CHIARA CANZIAN Scheda brano per brano “IL MIO SANGUE” IL MIO SANGUE Questo brano nasce da una grandissima sofferenza d’amore vissuta negli ultimi due anni. La viola iniziale di Nicola Manzan ben rappresenta la tensione e il dolore che questo brano racconta. I Bending della chitarra nella strofa aumentano la sensazione di disagio e un grande coinvolgimento è creato anche dalla ritmica che segue fortemente la mia voce rispondendo quasi al mio canto. Il tutto è accentuato anche dal mix molto asciutto. La musica è nata dopo che la stessa persona, causa del mio male, mi aveva consigliato di provare a scrivere un blues, mentre il testo è nato mesi dopo… quando il mio cuore si era già frantumato. SENZA SE E’ il desiderio di riuscire a travolgere di parole bloccate sulle labbra e di gesti mai fatti la persona che in qualche modo ci sta levando a poco a poco la vita dandoci attenzioni solo negli spazi liberi, senza interesse, mentre dall’altra parte c’è un desiderio sconfinato. La musica e il testo sono nati assieme, cosa molto rara nella mia composizione. L’arrangiamento è caratterizzato dall’effetto delay che la batteria crea, dall’intuizione di Phil Mer; questo da un effetto di sospensione e questione irrisolta che ben si addice alla storia che racconto. DIMMI CHE E’ VERO E’ una canzone arrabbiata, stanca e decisa. L’arrangiamento e la composizione rispecchiano questa sensazione di base. La musica è nata assieme a Lele Spedicato (chitarrista dei Negramaro), con il quale ho avuto un bellissimo periodo di amicizia umana, musicale e compositiva. Questo è uno dei primi brani nati. Grazie anche a Lele è stata fatta la parte dello special in cui io strappo le catene alla mia voce e mi lascio andare al canto senza limiti. E’ incredibile come con il senno di poi certe canzoni e periodi della vita prendano inevitabilmente un senso diverso e più profondo. VIENE E VA Il testo di questa canzone è uno dei miei preferiti di questo album. Racconta di come a volte la società, il proprio amante, gli amici, i genitori, insomma, tutte le persone care, diano per scontato il nostro amore, anche se tutto va male, tutte le nostre certezze stanno crollando e nessuno di loro si impegna a starci vicino in qualche modo. E’ una situazione più comune del previsto, in qualche modo l’ho vissuta anch’io, e mi sembrava giusto parlarne. E’ un pezzo in ¾ che rotola all’ascolto, è molto fluido e questo da una sensazione di piacevole positività, che fa presagire una rinascita o comunque una risoluzione. PARLA CON ME Brano regalatomi da Pierluigi Ferrantini dei Velvet, mio carissimo amico, che apprezzando la mia musica si è offerto di donarmi questo brano e collaborare con me. “Parla con me” racconta di un confronto tra due persone di generazioni diverse in cui c’è la curiosità di sapere e conoscere com’era la vita quando ancora c’era la passione e la gloria vera. L’arrangiamento è molto vintage e ci sono degli effetti nella voce molto caratteristici. TRA LA GENTE Questo brano è molto complesso, difficile, non ha una struttura ben precisa o scandita dalle regole solite della musica. Questa “anarchia strutturale” ben si confà al testo che parla di un disagio, di come sia difficile avere una storia d’amore o una relazione d’amicizia pura e cristallina in questa società sempre più arida nella quale viviamo, della quale non riusciamo più neppure ad indignarci e dalla quale non riusciamo a ribellarci. Io con questa canzone un po’ mi ribello, e racconto come nella coppia devo essere la più forte per sostenere un compagno totalmente succube della vita. L’arrangiamento degli archi nell’ultimo inciso che fanno quintine su un 4/4 crea una tensione sonora che provoca di conseguenza una sensazione fisica molto forte. CHE COLPA AVEVO IO Questa è una ballad che ha una ritmica leggerissima. La chitarra accompagna il mio canto e tutti gli strumenti assieme danno un sentore di costrizione… è una canzone in cui solo la voce esplode, ma senza forte sostegno degli strumenti per aumentare la sensazione di dolore che cerco di trasmettere col testo, che parla ancora di quella storia finita male, senza parole, senza sguardi. E TI SENTO Primo singolo dell’album, parla di come si possa sentire la persona amata dopo la fine della storia. E’ un peso, un dolore fisico e mentale, una spina nella pelle. Il fatto di cantarlo ed esprimerlo in musica è un modo per conservare e trasformare il dolore in qualcos’altro. E’ uno dei brani più pop del disco; l’arrangiamento è piuttosto soft nelle strofe mentre nel primo inciso, ma ancor più in quelli finali, l’arrangiamento diventa piuttosto deciso, suonato e rock. A PIEDI NUDI E’ forse il secondo brano più pop dell’album. Il riff di chitarra iniziale lo devo a Lele Spedicato. Questo è probabilmente il primo brano nato di questa nuova mandata di canzoni. L’arrangiamento come il testo è immediato, leggero, frizzante e in qualche modo estivo. E’ l’unico brano dove ci sono cori anche non miei, con la bellissima voce di Valerio De Paola. INVERNO E PRIMAVERA E’ un brano molto bello, nella sua complessità. E’ in 11/8 e questo crea una tensione già in partenza, per quanto poi in realtà “rotoli” benissimo, anche con questo tempo dispari. Il testo è di Andrea Lombardini, che oltre ad aver suonato il basso in tutto il disco si è cimentato per la prima volta nella scrittura di un testo, con ottimi risultati. La canzone parla di una storia d’amore tra Inverno e Primavera, e di come quindi loro vivano il loro amore con l’impossibilità di toccarsi o vedersi anche solo per un giorno, poiché quando finisce l’inverno inizia la primavera… e in qualche modo una distrugge l’altro. L’arrangiamento è deciso e intenso, anche grazie alla scrittura complessa e meravigliosa degli archi. SCRIVI D’ORO E’ un brano delicatissimo, la musica è nata molti anni fa, mentre il testo negli ultimi mesi prima della registrazione del disco. E’ un quadretto ben definito di dolcezza, intimità, colore e calore che raccontano un periodo felice dei miei giorni dopo una momentanea stasi emozionale. L’arrangiamento del pezzo è leggerissimo, rarefatto, essenziale e rispettoso di ogni mia parola. VERTIGINI Brano che chiude il disco. Anche in questo caso devo ringraziare Pierluigi Ferrantini per il testo che è riuscito a scrivere, in perfetta armonia con la musica, che invece ho scritto assieme a Lele Spedicato. E’ uno dei miei brani preferiti perché è essenziale, la strofa è affascinante con un’atmosfera vagamente ipnotica mentre l’inciso esplode con una ritmica caratterizzata da un rullante che suona tutti i sedicesimi. La canzone in sé è molto breve, dura 3 minuti e 20, dopo i quali parte una coda altrettanto lunga che è un continuo crescendo, nel quale Valerio De Paola ha fatto un ottimo lavoro d’arrangiamento assieme ad Ivan A. Rossi, fonico del disco, che in questa coda in particolare ha anche suonato il Delay a nastro. Grazie mille a Phil Mer (batteria), Andrea Lombardini (basso), Valerio De Paola (chitarra, arrangiamento archi e piano, produzione artistica), Davide Dalpiaz (piano) e Ivan A. Rossi (registrazione, missaggio, delay a nastro), per il lavoro svolto, il sostegno, la sopportazione e l’amore messo in questo disco e con me. Grazie anche a Lele Spedicato e a Pierluigi Ferrantini.