LADAKH 25-26 DEF 17-06-2009 12:38 Pagina 112 NEL MONASTERO DI HEMIS, UNA STATUA DEL BUDDHA SEDUTO. ESISTONO QUATTRO POSIZIONI NELL’ICONOGRAFIA BUDDHISTA, IN PIEDI, SDRAIATO, IN CAMMINO E APPUNTO SEDUTO. QUEST’ULTIMA POSTURA È LA PIÙ DIFFUSA E RAFFIGURA LA MEDITAZIONE. NELLA PAGINA PRECEDENTE, LA FACCIATA DEL MONASTERO, 1672 45 CHILOMETRI DA LEH, MAGGIORE CENTRO URBANO DEL LADAKH FONDATO NEL A testo di Simona Angioni fotografie di M. Richard Stiller In cammino tra le cime dell’Himalaya e del Karakorum nel distaccamento spirituale del Tibet. Un luogo immobile nel tempo e consacrato alla ricerca della felicità L’ALTRO TETTO DEL MONDO LADAKH 25-26 DEF 17-06-2009 12:38 Pagina 114 La montagna regala cieli notturni divorati dalle stelle. Raramente, però, il buio diventa tenebra. C’è sempre un pezzo di città a disturbare. Non in Ladakh, la regione dello Stato indiano del Jammu e Kashmir, incastonata tra le catene montuose dell’Himalaya e del Karakorum. India, ma fisicamente, etnicamente e culturalmente Tibet. Dalla fuga del Dalai Lama, il buddhismo abita qui, in altissimo, nel Paese degli alti valichi che è diventato il distaccamento spirituale del Tetto del mondo. In questo gioiello grande come il nord Italia, a differenza del vicino Kashmir, la maggioranza buddhista convive con i mussulmani sciiti e i pochi induisti, come in un’oasi immobile di serenità e bellezza. I monasteri, gompa, stanno appesi alle pietraie come profezie. Bianchi e rossi, severi e squadrati, vigilano sul tuo viaggio. Raggiungerli significa avventurarsi su strade di polvere che vanno reinventate dopo ogni frana. Distillare i passi per sopportare l’aria rarefatta che rompe il respiro e spacca le gambe. L’arrivo è la ricompensa. Scoprire che all’interno di questi luoghi sacri si vive ancora come nel Medioevo, la sorpresa più grande. Il primo gompa che si incontra arrivando da Srinagar, Kashmir, è quello di Mulbekh. Un piccolissimo monastero che ti accoglie nella prima vallata di sapore completamente tibetano nonostante la vicinanza con i mussulmani Kashmiri e Balti. Poca luce, difficile fotografare, grande magia, le prime scoperte di un pantheon infinito di divinità buddhiste. Hemis, con i suoi 400 monaci, è il gompa più grande e forse il più bello del Ladakh. All’interno, la litania di due giovani lama introduce il momento della preghiera. In queste sale avvolte dalla penombra si pratica ancora lo yoga di Milarepa, il monaco asceta e poeta che occupa nella cultura Tibetana lo stesso ruolo di san Francesco nel cristianesimo. Il monastero di Lamayuru, sull’antica carovaniera che unisce il Kashmir a Lhasa, sta attaccato alla montagna come un uccello bianco e gentile. Le piccole bandiere colorate che si muovono dolcemente nell’aria, fanno da arcobaleno al tuo ingresso. Nel cortile i monaci bambini corrono e urlano il loro ciao: «Juleeeeee», con la e che non finisce mai o al massimo termina in un sorriso. Hanno le dita nel naso, la testa rasata e i piedi neri che spuntano dalle lunghe tuniche porpora. Allegria allo stato puro. All’interno, una punja, la verve # 114 preghiera buddhista. «Aom Mani Padme Hum», il mantra del Buddha della compassione. I bisbigli accarezzano il buio, le lame di luce trasformano le statue dei Protettori in apparizioni. La dolcezza della voce e la ripetitività delle parole diventa una culla per i pensieri agitati. A Spitok, un monastero in cui ci si perde tra chiostri affrescati e corridoi umidi, l’indiscussa protagonista è la dea Tara, la Divina madre nel buddhismo tantrico. In una sala si possono ammirare, dipinte su splendidi tankha (gli arazzi tradizionali tibetani), 21 delle sue rappresentazioni. Le donne indossano abiti pesanti e hanno i visi bruciati dal sole. Entrano nei gompa portando le mani giunte alla fronte, alla bocca e al petto. Si inchinano, si prostrano, e si rialzano. E ancora. verve # 115 IN QUESTA PAGINA, IL MONASTERO DI LAMAYURU, UNO DEI PIÙ GRANDI E ANTICHI DEL LADAKH. OGGI VI 150 MONACI RISIEDONO MA IN PASSATO SONO STATI ANCHE 4O0. NEL SECONDO E NEL QUINTO MESE DEL CALENDARIO LUNARE TIBETANO QUESTO GOMPA OSPITA UN IMPORTANTE FESTIVAL DI DANZE RELIGIOSE IN MASCHERA. NELLA PAGINA DI SINISTRA, IL PICCOLO MONASTERO DI MULBEKH, AL CONFINE CON LA PORZIONE ISLAMICA DEL KASHMIR LADAKH 25-26 DEF 17-06-2009 12:39 Pagina 116 UNO DEI MIRABILI ESEMPI DI ARTE SACRA ALL’INTERNO DEL MONASTERO DI THIKSE, NOTO ANCHE PER L’AMPIA COLLEZIONE DI SETE RICAMATE NELLE FOTO QUI SOPRA, IL MONASTERO DI THIKSE, FONDATO NEL XV SECOLO, RACCHIUDE DIECI TEMPLI TRA CUI MAITREYA DALAI LAMA NEL 1980 QUELLO DI INAUGURATO DAL Una devozione che diventa un’onda. I cigli delle strade sono costellati di chorten, o stupa, costruzioni bianche e tondeggianti che rendono onore al Buddha. Ogni dettaglio è intriso di simbologia religiosa. Alcuni contengono pagine di testi sacri. Altri, ciò che un buddhista mira a raggiungere più di ogni altra cosa: il vuoto, ovvero l’essenza del tutto. Thikse ti guarda dalla cima di una collina. Uno dei gompa più ricchi del Ladakh, con i suoi templi e le terrazze inondate di sole. All’interno si trovano numerose rappresentazioni di uno dei capisaldi della religione buddhista: l’impermanenza (anicca) . Corpi di uomini e animali stanno appesi al contrario, attraversati da gocce di sangue che poi cadono a terra. Vogliono raccontare che ogni cosa è soggetta alla sofferenza. Per fortuna, il sole accecante, fuori, cancella in un istante l’ombra di questi pensieri tetri. Il monastero di Rizong offre uno sguardo a 360 gradi sull’arco delle montagne. Sei sul tetto del mondo, sospeso, attaccato solo ai fili dei tuoi pensieri. Le albicocche messe a essiccare al sole trasformano i tetti in tovaglie arancioni. Un monaco incartapecorito ci invita in cucina per offrirci il tchai, il tè locale con il burro salato di yak. Non è una delizia per il palato, ma l’atmosfera di quella stanza è così magica che anche quella bevanda diventa gradita. E soprattutto è un dono, qui, dove non si ha nulla da donare, se non fede e silenzio. Il monastero di Likir ti accoglie con un gigantesco Buddha di pietra verve # 117 LADAKH 25-26 DEF 17-06-2009 12:39 Pagina 118 QUI A FIANCO, UN DIPINTO NEL MONASTERO DI LIKIR; PIÙ A SINISTRA, MONACI A SPITOK SI PREPARANO IL PASTO; QUI SOTTO E IN BASSO IL GOMPA DI RIZONG, FONDATO 1892 NEL seduto sul tetto. Per raggiungere le sale di preghiera ci sono scale ripide. Si deve faticare almeno un poco per assaporare la bellezza. Pesantissimi mantelli gialli sono appoggiati sulle panche come corolle di fiori in attesa di essere riempiti dai monaci. Eccoli. Arrivano con passo felpato, chiacchierando. I campanelli iniziano a suonare insieme ai corni e ai tamburi. Comincia il canto. I bambini offrono yogurt e tè durante tutta la preghiera, silen- ziosi come gattini sui tetti. La sala straripa di offerte: latte d’olio, fiori, caramelle, soldi, semi, burro. Le candele ballano piano. Due monaci ridono. Qui si prega seriamente, giocando. Ci si interroga su tutto senza pretendere nulla. Non è difficile pensare che la ricerca della felicità possa parlare questa lingua. | I MAGNIFICI DRAPPI E I MANTELLI DEI MONACI NEL GOMPA DI LIKIR, www.incredibleindia.com; www.clupviaggi.it LUNGO QUELLA CHE www.viaggidellelefante.it ERA LA verve # 118 VIA DELLA SETA