Handout n. 15 Storia romana A Viglietti

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA
Anno accademico 2015/2016
Corso di laurea in Scienze storiche e del patrimonio culturale
Insegnamento di Storia romana A
Handout n. 15
N. NUMISMATICA ROMANA
1. Varrone, La lingua latina 5.183
Si era soliti, una volta, effetuare pagamenti pesando il bronzo per mezzo di una bilancia (trutinam).
Traccia di questo uso rimane nel tempio di Saturno, perché esso possiede ancora oggi una bilancia usata
per la pesatura. Dalla parola aes deriva il vocabolo aerarium.
2. Gaio, Istituzioni 1.122
La forza e l’autorità del loro denaro non erano poste nel numero ma nel peso. […] Chi dava denaro, un
tempo, non lo contava, ma lo pesava.
3. Varrone, La lingua latina 5.169
L’asse era del peso di una libbra.
4. Legge delle XII tavole 8.4
Se uno ha arrecato una lesione [di minore entità], subisca la pena di venticinque assi.
5. Cicerone, Lo Stato 2.16
Romolo riduceva all’obbedienza con l’infliggere multe espresse in pecore e buoi […] e non già con la
violenza e con i supplizi.
6. Aulo Gellio, Notti attiche 11.1.2
Una multa chiamata suprema, la più elevata, consisteva in due pecore e trenta buoi al giorno […].
Successivamente, con la legge Aternia [454 a.C.] fu stabilito che gli ovini dovevano essere del valore di
dieci assi di bronzo e i bovini di cento.
7. Plinio il Vecchio, Storia naturale 33.42-46 passim
a- Il secondo crimine fu commesso da colui che per primo coniò un denario d’oro, e anche questo
misfatto ci sfugge, restando sconosciuto il suo autore. Il popolo romano non usò neanche moneta
d’argento, prima della vittoria sul re Pirro. L’asse era pesato ad una libbra [327 g]; per questo motivo
[…] ancor oggi nei conti si usano termini come expensa ‘spesa’ [da expendere ‘pesare’] […], e anche
stipendia ‘stipendi’ militari, come a dire stipis pondera ‘pesi di una quantità di metallo’ […].
b- Il re Servio Tullio [578-534 a.C.] per primo coniò il bronzo (signavit aes). Timeo [fine IV/inizi III
secolo a.C.] racconta che prima a Roma si utilizzava il bronzo informe (aes rude). Esso fu contrassegnato
con il marchio di animali (nota pecudum) e da ciò trae origine la parola ‘denaro’ (pecunia) […]. L’argento fu
coniato nel 485° anno di Roma, sotto il consolato di Quinto Ogulnio e Gaio Fabio, cinque anni prima
della prima guerra punica [269 a.C.]. Si stabilì che un denario (denarius) d’argento equivalesse a dieci
libbre di bronzo, un quinario d’argento a cinque, un sesterzio a due libbre e mezzo.
c- Il peso dell’asse, che equivaleva ad una libbra, fu ridotto dapprima a causa della guerra punica,
allorché lo Stato non riusciva a sostenere le sue spese, e si decise che gli assi fossero coniati con peso
sestantario [1/6 di libbra]. Così si ottenne un lucro di 5/6 e il debito fu estinto. Il contrassegno di
questo asse fu da una parte Giano bifronte, dall’altra il rostro di una nave […]. Poi, sotto l’incalzare di
Annibale, al tempo della dittatura di Quinto Fabio Massimo [217 a.C.] furono prodotti degli assi del
peso di un’oncia [1/12 di libbra] (…). I contrassegni delle monete d’argento furono bighe e quadrighe
[…]. Infine con la legge Papiria [ca.89 a.C.] gli assi furono prodotti semunciali [del peso di 1/24 di
1
libbra]. Livio Druso, mentre era in carica come tribuno della plebe [91 a.C.], fece mescolare all’argento
un’ottava parte di bronzo.
8. Macrobio, Saturnali 1.7.22
Avendo Giano per primo coniato moneta, in questo conservò la deferenza nei riguardi di Saturno:
poiché quegli era giunto su una nave, fece imprimere da una parte l’effigie della sua testa, dall’altra una
nave, in modo che perpetuasse il ricordo di Saturno tra i posteri. Si intende anche oggi che così il
bronzo fosse stato contrassegnato grazie al gioco dei dadi, quando i fanciulli, gettando in aria le monete
gridano «testa o nave» (capita aut navia) a testimonianza dell’antichità di questo divertimento.
9. Livio, Periocha 11
Furono dedotte le colonie di Castrum, Sena, Hadria. Allora furono per la prima volta creati i triumviri
capitali.
10. Pomponio, in Digesto di Giustiniano 1.2.28
Nello stesso periodo furono costituiti i quattuorviri che gestivano la cura delle vie, i triumviri monetali
che fondevano il bronzo, l’argento e l’oro e i triumviri capitali che presiedevano alla vigilanza del
carcere.
11. Strabone, Geografia 4.3.2 (età di Augusto)
“(I Romani) sfruttano Lugdunum come emporio e i governatori romani fanno là coniare anche le
monete d’argento e d’oro”.
12. Cassio Dione, Storia di Roma 60.22.3
“Avendo in odio la memoria di Gaio (Caligola), il senato stabilì di fondere tutte le monete in bronzo
che recavano impressa la sua immagine”.
13. Tacito, Annali 1.17
“Il servizio militare è di per se stesso faticoso e non rende nulla: l’anima e il corpo si valutano dieci assi
al giorno e con questi bisogna pagare i vestiti, le armi, le tende, nonché comprare la violenza dei
centurioni e l’esenzione da qualche fatica”.
14. Svetonio, Vita di Domiziano 7
“Domiziano aggiunse una quarta rata di tre aurei (=75 denarii) alla paga dei soldati”.
15. Svetonio, Vita del Divo Gulio 50
“Ma più di ogni altra donna, Cesare amò Servilia, la madre di Marco Bruto, per la quale, durante il suo
primo consolato, aveva acquistato una perla del valore di sei milioni sesterzi”.
16. Plinio il Vecchio, Storia naturale 33.47
“Più tardi si stabilì di coniare 40 denari per una libbra (ca. 327 g) d’oro, ma poco a poco gli imperatori
diminuirono il peso e recentissimamente Nerone ne ha fatti produrre 45 per libbra”.
SCHEMA RIASSUNTIVO DELLA STORIA DELLA MONETAZIONE ROMANA
DALLE ORIGINI AL TARDO III SECOLO D.C.
1. Dall’età arcaica alla fine della repubblica
VIII-IV secolo a.C.: L’ as ‘asse’ è l’unità astratta di valore impiegata, a Roma, per stimare il prezzo dei beni
scambiabili, il valore dei premi e delle imposte e, almeno dal VI secolo a.C., le proprietà dei cittadini. Tale unità
di valore si concretizzava tradizionalmente in 1 libbra (ca. 327g) di bronzo.
Dal V secolo a.C.: Arieti e buoi rappresentano lo strumento di pagamento delle ammende, ma sono attestate
parallelamente anche multe espresse in bronzo.
2
ca.330: Apparizione dei lingotti romani contrassegnati con un ramo e, poi, con Pegaso/Aquila, a legenda
ROMANOM
320-310: Inizio delle emissioni romano-campane (argento e bronzo), destinate all’Italia meridionale e lì
prodotte.
289-285 a.C.: Istituzione dei tresviri monetales. Possibile nascita della moneta numerata ad uso dei Romani, per ora
solo in bronzo. Fine dell’impiego della moneta a peso; tuttavia l’asse, prodotto in forma lenticolare e per mezzo
della tecnica della fusione, continuerà a pesare per alcuni decenni una libbra (ca.327 g).
Monetazione bronzea: as (segno di valore I): unità di valore. Al D/ Testa di Giano.
semis (segno di valore S) = 1/2 asse. Al D/ Testa di Giove.
triens (segno di valore ••••) = 1/3 di asse. Al D/ Testa di Minerva.
quadrans (segno di valore •••) = 1/4 di asse. Al D/ Testa di Ercole.
sextans (segno di valore ••) = 1/6 di asse. Al D/ Testa di Mercurio.
uncia (segno di valore •) = 1/12 di asse. Al D/ Testa di Bellona.
Tutte le monete presentano al R/ una prua di nave.
Queste tipologie resteranno immutate fino alla fine dell’età repubblicana.
269 a.C.: Apparizione della moneta in argento ad uso dei Romani: denario, quinario e sesterzio. La moneta
d’argento è sempre prodotta con la tecnica della coniazione.
Monetazione argentea: denarius (segno di valore X), peso g 4,5 = 10 assi di bronzo
quinarius (segno di valore V), peso g 2,3 = 5 assi di bronzo
sestertius (segno di valore IIS), peso g 1,2 = 2 1/2 assi di bronzo
Inizialmente il denario e i suoi sottomultipli presentano al D/ la testa di Roma
elmata e al R/ i Dioscuri al galoppo.
ca. 220: Inizio della produzione del vittoriato in argento (peso 3,4g), finalizzato agli scambi con Illiri, Celti del
nord Italia e meridione italiano. A Roma il suo valore era di 3/4 di denario.
218 a.C.: Riduzione sestantaria dell’asse (1 asse pesa ca. 54 g), ora prodotto con la tecnica della coniazione.
Produzione della prima moneta in oro.
217-216 a.C.: Riduzione unciale dell’asse (1 asse pesa ca. 27 g). Contemporanea produzione del quadrigato in
argento (peso 6,7g) per Italia meridionale e Sicilia.
ca.140 a.C.: Ritariffazione del denario, che ora vale 16 assi. Il segno di valore è XVI o *.
1 denario = 2 quinari = 4 sesterzi = 16 assi.
ca.101: Produzione di nuovi vittoriati, ora ad uso dei Romani, di valore corrispondente ad un quinario (1/2
denario).
ca. 89 a.C.: Riduzione semunciale dell’asse (1 asse pesa ca. 14 g)
ca. 84: Cessa (temporaneamente) la produzione della moneta in bronzo
44 a.C.: Ius imaginum a Cesare
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2. Da Augusto a Carino (27 a.C.-285 d.C.)
ORO
Aureo: pesa sotto Augusto (27 a.C.-14 d.C.) 7,7g (42 esemplari per una libbra d’oro. Quantità di fino al 98%).
- Dall’età di Nerone (54-68 d.C.) si producono 45 aurei per libbra. Il peso scende a 7,2g.
- Sotto Caracalla (198-217 d.C.) si producono 50 aurei per libbra. Il peso scende a 6,5g.
- Nell’età di Valeriano e Gallieno (253-268 d.C) si producono 60 aurei per libbra (o più) con una quantità
di fino del 93%. Il peso scende a 5,4g (o meno).
- Aureliano (270-275 d.C.) ripristina il peso dell’aureo a 1/50 di libbra.
Quinario: pesa originariamente 3,9g corrisponde a 1/2 aureo. Fu emesso molto raramente.
ARGENTO
Denario: pesa sotto Augusto 3,9g (84 esemplari per una libbra d’argento. Quantità di fino al 98%). Corrisponde
al valore di 4 sesterzi.
- Dall’età di Nerone si producono 96 denari per libbra, ed il peso scende a 3,4g. La percentuale di
metallo fino fu ridotta al 93%.
- Sotto Commodo (180-192 d.C.) la percentuale di argento nel denario è del 73/74%. Sotto Settimio
Severo (dal 197 d.C.) del 50/51%. Il peso resta piuttosto costante.
- Sotto Caracalla è introdotto un nuovo nominale, l’antoniniano il cui valore dovrebbe
corrispondere o a quello di 2 denari, o a quello di 1 denario e 1/2, del peso di 1/64 di libbra (5,1g) e
con meno del 50% di argento. Nel 250 d.C. la quantità di fino è ancora del 30/40%, nel ca.260
scende al 5%.
- Aureliano introduce l’aurelianianus, tipologicamente simile all’antoniniano, una moneta in rame col
4,5% di argento del peso di 4,2g (1/84 di libbra).
Quinario: pesa 1,9g, corrisponde a 1/2 denario. Fu emesso molto raramente.
ORICALCO
Sesterzio: pesa 27,3g (12 esemplari per una libbra di oricalco). Corrisponde al valore di 4 assi. Il suo peso non
scenderà mai al di sotto dei 20g. Sparirà dalla circolazione intorno al 263 d.C.
Dupondio: pesa 13,6g, corrisponde a 1/2 sesterzio. Fu emesso solo da alcuni imperatori
RAME
Asse: pesa 11g. Sparirà dalla circolazione intorno al 263 d.C.
Semisse: pesa 5,5g, corrisponde a 1/2 asse. Fu emesso molto raramente.
Quadrante pesa 3,1g, corrisponde a 1/4 di asse. Fu emesso raramente.
Il sistema originario di corrispondenze tra monete in età imperiale è:
1 aureo=25 denari=100 sesterzi=400 assi
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