Finito di scrivere nell’Aprile 2007
SIMONE PAOLINI
IL PROCESSO DI NORIMBERGA
(NOVEMBRE 1945 – OTTOBRE 1946)
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“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”
Primo Levi
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Norimberga oggi.
Ad oggi, la città di Norimberga conta circa 500.000 abitanti. Come grandezza è la
seconda città della Baviera.
La città è situata sulle rive del fiume Pegnitz che nasce a circa 80 Km a nord-est della
città e l’attraversa da est a ovest per circa 14 km per poi congiungersi, pochi Km a
nord della città di Furth con il fiume Rednitz per formare il Regnitz.
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INTRODUZIONE
Quando ci riferiamo ad eventi che hanno segnato la storia dell’umanità, ci capita
spesso di ricordare tali eventi perché associamo ad essi un nome di una città, di una
persona o di un luogo particolare a cui sono legati. Questo vale anche per situazioni
diverse, come ad esempio, quando dobbiamo fare riferimento ad una legge. Basti
pensare che proprio le leggi, assumono quasi sempre, la caratteristica di essere
identificate in base a chi le ha proposte e mai in base al loro numero o in base
all’anno della loro promulgazione (es: “legge Bossi-Fini” e non Legge 30 Luglio
2002 n. 189). Ebbene, questo discorso vale anche per eventi storici di grandissima
importanza. Pensiamo, per esempio, al nome di Waterloo che non salta alla memoria
per essere una ridente cittadina belga ma per essere stata teatro di una delle più
significative sconfitte di Napoleone.
Quindi, quando si pronuncia la parola “Norimberga”, non si può non associare il
nome di questa città della Baviera ad uno degli eventi che hanno segnato la storia
mondiale, proprio per l’abitudine, a cui prima accennavo, di identificare un evento in
base al luogo in cui si è svolto o in base a coloro che lo hanno realizzato.
Il 14 Novembre del 1945 si aprì nel Tribunale di Norimberga il processo ai più alti
dignitari del Terzo Reich, un processo che avrebbe cambiato la storia del mondo e
avrebbe inaugurato un modo nuovo di intendere il diritto penale internazionale. Un
evento, che ancora oggi, suscita discussione e diventa, alla luce dell’entrata in vigore
dello statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, di estrema e assoluta
attualità.
Il Tribunale di Norimberga dal punto di vista del diritto internazionale fu una grande
novità, che ovviamente come tutte le grandi novità suscitò e suscita tutt’ora dubbi e
perplessità sulla sua legittimità. Ancora oggi ci domandiamo se tale Tribunale fosse
legittimo oppure no, quello di cui siamo certi, è che quel Tribunale, ha contribuito e
forse ha segnato un passo decisivo nello sviluppo delle coscienze umane, perché al di
là di ogni perplessità giuridica sulla legittimità di tale tribunale, non si può negare
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l’importanza storico sociale che tale evento ha avuto e continua ad aver sulle
generazioni future.
Quello che leggerete nelle pagine successive non vuole essere un’analisi tecnica del
processo, ma vuole essere un invito a pensare e a riflettere, sugli enormi crimini che
durante il Nazismo vennero perpetrati in tutta Europa e soprattutto, vuole essere un
invito a far si che l’ignoranza di oggi sia combattuta, per non produrre gli errori
dell’ignoranza di ieri.
“L’istruzione è pericolosa. Ogni persona istruita è un nemico futuro” (Hermann
Goring - Feldmaresciallo del Reich e fondatore della Gestapo – condannato a morte
a Norimberga)
S.P
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Capita spesso, ogni qual volta ci sorga il dubbio, di domandarsi perché un luogo
piuttosto che un altro. E’ capitato altre volte, di soffermarsi a pensare, ma per quale
motivo e per quale dannatissima ragione hanno scelto questo piuttosto che quell’altro
posto. Pensate ai Trattati internazionali; quante volte abbiamo sentito alla televisione
o sui giornali parlare del Trattato di Roma o di quello di Maastricht o addirittura del
famosissimo Trattato di Vienna, e mai nessuno si è posto la domanda: perché quel
posto? Non ci credo. Bene, a questo punto cercheremo di sfatare il mistero
Norimberga, sì perché anche qui le opinioni sono diverse e ovviamente alcune
strampalate. Cercherò in breve di spiegarvi i veri motivi per i quali Norimberga sia
stata la città prescelta per celebrare un evento così importante.
Ufficialmente fu il giudice federale americano Robert H. Jackson a consigliare
Norimberga come sede del processo, i russi al contrario, avrebbero voluto celebrarlo
a Berlino. Il motivo principale fu un motivo prettamente simbolico, infatti,
Norimberga era stata tristemente famosa per aver dato il nome alle terribili leggi
razziali del 19351. Questo è sicuramente uno dei motivi per i quali fu scelta questa
città. Altri due, però, furono i motivi meno simbolici che fecero si che la scelta
ricadesse su Norimberga. Uno di questi era dato dal fatto che la città era situata nel
settore americano (a quell’epoca, la Germania era divisa in 4 settori controllati dalle
nazioni vincitrici), mentre l’altro motivo era semplicemente la constatazione,
abbastanza elementare, del fatto che Norimberga era l’unica città della Germania ad
avere ancora una costruzione abbastanza grande (risparmiata dai bombardamenti) in
grado di contenere un evento di tale portata, inoltre, il Tribunale di Norimberga aveva
annessa anche una grande prigione dove ovviamente vennero “parcheggiati” gli
imputati in attesa di giudizio.
Norimberga, quindi, non è solo una città. E’ una svolta. Una svolta per la storia, una
svolta per il diritto internazionale, una svolta per le coscienze. Dopo Norimberga,
sentiremo parlare di Tokyo (crimini di guerra in Giappone), di Aia (crimini di guerra
nella ex Jugoslavia) e di Arusha (genocidio nel Ruanda). Tutti tribunali militari che
Vennero promulgate il 15 settembre del 1935. Sono leggi scritte per difendere la razza tedesca e
dettavano il comportamento da adottare nei confronti degli ebrei.
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verranno ricordati nei secoli con la speranza che siano stati di insegnamento per le
generazioni future.
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Quattro furono i capi d’accusa di cui gli imputati dovettero rispondere.
1) Piano di cospirazione:
le persone di sangue tedesco formano una “razza speciale”. La Germania ha il diritto
di assoggettare, dominare sterminare altre razze o popoli.
Il piano di Hitler è la conquista del potere assoluto e per fare ciò egli abolisce la
libertà personale, di parola, di stampa, d’associazione e di riunione. L’obiettivo
primario è la guerra di aggressione, quindi, la prima operazione da fare, è la
distruzione del Trattato di Versailles2 e le sue restrizioni sull’armamento. Altro
obiettivo, è la conquista dei territori perduti nella prima guerra e occupati
prevalentemente da tedeschi di razza3.
2) Crimini contro la pace:
stabiliscono le guerre d’oppressione che colpirono la pace, ovvero, le guerre contro:
Polonia, Inghilterra, Francia, Danimarca, Norvegia, Belgio, Olanda, Lussemburgo,
Jugoslavia, Grecia, Russia e Usa.
3) Crimini di guerra:
ci si riferisce ai casi circostanziati dei delitti di guerra.
4) Crimini contro l’umanità:
ovvero, tutte le uccisioni e le deportazioni, di tutti coloro che erano o che si
supponeva fossero ostili al partito Nazista, commessi nei territori occupati, nel
periodo che va dal 1 Settembre 1939 all’8 maggio 1945.
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Stipulato dopo la fine della I Guerra mondiale, tra le altre cose, prevedeva il disarmo della Germania.
Questo avverrà con l’invasione dell’Austria e della Cecoslovacchia.
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Gli imputati al Processo di Norimberga furono 24, ma solo 21 vennero processati.
Vennero inoltre processate alcune delle più importanti Organizzazioni del Reich.
- Hermann Göring: numero due del Reich, il personaggio più importante del
nazismo presente al processo. Come ministro dell’interno della Prussia istituì il
“Gheime Staatpolizei” che successivamente divenne la Gestapo4. Dopo il
successo nelle elezioni del ’30 venne nominato Presidente del Reichstag,
quindi Feldmaresciallo, comandante della “Luftwaffe”.
- Karl Donitz: grande ammiraglio, servì come comandante nella campagna
degli U-Boot nazisti durante la seconda guerra mondiale.
- Hans Frank: avvocato dal 1939 fu Governatore della Polonia controllata dai
nazisti.
- Wilhelm Frick: ex ministro degli interni del Reich.
- Hans Fritzsche: giornalista; dal maggio 1993 direttore delle informazioni
presso il servizio stampa del ministero della propaganda. Era il “fantasma” del
suo superiore, Goebbels, il ministro della propaganda del Reich.
- Walter Funk: ministro dell’economia del Reich e dal 1939 presidente della
Deutsche Reichsbank (Banca centrale del Reich).
- Rudolf Hess: dal 1933 fu il vice ed il segretario del Fuhrer presso il partito
nazista.
- Alfred Jodl: generale di corpo d’armata. Capo delle operazioni militari e
consulente di Hitler.
- Ernst Kaltenbrunner: capo dei servizi di sicurezza del Reich.
- Wilhelm Keitel: capo di stato maggiore delle forze armate.
- Konstantin Von
Neurath:
primo ministro degli esteri di Hitler e poi
protettore del Reich per la Boemia e la Moravia.
- Franz Von Papen:
vicecancelliere nel primo Gabinetto Hitler del 1933,
successivamente ambasciatore a Vienna ed Ankara.
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Potente polizia segreta del regime.
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- Erich Reader: comandante supremo della marina militare.
- Joachim Von Ribbentrop: dal 1938 al 1945 ministro degli esteri del Reich,
fu protagonista del patto Nazi-Sovietico del 19395, i cui protocolli segreti
fissavano la spartizione dell’Europa centro orientale tra Germania e Unione
Sovietica.
- Alfred Rosenberg: ministro del Reich per le zone di occupazione nell’Europa
orientale.
- Fritz Sauckel: procuratore generale di Hitler come responsabile per i lavori
forzati in Germania di manodopera straniera.
- Hjlmar Schact:
banchiere, presidente della Reichsbank e ministro
dell’economia.
- Baldur Von Schirach: ex capo della gioventù hitleriana e Governatore del
distretto di Vienna.
- Arthur Seyess-Inquart:
avvocato, Governatore del Reich per i territori
occupati nei Paesi Bassi.
- Albert Speer: architetto, ministro del Reich per l’armamento e le munizioni.
- Julius Streicher: insegnante elementare, fu il violento propagandista della
persecuzione degli ebrei. Nel 1923 fondò il settimanale “Der Sturmer”.
Mancavano inoltre all’appello:
- Robert Ley;
- Martin Bormann;
- Gustav Krupp.
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Conosciuto anche come patto Molotov-Ribbentrop.
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I grandi assenti:
- Hitler;
- Goebbels;
- Himmler.
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I giudici che presero parte al processo di Norimberga, rappresentavano, come già
detto, le potenze vincitrici della guerra.
Erano in tutto, otto: quattro titolari e i loro relativi sostituti.
Per la Gran Bretagna: Lord Geoffrey Lawrence (avvocato e magistrato);
Per gli Stati Uniti: Francis Biddle (procuratore generale);
Per l’Unione Sovietica: Nikicenko (Generale);
Per la Francia: Henri Donnedieu de Vabres (Prof. alla facoltà di giurisprudenza di
Parigi e criminologo).
Curiosita’
Lo Statuto del Tribunale di Norimberga non prevedeva particolari obblighi per
quanto riguardava l’abbigliamento dei giudici. Quindi, ognuno, scelse liberamente la
tipologia d’abito da indossare. I francesi ad esempio, scelsero la toga nera chiusa con
una sciarpa bianca; gli inglesi e gli americani, optarono per la sola toga; mentre i
giudici sovietici scelsero l’uniforme militare.
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Per gli Usa: Robert Jackson;
Per la Gran Bretagna: inizialmente “Sir David Maxwell – Fyfe”, successivamente
sostituito da “Sir Hartley Shawcross”;
Per l’ Urss: Generale Rudenko;
Per la Francia: Francoise de Menthon (sostituito da Champetier de Ribes).
Da segnalare che nel sistema accusatorio adottato a Norimberga, il PM non è
organico al Tribunale ma è un “elemento del processo, e si trova sullo stesso piano
della difesa, questo gli conferisce un’importanza superiore.
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NORIMBERGA:
IL SENSO DELLA LEGALITA’
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John Fitzgerald Kennedy una volta disse: “Perdona i nemici ma non dimenticare mai
i loro nomi”.
E’ il 20 Novembre del 1945, ore 10.00 del mattino, e nella sala 600 del Palazzo di
Giustizia di Norimberga situato nella Further StraBe sta per iniziare il “processo del
secolo”.
La Corte è composta da un giudice per ogni Stato vincitore. Presiede la Corte il
giudice britannico Lord Geoffry Lawrence. Ventuno imputati, ventuno nomi, ventuno
nazisti, dovranno difendersi dai seguenti capi di accusa:
- piano di cospirazione;
- crimini contro la pace;
- crimini di guerra;
- crimini contro l’umanità.
Primo colpo di scena: gli avvocati difensori presentano alla Corte un’istanza, essi
sostengono che questo processo non si può fare. E’ illegale. Contrasta, infatti, con i
principi
giuridici nulla poena sine lege e nullum crimen sine lege. La prima
impressione, in effetti, e’ che gli avvocati abbiano ragione. Non c’è infatti nessun
Trattato che consente di considerare la guerra ingiusta, un crimine punibile dalla
legge. La Corte si ritira per decidere sulla fondatezza di tale istanza.
Il 21 Novembre 1945, il Tribunale respinge l’istanza, in quanto mette in discussione
la legittimità della Corte e quindi contrasta con l’art. 3 dello Statuto6.
Sono le 10.00 del 21 novembre 1945 e la Corte chiede agli imputati di dichiararsi
“guilty or not guilty”…..”schuldig oder nicht schuldig”…”colpevoli o non
colpevoli”. Tutti gli accusati risposero: non colpevoli. Ha inizio il processo.
Statuto creato con l’accordo di Londra del 8 Agosto del 1945,accordo con il quale le potenze vincitrici
(Usa , GB, Urss, Francia) decisero di perseguire e punire i principali crimini di guerra dell’Asse Europeo.
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Dichiarazione d’apertura del procuratore americano Jackson
“Grazie vostro onore! Il privilegio di inaugurare, per la prima volta nella storia, un
processo per crimini contro l’umanità, impone gravi responsabilità. I crimini che ci
apprestiamo a condannare e punire,
sono stati così premeditati, hanno avuto conseguenze così nefaste e rovinose, che la
civiltà non può ignorarli, perché non potrebbe sopravvivere se tutto ciò si ripetesse.
Che quattro grandi potenze esaltate dalla vittoria, e profondamente ferite, frenino
ogni proposito di vendetta e scelgano di sottoporre i loro nemici, ora prigionieri, al
giudizio della legge, è uno dei più grandi tributi che la Forza abbia mai pagato alla
Ragione”.
Il procuratore inoltre aggiunge: “Questo processo rappresenta lo sforzo di quattro fra
le nazioni più potenti del mondo, supportate da altre diciassette, di ricorrere al diritto
internazionale per far fronte alla più grande minaccia della nostra epoca, la guerra di
aggressione. Il mondo esige che la legge non si limiti alla semplice punizione dei
crimini comuni commessi dai personaggi minori. La legge deve colpire allo stesso
modo coloro che detenevano il potere e che ne fecero un uso deliberato e concertato,
innescando una catena di atti criminali che non ha risparmiato nessun angolo della
terra. Di tale importanza è il processo che le Nazioni Unite presenteranno a vostro
onore”. Continua Jackson: “L’importanza di questo processo è data dal fatto che i
prigionieri rappresentano influenze sinistre che rimarranno sopite nel mondo molto
tempo dopo che loro stessi saranno ritornati polvere. Noi dimostreremo che questi
uomini sono simboli viventi degli odi razziali, del terrorismo e della violenza,
dell’arroganza e della ferocia del potere. Sono gli emblemi di un nazionalismo e di un
militarismo violento, degli intrighi e delle guerre che hanno gettato l’Europa nel caos,
generazione dopo generazione, sterminandone gli uomini, distruggendone le case e
rendendola più povera. Si sono identificati a tal punto nei loro compiti, che un atto di
compassione verso di loro equivarrebbe a decretare un trionfo e un atto di assenso nei
confronti dei crimini cui i loro nomi sono legati. Il mondo civile non può scendere a
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compromessi con tendenze sociali che ritroverebbero vigore se noi trattassimo in
modo equivoco o indeciso questi uomini in cui tali tendenze ancora sopravvivono.
Ciò che questi uomini rappresentano, lo spiegheremo con pazienza e lentamente. Vi
forniremo le prove inoppugnabili di azioni inimmaginabili. Nella lista dei loro
crimini non manca nessun atto che possa essere concepito da un orgoglio e da una
ferocia patologici, e dal desiderio sfrenato del potere. Non era mai accaduto fino a
oggi nella storia del diritto che si tentasse di esaminare nell’ambito dello stesso
processo un intero decennio, un intero continente e prendendo in considerazione un
insieme di paesi e un numero incalcolabile di uomini e di fatti. Malgrado l’enormità
del compito, il mondo intero pretende dei provvedimenti immediati”.
A chi prospettò l’idea di far si che un tale Tribunale dovesse essere composto da
tedeschi il procuratore rispose: “Esiste una differenza fondamentale tra la posizione
dell’accusatore e quella dell’imputato, differenza che screditerebbe il nostro compito
se noi mancassimo di mostrarci, anche per le questioni di minore importanza, giusti e
moderati. Purtroppo la natura di questi crimini è tale per cui l’accusa deve essere
condotta, e il verdetto emesso, dalle nazioni vincitrici. La portata mondiale degli atti
d’aggressione compiuti da queste persone ha consentito a pochi paesi di rimanere
veramente neutrali. Per questo motivo, o sono i vincitori a giudicare i vinti, o bisogna
lasciare ai vinti il compito di giudicarsi da soli. Dopo la prima guerra mondiale
abbiamo sperimentato l’inefficacia di questa seconda soluzione.
Non dovremo mai dimenticare che sulla base degli avvenimenti per cui oggi
giudichiamo gli imputati, la Storia giudicherà noi stessi. Offrire in questo momento, a
queste persone, un calice avvelenato, significa berlo noi stessi. Dobbiamo dare prova,
nello svolgimento del compito che ci è stato affidato, di un’obiettività e di un’onestà
intellettuale tali che questo processo venga ricordato dalle generazioni future per aver
dato piena risposta alle esigenze di giustizia dell’umanità. Se questi uomini sono i
primi capi supremi di una nazione vinta in guerra a essere giudicati dalla legge, sono
anche i primi cui è stata data la possibilità di difendere la propria vita davanti ad una
corte. Lo statuto di questo Tribunale, che permette a costoro di difendersi, è anche la
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loro sola speranza. Nonostante l’opinione pubblica abbia già condannato le loro
azioni, noi ammettiamo che essi beneficino della presunzione di non colpevolezza, e
accettiamo l’onere di provare l’esistenza degli atti criminali e la responsabilità degli
accusati.
Non vi chiediamo di condannarli in base alle deposizioni dei loro nemici. Non c’è
capo d’accusa che non possa essere provato per mezzo di registri e archivi. I tedeschi
sono sempre stati degli archivisti scrupolosi….anche gli accusati avevano l’abitudine
di registrare meticolosamente ogni cosa. Per di più peccavano anche di vanità; spesso
si facevano fotografare nell’atto di compiere le loro azioni. Vi mostreremo i loro
stessi filmati, così potrete vedere come si comportavano e sentire le loro voci.
Saranno gli accusati stessi a farvi rivivere, sullo schermo, alcuni momenti della
cospirazione”. Ovviamente anche i procuratori delle altre nazioni vincitrici fecero
degli interventi introduttivi, interventi che non aggiungono a mio parere niente di
significativo a quello che già aveva detto il procuratore Jackson.
Il senso della legalità nel processo di Norimberga
La dichiarazione d’apertura del procuratore Jackson mette in risalto una delle
questioni maggiormente discusse del processo, ovvero, il fatto che la Corte che
avrebbe dovuto giudicare gli imputati, fosse una corte composta, non da persone
“terze” ma da gli stessi vincitori. Questo, ovviamente, fece si che in principio non
furono pochi coloro che dubitarono della legittimità di tale corte e di conseguenza di
tale processo. Altro punto cardine e controverso, fu il fatto che gli imputati si
sarebbero ritrovati a dover rendere conto di azioni che nessuna legge internazionale
vietava. Va da se, quindi, che il processo di Norimberga non fu soltanto una svolta
dal punto di vista sociale e militare ma anche una svolta dal punto di vista giuridico.
Certo, di primo impatto, l’aspetto della legalità giuridica sembra essere un aspetto
minore rispetto ai crimini perpetrati dai nazisti durante la seconda guerra mondiale,
crimini che come disse il procuratore americano: “Hanno avuto conseguenze così
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nefaste e rovinose, che la civiltà non può ignorarli, perché non potrebbe sopravvivere
se tutto ciò si ripetesse”. Intendiamoci, il principio Nullum crimen sine lege è un
principio di umanità e di civiltà, ma è anche vero che in un sistema civile il diritto
naturale sta alla base della tutela essenziale dell’individuo, ovvero, l’individuo deve
essere rispettato e tutelato nella sua dignità. Quindi in definitiva, è vero che tale
Tribunale militare fu visto come una vendetta nei confronti della Germania da parte
delle nazioni vincitrici, ma è anche vero che gli orrori perpetrati dalla Germania
nazista non sarebbe potuti rimanere impuniti e di conseguenza, era necessario fare
qualcosa per riaffermare il diritto individuale alla vita di ciascun individuo e alla sua
dignità.
Ma cos’è il diritto naturale?
Possiamo definire il diritto naturale come quel diritto “buono, giusto”. Se prendiamo
il contesto del processo di Norimberga, possiamo definire il diritto naturale come il
diritto dei diritti dell’uomo, applicato secondo giustizia nel senso di uguaglianza di
trattamento nei casi uguali. In sostanza, il diritto naturale è quell’insieme di precetti,
di norme che sta “nel cuore degli uomini” (diritto alla vita, al nome, alla famiglia). Di
contro il diritto positivo consiste nell’insieme delle norme “vigenti”, di quei precetti,
cioè, che in un dato momento storico rappresentano l’ordinamento giuridico. Tra
l’altro non possiamo nemmeno trascurare il fatto che il diritto internazionale è un
ramo del diritto molto particolare. Il diritto internazionale trova la sua maggiore fonte
nella consuetudine. In sostanza, in ambito internazionale, è diritto ciò che per
“abitudine e consuetudine” è ritenuto un comportamento vincolante. Mi spiego
meglio. Nel diritto di uno Stato le principali fonti normative sono quasi sempre fonti
scritte e hanno la particolarità di vincolare tutti i cittadini indiscriminatamente.
Costituzione, leggi, regolamenti ecc., tutto quello che non è stabilito per iscritto non
vale. Nel diritto internazionale, invece, la legge scritta (principalmente i trattati) è una
fonte di II° grado e vincola solamente le parti che tali trattati accettano. E’ invece la
consuetudine la fonte primaria che vincola tutti, ovvero la consapevolezza che certi
comportamenti sono vincolanti. Ora, alla luce di tutto ciò, si può ritenere lo stermino
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di una razza consuetudine internazionale? La deportazione in campi di
concentramento è stata ratificata stabilita in qualche trattato tra la Germania e il
popolo polacco, tedesco, italiano ecc.? Niente di tutto ciò. Non ci vengano quindi a
raccontare che il processo non si doveva fare, anzi è stato proprio la celebrazione di
tale processo che ha dato la possibilità di difendersi a coloro che per anni avevano
perpetrato i peggio crimini. Ma purtroppo per loro, come già detto nel discorso di
Jackson, i tedeschi erano troppo vanitosi e questa loro vanità ha fatto sì che tali
crimini arrivassero nell’aula 600 del Tribunale di Norimberga a testimoniare una
pagina nera della storia dell’umanità. Per una volta tanto, in un processo, nessun
cavillo legale ha permesso che ingiustizia venisse fatta.
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GLI ORRORI DI NORIMBERGA
(TESTIMONIANZE E DIALOGHI)
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“Mi piacciono i maiali. I cani ci guardano dal basso.
I gatti dall’alto. I maiali ci trattano da loro pari”
Winston Churchill
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Come si intuisce il Processo di Norimberga fu in un certo senso un percorso a ritroso
nel tempo. Si capì subito, che tale processo avrebbe prodotto quelle testimonianze,
che in un certo senso, sarebbero riuscite a far rivivere alcuni degli orrori avvenuti
durante il periodo nazista. Si capì subito dall’espressione di alcuni imputati, che quel
recente passato sarebbe ben presto riemerso. Alcuni di loro si presentarono in aula
con i volti impauriti, altri con l’atteggiamento di indifferenza quasi come se egli
fossero spettatori di uno spettacolo che non li riguardasse. Altri, invece, come
Goering, affrontarono il processo con la strafottenza di chi è consapevole di essere
stato nel giusto, e dette l’impressione, che se gli fosse stata data l’opportunità di
tornare indietro avrebbe ricompiuto le medesime azioni. Furono in pochi quelli che si
resero veramente conto degli orrori che avevano perpetrato. E’ significativa una frase
rilasciata pochi anni fa ad una televisione dal “traduttore” al Processo di Norimberga.
Egli afferma: “Privati del loro potere sembravano molto tristi, mi fece impressione
che nessuno si sentisse colpevole dei crimini contestati e che tutti avessero solo
eseguito gli ordini o non sapessero nulla. Non si trovava più un solo nazista a
Norimberga”.
Sicuramente tra coloro che non si sentivano colpevoli c’era Herman Goring, il
feldmaresciallo nonché il nazista più rilevante al processo. Rivolgendosi al direttore
del carcere egli disse: “non dimenticate che avete a che fare con figure storiche” e
ancora “la sola nostra colpa è di aver perduto”.
Walter Cronkite (corrispondente Usa a Norimberga) parla di Goring: “persino da
prigioniero Goring era una figura dominante, chiaramente agiva come se fosse
ancora il capo di quelle 21 persone”.
Nelle pagine successive cercherò di riproporre alcuni, a mio avviso, significativi
dialoghi e alcune testimonianze che sono state rilasciate durante il processo e che
fanno ancora di più capire, più di qualsiasi altro intervento, quale fosse il clima
durante il processo e quali furono realmente i fatti accaduti nei campi di
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concentramento. Ricordo inoltre, che tali testimonianze vennero accompagnate in
aula da filmati che gli stessi tedeschi avevano girato e che lasciano pochi dubbi su
quello che è avvenuto.
Interrogatorio a Rudolf Hoss (comandante ad Auschwitz)
Quarantasei anni, nato il 25 Dicembre del 1900 a Baden Baden, piccola cittadina del
Sud della Germania. Hoess fu un protagonista importante nella cosiddetta “soluzione
finale”. Egli, infatti, comandò il campo di Auschwitz sin dalla sua apertura nel 1940
fino al 1943.
Insieme ai suoi ufficiali ideò l'utilizzo dello Zyklon-B (un potente insetticida
disinfestante) come veleno da utilizzare nelle gassazioni delle vittime. La sua opera
fu assolutamente centrale e la macchina della morte di Auschwitz crebbe in
estensione ed efficenza mortale grazie alla sua inventiva e alla sua capacità di
provvedere all'espletamento degli ordini di sterminio. La sua testimonianza fu
raccolta nel documento PS – 3868.
Egli valutò almeno 2.500.000 vittime uccise nelle camere a gas, uomini, donne ed
addirittura bambini appena nati, i quali corpi furono fatti sparire attraverso i forni
crematori. Un altro mezzo milione soccombé a fame e malattie, il che fa un totale di
circa tre milioni di morti, cifra che rappresentava circa il 70 o 80 percento di tutte le
persone che furono spedite ad Auschwitz come prigionieri.
Riporto qui di seguito alcuni stralci dell’interrogatorio che Hoss subì a Norimberga,
per mano dell’avvocato Kauffmann:
Avvocato E’ vero che ad Auschwitz sono morti più di un milione di ebrei?
Hoss Si
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Avvocato Uomini, donne e bambini?
Hoss Si
Avvocato Com’era allora possibile, per lei, compiere quelle tremende azioni?
Hoss Malgrado tutti i dubbi che avevo, l’unico argomento, e quello decisivo, era
l’ordine dato da Himmler
Avvocato E’ vero che usavate il gas Zyklon-B7 per uccidere gli ebrei?
Hoss Si
Avvocato E’ vero che i crematori lavoravano giorno e notte?
Hoss Si
Avvocato E’ vero che nelle camere a gas finivano anche i neonati?
Hoss Si.
Interrogatorio a Hermann Göring
Il più importante nazista presente a Norimberga. Creatore della SA e della Gestapo
nonché creatore della temibile aviazione tedesca: Luftwaffe. Il dialogo che segue è
uno stralcio dell’interrogatorio che l’avvocato difensore di Goering (Stahmer) fece al
suo assistito a Norimberga.
Avvocato Perché creò la Gestapo?
Questo gas era stato brevettato in Germania nel 1922. Tale gas, a base di acido cianidrico, era in
commercio come agente per la disinfestazione e derattizzazione.
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Goring Il primo ed essenziale strumento per conservare il potere è sempre stato la
polizia. Nel Reich non c’era una polizia all’infuori di quelle statali e, fra queste, la
più importante era quella della Prussia. Una sezione di polizia politica esisteva
soltanto a Berlino e a Monaco fin dal 1919.
Avvocato Per quanto tempo lei si occupò della Gestapo?
Goring Fino alla primavera del ’34. Himmler, che già controllava i presidi di polizia
degli altri Stati tedeschi, chiese a Hitler di cedergli la mia Gestapo. A quel tempo io
non mi opposi apertamente. Non mi riuscì certo gradito, volevo dirigere io stesso il
mio corpo di polizia. Ma quando il Fuhrer me lo chiese, dicendomi che era una cosa
giusta e che si era dimostrato necessario combattere i nemici dello Stato in modo
uniforme, io passai la Gestapo a Himmler il 20 aprile del 1934 ed egli,
successivamente, la affidò ad Heydrich.
A questo punto prende la parola l’accusatore Jackson per rivolgere alcune domande
all’imputato Goring.
Accusatore Jackson Vorrei rivolgerle qualche domanda perché non so se si rende
conto che lei è l’unica persona vivente in grado di chiarire i veri scopi del partito
nazista.
Goring Ne sono ben conscio.
Accusatore Jackson
Raggiunto il potere, avete immediatamente abolito in
Germania il sistema di governo parlamentare?
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Goring Non era più necessario. Ma voglio far notare il fatto che noi eravamo anche
il partito più forte nel Reichstag. Però ha ragione lei nel dire che il governo venne
sciolto.
Accusatore Jackson E voi lo avete sostituito con il governo del Fuhrer?
Goring Per evitare malintesi sarà bene che io precisi il mio punto di vista. Nei
precedenti governi tedeschi i responsabili erano un’autorità che tuttavia rappresentava
il potere anonimo del popolo. Nel governo nazista proprio questo sistema venne
rovesciato; l’autorità andava dall’alto in basso mentre invece la responsabilità dal
basso in alto.
Accusatore Jackson In altre parole, lei dice che non si permetteva un governo del
tipo americano in cui il popolo detiene, per mezzo di tutti i suoi rappresentanti, ogni
potere ed ogni autorità?
Goring non del tutto. Più volte invitammo il popolo a esprimere la sua approvazione
o il suo dissenso sul nostro sistema di governo; soltanto che lo facemmo in modo
diverso dal vostro. Inoltre ci siamo sempre resi conto che anche un governo totalitario
deve godere di una certa fiducia da parte del popolo, altrimenti è costretto a
governare con la punta delle baionette: secondo il Fuhrer, questo non era possibile
per molto tempo.
Accusatore Jackson Lei appoggiò il sistema totalitario in Germania perché pensava
che nessun popolo è capace di autogovernarsi o soltanto perché supponeva che ne
fosse incapace il popolo tedesco?
Goring Se non sbaglio, lo stesso presidente Roosevelt ha detto che la democrazia ha
prodotto talvolta uomini troppo deboli, incapaci di dare lavoro e pane al loro Paese.
33
Per rimediare, la cosa migliore sarebbe abolire la democrazia. C’è molto di vero in
questa affermazione. La democrazia aveva rovinato la Germania e soltanto un
Governo forte poteva riparare al male fatto. Bisogna tuttavia ricordare che il Fhurer
non andò al potere contro il volere del popolo ma in seguito a elezioni più volte
ripetute e sempre più plebiscitarie.
Accusatore Jackson I vostri metodi di governo avevano bisogno di una tale assenza
di opposizione?
Goring Intendiamoci bene. L’opposizione è durata parecchio. Poi è venuto il tempo
in cui si doveva costruire e non più criticare o fare istruzioni.
Accusatore Jackson Perciò, salendo al potere, avete deciso di sopprimere tutti gli
altri partiti?
Goring Ci sembrò necessario non consentirli.
Accusatore Jackson Inoltre avete soppresso anche le opposizioni individuali perché
non dessero origine a partiti.
Goring Nessuna opposizione, da parte di nessun individuo, venne tollerata, a meno
che non si trattasse di cosa assolutamente senza importanza.
Accusatore Jackson E per essere sicuri di poter sopprimere ogni opposizione avete
creato una polizia politica segreta, la Gestapo.
Goring
A Berlino e a Monaco esisteva anche prima dell’avvento del
nazionalsocialismo; noi l’abbiamo semplicemente potenziata e ingrandita.
Accusatore Jackson E per eliminare gli oppositori irriducibili avete costituito i
campi di concentramento.
34
Goring L’origine dei Lager non fu quella. Vi era gente che si opponeva a noi con
mezzi violenti e che era quindi necessario arrestare. C’erano migliaia di comunisti
che continuavano ad attaccarci e, poiché non si poteva metterli tutti nelle poche
prigioni esistenti, si pensò di organizzare dei campi di concentramento.
Ma le drammatiche testimonianze di quello che avvenne nei campi di concentramento
e in modo particolare nel campo di Auschwitz, non sono solamente quelle che
emersero dagli interrogatori ai gerarchi nazisti. Qui di seguito vorrei riportare una
testimonianza diretta, rilasciata il quarantaquattresimo giorno di processo e
precisamente, lunedì 28 gennaio 1946, da una donna coraggiosa: Marie Claude Vogel
vedova Vaillant-Couturier, di 34 anni, eroina della Resistenza, cavaliere della Legion
d’Onore e rappresentante dell’Assemblea Costituente francese. Marie fu arrestata a
Parigi dalla polizia di Vichy all’inizio del ’42 e consegnata poi ai tedeschi e deportata
ad Auschwitz con altre 230 donne, delle quali soltanto 49 si salvarono. Trasferita
successivamente a Ravensbruck, Marie Claude Vaillant-Couturier fu assegnata a una
baracca con alcune polacche dette “le coniglie” perché venivano usate come cavie per
presunti esperimenti scientifici.
Ecco qui di seguito l’interrogatorio di Marie avvenuta a Norimberga per mano del
sostituto procuratore francese Charles Dubost.
Accusatore Dubost Lei fu arrestata all’inizio del ’42 e consegnata alla polizia
nazista. Quando partì per Auschwitz?
Vaillant-Couturier Quasi un anno dopo, il 23 gennaio 1943. Eravamo chiuse in
carri merci, sessanta per vagone. Fu un viaggio terribile. Durò quattro giorni,
arrivammo il 27, senza cibo e soprattutto senz’acqua. A una fermata chiedemmo
notizie sul nostro destino ai soldati lorenesi arruolati nella Wehrmacht e che ci
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facevano la guardia. Risposero: “se sapeste che cosa vi attende non desiderereste di
arrivare tanto presto….”.
Accusatore Dubost Quale era il regime disciplinare del campo? Chi assicurava la
sorveglianza e il controllo? Quali le punizioni?
Vaillant-Couturier
Le SS economizzavano il personale utilizzando detenute
comuni, specialmente prostitute tedesche. Le punizioni venivano distribuite dai capo
SS, uomini e donne.
Accusatore Dubost In che cosa consistevano?
Vaillant-Couturier In torture e maltrattamenti. La punizione classica era cinquanta
colpi di frusta sulla schiena; i più non resistevano e allora li spedivano al blocco 25.
Accusatore Dubost Che cosa era il blocco 25?
Vaillant-Couturier La baracca dove venivano rinchiusi i candidati alla camera a
gas.
Accusatore Dubost Punizioni sadiche, quindi.
Vaillant-Couturier
Certo. Basta pensare all’appello quotidiano. Alle 3.30 del
mattino, malati o no, venivamo svegliati e cacciati a frustate sul piazzale per l’appello
che durava anche quattro ore. Alle 7.30, in colonna, si partiva per il lavoro, cioè
pulire baracche, costruire strade, bonificare le paludi attorno ad Auschwitz.
Accusatore Dubost Tutti gli ebrei erano destinati alla morte?
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Vaillant-Couturier Si. Quando io e le mie 230 compagne lasciammo la Francia,
contemporaneamente vennero deportate 1.200 ebree che ritrovammo ad Auschwitz:
di esse, però, soltanto 125 passarono la selezione ed entrarono nel campo; tutte le
altre vennero mandate in gas.
Accusatore Dubost E che ne fu di quelle centoventicinque?
Vaillant-Couturier Una sola si salvò.
Qui di seguito riporto una testimonianza, a mio avviso molto significativa, che
avvenne al processo di Norimberga il 3 gennaio 1946, ventiseiesima giornata del
processo. Tale testimonianza fu rilasciata dall’ Hauptsturmfuhrer-SS, capitano Dieter
Wisliceny8.
Wisliceny risponde ad alcune domande del sostituto procuratore americano tenente
colonnello Smith W.Brookhart.
Wisliceny L’SS Eichmann, un giorno, mi confidò che gli ebrei sterminati dal 1940 al
1944 erano stati almeno quattro o cinque milioni.
Accusatore Brookhart E quando le disse queste parole?
Wisliceny Sul finire di Febbraio ’45, a Berlino, nel suo ufficio della
Kurfurstenstrasse 116, dove lo incontrai per l’ultima volta.
Accusatore B Null’altro?
Fu vice di Adolf Eichmann nell'ufficio IV-B-4 dell'RSHA e incaricato per la deportazione degli ebrei dalla
Slovacchia , dalla Grecia e dall'Ungheria tra il 1942 ed il 1944.
8
37
Wisliceny Si. Eichmann mi annunciò che se il Reich avesse davvero perduto la
guerra lui si sarebbe ucciso ma – aggiunse – sarebbe saltato nella tomba ridendo
perché il fatto di avere sulla coscienza cinque milioni di ebrei morti gli dava una
straordinaria soddisfazione!
L’accusatore Brookhart, alla decima domanda gli chiese: “Testimone, lei ha
conosciuto bene Adolf Eichmann ?”.
Wisliceny
Ma certo! Eravamo molto amici, ci siamo sempre dati del “tu” e
conoscevo benissimo anche la sua famiglia.
Accusatore B Quale incarico aveva l’ SS Eichmann?
Wisliceny Nel RSHA, l’ Ufficio centrale per la sicurezza del Reich, era a capo della
sezione IV-B-49 che comprendeva due sottosezioni, gli affari ecclesiastici e la
questione ebraica. Per quanto ne so, Eichmann aveva ricevuto poteri speciali ed era
responsabile della “soluzione finale del problema ebraico” in Germania e nei territori
occupati.
Accusatore B Vi furono periodi distinti nella persecuzione degli ebrei europei?
Wisliceny Si.
Accusatore B Vuole spiegarlo al Tribunale?
Wisliceny Ecco. Fino al ’40 si puntò sull’emigrazione all’estero, più o meno forzata.
Col ’41 gli ebrei vennero deportati da tutta Europa e chiusi nei ghetti dell’ Est. Nel
’42 i ghetti furono evacuati e gli ebrei trasferiti in massa nei cinque “lager della
morte” che avevamo costruito in Polonia e lì uccisi. Questa “soluzione finale” si
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Sezione della Gestapo che si occupava della “questione ebraica”: questioni relative alla evacuazione.
38
concluse nell’autunno del ’44 quando Himmler, che vedeva avvicinarsi l’ora della
resa dei conti, ordinò di sospendere gli sterminii.
Accusatore B In quale anno lei entrò in rapporti con l’ufficio IV-B-4 dell’SS
Eichmann?
Wisliceny
Nella primavera del ’40. Un giorno di marzo, per caso, incontrai
Eichmann alla mensa e lui mi propose di andare a Bratislava come consigliere del
governo ceco sulle faccende ebraiche.
Accusatore B E’ vero che esisteva un ordine segretissimo di Hitler per lo sterminio
degli ebrei?
Wisliceny Si. Fu proprio Eichmann a mettermene al corrente nell’estate del ’42
mentre discutevo con lui degli ebrei. Mi disse che, in proposito, c’era una lettera
scritta da Himmler e che, se serviva a tranquillizzare la mia coscienza, me l’avrebbe
mostrata. Da un cassetto della scrivania tirò fuori una cartella. Nella lettera, segnata
dal timbro rosso del “Geheime Reichssache” (segreto di Stato), Himmler diceva che
il Fuhrer aveva ordinato la “soluzione finale del problema ebraico” e che l’operazione
sarebbe stata compiuta dalla polizia e dall’Ispettorato dei lager. Riconobbi subito la
firma di Himmler.
Accusatore B Che data aveva quell’ordine?
Wisliceny Aprile 1942, non ricordo il giorno.
Accusatore B Non ebbe la curiosità di chiedere quale era il vero significato delle
parole “soluzione finale”?
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Wisliceny Oh, si, naturalmente. Eichmann finì per spiegarmi che era un termine
convenzionale e nascondeva un concetto preciso: lo sterminio biologico e totale degli
ebrei nei territori dell’Est.
Accusatore B Lei che cosa pensò?
Wisliceny Mi resi perfettamente conto che quell’ordine costituiva la condanna a
morte per milioni di persone. Dissi ad Eichmann: “Dio voglia che i nostri nemici non
abbiano mai la possibilità di rendere la pariglia alla Germania”. Per tutta risposta,
Eichmann mi pregò di non fare sentimentalismi: era un ordine del Fuhrer e doveva
essere eseguito
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ALBERT SPEER
“L’AMICO” DEL FUHRER
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Davanti alla corte di Norimberga disse: “se il Hitler avesse avuto degli amici, io sarei
stato suo amico. Gli devo gli entusiasmi e la celebrità della mia giovinezza, ma gli
devo anche gli orrori e le colpe dell’età matura”.
Albert Speer fu l’architetto del Reich, colui che avrebbe dovuto far apparire,
attraverso i suoi immensi e maestosi edifici, Berlino e la Germania come la più
grande potenza mondiale anche dal punto di vista architettonico. Egli nacque il 19
marzo del 1905 a Mannheim. Sia suo padre che suo nonno erano architetti affermati,
e anche lui scelse questa professione. Nel 1932 si iscrisse al partito nazista e due anni
dopo venne presentato ad Hitler. Il Fuhrer lo prese subito in simpatia e in poco tempo
gli si affezionò, forse per il fatto che anch’egli sarebbe voluto diventare un architetto,
un rimpianto che si portò dietro tutta la vita. Durante il processo di Norimberga fu
ritenuto il “meno antipatico di tutti”; Jackson,, addirittura, lo definì “il migliore fra gli
imputati”; Biddle lo definì “il più umano e il più corretto”. Durante la mia ricerca sui
personaggi presenti a Norimberga e in modo particolare sugli imputati, mi sono
sorpreso del fatto che di tutti e ventuno i presenti, l’unico ad essermi apparso,
obiettivamente “pentito”, e l’unico che veramente avesse provato imbarazzo per
quello che durante il processo uscì fuori a carico degli imputati, fu proprio Albert
Speer. A testimonianza di questo, qui di seguito riporto alcune importanti riflessioni
che Speer fece durante la sua prigionia a Norimberga.
Speer parla degli imputati: “per anni tutti questi imputati mi erano passati accanto,
nelle loro splendide uniformi, con aria ora distaccata, ora gioviale. Adesso la scena
era tanto cambiata, che a momenti avevo l’impressione di sognare”.
Speer racconta i primi giorni in carcere: “pochi giorni dopo che eravamo stati
separati dagli altri prigionieri, il silenzio di morte che regnava nel nostro settore fu
rotto dal rumore prodotto da un numeroso gruppo di ufficiali che passavano di cella
in cella. Potei cogliere al volo solo poche parole, senza capirne il significato, finchè
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la mia porta non si aprì e mi fu consegnato, senza tanti complimenti, un documento
stampato……l’atto d’accusa. Io ingenuamente avevo creduto che ciascuno di noi
avrebbe avuto il proprio specifico atto di accusa. Ora mi rendevo conto che ognuno
di noi era invece accusato di tutti i mostruosi misfatti citati nel documento, la cui
lettura mi gettò nel più profondo sconforto. Mi resi conto che al processo non avrei
dovuto dare importanza al mio destino, non lottare per la mia salvezza individuale,
ma piuttosto assumermi la responsabilità in senso generale. Malgrado le pressioni in
contrario del mio avvocato e la fatica del processo riuscii sempre a rimanere fedele a
questa mia decisione”.
Durante la prigionia a Norimberga, i vari imputati dettero una loro interpretazione
sulla figura di Hitler. Significativo in questo senso fu l’interpretazione che dette
Goring, che invece fu contestata da Speer.
In sostanza Goring scagionava il Fuhrer da ogni accusa. Egli affermava arditamente
che tutte le chance e il significato stesso del processo stavano esclusivamente nel
costruire una leggenda positiva.
Speer non la pensava così. Il suo parere fu quello di credere che ingannare in tal
modo il popolo tedesco era non soltanto sleale, ma anche pericoloso, perché gli
avrebbe reso più difficile il rilancio nel futuro. Solo la verità, secondo Speer, avrebbe
reso più rapido il distacco dal passato.
Qui di seguito riporto alcune lettere che Albert Speer scrisse alla moglie e ai genitori
durante la sua prigionia a Norimberga.
Alla moglie - 27 ottobre 1945
“Devo ormai considerare conclusa la mia vita. E’ un fatto, questo, che riesco ad
accettare solo perché lo considero necessario. Devo stare in giudizio come ministro
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del Reich, non come privato cittadino. Non posso avere riguardi né per voi né per
me. Ho soltanto un desiderio, essere sufficientemente forte per non deviare da questa
linea di condotta. Anche se può sembrare strano, mi sento in pace solo quando so di
non avere più alcuna speranza, e quando credo di intravedere una via di uscita, mi
agito e perdo la
mia sicurezza….Forse con questo mio atteggiamento posso ancora essere utile al
popolo tedesco. Forse riuscirò a raggiungere il mio scopo. Non sono in molti, qui,
quelli che potranno fare altrettanto….”.
Alla moglie - 15 dicembre 1945
“E’ mio puro e semplice dovere l’essere qui nel dramma che ha coinvolto tutto il
popolo tedesco non è lecito pensare troppo al proprio destino personale”.
Alla moglie - marzo 1946
“Qui non posso tenere una linea di difesa accomodante. Credo, e tu lo
comprenderai, che tu e i nostri figli dovreste vergognarvi se io dimenticassi che per
questo falso ideale sono caduti molti milioni di tedeschi”.
Ai genitori – 25 aprile 1946
“Non abbandonatevi all’illusione che mi batterò molto per la mia causa personale.
Qui dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, non chiedere elemosina”.
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I 3 fantasmi
di Norimberga
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“Non c’è un uomo tanto intelligente da conoscere il male che fa”
Francoise de La Roche Foucauld
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Durante il processo di Norimberga, nonostante la loro assenza, i fantasmi di Hitler, di
Himmler, di Goebbels e di tanti altri aleggiarono minacciosi. Nell’affrontare le varie
problematiche, dalla minaccia della propaganda nazista fino ad arrivare alla questione
ebraica, i nomi di questi “signori” furono sempre al centro dell’attenzione, nominati
in quasi tutti gli interrogatori. Una presenza costante. A tal punto che ancora oggi è
difficile immaginare come sarebbe stato il processo di Norimberga se tutte le grandi
personalità del Reich (Fuhrer compreso) fossero state presenti. Negli anni successivi
al processo, tanti furono i tentativi di dare una spiegazione alla malvagità che avvolse
queste personalità durante il periodo nazista e se da una parte si può giustificare i
crimini di guerra che, come si può immaginare, non vennero perpetrati solo dalla
Germania nazista, dall’altra è meno spiegabile l’accanimento ideologico contro
un’intera razza, a tal punto da portare alla eliminazione di circa sei milioni di
persone. Quello che Hitler e i suoi “camerati” ordinarono di fare agli ebrei e non solo,
non fu un atto di pazzia. Se le generazioni future continueranno a ritenere Hitler un
pazzo si rischierà di eludere il problema. Nell’analizzare la figura del Fuhrer non va
dimenticato che egli non prese il potere con la forza. Il suo partito era molto presente
già prima. Il popolo tedesco seguì, tranne alcune diffidenze iniziali, Hitler sin dal
principio, scoprendo in quell’uomo una tenacia ed un carisma che i tedeschi, in un
momento di grande difficoltà economica e sociale, ritennero fosse la soluzione ad
ogni problema. Il grande seguito che ebbe il partito nazionalsocialista in Germania fu
pressoché totale. Nelle prossime pagine cercherò di fare una ricostruzione della vita
del “grande assente” e dei suoi uomini più fidati, in modo tale che alla fine ognuno
potrà trarre le suo personali conclusioni.
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Adolf Hitler
20/04/1889
-
30/04/1945
Forse non tutti sanno che colui che diventerà il futuro “sparaucchio” dell’Europa,
colui che deciderà di sterminare un’intera razza, aveva come sua passione iniziale la
pittura e l’architettura. Due passioni però che non ebbe modo di coltivare fino in
fondo a causa dell’interruzione prematura degli studi superiori.
Adolf Hitler nacque il 20 aprile 1889 a Braunau am Inn, piccola cittadina austriaca.
Come già accennato egli non ebbe una carriera scolastica brillante, forse anche per il
fatto che il futuro Fuhrer non era molto propenso ad integrarsi con gli altri compagni
nonché con i professori.
Il suo quadro psicologico, così, tende a farsi preoccupante. Sono anni bui, segnati fra
l'altro da episodi di vagabondaggio e di isolamento sociale (senza contare il grave
decadimento fisico a cui questo stile di vita lo stava conducendo). Si racconta che
girasse, ironia della sorte, nei ghetti ebraici come un fantasma, vestito di un soprabito
nero e sformato (donatogli da un occasionale amico ebreo) ed estremamente
trascurato
nell'aspetto.
Negli anni di Vienna, comincia a sviluppare il suo odioso e ossessivo antisemitismo.
Per campare, deve rassegnarsi a fare l'impiegato, mentre nel tempo libero discute di
politica con amici e conoscenti, con una veemenza tale da lasciare spesso esterrefatti
gli interlocutori. I suoi discorsi, spesso fluviali e monologanti, sono contrassegnati da
estrema decisione, punti di vista privi di sfumature e da un'esaltazione della violenza
come soluzione per i problemi che affliggono la società.
In particolare, contesta ferocemente le teorie marxiste e bolsceviche, soprattutto per il
loro rifiuto dei valori borghesi e capitalistici. Il solo sentir parlare di comunismo gli
provoca crisi isteriche. A odio si aggiunge odio quando scopre che tra i principali
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fautori e divulgatori di tali idee si cela gran parte dell'intellighentia ebraica. Nel suo
delirio, comincia ad addossare agli ebrei le colpe più assurde. Di essere
internazionalisti e materialisti (quindi contro la supremazia dello stato nazionale), di
arricchirsi a scapito dei cittadini di altre religioni, di minare la supremazia della razza
tedesca nell'Impero.
Nel 1913 decide di partire per Monaco e nel 1914, dinanzi al Consiglio di revisione a
Salisburgo, viene riformato per cattive condizioni di salute. Quando, il 1° agosto
1914, c'è la dichiarazione di guerra, Hitler è addirittura felice e non vede l'ora di
partecipare all'"impresa". Scoppiata quindi la prima guerra mondiale si distingue sul
campo guadagnandosi numerosi riconoscimenti militari. Nel 1918 però la Germania
viene sconfitta e la cosa lo getta nello sconforto. Naufragavano quell'Impero e quella
vittoria, per i quali aveva appassionatamente combattuto per quattro anni. Bisogna
rilevare, per una comprensione maggiore della cause che porteranno la Germania a
scatenare il successivo conflitto e per capire fino a che punto egli fosse in grado di
intercettare gli umori dei suoi connazionali, che questo senso di frustrazione e di
umiliazione per la sconfitta era comune a tutti i tedeschi del tempo.
Successivamente, sempre a Monaco (siamo nel 1919), inizia la sua attività politica
vera a propria costituendo l'anno seguente il Partito Nazionalsocialista dei lavoratori
tedeschi (NSDAP). Gli esordi sono burrascosi, tanto che in seguito alle sue attività di
agitatore viene arrestato. Durante la prigionia scrive il "Mein Kampf” orrendo
manifesto della sua ideologia, infarcita di nazionalismo, razzismo, convinzioni circa
la superiorità di una presunta "razza ariana", odio contro ebrei, marxisti e liberali.
Scarcerato dopo soli 9 mesi, torna alla guida del NSDAP. La grande crisi economica
del 1929 permette a Hitler e al suo movimento di far leva sul malcontento di alcune
frange della popolazione esasperate da disoccupazione e tensioni sociali. Alle
elezioni del 1930 il suo partito cresce di molto guadagnando oltre un centinaio di
seggi in parlamento. Intanto Hitler impiega le sue camicie brune, una vera e propria
organizzazione paramilitare, negli scontri di piazza. L'ascesa del nazismo è iniziata.
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Nel 1932 Hitler perde le elezioni per pochissimi voti ma l'anno seguente il partito
nazista è già il primo partito della Germania. Il consolidamento del potere di Hitler
avviene con l'eliminazione degli avversari all'interno e all'esterno del partito. Come
primo provvedimento dichiara fuorilegge il partito comunista arrestandone i leader
principali, poi scioglie tutti i partiti tranne il NSDAP. Nel 1934, nella celebre quanto
sanguinaria e terrificante "notte dei lunghi coltelli" fa eliminare con un massacro oltre
un centinaio di camicie brune, divenute scomode e di difficile controllo. L'anno
seguente ottiene il potere assoluto proclamandosi Fuhrer (capo supremo del Terzo
Reich), e istituendo un apparato militare di controllo e repressione di burocratica
ferocia. A capo di questo apparato vi sono le famigerate SS che, insieme alla Gestapo
(polizia di Stato con pieni poteri), istituirono il sistema dei campi di concentramento
per eliminare gli oppositori.
Le persecuzioni cominciano a colpire con virulenza gli ebrei espulsi in massa dai loro
incarichi lavorativi e, con le leggi antirazziali del 1935, privati della cittadinanza
tedesca e in seguito deportati nei campi di sterminio. Sul piano della politica estera il
programma prevedeva l'unione di tutte le popolazioni germaniche in un'unica grande
nazione con il compito di colonizzare l'Europa e distruggere i sistemi comunisti. Alla
luce di questo progetto imperialista, nonostante i patti internazionali, Hitler comincia
una corsa al riarmo, mentre in contemporanea stringe un Patto d'Acciaio prima con
Mussolini e in seguito con il Giappone.
Nel 1939 si annette l'Austria con un colpo di mano ancora in qualche modo "politico"
(ossia con il consenso sostanziale degli stessi austriaci) mentre Francia e Inghilterra,
quasi stordite, rimangono a guardare. Senza più freni inibitori e in preda ad un delirio
di onnipotenza, invade la Polonia, malgrado avesse stipulato un patto di non
aggressione poco prima, poi la Cecoslovacchia. A quel punto, le potenze europee,
conscie dell'enorme pericolo che si andava profilando, dichiarano finalmente guerra
alla Germania, ormai però preparatissima alla guerra, suo reale e nient'affatto
recondito scopo.
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Scoppia dunque la cosiddetta seconda guerra mondiale. In un primo momento, fra
l'altro, stringe paradossalmente alleanza con la Russia di Stalin (il celebre patto
Molotov-Ribbentrop), patria degli odiati bolscevichi. Nel 1940 invade la Francia
mentre De Gaulle si rifugia in Inghilterra per organizzare la resistenza, poi l'Africa
del Nord. L'avanzata della Germania a questo punto sembra inarrestabile. Solo
l'Inghilterra, forte di un "alleato" naturale come la Manica, che tante volte l'ha
protetta anche in passato, ancora resiste e anzi sconfigge un primo tentativo di
invasione di Hitler.
Nel 1941, in preda alle sue mire espansionistiche e nonostante i patti che aveva
stipulato con l'URSS decide di invadere anche la Russia. Sul fronte europeo la
Germania è impegnata anche nella difficile e logorante guerra con l'Inghilterra, un
vero osso duro, ma stranamente Hitler trascura e relega in secondo piano questo
conflitto. Inizialmente poi, la campagna di Russia sembra a lui favorevole e
l'avanzata tedesca vittoriosa e inarrestabile. I contadini russi attuano però una
strategia difensiva di grande intelligenza, bruciando ogni cosa dietro di sè in attesa
dell'arrivo del grande inverno russo, sapendo che è quest'ultimo il vero, importante
alleato. Intanto, inaspettatamente gli USA entrano in guerra in difesa dei Russi. La
Germania si trova dunque ad essere attaccata su due fronti, ad Est dai Sovietici e a
Ovest dagli Alleati. Nel 1943 avviene la disastrosa ritirata dalla Russia, poi la perdita
dei territori africani; gli alleati sbarcavano poi in Normandia e liberavano la Francia
(1944). Il Giappone veniva bombardato con le armi atomiche e costretto in questo
modo alla resa.
Nel 1945 il cerchio di fuoco si chiude intorno a Berlino. Nel 1945 Hitler, sconfitto ed
isolato nel bunker della Cancelleria dove tenta ancora una strenua difesa, si toglie la
vita dopo aver sposato la sua amante, Eva Braun (suicida anch'essa insieme a lui), e
redatto le sue ultime volontà. I loro cadaveri, frettolosamente bruciati dopo essere
stati cosparsi di benzina, saranno rinvenuti dalle truppe sovietiche.
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“Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola”
“Tutti i grandi movimenti devono la loro origine a grandi oratori, non a grandi
scrittori”
Adolf Hitler
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Heinrich Himmler
07/10/1900
-
23/05/1945
Il gerarca nazista Heinrich Himmler, nato il 7 ottobre 1900, è considerato dagli storici
l'anima nera di quello sciagurato regime, il carnefice più spietato e cinico, nonché il
folle pianificatore dei campi di sterminio, ritratto confermato da lui stesso, dato che
amava dire di essere "un boia senza pietà". Secondo di tre figli, il padre era docente al
ginnasio di Monaco, mentre la madre era una casalinga molto premurosa nei
confronti dei figli. Entrambi i genitori erano fermi credenti cattolici e provvidero alla
formazione culturale dei figli, che, appunto per questo motivo, erano fra i primi delle
rispettive classi alle quali erano iscritti. Allo scoppio della prima guerra mondiale
Himmler aveva quattordici anni. Seguì da vicino gli avvenimenti e spinse i genitori a
mandarlo al fronte come ufficiale, date le loro amicizie fra gli aristocratici. Tuttavia
La guerra finì prima che gli fosse data quest'opportunità. Himmler rimase mortificato
dall'improvvisa sconfitta tedesca e dalle umilianti condizioni di pace imposte alla
nuova repubblica. Fu questa la causa del suo cambiamento da ragazzo modello a
quello che poi è diventato.
Nel 1923 partecipò al fallito colpo di Stato di Monaco da parte di Hitler. In questo
periodo l'ideologia di Himmler si mescolò all'ambizione di far carriera. Si iscrisse alle
SS nel 1925. Le qualità organizzative e burocratiche di Himmler furono
immediatamente apprezzate. Le SS crebbero insieme all'avanzare della carriera di
Himmler, che, nel 1929, ne divenne il capo. Il 3 luglio 1928 Himmler sposava
Margarete Boden, che in seguito gli diede una figlia.
Le SS, erano inizialmente uno sparuto drappello di uomini, inglobato all'interno delle
affermate SA, le squadre d'assalto paramilitari del partito nazional-socialista guidate
da Rohm, ma ben presto le cose cambiarono: le SS e la loro guida aumentarono
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sempre di più il loro prestigio e la loro importanza agli occhi del fuhrer, finchè, il 30
giugno 1934, in quella che fu la "notte dei lunghi coltelli", Rohm e i suoi luogotenenti
furono barbaramente trucidati, per ordine di Hitler e dietro congiura dello stesso
Himmler.
Da quel momento le SA furono soppiantate dalle sempre più numerose SS, che
sarebbero divenute tristemente note per la loro crudeltà e per le agghiaccianti
rappresaglie a cui diedero vita, nel corso del loro operato. Le SS furono, dunque, le
milizie paramilitari del grande Reich ed Himmler il loro feroce condottiero: erano
soldati necessariamente ed obbligatoriamente di puro sangue ariano, dalle nere
uniformi che non smisero mai di seminare il panico nell'Europa occupata. Nel loro
cappello era raffigurato un teschio, simbolo di morte e di terrore, nei loro pugnali era
inciso il farneticante motto "il mio onore è la fedeltà". Il progetto di Himmler diventò
quello di svincolare le sue SS dal controllo dello Stato e del Partito Nazista, perciò
creò uno Stato nello Stato che ben presto avrebbe terrorizzato sia i nemici del regime
che i suoi avversari personali. Hitler, stranamente, lo lasciò fare. Per volere di
Himmler le SS cambiarono organizzazione e si diversificarono molto.
Dopo la presa del potere da parte dei nazisti, Himmler fu nominato capo della polizia
politica della Baviera. Grazie al suo ruolo di prestigio nelle SS, divenne in pratica
capo anche delle polizie delle altre regioni tedesche. Nel 1933 creò il primo campo di
concentramento a Dachau, costruito sull'area dell'ex fabbrica di munizioni e polvere
da sparo di Dachau nelle vicinanze di Monaco, allo scopo di diminuire il numero dei
prigionieri nelle prigioni. Questo luogo, destinato ad accogliere tutti i prigionieri
politici della Baviera, fu subito definito dalle SS " campo di concentramento"( KZ
Konentrationlager). Nei dodici anni della sua esistenza vi sono stati registrati più di
duecentomila prigionieri, ma non è possibile stabilire il numero dei deportati non
registrati. Dachau fu un campo "modello" nel quale furono sperimentate e messe a
punto le più raffinate tecniche di annientamento fisico e psichico degli oppositori del
regime. Poco prima della liberazione le SS distrussero gran parte dei loro documenti
ufficiali, per evitare che essi potessero venire usati come prova a loro carico.
54
Con la guerra Himmler poté attuare in pieno il programma di sterminio cosicché alla
vigilia dell'invasione dell'Unione Sovietica il suo potere era incontrastato. Nel 1941
creò, insieme a Heydrich, gli Einsatzgruppen, unità di sterminio in unione sovietica.
In seguito (1943) assommò ai suoi poteri anche quello di Ministro degli Interni
ottenendo così il controllo totale della macchina repressiva tedesca. Quando le
speranze di vincere la guerra divennero nulle per la Germania, tentò di intavolare una
pace con gli angloamericani. Venutone a conoscenza, Hitler lo destituì. Dopo la resa
della Germania Himmler assunse una falsa identità, tentò la fuga ma venne arrestato
dagli inglesi e pochi giorni dopo si suicidò.
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Joseph Goebbels
29/10/1897
-
01/05/1945
Nato a Rheydt in Renania nel 1897, a quattro anni si ammala di poliomielite che lo
isola dai coetanei fino a 12 anni e gli rese l'infanzia triste e infelice. I fratelli lo
ricordano rinchiuso volontariamente in soffitta dove leggeva libri e enciclopedie. I
genitori di Goebbels sognavano che il figlio facesse carriera militare, ma ciò fu
impossibile a causa della poliomielite che aveva degenerato il suo fisico. Infatti, allo
scoppio della prima guerra mondiale Joseph frequentava il liceo e fu scartato dal
servizio militare senza neppure una visita. I genitori pensarono che sarebbe diventato
un prete brillante, Joseph allora, si rivolse a padre Moller. Ottenne un prestito, presso
l'Albertus Magnus, di 964 marchi che lo aiuteranno negli studi e nella vita. Goebells
conseguì una splendida carriera scolastica con ottimi voti in Tedesco, Latino e Greco.
A ventitre anni si laurea e intraprende la strada della letteratura e del giornalismo e
diviene segretario di un piccolo partito di estrema destra guadagnando circa 100
marchi al mese. La sua carriera da giornalista è disastrosa, il suo primo manoscritto
Michael, infarcito di luoghi comuni, e accenti nazionalistici viene respinto dagli
editori e dai giornali. Nasce da lì il suo odio profondo verso gli ebrei rei di avere il
monopolio sulla cultura tedesca. Goebbels si avvicina nel 24 al partito
nazionalsocialista per caso, quando un suo amico lo invita ad ascoltare un discorso di
propaganda tra nazisti e socialisti e viene invitato, a intervenire al dibattito. I
socialisti lo accusano di essere uno sfruttatore capitalista ma, Joseph con un abile
mossa propagandista, invita un uomo della folla a salire sul palco e a mostrare al
pubblico quanti soldi avesse nel portafoglio. Joseph svuota anch'egli il portafoglio
che conteneva solo pochi spiccioli, il pubblico applaude ormai conquistato. Nel 24
inizia quindi la sua attività politica divenendo Gauleiter della Renania e s'iscrive al
partito nazionalsocialista e Hitler lo incarica di riorganizzare il partito, irreggimentare
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le S.A., e di conquistare propagandisticamente le piazze più difficili della Germania.
Le sue doti di abilissimo oratore sempre padrone di sè, che finge a meraviglia le sue
emozioni, capace di sfruttare la ricchezza della sua voce, capace di stabilire
immediatamente il contatto con il pubblico, riescono a infondere odio e entusiasmo
alla folla, sempre più numerosa, che assiste ai suoi discorsi. I suoi interventi in
pubblico causano sempre più tensioni sociali culminando in pestaggi e a volte
provocando anche la morte. Goebbels, divenuto ormai un abilissimo propagandista,
riesce anche a sfruttare le sconfitte, esaltando la sofferenza dei feriti e addirittura
ingaggiando degli attori che saranno avvolte in bende tinte con l'anelina per simulare
le ferite. Joseph riorganizza anche i manifesti propagandistici ridisegnandoli con
caratteri più marcati e con colori più vivaci per attrarre più facilmente il pubblico. La
battaglia più attiva la conduce sulla stampa, sul giornale Der Angriff (l'assalto), un
giornale di ispirazione anticomunista e antisemita che non dà pace agli oppositori
politici con calunnie, insinuazioni e scandali. Nel 1930 il nazismo ottiene i primi
successi (da 800 mila voti il partito guadagnò più di sei milioni di consensi),
acquisendo 107 parlamentari nel Reichstag e Goebbels venne nominato capo della
propaganda. Nei tre anni seguenti Goebbels getta le basi per l'avvento del Nazismo
facendo ricorso a tutti i mezzi possibili come la radio con la quale trasmette i discorsi
nelle più grandi città tedesche e con il grammofono distribuendo per posta più di
50.000 dischi contenenti duri attacchi al governo. Anche l'aviazione diventa
strumento di propaganda: Hitler giunge ai comizi in aereo e Goebbels lo annuncia
alla folla dicendo che il Fuhrer arriva dal cielo. Nel 1933 Hitler diventa cancelliere e
cominciano gli anni dei trionfi nei quali Goebbels monta un apparato di propaganda
che raccoglie nelle sue mani tutti i più moderni mezzi di espressione. In pochi mesi
riesce a controllare l'industria cinematografica, poi estende il potere sulla letteratura
creando una lista nera dei libri proibiti ed espropriando le principali case editrici
estendendo, di fatto, la propaganda anche all'estero. Così in pochi anni Goebbels,
libero da antichi complessi di frustrazione e di inferiorità, diventa uno degli uomini
più potenti e temuti della Germania, ammirato anche all'estero. Allo scoppio del
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secondo conflitto mondiale si schierò con gli estremisti quali Bormann e Himmler e
promulgò i decreti della "guerra totale" e della "terra bruciata" e chiese sempre più
misure severe contro chi dava segno di debolezza o di cedimento. Con questi decreti
cominciò a incitare i tedeschi alla distruzione di tutto ciò che rimanesse nelle mani
del nemico e nel 45 Hitler lo nominò difensore di Berlino e per la sua prima volta
nella vita Goebbels ebbe la divisa da ufficiale. Hitler alla vigilia della morte lo
nominò Cancelliere del Reich e il primo e ultimo atto ufficiale di Goebbels quale
capo del governo fu un telegramma a Doenitz che era a Flensburg. Alle 18,15 del
primo maggio mise a letto i suoi figli addormentandoli con il sonnifero poi li fece
avvelenare da un ufficiale medico. Dieci minuti più tardi Joseph con la moglie Magda
salirono abbracciati nel giardino della Cancelleria e si uccisero con il cianuro e la
rivoltella: Goebbels aveva 48 anni, Magda 44.
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LE ORGANIZZAZIONI
PROCESSATE A NORIMBERGA
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Il processo di Norimberga fu anche l’occasione per mettere alla sbarra, alcune delle
più importanti organizzazioni del Reich. Non solo persone, quindi, ma strutture,
polizie, veri e propri centri di potere all’interno dei quali si muovevano centinaia di
soggetti. Nelle prossime pagine presenterò una breve descrizione di queste
organizzazioni. Ricordo tra le più importanti: la Gestapo e le SS.
La Gestapo
Abbreviativo di GEheime STaatsPOlizei (Polizia segreta di stato), la GESTAPO fu la
temibile polizia politica del regime nazista, creata da Hermann Göring, nell'aprile del
1933; se le SS rappresentarono il braccio armato del nazional-socialismo, la
GESTAPO ne fu la mano invisibile, un macabro spettro che trasformò la vita
dell’Europa occupata in un drammatico incubo.
La famigerata polizia segreta era infiltrata in tutti gli ambienti, attraverso una rete
capillare che la vedeva presente negli uffici, nelle fabbriche, nelle scuole, tra gli
operai, pronta a colpire e a materializzarsi in qualsiasi momento, comparendo dal
nulla, assolvendo il compito di individuare, arrestare e deportare gli oppositori, veri o
presunti, del regime; era sufficiente una semplice denuncia, anche anonima, per
vedersi confinati nei campi di concentramento.
Nell’aprile del 1934 la GESTAPO entrò nell’orbita delle SS, passando sotto il
controllo di Himmler, che divenne, nel giugno 1936, comandante incontrastato di
tutte le polizie tedesche; una volta assunta tale carica il reichsfuhrer delle SS,
ristrutturò tutta l’apparato, suddividendolo in due grandi arterie, la polizia di
sicurezza (Sicherheitspolizei, diretta da Reinhard Heydrich) e la polizia d’ordine
(Ordnungspolizei, diretta da Kurt Daluege); sulla base di tale riforma, se la polizia
d’ordine inglobava la polizia di vigilanza (Shutzpolizei), la polizia municipale (
Gemeindepolizei) e la gendarmeria, la GESTAPO venne ricompresa, insieme alla
polizia criminale (Kriminalpolizei), nella polizia di sicurezza .
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Il 10 febbraio 1936 fu il giorno del famigerato decreto Goring, che consentiva alla
GESTAPO di agire su vasta scala e soprattutto vietava la possibilità di far ricorso ai
giudici, avverso il suo operato; la polizia segreta si trovò quindi ad operare
nell’assoluta illegalità, forte di un potere sconfinato e di un arbitrio assoluto, immune
dal giudizio dei tribunali; era, di fatto, la legalizzazione del terrore.
Dotata, quindi, di un potere illimitato, la GESTAPO aveva la sua sede centrale nella
Prinz-Albrechtstrasse di Berlino, ma poteva contare su sedi ramificate in ogni angolo,
in ogni luogo, in ogni regione degli sterminati territori caduti sotto la dominazione
della svastica.
Simbolo della feroce persecuzione del nazional-socialismo, fu messa al bando
durante il congresso di Norimberga, al pari degli altre, macabre, strutture di potere
create dal delirio nazional-socialista.
Schutzstaffel (SS)
Le Schutzstaffel (tedesco per "Corpi di Protezione", spesso abbreviato con SS) furono
un'unità paramilitare d'élite del Partito Nazista Tedesco (Nationalsozialistische
Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP). Vennero formate reclutando appartenenti delle
SA, nel 1925, per essere la guardia personale di Adolf Hitler e per sorvegliare i
raduni del NSDAP. Il 6 gennaio 1929 Hitler nominò Heinrich Himmler come capo
delle SS, che contavano solo 280 uomini. Con l'approvazione di Hitler, Himmler
ampliò i ranghi delle SS e per la fine del 1932 queste contavano già 52.000 membri.
Dopo solo un anno erano arrivate a oltre 209.000 uomini.
Prima del 1932 le SS vestivano la stessa uniforme delle SA, ad eccezione di una
cravatta nera e di un berretto nero con un simbolo a forma di teschio (Totenkopf,
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"testa di morto"). Successivamente adottarono un'uniforme nera e, appena prima della
guerra, una grigia. La popolazione tedesca ammirava la disciplina delle SS,
specialmente se paragonate alle SA che talvolta si abbandonavano ad atti casuali di
violenza. Il loro motto era "Il mio onore è la lealtà" (in tedesco: "Meine Ehre heißt
Treue"). Il sistema dei gradi delle SS era unico, in quanto non copiava i termini usati
nella Wehrmacht.
Heinrich Himmler, assieme al suo braccio destro Reinhard Heydrich, consolidò il
potere dell'organizzazione. Nel 1931 Himmler diede a Heydrich l'incarico di
costituire un servizio di intelligence all'interno delle SS, il Sicherheitsdienst (SD).
Al momento dell'inizio della seconda guerra mondiale il numero dei membri salì a
250.000 e le Waffen-SS vennero formate nel dicembre 1940 per combattere a fianco
della Wehrmacht, l'esercito regolare tedesco. Le SS ricevettero anche il controllo
della Gestapo nel 1936.
Le SS si evolsero in una forza altamente efficace e letale, durante la seconda guerra
mondiale. Al loro culmine, il nome e la reputazione per una violenza efficiente e
terrificante, erano sufficienti a infondere paura nel cuore di chiunque. Hitler diede
alle SS giurisdizione su tutti i campi di concentramento e permise loro di
supervisionare il controllo quotidiano di tutte le nazioni conquistate dalla Germania
durante la guerra.
Verso la fine della seconda guerra mondiale, un gruppo di ex-ufficiali delle SS si
rifugiò in Argentina e mise in piedi una rete di fuggitivi nazisti con il nome in codice
di ODESSA (un acronimo per Organisation der ehemaligen SS-Angehörigen) con
diramazioni in Germania, Svizzera, Italia e Vaticano, diretta dai dintorni di Buenos
Aires, e che aiutò Adolf Eichmann, Josef Mengee, Erich Priebke e molti altri
criminali di guerra a trovare rifugio in America Latina. Alcuni storici comunque
considerano la storia dell'ODESSA come ampiamente esagerata dal giornalismo
sensazionalistico.
62
Il 30 settembre 1946, i giudici del tribunale del Processo di Norimberga
condannarono le SS, dichiarandole un'organizzazione criminale. I giudici
sottolinearono questa sentenza dichiarando che: le SS vennero usate per scopi che
erano criminali, che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei,
brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell'amministrazione
dei territori occupati, l'amministrazione del programma di lavoro schiavistico e il
maltrattamento e assassinio di prigionieri di guerra. La sentenza continuava
dichiarando che il sospetto di crimini di guerra avrebbe coinvolto tutte le persone che
erano state ufficialmente accettate come membri delle SS... che divennero o rimasero
membri dell'organizzazione sapendo che veniva usata per commettere atti dichiarati
criminali dall'articolo 6 dello statuto di Londra sui crimini di guerra
Sicherheitsdienst (SD)
Venne creato nel 1932 da Reinhard Heydrich; a seguito della presa del potere da
parte dei nazisti, l'importanza di questa organizzazione crebbe con il passare degli
anni, soprattutto durante la guerra. Era in qualche modo in competizione con le SA
ma sotto la guida di Heydrich, il 9 giugno 1934 divenne l'unico "Servizio segreto del
Partito". Nel 1938 si trasformò nel servizio segreto di Stato, così come del Partito,
appoggiando la Gestapo e lavorando con l'Amministrazione Generale e degli Interni.
Nel 1936, le forze di polizia vennero divise in Ordnungspolizei (ORPO, ovvero
Polizia
Ordinaria)
e
Sicherheitspolizei
(SIPO
o
Polizia
di
sicurezza).
L'Ordnungspolizei era suddivisa in Schutzpolizei (Pubblica Sicurezza), Gendarmerie
(Polizia Rurale), e Gemeindepolizei (Polizia Locale). La Sicherheitspolizei era
composta da: Reich Kriminalpolizei (Kripo) e Geheime Staatspolizei (Gestapo).
Heydrich divenne il capo della Polizia di Sicurezza e dell' SD. La Sicherheitspolizei
venne centralizzata nel Reichssicherheitshauptamt, (RSHA, Ufficio Centrale della
Sicurezza del Reich). Le sezioni operative dell'SD divennero l'Amt III (eccetto per i
63
servizi segreti all'estero che vennero posti nell'Amt VI); la Gestapo divenne l'Amt IV
e la Kripo divenne l'Amt V. Ohlendorf venne nominato capo dell'Amt III, l'SD
operante all'interno della Germania; Müller divenne il capo dell'Amt IV, la Gestapo;
e Nebe divenne il capo dell'Amt V. Più tardi, nel 1944, gran parte delle sezioni
dell'Abwehr (i servizi segreti militari) vennero incorporati nell'Amt VI.
Heydrich fu capo della Polizia di Sicurezza e dell'SD (RSHA) fino al suo assassinio
nel 1942, dopo il quale Ernst Kaltenbrunner ne prese l'incarico. Kaltenbrunner
assunse la carica il 30 gennaio 1943 e la tenne fino alla fine della guerra. Dopo la
guerra, l'SD venne dichiarato un'organizzazione criminale e i suoi membri vennero
giudicati al Processo di Norimberga. L'SD era incaricato dell'individuazione dei reali
o potenziali nemici del nazismo, e della neutralizzazione di questi oppositori. Al fine
di espletare il suo compito, l'SD creò un organizzazione di agenti e informatori
attraverso tutto il Reich, e successivamente attraverso i territori occupati.
L'organizzazione consisteva di poche centinaia di agenti a tempo pieno e di diverse
migliaia di informatori. L'SD era l'agenzia che raccoglieva le informazioni, mentre la
Gestapo, e in alcune occasioni la Reichskriminalpolizei erano le agenzie esecutive del
sistema di polizia politica. Sia l'SD che la Gestapo erano in effetti sotto il controllo di
Heinrich Himmler, in qualità di capo della polizia tedesca.
Sturmabteilung (SA)
Le Sturmabteilung o SA (letteralmente "squadre d'assalto") furono il primo gruppo
paramilitare del Partito Nazista.
Organizzate e guidate da Ernst Röhm, saranno il braccio armato dei nazisti nel fallito
putsch della birreria di Monaco nel 1923. Con la loro caratteristica camicia bruna, le
SA, quando il nazismo non era ancora al potere si lanciarono in scorribande e tumulti
64
contro i più odiati avversari dei nazisti, ovvero gli Spartachisti. Le SA contribuirono
con le loro intimidazioni all'ascesa al potere di Hitler.
Ma le squadre d'assalto iniziarono ad entrare in crisi per l'ostilità di Göring e
soprattutto di Himmler. Himmler era infatti a capo delle SS, un'altra organizzazione
paramilitare, cresciuta all'interno delle stesse SA. Le SA subirono una violenta
epurazione il 30 giugno 1934, la famigerata "notte dei lunghi coltelli": i vertici
dell'esercito tedesco, non tollerando la presenza in Germania di truppe paramilitari
dedite a scorribande, imposero a Hitler di disfarsene. Prendendo alla lettera
l'indicazione, il futuro Führer inviterà circa 200 tra gli esponenti di spicco (compreso
Röhm) in una residenza isolata con una scusa e li farà poi freddamente trucidare dalle
SS, dando inoltre alle truppe di Himmler la possibilità di dimostrare la propria
"preparazione".
Dopo la "notte dei lunghi coltelli" alcuni reparti delle SA rimasero in circolazione
ma, privati del comando degli ufficiali, non riuscirono ad organizzare un qualche tipo
di rappresaglia.
Saranno definitivamente dichiarate fuorilegge al Processo di Norimberga.
65
LA SENTENZA
66
“Se voi, signori della Corte, doveste dire che questi uomini non sono colpevoli,
sarebbe come dire che non vi è stata guerra, non vi sono cadaveri, non vi è stato
delitto!”
(dalla requisitoria del Procuratore Generale degli Stati Uniti, Robert H. Jackson)
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E’ la mattina di martedì 1° ottobre 1946. Il processo più importante della storia è al
suo epilogo. Gli imputati sono in attesa della sentenza, la quale verrà letta
singolarmente ad ognuno di loro. Il processo è durato dieci mesi. Si sono tenute
quattrocentotre udienze pubbliche. Il processo si è svolto ogni giorno lavorativo
seguendo il seguente orario: 10/13 - 14/17.
Durante tutto il processo la Corte ha ascoltato 240 deposizioni e preso atto di 300.000
dichiarazioni. L’accusa ha presentato 2.630 documenti, mentre la difesa ne ha
presentati 2.700.
In aula si sono alternati ventisette avvocati coadiuvati da 54 assistenti e 67 segretarie.
Per tradurre tutti gli atti in quattro lingue sono state utilizzate venti tonnellate di carta
e cinquemilioni di fogli. I laboratori fotografici del tribunale hanno fatto 780.000
copie. Le parole pronunciate durante le sedute sono state registrate su ventiquattro
chilometri di nastro magnetico e su 7.000 dischi.
Per la prima volta in un processo è stata utilizzata la traduzione simultanea.
Ermann Goring fu il primo a cui fu letta la sentenza.
“Accusato Hermann Goring, in relazione alle imputazioni contenute nell’atto di
accusa, di cui siete stato riconosciuto colpevole, il tribunale militare internazionale vi
condanna alla pena di morte mediante impiccagione”.
Il 15 ottobre intorno alle 23.30 Goring si uccise nella propria cella masticando una
pillola di cianuro.
Di seguito riporto le varie condanne comminate agli altri imputati.
Martin Bormann
capi di imputazione 1-3-4 (ritenuto colpevole 3-4)
condanna
a morte in contumacia
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Karl Donitz
capi di imputazione 1-2-3 (ritenuto colpevole 2-3) dieci anni di
prigione
Hans Frank capi di imputazione 1-3-4 (ritenuto colpevole 3-4) condanna a morte
Wilhelm Frick capi di imputazione 1-2-3-4 (ritenuto colpevole 2-3-4) condanna a
morte
Hans Fritzsche capi di imputazione 1-2-3 (non colpevole) assolto
Walther Funk capi di imputazione 1-2-3-4 (ritenuto colpevole 2-3-4) ergastolo
Rudolf Hoss capi di imputazione 1-2-3-4 (ritenuto colpevole 1-2) ergastolo
Alfred Jodl capi di imputazione 1-2-3-4 (ritenuto colpevole 1-2-3-4) condanna a
morte
Ernst Kaltenbrunner capi di imputazione 1-3-4 (ritenuto colpevole 3-4) condanna
a morte
Wilhelm Keitel capi di imputazione 1-2-3-4 (ritenuto colpevole 1-2-3-4) condanna
a morte
Gustav Krupp capi di imputazione 1-2-3-4 (non colpevole) assolto
Robert Lay capi di imputazione 1-2-3-4 (si suicidò impiccandosi nella cella prima
del processo)
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Konstantin Von Neurath capi di imputazione 1-2-3-4 (ritenuto colpevole 1-2-3-4)
ergastolo
Franz Von Papen capi di imputazione 1-2 (non colpevole) assolto
Erich Raeder capi di imputazione 1-2-3 (ritenuto colpevole 1-2-3) ergastolo
Joachim Von Ribbentrop capi di imputazione 1-2-3-4 (ritenuto colpevole 1-2-3-4)
condanna a morte
Alfred Rosenberg
capi di imputazione
1-2-3-4
(ritenuto colpevole 1-2-3-4)
condanna a morte
Fritz Sauckel capi di imputazione 1-2-3-4 (ritenuto colpevole 3-4) condanna a
morte
Hjalmar Schacht capi di imputazione 1-2 (non colpevole) assolto
Baldur Von Schirach capi di imputazione 1-4 (ritenuto colpevole 4) 20 anni di
prigione
Arthur Seyss-Inquart
capi di imputazione
1-2-3-4 (ritenuto colpevole 2-3-4)
condanna a morte
Albert Speer capi di imputazione 3-4 (ritenuto colpevole 3-4) 20 anni di prigione
Julius Streicher capi di imputazione 1-4 (ritenuto colpevole 4) condanna a morte
Tutti i condannati a morte vennero impiccati il 16 ottobre 1946.
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Alcuni degli imputati condannati a morte ebbero il tempo di pronunciare alcune frasi.
Tra le più significative vorrei citare quella del giornalista Julius Streicher che dopo la
lettura da parte dei giudici della sua condanna pronunciò questa frase:
"Questa è la mia celebrazione del Purim10 1946. Sto andando da Dio. I bolscevichi vi
prenderanno tutti un giorno!. Adele, mia cara moglie... Heil Hitler!"
Curiosità
L’addetto che preparò con tanta cura e meticolosità il nodo scorsoio per le corde della
forca, morì poco dopo in un incidente,
capottandosi fuori strada con la sua auto e rimanendo strangolato dalla cintura di
sicurezza!.
Festività ebraica che cade il giorno 14 del mese ebraico di Adar. Il digiuno del giorno precedente
ricorda l'analogo digiuno fatto da Ester e Mordechai (Mardocheo) quando il perfido Amàn, consigliere di
Re Assuero, tramò per liberarsi degli ebrei convincendo il Re ad ucciderli tutti.
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CONSIDERAZIONI FINALI
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“Conosco troppo gli uomini per ignorare che spesso l’offeso perdona,
ma l’offensore non perdona mai”
Jean Jacques Rousseau
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Il 21 Aprile del 2001 in un’intervista al “Corriere della Sera”, Indro Montanelli,
parlando del Processo di Norimeberga, dichiarò: “Secondo me fu un processo
sbagliato. Non perché gli imputati non meritassero la qualifica e il trattamento di
criminali, quali poi ebbero, ma perché, pronunciato da un tribunale di nemici
vincitori, la condanna non poteva non apparire al popolo tedesco che una vendetta
che li costringeva alla solidarietà morale con i condannati”………………………
Premettendo che non potrei certo essere io a contrastare il pensiero di un così grande
giornalista e scrittore, tuttavia mi pongo umilmente in contrasto con quello che dice
Montanelli.
Non può certamente essere negata l’esigenza della terzietà del giudice, anche in una
situazione come quella di Norimberga, ma è altrettanto vero e necessario che, alla
luce degli innumerevoli e abominevoli crimini commessi dalla Germania nazista ,
non fosse possibile fare altrimenti. Credo che ci siano dei momenti nella storia, ogni
qual volta ci si trovi di fronte a simili barbarie, in cui la necessità di punire sia
fondamentale per garantire un ripristino della civiltà e di conseguenza della
supremazia dell’uomo sull’animale. Diventa inoltre necessario trasmettere un
messaggio importante alle generazioni future, messaggio che deve servire da monito
per chiunque. In fin dei conti la straordinarietà e l’atipicità di tale processo si è resa
necessaria per giudicare l’altrettanto straordinarietà degli eventi accaduti. Il periodo
nazista ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi un cambiamento anche nel concetto
di guerra. Una guerra combattuta non più, o almeno non solo, per le classiche
motivazioni economiche e di conquista dei territori, ma una guerra combattuta con il
preciso scopo dell’eliminazione di una razza intera. Neanche lo sterminio di milioni
di “pellerossa” da parte dei conquistatori anglo/americani
aveva avuto tali
motivazioni razziali. Non credo, inoltre, che il popolo tedesco si sia sentito vittima di
una vendetta, a maggior ragione dopo aver visto con i propri occhi quello che per
anni gli era stato nascosto. Il popolo tedesco, e molti altri esponenti del nazismo
hanno appreso di quello che succedeva nei campi di concentramento di tutta Europa,
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solamente molto tempo dopo la fine della guerra. Qualcuno disse all’epoca dei fatti,
che il popolo tedesco avrebbe sopportato il fardello dell’olocausto per molti anni
avvenire. Mai tale previsione fu più azzeccata. La Germania del 2000 è una Germania
che vuole dimenticare il suo passato, è una nazione in evoluzione economica e
culturale. Sessant’anni fa Berlino era la capitale di quello che sarebbe dovuto
diventare il Grande Impero tedesco. Attraverso le imponenti opere architettoniche di
Albert Speer la città esprimeva magnificenza e grandezza, essere a Berlino alla fine
degli anni ’30 voleva dire essere al centro del mondo. Sessant’anni dopo la città è in
piena evoluzione culturale. I bombardamenti del ’45 da parte degli Alleati e gli anni
del muro, hanno ridotto la città ad un cumulo di macerie. La Germania e Berlino sono
volute risorge da quelle stesse macerie e hanno cercato di dimenticare. Se oggi vi
capita di andare nella capitale tedesca, vi accorgerete che non c’è niente che ricordi il
periodo nazista. Non ci sono indicazioni per i turisti, non ci sono evidenti accenni a
quella che un tempo era la capitale del Terzo Reich. Sopra il famoso bunker di Hitler,
dove era collocata la “Cancelleria”, hanno edificato dei palazzi, costruito dei giardini
dove i genitori portano i bambini a giocare.
L’esperienza di Norimberga ha fatto in un certo senso scuola, tant’è che oggi è
presente un Tribunale penale internazionale che ha il compito di processare coloro
che si macchiano di gravi crimini contro l’umanità.
Anche la giustizia, molto probabilmente, è risolta dalle sue macerie. Il Tribunale di
Norimberga, forse non era perfettamente legittimo, ma se il dubbio su tale legittimità
rimane, non rimane certamente il dubbio su quei crimini che tale tribunale ha punito.
La necessità di ricordare Norimberga, sta nella speranza di tramandare alle future
generazioni certe esperienze per far si che in futuro non ci sia più bisogno di ricorrere
a tali processi.
Nel periodo nazista furono sterminati circa sei milioni di ebrei. Undici furono i
condannati a morte dal Tribunale di Norimberga. Sessant’anni dopo, si commemora e
75
si piange ancora quei sei milioni… di quegli undici… molti non conoscono nemmeno
i nomi!
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“Dobbiamo usare il tempo come uno strumento non come una poltrona”
John Fitzgerald Kennedy
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Note dell’autore
“Scrivi qualcosa degno d’esser letto o fai qualcosa degno d’esser scritto” (Benjamin
Franklin).
Quando si affrontano tali argomenti e si cerca di dare una interpretazione ad un così
importante evento storico, si rischia inevitabilmente di addentrarsi in un campo ostile
e pieno di insidie. Il giorno in cui iniziai a pensare di poter scrivere sul processo di
Norimberga, mi resi immediatamente conto che nel momento in cui, avessi posto le
prime righe sul foglio, per me sarebbe iniziato un viaggio senza ritorno. Intendo dire,
che prendere conoscenza di certe realtà porta inevitabilmente le personalità curiose
come la mia a volerne sempre sapere di più, e vi posso assicurare, che in questo
argomento, molte sono ancora le cose su cui bisognerebbe riflettere. L’idea di
scrivere questo piccolo saggio, mi venne dopo aver letto un libro di un autore molto
famoso. Questo libro, in pratica, accennava al fatto che dopo la fine della seconda
guerra mondiale e dopo la sconfitta della Germania nazista, non tutti i “protagonisti”
di quel periodo (per primi intendo i gerarchi nazisti), furono consegnati alla giustizia.
Sappiamo bene che Hitler si suicidò, così come fece Goebbels e tanti altri. Sappiamo
inoltre, che altri 21 imputati sono stati giudicati, e alcuni condannati a morte, durante
il processo di Norimberga; e tutti gli altri? Che fine ha fatto per esempio Adolf
Eichmann ovvero colui che organizzò l’identificazione e il trasporto delle vittime ai
vari campi di concentramento? Oppure; Martin Bormann ovvero, colui che venne
considerato l’interprete delle volontà di Hitler, al quale inoltre, fece da testimone di
nozze per il suo matrimonio con Eva Braun. Vi siete mai chiesti questi “illustri”
signori che fine abbiano fatto, e come loro tanti altri criminali nazisti? Dovete sapere
che subito dopo la fine della guerra, nacquero alcune organizzazioni (Odessa era una
delle più importanti), che avevano lo scopo di aiutare coloro che erano riusciti a
sfuggire alla cattura degli alleati, reintegrandoli nella società come semplici cittadini,
ovviamente con delle nuove identità. Molti di questi nazisti scapparono in Sud
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America altri invece rimasero in Europa, e con l’aiuto di queste organizzazioni
riuscirono a continuare la loro vita come cittadini qualunque, forniti di un lavoro
comune e perfettamente integrati nella società. Insomma, per farla breve, trovare
dopo la guerra un gerarca nazista che svolgeva liberamente, funzioni pubbliche o
libere professioni celandosi dietro false identità, non era poi una cosa impossibile.
Pensate a quante persone è capitato di ritrovarsi di fronte a questi criminali e
ignorare nel modo più assoluto l’identità di chi avevano di fronte. Molti di questi
personaggi, nel momento in cui sto scrivendo, sono ormai morti; alcuni invece sono
ancora vivi e ricercati dai servizi segreti di mezzo mondo, anche se ormai una
eventuale loro cattura, non potrebbe certamente permettere la possibilità di affibbiare
loro una pena in quanto ormai ultra ottantenni! Chiudo questo discorso
riallacciandomi alla citazione di Benjamin Franklin. Io non so se ho scritto qualcosa
di cui valga la pena leggere ma quello di cui sono estremamente convinto è di aver
scritto di qualcosa che sicuramente non dovrà essere dimenticato e che il ricordo e la
memoria dovrà essere tramandata da generazione in generazione, con la speranza che
certi orrori non accadano più.
Simone Paolini
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Bibliografia
- I dossier segreti di Norimberga – interrogatori e documenti del processo più
celebre della storia (Giuseppe Mayda)- Mursia;
- Il processo di Norimberga (Francois de Fontette) – editori riuniti;
- Il processo di Norimberga – scritti inediti e rari – a cura di A.Tarantino,
R.Rocco e R.Scorrano – Milano – Dott. A.Giuffrè Editore 1999;
- Memorie del Terzo Reich (Albert Speer) – Mondadori.
- Altri documenti trovati attraverso quella immensa risorsa che è Internet!.
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