Monastero di San Salvatore delle Tezze – Capo di Ponte Unica superstite di numerosi rimaneggiamenti durante i secoli, la chiesa del monastero di San Salvatore si manifesta oggi come un complesso a tre navate terminanti in tre absidi, caratterizzata da un tetto spiovente a capanna sovrastato da un alto tiburio ottagonale decorato con quattro coppie di bifore. La struttura, che si erge su un promontorio sul fianco orientale della media Valle Camonica, si staglia quasi dirimpetto alla pieve di San Siro di Cemmo, dislocata sull’altro versante dell’Oglio. La chiesa risale nella sua forma più antica al XI secolo, venendo citata per la prima volta in una bolla papale di Urbano II nel 1095, sebbene nella parete muraria siano presenti alcuni frammenti del IX e X secolo, forse di un edificio precedente. I documenti che ricordano la presenza di una colonia di monaci, sottolineano spesso il gravoso stato di incuria e disordine del monastero, tanto che nel 1580 lo stesso San Carlo Borromeo impone di imbiancarne le pareti ed erigere un cancello all’ingresso della chiesa che impedisca l’ingresso degli animali. Alla fine del settecento, con la rivoluzione napoleonica, la struttura del monastero rischia di essere trasformata in una filanda e, solo nel 1879, Giacomo Rizzi riesce ad acquistarla ed inizia i primi lavori di restauro. La seconda ristrutturazione avviene nel 1958 ad opera del letterato Fortunato Rizzi, mentre la terza è quella avvenuta di recente, ad opera della Fondazione Camunitas e grazie all’intervento dei coniugi Zaleski, da sempre molto attenti al recupero ed alla valorizzazione dei beni e dei monumenti artistici, storici e culturali del territorio. (a cura di Luca Giarelli)