Cap.5 Un difficile dopoguerra. Cap.5 Un difficile dopoguerra Un

Cap.5 Un difficile dopoguerra
 Un nuovo scenario mondiale
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La politica: grande instabilità politica, esplose una febbre di protagonismo collettivo, che fece
registrare una partecipazione di massa sempre crescenti alla lotta politica; tra il 1919 e il 1920 moti
rivoluzionari investirono la Germania e l’Ungheria, mentre in Francia, Cecoslovacchia e Italia ci
furono massicce agitazioni di operai e contadini.
L’economia: fino al 1925 ci fu un aumento della disoccupazione, dell’inflazione e un calo della
produzione.
La motorizzazione: nel 1919 negli USA la produzione annua della Ford aveva superato il milione di
vetture; nel 1921 in Francia, Peugeot e Citroen iniziarono a fabbricare automobili in serie; nel 1919
collegamenti aerei regolari tra Parigi e Londra e fra Berlino e Lipsia erano attivi.
Il gigantismo industriale: Aumento della produzione di petrolio da 76 milioni di tonnellate nel 1919 a
191 nel 1929; furono abbattute le barriere economiche tra paese a paese; le piccole imprese
iniziarono un lento declino; Renault, Citroen, Peugeot, Ford e General Motors controllavano il 60%
del mercato nei rispettivi paesi.
 Gli USA
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La red scare: “la paura rossa” attanagliò l’opinione pubblica, il sospetto e il rancore circondavano gli
stranieri e nel 1924 gli USA approvarono una serie di leggi restrittive sull’immigrazione; Nel 1927
furono condannati a morte Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani vittime di un
errore giudiziario e di pregiudizi etnici e ideologici.
Tentazioni isolazioniste: riemergere del razzismo, nel 1915 ad Atlanta in Georgia, venne riorganizzato
il Ku Klux Klan, un’associazione che si batteva per una rigida discriminazione razziale contro le
persone di colore e nel 1924 i suoi aderenti erano diventati 5 milioni.
La svolta del 1925: “gli anni folli” dove la produzione e i consumi crescevano di pari passo; tra il 1922
e il 29 la produzione industriale aumentò del 50% e il reddito nazionale del 42%; nel 1921
circolavano sulle strade 1,5 milioni di auto e 4,8 milioni nel 1929; alla Ford per assemblare un’auto
occorrevano 14 ore di lavoro, ma già nel 1914 con l’introduzione della produzione a catena
bastavano 93 minuti; nel 1925 con la catena di montaggio si produceva 1 automobile ogni 10
secondi; negli stessi anni gli USA costruivano l’88,4% di veicoli a motore nel mondo.
La civiltà di massa: in quegli anni fu costruito l’Empire State Building; anche i mezzi di comunicazione
erano di massa, nel 1920 cominciarono le prime trasmissioni radiofoniche, gli spettatori sportivi
diventarono di massa e il cinema passò da muto a sonoro;
Nuovi comportamenti collettivi: arrivò il jazz, la musica popolare della civiltà industriale e nei night
club si mescolava con il gangsterismo che prosperava sul traffico clandestino delle bevande alcoliche
il cui consumo era legalmente proibito;
La flapper: “la monella”, gonna sopra il ginocchio, trucco sfacciato, economicamente autosufficiente
rappresentava la conferma di un’effettiva ascesa sociale delle donne che riuscirono a strappare
alcune conquiste significative sul piano legislativo, dall’estensione del diritto al voto alla possibilità di
accedere alle carriere impiegatizie e dirigenziali; nel 1929 crolla la borsa di Wall Street e le flapper
smisero di svolazzare perché le donne furono le prime ad essere espulse dal processo produttivo e
molte tornarono a fare le casalinghe.
 L’Europa
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Gran Bretagna: l’ascesa economica degli USA coincise con il declino della Gran Bretagna; La
sostituzione del petrolio al carbone e dell’elettricità al vapore sancì la fine della posizione di
privilegio degli inglesi; nei primi anni del dopoguerra si contarono 1,5 milioni di disoccupati; nel 1918
venne introdotto il suffragio universale e steso a tutti i maggiorenni e alle donne con minimo 30
anni; nel 1921 il governo di Lloyd George riconobbe l’indipendenza all’Irlanda; nel 1926 i minatori
fecero grandi scioperi per non vedersi ridotto il salario.
Francia: anche qui il dopoguerra fu segnato da difficoltà economiche; a parte l’industria
automobilistica, il resto erano aziende contadine e di piccole imprese.
Il drammatico dopoguerra tedesco: provata da perdite territoriali ed economiche enormi, per pagare
i debiti di guerra fu costretta ad una svalutazione del marco; un dollaro era scambiato con 191,8
marchi nel 1922 ma nell’ottobre del 23 con 25 milioni; ne derivò una crisi sociale di ampie
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proporzioni; la rivoluzione del 1918 provoca l’abdicazione di Guglielmo II e la proclamazione della
repubblica.
La repubblica di Weimar: in Turingia, nel 1919 si insediò l’assemblea costituente eletta il 19 gennaio;
il 12 gennaio fu varato il governo e venne eletto il presidente della repubblica; la costituzione entrò
in vigore il 14 settembre del ’19 che essendo molto innovativa, prevedeva il suffragio universale,
l’adozione del sistema elettorale proporzionale e la tutela delle minoranze politiche.
Gli esordi di Hitler: in quegli anni si affacciò sulla scena politica Hitler protagonista di una campagna
d’odio contro gli ebrei e i comunisti e nel 1919 nacque il partito nazionalsocialista operaio tedesco
affiancato da un’organizzazione paramilitare, le SA; l’8 novembre del ’23 Hitler tentò il colpo di stato
ma fallì e venne arrestato; rimase in prigione per un anno, nel quale elaborò il suo programma
politico.
Un ambiguo decennio: a questo punto ci fu una stabilizzazione politica sotto la guida di Gustav
Streseman e una ripresa economica, artistica e culturale ma a far precipitare di nuovo la situazione
fu la crisi del ’29 e milioni di persone nel ’30 alle elezioni votarono per Hitler e nel ’33 assunse poteri
dittatoriali attraverso leggi eccezionali e finì la repubblica di Weimar.
 L’URSS
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La guerra civile: gli anni successivi alla guerra furono di affermazione di potere da parte dei soviet e
dovettero affrontare emergenze militari (resistenza da parte delle truppe fedeli agli zar) ed
economiche. Durante la guerra civile morirono 2 milioni di persone, e la carestia del ’21-’22 falciò 5
milioni di persone e 2 milioni di russi scelsero l’emigrazione.
La politica: nel ’19 fu fondata la Terza Internazionale a cui aderirono i socialisti e i comunisti; nel ’22
Stalin fu eletto segretario generale del partito, subentrando a Lenin e lo stato assunse la
denominazione di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e una nuova costituzione votata
nel luglio ’23 assegnò al partito bolscevico (comunista) il ruolo di partito unico mettendo al bando
ogni forma di opposizione anche interna.
Il comunismo di guerra: nel 1918 fu varata una riforma agraria che abolendo la grande proprietà
terriera stabiliva che tutti coloro che avessero voluto coltivare la terra avrebbero avuto diritto a
possederne un lotto fino a quando l’avessero effettivamente coltivato; a partire dal 18 giugno 1918
furono nazionalizzate tutte le imprese con capitale superiore ad un miliardo di rubli; nelle campagne
i contadini furono costretti a consegnare i propri raccolti allo Stati e venivano pagati pochissimo
mentre il salario tra gli operai e gli impiegati fu parificato in un’unica fascia; era il comunismo di
guerra.
La NEP: nel maggio 1921 fu avviata la nep, fu concessa ai contadini la libertà di vendere i loro
prodotti, fu consentita la gestione delle piccole imprese ai privati e furono diminuite le tasse, ma il
popolo contadino restava comunque ostile al nuovo potere.
 L’Asia
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La Cina: la nuova repubblica era incapace di controllare l’immenso territorio del vecchio impero; in
seguito alla rivoluzione del 1911 si crearono due governi, a Pechino e Canton che rispettavano le
correnti tradizionaliste e democratico-nazionali ma nessuno dei due governi era in grado di imporre
le sue autorità in tutto il paese e tra il ’16 e il ’26 scoppiò la guerra civile; il 4 maggio del ’19 gli
studenti fecero un movimento di protesta a Pechino mentre a Canton collaborarono due grandi
partiti, il Kuomintang, partito nazionalista e il partito comunista di Mao tse-tung fondato il ’21 a
Shanghai.
Il Giappone: l’esito vittorioso dalla guerra permise di consolidare la propria influenza sul Pacifico così
da diventare la 3° potenza navale del mondo; si sviluppò il sistema parlamentare con l’introduzione
del suffragio universale maschile nel ’25 e sul piano economico la produzione industriale crebbe di
oltre il 400% tra il ’15 e il ’19.
L’India: in lotta per l’indipendenza dalla Gran Bretagna; dopo il bagno di sangue di Amristar del ’19 il
leader del partito del congresso Gandhi scelse una strategia di lotta politica basata sulla non violenza
contro la collaborazione con l’amministrazione coloniale inglese e per un vasto programma di
riforme sociali ed economiche;
 Africa e Medio Oriente
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Turchia: sopravvissuta al crollo dell’impero ottomano, sul suolo turco erano accampati eserciti greci,
francesi e italiani, mentre le minoranze rimaste come i curdi e armeni premevano l’indipendenza; tra
il ’20 e il ’22 nasce il movimento nazionale turco impegnato nella liberazione del paese e di uno stato
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repubblicano, la vita politica fu laicizzata con l’eliminazione del diritto religioso islamico dalla vita
amministrativa, giudiziaria e dall’istruzione; furono chiusi i tribunali islamici e soppresse le
confraternite religiose musulmane, ci fu la sostituzione dell’alfabeto latino all’arabo, introduzione
del sistema metrico decimale e l’abolizione della poligamia.
Il Medio Oriente: a spartirsi i territori del vecchio impero ottomano furono principalmente i francesi
in Siria e gli inglesi in Palestina e Mesopotamia; nella zona di influenza inglese nacquero gli stati
dell’Iraq, il regno di Transgiordania e la Palestina.
La Palestina: il movimento sionista chiedeva agli inglesi l’attuazione della loro promessa di costituire
uno stato ebraico e la sua organizzazione aumentò l’emigrazione ebraica verso la Palestina ma la
convivenza con gli arabi apparve alquanto difficile e a partire dal ’20 cominciarono le aggressioni ad
insediamenti ebraici e in risposta gli ebrei crearono organizzazioni di autodifesa; nel ’30 la
popolazione ebraica raggiunse i 200mila abitanti e cominciò ad organizzarsi e a impiantare comunità
agrarie.
L’Africa coloniale: nell’Africa francese si avviarono grandi lavori ferroviari si aprirono cantieri navali e
furono costruite nuove piste stradali; queste infrastrutture consentirono alle merci africane di essere
efficacemente collegate al sistema delle rotte commerciali mondiali; nelle colonie inglesi invece era
adottato il sistema di governo indiretto che prevedeva all’interno un’amministrazione svolta in
collaborazione con i capi indigeni e all’esterno un mandato ai governatori britannici per
rappresentare le popolazioni locali nei rapporti con le nazioni industrializzate; era cresciuta così una
spinta verso forme di autogoverno.
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