripts e selezionare una banca dati, per esempio Imdb. Successivamente fare clic sulla scheda
Scan e poi su Update Database. Dopo avere concluso la configurazione si potranno gestire in modo simile
anche le directory di foto e musica. MediaPortal non si limita a riprodurre i file: può infatti trasformare
rapidamente il vecchio computer in una "retroconsole" per riportare in auge i classici del videogame. Il plug-in
necessario (My Emulators) è disponibile sul sito www.teammediaportal.com/extensions/gamesfun/myemulators Per collegare l'estensione con i giochi e gli emulatori, aprire la configurazione di
MediaPortal, andare su Plugins e fare clic su Config in My Emulators. Nel successivo pop-up inserire il
percorso di emulatori e videogame. Nel caso non si disponga ancora né degli uni né degli altri non è un
problema: nelle fiere e nei siti di annunci è facile recuperare intere collezioni, per esempio di giochi per
Amiga; in alternativa è anche possibile scaricare le immagini e gli emulatori dalle reti peer to peer.
Un notebook come secondo monitor Se in un angolo della casa giace un vecchio notebook inutilizzato, è
possibile recuperarlo come monitor aggiuntivo per il pc desktop. Siccome un portatile non dispone delle
necessarie porte di ingresso, è possibile trasmettere il segnale del pc al dispositivo tramite la rete. A tale
scopo entrambi i computer devono essere collegati al router. Grazie al software MaxiVista la configurazione
non è un problema. Sul dvd allegato è disponibile in una versione di prova valida 14 giorni, mentre sul sito
www.maxivista.com è possibile acquistare la versione completa per circa 30 euro. Il pacchetto è composto
dal tool per server Setup_PrimaryPC da installare sul pc desktop e dal client SecondaryPC per il vecchio
notebook. Affinchè la trasmissione dei dati funzioni correttamente, entrambi i prògrammi devono essere
installati con privilegi di amministratore e segnalati come sicuri al firewall. Dopo l'installazione attivare i tool e
si potrà subito utilizzare il notebook come monitor aggiuntivo. Nel caso in cui ci siano problemi di
visualizzazione occorre configurare gli schermi. In XP le opzioni corrispondenti sono in Pannello di controllo/
Aspetto e temi/Schermo/Proprietà, mentre in Vista e Windows 7 bisogna andare in Pannello di
controllo/Aspetto e personalizzazione/Personalizzazione/Impostazioni schermo/Modifica risoluzione dello
schermo.
Il router Wi-Fi come ripetitore di segnale Navigare senza fili in tutta la casa tramite la rete Wi-Fi non
sempre è facile: a volte la connessione al router si interrompe già nella stanza a fianco, oppure è tanto lenta
da togliere tutto il divertimento. In questo caso può aiutare un ripetitore Wlan, che rafforza il segnale e lo
trasmette ai dispositivi. In questo modo è possibile arrivare quasi a raddoppiare la portata della rete Wi-Fi.
Invece di comprare una nuova periferica, allo scopo basta anche un vecchio router Wlan: così si può
risparmiare fino a 1OO euro. Prima di partire con l'installazione, aggiornare il firmware e verificare se i router
supportano la funzione di ripetizione. Se si possiedono due FritzBox le possibilità sono buone, visto che la
maggior parte di questi dispositivi può essere impiegata come ripetitore. Se invece si dispone di un router che
non permette quest'impostazione, cercare di sostituire il firmware con il tool Open Source DD-WRT che si
trova sul sito WWW. dd-wrt.com. Nella sezione Router database sono elencati anche tutti gli apparecchi
compatibili; all'indirizzo www.dd-wrt.com/ wiki/index.php si trova una precisa guida all'installazione di DDWRT. Sorveglianza Grazie a SupervisionCam, la webcam registra anche i minimi movimenti in casa
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ripetitore Wi-Fi Fra le impostazioni del router è possibile controllare rapidamente se è adatto a funzionare
anche come ripetitore Ecco come connettere i popolarissimi router FritzBox: collegare per prima cosa al
computer il dispositivo che intendete impiegare come ripetitore. Aprire l'interfaccia utente dal browser
(http://fritz.box) e attivare la funzione Wlan. Bisogna inoltre annotarsi l'indirizzo MAC dell'apparecchio.
Impostare quindi il router principale; verificare fra le impostazioni di rete che l'indirizzo Ip sia 192.168.178.1 e
la subnet mask 255.255.255.0. Andare poi alle funzioni di ripetizione del segnale, disponibili fra le
impostazioni Wlan. Mettere un segno di spunta su Attivare supporto per ripetitore WLAN (WDS) e Stazione
base (si veda l'immagine a sinistra). Nel campo sottostante inserire l'indirizzo MAC del ripetitore. Non appena
si è attivata la WLAN e assegnata una password, confermare l'inserimento e annotatrsi le impostazioni
(indirizzo MAC e canale radio). Questo metodo non funziona solo con i FritzBox, la procedura è simile anche
per altri modelli. Una volta completata l'installazione è possibile selezionare le rimanenti impostazioni del
ripetitore: andare nuovamente alle impostazioni Wlan, impostare lo stesso canale radio del router e mettere
un segno di spunta su Attivare supporto per ripetitore WLAN e su Ripetitore nella scheda WDS. Inserire
quindi l'indirizzo MAC della stazione base. Fra le impostazioni di rete bisogna indicare 192.168.178.2 come
indirizzo Ip e 255.255.255.0 come subnet mask. L'indirizzo per Server DNS secondario, Server DNS primario
e Standard Gateway è 192.168.178.1. Digitare la password di rete e confermare l'inserimento; ora è possibile
scollegare il dispositivo dal computer. Nota: se si desidera modificare altre impostazioni del ripetitore,
l'interfaccia utente va richiamata dall'indirizzo 192.168.178.2 e non più utilizzando fritz.box.
Un netbook come console di sorveglianza Due anni fa erano la prima scelta fra i dispositivi destinati a
internet e alla posta elettronica, oggi i netbook stanno lentamente perdendo terreno sotto la spinta degli
ancora più maneggevoli tablet. Invece di eliminare il vecchio netbook, è possibile utilizzarlo come centrale di
sorveglianza a ridotto consumo energetico. Bastano solo una semplice webcam da collegare al dispositivo
via Usb, un punto d'installazione adatto allo scopo e il tool SupervisionCam, disponibile sul dvd allegato. Ecco
come configurare il software: dopo l'installazione si apre la finestra di setup in cui è possibile indicare al
programma come comportarsi. L'opzione Configurazione 1/Impostazioni di registrazione permette di stabilire
il formato immagine da utilizzare, mentre in Directory di destinazione si può indicare il percorso per il
salvataggio delle riprese. Per motivi di sicurezza, quest'ultimo non dovrebbe essere il disco fisso interno, ma
un altro pc della rete domestica. Per stare davvero tranquilli, la soluzione ottimale sarebbe un servizio di
memorizzazione online, a cui è possibile avere accesso in ogni momento. Selezionare poi la webcam in
Configurazione I/Sorgente video/Tipo. Effettuare quindi un paio di riprese di prova prima di collocare il
dispositivo in un luogo adatto.
Un hard disk per i backup Anche i dischi fissi obsoleti possono essere ancora utili: perfino una piccola unità
da 60 Gb è perfetta come strumento di backup. Si possono trovare case esterni nei negozi online a partire da
10 euro circa. Bisogna solo fare attenzione a sceglierne uno con la giusta porta: i dischi meno recenti si
collegano generalmente via Ide (si veda l'immagine in basso a sinistra), mentre quelli più nuovi utilizzano
l'interfaccia Sata.
Potenza di calcolo al servizio della scienza Nessuno dei consigli citati fa veramente al proprio caso ma si
desidera comunque utilizzare l'hardware in maniera sensata? È possibile anche mettere il vecchio pc al
servizio della scienza, rendendolo parte di un supercomputer della Stanford University. A tale scopo scaricare
per prima cosa il software client dal sito http://folding.stanford.edu/ltalian/Main, installare il tool e avviare
semplicemente il computer. L'università sfrutterà dunque le risorse del pc nell'ambito di un progetto per lo
studio delle malattie. Ulteriori informazioni sono disponibili all'indirizzo sopra citato.
Quasi come nuovo: aggiornare ^hardware È possibile infondere nuove energie a un vecchio pc con un
investimento di pochi euro: basta aggiungere i componenti giusti Se non si destina il vecchio computer a un
altro uso, ma si desidera continuare a servirsene come pc principale, bisogna aggiornare l'hardware con
intelligenza. Per ogni categoria di utente abbiamo la soluzione adatta. PC DA UFFICIO Un semplice pc da
ufficio deve soddisfare requisiti minimi. In questo caso, infatti, non si va oltre la videoscrittura, la posta
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
elettronica e la navigazione in internet. Di regola è già sufficiente installare Ram aggiuntiva; da 2 a 4 Cb (3060 euro circa) dovrebbero offrire una memoria sufficiente. Se si desidera accelerare l'avvio dei programmi, un
disco Ssd assicura un notevole balzo in avanti. Una piccola unità Ssd da 32 Cb, dal costo di circa 50 euro, è
sufficiente per un paio di programmi da ufficio. Costo complessivo: massimo 110 euro. PC MULTIMEDIALE
Un computer che serve per vedere film ed elaborare immagini ha pretese poco superiori rispetto a un pc da
ufficio: anche in questo caso vanno benissimo 4 Gb di Ram (60 euro circa). L'unità Ssd, per contro, dovrebbe
offrire spazio a sufficienza per le applicazioni multimediali, ma 64 Gb dovrebbero essere già più che
sufficienti; per la memorizzazione di musica e film basta un comune disco fisso. In aggiunta è possibile
investire su un'economica scheda video di fascia media (70 euro circa). Sempre più programmi, infatti,
sfruttano la scheda per l'accelerazione hardware, alleggerendo in questo modo la Cpu. Costo complessivo:
massimo 230 euro. PC PER GIOCATORI Un pc per videogame richiede potenza, molta potenza. Il momento
per un upgrade non potrebbe essere più opportuno: le nuove Cpu Sandy Bridge di Intel offrono infatti
prestazioni migliorate in media del 20-30% rispetto ai precedenti processori, pur rimanendo economicamente
accessibili. Un Core i72600K, per esempio, costa circa 280 euro. In abbinamento serviranno una nuova
scheda madre (Socket 1155, circa 90 euro) e una scheda video potente. Per rimanere sotto i 300 euro, la
Amd Radeon HD 6870 è perfetta. Affinchè il pc non venga rallentato, la dotazione deve comprendere anche
un'unità Ssd (da almeno 64 Gb, 100 euro circa). Costo complessivo: massimo 770 euro.
Costruire gadget creativi con i componenti del pc I dispositivi IT contengono infiniti componenti che possono
essere utilizzati in maniera alternativa; l'unico requisito è la voglia di sperimentare. Presentiamo due gadget
particolarmente curiosi. USARE LA WEBCAM COME TELESCOPIO Per osservare i movimenti della luna sul
monitor non occorre comprare un costoso telescopio, lo si può fare in casa. Servono solamente un vecchio
obiettivo fotografico, una webcam e un pezzo di tubo (il materiale ottimale sarebbe il Pvc, ma in caso di
necessità va bene anche un tubo di patatine). Effettuare lateralmente un piccolo foro sul tubo, estrarre poi la
webcam dal corpo e rimuovere con cautela la lente. Piazzare la scheda della webcam nel tubo e far passare
il cavo Usb attraverso il foro. Collegare ora il tubo in Pvc all'obiettivo, incollandoli in maniera che non vi
penetri la luce; non stringere troppo però, poiché di sicuro bisognerà aprire nuovamente il tubo almeno un
paio di volte per trovare la posizione ottimale per la scheda. In caso contrario, l'immagine sarà sfocata o
molto distorta. VENTILATORE DA TAVOLO FAI DA TE Per rinfrescarsi nelle giornate più afose ci vorrebbe
proprio un climatizzatore. E in poche mosse è possibile trasformare una vecchia ventola da Cpu in un
ventilatore da tavolo. Ecco come fare: tagliare un'estremità di un cavo Usb e rimuovere il rivestimento del filo
rosso e di quello nero. Ripetere la stessa procedura con la ventola. Ora bisogna collegare i fili e isolarli bene.
Notj; non tutte le ventole possono essere azionate tramite le porte Usb del computer. L'unica soluzione è
provare.
Foto: Centrale di sorveglianza
Foto: Backup di emergenz
Foto: Ventilatore
Foto: Console rétro MediaPortal non è solo un media center: grazie ai plug-in è possibile rivivere l'emozione
dei grandi classici del videogame Server domestico Con FileZilla il vecchio pc diventa la banca dati centrale
della rete domestica
Foto: Hard disk Bisogna fare attenzione all'interfaccia nella scelta del case esterno: sopra Ide, sotto Sata o)
SUL DVD MaxiVista (32 e 64 bit) Permette di utilizzare un vecchio notebook come monitor aggiuntivo @
SupervisionCam Consente di creare facilmente e velocemente una stazione di sorveglianza
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Tanta potenza con un'ottima dotazione
Notebook Acer Aspire Ethos 5950G
KLAUS BAASCH
Al Consumer Electronics Show di Las Vegas tenutosi all'inizio di gennaio, Intel ha orgogliosamente
presentato i suoi più recenti prodotti: Sandy Bridge o, meglio, i processori basati su questa microarchitettura.
La caratteristica più evidente è l'integrazione della Gpu, che anche se non sostituisce una scheda grafica
tradizionale, da comunque un buon apporto alla sezione video. I due modelli della serie Core Ì5 e Ì7 sono
presenti nella Guida alle Cpu & Gpu (si veda a pag. 146) e vantano, oltre a prestazioni elevate, anche un
ottimo rapporto prezzo/ prestazioni: il Core Ì5-25OOK da questo punto di vista è il migliore. Nel laboratorio di
CHIP sono stati testati i primi notebook che montano la versione mobile di Sandy Bridge e tra questi abbiamo
scelto di presentare l'Acer Aspire Ethos 595OG, che brilla soprattutto per prestazioni. Pur avendo il clock a
soli 2 GHz, la Cpu Core Ì7, unita a una scheda Amd di fascia alta, offre ottimi risultati: con 3DMarkO6 si
attesta su 10.135 punti, mentre nei test con i videogiochi raggiunge 335 fotogrammi al secondo (fps). Si pensi
che la generazione precedente di notebook, basata su piattaforme appena più datate, raggiungeva al
massimo 7.5OO punti e 250 fps. Quindi l'Ethos si propone come una macchina dedicata ai videogiochi o ad
altre applicazioni esigenti in ambito grafico. Gli altri benchmark non mostrano risultati cosi eccellenti, ma sono
comunque convincenti. Una volta completati i test, tuttavia, abbiamo letto il comunicato di Intel: un bug nel
chipset del nuovo sistema, secondo Intel, dovrebbe nel tempo ridurre in modo drastico le prestazioni di una
delle porte Sata. Già da aprile dovrebbero trovarsi sugli scaffali gli esemplari privi di bug, tra cui ovviamente
anche l'Acer Aspire Ethos. Fino ad allora, i proprietari di un nuovo dispositivo possono scoprire, grazie al tool
gratuito Rapid Storage Manager, se il loro notebook è interessato da questo problema. Nel test effettuato in
laboratorio questo Acer è risultato esente da problemi di sorta. Comunque l'Ethos non spicca solo per le sue
prestazioni elevate, ma anche per la notevole dotazione che comprende un hard disk da 750 Gb e un lettore
Blu-ray. È presente anche un'interfaccia Usb 3.0, ancora piuttosto rara, che può sfruttare appieno la velocità
dei numerosi hard disk estemi che operano in questo standard. Per essere un notebook da 15,6 pollici anche
la mobilità non è male: con 2:11 ore di autonomia a pieno carico e 6:20 ore con applicazioni office, l'Acer
batte in ogni caso gran parte della concorrenza. Uno dei difetti però riguarda il peso: 3 kg per un modello di
queste dimensioni è troppo. Peccato anche che Acer abbia risparmiato un po' troppo sul display: la luminosità
è un po' debole (174,4 cd/m) e la risoluzione (1.366 x 768 pixel) non è Full-Hd, com'è invece nei modelli di
fascia alta della concorrenza. Rispetto ai modelli precedenti, Acer ha molto migliorato la tastiera: ora offre una
digitazione sicura, soprattutto grazie alle dimensioni adeguate dei tasti. L'Acer perde qualche punto a causa
della rumorosità in operatività: il valore minimo di 0,4 sone è praticamente ideale, se non fosse che
rapidamente si raggiungono 2,7 sone. Altri modelli con Sandy Bridge, comunque, raggiungono addirittura 4
sone. QUALITÀ COMPLESSIVA: buono INFO: Acer, www.acer.it PREZZO: ca. 1.500 euro DATI TECNICI
Cpu/ffam: Core Ì7-2630QM (2 CHz)/8 Cb Sezione grafica: Amd Mobility Radeon HD 6850 Display
(dimensioni/risoluzione): 15,6 pollici/1.366 x 768 pixel Unità: hard disk da 750 Gb/lettore Blu-ray Interfacce: 3
Usb 2.0, Usb 3.0, Firevwre 400, Vga, eSata, Lan Cbit, Wlan, Bluetooth, S/Pdif, Line in e out, card reader
Autonomia (min/max): 2:11/6:20 h Sistema operativo: Windows 7 Home Premium Dimensioni e peso: 38 x
3,7 x 27 cm, 3 kg
Foto: BENCHMARK
Foto: L'Acer Aspire Ethos 5950C offre performance molto elevate, soprattutto nei benchmark grafici: 93 punti
possono essere superati soltanto da un altro esemplare con Sandy Bridge. Anche la dotazione è davvero
ottima
Foto: Commento: prestazioni elevate con Sandy Bridge, sommate a dotazione e mobilità di buon livello.
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Test
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Foto: Alternativa: Lenovo ThinkPad T410s (ca. 2.000 euro): tecnologia precedente e un po' più costoso.
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TIPS & TRICKS/ 1
Windows sempre più veloce. I migliori tips per velocizzare il sistema. I trucchi per Word, Excel, Firefox,
Photoshop, l'hardware e molto altro
TIP Lo spreco di spazio può essere minimizzato impostando lo spessore delle cornici delle finestre per
renderle più sottili. In Windows 7 fare clic con il tasto destro su un punto vuoto del desktop e selezionare il
comando contestuale Personalizza. Nella finestra che appare fare clic sul collegamento Colore finestre in
basso, poi su Impostazioni avanzate per l'aspetto. In Vista fare clic destro sul desktop e selezionare
Personalizza. Nel passaggio successivo andare in Colore e aspetto finestre e fare clic sul collegamento Apri
proprietà aspetto classico per ulteriori opzioni sui colori. Nella finestra che appare fare clic sul pulsante
Avanzate. Da qui in avanti la procedura è la medesima sia in Vista sia in Windows 7: nella lista Elemento
selezionare la voce Riempimento bordo e digitare il valore desiderato nella casella Dimensioni. Il valore
predefinito è 4; impostando Olà comice viene ridotta a dimensioni minime ma è comunque visibile.
Confermare le modifiche con Ok, poi Applica e Ok nella finestra ancora aperta. La nuova impostazione è
immediatamente attiva. TIP Le Jump List possono essere svuotate, disattivate completamente o si possono
eliminare singoli elementi dalla lista. MODIFICARE SINGOLI ELEMENTI: fare clic con il tasto destro sul
programma d'interesse nella Barra delle applicazioni per visualizzare la relativa lump List. Poi fare clic destro
su una voce della lista: ora la si può rimuovere con il comando contestuale Rimuovi da questo elenco. Se
invece si desidera fissare permanentemente una voce nella Jump List, è sufficiente fare clic sull'icona della
puntina da disegno che appare a destra. SVUOTARE COMPLETAMENTE LE JUMP LIST: se si desidera
rimuovere completamente i contenuti delle Jump List, fare clic destro su un punto vuoto della Barra delle
applicazioni e selezionare il comando contestuale Proprietà. Poi passare alla scheda Menù Start e disattivare
la voce Archivia e visualizza gli elementi aperti di recente nel menu Start e nella barra delle applicazioni.
Confermare la modifica con clic su Applica e Ok. In questo modo si cancellano tutti i contenuti di tutte le Jump
List e si disattiva la funzione, dunque non saranno più memorizzati automaticamente i file aperti di recente.
Le voci fissate alla Jump List dall'utente resteranno invece visibili. TIP L'icona assegnata a un determinato
tipo di file può essere modificata ma si tratta di una procedura lunga. È più semplice utilizzare il tool Default
Programs Editor disponibile sul dvd allegato alla rivista o scaricabile gratuitamente da
http://defaultprogramseditor.com II tool richiede la presenza di .NET Framework in versione 3.5 o successiva,
se non fosse presente può essere scaricato gratuitamente da http:// msdn.microsoft.com/itit/netframework/default. aspx mentre in Windows 7 è già preinstallato. Scompattare il file Zip, estrarre il file
eseguibile Default Programs Editor.Exe e avviarlo con un doppio clic. Non è necessaria alcuna installazione.
Nella finestra che appare fare clic su File Type Settings e poi su Icon. Ora cercare il tipo di file desiderato
nella lista. Sì può velocizzare la ricerca digitando parte del nome del file o del tipo di file nella casella di
ricerca soprastante. Poi selezionare la voce desiderata e fare clic su Next. La finestra che appare visualizza
l'icona attualmente assegnata e la sua origine. Per modificarla fare clic su Browse. Nella finestra Cambia
Icona selezionare l'icona desiderata o prima selezionare un altro file Dll, Exe o Ico come origine delle icone.
Confermare la selezione con Ok. Molte icone sono disponibili nei file Imageres.Dll e Shell32.Dll. Fare clic su
Save Icon per rendere effettive le modifiche: l'utility le memorizzerà nel Registry. Se si desidera salvare le
modifiche in un file, per trasferirle su un altro pc o per ripristinarle sul computer in uso in caso di problemi,
fare clic sulla freccia accanto a Save Icon e infine su Save to .reg file. Digitare il nome del file e fare clic su
Salva. Nota: con questa utility è anche possibile modificare la descrizione visualizzata tramite Description e
modificare le voci del menù contestuale per ciascun tipo di dati tramite Context Menu, seguendo una
procedura simile. Inoltre, l'assegnazione dei programmi ai tipi di file può essere eseguita con Default
Programs Settings. Per accedere rapidamente all'utility in futuro, fare clic sull'icona della ruota dentata in
basso nella finestra iniziale, poi su Instali to Control Panel nella finestra che appare: in questo modo si potrà
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Tips Windows
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trovare l'utility nella sezione Sistema e Manutenzione del Pannello di controllo. TIP Se il proprio sistema
funziona stabilmente, non ha evidenziato problemi nelle ultime settimane, ed è passato diverso tempo
dall'ultima installazione di software o hardware, allora si possono cancellare tutti i vecchi punti di Ripristino
configurazione di sistema, lasciando solo il più recente. CANCELLARE I PUNTI DI RIPRISTINO: fare clic con
il tasto destro sull'icona della partizione di sistema del proprio disco fisso, solitamente G, in Esplora risorse, e
selezionare il comando contestuale Proprietà. Poi fare clic sul pulsante Pulitura disco per avviare il calcolo
dello spazio che può essere liberato con la pulizia. Al termine si apre la finestra Pulitura disco per C:. Qui
passare alla scheda Altre opzioni. Fare clic sul pulsante Esegui pulitura, in basso nella sezione Ripristino
configurazione di sistema; rispondere Sì alla richiesta di conferma, e tutti i vecchi punti di Ripristino saranno
eliminati. EVITARE LO SPRECO DI SPAZIO: in teoria si potrebbe anche disattivare completamente
Ripristino configurazione di sistema, ma lo si sconsiglia vista l'utilità di questa funzione nei casi in cui
Windows non si avvia più. L'opzione migliore è limitare lo spazio a essa dedicato entro valori ragionevoli: nel
Pannello di controllo visualizzazione Classica aprire la voce Sistema con un doppio clic e passare alla scheda
Ripristino configurazione di sistema. Qui è disponibile l'opzione Disattiva ripristino configurazione di sistema
su tutte le unità, che come detto sconsigliamo di selezionare. Selezionare invece le unità disco elencate nella
lista, e per ciascuna fare clic sul pulsante Impostazioni: nella finestra che appare spostare il cursore sotto
Spazio disco da utilizzare, portandolo su valori adeguati alla capienza e allo stato di riempimento del disco
fisso. TIP Tramite il Registry è possibile evitare che, installando un programma, esso possa divenire il
software predefinito per determinati tipi di file, per esempio che i file Pdf siano aperti da un'utility Pdf appena
installata, invece che da Acrobat Reader. Importante: prima di eseguire le operazioni indicate i tipi di file
devono essere già assegnati ai programmi desiderati, perché assegnarli in seguito richiederebbe una lunga
procedura. Dunque per prima cosa installare tutti i programmi che si utilizzano per il proprio lavoro sul pc e
provare a fare doppio clic sulle icone dei diversi tipi di file per verificare che si aprano con i programmi
desiderati. Ora si può bloccare questa configurazione tramite il Registry: nel menù Start di XP selezionare
Esegui, digitare regedit e fare clic su Ok. In Vista e Windows 7 digitare regedit nella casella di ricerca del
menù Start. Confermare l'eventuale richiesta da parte di Controllo Account Utente con Si o Prosegui. Ora
navigare fino alla chiave HkeyCurrent_User\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Policies.
Selezionare la sottochiave Explorer, o se è assente crearla con Modifica/Nuovo/Chiave. Ora fare clic con il
tasto destro nella sezione destra dell'editor e selezionare Nuovo/Valore Dword. Come nome digitare
NoFileAssociatee premere Invio. Ora fare doppio clic sulla voce appena creata e in Dati valore digitare /.
Confermare con Ok. D'ora in poi nessun programma potrà modificare l'assegnazione dei tipi di file. Ciò è
valido solo per l'accont utente attuale. Se si desidera bloccare la riassegnazione dei tipi di file per tutti gli
utenti, allora la modifica appena illustrata deve essere eseguita nella chiave Hkey_Local_
Machine\Software\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Policies\Explorer. Chiudere l'editor del Registry. D'ora
in poi, non solo i programmi installati non potranno modificare l'assegnazione ma anche l'opzione Usa
sempre il programma selezionato per aprire questo tipo di file sarà disattivata nella finestra Apri con e ciò
impedirà anche la riassegnazione manuale. Per assegnare nuovamente un tipo di file sarà necessario prima
impostare a 0 il valore della voce NoFileAssociate nel Registry. TIP II ritardo nella risposta della tastiera
dipende dalla funzione Tasti di scelta rapida, che si attiva se si tiene premuto il tasto destro Maiusc della
tastiera per più di 8 secondi. Durante un videogioco ciò può accadere inavvertitamente, in quanto il tasto
Maiusc può essere assegnato a una funzione di gioco che richiede una pressione prolungata. Anche se la
funzione Filtro tasti è disattivata, dopo 8 secondi di pressione sul tasto destro Maiusc può comunque apparire
una finestra che chiede se attivare la funzione Tasti di scelta rapida. Ecco cosa fare per evitare questi
problemi durante i videogiochi: in Vista e Windows 7, fare clic su Accesso facilitato nel Pannello di controllo e
poi su Centro accesso facilitato. Ora fare clic sulla scritta Facilita l'utilizzo della tastiera e disattivare la casella
accanto ad Attiva Filtro tasti per evitare il ritardo nella risposta della tastiera. Per evitare anche la comparsa
della finestra con il messaggio relativo alla funzione, fare clic sulla scritta blu Imposta Filtro tasti e nella
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finestra che appare disattivare l'opzione Attiva Filtro tasti tenendo premuto MAIUSC per otto secondi.
Confermare facendo clic su Applica e Ok. In Windows XP fare doppio clic sull'icona Accesso Facilitato nella
visualizzazione Classica del Pannello di controllo e passare alla scheda Tastiera. Disattivare l'opzione Usa
filtro tasti se è attiva: in questo modo si evita il ritardo nella risposta della tastiera. Poi fare clic sul pulsante
Impostazioni e disattivare la casella accanto a Usa i tasti di scelta rapida: in questo modo si evita anche la
comparsa della finestra con il messaggio relativo alla funzione. Fare clic su Ok, poi chiudere la finestra aperta
con Applica e Ok. TIP I comuni comandi di copia possono facilmente essere limitati ad agire su determinati
tipi di file tramite i caratteri jolly, per esempio *.tif. Un'operazione più complessa è escludere dalla copia un
determinato tipo di file: si dovrebbero elencare tutte le estensioni sulle quali il comando di copia deve agire,
oppure copiare tutti i file e in seguito selezionare quelli di una determinata tipologia per cancellarli. Il problema
può essere risolto tramite un comando di copia che consenta di specificare non soltanto i tipi di file da
includere ma anche quelli da escludere. Ciò è possibile tramite il comando robocopy, che è incluso in Vista e
Windows 7. Con robocopy si può usare il parametro /xf seguito dal tipo di file che si desidera escludere dalla
copia. Se per esempio si è lavorato su file grafici e successivamente si desidera copiare solo i file Jpeg e Gif
escludendo i più voluminosi Tif, si può usare un comando come robocopy /xf *.tif Si possono anche
specificare più tipi di file da escludere, digitandoli uno di seguito all'altro divisi da uno spazio. Nota: l'utility
robocopy può funzionare anche in Windows XP ma non è inclusa nel sistema: la si deve copiare dal Windows
Server 2003 Resource Kit, che Microsoft consente di scaricare gratuitamente da
www.microsoft.com/downloads. Digita re Windows Server 2003 Resource Kit Tools nella casella di ricerca
della pagina web per trovare il download corretto. TIP Una volta impostata correttamente la velocità di
risposta del mouse nel Pannello di controllo di Windows, è possibile utilizzare le impostazioni anche nella
schermata di login con cui gli utenti accedono al sistema, tramite una modifica al Registry. Nel menù Start di
Windows XP selezionare Esegui e digitare regedit seguito da un clic su Ok. In Vista e Windows 7 digitare
regedit nella casella di ricerca del menù Start e premere il tasto Invio, confermando con Sì o Prosegui la
richiesta di Controllo Account Utente. Poi navigare fino alla chiave Hkey_Current_User\Control Panel\ Mouse.
Le impostazioni del mouse per il proprio account sono memorizzate qui. Con il comando regedit /m, avviare
un'altra istanza dell'editor del Registry. Qui navigare fino alla chiave Hkey_Users\ Default\Control
Panel\Mouse. Fare doppio clic sulle voci presenti nella sezione a destra dell'editor e impostarle con i
medesimi valori presenti nella chiave aperta per prima. In questo modo si copiano le impostazioni relative al
mouse del proprio account utente nell'account utente di default, che vale per tutti gli utenti. Si possono
modificare anche altre impostazioni: per esempio per invertire i tasti del mouse per un mancino si può
modificare la stringa SwapMouseButtons facendo doppio clic su di essa e impostandone il valore a 1. Ora
chiudere l'editor del Registry. Dal prossimo riavvio del computer, la configurazione del mouse definita nel
proprio account sarà valida per tutti, anche nella schermata di login. TIP A partire da Windows XP Microsoft
ha inserito la funzione Prefetch per accelerare l'avvio del sistema operativo; questa memorizza i file e
programmi usati più di frequente e li carica nella memoria di lavoro in fase di avvio. In Vista e Windows 7 la
funzione è stata aggiornata, si chiama Superfetch e può occuparsi di tutte le chiamate a programmi oltre la
fase di avvio. Accedere alle impostazioni di Prefetch è possibile solo tramite il Registry: selezionare
Start/Esegui (o premere Win+R), digitare regedit e premere Invio. Nell'editor navigare fino alla chiave
Hkey_Local_Machine\System\CurrentControlSet\Control\Session Manager\Memory
Management\PrefetchParameters. Nella sezione a destra dell'editor si trova il valore Dword EnablePrefetcher
(in XP) o EnableSuperfetch (Vista e Windows 7). Per modificare la voce, fare doppio clic su di essa: il valore
0 disattiva la funzione di Prefetch. Il valore 1 funziona solo in Vista e 7, e attiva il Superfetch per le
applicazioni ma non per i file di sistema. Il valore 2 limita il Prefetch ai soli file di sistema, con qualsiasi
versione di Windows. Con il valore 3 si può attivare il massimo Prefetch per file di sistema e programmi.
Windows salva le impostazioni di ottimizzazione del sistema della funzione Prefetch nel file Layout.ini,
all'interno della cartella C:\Windows\Prefetch. In questa cartella sono raccolti anche i dati di Prefetch, sotto
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
forma di file con estensione .pf. Se si utilizza il pc con molte applicazioni, questa cartella si riempie molto
rapidamente. In questo caso, per velocizzare il sistema è utile di tanto in tanto cancellarne il contenuto. Se la
cartella non si riempie automaticamente dopo il successivo riavvio del sistema, significa che il Prefetch non
funziona perché non è attiva l'Utilità di pianificazione: fare doppio clic sulla cartella Strumenti di
amministrazione nella visualizzazione Classica del Pannello di controllo e fare doppio clic sull'icona Servizi al
suo interno. Cercare la voce Utilità di pianificazione nella lista, fare doppio clic su di essa e impostare Tipo di
avvio su Automatico. Dopo il riavvio del pc, la funzione di Prefetch funzionerà perfettamente. Nota: si può
velocizzare l'avvio di determinate applicazioni indipendentemente dalle impostazioni del Registry: fare clic
con il tasto destro sull'icona del collegamento al programma e nella casella Destinazione aggiungere il
parametro /prefetch:! alla linea di comando che richiama il programma eseguibile. Ovviamente, affinchè
questa impostazione abbia effetto il Prefetch deve essere attivo in Windows. Se dopo aver impostato questo
parametro il programma non si avviasse più, significa che è incompatibile con il Prefetch: rimuovere il
parametro dalla casella Destinazione per farlo funzionare di nuovo. TIP Con l'aiuto della funzione Correzione
automatica, è possibile sostituire determinate parole con sinonimi o contrassegnarle per la correzione in
seguito. Fare clic sul pulsante Office in Word 2007 e selezionare il pulsante Opzioni di Word. Nella versione
2010, fare clic sulla scheda. File della Barra multifunzione e poi sul link Opzioni a sinistra in basso. In
ambedue le versioni, fare clic su Strumenti di Correzione, a sinistra nella finestra Opzioni di Word, poi sul
pulsante Opzioni di Correzione automatica nella sezione a destra. Nelle versioni di Word precedenti alla 2007
selezionare da menù Strumenti/Opzioni correzione automatica. Ora in tutte le versioni sarà aperta la finestra
Correzione automatica. Nella scheda omonima si possono definire le parole con cui sostituire i termini
indicati: digitare la parola da sostituire nel campo Sostituisci e la parola che la sostituirà nel campo Con. Fare
clic sul pulsante Aggiungi per inserire la sostituzione nella lista. È importante inserire tutte le possibili varianti
di un termine per essere certi che sia sempre correttamente sostituito: plurali, accrescitivi, diminutivi, voci
verbali ecc. Se si desidera che Word sostituisca le parole immediatamente nel momento in cui le si digita,
attivare la casella Sostituisci il testo durante la digitazione. Oppure Word può contrassegnare la parola da
sostituire con qualcosa di facilmente identificabile, per esempio un punto interrogativo tra doppia parentesi
((?)). Dopodiché basterà cercare ((?)) nel testo per trovare le parole da sostituire: fare clic sul pulsante
Sostituisci nella sezione Modifica della scheda Home della Barra multifunzione in Word 2007-2010, o nelle
vecchie versioni di Word selezionare dal menù Modifica/Sostituisci. Per rimuovere tutti i contrassegni al
termine dell'elaborazione del testo, aprire la finestra Trova e sostituisci, passare alla scheda Sostituisci, e nel
campo Trova digitare la stringa ((?)). Lasciare vuoto il campo Sostituisci con..., e fare clic sul pulsante
Sostituisci tutto. TIP Esiste una funzione che crea un collegamento a uno stile di formattazione, che si usa nel
testo solo per l'elemento testuale desiderato. Per esempio se si usa un documento come modello per le
fatturazioni o il bilancio mensile, e si salvano i contenuti modificati come nuovo file. In questi casi si
raccomanda di sistemare gli elementi testuali in una tabella, così non si rischierà in seguito di cancellare per
errore la formattazione. Per prima cosa selezionare la cella della tabella che contiene l'elemento testuale
desiderato, poi selezionare da menù Formato/Stili e formattazione. Da Word 2007 in avanti, fare clic sulla
minuscola icona proprio nell'angolo in basso a destra della sezione Stili, nella scheda Home della Barra
multifunzione. Ora, in tutte le versioni di Word, fare clic sul pulsante o l'icona Nuovo stile (in Word 20072010 è
in basso a sinistra nella finestra Stili). Modificare solo il nome nel campo Nome, per esempio chiamandolo
Linklntestazione e confermare la creazione del nuovo stile con Ok, senza ulteriori modifiche. Ora nelle
vecchie versioni di Word posizionare il cursore dove desiderato nell'intestazione o nel pie di pagina e
selezionare da menù Inserisci/Campo. Da Word 2007 in avanti, andare alla scheda Progettazione e fare clic
sull'icona Parti rapide, poi clic su Campo. Ora in tutte le versioni di Word, a sinistra nella lista Nomi dei campi
selezionare la voce StyleRef in modo da poter selezionare il nuovo stile nella lista a destra. Fare clic su Ok e
il testo desiderato apparirà automaticamente duplicato nella posizione attuale del cursore. Nota: se si
modifica il testo nella cella della tabella, la modifica si rifletterà immediatamente nell'intestazione oppure nel
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
pie di pagina. Se si utilizza lo stile in diverse posizioni nel documento, solo nel primo elemento testuale
apparirà sempre la parola di riferimento. TIP Come si sa PowerPoint è una delle applicazioni più utilizzate a
livello professionale da tutti coloro che devono realizzare presentazioni da mostrare in pubblico. Chiaramente
più la presentazione è accurata, maggiore è l'impatto sui presenti, soprattutto per quanto riguarda la
professionalità di chi espone. PowerPoint dispone di comandi integrati per l'allineamento automatico degli
oggetti che però non sono disponibili nei menù ma solo nella barra Strumenti disegno che appare
selezionando un elemento grafico. Posizionare l'oggetto o l'elemento grafico desiderato nella diapositiva e
selezionarlo, poi fare clic sul pulsante Allinea nella barra Strumenti disegno e selezionare Allinea rispetto alla
diapositiva. Quando l'opzione Allinea rispetto alla diapositiva è attiva, tutti gli altri comandi di questo menù
diventano attivi. Ora si possono usare, uno dopo l'altro, i comandi Distribuisci orizzontalmente e Distribuisci
verticalmente presenti nella barra: in questo modo si imposta la corretta posizione degli oggetti rispetto ai
bordi o agli angoli della relativa diapositiva. Poi usare i comandi Allinea a sinistra e Allinea in basso, per
spostare gli elementi esattamente nell'angolo a sinistra in basso. Per allineamenti più complessi, nella barra è
disponibile il comando Impostazioni griglia. Nella finestra che appare, deve essere attivata l'opzione Blocca
sulla griglia. Nelle impostazioni della griglia, inserire la spaziatura nel campo omonimo: solitamente 0,5 o 1
cm è l'impostazione adeguata. Ciò consente un allineamento proporzionale affidabile. La massima risoluzione
è 0,1 cm. In questo caso, si dovrebbe operare in una visualizzazione ingrandita in modo che gli oggetti
restino allineati alla medesima griglia anche in seguito. Attivare l'opzione Visualizza griglia sullo schermo, e
confermare con Ok. Fare anche attenzione al fatto che la griglia usa sempre le righe a sinistra e in alto per
l'allineamento. TIP I player video tradizionali come Windows Media Player richiedono una lunga installazione,
molto spazio su disco e notevoli risorse hardware per riprodurre i file multimediali. Decisamente inferiori sono
le richieste di VLC, un player multimediale gratuito. È disponibile anche in versione Portable utilizzabile
direttamente da chiavetta Usb. La versione Portable è scaricabile gratuitamente da www.videolan.
org/vlc/#download mentre quella per pc è disponibile sul dvd allegato alla rivista. Avviare l'installazione con
un doppio clic sul file eseguibile e seguire la procedura guidata sino al passaggio Selezione dei componenti.
Qui selezionare il tipo d'installazione Personalizzata. Decidere se installare anche i plug-in per il browser e
poi scorrere in basso sino all'assegnazione dei singoli tipi di file facendo clic sui segni +. Se si desidera
riprodurre determinati tipi di file elencati in File video e File audio, per esempio gli Mp3, con un altro
programma, deselezionare la casella che li identifica. Lasciare selezionati tutti i tipi di file che non si
conoscono, così potranno in ogni caso essere riprodotti automaticamente da VLC. Fare clic su Avanti e
Installa. VLC include numerosi codec e può riprodurre praticamente tutti i formati audio e video più usati
come Aac, Avi, Flv, Mpg e Ogg. Inoltre supporta anche lo streaming di filmati Mpeg e DivX. La versione più
recente può utilizzare i processori grafici Gpu e i Dsp per riprodurre video in alta definizione. In Windows 7, gli
elementi di controllo più importanti del player sono disponibili anche nell'anteprima sulla Barra delle
applicazioni. Un vantaggio del player VLC è la possibilità di riprodurre anche file video danneggiati o
incompleti, così come filmati aperti da altri programmi. Se, per esempio, Windows Media Player si rifiuta di
riprodurre un file video danneggiato, lo si può riprodurre con VLC. Anche VLC segnalerà che il file è
danneggiato ma a differenza del player di Windows cercherà di riparare il file e riprodurrà almeno la parte
integra del filmato. Tutto ciò lasciando inalterato il file originale. La possibilità di riprodurre un filmato già
aperto da un altro programma risulta utile per esempio per visualizzare la parte già scaricata di un filmato
durante il download per verificare se è il video che si cercava, oppure se si converte un file video di grandi
dimensioni. TIP Le nuove fotocamere Csc, Compact System Camera, possono rappresentare un'ottima
risposta all'eterno dilemma che riguarda la scelta tra qualità e ingombri ridotti. Sottili e leggere, raggiungono
una qualità delle immagini simile alle più pesanti e ingombranti Dslr di fascia amatoriale e sono piccole e
leggere quasi come le fotocamere compatte. Il punto di forza della nuova categoria di fotocamere è nelle
ottiche intercambiabili: si possono equipaggiare con diversi obiettivi, proprio come le reflex. E i produttori non
sono stati limitati nel design dalla necessità di compatibilita con obiettivi e attacchi preesistenti, potendo così
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
inserire soluzioni nuove: lo specchio ribaltabile è stato eliminato, così come l'ingombrante pentaprisma. Ciò
significa ridurre notevolmente lo spessore della fotocamera ma, come nelle grandi reflex a specchio, anche
nelle Csc gli obiettivi si montano tramite attacchi a baionetta, e siccome gli obiettivi non richiedono spazio nel
corpo macchina, c'è spazio per poter ospitare un ampio sensore d'immagine. Un sensore grande è garanzia
di qualità al top senza rumore e disturbi anche con valori Iso elevati, mentre nelle fotocamere compatte
difficilmente si possono usare sensibilità alla luce superiori a 400 Iso. Un altro vantaggio di un sensore di
grandi dimensioni è che le foto possono essere scattate con maggiore creatività, in quanto si può utilizzare
realmente la lunghezza focale per mettere a fuoco un soggetto sfocando lo sfondo. Ciò è quasi impossibile
con le compatte, perché i loro sensori registrano un'area dell'immagine così piccola che tutto risulta a fuoco
anche con un'apertura di 5.6. Tra i primi modelli disponibili della nuova categoria di Csc ci sono: Sony NEX
3/5, Samsung NX 5/10, Olympus PEN E-Pl/2 e Panasonic Lumix DMC-G2/GH1. Le nuove Csc non costano
una fortuna: la Sony NEX 3, obiettivo compreso, è commercializzata a un prezzo iniziale di 350 euro.
Solamente l'Olympus E-P2 (ca. 1.000 euro) e la Panasonic DMC-GH1 (ca. 1.400 euro) hanno un prezzo da
Dslr. La Panasonic offre un mirino elettronico ad alta risoluzione e può riprendere video in Full-Hd. I modelli
della serie Sony NEX raggiungono una qualità d'immagine più elevata con gli obiettivi in un nobile chassis in
alluminio, e convincono anche per la risoluzione di ben 920.000 pixel dei propri display da 3 pollici. Il modello
top di gamma di Sony, la NEX 5, costa soltanto 450 euro, ha un corpo macchina in solida lega di magnesio e
può girare video in risoluzione Full-Hd. TIP La delusione era prevedibile: questi problemi nelle foto subacquee
sono la norma più che l'eccezione. Per rendere utilizzabili le foto, è necessario controbilanciare in fase di
editing le difficili condizioni di luce sott'acqua. L'acqua innanzitutto filtra la componente rossa della luce, che
viene assorbita già a poca distanza dalla superficie, e questo è il motivo dell'onnipresente dominante blu. Più
si va in profondità più frequenze luminose vengono assorbite, come il giallo e il verde, e la dominante blu
aumenta sempre più. Un filtro rosso potrebbe ridurre l'effetto ma assorbirebbe la già poca luce disponibile. La
scelta migliore è correggere i colori successivamente con Photoshop. RIPULIRE L'IMMAGINE: creare una
copia del livello di sfondo: premere F7 per aprire la palette Livelli e con il mouse trascinare il livello di sfondo
sull'icona Crea un nuovo livello nella cornice della palette, poi eliminare i punti di disturbo come i riflessi sulla
testuggine, tramite lo strumento Timbro. Non esagerare, o l'immagine apparirà troppo perfetta per essere
naturale. SIMULARE IL FILTRO ROSSO: creare un nuovo livello di regolazione di tipo Bilanciamento Colore.
Ridurre le componenti verde e blu spostando il cursore Giallo/ Blu verso il Giallo e quello Magenta/Verde
verso il Magenta. Poi creare un nuovo livello e riempirlo con il rosso in questo modo: richiamare la finestra
Riempi con la combinazione di tasti Maiusc+F5, nel campo Contenuto/Usa selezionare Colore..., e impostare
i valori Rgb 234, 26, 26 nel selettore colore che appare. Ridurre l'opacità del livello a circa il 15%.
INCREMENTARE IL CONTRASTO: ora incrementare il contrasto tramite i livelli. Nella palette Livelli creare
un nuovo livello di regolazione di tipo Livelli e spostare i cursori nero e bianco nell'istogramma verso il centro
della "collina" disegnata dalla curva dei livelli. La foto di esempio ha richiesto una correzione maggiore della
media, eseguita richiamando un livello di regolazione di tipo Curve e spostando la curva rendendola a forma
di S. NASCONDERE IL LIVELLO DI SFONDO: si può creare una vignettatura per far risaltare maggiormente
la tartaruga e il soggetto principale rispetto allo sfondo. Ecco come procedere: attivare la copia del livello di
sfondo e copiarla con Ctrl+J. In questo modo si potranno eliminare in seguito le correzioni effettuate o farne
di nuove, senza modificare l'originale. Con Filtro/Distorsione/Correzione lente si possono scurire i contorni:
spostare il cursore Fattore sotto Vignettatura su un valore tra -80 e-100. AUMENTARE PIÙ VOLTE LA
DEFINIZIONE: ora creare un nuovo livello che includa tutto seguendo questa procedura: attivare il livello
superiore e digitare le combinazioni di tasti Ctrl+A, Maiusc+Ctrl+C e Ctrl+V. Ora selezionare da menù Filtro/
Contrasta/Maschera di contrasto e impostare i valori Fattore: 89%, Raggio: 0,9 e Soglia: 0, per aumentare
leggermente la definizione della foto. Se necessario, si può ripetere l'aumento della definizione premendo
Ctrl+F una o due volte. Eseguire più volte Filtro/Contrasta è preferibile rispetto a eseguire una volta
Filtro/Contrasta maggiormente, perché il contrasto nei contorni apparirà meno forte e ci saranno dunque
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
meno artefatti e disturbi sui bordi. TIP I programmi di editing grafico offrono varie procedure grazie alle quali
si possono riscalare le foto aumentandone o diminuendone la risoluzione. Adobe Photoshop, a partire dalla
versione CS, ne offre cinque: Vicina più prossima, Bilineare, Bicubica, Bicubica più morbida e Bicubica più
nitida. I risultati sono drasticamente differenti. Il sistema più semplice è Vicina più prossima, che è la
ripetizione di pixel nota come Interpolazione lineare: è la procedura adatta a immagini come le schermate.
Ingrandendo affianca semplicemente i pixel con copie degli stessi, rimpicciolendo elimina i pixel senza
elaborazioni. Se utilizzato con le fotografie, questo sistema provoca rapidamente la formazione di gradini e
scalettature. Per le foto sono più adatti gli algoritmi bicubici poiché possono differenziare contorni e
campiture, e spostano i pixel in modo particolarmente intelligente. Per l'ingrandimento va utilizzata la versione
Bicubica più morbida, per rimpicciolire la versione Bicubica più nitida. L'interpolazione bilineare oggi non ha
più molto significato: rispetto all'algoritmo bicubico, il bilineare analizza solo i pixel immediatamente adiacenti
per ricalcolare i pixel di riempimento. Ì.Windows Vista, 7 Restringere la cornice troppo ampia delle finestre
Aero L'impostazione predefinita è 5 pixel di spessore per la cornice delle finestre dell'interfaccia Aero di
Windows. Decisamente troppo soprattutto nei monitor più piccoli. «(•.panniti spazi; Con questa impostazione,
le cornici delle finestre nelle versioni recenti di Windows utilizzano meno spazio 2. Windows 7 Pulire le Jump
List nella Barra delle applicazioni Le Jump List offrono una lista degli ultimi file aperti. Avendo aperto file di
lavoro che non si vuole siano subito visibili a terzi, si vorrebbe poterli cancellare singolarmente, o cancellare
l'intera lista. 0, meglio, si vorrebbe disattivare interamente la visualizzazione dei file recenti. Tabula rasa
Disattivando questa opzione si rimuovono tutte le voci che sono state memorizzate in precedenza dalle Jump
List della Barra delle applicazioni3. Windows Vista. 7 Riassegnare le icone ai tipi di file Da Windows Vista
in avanti, la scheda Tipi di file non è più presente nelle Opzioni cartelle di Esplora risorse. Ciò rende difficile
gestire i tipi di file, per esempio per modificare le icone assegnate automaticamente ai tipi di file quando si
installa un programma che li utilizza. Icone Con Default Programs Editor si può assegnare l'icona desiderata
ai vari tipi di file invece di usare quella del programma a essi legato
Risparmiare spazio con Ripristino configurazione di sistema Ripristino configurazione di sistema si è
rivelata una funzione preziosa: in diverse occasioni ha permesso di recuperare Windows quando non si
avviava più, per esempio a causa di installazioni problematiche di hardware/software o di conflitti tra driver.
Lo spazio che occupa su disco, però, cresce continuamente. Pulire Se il pc funziona stabilmente senza
problemi, si può recuperare spazio eliminando i vecchi punti di Ripristino configurazione di sistema
5. Windows XP, Vista, 7 Proteggere i tipi di file registrati dalla riassegnazione Si è soddisfatti del
funzionamento del poprio computer e si vuole evitare che un nuovo programma installato sia assegnato come
predefinito per l'apertura di determinati tipi di file. Assegnazione fissa Creare questa voce del Registry e
impostarla a 1 per proteggere i tipi di file dalla riassegnazione6.0uickTips VERIFICARE LA STABILITÀ DEL
SISTEMA In Vista digitare perfmon nella casella di ricerca del menù Start, fare clic su Perfmon. Exe in alto
nel menù Start e fare clic su Monitoraggio affidabilità a sinistra sotto Strumenti di monitoraggio.
ORGANIZZARE IL MENÙ START Per organizzare il menù Start in ordine alfabetico, selezionare Start/Tutti i
programmi, fare clic con il tasto destro su una voce e selezionare Ordina per nome. VISUALIZZARE IL
PERCORSO NELLA BARRA DEL TITOLO In Esplora risorse di Windows XP, selezionare Strumenti/Opzioni
cartella, passare alla scheda Visualizzazione e attivare la voce Visualizza il percorso completo sulla barra del
titolo. TENERE IL DESKTOP IN VISTA Con Windows+Barra spaziatrice, in Windows 7 si rendono trasparenti
tutte le finestre e si può vedere il desktop sottostante, grazie alla funzione Aero Peek. DISATTIVARE LA
CRONOLOGIA DELLA JUMP LIST Per visualizzare nei comandi contestuali il normale menù della finestra
invece della nuova cronologia della Jump List in Windows 7, tenere premuto il tasto Maiusc mentre si fa clic
con il tasto destro per aprire il menù contestuale.
Evitare il ritardo nella risposta della tastiera durante i videogiochi Mentre si sta utilizzando un videogioco
con la tastiera, improvvisamente i tasti iniziano a rispondere con ritardo o appare una finestra con un
messaggio relativo ai Tasti di scelta rapida che blocca l'azione e rovina il gioco. Come evitarlo? Accesso
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
facilitato Disattivare quest'opzione per evitare che durante i videogiochi si attivi la funzione Tasti di scelta
rapida
8. Windows XP, Vista, 7 Copiare tutti i file eccetto un tipo specifico Si desidera copiare tutti i file, con
l'eccezione di quelli di una determinata tipologia, in modo rapido tramite linea di comando o script. Soluzione
alternativa Se le impostazioni del mouse offerte dal sistema non sono sufficienti si può intervenire nel
Registry9. Windows XP, Vista, 7 Semplificare l'uso della schermata di login II nuovo mouse funziona in
modo strano, il puntatore risponde in modo eccessivo e si muove troppo velocemente con il minimo
spostamento del mouse. Nell'utilizzo con i programmi e il sistema operativo il problema si risolve tramite le
opzioni mouse del Pannello di controllo, ma nella schermata di login il problema resta.
10. Windows XP, Vista, 7 Configurare correttamente il Prefetch per un rapido avvio del sistema Da
quando è stata disattivata l'Utilità di pianificazione, la funzione Prefetch non aggiorna più la lista di avvio dei
programmi usati di frequente e questo impedisce un avvio rapido di Windows. Interazione Impostare il tipo di
avvio Automatico per l'Utilità di pianificazione, in modo che la funzione Prefetch possa accelerare la fase di
avviopersonalizzate in Windows 7 La nuova Barra delle applicazioni di Windows 7 offre le Jump List, ovvero
menù contestuali delle icone dei programmi che mostrano i comandi e i file più usati. Tuttavia non tutti i
programmi supportano questa pratica funzione. Fortunatamente può essere aggiunta Se Windows o un
programma non offre le funzioni Jump List desiderate è possibile impostarle manualmente con l'aiuto del
freeware
Jumplist
Extender,
scaricabile
gratuitamente
da
www.chip.de/downloads/JumplistExtender.43027599.html facendo clic sul pulsante blu Zum Download e poi
su Download-Server CHIP Online. Questa utility è gratuita e consente di creare la struttura di una Jump List
per qualsiasi programma sotto Windows 7. Installare l'utility Per prima cosa installare l'utility: fare doppio clic
sul file eseguibile scaricato sul pc e seguire le istruzioni della procedura guidata. Se si utilizza un account
utente senza diritti di Amministratore, sarà necessario autorizzare l'operazione selezionando un account
Amministratore e digitando la relativa password. Dopo l'installazione, a destra nella Barra delle applicazioni
apparirà una nuova icona relativa a Jumplist Extender. Creare la Jump List Per creare una nuova Jump List
fare clic con il tasto destro sulla nuova icona nella Barra delle applicazioni e selezionare il comando
contestuale Open Settings. Nella finestra che appare, fare clic su Start a new jumplist. Selezionare nella
finestra il programma per cui si vuole creare una lump List, facendo clic sul file Exe sul collegamento relativo.
Nella finestra successiva fare clic sul pulsante che appare per avviare l'applicazione selezionata. Se il
programma è già attivo, si può semplicemente fare clic nella finestra del programma stesso, e Jumplist
Extender eseguirà automaticamente le impostazioni corrette. Nella scheda Program Settings l'utility mostra il
nome dell'applicazione selezionata e il relativo percorso. Qui sono necessarie soltanto piccole modifiche e si
può im- mediatamente passare alla scheda Jumplist. È suddivisa in due sezioni: a sinistra mostra la lump List
attualmente disponibile, a destra consente di definire e modificare i singoli comandi. Definire i comandi della
Jump List A sinistra fare clic sul pulsante con la croce verde per creare un nuovo comando. Jumplist
Extender visualizza un menù contestuale, in cui si può scegliere tra diverse opzioni: New Category genera
una nuova categoria per suddividere la Jump List. Il nome di questa categoria può essere definito nel campo
Name. Con New Separator si possono raggruppare i comandi che sono già definiti nella categoria Tasks e
separararli uno dall'altro. Con New File/ Folder Shortcut si può generare un collegamento a un file o a una
cartella. Per selezionare cartelle o file, usare i pulsanti Browse Folder o Browse File. Inoltre si può utilizzare
un'opzione per determinare se l'applicazione collegata di default al tipo di file selezionato dovrà aprire il file
destinazione (Open thè shortcut with its default program). Con essa si può anche impostare l'applicazione per
cui si sta definendo la Jump List (Open thè Shortcut with ). Con New Task si può creare un nuovo comando
nella Jump List. Poi sotto Action si può decidere se inviare una combinazione di tasti all'applicazione (Send
keystrokes to Windows), usare un'istruzione da linea di comando (Run command line or program) o eseguire
uno script (Run AutoHotKey script). Selezionare un'opzione e fare clic su Help per visualizzare le istruzioni
dettagliate in inglese. Se si desidera eseguire un'istruzione da linea di comando tramite una nuova Jump List,
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
inserirla nel campo Command Line. L'opzione Run in Command Line Window apre automaticamente il
Prompt prima di eseguire l'istruzione. Per inviare una combinazione di tasti al programma, digitarla nel campo
Press keyboard shortcuts to be sent to thè program. Tramite la casella di controllo in basso si può fare in
modo che Windows ignori il comando se il programma non è ancora stato avviato (Ignore if program is not
running) o il contrario (Ignore ìf program is currently running). Se si seleziona Open new Windows if program
is running, il sistema operativo avvia una nuova istanza dell'applicazione. Per rimuovere elementi dalla Jump
List, selezionarla nella zona sinistra e fare clic sul pulsante con il segno meno. I pulsanti con le frecce in su e
in giù spostano gli elementi nella lista. Quando si è impostata la propria Jump List, salvarla con File/Save and
Apply to Taskbar e chiudere Jumplist Extender con File/Exit. Versatile Qui Jumplist Extender consente di
generare Jump List personalizzate per i programmi12. Word XP, 2003,2007,2010 Correggere un testo in un
secondo momento Ci sono parole che risultano inadatte a determinati stili di scrittura, ma scrivendo
rapidamente lunghi testi sarebbe meglio poterle correggere tutte con calma alla fine, invece di dover pensare
continuamente a non utilizzarle, distogliendo la concentrazione dal testo. Correzione La funzione Correzione
automatica può identificare determinate parole nel testo per sostituirle in seguito
Importare automaticamente elementi testuali nell'intestazione o nel pie di pagina Si vorrebbe che Word
importasse automaticamente un elemento testuale o un numero preso da un modulo, inserendoli
nell'intestazione o nel pie di pagina di un documento. Purtroppo una funzione simile sembra assente.
Funzione di còpia Generare riferimenti a qualsiasi sezione di testo è possibile, tramite questo campo negli
Stili di formattazione
14. PowerPoint 2007,2010 Posizionare grafici e oggetti in modo identico in tutte le diapositive In una
presentazione, si desidera far apparire grafici e altri elementi al centro di tutte le diapositive. Purtroppo
posizionarli con il mouse in ciascuna diapositiva non è accurato e la presentazione appare poco
professionale. Ricerca nel computer Grazie all'allineamento automatico o alla griglia è possibile posizionare
con precisione gli oggetti nelle diapositiveNAVIGARE PIÙ RAPIDAMENTE In Outlook si può alternare la
visualizzazione dell'area di navigazione a sinistra con Alt+Fl. A partire dalla versione 2007, in questo modo si
può anche modificarne ciclicamente le dimensioni. CRONOLOGIA RAPIDA NEL BROWSER In Chrome, fare
clic con il tasto destro sulle frecce Indietro e Avanti nella barra degli strumenti, per visualizzare un menù con
la Cronologia delle pagine web che sono state aperte nella scheda attiva. NAVIGARE TRA I DOCUMENTI
Con Ctrl+F6 o Ctrl+Maiusc+F6 si può scorrere tra più documenti aperti in Word. REGISTRARE
NUOVAMENTE EXCEL Se si richiama excel.exezon il parametro di avvio /o, il software ricrea nel Registry le
voci mancanti. Però non corregge eventuali valori non validi. RIMUOVERE L'EFFETTO OCCHI ROSSI
Eseguire il comando da menù Immagine/ Correzione occhi rossi, poi selezionare le pupille: così si corregge
l'effetto occhi rossi in Microsoft Office Picture Manager. INTERROMPERE LE PRESENTAZIONI Durante la
riproduzione di una presentazione di PowerPoint, premere. (punto) o B (a seconda della versione) e apparirà
una schermata nera. Per riprendere la presentazione fare clic con il mouse o premere la barra spaziatrice.
INSERIRE LA DATA IN UNA CELLA Con la combinazione di tasti Ctrl+Maiusc+; si può inserire in una cella di
Excel la data odierna e con Ctrl+Maiusc+: l'ora attuale precisa al minuto.18. Fotocamere digitali Qualità da
Dslr senza l'ingombrante equipaggiamento Ogni volta che si parte per un viaggio si deve prendere una
decisione: scattare foto di alta qualità e, dunque portare con sé un'ingombrante Dslr e il relativo pesante
equipaggiamento, o viaggiare leggeri con una compatta ma rinunciare a riportare a casa scatti di alta qualità
dei luoghi visitati, dove magari non si tornerà più? Tutto compreso Le nuove fotocamere Csc combinano
un'ottima qualità delle immagini con dimensioni compatte e peso ridotto17. Proti Tip: evidenziare dettagli
importanti del soggetto Scattare una foto all'acqua corrente non è semplice. Per esempio per riprendere una
leggera nebbia che aleggia sulle acque si possono utilizzare un treppiede e una lunga esposizione. Tuttavia
spesso le foto mostrano tonalità troppo uniformi, e mancano di dettaglio IL PROBLEMA Scattando foto a una
cascata, come in questo esempio, spesso un velo di foschia dovuta alla vaporizzazione dell'acqua avvolge il
paesaggio. Ciò si riflette nella foto: anziché tonalità ricche e profonde, dominano le tinte verdastre e un grigio
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
pallido. L'immagine appare spenta e senza vita. Se la cascata è nascosta nella foresta al riparo dalla luce
diretta del sole, l'effetto è ancora più evidente. FOTOGRAFARE MEGLIO Oltre a utilizzare un tempo di
esposizione più lungo, è necessario scattare con una bassa sensibilità alla luce con un Iso ridotto. Ciò
garantisce meno rumore nell'immagine e porta alla luce maggiori dettagli, mentre aumentando gli Iso i dettagli
vengono coperti dal rumore. Importante: tenere presente che anche le zone in ombra, se sono ricche di
dettagli, contribuiscono fortemente alla resa globale della foto. OTTIMIZZARE CON IL PC In questi casi le
correzioni automatiche sono da escludere. Sono invece necessari intuito e sensibilità personale per editare
queste foto, in modo che i dettagli fini nelle zone illuminate e in quelle in ombra non vadano persi. Caricare la
foto originale in Camera Raw di Photoshop, dalla versione CS3 in avanti, o in Photoshop Elements dalla
versione 6.0. Usando il triangolo in alto a destra nell'istogramma, attivare l'Avvertenza per luci in eccesso. Poi
spostare il cursore Esposizione a sinistra fino a far sparire le zone contrassegnate in rosso nell'immagine.
Ora correggere le tonalità medie: spostare il cursore Recupero leggermente a destra per tirare fuori le
informazioni presenti nelle zone più illuminate. In questo modo la cascata evidenzierà molti più dettagli. Se
necessario, si possono ravvivare i toni medi con Luminosità. Per aumentare contrasto e saturazione, prima
incrementare il contrasto con il cursore Contrasto e, successivamente, illuminare delicatamente le zone in
ombra con Luce di schiarita. Per incrementare ulteriormente l'effetto dell'immagine e darle una dominante che
ricordi una pellicola professionale ad alta risoluzione come la Fujifilm Velvia, spostare il cursore Saturazione
circa al valore 50. Come ultimo passaggio, regolare il dettaglio: ricercare una sezione importante
dell'immagine e impostare lo zoom al 100%. Con il cursore Chiarezza rafforzare il contrasto dei toni medi.
Nella scheda Dettagli ridurre il rumore dell'immagine con Luminanza e Colori, e incrementare la definizione
con il cursore Nitidezza.19. Photoshop CS3.CS4.CS5 Incrementare il contrasto delle foto subacquee che
risultano spente Sottacqua i colori sembravano vivaci ma rivedendo le foto scattate durante le immersioni si
resta delusi. Le immagini sono poco contrastate, i colori spenti e con una forte dominante blu. Inoltre le foto
sono tutte troppo scure. Intensificare i colori Incrementando il contrasto, anche i colori sbiaditi nelle foto
subacquee possono essere ravvivati
20. Photoshop versione CS e seguenti Riscalare le immagini in modo corretto Ci sono foto
particolarmente ben riuscite che si vorrebbero stampare in formato poster, ma non hanno la risoluzione
minima richiesta dal servizio di stampa online per i poster.
Foto: f" ' II player multimediale gratuito VLC può riprodurre un'ampia gamma di formati e visualizza anche file
danneggiati fino al punto dell'errore 15. Vlf f Riprodurre tutti i formati video senza problemi Quando si cerca di
riprodurre file video di diversi formati, spesso non si riesce a visualizzarli e appare un messaggio relativo alla
mancanza di un codec e alla necessità d'installarlo. Inoltre, si vorrebbe disporre di un player video che
funzioni bene anche su computer più vecchi o di potenza limitata.
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TIP Grazie alle Regole, si può istruire Outlook in modo che invii automaticamente alla stampante determinate
email al momento dell'arrivo. Per prima cosa è necessario definire i criteri per decidere se eseguire la
stampa: in Outlook 2010 aprire la cartella Posta in arrivo e, nella scheda Home della Barra multifunzione,
sezione Sposta, fare clic su Regole/Gestisci Regole e avvisi. Nelle versioni precedenti di Outlook, selezionare
da menù Strumenti/Regole e avvisi. Poi fare clic su Nuova Regola... per avviare la procedura guidata Regole.
Ora in tutte le versioni di Outlook selezionare la voce Crea nuova regola, poi Applica la regola all'arrivo di un
messaggio, e fare clic su Avanti. Nella pagina che appare, definire le condizioni che un'email in arrivo deve
soddisfare per eseguire la Regola. Per applicare la regola solo ai messaggi indirizzati a sé, attivare l'opzione
Inviato solo a me. Confermare la selezione con Avanti. Se invece Outlook deve applicare la regola anche ai
messaggi con altri destinatari, fare clic su Avanti senza attivare l'opzione Inviato solo a me. La selezione
dovrà essere riconfermata nella finestra che appare. Nella pagina seguente, determinare l'operazione da
compiere con il messaggio: per inviarlo direttamente alla stampante, attivare Stampa. Si possono anche
definire ulteriori azioni. Confermare con un clic su Avanti. C'è ancora la possibilità di definire eccezioni: per
esempio si può evitare di stampare le risposte automatiche mettendo il segno di spunta nella casella Tranne i
messaggi di risposta automatica e fare clic su Avanti. Nella schermata seguente della procedura, assegnare
alla Regola un nome sotto Passaggio 1: specificare un nome per la regola, per esempio StampaMessaggi.
Fare clic su Fine per creare la Regola. Notare la comparsa del segno di spunta accanto all'opzione Attiva
regola. Nota: è assolutamente necessario definire condizioni ed eccezioni nella Regola, per evitare che tutte
le email ricevute siano stampate automaticamente, con il conseguente spreco di carta. Inoltre è consigliabile,
tramite un'altra azione, spostare i messaggi stampati dalla cartella Posta in arrivo a un'altra cartella, per
sapere subito quali sono stati stampati e quali no. TIP Fortunatamente le miniature di anteprima possono
essere impostate singolarmente per ciascun programma, senza dover disattivare globalmente l'utile funzione
di anteprima grafica offerta dalla Barra delle applicazioni. Ecco come disabilitare le anteprime, o anche come
attivarle se non lo sono: in Internet Explorer 8 selezionare Strumenti/Opzioni Internet. Nella scheda Generale
fare clic su Impostazioni nella sezione Schede. Nella finestra che appare, l'opzione Mostra anteprime delle
singole schede nella barra delle applicazioni determina il comportamento delle anteprime. Se creano
confusione, e sono attive di default, si può disattivare l'opzione. Confermare con Ok. In Firefox, digitare
aboutxonfig nella barra degli indirizzi e premere il tasto Invio. Se appare un avviso fare clic su Farò
attenzione, prometto. Nel campo filtro digitare browser.taskbar.previews.enable e nella lista dei risultati fare
doppio clic sul parametro per modificarne il valore. Impostarlo su true se si desidera attivare l'anteprima o su
false per disattivarla. L'impostazione è immediatamente attiva. In Opera, digitare about-.config nella Barra
degli indirizzi e premere il tasto Invio. Poi fare clic su UserPrefs per visualizzare la lista delle impostazioni di
configurazione avanzate. L'opzione di interesse si trova in basso, si chiama Use Windows 7 Taskbar
Thumbnails. Per impostazione predefinita è disattivata. La si può attivare usando la relativa casella di
controllo. Poi scorrere sino alla fine della lista e confermare l'impostazione facendo clic su Salva. Infine nella
richiesta di conferma fare clic su Ok. Nota: con qualsiasi browser, l'anteprima è disponibile solo se in
Windows 7 è attiva la funzione Aero. Google Chrome attualmente non offre la possibilità di modificare le
opzioni di anteprima del browser. TIP Tenere molte schede aperte contemporaneamente non soltanto fa
perdere la visione d'insieme ma rallenta anche il computer, intasa la connessione internet e prolunga il riavvio
del browser, per esempio dopo l'installazione di un aggiornamento. Se la connessione a internet e il computer
sono sufficientemente rapidi, e ci si trova bene con molte schede aperte, allora si può gestire meglio la
situazione con l'estensione gratuita Tree Style Tab scaricabile gratuitamente da
http://piro.sakura.ne.jp/xul/_treestyletab.html.en. Fare clic su Download latest version nella pagina web poi su
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TIPS & TRICKS/ 2
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Download and Instali. In seguito aprire il file Xpi scaricato con Firefox, fare clic su Installa adesso e riavviare il
browser. Ora le schede saranno posizionate automaticamente sul margine sinistro della finestra in una barra
laterale, in questo modo i titoli saranno notevolmente più leggibili. Una soluzione ideale per i monitor
panoramici, ma se si utilizza un vecchio schermo in formato 4:3 la finestra del browser sarà troppo ristretta: in
questo caso si può utilizzare l'icona a forma di freccia nel bordo verticale per minimizzare ed espandere
rapidamente la barra laterale. D'ora in poi, l'utility raggrupperà automaticamente nei rami di una struttura ad
albero tutte le schede appartenenti al medesimo sito web o dominio, e tutte quelle aperte da link presenti
nelle pagine web. Tramite Drag & Drop si potranno spostare le singole schede così come interi rami della
struttura. Rami e schede possono essere spostati anche in altre finestre e, facendo clic con il tasto destro, il
menù contestuale offre nuovi comandi per operare con i rami. Molte altre opzioni per schede e barra laterale
sono disponibili selezionando Strumenti/Componenti aggiuntivi. Nella lista scegliere Tree Style Tab e fare clic
sul pulsante Opzioni. In alto fare clic sull'icona Visualizzazione. Qui è possibile nascondere la barra delle
schede inattiva con Nascondi automaticamente la barra delle schede, o visualizzarla in formato ridotto con
Riduci automaticamente la barra delle schede. In basso definire le azioni con cui la barra delle schede
scompare temporaneamente. La scomparsa completa della barra probabilmente non è la scelta migliore, in
quanto non si ha più l'indicazione delle schede aperte. Con un clic su Ok confermare le modifiche alla
configurazione. TIP In un forum o su un sito organizzato tematicamente, talvolta si trova solo un link per
tornare alla homepage e non ci sono link per tornare al livello precedente. Ciò sarebbe possibile modificando
l'indirizzo Uri ma richiede la scomoda modifica manuale nella barra degli indirizzi. L'estensione gratuita
Locationbar può rendere più rapide e comode le operazioni, identificando parti dell'indirizzo e consentendo di
fare clic direttamente su di esse nella barra degli indirizzi. Locationbar può essere scaricata gratuitamente da
https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/4014 Per installarla fare clic sul pulsante verde Aggiungi a Firefox
nella pagina web o scaricare il file Xpi e poi aprirlo con Firefox. Nella finestra che appare, fare clic su Installa
adesso e riavviare il browser. Ora selezionare Strumenti/Componenti aggiuntivi, poi nella lista delle estensioni
fare clic su Locationbar e sul relativo pulsante Opzioni. Per differenziare meglio le parti dell'indirizzo Uri
cliccabili separatamente, attivare l'opzione Margin between segments. Poi selezionare l'opzione Strong nel
campo Domain per rendere ancora più evidente le parti all'interno dell'Uri. Inoltre, è anche possibile
evidenziarle con un colore a scelta facendo clic sul riquadro grigio in questo campo. Normalmente, la
rappresentazione dell'Uri torna alla convenzionale visualizzazione editabile non appena il puntatore
raggiunge la barra degli indirizzi ma, se si preme il tasto Ctrl o Maiusc, le singole parti diventano
separatamente cliccabili. Ciò risulta più comodo se si attiva l'opzione On top nel campo Linkification. In futuro
basterà spostare il puntatore del mouse brevemente sul bordo superiore della barra degli indirizzi per usare i
singoli segmenti dell'Uri come link. Infine, è possibile attivare un'altra icona freccia selezionando Each
segment nel campo Breadcrumb for, in modo che la visualizzazione appaia simile alla barra degli indirizzi di
Esplora risorse. Nota: anche se un sito web offre tutti i necessari elementi di controllo per spostarsi tra i vari
livelli della struttura del sito, la navigazione tramite la barra degli indirizzi cliccabile può essere più rapida, in
quanto non è necessario ricercare il link nella pagina web. TIP Ci si può proteggere dai furti d'identità e
dall'uso fraudolento del proprio account imponendo al browser di scambiare dati solo tramite connessione
criptata. Ciò è possibile tramite l'estensione HTTPS Everywhere. Molti siti web dopo l'autenticazione sicura
obbligatoria, passano dal protocollo Https al normale Http che non è criptato. HTTPS Everywhere forza il sito
a proseguire la comunicazione Https criptata, e funziona con molti siti tra cui Facebook, Twitter, Wikipedia,
WordPress, Live e Google. L'estensione è disponibile sul dvd allegato alla rivista o è scaricabile
gratuitamente da www.eff.org/deeplinks/2010/06/encryptweb-https-everywhere-firefox-extension Per
installarla selezionare File/Apri e caricare in Firefox il file Xpi dal dvd, oppure nella pagina web indicata fare
clic su Clic here to encrypt thè web, poi clic su Permetti nella barra in alto. Ora fare clic su Installa adesso e
riavviare il browser. Selezionare da menù Strumenti/Componenti aggiuntivi e fare clic sul pulsante Opzioni
relativo all'estensione. Qui si può decidere tramite i segni di spunta a quali siti si desidera connettersi tramite
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
la sicura modalità Https. L'estensione può anche essere configurata per funzionare con siti diversi da quelli
elencati. La pagina web https://www.eff.org/httpseverywhere/rulesets offre istruzioni dettagliate sul
funzionamento. La sicurezza della modalità Https comporta anche alcune limitazioni: determinati siti web
includono contenuti di terze parti che non possono essere trasferiti via Https. Anche la modalità chat di
Facebook non può essere usata. HTTPS Everywhere consente di connettersi anche in situazioni in cui
normalmente non ci si connette per l'elevata insicurezza, per esempio quando si usa un punto di accesso WiFi, insicuro per sua natura, così come un internet café. Nota: appena la connessione a un sito web è stata
criptata, l'estremità sinistra della barra degli indirizzi si colora, e facendo clic su di essa appare l'avviso con il
lucchetto in cui si avverte che la connessione è stata criptata. Solo in questo caso la connessione è sicura.
Se invece la barra non si colora la connessione non è sicura, e facendo clic apparirà l'avviso che non è stato
possibile criptare la connessione parzialmente o totalmente. TIP Chrome può essere dotato di una pratica e
graficamente piacevole homepage, tramite l'estensione gratuita Incredible StartPage. L'estensione è
disponibile sul dvd allegato alla rivista o è scaricabile gratuitamente digitando Incredible StartPage nella
pagina web https://chrome.google.com/extensions. Per installarla fare clic sul pulsante Installa nella pagina
web, poi ancora su Installa, oppure copiare l'archivio Zip dal dvd, scompattarlo, fare doppio clic sul file
Extension.Crx, selezionare il programma Google Chrome dalla lista e confermare con Ok. Il browser aprirà la
finestra delle estensioni, confermare il messaggio in basso facendo clic su Avanti, e confermare l'installazione
e l'accesso ai dati personali con clic su Installa. Ora aprire una nuova scheda. A sinistra si vedrà una lista
delle ultime schede chiuse e dei segnalibri. A destra un'ampia sezione offre la selezione rapida di una scheda
o di un segnalibro specifici. Per cambiare la scheda visualizzata, navigare nei segnalibri sino alla scheda
desiderata e fare clic in basso su Show as main. A destra si possono anche aggiungere altri segnalibri tramite
Drag & Drop. Con un clic su Theme Options nella zona inferiore, si possono personalizzare i colori e
l'immagine di sfondo della selezione rapida. Per usare un'immagine personalizzata fare clic su Custom sotto
Wallpapers. Nella finestra che appare, digitare l'Uri della foto e confermare con Save: in questo modo si può
per esempio usare una propria foto su Flickrcome, sfondo. Inoltre, tramite il blocco note giallo è possibile
scrivere brevi note che si possono inviare rapidamente a Gmail o al Calendario di Google tramite i
collegamenti presenti. In questo modo è per esempio possibile annotare rapidamente qualcosa durante una
chiamata, senza dover passare al calendario. Facendo clic sul link Advanced Options in basso si può
modificare il numero delle schede chiuse di recente visualizzate nella pagina, tramite la lista Maximum
recently closed tabs. TIP Una soluzione rapida consiste nel nascondere la visualizzazione: aprire una nuova
scheda con Ctrl+T o facendo clic sul simbolo + accanto alle schede. Per rimuovere una miniatura specifica,
posizionare il puntatore del mouse sopra un'immagine e fare clic sulla X visualizzata nell'angolo superiore
destro del riquadro: le miniature rimosse non verranno più visualizzate nella pagina. Per eliminare l'intera
sezione posizionare il mouse sul titolo della sezione (per esempio Chiuse di recente) e fare clic sul simbolo X
che appare a destra. In futuro, aprire le nuove schede senza immagini di anteprima affinchè non siano visibili.
Tramite i link ulteriormente ottenuti, si potrà comunque accedere ai relativi siti web. Per reimpostare la pagina
in modo da visualizzare miniature vuote fare clic sull'icona della chiave inglese, selezionare
Strumenti/Opzioni, fare clic su Cancella dati di navigazione nella scheda Roba da smanettoni, poi attivare la
casella Cancella cronologia di navigazione. Utilizzare il menù a discesa Cancella dati nel seguente periodo
per selezionare la quantità di dati da eliminare. Selezionare Tutto per cancellare l'intera cronologia di
navigazione, infine fare clic su Cancella dati di navigazione. Per ripristinare le sezioni della pagina Nuova
scheda, fare clic sul pulsante Ripristina impostazioni predefinite. TIP Per modificare le impostazioni del
codice regionale, per prima cosa è necessario un telecomando che consenta di raggiungere le impostazioni
nascoste del proprio lettore Sony. Il telecomando One For Ali URC-7950, disponibile nei negozi specializzati
o acquistabile su internet a un prezzo indicativo di 20 euro, è adatto a questa procedura. Una volta acquistato
il telecomando occorre programmarlo, eseguendo i 28 passaggi che seguono. 1. Premere dvd. 2. Tenere
premuto il pulsante M finché il tasto di accensione non lampeggia due volte. 3. Premere i tasti 0533. 4.
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Tenere premuto il pulsante M fino a quando il led rosso si illumina due volte. 5. Ora premere i tasti 994. 6.
Premere una volta il pulsante M. 7. Premere i tasti 00189. 8. Premere il tasto 1 (il led lampeggia due volte). 9.
Tenere premuto il pulsante M finché il led rosso non lampeggia altre due volte. 10. Premere 994. 11. Premere
una volta il pulsante M. 12. Premere 00255. 13. Premere 2 (il led si illumina due volte). 14. Tenere premuto il
pulsante M finché il led rosso non lampeggia due volte. 15. Premere 994. 16. Premere il pulsante M. 17.
Premere 00095. 18. Premere 3 (il led lampeggia due volte). 19. Tenere premuto il pulsante M finché il led
rosso non si illumina due volte. 20. Premere 994. 21. Premere il pulsante M. 23. Premere 4 (il led lampeggia
due volte). 24. Tenere premuto il pulsante M finché il led rosso non lampeggia due volte. 25. Premere 994.
26. Premere il pulsante M. 27. Ora premere 00079. 28. Premere 5 (il led lampeggia due volte). Il telecomando
One For Ali è finalmente programmato. Ora prendere il telecomando originale Sony e accendere il lettore Bluray. Assicurarsi che non ci sia alcun disco nel lettore. Sul telecomando One For Ali premere i tasti 1, 2, 3, 4 e
5 uno dopo l'altro in sequenza. Il led di alimentazione comincerà a lampeggiare. Con il telecomando Sony
spegnere il lettore mettendolo in modalità stand-by. Riaccenderlo: ora il lettore sarà in grado di riprodurre dvd
con qualsiasi codice regionale. TIP I decoder Sky HD e My Sky HD utilizzano la protezione Hdcp sull'uscita
Hdmi. Questa protezione dalla copia fa in modo che, se il decoder viene collegato a un videoregistratore Bluray con ingresso Hdmi (ancora quasi inesistenti in Italia) o all'ingresso Hdmi della scheda grafica di un pc,
l'immagine venga bloccata. In pratica il video in Hd viene trasmesso solo se il decoder è collegato
direttamente a un televisore, non se lo si collega a videoregistratori o computer, in quanto essi potrebbero
essere usati per creare copie pirata in alta definizione di film e altre trasmissioni Hd. Purtroppo il problema,
oltre che con i videoregistratori e i computer, si presenta anche con diversi modelli di sintoamplificatori A/V
(per esempio alcuni modelli Yamaha): nonostante essi siano dichiarati "Hdcp compatibili", spesso il decoder
di Sky rileva comunque un componente diverso da un televisore e blocca l'immagine. La soluzione è
collegare l'uscita Hdmi del decoder direttamente al televisore per il video, e usare l'uscita audio ottica del
decoder per il collegamento audio al sintoamplificatore, che offrirà così anche l'audio multicanale 5.1,
altrimenti non supportato in quanto dall'uscita Hdmi del decoder Sky transita solo l'audio stereo. TIP Prima di
configurare Windows Media Player, è necessario verificare alcune condizioni e impostazioni. Innanzitutto il
sistema operativo deve essere Windows 7 o Vista. L'account utilizzato in Windows deve avere diritti di
Amministratore e l'account utente Guest deve essere disattivato. Le relative impostazioni si trovano in
Pannello di controllo/Account utente e Protezione Famiglia/Aggiungi o rimuovi account utente. Inoltre, il nome
del proprio server non può contenere vocali accentate (à, ò, ù). Il nome del computer può essere appreso
facendo clic con il tasto destro sull'icona Computer o su Start/Computer e poi facendo clic su Proprietà. Se il
nome del computer contiene una vocale accentata, si può modificare facendo clic a destra su Cambia
Impostazioni. Per quanto riguarda le impostazioni di rete, ci si deve assicurare che il proprio Wdtv sia visibile
in tempo reale e sia riconosciuto nella rete da Windows. Un clic su Rete in Esplora risorse aiuterà a fare
chiarezza: se il Wdtv è visibile due volte (server e client) allora tutto è a posto. In caso contrario è necessario
modificare le impostazioni di rete in Centro connessioni di rete e condivisione, in base a quanto detto. Ora
avviare Windows Media Player e selezionare Strumenti/Opzioni, poi nella scheda Catalogo Multimediale fare
clic sul pulsante Configura Condivisione; nella finestra che appare, attivare il Wdtv. Adesso selezionare
Impostazioni: qui si possono selezionare i file da inviare al Wdtv; infine chiudere la finestra con Ok. In
Windows 7 selezionare da menù Condividi/Attiva flusso di file multimediali con gruppo Home e nella scheda
Play fare clic sull'icona Riproduci in... e selezionare il dispositivo. TIP Home computer degli anni Ottanta
come lAmiga 500, vecchie console per videogiochi, videoregistratori S-Vhs o lettori di laser disc: molti
possiedono dispositivi vintage ancora perfettamente funzionanti, e spesso più divertenti e interessanti delle
console e dei pc attuali. Per utilizzarli però si incontra un ostacolo: tutti hanno un'uscita video Scart e il
proprio televisore Led ad alta definizione ne offre solo una, cui è già collegato il videoregistratore dvd. Come
fare? I nuovi televisori sono dotati di numerose porte Hdmi, dunque la soluzione è un adattatore da Scart a
Hdmi. Questo tipo di adattatori però è abbastanza complesso, dunque la qualità che offre varia molto da
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
modello a modello. Esso non solo deve riscalare l'immagine ma anche controllare nitidezza e colori,
ammorbidire i contorni e interpolare correttamente i pixel mancanti nell'immagine. Un adattatore costruito con
componenti economici fornirà un'immagine scadente. L'immagine sarà invece di eccellente qualità se ci si
orienta su un adattatore ben costruito come il Viforo High Quality Scart HDMI converter. Disponibile su
internet per 55 euro circa, offre un'immagine eccellente in Hd a 72Op. Owiamemte nessun convertitore può
incrementare la risoluzione originale del dispositivo sorgente, che resta quella di un segnale televisivo Pai,
ma riesce a visualizzarla su grande schermo senza le scalettature e le quadrettature che solitamente si
vedono in questi casi: l'immagine risulterà migliore che se si collegasse il dispositivo sorgente direttamente a
una presa Scart del televisore. TIP Nuove versioni del firmware sono disponibili per i modelli Onkyo TXNR8O7 (software versione 1.12), TX-NR1007, TX-NR3OO7, TXNR5OO7 e PRSC5OO7 (software versione
1.11). Il nuovo firmware oltre alle funzioni di rete migliora la qualità di riproduzione dei file audio Mp3 e Wav e
l'output dei segnali Dsd 5.0/5.1. Onkyo fornisce il firmware per il download sul sito ufficiale
www.eu.onkyo.com. Attenzione: l'aggiornamento presenta dei rischi, occorre seguire alla lettera le istruzioni
e, in particolare, disattivare il controllo tramite la porta Hdmi prima dell'aggiornamento. Se il sintoamplificatore
riceve un segnale di controllo Hdmi durante l'aggiornamento del firmware può bloccarsi, e persino subire un
danneggiamento. TIP I ricevitori satellitari ad alta definizione di per sé non richiedono un illuminatore
particolare sulla parabola ma se questo è molto vecchio, o se il proprio nuovo decoder Hd richiede 2 ingressi
antenna indipendenti come i My Sky, allora è necessario sostituirlo con un nuovo Lnb digitale a 2 o 4 uscite.
Se in precedenza si è speso qualcosa in più per una parabola di buona marca, per esempio Hirschmann o
Kathrein, normalmente l'installazione di un nuovo Lnb digitale non presenta problemi. Tuttavia per alcune
combinazioni tra Lnb e parabole di produttori diversi può rendersi indispensabile l'uso di un adattatore. Per
evitare acquisiti sbagliati si consiglia di andare in un negozio con cui si ha un rapporto di fiducia. Attenzione
agli Lnb Kathrein: i modelli più recenti hanno dimensioni differenti dagli illuminatori precedenti. Ciò può
richiedere un piccolo riposizionamento della parabola dopo il montaggio per ottenere il segnale migliore. Ma
la cosa più importante è la messa a terra per evitare gravi danni in caso di fulmini: far passare tutti i cavi in
una speciale barra equipotenziale per la messa a terra (ca. 5 euro) e collegarli alla messa a terra tramite un
cavo di rame con sezione di 4 mm ). Le parabole la cui distanza dalla sommità del tetto è inferiore a 2 metri
hanno un rischio molto elevato di essere colpite dai fulmini, dunque devono essere collegate alla terra tramite
un cavo di rame molto più spesso, dalla sezione minima di 16 mm (costa circa 2,50 euro al metro). 21.
Outlook 2003,2007,2010 Stampare automaticamente determinate email in arrivo Un ufficio senza carta è
l'ideale per l'uomo e l'ambiente. Purtroppo ogni tanto è ancora necessario avere una copia cartacea di
determinate email di lavoro, ma Outlook non è in grado di decidere da solo quali messaggi stampare e quali
no. Regole di stampa Con l'aiuto delle Regole, si può impostare Outlook per inviare determinate email
direttamente alla stampante 22. Internet Controllare le miniature di anteprima del browser in Windows 7 La
nuova Barra delle applicazioni di Windows 7 visualizza automaticamente le miniature di anteprima quando il
mouse passa su un elemento. Ciò però può creare confusione se nel browser web ci sono molte schede
aperte. Meglio senza anteprima In Opera, come in quasi tutti gli altri browser, si può determinare se le singole
schede debbano apparire come miniature di anteprima 23. Firefox 2.x. 3.x Gestire le schede aperte in modo
chiaro e strutturato Spesso si naviga con molte schede aperte contemporaneamente, per di più distribuite in
varie finestre, per avere sempre a disposizione tutti i siti web che si consultano di solito. Tuttavia, in questo
modo, è facile confondersi o perdere la visione globale. Maggiore leggibilità La barra laterale di Tree Style
Tab rende più facile orientarsi se si tengono molte schede aperte contemporaneamente
24.Firefox2.x,3.x Usare parti dell'Uri nella barra degli indirizzi come link specifico Su alcuni siti web la
navigazione è complicata e irritante. Spesso è meglio tornare indietro a un livello superiore tramite parte
dell'indirizzo Uri ma questo richiede la scomoda modifica dell'Uri nella barra degli indirizzi. Navigazione rapida
L'estensione Locationbar converte parti dell'indirizzo Uri in link, che consentono di navigare rapidamente su
un sito web
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
26." Utilizzare sempre una connessione criptata verso i social network I casi di account di Facebook e
altri social network caduti nelle mani degli hacker, che poi li hanno utilizzati per attività illegali online compiute
con il nome di ignari utenti, spinge a chiedersi come rendere più sicuro l'accesso ai social network.
Si DOMANDE DEI LETTORI Automatizzare la numerazione dei capitoli DOMANDA DI MASSIMO Sto
lavorando sulla mia tesi di laurea e utilizzo i vari stili dei titoli per poter creare automaticamente un indice alla
fine. Ora devo inserire un sottocapitolo nel mezzo della tesi. Vorrei che Word, se esiste già un sottocapitolo
con la stessa numerazione, modificasse automaticamente la numerazione dei sottocapitoli seguenti. In
pratica, se aggiungo un sottocapitolo dopo 1.1, che non appartiene al preesistente 1.2, allora il preesistente
1.2 dovrebbe automaticamente diventare 1.3. RISPOSTA DI CHIP Seleziona l'intero testo con Ctrl+5
tastierino numerico, poi fai clic con il tasto destro e seleziona Aggiorna campo. La medesima procedura
funziona con un indice già esistente: seleziona tutto, clic destro, aggiorna.
Crittografia Si può decidere quali connessioni criptare tramite le Preferenze di HTTPS Everywhere
27. Chrome versione 4.x e seguenti Configurare come desiderato la homepage multifunzionale La
selezione generata automaticamente per le nuove schede è decisamente pratica, però si preferirebbe una
homepage configurata personalmente con selezione rapida e altre funzioni. Personalizzata L'estensione
gratuita Incredible StartPage installa una pratica homepage interamente personalizzabile in Chrome
28. Chrome 4.x e seguenti Modificare la visualizzazione delle nuove schede Quando si apre una nuova
scheda, Chrome visualizza le pagine web visitate di frequente e quelle chiuse di recente, consentendone la
selezione rapida. Ciò risulta comodo per l'uso da parte di un singolo utente ma non lo è se ci sono altre
persone che usano il medesimo browser.
30. Lettore Blu-ray Rimuovere il codice regionale dei dvd Si utilizza un lettore Blu-ray Sony BDP-S350 o
BDP-S370 e si vorrebbe poter vedere i film su dvd con codice regionale americano (1 invece di 2 che è il
codice dei dvd per l'Europa Occidentale). Non è semplice Soltanto con una programmazione speciale del
telecomando One For Ali URC-7950 si può modificare il codice regionale del lettore Sony
funzioni 3D alla Playstation 3 La console Sony PS3 dispone di diverse funzioni e modificando il firmware è
possibile aggiungere il supporto al 3D
Prpna razione Modificare il firmware Prima di tutto occorre modificare il firmware: per aggiornare il sistema
operativo andare in Impostazioni e su Aggiornamento di sistema. Ora selezionare Aggiorna tramite Internet.
La PS3 si riavvierà automaticamente dopo il download e l'installazione
2. Nei menù La connessione corretta Ora andare nel sottomenù Impostazioni e qui in Impostazioni di
visualizzazione. Fare clic su Impostazioni dell'uscita video e selezionare Hdmi come tipo di uscita. Come
modalità di impostazione selezionare Automatica e confermare con SI nella richiesta che appare
3. Regolazione PnllirP npr nnilirp Ora impostare le dimensioni del proprio televisore in pollici; l'impostazione
predefinita è 50 pollici. Con il pad sinistro del controller della PS3 selezionare le dimensioni dello schermo e
confermare la scelta con il tasto X
4. Conclusione Ora la Playstation 3 mostra le impostazioni effettuate: se tutto è andato per il meglio, in
basso appariranno ambedue le voci 720p (3D) e 1.080p (30). La configurazione della Playstation 3 per il 30 è
completata
3 1 . Decoder Sky HD Problemi con il sintoamplificatore Hdmi Si possiede un decoder Sky HD o My Sky HD,
e si è acquistato un nuovo sintoamplificatore A/V. Dopo aver effettuato tutti i collegamenti come da istruzioni,
sul televisore non appare alcuna immagine. Collegando il cavo Hdmi a un sintoamplificatore la protezione
Hdcp può bloccare le immagini Hd: occorre allora collegare il decoder Sky al televisore via Hdmi e collegare
l'audio del decoder al sintoampli tramite presa ottica
32.WdtvLive Configurare le condivisioni di rete in Windows Si desidera rendere visibili anche al client
multimediale Wdtv le condivisioni di rete rilevate da Windows Media Player, per avere accesso a ulteriori
contenuti, ma per qualche motivo non si riesce. Impostazioni fondamentali Le impostazioni richieste dal client
Wdtv si trovano nel menù di configurazione di Windows Media Player
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Chip - N.4 - aprile 2011
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VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
33. Adattatore Scart/Hdmi Collegare i vecchi dispositivi Si è molto affezionati alla propria vecchia console
o al proprio storico Amiga 500. Purtroppo non si riesce a collegarli al televisore Led. Adattatore Grazie a
questo adattatore si può connettere un vecchio Amiga 500 ò un videoregistratore S-Video al proprio nuovo
televisore Hd
34. PlayerA/V Onkyo Eliminare i problemi di rete Stabilità II più recente aggiornamento del firmware migliora
la stabilità di rete nella riproduzione audio e video
35. Installare un illuminatore digitale Chi finora ha utilizzato una vecchia parabola e desidera ricevere le
trasmissioni televisive in alta definizione via satellite, oltre a dover utilizzare un decoder compatibile Hd
potrebbe dover cambiare l'illuminatore Lnb.
BUG DEL MESE
Problemi con il Nas Synology PROBLEMA il disco Nas sta creando problemi a un lettore di CHIP: non
funziona correttamente e il led blu di accensione lampeggia in continuazione. Nonostante il Wiki sul sito
Synology dica che il led lampeggiante indica un guasto hardware, il nostro lettore non vuole crederlo e ha
portato il suo Nas nel laboratorio di CHIP. DIAGNOSI II nostro lettore ha una sua teoria, che non ci sentiamo
di escludere a priori: dice di aver aggiornato il firmware una settimana fa e che i problemi al disco fisso sono
iniziati da quel momento. Il giorno dopo l'update, il login all'interfaccia web del Nas smette di funzionare.
Dopo un riavvio manuale, tutto torna a funzionare ma il login al server via rete del nostro lettore non ha più
funzionato. Le quote disco (share) sul Nas non sono più visibili. Il disco fisso però può essere raggiunto via
Ftp. Per escludere la possibilità di un'installazione difettosa del firmware il lettore cerca di reinstallarlo ma il
sistema si rifiuta, visualizzando l'avviso che per poter installare un firmware è necessario che sia una
versione successiva a quella già presente. Il terzo giorno il di- sco fisso non può più essere spento o acceso
nemmeno manualmente. Si limita a far lampeggiare il led blu e null'altro. Anche staccando l'alimentazione
elettrica e ricollegandola dopo qualche minuto, il problema resta identico. SOLUZIONE Chiediamo al lettore
di CHIP di inviarci il suo Nas ma preferisce venire di persona in laboratorio con il Synology. Lo accendiamo, e
immediatamente il led blu comincia a lampeggiare ininterrottamente. Proviamo la procedura di reset:
spegniamo il Nas, stacchiamo il cavo di alimentazione elettrica e teniamo premuto il tasto di reset mentre
ricolleghiamo il cavo, mantenendolo premuto fino all'avvio del disco fisso. Il Nas si avvia e ricomincia a
funzionare. Il nostro lettore è contento che non sia presente un difetto hardware, come aveva ipotizzato, ma
vorrebbe che si scoprisse la causa del problema. Ci chiede di effettuare altri test: spegnere e riaccendere il
disco due volte, ed effettuare vari accessi via Ftp e Cifs (il Common Internet File System di Microsoft). Dopo il
primo riavvio, le quote Smb non sono più visibili. Allora salviamo le impostazioni di configurazione del disco e
decidiamo di reinstallare il firmware. Come testimoniato dal nostro lettore, la procedura di aggiornamento del
firmware non funziona se non si ha un firmware più recente di quello già installato ma è possibile superare
questa limitazione tramite una speciale procedura di reset: teniamo premuto il tasto di reset durante
l'accensione ma solo per 4 secondi. Dopo il primo bip rilasciamo il pulsante di reset e lo ripremiamo
immediatamente per altri 4 secondi. Dopo tre bip il disco si avvia ma senza caricare il firmware. Con l'aiuto
della procedura guidata di configurazione, ricerchiamo il Nas tra le unità di rete. Una volta trovato,
reinstalliamo il firmware tramite la procedura guidata. Al termine della procedura, il disco funziona
perfettamente e il nostro lettore è felice: si trattava effettivamente di un'installazione difettosa del firmware,
come aveva sospettato dall'inizio.
37. Proti Tip: il router diventa un Fritz 7570 Si possiede un router "rimarchiato" fornito dal proprio provider
internet, e ci si chiede se sia possibile ampliarne le funzioni eliminando le limitazioni presenti Talvolta le
compagnie di telefonia fissa offrono router "rimarchiati", cioè marchiano con il proprio logo un router di un
produttore importante, per esempio i FritzlBox di Avm. In tal caso possono anche modificare il firmware
restringendone le funzioni o la configurabilità. Un esempio sono i router Speedport ed Eumex, che
nascondono un FritzlBox dalle potenzialità inespresse. Purtroppo in alcuni casi l'hardware non è identico al
100% a quello di un FritzlBox retail e non è possibile fare nulla. In altri casi l'hardware è esattamente lo
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Chip - N.4 - aprile 2011
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VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
stesso ed è sufficiente installare un firmware originale per trasformarlo nella versione retail. La conversione
dello Speedport W 92OV in un FritzlBox Fon LAN 7570 è un esempio: a parte un led l'hardware è il
medesimo e CHIP spiega in quattro passaggi come eseguire il flash del firmware. Per trasformare lo
Speedport W 20V in un Fritz! Box 7270 consultare i siti www.anime80.
com/wikifritz/doku.php?id=modifiche_ai_ firmware oppure www.fritzbox-forum.com. Documentarsi prima di
agire Prima di tentare la modifica è importante approfondire l'argomento. In questa occasione sarà utilizzata
la procedura con ruKernelTool, dunque si consiglia di leggere le istruzioni dettagliate presenti su www.rainerullrich.de/ruKernelTool/ruKernelToolHowTo-7170-from-AnnexBgermanto58.04.82AnnexAenglish_EN.html (in inglese). Le indicazioni principali sono queste: collegare il router
Speedport direttamente al pc tramite cavo Ethernet (patch cable). Con il browser accedere all'interfaccia web
(solitamente https://speedportip) e annotare su carta tutte le impostazioni (dati Adsl, login, nome utente e
password ecc), in quanto andranno perse con la modifica e si dovrà reinserirle dopo il flash del firmware.
Ricordate che la modifica è rischiosa.
1. Scaricare e installare l'utility flash Per cominciare Scaricare l'utility ruKernel (l'interfaccia è solo in
tedesco, ma è facile da utilizzare tramite questa guida) dalla pagina web www.rainerullrich.de/ruKernel
Tool/download2/ruKernelTool. zip digitando nome utente e password disponibili su www.rainerullrich.de/
ruKernelTool/ZugangsdatenruKernelTool-Beta-Download. txt. Avviare l'utility e seguire le istruzioni in inglese
2. Convertire il firmware in immagine --- Nella scheda Firmware downloads scaricare il firmware più
recente per il FritzlBox Fon WLAN 7570. In Upload-Parameter selezionare il firmware appena scaricato,
convertirlo in immagine del kernel e selezionarlo immediatamente
3. Flash dell'immagine Flash Nella scheda Netzwerk disattivare la voce MediaSensing Status (ciò richiede il
riavvio del computer), selezionare la connessione di rete appropriata, passare alla scheda Upload e testare la
configurazione con un clic su Ùberprùfen. Avviare e confermare l'upload. Seguire tutte le altre istruzioni
visualizzate dall'utility
4. Usare le nuove opzioni FritzlBox celato nella livrea dello Speedport è accessibile da browser digitando
http:// Fritz.box. Andare al menù di configurazione ed eseguire tutte le impostazioni necessarie per l'accesso
a internet e alle funzioni Voip, utilizzando le impostazioni annotate su carta in precedenza. Ora si possono
scoprire e usare tutte le funzioni prima inaccessibili, come per esempio la pratica funzione Nas
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Win Magazine - N.3 - marzo 2011
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Gli allegati del mese
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Pag. 124
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PlayStatipn 3 il crack continua
I pirati pubblicano la chiave di sblocco della PS3. Sony non ci sta e porta tutti in tribunale. Battaglia in corso...
Ci risiamo! George Francis Hotz, in arte GeoHot, il ragazzino che nel Febbraio del 2008 mise in ginocchio
Apple rilasciando il primo tool in grado di sbloccare l'iPhone (purpleraln), torna a far parlare di sé; ma questa
volta va a stuzzicare Sony. In realtà, già un anno fa, il 26 Gennaio 2010, Hotz pubblicò il primo exploit per
PS3 basato su OtherOS, una funzione ufficiale della casa nipponica che permetteva l'avvio delle distribuzioni
Linux nella console. L'exploit avrebbe consentito di scalare i privilegi di amministrazione e consentire
l'esecuzione di applicazioni amatoriali, cosiddette Homebrew (server FTP, player audio/video, emulatori ecc).
La community underground della scena PS3, potendo così accedere in lettura e scrittura alla memoria di
sistema, aveva finalmente lo strumento per mettersi al lavoro. La strada era lunga, ma GeoHot contava sul
fatto che difficilmente Sony sarebbe riuscita a mettere una pezza al tipo di bug sfruttato dall'exploit. La
soluzione? Eliminare completamente OtherOS dai nuovi firmware. Questa mossa strategica di Sony, però,
suscitò le ire di tutta la community internazionale, che si vedeva così preclusa la possibilità di installare Linux
sulla console per usarla al pari di un PC (all'hacker toccagli tutto, ma non il Pinguino!). La strada era stata
segnata e bisognava soltanto percorrerla: la scoperta di GeoHot aveva dimostrato la penetrabilità del sistema
di protezione della PS3 (rimasto inviolato per ben 3 anni). Dall'exploit alle chiavette USB Nei mesi successivi,
gli hacker di tutto il mondo, provarono a sviluppare tool che utilizzassero la falla scoperta da GeoHot senza
ottenere alcun risultato eclatante: la possibilità di "cucinare" un Custom Firmware era ancora remota. A
sorpresa, tra agosto e settembre 2010, un team fino ad allora sconosciuto, il PSJailbreak, rilasciò una
chiavetta USB "magica" (battezzata con lo stesso nome della crew), in grado di consentire l'avvio di
applicazioni amatoriali: la notizia fece il giro del mondo e le vendite della chiavetta impazzarono sul Web. Non
ci sono notizie certe, ma la somiglianzà del PSJailbreak con la Jig-Stick, dispositivo utilizzato dai centri
assistenza Sony per riparare le console, era lampante, tanto che si pensò ad una fuga di notizie. Ma il costo
esagerato del dongle USB e la voglia di creare un prodotto open source portarono alla nascita del progetto
PSGroove, creato da un hacker francese di nome Mathieulh. L'idea era quella di studiare il dispositivo
PSJailbreak, fare il reverse engineering del codice e dare libero accesso a tutti al nuovo prodotto. In poche
settimane Mathieulh e il suo team riuscirono ad estrapolare le informazioni necessaria dal PSJailbreak e così,
con il codice PSGroove, molti hacker si cimentarono nella creazione di portJng (PSFreedom) su dispositivi di
uso comune (quindi non più dongle USB): vennero così pubblicati i sorgenti per modificare la console anche
tramite cellulari, lettori MP3 e persino calcolatrici Texas Instrument. Modifica lastricata di buone intenzioni?
Nei propositi di GeoHot, come ha più volte affermato, non c'è mai stato l'obiettivo della pirateria, ma la
possibilità di aprire completamente la console allo sviluppo di applicazioni open source; sta di fatto, però, che
tra i tanti Homebrew creati è balzato fuori l'incomodo Backup Manager, che offre la possibilità di creare copie
di riserva dei giochi. La frittata è fatta: da quel momento sui canali illegali del P2P si diffondono a macchia
d'olio le ISO dei videogame e la pirateria diventa l'ombra di qualsiasi tentativo di Jailbreak. Cosa poteva fare
la grande casa nipponica per arginare questa situazione? La prima contromossa fu il rilascio del firmware
3.42 per bloccare l'avvio del PSGroove, ma ciò non bastava: era necessario escogitare qualcosa che facesse
talmente gola alle persone da dissuaderle nell'effettuare la modifica. Secondo alcune tesi sul Web fu questo il
motivo per cui Sony creò il firmware 3.50, che abilitava finalmente la visione 3D, e ritardò l'uscita di titoli
appetibili come GranTurismo 5, per codificarli con l'SDK 3.50.1 pirati erano confusi: aggiornare e perdere il
jailbreak o non aggiornare? L'unica loro soluzione era creare un altro dongle USB per effettuare dei
downgrade del firmware e poter così godere appieno della console. Nacque così il progetto PSDowngrade,
che permetteva di reinstallare il fimware 3.42 sulle console con firmware 3.50. Ma la risposta di Sony non
tardò ad arrivare e con il lancio del firmware 3.55 impedì anche l'utilizzo di PSDowngrade.
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Giochi
25/03/2011
Win Magazine - N.3 - marzo 2011
Pag. 124
(diffusione:132477, tiratura:234061)
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La "svista colossale" Ma la presentazione del team failOverflow al 27° Chaos Communication Congress (il
meeting internazionale della scena hacker), già famoso per aver creato l'Homebrew Channel della Nintendo
Wii, ha cambiato le carte in tavola. Il team ha dimostrato una colossale svista di programmazione da parte del
colosso nipponico (definita "epic fail"). Sony usa una chiave privata per contrassegnare i software come validi
(non modificati) e la PS3 ha bisogno soltanto della chiave pubblica per verificare che la firma venga proprio
da Sony. Derivare la chiave privata da quella pubblica è un'operazione che richiederebbe milioni di anni,
anche utilizzando il PC più potente al mondo. La formula corretta richiederebbe l'uso di un numero casuale ai
fini del calcolo, preservandolo in qualche modo per non consentirne l'individuazione, ma la falla presente
nell'implementazione dell'algoritmo di crittografia della PS3 usa invece una costante per ogni firma. Con un
semplice calcolo algebrico sono così riusciti a risalire alla chiave che permette di signare qualsiasi
applicazione. Il Team, interessato soltanto a riportare Linux sulla PS3 e consapevole che la loro scoperta
potesse finire in mani sbagliate per favorire la pirateria, decide di rendere pubblico il metodo ma non la
chiave. Ed è qui che rientra in gioco il primo personaggio della storia.
Arrivano i distorti Firmware... Dopo la presentazione dell'hack filOverflow, GeoHot estrapola la Master Key
(MetLdr) della PS3, pubblicandola sul suo sito (http://geoh.ot. com). Questa chiave (uguale pertutte le
console Sony) può essere utilizzata da tutti gli sviluppatori per firmare applicazioni Homebrew (e purtroppo
anche le copie illegali dei giochi) e farle eseguire dal sistema come se fossero genuine e approvate da Sony.
GeoHot rilascia il primo Custom Firmware, una versione modificata dell'originale Sony che consente di
avviare applicazioni Homebrew. L'hacker americano, però, resta fedele alla sua etica bloccando le Syscall
Peek & Poke, necessarie all'uso del Backup Manager e quindi al lancio dei backup. Il Custom Firmware
funziona alla perfezione e molti hacker iniziano a sviluppare emulatori e altre applicazioni. Ma si sa, la
pirateria fa gola a tutti, soprattutto se la strada è ormai spianata; così, nel giro di poche settimane, vengono
rilasciati altri custom firmware che permettono però di abilitare le famose Syscall. È l'hack definitivo: l'unica
soluzione per Sony di fìxare il problema è infatti quella di rilasciare una nuova console.
... e la contromossa di Sony In tutto questo trambusto, com'è facile intuire, il colosso nipponico non ci sta e
provvede a sguinzagliare i suoi avvocati, citando in giudizio GeoHot ed il team FailOverflow. Secondo Sony,
fra le leggi violate dagli hacker rientra il Computer Fraud and Abuse Act, che vieta di penetrare nei sistemi
informatici senza autorizzazione. GeoHot e gli altri vengono anche accusati anche di violazione del Digital
Millennium Copyright Act (DMCA), legge statunitense sul copyright, per aver incoraggiato e aiutato a
superare le barriere di sicurezza della Playstation 3, ma anche di aver infranto i termini del servizio
Playstation Network e di aver interferito nelle relazioni tra Sony e i clienti PSN, nonché di aver violato il diritto
di titolarità di Sony sulla console e, non ultimo, di essersi appropriati indebitamente delle proprietà intellettuali
della casa nipponica. Giunge notizia, al momento in cui scriviamo, di un'ordinanza restrittiva nei confronti di
George Francis Hotz a manomettere ulteriormente la PS3, del rilascio da parte di Sony del firmware 3.56 al
solo fine di arginare il fenomeno (a quanto pare con un rootìat che spia da remoto le console) e dei primi ban
delle PS3 piratate che tentando di collegarsi con il PSN ai multiplayer on-line dei giochi più recenti (come Cali
Of Duty Black Ops). Insomma, siamo solo alle prime battute di quella che si preannuncia essere una delle più
avvincenti battaglie legali dell'ultimo ventennio. DA TELLOW DOG AD ASBESTOS: LE BISTRO PER
PORTARE LINUX SU PS3 L'OtherOS, ovvero la possibilità di installare un sistema operativo come Linux o
FreeBSD, è stata una della funzionalità più innovative della Playstation 3. Questa possibilità, disponibile fin
dal primo modello di Playstation 3, portò allo sviluppo di Yellow Dog Linux, una distribuzione del Pinguino
sviluppata appositamente per la console. Avere Yellow Dog installato permetteva di eseguire alcuni
Homebrew e dava la possibilità di sfruttare il potente processore Celi ad 8 core non soltanto per giocare;
aspetto non da poco se si pensa che nel 2006 si trattava di un'importante innovazione tecnologica. Per
tutelarsi dagli hacker, Sony limitò l'accesso alle risorse della console tramite un meccanismo di controllo
chiamato Hypervisor. Il 30 Marzo del 2010, GeoHot riuscì, tramite l'OtherOS, a scardinare il sistema di
protezione creato da Sony e a trafugare alcune informazioni importanti. La risposta di Sony fu drastica, con
25/03/2011
Win Magazine - N.3 - marzo 2011
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l'uscita del firmware 3.21 venne eliminato definitivamente l'OtherOS. Gli hacker stanno adesso lottando in tutti
i modi per riattivare questa funzionalità sui firmware più recenti. AsbestOS, sviluppato da un hacker di nome
Marcan, è uno degli ultimi tentativi per riabilitare l'OtherOS sotto il firmware 3.41. Sfruttando le vulnerabilità
evidenziate dal team failOverflow e dal PSJailbreak, AsbestOS permette di fare il boot di una distribuzione
Linux con gli stessi privilegi di un gioco originaie; ciò significa che non ci sono limitazioni nell'accesso alle
risorse fornite dalla console. Anche se la strada è ormai segnata, il progetto AsbestOS è ancora agli inizi e ci
vorrà del tempo prima di poter utilizzare sulla PS3 una distro Linux molto diffusa come Ubuntu.
IL MEGLIO DELL'HOMEBREW
Ecco alcuni esempi di applicazioni "fatte in casa" che possono girare sulle PS3 con jailbreak. Tante altre se
ne trovano su http://store.brewology.com/homebrew.php. BLACKBOXFTP SERVER V1.2 Trasforma la PS3
in un vero e proprio server FTP. Una volta avviata l'applicazione, appare sullo schermo TIP tramite cui è
possibile connettersi al server. Basta poi usare un client come Rlezilla per navigare nelle cartelle della
console. COMGENIES AWESOMEFILE MANAGER V0.06 Consente di gestire i file presenti nell'hard disk
della PS3 direttamente dalla console, senza l'ausilio del PC. Lanciata l'applicazione, è possibile spostare,
copiare, rinominare ed eliminare i file presenti, come qualsiasi file manager per computer (ad esempio,
Esplora Risorse di Windows). PS3DO0M Emula su PS3 il famoso gioco Doom. Il progetto è ancora agli inizi:
ci sono alcune parti da rivedere come la gestione della risoluzione dell^schermo. Il gioco originale prevedeva
un refresh rate di soli 320 x 200 pixel, mentre adesso è possibile giocare solamente a 1.920 x 1.080 pixel
(Full HD). DVDENABLER La PS3 non legge i DVD-Video copiati. La soluzione per coloro che vogliono
preservare i propri DVD originali arriva da questo homebrew, che abilita la console a leggere i VOB decriptati
(delle copie di backup). Caricando l'homebrew la console si riawia in modalità riproduzione. SCUMMVM Il
celebre software che riproduce i giochi creati con SCUMM (Script Creation Utilty for Maniac Mansion), il tool
di sviluppo con cui sono state create alcune tra le migliori avventure punta e clicca (Monkey Island, Indiana
Jones, Broken Sword...), arriva anche su PS3 grazie al porting di questo homebrew. FBANEXT EMULATOR
Sviluppato anche per Xbox 360, permette di emulare i giochi arcade 2D che impazzavano durante gli anni 8090. Fra i sistemi emulati sono presenti Capcom CPS-1, Capcom CPS-2, Capcom CPS-3, Cave, Neo Geo,
Sega System 16,Taito e molti altri. SNES9X Serve per emulare il Super Nintendo sulla PS3: e un porting
dell'applicazione originale sviluppata in C++ e disponibile sia per Linux sia per Windows. Attualmente
l'applicazione presenta alcuni bug, ma gli sviluppatori stanno lavorando per fixarii tutti. MEDNAFEN MULTISYSTEM EMULATOR Emulatore multi sistema di cui è stato scritto anche il porting per Playstation 3. Questa
applicazione permette di emulare correttamente i sistemi Nintendo NES, Game Boy, Game Boy Color, Game
Boy Advance,Sega Master System e Game Gear.
Ecco un esempio di come gli hacker modificano la Playstation 3 per eseguire i giochi copiati, a costo di
briccare la console e di essere bannati dal PSN (Playstation Network). Per installare il CFW (Custom
Firmware) gli hacker aggiornano la console al firmware 3.55 originale direttamente dalla console. Da Internet
scaricano sul PC il pacchetto originale del firmware 3.55 e la patch kmeaw_cfw_lv2.pkg.rar necessaria per
modificarlo. Estraggono il contenuto del file kmeaw_cfw_lv2. pkg.rarneWa cartella cfwhaxe nella
jailbreak dell'iPhone. Subito dopo la pubblicazione dei vari tool di sblocco, Apple ha denunciato il giovane
hacker, marchiando il processo di jailbreak come illegale. Gli sviluppi della causa hanno dato ragione a
George Hotz e il jailbreak dell'iPhone è diventato legale almeno negli Stati Uniti, con tanto di emendamento al
Digital Millennium Copyright Act. Questa sentenza non è mai stata accettata da Apple, che ha chiesto più
volte al governo americano di bloccare il jailbreak e lo sviluppo di canali alternativi ad AppStore come Cydia.
La querela presentata da Sony contro GeoHot per la distribuzione del jailbreak del firmware PS3 vede
interessata anche la casa di Cupertino. La causa fra GeoHot e Sony è ancora agli inizi: il codice incriminato,
oscurato in un primo momento, è di nuovo apparso online su siti mirrar; e il jailbreak può ancora vagare su
Internet, libero da ogni decreto legge. Se nel processo il giudice decidesse di condannare GeoHot, anche il
mondo dei dispositivi mobile potrebbe esserne influenzato. Sicuramente Apple, alla luce di questo ipotetico
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risultato, potrebbe fare pressioni sul governo americano fino alla messa al bando del jailbreak. C'è da
sottolineare, però, che in Spagna una sentenza ha dichiarato legale il jailbreak basandosi sulla logica che un
utente debba avere piena facoltà di accedere al sistema operativo di un prodotto regolarmente acquistato e
apportarvi le modifiche che ritiene utili (ovviamente invalidando la garanzia del dispositivo).
stessa directory copiano il firmware originale. Dal Prompt dei Comandi di Windows accedono alla cartella
cfwhaxe digitano il comando: bspatch PS3UPDAT.PUP patchfile
PS3CFW.PUP. Così facendo, nella cartella cfwhax viene creato un nuovo file: PS3CFW.PUP. Gli hacker
cancellano il file PS3UPDAT.PUP, il
firmware originale, e rinominano PS3CFW.PUP in PS3UPDAT.PUP. Collegano una pendrive USB al PC e,
dopo averla formattata in FAT 32, creano una cartella PS3. Al suo interno creano un'altra cartella, UPDATE,
all'interno della quale copiano il file PS3UPDAT.PUP. Accendono la PS3, collegano la chiavetta USB e
spengono la console tenendo premuto il pulsante di accensione fino a quando non si spegne completamente;
a questo punto alzano e riappoggiano il dito sul pulsante di accensione: dopo due BEEP con una pausa tra
l'uno e l'altro, seguono poco dopo, due beep continui, in quel momento alzano il dito e sono in recovery
mode. Gli hacker collegano il controller con il cavo USB e premono il pulsante PS: nel menu di recovery
selezionano Aggiornamento Sistema e premono contemporaneamente Storte Select sul controller. Dopo
il riavvio della console, accettano le condizioni di utilizzo e procedono all'aggiornamento.Installato il firmware,
per avviare i backup dei giochi, i pirati scaricano e copiano su chiavetta l'ultima versione di Gaia Manager, un
tool che integra già la patch necessaria. Con la PS3 accesa, inseriscono la pendrive USB
e da Instali Package Files avviano l'installazione del pacchetto di Gaia Manager. Di questo backup manager
ne esistono tre versioni a seconda della cartella su cui devono essere caricati i backup. Caricate le copie dei
giochi, usano Gaia Manager per giocare.
GEOHOT VS APPLE: LA SFIDA CONTINUA?
GeoHot, figura sempre più importante nella scena PS3, si è guadagnato la sua fama altrove, tramite lo
sviluppo del tool purplerai n (oggi blackrai n) per il
UNA PENDRIVE PER SBLOCCARE LA PS3 La scena del jailbreak per la PS3 è adesso dominata da
hacker come GeoHot e dai Custom Firmware, ma il primo strumento per avviare applicazioni Homebrew è
stato il PSjailbreak, un piccolo dispositivo da collegare via USB che trasforma la console in una sorta di unità
di debug, in grado di eseguire codice non certificato. Il PSJailbreak, commercializzato dagli inizi di settembre,
assomiglia ad una pendrive USB, ma al suo interno nasconde un microcontrollore in grado di scambiare
informazioni con la PS3. Per attivare la modalità debug basta inserire la "chiavetta" in una delle porte USB,
accendere la console e premere il pulsante eject: nulla di più semplice. La genesi del PSJailbreak è ai più
sconosciuta e non si conosco bene le menti che hanno portato alla sua creazione; l'idea predo- minante è
che sia figlio di una fuga di notizie in casa Sony. È facile notare la somiglianzà fra PSJailbreak e Jig-Stick,
ovvero il dispositivo utilizzato dai centri Sony autorizzati per riparare le console. Ad avvalorare questa tesi c'è
anche il fatto che il meccanismo di attivazione del PSJailbreak è identico a quello della Jig-Stick. Come
sappiamo, gli hacker non ci stanno a pagare qualcosa che potrebbe essere opensource. A seguito di un
reverse engineering sul PSJailbreak, operato da un team di hacker capeggiato da Mathieulh, personaggio
molto famoso sulla scena PS3, nasce il progetto open source PSGroove. Vengono pubblicati tutti i codici per
creare un dongle casalingo e inizia una vera e propria gara per creare dei porting del codice sui dispositivi più
disparati come cellulari Android, lettori MP3 con firmware Rockbox, ecc. Il PSGroove, del tutto identico a
PSJailbreak, viene migliorato sia in stabilità che in compatibilita con la collaborazione di altri hacker come
Hermes e Kakaroto.
Foto: Backup Manager (al pari di Gaia Manager e multiMAN) è un'applicazione homebrew che permette di
usare giocare con i backup dei giochi originali. L'atto di citazione in giudizio per George Hotz e Hector Martin
Cantero da parte di Sony.
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Foto: Ecco la dimostrazione da parte del team FailOverflow dell'epic fall (svista colossale) presente
nell'algoritmo implementato da Sony.
24/03/2011
13:22
AGI
Sito Web
Spettacolo
13:52 24 MAR 2011 (AGI) - Roma, 24 mar. - Nel mondo dei videogiochi arriva "Crysis 2", preannunciato
come "una nuova pietra miliare nel mondo dei videogame" per la grafica, i filmati coinvolgenti, l'intelligenza
artificiale molto impegnativa, armi killer e un'esperienza di gioco completa come per nessun altro. Impegnati
nella sua realizzazione due team di sviluppo della software house Crytek, uno per il single e uno per il multi
player, entrambi al lavoro con il CryEngine 3, il piu' evoluto motore grafico del mondo in grado di supportare
la tecnologia stereoscopica 3D, per vivere e vedere una New York proprio come la Pandora di Avatar. La
storia si sviluppa a New York nel 2023: tubature rotte, edifici fatiscenti e strade piene di buche e crateri, una
citta' quasi rasa al suolo. Anche a Londra, Rio de Janeiro e Tokyo la popolazione e' stata quasi
completamente annientata e il bilancio delle vittime cresce giorno dopo giorno. E' l'ennesima invasione
aliena, ma questa volta il realismo e' davvero mozzafiato. Non a caso il New York Times lo ha gia' incoronato
come uno dei giochi dell'anno. Distribuito dal leader dell'intrattenimento digitale Electronic Arts, Crysis 2 e'
gia' stato definito l'Avatar dei videogame ed e' indubbiamente uno dei sequel piu' attesi della prossima
stagione. Il giocatore sara' chiamato a farsi strada in una New York City semi deserta a causa di una
invasione aliena, coadiuvato da una vasta dotazione bellica e, soprattutto, dalla nuova super tuta Nanosuit 2.
Frutto del genio creativo di Richard Morgan, lo scrittore di fantascienza autore di "Bay City" o "Angeli
Spezzati", che ha raccolto la sfida con grande entusiasmo dichiarandosi "dipendente dai videogiochi", la
trama sara' molto articolata e piena di colpi di scena. Secondo i realizzatori "niente e' stato lasciato al caso,
tanto meno la colonna sonora", che e' stata composta da Hans Zimmer (premio oscar per "Gladiator" e "Il Re
Leone"), collaboratore abituale di Ridley Scott. Disponibile a partire dal 25 marzo 2011, Crysis 2 e' stato
sviluppato contemporaneamente non solo per PC come il primo capitolo, ma anche per Xbox 360 e PS3,
segnando una svolta decisiva per il mondo dei videogame; tecnica, gameplay e narrazione sono stati
sviluppati assieme, in un processo di continuo scambio e influenza reciproca, per creare un'esperienza piu'
coesa e incisiva possibile. .
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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VIDEOGIOCHI : ARRIVA 'CRYSIS 2' L'AVATAR DEI VIDEOGAME
24/03/2011
15:24
AGI
Sito Web
R&S
15:50 24 MAR 2011 (AGI) - Roma, 24 mar. - Cresce l'attesa per l'uscita in Italia del Nintendo 3DS. La
'console' fara' il suo debutto europeo domani e sara' supportata da una vasta lista di software, con ben 13
titoli in 3D disponibili il giorno del lancio. Tra i videogiochi piu' attesi Nintendogs: ritorna nel palmo della tua
mano in versione 3D e con l'aggiunta degli amici felini in nintendogs + cats. Guardandoli in 3D sembra
davvero di poterli toccare e, grazie alla fotocamera Nintendo 3DS e alla tecnologia di riconoscimento del viso
e' possibile trovare tanti modi per interagire con loro. Ci sara' anche l'ultima versione di Street Fighter, Super
Street Fighter IV 3D Edition, con 35 personaggi giocabili, livelli extra e combo dall'impatto cinematografico,
migliorato e perfezionato per la versione portatile e pronto per combattere contro tutti grazie alla modalita'
multiplayer online. I giochi della rivoluzionaria Nintendo 3DS sono stati realizzati dai piu' importanti
sviluppatori esterni con titoli di Capcom, Electronic Arts, Ubisoft, Konami Digital Entertainment, LucasArts,
Namco Bandai, SEGA e Tecmo Koei, tutti in uscita proprio domani. .
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VIDEOGIOCHI : NINTENDO DS DIVENTA 3D, DA DOMANI IN VENDITA
24/03/2011
00:07
ANSA
Sito Web
Arriva videogame Crysis 2
Nella Ny del 2023, in stereoscopico 3d e' l'Avatar dei giochi
(ANSA) - ROMA, 24 MAR - Atteso dal 2007, in lavorazione da piu' di 3 anni, acclamato anche da James
Cameron, con un motore grafico mai visto, arriva Crysis 2, per i fan dei videogiochi uno dei titoli piu' attesi
dell'anno tanto da essere considerato dal Nyt come il videogame del 2011. La storia e' ambientata a New
York 2023 e utilizza CryEngine 3, il piu' evoluto motore grafico 3D del mondo, che fara' di New York come la
Pandora di Avatar
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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Cinema
24/03/2011
11:28
La Stampa Web
Sito Web
Arriva "Crysis 2", l'Avatar dei videogame
Sta finalmente per arrivare Crysis 2, atteso dal 2007, una lavorazione di più di 3 anni per il gioco acclamato
da James Cameron e già considerato dal New York Times il videogame dell'anno. La storia è ambientata a
New York 2023. Tubature rotte, edifici fatiscenti e strade piene di buche e crateri: una città quasi rasa al
suolo. Anche a Londra, Rio de Janeiro e Tokyo la popolazione è stata quasi completamente annientata e il
bilancio delle vittime cresce giorno dopo giorno. È l'ennesima invasione aliena, ma questa volta il realismo è
mozzafiato. Non è un semplice videogame, soprattutto per il CryEngine 3, il più evoluto motore grafico 3D del
mondo, che farà di New York proprio come la Pandora di Avatar. Sviluppato dalla software house Crytek,
nota per sparatutto come Far Cry, e distribuito dal colosso dell'intrattenimento digitale Electronic Arts, Crysis
2 è già stato definito l'Avatar dei videogame. Il giocatore sarà chiamato a farsi strada in una New York City
semi deserta a causa di una invasione aliena, coadiuvato da una vasta dotazione bellica e, soprattutto, dalla
nuova super tuta Nanosuit 2: come già nel primo capitolo, la "corazza"» è in grado di conferire una serie di
abilità di combattimento, ora ulteriormente potenziate. Abbandonata la giungla propriamente detta del primo
capitolo, la nuova ambientazione sarà appunto la metropoli statunitense: una "giungla urbana", dove
ristabilire ordine e sicurezza. Il game è frutto del genio creativo di Richard Morgan, lo scrittore di fantascienza
autore di Bay City o Angeli Spezzati. La trama, ancora non del tutto svelata, sarà molto articolata e piena di
colpi di scena. In pratica, il mondo è stato devastato da una serie di cataclismi climatici e la società è sull'orlo
del totale disfacimento. Gli alieni sono tornati con una forza d'invasione al completo e il loro obiettivo è la
totale distruzione dell'umanità. Un processo a cui dare inizio strappando il cuore della città più famosa della
terra. La colonna sonora è stata composta da Hans Zimmer (premio oscar per Gladiatore e Il Re Leone),
collaboratore abituale di Ridley Scott. Il videogioco arriva domani, sviluppato non solo per PC, ma anche per
Xbox 360 e PS3.
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Giochi
24/03/2011
03:37
Punto Informatico
Sito Web
Gioventù ribelle, rinvio per eccesso di critiche Tolto il link al download del primo capitolo del videogame
risorgimentale presentato sotto il cappello delle istituzioni italiane. Troppe polemiche, se ne riparlerà in futuro
se tutti faranno la propria parte: tanto il gioco è open source, no? Roma - "A causa delle strumentalizzazioni
subite, ritiriamo la demo alfa e pubblicheremo il prodotto una volta ultimato". Questo il laconico messaggio
lasciato sul sito ufficiale di "Gioventù Ribelle", al posto del pulsante per scaricare il gioco (o almeno il primo
quadro), dai responsabili che in questi giorni sono stati investiti dalle critiche La polemica è montata online:
quello che doveva essere una commemorazione del Risorgimento e dell'unità nazionale è diventato
l'ennesimo motivo di scontro. Colpa, soprattutto, del risultato finale tanto distante dalle aspettative e da quel
livello minimo di qualità che i videogiocatori non ritengano sia stato neanche lontanamente raggiunto. Su
forum specializzati e nei commenti degli articoli che hanno accolto le feroci critiche è intervenuto più volte
anche il coordinatore del progetto, Roul Carbone: negli interventi prova a porre un freno ridimensionando la
portata del progetto. Ma date le premesse e i numerosi patrocini istituzionali che aveva ricevuto, il tutto è
apparso come un tentativo velleitario. Così come l'appello al poco tempo e alla sua gratuità è sembrata una
toppa peggiore del buco. È interessante, invece, il discorso che fa Carbone sui reali destinatari dell'iniziativa:
"GR ha avuto un grande successo in ambito istituzionale, cosa che credo serva a tutto il settore. Non è un
bene che il Presidente della Repubblica, i Ministri, i Giornalisti della Stampa Generalista parlino bene dei
videogiochi? Io direi di si. E voi?" Insomma, Carbone sostiene sia un bene che le nostre istituzioni
(solitamente lontane e, soprattutto su questo frangente, vecchie) abbiano scoperto i videogiochi (anche se
non certo nella loro versione migliore). A riprova di questo afferma che a seguito del lancio del progetto
"Confindustria sta ricevendo molti e significativi interessi da parte di grandi e medie aziende italiane, che si
stanno dichiarando pronte a valutare la possibilità di investire nella produzione di videogiochi made in Italy".
Va dato atto che la stampa generalista si è effettivamente interessata al progetto, anche se in un primo
momento la notizia è arrivata senza la coda polemica. Questa è stata poi tale da spingere anche il Ministero
della gioventù a intervenire: "Solo alla fine dell'anno potremo conoscere il risultato ultimo e la sua qualità,
essendo un open source, dipenderà anche da quanti avranno la voglia e il coraggio di contribuirvi con proprie
risorse tecniche, scientifiche, economiche, culturali". Le conseguenze peggiori potrebbero tuttavia venire
dall'aver esaltato inizialmente il progetto ad un certo punto invocando anche la possibilità di essere
competitivi a livello internazionale, tanto che ora si rischia di compromettere proprio l'immagine del settore
nazionale dei videogiochi all'estero. In forum internazionali specializzati come NeoGAF e Destrictoid,
d'altronde, Gioventù Ribelle è stato letteralmente distrutto e c'è già chi ha tirato fuori la definizione di "peggior
videogame della storia". Claudio Tamburrino TAG: Tecnologia, internet, videogame, italia, politica
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Gioventu' ribelle, rinvio per eccesso di critiche
24/03/2011
04:44
Punto Informatico
Sito Web
Duke Nukem, ti aspetteremo forever Stavolta poco più di un mese. Che si somma ai 15 anni già passati. È
l'ennesimo rinvio per il capitolo (finale?) della saga più politicamente scorretta e vaporosa della storia Roma Sembrava ormai fatta per Duke Nukem Forever: il più atteso tra i sequel di un videogame avrebbe dovuto
fare il suo esordio il 3 maggio in Nordamerica e il 6 in Europa. Ora è stato invece annunciato che il Duca ha
un ennesimo ritardo di poco più di un mese. Insomma, dopo 15 anni dall'ultimo capitolo della saga e diversi
stop, cambi di motore grafico, distributore e team di sviluppo, neanche la presentazione ufficiale avvenuta a
Londra lo scorso 6 ottobre sembra aver messo la parola fine e aperto al nuovo inizio. Gli sviluppatori 2K
Games e Gearbox Software hanno annunciato il nuovo ritardo non senza consapevole imbarazzo: "Ci stiamo
impegnando a consegnare un'esperienza politicamente scorretta e degna di laugh-out-loud - ha detto
Christoph Hartmann, presidente di 2K Games - di cui le persone parleranno per anni. Ringraziamo i fan del
Duca per la loro pazienza continua e promettiamo che non occorreranno altri 15 anni". Anche
RandyPitchford, presidente di Gearbox, si è detto dispiaciuto per l'ennesimo ritardo: "Non pensavo che per
sempre (forever, ndr) fosse così lungo." Al netto di nuove sorprese Duke Nukem Forever sbarcherà il 10
giugno sul mercato internazionale e il 14 negli Stati Uniti. Nel frattempo potrebbe vincere per l'ennesima volta
il premio "Vaporware dell'anno" assegnato da Wired. Claudio Tamburrino TAG: tecnologia, videogame, duke
nukem, videogiochi CONDIVIDI:
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Duke Nukem, ti aspetteremo forever
24/03/2011
08:03
Repubblica.it
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Errori storici e troppi morti il flop del videogame sul Risorgimento
FRANCESCO MERLO
AMMICCA al linguaggio dei giovani ma solo chi non ne conosce il codice può credere che sia giovanile
tradurre il grido "Savoia!" con l'inglese "Rampage!" che vuol dire furore. Evidentemente pensa che i giovani
sono cretini il giovane ministro della Gioventù che ha commissionato un patriottico, giovanilistico videogioco
dove un inesorabile eroe del Risorgimento spara a Pio IX che, infallibile, ricorre all'aiuto di Dio e mette in
funzione il provvidenziale teletrasporto per levarselo di torno.
Ma l'eroe (dei due mondi) torna (dall'altro mondo) e di nuovo avanza sparando e sterminando l'esercito
pontificio e urla kill quando fa fuori un nemico, double kill quando ne ammazza due, e poi multi kill, mega kill,
over kill. E attraversa cunicoli sotterranei, varca cancelli, si inoltra lungo i giardini del Quirinale e il suo fucile
non conosce ostacoli, abbatte tutta la vita che incontra finché non si ritrova davanti quel diavolo di un Papa
che, questa volta, lo fa definitivamente secco e senza neppure dargli l'estrema unzione.
Il videogioco si chiama 'Gioventù Ribellè ed è una trovata della Meloni per "raccontare la storia ai giovani con
il loro linguaggio". E va bene che i videogiochi per loro natura semplificano, ma non si capisce come una
rivoltella - è proprio una Colt - e un moschetto che avanzano possano rimandare al passo di carica dei
bersaglieri e alla breccia di Porta Pia. Né basta chiamare shooter, sparatore, l'eroe del Risorgimento per
convincere i ragazzi di oggi che era uno di loro.
La ministra ha pure illustrato la seguente trama: il generale Cadorna scrive al Papa intimandogli di arrendersi
e assegna al nostro eroe il compito di consegnare la lettera direttamente nelle mani di Pio IX. Ma è una trama
che non si deduce dal videogame, perché semplicemente non c'è, neppure per accenni. Dice la Meloni:
"Della fedeltà della ricostruzione storica si è occupato l'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. Alcuni
dettagli possono essere stati lievemente alterati o risultare differenti dai modelli reali per meri limiti tecnici
nella realizzazione degli oggetti 3D". In realtà i bersaglieri si riconoscono dai pennacchi appena accennati e i
dragoni, le guardie svizzere e gli zuavi pontifici dai ghirigori sulla divisa chiara. Il papa è un omino tutto vestito
di bianco. C'è un obelisco in mezzo a un campo piatto e brullo, ogni tanto emergono statue classicheggianti,
gabinetti alla turca, bruttissimi cavalli, tende, anfore, un palazzone classico, e le case hanno la forma a
scatola vagamente antropomorfa dei disegni infantili: due finestre a mo' di occhi a destra e a sinistra della
porta. E poi botole e tombini ricordano il mondo dei pirati inglesi, più caverne dell'isola di Tortuga che palazzi
vaticani. E ogni tanto c'è un bersagliere che cade a terra e muore, senza apparente motivo.
Prima di essere messo online (www. gioventuribelle. it), il gioco era stato presentato durante un'entusiastica
cerimonia al Museo Maxxi di Roma dove erano intervenuti anche Giuliano Amato (davvero lo ha visto e
approvato?) e il ministro della Salute Ferruccio Fazio. In realtà scaricarlo dal sito non è facile, ma ci hanno
pensato i blogger a mandarlo su YouTube e subito a parodiarlo in mille modi, a farne oggetto di scherno più
che di indignazione, a ridicolizzare l'inglese dei sardo piemontesi, a recensirlo nella forma e nel contenuto, a
svelare che le sue parti migliori sono copiate, e a mostrare con quella competenza che io non ho il pessimo
livello della tecnologia utilizzata: "È il peggiore video game sinora prodotto nella storia dei video game",
hanno già scritto, dopo appena cinque giorni, i siti internazionali specializzati. E i forum come NeoGAF e
Destructoid lo considerano peggiore anche del famoso Big Rigs (Grandi Camion) che deteneva il titolo
negativo assegnato da Thunderbolt Games e Game Spot, "brutto che supera ogni limite dei precedenti giochi
più brutti e sicuramente uno dei giochi che appartiene alla categoria dei giochi più atroci mai pubblicati".
Come si vede qui c'è un'altra piccola conferma della potenza del Web, della sua velocità nel giudicare,
nell'orientare, nel promuovere. Prima ancora di diventare notizia, il videogioco della Meloni è stato infatti
demistificato come una concentrazione di ignoranza storica e di imperizia tecnica, come un gioco che non
riesce neppure a divertire perché espone la miseria dell'Italia di oggi e nasconde la nobiltà dell'Italia del
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IL CASO - Il gioco voluto dal ministro Meloni ammicca al linguaggio dei giovani ma senza conoscerlo fino in
fondo. Le parodie su YouTube e la bocciatura dei siti specializzati: "E' il prodotto più brutto di tutti i tempi"
24/03/2011
08:03
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Risorgimento. C'è saggezza e c'è speranza in questa bocciatura che viene proprio dai giovani internauti e
video-giocatori ai quali il game vorrebbe rivolgersi . Lo hanno liquidato con il linguaggio sincopato del Web,
quel codice breve di un pensiero lungo che "Gioventù ribelle" non riesce ad imitare perché il giovanilismo è
sempre un vezzo senile: i giovani non c'entrano. Sono un mondo che il nostro governo non conosce, quale
che sia l'età dei suoi ministri.
24/03/2011
16:40
Repubblica.it
Sito Web
'Gioventù ribelle', ritirato il demo "Troppe strumentalizzazioni"
ROMA - E così, la ' Gioventù ribelle ' del "Risorgimento digitale" in versione interattiva esce dalle scene. Il
ministero della Gioventù, promotore del videogioco dedicato ai 150 anni dell'unità d'Italia, ha deciso di
eliminare dal sito la possibilità di scaricare la versione dimostrativa del gioco. Che, annuncia una scritta,
tornerà scaricabile "una volta ultimato".
Gioventù ribelle negli ultimi giorni aveva sollevato diverse polemiche nella comunità dei videogiocatori
italiani, fino ad arrivare ai siti e ai forum stranieri, dove veniva accostato ai videogame più brutti mai prodotti al
mondo. E in effetti il gioco è quello che è. Anzitutto non è un prodotto di livello commerciale, ma una semplice
"mod", una produzione amatoriale creata utilizzando il motore grafico commerciale, l'"Unreal Developer kit".
Addirittura i suoni del gioco sono quelli di base contenuti nel kit, la grafica e l'intreccio appaiono
approssimativi .
Lo sviluppo ha visto la collaborazione anche di Raoul Carbone, Presidente del gruppo dei Produttori Italiani di
Videogiochi, per una produzione con l'ambizioso obbiettivo di attirare l'attenzione sull'industria nazionale del
videogame.
Il problema è proprio questo: Gioventù ribelle è, come dice anche il sito ufficiale, "Soltanto una dimostrazione
non commerciale e realizzata a fini culturali, senza alcun finanziamento o investimento economico, dagli
studenti del Corso Triennale di Virtual Design dell'Istituto Europeo di Design". Insomma realizzato da ragazzi,
non da professionisti, quando un tema del genere forse meriterebbe qualche attenzione in più, e in Italia non
mancano le eccellenze. E' un gioco impresentabile sul mercato, un'evidenza di cui non hanno certo colpa i
ragazzi che l'hanno realizzato, che anzi hanno avuto un'idea interessante e finalmente moderna, per un
paese spesso tacciato di arretratezza: l'Unreal Developer Kit è uno strumento come un altro, ma oltre ad una
realizzazione acerba, è proprio il progetto del gioco in sè a mancare di consistenza.
L'aver descritto Gioventù ribelle come una produzione di livello nell'ambito dei videogiochi italiani, cosa
evidentemente lontana dal vero, addirittura presentato al Presidente della Repubblica , ha provocato ire e
ilarità un po' ovunque. In un mercato mondiale dai numeri importantissimi, che le istituzioni italiane mettano la
faccia su un demo amatoriale, descrivendolo come una pietra miliare del videogioco, può anche danneggiare
un'industria di cui questo paese ha bisogno. E che da anni cerca faticosamente di costruirsi, completamente
sulle proprie forze.
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
VIDEOGIOCHI - Il ministero della Gioventù elimina dal sito la possibilità di scaricare la versione dinostrativa
del videogame , al centro di polemiche sui siti internazionali. Realizzato da ragazzi dello Ied, il prodotto
tornerà disponibile "qando sarà ultimato" di TIZIANO TONIUTTI
24/03/2011
La Provincia di Frosinone
Pag. 15
Inizierà oggi la quinta edizione del "R3CK4RK GAMES", memorial ludico dedicato al giovane Davide
Calicchia, ragazzo verolano scomparso quattro anni fa. Anche quest'anno i tanti amici di Davide hanno
organizzato una tre giorni di videogiochi di gruppo, una sua grande passione, per tenere vivo il suo ricordo.
Le gare si svolgeranno nel weekend, fino a domenica, a Veroli presso il bar delle quattro Strade. Anche
quest'anno gli amici di sempre di Davide si sono prodigati nel realizzare una manifestazione che richiama da
anni numerosi appassionati del mondo di videogiochi per consolle e su computer. Il programma di quest'anno
prevede gare nei giochi "Call Of Duty Modern Warfare", "Tekken 6", "Fifa 2010", "Calcio 2010", "Call Of Duty
Black Ops", "Rock Band" e il più tradizionale calcio balilla. Si giocherà quindi non solo su computer ma anche
su Playstation 3, Wii e Xbox 360. Tanti anche in questa edizione i premi in palio per i vincitori di ogni
competizione. "Si preannuncia, quindi, una grande manifestazione - fanno sapere gli organizzatori - che al di
là del risultato ha il fine di ricordare Davide, un ragazzo che ha fatto della sua semplicità e della sua
spontaneità le sue armi vincenti». Per informazioni si può chiamare lo 0775.1685106 o consultare il sito
www.r3ck4rkgames.it". 24/03/2011
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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Quinta edizione del memorial dedicato a 'Davide Calicchia'
26/03/2011
Alias - N.12 - 26 marzo 2011
Pag. 8
(diffusione:30179, tiratura:94483)
La nuova sfida dei Pokémon
Tornano le creature fantastiche della Nintendo, rinnovando anche eticamente un ecosistema divenuto
sempre più complesso. Dove s'intrecciano con armonia competizione, libertà ed ecologia
Federico Ercole
Animali virtuali si evolvono in giungle di bit, lasciano il brodo primordiale delle origini per muovere i primi passi
in sistemi sempre più complessi, diventano il motore attorno a cui si irradiano centinaia di simulacri di vita,
mimando l'esistenza fino a divenire parte di quella degli esseri umani, creature metafisiche che popolano
l'immaginario e si radicano così a fondo in quelle zone del cervello dove si verifica l'elaborazione fantastica
della realtà che, se non sono vivi nel senso stretto del concetto di vita, lo sono comunque in un'accezione
diversa, aliena, elettronica e illusoria che non esclude che tra noi ed essi nasca un sentimento d'affezione
benignamente parassitario. Noi li teniamo in «vita», loro ci fanno giocare. Non esiste nessun ecosistema
immaginario così sofisticato e complesso come quello dei Pokémon, le creature inventate nel 1995 da
Satoshi Tajiri per il Game Boy Nintendo. Bisognerebbe risalire ai bestiari medievali per trovarne di altrettanto
fantasiosi. D'altronde i Pokémon possono considerarsi un'evoluzione nipponica e moderna proprio di quei
trattati in cui venivano illustrate e descritte creature fantastiche di luoghi lontani. Pokémon è un delizioso
gioco di ruolo low budget diventato un successo planetario che ancora adesso, attraverso i suoi seguiti,
appassiona i fan e ne crea di nuovi perché, neppure nella sua sostanza rimasta quasi immutata, ha perso il
suo valore ludico ed estetico. Ora con Pokémon Bianco e Nero , per Nintendo DS, siamo arrivati alla quinta
generazione di questi meravigliosi mostriciattoli (uno dei pregi di questa serie è che ci fa provare un forte
sentimento di empatia per i mostri invece che spingerci ad eliminarli) la cui ecologia virtuale, già composta di
centinaia di specie, si arricchisce ulteriormente. Quest'ultimo capitolo è il più riuscito della serie per numerosi
motivi, ed è anche il più profondo. La struttura è sempre quella del gioco di ruolo giapponese con i
combattimenti a turni e la trama è una variazione del solito intreccio minimale, ma non per questo
superficiale. Un ragazzo, o una ragazza, comincia a viaggiare per il mondo raccogliendo Pokémon e sfidando
gli altri allenatori di creature in combattimenti che non finiscono mai con la morte dell'animaletto sconfitto ma
con il suo ritiro per stanchezza. Questo perché tra essere umano e Pokémon si instaura un rapporto profondo
e amorevole, una metafora su quello che dovrebbe essere il sentimento di ogni essere vivente per la natura
in cui vive, quindi un sentimento di rispetto ecologico. Durante il viaggio, che è sempre iniziatico, si sventa il
complotto degli antagonisti di turno che potrebbe causare un disastro di varia tipologia. Questa volta tuttavia
la trama è più complessa, addirittura autocritica, e ci fa riflettere sul legame umani-Pokémon come non era
mai capitato nella serie. Gli antagonisti, che sembrano usciti da una «fantasia finale» di Square-Enix la
società che ha sviluppato il videogioco di ruolo Final Fantasy - mirano alla liberazione dei Pokemon da una
presunta condizione di schiavitù. Ci chiediamo quindi se sia vero, che la simbiosi, il rapporto d'affetto
condiviso con queste creature degli elementi, sia solo una comoda menzogna e che in realtà non stiamo solo
sfruttando le bestioline. Quindi si gioca in uno stato di crisi etica ed è importante soprattutto per i giocatori
molto giovani che così si confrontano con una seria tematica morale ed ecologica in un gioco strategicamente
difficile, più di tanti videogame per adulti. Ci vorrebbero centinaia di ore, innumerevoli viaggi fino negli anfratti
più remoti della splendida regione di Unima, ripassando nei luoghi già visitati con il cambiare delle stagioni,
per vedere e raccogliere tutti i Pokémon, e si è tentati di farlo, perché è una grandiosa sfida ludica e le nuove
creature sono davvero belle, anche quelle meno rare. Ce ne sono di tenere e «cucciolose» come Lillipup, un
incrocio tra uno yorkshire e un micio; la scimmietta erbosa Pansage, a cui crescono foglie commestibili sulla
testa che se ingerite curano la stanchezza; Munna, un quasi-maialino tinto di fiori viola che possiede poteri
telepatici; Cubchoo, un orsacchiotto-canide senza pelo che utilizza le forze del ghiaccio... Non tutti sono
teneri, ci sono anche quelli più spaventosi e solenni come il bellissimo Arceus, forma quasi astratta di
quadrupede; o il meteorico Deoxys, capace di mutare aspetto e che pare uscito da un manga sui robot
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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VIDEOGIOCHI BESTIARI POSTMODERNI
26/03/2011
Alias - N.12 - 26 marzo 2011
Pag. 8
(diffusione:30179, tiratura:94483)
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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dell'ultima generazione; il grave Tornadus, che levita su una nuvola causando tempeste; Reshiram e Zekrom,
due draghi, uno bianco l'altro nero, dal disegno in cui confluiscono la grazia di una leggera nevicata (o di una
pietra di gaietto levigata ad arte) e la forza inarrestabile di un iceberg (o la tenebra maestosa dello spazio
astrale). I Pokémon sono chimere che riassumono i tratti di animali veri, mostri leggendari e mitologici,
peluche per neonati, flora e minerali. Ci vorrebbe dunque un trattato di etologia fantastica per studiare a
fondo queste creature, per analizzarne ogni mutazione ed evoluzione, per comprenderne il legame con gli
elementi. Un'idea della loro stupefacente varietà ce la potrebbe fornire il Pokedex , l'enciclopedia interna al
gioco che cataloga i Pokemon con cui entriamo in contatto; tuttavia la complessità di un ecosistema virtuale
così elaborato richiederebbe pagine e pagine corredate di disegni e colme di dettagli fanta-biologici. Oltre la
dimensione manualistica di ecologia fantastica i giochi dei Pokémon, quest'ultimo soprattutto, sono notevoli
anche per l'invenzione architettonica, ambientale e urbanistica che contengono. Il disegno di panorami e città
è naif ma la semplicità con cui sono illustrati amplifica la bellezza e la coerenza stilistica di edifici e
costruzioni, dal villaggio più arcadico alla metropoli più langhiana, dal prato fiorito alla palude soffocante, dalla
costa più soleggiata e amena al deserto più arido e desolato. L'esplorazione delle zone selvagge e di quelle
abitate favorisce inoltre la coscienza di un processo logico di mappatura che è geografico e geologico ma
anche sociologico e politico, considerando le variazioni sociali e climatiche tra le diverse ambientazioni
urbane. Come tutti i fenomeni anche i Pokémon hanno suscitato negli anni decine di polemiche, timori di
genitori, tentativi di censura, quasi tutti derivati dall'ignoranza e l'antipatia di chi non li conosce affatto, oppure
proclamati da chi non è stato in grado di coglierne il messaggio ludico ed ecologico. Alcuni fondamentalisti
religiosi americani accusarono i Pokémon di essere creature demoniache e di istigare al satanismo in
maniera subliminale. Si disse che ascoltando al contrario la frase simbolo del gioco e della serie televisiva e
cinematografica ad essi legata (prendili tutti: Gotta catch'em all) si sentisse, incredibile ma vero, «I love
Satan». Poi ci sono accuse inerenti al fatto che i Pokémon si fanno lottare tra di loro, come i galli o i cani,
quindi che il gioco incitasse alla crudeltà verso gli animali. Ma non si considera il fatto che i combattimenti tra
Pokémon sono agonistici e sportivi nel senso vero del termine e non hanno mai un esito violento. Bisogna
giocare per capire, oltretutto nel Dna elettronico dei Pokémon è scritto che sono personaggi di videogiochi, la
loro natura è appunto quella del conflitto pacifico e «naturale», come la neve contro il fuoco che la sta
sciogliendo, o le radici di un albero contro la terra che le arresta. Scagliarsi contro i Pokémon e i gadget a
essi ispirati è sciocco quanto lo sarebbe prendersela con la raccolta di figurine dei calciatori perché durante
una partita si commettono dei falli, talvolta davvero gravi. Oppure impedire ai propri figli di giocare a pallone
perché nel mondo del calcio ci sono imbecilli che si massacrano tra le curve ostentando svastiche e striscioni
razzisti, o perché è uno sport attorno al quale sono nati fenomeni di corruzione. www.effecinque.org
Foto: Il 3DS, la nuova console Nintendo, e alcuni dei nuovi Pokémon
26/03/2011
Alias - N.12 - 26 marzo 2011
Pag. 9
(diffusione:30179, tiratura:94483)
Un tuffo senza occhialini
F. E.
Ogni volta che esce una nuova console per gli appassionati di videogiochi significa l'inizio di una nuova
avventura della visione, un viaggio verso quei lidi meraviglianti che la tecnologia può offrire all'intrattenimento.
Ciò è ancora più vero quando si tratta di una console Nintendo perché quando si presenta sul mercato con un
hardware nuovo significa che il mondo dei videogiochi ne risulterà rivoluzionato. Era molta l'attesa per il 3DS,
il nuovo sistema portatile evoluzione del DS, una delle più riuscite console di tutti i tempi - in grado di farci
giocare in tre dimensioni senza bisogno dello scomodo supporto degli occhialini di plastica. Ora che è arrivata
anche in Europa se ne possono analizzare, in superficie, pregi e difetti, anche se il lancio di una console non
è mai il momento più adeguato (oltretutto costano di più, il 3DS si paga circa 250 euro) per parlarne a dovere.
Perché è come mettere piede in un mondo nuovo e volerne tracciare la carta avendone solo perlustrato i lidi
più prossimi. Graficamente il 3DS è fantastico, sembra di vedere immagini molto più realistiche e definite di
quelle del Wii (e ci possiamo fare i MII, i nostri avatar, come nella console casalinga). Tuttavia, sebbene siano
stati annunciati giochi che entusiasmano l'appassionato alla sola idea di essere giocati ( Resident Evil:
Revelations , Kingdom Hearts , il remake di Zelda Ocarina of Time e Metal Gear Solid 3 , un nuovo misterioso
Super Mario con la coda di Raccoon nel logo, Kid Icarus ...) tuttora non esistono veri e propri capolavori che
sfruttino appieno le potenzialità della console. Non che Street Fighter non sia davvero valido o che
Nintendogs e Cats non sia accattivante e tenero, ma è come se mancasse ancora qualcosa e che questi
software servissero solo a solleticare il desiderio. Ma se si pensa al lancio di altre console come PSP, PS3,
Wii (a parte Wii Sports) e Xbox 360 la situazione era altrettanto poco eccitante, se non peggio. Poi le cose
sono cambiate e si spera che sia così anche per un gioiello di tecnologia promettente come il 3DS. La
caratteristica di punta che più interessa il giocatore è ovviamente il 3D. Se si resta a una distanza ottimale (si
può regolare la terza dimensione fino a eliminarla del tutto) l'effetto è sbalorditivo. Non sembra di vedere il
classico film con gli oggetti che escono dallo schermo, piuttosto avviene il contrario: si va in profondità,
sembra di guardare dentro una scatola magica dove è la dimensione e il suo rapporto con lo spazio ad avere
importanza, non l'effetto di rilievo. Quindi è una terza dimensione davvero nuova e realistica. C'è un «però»...
Bisogna imparare a giocare con una distanza fissa dallo schermo, altrimenti, muovendosi troppo nell'enfasi
dell'azione ludica, si perde il fuoco e l'effetto tridimensionale sfuma, diventando confuso. Certo siamo solo
all'alba di una nuova era del gioco, ma questo «slittare» può essere fastidioso. Il 3DS è comunque una
macchina sofisticata che non si ferma ai videogiochi «tout court» ma possiede numerose opzioni para-ludiche
che possono interessare e divertire tra un gioco e l'altro. Anche se il 3DS, considerando nuovamente i titoli
annunciati, sembra più una console da hardcore gamer che da casual gamer. Oltre il già citato sistema per
farsi i Mii, di gran lunga superiore a quello del Wii stesso, c'è anche una fotocamera in grado di fare foto in 3D
per poi conservarle e modificarle a piacimento. Ci sono anche altre opzioni, ma sperimentarle tutte richiede
tempo e applicazione, perché ogni nuova console è un po' come una storia d'amore e ci vuole dedizione per
scandagliarne e goderne gioie e dolori. La giocabilità, rispetto al DS, di cui mantiene il touch screen, è
migliorata grazie alla presenza di uno stick direzionale, ulteriore prova che per il 3DS si produrranno
videogame che richiedono diversi tipi di perizia video ludica.
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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NINTENDO 3DS
27/03/2011
Il Sole 24 Ore - Domenica - N.13 - 27 marzo 2011
Pag. 26
Vale il contrario della legge di Moore: i processori che si trovano in un dato momento in una scuola hanno
meno della metà della velocità di quelli che si trovano in commercio Una serie di dubbi sull'opportunità di
usare le nuove tecnologie come mezzi innovativi per l'apprendimento Persino la scrittura potrebbe diventare
obsoleta. Non dovremo più insegnarla?
Roberto Casati / illustrazione di Guido Scarabottolo
Di questi tempi bisogna premettere a una discussione su scuola, cervello e nuove tecnologie, una sfilza di
robuste dichiarazioni di intenti. «Attenzione, sono critico, ma non sono un luddista! Le nuove tecnologie sono
fondamentali! Ed è fondamentale capire come il cervello si adatta alle sue estensioni tecnologiche». L'ho
detto, forse ora i miei lettori sono ben disposti? Perché vorrei mettere in evidenza alcuni punti critici della
letteratura recente, riassunta da Armando Massarenti in un lungo articolo nel primo numero del 2011. Si tratta
di una lista di problemi aperti che sottendono molte dimensioni diverse; le righe a mia disposizione sono
poche, poco più di un tweet a punto, ma voglio soprattutto suggerire che abbiamo a che fare con un
paesaggio a molte dimensioni, e che le scorciatoie siano purtroppo in costante agguato per riportarci di
continuo a una visione appiattita del fenomeno scuola.
Neuro-x: il cervello e l'educazione
Come la neuroestetica, la neuroeducazione è un programma di ricerca fatto di risposte roboanti; ma quali
sono le domande? Come per la neuroestetica, la ragione del l'assenza di domande è nota da tempo e
tranquillamente ignorata. Se non si caratterizzano in modo adeguato i comportamenti sotto esame non si sta
rispondendo a nessuna domanda scientifica sulla spiegazione di quei comportamenti. Lo studio neurologico
della dislessia, o dell'incapacità di produrre frasi grammaticali, o del "piacere di imparare", non esiste senza
una caratterizzazione funzionale di questi fenomeni, che è appannaggio delle scienze cognitive. Ora, non c'è
dubbio che mostrare meravigliose immagini del "cervello in azione" abbia il suo irresistibile fascino e
continuerà a catturare fondi per ricerche costose e distraenti. Peggio: fornirà la motivazione per politiche di
intervento di cortissimo respiro, che sarebbero "convalidate" dalla pubblicazione delle immagini. Per
esempio:«Il cervello si attiva di più quando fai una ricerca su Google che quando guardi la televisione», così
mostra uno studio. Resistete! Chiedetevi che cosa significa! Magari vuol dire che il cervello non sta
ottimizzando le sue risorse, che lotta contro mille segnali e non riesce a concentrarsi.
Perché insegnare la musica e perché abbiamo le classi miste?
Guardiamo a degli studi cognitivi. Uno studio ha mostrato l'influenza dell'apprendimento della musica sulla
capacità di ragionamento geometrico. Uno studio mostra che i risultati scolastici di ragazze che competono
con altre ragazze sono migliori di quelli di ragazze che competono con dei ragazzi. Domanda: è questa la
ragione per cui fate studiare musica ai vostri figli, se lo fate? Preferireste che vostra figlia venisse iscritta in
una classe solo femminile?
E perché insegnare a scrivere?
L'antropologo Dan Sperber aveva già mostrato in modo vivido la china pericolosa del ragionamento sulle
tecnologie. Già ora potete dettare i vostri testi con Dragon. Se i programmi diventassero ancora di poco
migliori, a che pro imparare a scrivere a mano, con penna o tastiera? Sareste d'accordo che i vostri figli non
imparassero a scrivere? (E viceversa: uno studio mostra che alcuni videogiochi migliorano alcune capacità
cognitive: è una ragione per far entrare i videogiochi in classe?).
Su cosa stiamo deliberando?
Questi esempi mostrano che le discussioni attuali sono soprattutto sui mezzi. «Se vogliamo ottenere migliori
risultati in matematica, dobbiamo usare il metodo x e fare y». Ma deliberare sui mezzi e non sui fini significa
accettare senza discussione che si sia già deliberato sui fini. La normatività implicita è quella del successo
scolastico: un successo individuale, che si misura con indicatori di varia natura, che verranno poi aggregati
nel successo di scuola o di una nazione relativamente ad altre scuole o nazioni, eccetera. La normatività
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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Computer in aula? Con cautela
27/03/2011
Il Sole 24 Ore - Domenica - N.13 - 27 marzo 2011
Pag. 26
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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implicita è che la scuola fornisca soprattutto una specie di servizio di training e magari anche coaching per
estrarre migliori performance dai suoi studenti. (E, certo, già chiamarlo "successo" ha le sue connotazioni.)
Ma che cosa succede a voler troppo misurare?
La legge di Campbell
Dice che l'ufficializzazione di un sistema di misura ha l'effetto perverso di imporre comportamenti strategici.
Se lo scopo di un sistema educativo è che gli studenti riescano a passare un certo tipo di esame, il sistema si
adatta e tralascia l'insegnamento di materie potenzialmente importanti che non sono valutate all'esame. Si
finisce con l'insegnare a passare esami, il che comporta, incidentalmente, che gli esami stessi perdano di
valore diagnostico. Passiamo alle tecnologie:
La legge di Casati
È l'inverso della famosa legge di Moore: i processori nei computer che si trovano in qualsiasi momento in
una scuola hanno meno della metà della velocità di quelli che si trovano in commercio nello stesso momento.
Di fatto, lavorare con loro è come lavorare con una macchina del tempo. Gli insegnanti conoscono benissimo
il problema della polvere sui computer: quasi trent'anni di conferme empiriche della Legge di Casati
dovrebbero suggerire che sia perfettamente surreale continuare ad «auspicare l'introduzione di nuove
tecnologie nella scuola», almeno fintantoché vale la legge di Moore o ci sia una qualche forma di progresso
informatico. Come conferma la pubblicità scientemente ansiogena del l'iPhone: «Ora tutto cambia. Di nuovo».
L'insegnante deve competere con lo smartphone?
Ma se l'insegnante non ha l'obbligo di "essere al passo" con la tecnologia, deve forse competere con essa?
Anche qui, attenzione alla normatività nascosta. I computer sono vicini all'optimum ergonomico: prendi in
mano uno smartphone, maneggi, e scopri da solo come si usa. Quindi: da un lato non ti serve un insegnante
che ti spieghi come usarlo, e d'altro lato non c'è competizione possibile con un sistema ergonomicamente
ottimale.
Più teoria, più design
Serve invece una robusta dose di comprensione teorica delle tecnologie: spiegare che cosa è un algoritmo,
in che modo gli algoritmi di Google determinano il design e in che modo quest'ultimo determina poi le scelte
di chi usa le tecnologie. Serve spiegare come si paghino a distanza di anni certe scelte di design riciclato nel
grande copia-e-incolla della costruzione del software. Paola Antonelli, la curatrice del MoMA, prevede che nel
futuro ci sarà una distinzione tra design teorico e design applicato, e la scuola potrebbe anticipare utilmente
questa tendenza.
Il rischio dell'elettrificazione
Il design teorico dice che il design applicato è di corto respiro quando non sfrutta le potenzialità della
tecnologia e cerca semplicemente di dare una veste elettrica alle vecchie situazioni di insegnamento.
L'immaginazione si ferma dinanzi al quadretto di una classe in cui il banco è sostituito da un terminale, la
lavagna di ardesia da una elettronica. Non è questo il luogo di fare proposte alternative, ma piacerebbe
vederne di più.
Trasfigurazione del banale
Per esempio, se volete che i vostri studenti usino intelligentemente Wikipedia, insegnate loro non tanto a
leggerla e copia-incollare le sue voci, ma a scrivere le voci stesse. (Imparano l'etica della scrittura. Imparano
che cosa vuol dire essere spietatamente editati nel giro di poche ore).
Discutiamo ancora dei fini. Per esempio:
La scuola deve adattarsi allo sviluppo della società
Vero; forse. Discutiamone. Magari deve aiutare la società a capire se il suo sviluppo sia ineluttabile. Forse
può creare delle zone di tranquillità da cui guardare allo sviluppo della società in tutta calma.
Il diluvio dei dati
La discussione sulle nuove tecnologie mette in fondo in luce un potente equivoco sulla scuola. La scuola non
è (più, non principalmente) un luogo in cui acquisire informazioni. Le informazioni sono disponibili in misura
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Il Sole 24 Ore - Domenica - N.13 - 27 marzo 2011
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VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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assai maggiore al di fuori della scuola, nella Rete: da questo punto di vista la scuola non può competere con
la Rete. Il vantaggio cognitivo della scuola è di fornire qualcosa che la Rete non potrà mai dare, ovvero un
punto di vista diverso sulle informazioni, dato che i sistemi di raccomandazione che lavorano nella Rete («chi
ha comprato X ha comprato anche Y») fanno di tutto per inchiodare una persona al suo profilo. O forse,
addirittura, la scuola può semplicemente fornire l'idea che un punto di vista sia possibile, dato che le
informazioni sono oggi soltanto subìte.
Il mese della lettura
E quindi facciamo fare a scuola agli allievi qualcosa che la società non fa. Per esempio, proteggiamo lo
spazio della lettura, sospendendo le classi, facendo leggere a scuola un libro al giorno per una settimana.
Insegniamo che leggere un libro è quantomeno possibile.
Il registro nazionale delle buone pratiche
Il sito http://gold.indire.it/gold2/ raccoglie le buone pratiche della scuola italiana. È un po' difficile da
consultare e non è molto ordinato, ma è un passo nella buona direzione, mi pare. Basterebbe poco a farne un
sito veramente utile (tag, qualche gerarchia, un sistema di raccomandazioni anche solo provvisorio eccetera).
Gli insegnanti sono sulla linea del fronte dell'innovazione pedagogica e non sarebbe male ripensare la scuola
a partire dal loro lavoro, che integra costantemente la riflessione sui mezzi con la deliberazione sui fini.
La fragilità degli insegnanti
Certo, non è di grande aiuto sottopagare gli insegnanti e additarli come "fannulloni". E ancor meno utile è
farli sentire in colpa per non essere tecnologicamente al passo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
il libro e il dibattito I contenuti del libro di Paolo Ferri, Nativi digitali (Bruno Mondadori, pagg. 212,
€ 18,00) sono stati in parte anticipati sul primo numero del domenicale di quest'anno. Gli articoli «Che cosa
sta facendo internet ai vostri neuroni» (sul quale interviene qui Roberto Casati) e «Nel regno dei nativi
digitali» hanno suscitato un vasto dibattito nel mondo della cultura e della scuola e sono disponibili nel sito
www.ilsole24ore.com.
Paolo Ferri insegna a Milano Bicocca, dove dirige il Lisp (Laboratorio informatico di sperimentazione
pedagogica) e l'Osservatorio Nuovi Media NuMediaBios.
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Il Sole 24 Ore - Domenica - N.13 - 27 marzo 2011
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Così si realizza il sogno educativo di John Dewey
I giovani figli di internet sviluppano naturalmente un approccio al sapere basato sull'esperienza, attivo e
antidogmatico La democrazia come «medium cognitivo» del filosofo americano ricorda i mezzi interattivi di
oggi
Armando Massarenti
Leggere Nativi digitali di Paolo Ferri, uno dei maggiori esperti di scuola e nuove tecnologie, avendo in mente i
dubbi, puntuali e profondi, che Roberto Casati espone qui a fianco ha prodotto in me un singolare effetto
filosofico. E se le risposte ai quesiti di Casati - mi sono chiesto - oltre che a essere in qualche modo presenti
nel libro di Ferri, ci spingessero dritti nelle braccia del più grande filosofo-educatore del Novecento, il
pragmatista americano John Dewey? Le sue idee di una scuola che educhi alla creatività, all'«arte come
esperienza», alla partecipazione attiva, alla cooperazione tra individui non atomizzati, e dunque alla
democrazia come "medium cognitivo" per la soluzione dei problemi che si hanno in comune, potevano
sembrare difficili, se non impossibili da realizzare ai suoi tempi. Pura utopia, avrebbero detto i conservatori.
Ma non è che invece, proprio grazie alle nuove tecnologie, si stanno rivelando del tutto a portata di mano? E
che proprio osservando queste specie di alieni che sono i nativi digitali - alieni per noi, figli di Gutenberg - la
scuola immaginata da Dewey diventa non un sogno ma la naturale conseguenza di un sano realismo, basato
sulla semplice descrizione e constatazione delle capacità cognitive che già albergano nelle menti dei nostri
pargoli?
L'approccio al sapere dei nativi digitali - ci dice Ferri - si basa sull'esperienza, è meno dogmatico del nostro,
è attivo e non sopporta che i contenuti vengano semplicemente trasmessi dall'alto, in un rapporto uno-molti,
com'è tipicamente quello tra l'insegnante e la classe. La proposta di Ferri è quindi quella di sfruttare a scopi
formativi l'"intelligenza digitale" che i nativi sviluppano per conto proprio, fuori dalle aule scolastiche,
armeggiando iPad, eBook e smartphone e rimanendo sempre connessi coi loro socialnetwork, non solo per
futili motivi, ma per essere sempre pronti a condividere il proprio sapere e a confrontare i propri gusti e le
proprie esperienze. Il learning by doing, la capacità di risolvere problemi, l'interattività, la socialità, la gratuità,
la creatività, oltre che a essere tutti concetti profondamente deweyani, sono abilità che i nativi digitali
cominciano ad apprendere a partire persino dai loro primi videogiochi. «I giochi - scrive Ferri in uno dei due
passi in cui Dewey è ricordato esplicitamente - non si limitano a fornire un fondamento logico per
l'apprendimento: ciò che i giocatori imparano è immediatamente utilizzato per risolvere problemi avvincenti
che hanno delle conseguenze reali nel mondo del gioco». E ancora: «Un videogioco può essere considerato
come un ambiente immersivo digitale che è costituito da un insieme di problemi da risolvere». «I giochi più
efficaci dal punto di vista dell'apprendimento sono i giochi che ammettono una gamma molto vasta di
soluzioni» e «il gioco diviene un ambiente esterno digitale che permette di mettere alla prova le differenti
rappresentazioni interne delle possibili soluzioni a quel problema».
Più in generale, l'uso di internet e degli altri strumenti digitali sta modificando la configurazione neurale delle
nostre menti, che, come ha dimostrato Giacomo Rizzolatti, presenta un elevato tasso di plasticità anche in
età adulta. Lo dice anche Nicholas Carr in Internet ci rende stupidi?, da poco pubblicato da Cortina,
traendone però conseguenze catastrofiche. Illegittime secondo Ferri, il quale osserva che «una
trasformazione e un cambiamento delle attivazioni neuronali sono ormai una prova scientifica ma certamente,
come rilevano anche gli studi di Battro, Koizumi e altri neuro scienziati, non siamo ancora in grado di
verificare sperimentalmente gli effetti positivi o negativi di questa trasformazione». Anche in questo dobbiamo
seguire Dewey e adottare l'approccio sperimentale dell'imparare facendo, così come gli stessi programmatori
di oggi tendono ad assomigliare più a dei bricoleurs che a degli ingegneri. Significativamente Ferri accosta a
Dewey un'altra grande educatrice, Maria Montessori, mostrando che «gli studenti stessi sembrano suggerire
attraverso il loro "stile di apprendimento partecipativo/digitale" nuove modalità didattiche e nuovi stili didattici
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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nativi digitali
27/03/2011
Il Sole 24 Ore - Domenica - N.13 - 27 marzo 2011
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VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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ai loro insegnanti. Richiedono, cioè, sempre di più, nuove opportunità di "imparare a fare da soli"
(Montessori), di essere indipendenti e individualizzare e socializzare il loro stile di apprendimento». I nativi
digitali paiono richiedere un più intenso dialogo e una maggiore interazione con i docenti da realizzarsi anche
attraverso i media digitali, magari all'interno, di ambienti virtuali per l'apprendimento. Non c'è bisogno di
dotazioni particolarmente sofisticate. Non è questione di elettrificazione delle aule, ma di capacità di adattare
ai nuovi stili cognitivi dei nativi il setting della scuola. È un'operazione metodologica prima che tecnologica.
Essenziale per un'ambiente formativo digitale è ad esempio avere banchi mobili e combinabili che facilitino
l'apprendimento e l'interazione di gruppo.
Dewey una volta scrisse che «Non è la perfezione la meta ultima della vita, ma il processo incessante di
perfezionare, maturare e raffinare». Se il carattere aperto dei nuovi media interattivi può integrarsi con tale
processo di continuo affinamento e perfezionamento, culturale e sociale, possiamo dire che il gioco è fatto:
avremo prodotto esattamente quegli spiriti critici attivi, capaci di continuare ad apprendere in tutto l'arco della
loro esistenza ciò di cui hanno bisogno oggi le società postindustrali basate sul l'economia della conoscenza.
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26/03/2011
Sport Week - N.11 - 26 marzo 2011
Pag. 62
(diffusione:326940, tiratura:454508)
LE DIECI APP PER IPAD DEDICATE ALLA FORMULA 1
MARCO CONSOLI
1ª > F1 2011 Timing App (€ 25,99) Tempi sul giro, posizione in classifica e visualizzazione in diretta delle
auto sul circuito. Usare questo software, mentre in tv scorrono le immagini della gara, darà la sensazione
reale di essere nella postazione al muretto dei box. Però, un po' cara. 2ª > picogp HD (€ 2,99) Grazie alla
superficie touch, le monoposto si spingono su iPad (meglio) e iPhone, come fossero biglie o tappi sui circuiti
allestiti un tempo sulla spiaggia o sull'asfalto. Attenzione però a scegliere la marcia giusta per non sbattere.
(€ 1,59) 3ª > ReD Bull RAcing cHAllenge Per autocelebrarsi, Red Bull propone un'applicazione che piacerà
non solo ai propri tifosi: un po' simulazione di Gran Premi - con gare in pista, sfide a tempo e campionati sulla
sua monoposto - un po' quiz con video in regalo. (gratis) 4ª > FAn F1 live Un vero e proprio countdown
comunica quanto manca al successivo Grand Prix. Le opzioni per seguire la Formula 1 sono davvero
numerose: classifiche, informazioni e notizie, foto e video e un social network per discutere con altri tifosi. 5ª
> F1 DRiveRs (€ 1,59) Chi è il più grande pilota di tutti i tempi? La discussione potrebbe durare per ore,
intanto però con questa banca dati si possono studiare le statistiche di tutti i driver di ieri e oggi: carriera,
partecipazioni, vittorie, record. 6ª > RAceseTup (€ 2,39) Questo "gioco addestrativo" permette di capire come
le regolazioni di marce, ripartizione di frenata, sospensioni, alettoni, pneumatici, e tutto il resto influisce sulla
vettura. E può tornare utile per i videogame. 7ª > FeRRARiARcHive (€ 1,79) Sperando che Alonso e Massa
lottino per il titolo, i tifosi della Casa di Maranello possono trovare qui schede di tutte le Ferrari prodotte fino al
2005, Formula 1 comprese. Presto l'aggiornamento per gli ultimi modelli. 8ª > gRAnD pRix live ( € 0,79) La
simulazione non è troppo complessa, ma con questo videogame si può gareggiare in pista, inclinando il
dispositivo per curvare e toccando lo schermo per accelerare e frenare. E la vittoria regala nuove auto e
circuiti. 9ª > F1 2011 live24 (gratis) Altra applicazione da tenere sempre a disposizione: una galleria di foto
dei piloti, i commenti delle notizie dal vivo, e si può disquisire sulle gare su un forum di discussione. Tra le
informazioni, il meteo sui circuiti. 10ª > F1 2011 cAlenDAR (€ 0,79) Perfino i fan più attenti possono non
ricordare quand'è programmato il prossimo GP: ecco un calendario interattivo da tenere in tasca e interrogare
per organizzare il week-end davanti alla tv. Con news sempre aggiornate.
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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SPECIALE FORMULA 1 STORY
25/03/2011
Eurosat - N.218 - marzo 2011
Pag. 64
Ricevitore DTT HD FTA NexPro 2012T HD Più divertente con l'HD
Con il 2012T HD, uno dei "gioielli" della gamma NexPro di Nord Est, lo zapping diventa più completo e
divertente perché esteso anche ai canali in Alta Definizione di RAI, Mediaset e di altre realtà locali già
disponibili nelle aree di switch-over e switch-off. In più, si trasforma in un videoregistratore digitale e in un
mediapiayer semplicemente collegando alla porta USB una pen drive oppure un hard-disk
Simone Vidazzia
NexPro è il brand scelto dall'azienda veneziana Nord Est, attiva da molti anni sul mercato della ricezione
televisiva digitale con un ricco catalogo di decoder, antenne e accessori, per personalizzare una nuova
gamma di set-top-box satellitari e terrestri. Dai semplici zapper a definizione standard e HD con tuner DVB-T
e DVB-S ai box interattivi DTT, i prodotti NexPro si caratterizzano per la ricca dotazione di funzioni, in
particolar modo multimediali, la facilità d'uso e il prezzo contenuto. Oggi ci occupiamo del 2012 HD T mentre
gli altri modelli saranno illustrati sui prossimi numeri. Si tratta di uno zapper dotato di tuner DVB-T compatibile
sia con le trasmissioni SD sia con quelle HD per garantire il pieno accesso a tutti i contenuti gratuiti disponibili
via etere. Il "plus" dell'Alta Definizione è senza dubbio allettante perché, oltre a rappresentare il futuro della
televisione (molto presto la maggior parte dei programmi sarà trasmessa in HD), consente di ottenere la
migliore qualità di immagini e suoni per sfruttare al meglio i TV a schermo piatto, soprattutto quelli sprovvisti
di tuner DVB-T HD o, peggio ancora, dotati del solo sintonizzatore analogico. Il NexPro 2012 HD T è anche
un efficace dispositivo multimediale perché, grazie alla porta USB frontale, può videoregistrare i programmi
televisivi (anche in HD) e riprodurre Jpeg/ Mp3 salvati su Pen Drive e hard-disk. Completano la dotazione il
Timeshift, la ricerca manuale e automatica dei canali, l'ordinamento LCN, alcuni videogame, il timer, otto liste
di canali preferiti, la procedura di autoinstallazione per guidare l'utente alla corretta configurazione del
decoder e alla scansione automatica delle bande VHF e UHF, le uscite video Composito, Component, Scart e
HDMI. Uniche "pecche" di rilevo sono l'assenza della guida EPG che impedisce non solo di conoscere i
palinsesti dei canali ma anche la programmazione diretta del timer di registrazione, e l'impossibilità di gestire
internamente le tracce audio Dolby Digital (AC3). Entrambe saranno tuttavia corrette entro breve grazie agli
aggiornamenti firmware in corso di finalizzazione e di pubblicazione sul sito web di Nord Est. Navigazione
completa Il menu OSD è composto da 6 sezioni - Canali, Installazione, Configurazione, Strumenti, Giochi,
Rec&Media - rappresentate da altrettante icone collocate sulla sinistra della schermata principale, mentre a
destra si "aprono" i sottomenu presenti in ciascuna sezione che a loro volta rimandano alle singole voci. La
navigazione tramite i tasti freccia e OK del telecomando, la corretta disposizione delle voci e gli ottimi tempi di
reazione rendono ancora più semplice ed efficace il lavoro di configurazione del decoder e l'accesso alle
funzioni. Il menu Canali contiene gli strumenti per la gestione delle liste TV e Radio, ovvero lo spostamento,
blocco, il salto, la cancellazione (singola/ totale), l'ordinamento e il cambio di nome dei singoli canali, e la
"copia" negli elenchi preferiti (8 rinominabili a piacimento) per migliorare l'organizzazione logica e
velocizzarne l'accesso, oltre alle informazioni tecniche (frequenza, larghezza di banda, modalità di
trasmissione, PID, FEC, ecc.) e all'anteprima video. Installazione effettua la ricerca dei canali e imposta
l'impianto antenna. Configurazione riguarda i settaggi di lingua (audio, sottotitoli e teletext), audio/video
(risoluzione HDMI, formato immagine, standard video analogico Component+CVBS Scart o solo RGB Scart,
formato audio LPCM o Bitstream), ora e data (nazione, GMT, regolazione manuale o automatica, ora legale),
la programmazione del timer (8 eventi configurabili per frequenza - singola o giornaliera, modalità
promemoria o registrazione, canale, data, ora e durata), l'impostazione del Blocco Genitori (Parental Control
per menu e canali in base alle fasce d'età stabilite dal broadcaster per i singoli programmi), la
personalizzazione della grafica OSD (durata banner e reset alle impostazioni predefinite) e l'abilitazione della
funzione di autospegnimento che mette il decoder in standby trascorse 3 ore dall'ultimo comando ricevuto
tramite il telecomando o il pannello frontale. Nel menu Strumenti troviamo le versioni software e hardware del
decoder, il reset alle impostazioni di fabbrica, l'aggiornamento software via USB e la procedura di rimozione
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
banco prova
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Eurosat - N.218 - marzo 2011
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VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
sicura del dispositivo USB. Giochi contiene alcuni videogames classici come Tetris, Othello e Sudoku.
Rec&Media è interamente dedicata alla configurazione del PVR, all'accesso alle funzioni Mediaplayer e alle
informazioni sul dispositivo USB (navigazione contenuti e registrazioni, spazio totale/libero/occupato, spazio
riservato al Timeshift, spazio a disposizione per le registrazioni, file system, formattazione, attivazione
Timeshift, tipo file TS o PS, selezione partizione USB e intervallo di spostamento nella riproduzione di una
registrazione). Sintonia automatica e manuale con LCN Il NexPro 2012T HD mette a disposizione le modalità
di ricerca automatica e manuali per rilevare i multiplex digitali e sintonizzare rapidamente i canali
radiotelevisivi in chiaro a definizione standard e in Alta Definizione. La scansione automatica elimina tutti i
canali precedentemente salvati ed esamina tutte le frequenze predefinite a seconda del Paese selezionato
nel sottomenu di impostazione dell'orologio (canalizzazione europea, mista italiana/europea, asiatica, ecc.) e
permette di memorizzare tutti i canali contenuti nei mux oppure solo quelli in chiaro (opzione SI alla voce
FTA). La scansione manuale permette di esaminare un singolo mux che occupa un canale VHF/UHF oppure
una frequenza, verificando anche la presenza della portante con le barre colorate di intensità (blu) e qualità
(verde) del segnale con il valore percentuale. Il controllo visivo del livello e della qualità dei segnali è presente
anche nel sottomenu Regolazione antenna insieme all'attivazione dell'alimentazione sulla presa RF In per
antenne attive ed altri dispositivi (non LNB come erroneamente riportato nel menu) funzionanti con una
tensione di 5 Vcc. La finestra che appare durante la scansione è divisa in tre riquadri: i due superiori riportano
i canali TV e Radio memorizzati con il numero totale mentre quello inferiore elenca il numero del canale
VHF/UHF esaminato, la frequenza associata e la presenza di portanti (OK o failed). Ai piedi di questo
riquadro è presente anche una barra di avanzamento della scansione mentre al termine appare sullo
schermo un messaggio di conferma ed è sufficiente premere il tasto OK del telecomando per ritornare al
menu. Sempre con il tasto OK, ma durante un normale zapping, appare sullo schermo l'elenco dei canali
(generale o preferiti) ordinati per numero, LCN e accompagnati dai dati tecnici di trasmissione come
frequenza, larghezza di banda e modo di trasmissione (es. 64 QAM). Banner essenziale, ERG in arrivo Il
banner è graficamente curato e di facile lettura ma un po' scarno d'informazioni, soprattutto riguardo alla
programmazione. Mostra il numero e il nome del canale, il gruppo di appartenenza (tutti i canali o lista
preferita), la data e l'ora correnti, diverse icone e sigle che confermano la presenza di servizi come i sottotitoli
e il teletext, la codifica del segnale, la modalità e la risoluzione video (Mpeg, H.264, 5 76i, 1080i), la modalità
audio (Mpeg, Dolby Digital). La finestra che appare con il tasto i mostra anche la banda di trasmissione e la
sua larghezza, il transponder occupato (frequenza, modalità, ecc.), i codici PID video, audio e PCR, le barre
di intensità e qualità del segnale. La EPG non era disponibile nel prodotto fornitoci in anteprima da Nord Est
per i test ma sarà presente nell'aggiornamento firmware che sta per essere pubblicato su www.
nordestsnc.com. Registra su hard disk FAT e IMTFS Altro elemento di spicco del decoder NexPro 2012T HD
è la funzione di registrazione tramite memorie esterne Il pannello USB. E pur vero che il PVR si trova
comandi è ormai in moltissimi modelli, anche di composto da fascia ultraeconomica, ma in questo soli tre tasti
caso assume una maggiore valenza in che permettono virtù della presenza del tuner Mpeg-4 di accendere
che estende la possibilità di registrazioo spegnere ne anche ai canali in Alta Definizione il decoder e
(ovviamente solo se trasmettono in cambiare canale chiaro) e alla possibilità di utilizzare dispositivi, come gli
hard-disk portatili, formattati sia in FAT ( 16 o 32) sia in NTFS, ossia il file system di Windows XP, Vista e 7. Il
decoder NexPro 2012 HD può gestire anche i dischi con più partizioni, scegliendo di volta in volta quale
utilizzare non solo per le registrazioni ma anche per la riproduzione di foto e musica. Al pari di altri modelli,
l'apparecchio supporta anche gli hard-disk autoalimentati da 2,5 ", soliti prelevare la corrente necessaria al
loro funzionamento direttamente dalla porta USB del decoder. La registrazione avviene in modo diretto
premendo il tasto Record del telecomando e selezionando la durata predefinita (due ore modificabili a
piacimento) oppure tramite timer con programmazione manuale e si interrompe automaticamente al termine
del periodo indicato, all'ora stabilita dal timer oppure in qualsiasi momento con il tasto Stop (due volte). La
presenza di un solo tuner non consente di registrare contemporaneamente due diversi programmi, anche se
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Eurosat - N.218 - marzo 2011
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VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
appartenenti allo stesso multiplex, ma permette comunque di vedere un programma differente da quello in
corso di registrazione (sempre con il limite dello stesso mux). Se durante lavisionediun programma si ha la
necessità di rispondere al telefono o assentarsi per alcuni minuti, è possibile riprendere la visione più tardi
senza perdere alcuna scena attivando da menu la funzione Timeshift e premendo il tasto Pausa del
telecomando. Il successivo ripristino avviene con il tasto Play (differita) mentre con » e « ci si può spostare
all'interno di quanto registrato fino a quel momento per rivedere più volte una scena oppure "riallinearsi" al
punto "live" e proseguire così la visione in diretta. L'elenco delle registrazioni effettuate è accessibile da menu
(Rec&Media > Record Manager) o, più comodamente, con il tasto Media del telecomando. Possiamo
scegliere se riprodurle (tasto Ok), bloccarle da cancellazioni accidentali o proteggerne l'accesso tramite
password (verde), eliminarle definitivamente (blu) o rinominarle per ricordarle più facilmente (rosso). Nella
finestra sono mostrate anche le immagini in miniatura, la data e gli orari di inizio/fine registrazione, la durata
complessiva, il canale dal quale sono state effettuate e lo spazio occupato in megabyte. Durante la
riproduzione appare ai piedi del teleschermo un banner che contiene il nome del canale, la data e l'orario
correnti, il formato di registrazione utilizzato (TS o PS), la barra di avanzamento con il tempo totale, lo spazio
disponibile in %. A seconda del formato di registrazione scelto, i file vengono salvati sul dispositivo USB
(cartella ALIDVR) con estensione .ts (TS) o .mpg (PS) e sono facilmente riproducibili e convertibili con
numerosi applicativi, anche gratuiti come Windows Media Player o VLC Player. Mediaplayer per foto e
musica Il Mediaplayer integrato nel NexPro 2012T HD permette l'ascolto degli Mp3 e la visione delle foto
Jpeg ma non dei video MPG, AVI e DivX. La selezione dei file, la riproduzione e l'utilizzo delle varie
funzionalità di "contorno" (slideshow, ripetizione, playlist, ordinamento, ecc.) sono particolarmente semplici e
intuitive grazie alla barra di aiuto che appare ai piedi della finestra. La stessa contiene anche le anteprime
delle foto, la risoluzione nativa, la durata, lo spazio occupato e un rudimentale analizzatore di spettro che si
"muove" a ritmo di musica. Alla prima accensione 0 dopo un reset, è attivata la procedura di autoinstallazione
che richiede la selezione di nazione, lingua, risoluzione video, formato video e si conclude rapidamente con la
ricerca automatica dei canali La porta USB frontale accoglie dispositivi come Pen Drive e hard disk per la
riproduzione dei file multimediali, la registrazione dei programmi televisivi e l'aggiornamento del firmware. La
compatibilità è estesa anche agli HDD autoalimentati e formattati in NTFS
DA SEGNALARE LE NOSTRE IMPRESSIONI • Tuner DVB-T Mpeg-2/Mpeg-4 H.264 (SD/HD) • PVR Ready
e Timeshift via USB D Compatibile con file system FAT e NTFS Q Mediaplayer Jpeg/Mp3 • Uscite HD
Component e HDMI Q Dimensioni contenute • Display a LED D Zapping veloce D Codec AC3 assente B
Mediaplayer incompatibile \MPG/AVI/DivX Dati apparecchio in prova Versione SW: DVB-T v 1.9.0
(12/04/2010) Il NexPro 2012 T HD è uno zapper di nuova generazione che non si limita alla
videoregistrazione dei programmi, alla visione di foto ed all'ascolto degli MP3 ma che permette anche di
sintonizzare i canali in Alta Definizione, rigorosamente "free-to-air", con una qualità video e audio di tutto
rispetto. I canali HD si possono anche registrare su pennette e hard disk (sia in FAT che in NTFS) oppure, in
caso di brevi assenze, affidarsi all'utile e versatile Timeshift. Da sottolineare anche l'uscita Component (in
aggiunta alla porta HDMI e sempre in Alta Definizione), i tempi di reazione fulminei durante lo zapping e la
navigazione nel menu OSD, il display a LED. Potremmo definirlo un buon prodotto, anzi ottimo, se non fosse
per alcune pecche alle quali Nord Est ha comunque manifestato l'intenzione di porre rimedio al più presto. La
prima è la EPG che nell'esemplare testato era totalmente assente (ma nel nuovo firmware ci sarà); la
seconda è l'incompatibilità del Mediaplayer con qualsiasi file video; la terza è l'assenza del codec AC3 che
impedisce l'ascolto delle tracce audio Dolby Digital nei TV sprovvisti di decoder AC3 integrato. Il più grave è
senza dubbio quest'ultima visto che la traccia AC3 rappresenta, da alcune settimane, l'unica fonte audio per
le versioni HD di Canale 5 (LCN 505) e Italia 1 (506). Questo significa che entrambi i canali risultano
completamente muti a meno che il decoder venga collegato ad un TV di nuova generazione o ad un impianto
audio multicanale (sintoampli, all-in-one, ecc.) dotati di decoder Dolby Digital. Nord Est ci ha comunque
assicurato che anche questo problema è in fase di soluzione con un firmware ad-hoc che sarà disponibile
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Eurosat - N.218 - marzo 2011
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VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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entro breve. PER INFORMAZIONI Nord Est www.nordestsnc.com Tel. 0421/210527
La motherboard è estremamente miniaturizzata e ospita la CPU (al centro coperta dal dissipatore), il tuner
DVB-T (In alto a destra), il pannello comandi, il display, la USB e il LED bicolore (in basso). Il parco connettori
è collocato sia sulla motherboard (Cinch AV, HDMI) sia sul PCB visibile a sinistra e dedicato principalmente
all'alimentazione (S/Pdif, Scart). Assemblaggio ordinato e totale assenza di collegamenti volanti
Collegamenti possibili Il parco connessioni è decisamente più ricco di altri zapper e paragonabile a quello di
molti Common Interface/CAS, anche di tipo "combo". A partire da sinistra sono visibili le prese IEC RF (In per
il collegamento all'antenna centralizzata o portatile con possibilità di telealimentazione + 5 Vcc; Out per TV,
DVD-R e altri apparecchi con tuner terrestre); le uscite analogiche video (Composito e Com- ponent SD/HD max 1080i) e audio (stereo) tramite prese Cinch; la porta HDMI che fornisce sia il video (sempre fino a 1080i)
sia l'audio digitale; la presa Cinch che mette a disposizione l'audio digitale LPCM o Bitstream (S/Pdif
elettrico). Troviamo anche l'immancabile Scart da utilizzare con monitor, ripetitori di segnale, modulatori, Tv
rinunciando, però, ai benefici dell'Alta Definizione.
Il telecomando è robusto e compatto con i tasti di dimensioni adeguate, ben spaziati e disposti correttamente.
Non convincono, invece, le serigrafie, sia per l'eccessiva miniaturizzazione sia per il colore grigio che si
confonde con lo sfondo nero. In alto si notano i comandi del PVR e del Mediapiayer (con il tasto Ree
decentrato) mentre in basso quelli per l'accesso diretto alle funzioni multimediali, al timer e alla selezione del
formato video in uscita dalla HDMI (RES)
Dati tecnici dichiarati Ingressi antenna: Uscite antenna: 1, con possibilità di telealimentazione +5 Vcc 1
Frequenza di ingresso: 177,5-^226,5 MHz (VHF III), 474-^858 MHz (UHF IV/V) Canali memorizzabili: 1000
QPSK, 16QAM, 64QAM Modulazione: Decodifica video: Mpeg-2/Mpeg-4 AVC-H.264 - profili MP@ML,
[email protected], [email protected] Decodifica audio: Mpeg-1 layer 1 -2, PCM/HE-AAC 1.0 Formati HDTV compatibili: 720p
50 Hz, 1080Ì 50 Hz (via HDMI e Component) Formati SDTV compatibili: 576i (RGB, CVBS). 576p (HDMI,
Component) Connessioni Video: 1 Scart (CVBS Out, RGB Out), 1 Cinch (CVBS Out), 3 Cinch (Component
Out), 1 HDMI Connessioni Audio: 1 Scart e 2 Cinch (analogico stereo Out), 1 Cinch e 1 HDMI (digitale
elettrico S/Pdif Out - compatibile Dolby AC3) Modulatore RF: Presa RS232: Altre prese e slot: Teletext: No
No USB 2.0 (frontale) Integrato e disponibile su uscita video analogica (VBI) Altre funzioni: PVR Ready via
USB, Timeshift, Mediapiayer (Jpeg, Mp3), sintonia automatica/manuale, timer, autospegnimento, liste preferiti
(8), LCN, upgrade del firmware via USB, display a LED, giochi Alimentazione: 220-^240 Vac - 50/60 Hz
Consumo: 8 watt max (< 2 watt in stand-by) Dimensioni (LxAxP): 235x40x125 mm Peso: 560 g
Il display centrale a LED verdi (4 cifre/7 segmenti) indica il numero del canale, lo status operativo (avvio,
spegnimento, ecc.) e l'orologio (in standby). È affiancato dal sensore IR del telecomando ed accompagnato
da un LED bicolore (rosso/stand-by, verde/on) collocato nelle vicinanze del pannello comandi
Cinque modelli per ogni esigenza La serie di decoder NexPro comprende attualmente cinque modelli: 2012
HDT (oggetto del nostro test), 2012T PVR (DVB-T SD, PVR), 2012 MHP (DVB-T SD interattivo, CAS
Conax/lrdeto/ Nagravision), Micro MHP (come il precedente ma in un box con spina Scart snodabile), 2012
FTA (DVB-S SD, Blind Scan). I più interessanti saranno testati sui prossimi numeri di Eurosat.
25/03/2011
Eurosat - N.218 - marzo 2011
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Nintendo 3DS debutta il 25 marzo
Dopo aver rivoluzionato il mondo dei videogiochi grazie ai controlli touchscreen e di movimento, Nintendo si
prepara all'ennesima svolta epocale con il lancio di 3DS, la prima console portatile al mondo 3D che non
richiede l 'impiego di occhiali speciali Disponibile dal 25 marzo nelle versioni Nero Cosmo e Blu Acqua,
dispone di due schermi di cui uno touch-screen (inferiore) e uno 3D (superiore) con tecnologia lenticolare
dotato di controllo di profondità 3D che consente ai giocatori di selezionare l'effetto tridimensionale preferito
fino ad annullarlo completamente per la visione 2D. Oltre alla famosa croce direzionale e ai pulsanti di
controllo presenti anche sui modelli precedenti, Nintendo 3DS offre un Pad scorrevole per il controllo
completo dell'azione a 360gradigarantendolalibertà e la precisione necessarie per giocare in 3D. Il sensore di
movimento e il giroscopio integratipossono reagire al movimento e all'inclinazione della consolle, garantendo
al giocatore una risposta immediata nei giochi per Nintendo 3DS che supportano queste caratteristiche. Le
funzionalità StreetPass e SpotPass permettono di ricevere contenuti aggiuntivi (Mii, mappe di gioco, record di
punteggi) attraverso la tecnologia Wi-Fi (rete domestica o Hotspot pubblici) mentre le tre fotocamere
permettono di scattare fotografie, anche in 3D, e interagire con numerosi giochi e applicazioni preinstallati
(Caccia alla faccia, Contapassi, Diario, 3DS Sound, browser Internet). Tra marzo e giugno saranno disponibili
una trentina di titoli dedicati a 3DS come Pilotwings Resor, Nintendogs + Cats, Steel Diver, The Legend of
Zelda, Ocarina of Time 3D, Star Fox 64 3D, Kid Icarus: Uprising e nuovi episodi nelle serie Mario Kart, Animai
Crossing e Paper Mario. Su Nintendo 3DS possono anche essere utilizzate cartucce di gioco per Nintendo
DS (in 2D) e trasferiti i giochi scaricati da Nintendo DSi Shop e installati su DSi e DSi XL. www.nintendo3ds.it
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Videogames
24/03/2011
Key4Biz
Sito Web
Diego Piacentini (Amazon): 'Il nostro nuovo centro di distribuzione ci aiuterà ad assicurare a tutti i clienti
italiani la consegna della merce con la massima precisione e velocità'.
A soli quattro mesi dal lancio di Amazon.it, sito che offre una vasta scelta di libri, DVD, videogiochi, musica,
giocattoli, piccoli elettrodomestici, orologi ed elettronica a prezzi bassi e convenienti, la società annuncia la
prossima apertura del primo centro di distribuzione in Italia. Il centro di distribuzione avrà sede nel Nord Italia,
benché il gruppo non abbia ancora stabilito la località definitiva.
Amazon ha già cominciato la ricerca di persone da impiegare nel nuovo centro di distribuzione, che
permetterà anche di ampliare l'offerta ad articoli sportivi, scarpe, abbigliamento, attrezzi da giardinaggio,
articoli per la casa e prodotti di largo consumo. Il centro di distribuzione sarà operativo entro un anno, per
assicurare ai clienti italiani la disponibilità di milioni di prodotti in pronta consegna e un servizio veloce e
affidabile. Il nuovo centro logistico italiano è l'ultimo che va ad aggiungersi all'esistente network europeo di
Amazon.
"Siamo felici della positiva risposta da parte dei clienti italiani e del loro interesse per Amazon Prime, il
programma che garantisce la consegna gratuita in 2-3 giorni lavorativi al prezzo totale di 9,99 Euro l'anno. Il
nostro nuovo centro di distribuzione in Italia ci aiuterà ad assicurare a tutti i clienti italiani la consegna della
merce con la massima precisione e velocità", afferma Diego Piacentini, Senior Vice President International
Retail. "Abbiamo già iniziato le assunzioni per le posizioni di manager e responsabili di team e nei prossimi
mesi continueremo con tutte le funzioni necessarie all' operatività di un centro di distribuzione e logistica."
Amazon.it ha aperto a novembre 2010 e da allora il sito ha incrementato la propria offerta con oltre un
milione di prodotti. Amazon sta cercando un sito che garantisca l'accesso a un'ampia base di personale da
assumere e che offra un eccellente collegamento con le principali vie di trasporto.
VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 28/03/2011
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
A soli quattro mesi dal lancio di Amazon.it, sito che offre una vasta scelta
di libri, DVD, videogiochi , musica, giocattoli, piccoli elettrodomestici,
orologi ed elettronica a prezzi bassi e convenienti, la...
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