Scheda tratta da Mauro Natale, catalogo dei dipinti, Milano 1982
Giovanni Battista Tiepolo
Venezia, 1696 – Madrid, 1770
Allegoria della Fortezza e della Sapienza
Olio su tela; 35,5x30 cm (n. inv. 308)
In buono stato di conservazione malgrado lievi usure sugli incarnati e minuti ritocchi in alto al centro, questa
tela fu acquistata da G. Bertini nel 1898 per 1500 lire (Archivio del Museo Poldi Pezzoli, faldone 14/a).
Essa rappresenta le figure allegoriche della Fortezza, che, impugna una lancia, e della Sapienza, che con
una mano sostiene una lampada, e costituisce l'unico progetto pittorico fino ad oggi noto di un motivo
proposto da Giovanni Battista Tiepolo a due riprese, in decorazioni di soffitti.
L'esemplare più aderente al modello è quello su tela (479x251 cm) già in Palazzo Caiselli a Udine e oggi
conservato nel Museo Civico di quella città (1740-1743 circa: Frimmel, 1909, pp. 25-30; Molmenti, 1909, p.
149; Lorenzetti, 1951, pp. 81-83, n. 61; Morassi, 1962, p. 52; Rizzi, 1980, p. 133, n. 67), che include in alto e
in basso le figure della Fama e della Perfidia.
L'elaborazione immediatamente successiva, sviluppata in senso orizzontale, è costituita dalla grande tela
(280x420 cm) eseguita nel 1744-1745 per il palazzo di Pietro Barbarigo a Santa Maria Zobenigo in Venezia,
oggi conservata a Ca' Rezzonico (n. inv. 2258: nota di pagamento di 680 ducati a favore del pittore negli
archivi Barbarigo al Museo Correr; Lorenzetti, 1936, p. 28; Pignatti, 1960, p. 331; Morassi, 1962, p. 55).
Più libere interpretazioni dello stesso tema allegorico sono infine l'affresco già a Villa Cordellina a
Montecchio Maggiore, attualmente al Museo Civico a Vicenza (1743: Morassi, 1962, p. 29) e quello in
Palazzo Gallarati Scotti a Milano, per il quale A. Morassi (1962, p. 26) ha proposto una data d'esecuzione
prossima al 1740. J. Breck (1913, p. 12) aveva inoltre supposto che lo studio più antico per questa serie di
decorazioni fosse un bozzetto ad olio conservato al Metropolitan Museum of Art a New York (n. inv.
07.225.297: tela, 53,3x40 cm) che mostra analogie tematiche e qualche similitudine di composizione, ma di
cui F. Zeri (Italian Paintings.... 1973, pp. 66-67) ha recentemente ribadito l'attribuzione a Giovanni Domenico
Tiepolo.
La tela del Poldi Pezzoli, la cui autografia è stata unanimemente riconosciuta dagli studiosi, rivela un
rapporto tra dimensione delle figure e formato del supporto ricorrente nei disegni di Giovanni Battista, ma
piuttosto inconsueto nei bozzetti dipinti, che abitualmente includono tutti gli elementi essenziali della
composizione finale. Non è quindi da escludere che il dipinto del museo milanese, eseguito con finitezza e
vigore, sia il frammento superstite di un progetto pittorico più ampio.
Bibliografia aggiornata al 2012
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P. Molmenti, Tiepolo. La sua vita e le sue opere, Milano 1909, p. 149.
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