RIPETIZIONI CONSECUTIVE NEL GENOMA UMANO E MALATTIE NEURODEGENERATIVE V. De Fonzo1, E. Bersani1, F. Aluffi-Pentini2, T. Castrignanò1 e V. Parisi3 1 EuroBioPark, Univ. “Tor Vergata”, Via della Ricerca Scientifica, 00133 Roma 2Dip. di Metodi e Modelli Matematici, Univ. “La Sapienza”, Via Scarpa 16, 00161 Roma 3Dip. di Fisica, Univ. “Tor Vergata”, Via della Ricerca Scientifica, 00133 Roma È ormai comunemente noto che nel genoma umano sono presenti numerosi VNTR (ripetizioni consecutive, in numero variabile e quindi polimorfe, di sequenze uguali) di triplette; è anche comunemente noto che in molti casi un’espansione eccessiva delle ripetizioni di triplette causa numerose malattie del sistema nervoso (ad esempio Corea di Huntington e Distrofia Miotonica). Tali malattie presentano spesso fenomeni particolari e inspiegabili dalla genetica classica (ad esempio anticipazione genetica) e spiegati solo negli ultimi anni in un contesto battezzato “genetica dinamica”. Esistono inoltre casi di disordini genetici correlati con loci che presentano dei VNTR di sequenze più lunghe di tre basi (ad esempio qualche forma di Diabete e morbo di Creutzfeldt-Jakob). Per molte altre malattie ereditarie che presentano particolarità simili la causa è ancora ignota; solo in pochi casi l’insorgere di una malattia è stato associato all’insolito numero di ripetizioni in un gene ad essa correlato. Sulla base di tali fatti abbiamo selezionato varie malattie caratterizzate da somiglianze sospette con quelle per le quali l’espansione era già nota, effettuato uno studio sistematico su sequenze pubblicate di geni connessi con quelle malattie e abbiamo esaminato tutti i possibili tandem repeats (ripetizioni consecutive), all’interno e vicino a tali geni. A tale scopo abbiamo ideato un algoritmo per la ricerca di tandem repeats, realizzato un codice di calcolo corrispondente e lo abbiamo applicato estensivamente in maniera automatica alle sequenze di geni scelte. L’analisi ci ha portato all’identificazione di un gran numero di tandem repeats sia di triplette che di sequenze più lunghe; molti di essi sono sicuramente polimorfi, anche se non ci risultano essere già stati implicati nell’eziologia di malattie. Si noti che un tandem repeat per essere patogenico deve essere polimorfo, mentre il solo polimorfismo non è condizione sufficiente per dimostrare la connessione con la malattia ma è comunque un buon indizio. È ovvio che non si può dimostrare un polimorfismo sulla base della sola comparazione di sequenze quando non è disponibile un numero sufficiente di alleli sequenziati. Infatti abbiamo provato essere polimorfe solo due tra le sequenze esaminate. I risultati della nostra ricerca ci hanno indotto a formulare l’ipotesi che la causa di molte malattie con caratteristiche ancora non spiegate può essere attribuita all’espansione dei tandem repeats da noi evidenziati. Una tale ipotesi basata su tandem repeats di lunghezza generica costituisce una spiegazione semplice e unificante col fenomeno dell’espansione delle triplette.