Testi a cura di:
Dott. Giovanni Donati
S.C. Chirurgia Toracica e Senologica
Hanno collaborato alla stesura del capitolo “Linfedema”:
Infermiere S.C. Chirurgia Toracica e Senologica
Sabrina Foudon, Maggie Broido, Sara Dematteis, Danila
Letey, Roberta Vittaz
Si ringrazia la Sig.ra Stefania Ottin, studentessa del Corso di
Laurea in Infermieristica di Aosta, per il prezioso contributo nella
stesura del presente libretto.
Si ringraziano inoltre per le illustrazioni gli artisti: Pasqualino
Fracasso e Raffaella Moniotto e per le foto: Mauro Paillex
Le illustrazioni degli esercizi sono di Silvia Saba e sono tratte
dal libretto "Ricominciare insieme; le illustrazioni di pag.
22-23-24 sono tratte da "Linfedema", libretto edito a cura di
AIMaC
Grafica e Stampa:
Tipografia La Vallée
Prima edizione: dicembre 2011
Informazioni generali
pagina 7
La diagnosi
pagina 8
Il linfonodo sentinella
pagina 9
L’intervento
pagina 10
Dopo l’intervento
pagina 13
Le terapie adiuvanti
pagina 15
Il follow-up
pagina 17
Il linfedema
pagina 18
Esercizi di ginnastica
pagina 21
L’intervento psicologico
pagina 29
Provvidenze economiche e assistenziali
pagina 30
Associazioni
pagina 31
indice
Fisioterapiste S.C. Recupero e Rieducazione Funzionale
Debora Buscaglione, Silvia De Vecchi, Stefania Luvisotto,
Claudia Zulian
L
ottare contro un tumore al seno è una sfida complessa, che mette a dura prova il coraggio delle
donne, doppiamente colpite nel fisico, perché questa subdola neoplasia cerca di lasciare visibile il
proprio segno per sempre, anche se le cure permetteranno di sconfiggerlo.
Al giorno d'oggi, per fortuna, la medicina è in grado di ricostruire ciò che il tumore vuole
distruggere: sono lontani i tempi delle mastectomie che lasciavano sfigurate le pazienti e della chirurgia invasiva, che richiedeva tempi di recupero
interminabili.
Nel corso degli ultimi anni, tanti aspetti sono cambiati per quanto riguarda i tumori al seno, e sempre positivamente. E’ quanto mai opportuno
quindi che le donne sappiano, siano informate sui progressi della diagnosi precoce, delle tecniche chirurgiche, dei farmaci chemioterapici o della
radioterapia, ma anche sulle possibilità di assistenza. E quest’ultimo è una pietra angolare, perché è essenziale che le pazienti siano accompagnate
adeguatamente in questo cammino impegnativo, facendo capire loro che non saranno lasciate sole. Saranno sostenute in primis da familiari
e amici, ma anche dai medici, dal personale infermieristico, dai tanti volontari che si prodigano per dare sollievo ai malati oncologici. Perché
l'approccio ai pazienti deve essere multidisciplinare e qualificato, tenendo conto che per "qualificato" non si intende solamente il possesso di una
laurea, ma soprattutto il saper ascoltare, creare empatia.
Ecco allora spiegata l’importanza di questa pubblicazione che, scritta da chi si trova quotidianamente a lavorare con le pazienti, offre un servizio
utilissimo, fornendo con termini chiari informazioni mediche su quella che è la tipologia tumorale femminile più diffusa, ma anche suggerimenti sul
decorso post operatorio e notizie sulle associazioni di volontariato.
Si tratta di un opuscolo che devono leggere e conservare tutte le donne, anche quelle che non sono direttamente coinvolte in un’esperienza tanto
difficile, per imparare che il cancro può essere superato, anche grazie alla capacità di reagire e di affrontare questa prova con costanza e tenacia.
Alberto Cerise
Il Presidente del Consiglio regionale
U
na vita spensierata, i giorni felici, un matrimonio sereno, il desiderio di un figlio, i colleghi con i quali ridere,
le amiche con le quali andare a fare shopping. E poi all’improvviso il buio. La disperazione. Il terrore. Un
tumore fa paura, e il tumore al seno è particolarmente insidioso perché implica il timore di non essere
più donna, magari di non potere più diventare mamma, anche di non farcela a sopravvivere. Nulla è più
determinante per sconfiggere il cancro al seno della prevenzione e questo opuscolo vuole essere un suggerimento alle donne a prendersi
cura di loro stesse, motivandole a controllare periodicamente il proprio seno perché i tumori in fase iniziale guariscono di più. Ma è anche un
invito, quando si è colpite da questo terribile male, a non farsi sopraffare dalla paura, a non sentirsi sole, a imparare a chiedere aiuto a chi ci
sta vicino: al compagno, alla famiglia, agli amici e alle strutture preposte sul territorio, perché insieme tutto si può affrontare, anche quando le
difficoltà sembrano insormontabili e non si vede via di uscita. Proprio quando il mondo sembra sgretolarsi tra le nostre dita, troviamo dentro
di noi una forza che non sapevamo di possedere, e l’arricchimento interiore che ne deriva, la disponibilità e la tolleranza verso il prossimo che
impariamo e soprattutto il grande amore verso noi stesse sono le risorse per acquistare fiducia nelle nostre possibilità. La Consulta regionale
per le pari opportunità è composta da donne che cercano di impegnarsi a favore del raggiungimento di pari dignità tra i generi e si adopera
per sostenere iniziative che, in qualche maniera, possano aiutare le donne nella propria quotidianità. Ed è proprio in questa direzione che, con
convinzione, abbiamo sostenuto questa iniziativa ritenendola, non solo utile, ma indispensabile al fine di sostenere le donne ad affrontare e
soprattutto a prevenire il tumore al seno.
Questo vuole essere il senso di questo volume, con un augurio a tutte noi donne affinché la nostra grande dignità nell’affrontare percorsi
talvolta faticosi e provanti sia sempre fonte di speranza, di coraggio e di amore.
Il gruppo di lavoro della Consulta regionale per le pari opportunità:
Emily Rini, consigliere regionale della Regione Autonoma Valle d’Aosta
Rosaria Castronovo, vicepresidente della Consulta regionale per le pari opportunità
Ester Fonte, consultrice della Consulta regionale per le pari opportunità
D
opo 20 anni dalla pubblicazione del primo opuscolo informativo, “Ricominciare insieme”,
rivolto alle donne operate di tumore al seno, abbiamo sentito l’esigenza di rinnovare il nostro
impegno nell’affrontare le problematiche cui vanno incontro le donne colpite da tale patologia
nella nostra Regione, rielaborandolo ed aggiornandolo alla luce delle più recenti acquisizioni
tecniche e scientifiche.
Da anni il nostro Reparto si è impegnato affinché la Senologia valdostana raggiungesse livelli di eccellenza qualitativa sia per quanto riguarda
la diagnostica che la cura del tumore al seno, nell’intento di offrire un servizio sempre più qualificato alle nostre pazienti. In tale ottica crediamo
fortemente nell’utilità dello screening mammografico, attuato con lungimiranza politica nella nostra Regione, cui partecipiamo attivamente sin
dal suo avvio, che si è dimostrato utilissimo in termini di diagnosi precoce e conseguente aumento delle possibilità di guarigione con l’utilizzo
di tecniche chirurgiche sempre più conservative. E proprio l’impatto psicologico della chirurgia sull’immagine corporea della donna, per
l’importanza che il seno riveste nel concetto stesso di femminilità, ci ha portati sempre di più ad impegnarci con entusiasmo nell’applicazione
delle più avanzate tecniche chirurgiche mininvasive e ricostruttive convinti che la cura del tumore non sia solo la cura del corpo ma della
persona nella sua globalità.
Nella speranza che il nostro sforzo sia stato utile colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che, operatori sanitari e non, quotidianamente
ci supportano nel nostro lavoro affinché per le nostre pazienti la malattia diventi sempre più un lieve e sbiadito ricordo.
Dott. Roberto Alessandro Barmasse
Responsabile Chirurgia Toracica e senologica
Essere donna
R. Moniotto 2011
Fiorirà il domani...
Che cosa sono e a che cosa servono le mammelle?
Le mammelle sono due ghiandole annesse alla cute del torace, simmetriche rispetto alla linea mediana, situate anteriormente ai muscoli pettorali. Esse sono
costituite da:
1. grasso (tessuto adiposo)
2. tessuto di sostegno (connettivo)
3. strutture ghiandolari organizzate in lobi, lobuli, acini e dotti che servono, sotto il controllo ormonale della prolattina, a secernere il latte tramite il capezzolo.
La percentuale di grasso e ghiandola varia in base all’età, assistendo, con il passare degli anni, a una progressiva involuzione della componente ghiandolare,
con un conseguente cambiamento di densità, forma e dimensioni della mammella.
Che cosa sono e a che cosa servono i linfonodi dell’ascella?
Il sistema linfatico è composto da un insieme di vasi all’interno dei quali scorre la linfa (un liquido di colore torbido che contiene globuli bianchi, proteine e
acqua) e dalle ghiandole linfatiche (linfonodi) che sono delle stazioni in cui vengono filtrati e distrutti batteri e scorie. Queste “stazioni di controllo” possono
trovarsi isolate o raccolte nelle stazioni linfatiche (ascella, inguine, collo, ecc.). All’interno del grasso dell’ascella sono presenti numerosi linfonodi, il cui numero
è variabile a seconda dei soggetti.
Che cos’è un tumore della mammella e perché può essere pericoloso?
Un tumore al seno è una malattia dovuta alla crescita di alcune cellule della ghiandola mammaria che, una volta trasformate, acquistano la capacità di
proliferare in modo incontrollato (malignità) invadendo i tessuti circostanti e, con il passare del tempo, anche organi a distanza. I tumori più frequenti sono
quelli che nascono dalle pareti di un dotto (carcinoma duttale) o da una cellula ghiandolare (carcinoma lobulare). Entrambe le neoplasie possono trovarsi in
uno stadio particolarmente precoce, detto “in situ”, le cui cellule non hanno ancora la capacità di infiltrare i tessuti vicini né la possibilità di dare localizzazioni
a distanza nei linfonodi o negli altri organi (metastasi). La neoplasia mammaria è il tumore più frequente nel sesso femminile, ma grazie alla diagnosi precoce
oggi è una malattia sempre più curabile in maniera efficace.
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INFORMAZIONI MEDICO-SCIENTIFICHE
Informazioni generali
La diagnosi
Come si diagnostica un tumore al seno?
L’autopalpazione e/o la visita senologica periodica sono due metodiche basilari nella diagnosi del tumore mammario. A complemento della visita clinica,
esistono inoltre degli accertamenti radiologici che sono fondamentali per una diagnostica senologica completa: ecografia mammaria e mammografia sono
infatti degli esami strumentali indispensabili per una diagnosi capace di ridurre realmente la mortalità per questa patologia.
Che cos’è lo screening?
In Valle d’Aosta esiste dal 1998 un programma di screening mammografico, proposto dal Sistema Sanitario alle donne di età compresa fra i 50 e i 69 anni
(fascia generazionale in cui la possibilità di sviluppare un tumore al seno è maggiore): esso rappresenta un mezzo molto efficace per la diagnosi di tumori di
pochi millimetri di diametro, spesso in fasi molto precoci. Vi è poi la possibilità di aderire spontaneamente al programma a partire dai 45 anni, con eventuale
approfondimento ecografico se il seno si presenta a ricca componente ghiandolare (cosiddetto “seno denso”).
Che cos’è un agoaspirato della mammella?
Nel caso in cui all’esame clinico-radiologico ci siano delle anomalie, vi è l’indicazione ad eseguire un approfondimento diagnostico mediante la metodica
dell’agoaspirato che consiste in un prelievo, tramite l’ago di una siringa, di alcune cellule che verranno in seguito analizzate dall’Anatomo-patologo per
esprimere un giudizio citologico di benignità o malignità della lesione riscontrata. In alternativa a tale metodica, esiste la possibilità di eseguire, previa
anestesia locale, un'agobiopsia, cioè una microbiopsia con un ago di calibro maggiore rispetto al precedente che, mediante un piccolo prelievo di tessuto
permetta di arrivare ad una definizione istologica della lesione, con inoltre lo studio, nel caso si trattasse di una lesione neoplastica, delle sue caratteristiche
biologiche e ormonali.
Esistono altri esami diagnostici?
Sì, esistono degli ulteriori esami più specifici che vengono eseguiti in casi particolari, e comunque dopo aver eseguito la visita senologica con mammografia
e/o ecografia. Essi sono: la risonanza magnetica e la PET.
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Che cos’è la biopsia del linfonodo sentinella?
Il prelievo (biopsia) del linfonodo sentinella è una metodica che ha rivoluzionato l’approccio terapeutico alla neoplasia mammaria. Fino a 10 anni fa infatti veniva
sempre eseguita, in contemporanea alla chirurgia mammaria, anche la linfoadenectomia ascellare, cioè lo svuotamento del grasso dell’ascella, contenente le
ghiandole linfatiche (linfonodi). Diversi studi clinici degli anni ’90 hanno però dimostrato che la linfoadenectomia ascellare eseguita routinariamente fosse un
trattamento eccessivo per le donne operate (visto che spesso i linfonodi asportati erano sani). Si è quindi acquisito il dato che andando a biopsiare solamente
il primo linfonodo (linfonodo sentinella) che riceve la linfa dal settore anatomico in cui è localizzato il tumore primitivo, si può comunque conoscere lo stadio
della malattia in maniera altrettanto efficace.
Quando si fa la biopsia del linfonodo sentinella?
Questa tecnica chirurgica può essere eseguita in tutte le donne che abbiano una lesione mammaria con diagnosi citologica o istologica positiva per cellule
carcinomatose, ad eccezione dei casi in cui vi siano dei linfonodi ascellari palpabili clinicamente e/o positivi all’agoaspirato per la presenza di cellule neoplastiche.
In che cosa consiste l’intervento?
La biopsia di questo primo linfonodo, generalmente localizzato in sede ascellare, prevede qualche ora prima dell’intervento chirurgico l’inoculo in Medicina
Nucleare di un tracciante debolmente radioattivo (innocuo sia per la paziente che per gli operatori) e l’esecuzione di una linfoscintigrafia, cioè di una sorta di
fotografia del sistema linfatico mammario e ascellare, che evidenzia la sede del linfonodo sentinella. L’intervento chirurgico, che viene quasi sempre eseguito
in regime di Day-Hospital, consiste nell’identificazione del linfonodo sentinella con una sonda per chirurgia radioguidata e nella sua asportazione tramite
una piccola incisione del cavo ascellare in anestesia locale. Il pezzo viene quindi inviato in Anatomia Patologica per l’esame istologico, che è particolarmente
accurato per permettere l’identificazione anche di minime localizzazioni metastatiche.
Che cosa succede se il risultato dell’esame istologico è positivo per la presenza di metastasi al linfonodo sentinella?
Nel caso in cui il linfonodo sentinella sia coinvolto dalla malattia tumorale della mammella (linfonodo positivo), si deciderà se procedere o meno alla
linfoadenectomia ascellare, sulla base dei parametri biologici della neoplasia. Questo intervento è infatti diventato sempre più raro sia perché è stato
dimostrato da numerosi studi che, se il linfonodo sentinella è negativo, sono negativi anche tutti gli altri linfonodi dell’ascella, sia perché, in caso di positività,
occorre valutare la reale necessità di questo tipo di chirurgia, basandosi sui dati dell’esame istologico della neoplasia mammaria.
Quali sono le possibili complicanze della linfoadenectomia ascellare?
Questo intervento può comportare nel 5-10% delle pazienti alcune complicazioni invalidanti, quali ad esempio il linfedema (cosiddetto “braccio grosso”) o la
linfangite. Si veda, a questo proposito, il capitolo appositamente dedicato.
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INFORMAZIONI MEDICO-SCIENTIFICHE
Il linfonodo sentinella
L’intervento
Quali interventi possono essere eseguiti sulla mammella?
Gli interventi che possono essere proposti dai Chirurghi senologi sono differenti a seconda delle dimensioni, della sede e delle caratteristiche della lesione
tumorale: al giorno d’oggi la chirurgia offre alle donne trattamenti personalizzati sulla base dei parametri suddetti. Si è passati sempre più da una idea di
chirurgia puramente demolitiva ad una chirurgia detta onco-plastica (oncologica + ricostruttiva): l’obiettivo dell’intervento non è più soltanto l’eradicazione
locale della malattia, ma anche la minore alterazione possibile dell’immagine corporea, con un risultato estetico gradevole.
In che cosa consiste l’intervento di ampia escissione (tumorectomia allargata) della neoplasia?
Questo intervento consiste nell’asportazione della lesione tumorale con un margine di tessuto sano di almeno un centimetro.
In che cosa consiste l’intervento di quadrantectomia della mammella?
Questo intervento, ideato negli anni ’70 dal Prof. Umberto Veronesi in alternativa alla mastectomia (asportazione completa della mammella), consiste
nell’asportazione del settore della mammella in cui è accertata la presenza del tumore, comprendendo la cute e la fascia del muscolo pettorale.
In quali casi si ricorre ad un rimodellamento della ghiandola (reshaping)?
Nei casi in cui la paziente sia stata sottoposta ad intervento di ampia escissione o di quadrantectomia (chirurgia conservativa) con un risultato estetico non
soddisfacente, si ricorre nello stesso tempo chirurgico anche al rimodellamento della ghiandola mammaria circostante, scollandola dai piani superficiali e
profondi. A ciò si può inoltre associare una trasposizione del complesso areola-capezzolo, riposizionandolo correttamente, cioè in modo simmetrico rispetto
al controlaterale.
Quando invece bisogna sottoporsi ad una mastectomia?
La mastectomia può essere indicata dopo aver effettuato una attenta valutazione della sede e delle dimensioni del tumore, nonché dell’eventuale presenza di
altri focolai neoplastici nel resto della ghiandola mammaria. La mastectomia semplice prevede l’asportazione dell’intera ghiandola mammaria, di una losanga
di cute, del capezzolo e dell’areola; per mastectomia radicale si intende invece una mastectomia semplice associata all’asportazione dei linfonodi ascellari.
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Esiste la possibilità di effettuare una ricostruzione immediata in una sola fase?
Sì, mediante l’inserimento di una protesi definitiva oppure di una protesi espandibile. La scelta di questo tipo di procedura è però condizionata dalla situazione
clinica della singola paziente.
E’ possibile ricostruire la mammella anche a distanza di anni da un intervento di mastectomia?
E’ possibile iniziare il processo ricostruttivo anche a distanza di tempo dalla mastectomia e, in base alle terapie adiuvanti effettuate (chemioterapia,
ormonoterapia, radioterapia), riflettere sul tipo di ricostruzione più adeguata.
Esistono altri tipi di ricostruzione mammaria?
Esiste la possibilità di ricostruire la mammella con lembi di cute, adipe e muscolo prelevati dall’addome o dalla schiena oppure attraverso la combinazione
dell’impianto di una protesi con un lembo.
Sulla base di che cosa si decidono il tipo e i tempi della ricostruzione?
La scelta dipende da una varietà di fattori che il Chirurgo senologo deve valutare attentamente: le condizioni generali di salute, i tipi di terapie adiuvanti
effettuate, la dimensione e la forma del seno, la quantità di pelle rimanente e, non ultimo, i desideri della paziente.
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INFORMAZIONI MEDICO-SCIENTIFICHE
Si può associare alla mastectomia una ricostruzione della mammella?
Certamente! La mastectomia, quando indicata (per sede e dimensioni del tumore rispetto al resto della ghiandola mammaria), può essere associata nella
stessa seduta operatoria ad un intervento ricostruttivo. Occorre tuttavia eseguire, dopo aver parlato attentamente con la paziente, un meticoloso progetto
preoperatorio per individuare la corretta tipologia ricostruttiva. I tipi di mastectomie che possono essere proposti contemporaneamente alla fase plastica sono:
• Nipple-Areola Complex (NAC) sparing mastectomy: prevede l’asportazione dell’intera ghiandola mammaria preservando la cute della mammella, il
capezzolo e l’areola.
• Skin sparing mastectomy: prevede l’asportazione dell’intera ghiandola mammaria, del capezzolo e dell’areola, rispettando completamente, o comunque
in gran parte, la cute.
La ricostruzione mammaria si ottiene generalmente con l’inserimento, al di sotto del muscolo pettorale, di un espansore tissutale, che nelle settimane
successive all’intervento viene gradualmente riempito in ambulatorio con l’iniezione di soluzione fisiologica per creare una progressiva distensione dei tessuti
e quindi lo spazio necessario per accogliere adeguatamente la protesi. A distanza di qualche mese si procederà infatti con un secondo intervento alla rimozione
dell’espansore e al posizionamento di una protesi mammaria definitiva in silicone.
Una volta inserita, la protesi dura per sempre?
Le protesi mammarie siliconate sono caratterizzate da un ciclo di vita limitato (al momento compreso fra i 10 e i 20 anni). Potrebbe dunque succedere che,
dopo tale periodo, sia necessario procedere ad un intervento chirurgico di revisione a causa ad esempio della rottura della protesi, della contrattura della
capsula che l’organismo forma intorno a questo corpo estraneo oppure di un’eventuale rotazione innaturale della protesi stessa.
L’inserimento di una protesi permette comunque l’esecuzione della mammografia e dell’ecografia?
Non vi è alcuna controindicazione ad eseguire questi esami! Anzi, le pazienti sottoposte ad intervento ricostruttivo del seno con diagnosi di carcinoma
mammario devono eseguire un costante follow-up (controllo) radiologico. L’unica avvertenza è quella di informare il Radiologo della presenza della protesi, al
fine di adattare la procedura diagnostica all’ottenimento di un’immagine migliore.
Può essere necessario ritoccare anche la mammella sana a fini estetici?
Per ottenere una buona simmetria, può essere necessario programmare anche un intervento sulla mammella controlaterale: il Chirurgo deciderà se e quando
proporre questo intervento alla paziente. Può succedere infatti che il seno non malato sia da ingrandire con il posizionamento di un’altra protesi oppure che
sia da ridurre con un intervento di mastopessi, cioè di asportazione di cute e di tessuto ghiandolare. Occorre tenere presente tuttavia che la simmetria perfetta
non esiste neanche in due mammelle sane!
Nel caso in cui durante la mastectomia siano stati asportati anche il capezzolo e l’areola, c’è la possibilità di ricostruirli?
Esistono varie tecniche per la ricostruzione del capezzolo. La più comunemente usata consiste nel sollevare, in anestesia locale, la cute della mammella
ricostruita, creando un piccolo rilievo. Per quello che riguarda l’areola, la tecnica più semplice consta nella pigmentazione della cute intorno al capezzolo con
un tatuaggio.
Che cos’è il lipofilling?
Il lipofilling del seno è una tecnica ricostruttiva supplementare che consiste nell’innesto a livello mammario di cellule adipose (grasso), prelevandole
principalmente da addome, fianchi e glutei della paziente. Vi è indicazione a questo intervento per correggere piccole zone che presentano aree irregolari
dopo qualsiasi intervento di chirurgia mammaria con un inestetismo residuo oppure nel caso di pieghe fastidiose intorno alle protesi. Questa procedura può
anche essere utilizzata per correggere contratture capsulari importanti o, in alcuni casi, per eseguire mastoplastiche addittive senza impianto di protesi. Nei
giorni successivi all’intervento è consigliabile indossare una guaina contenitiva a livello della zona di prelievo del grasso.
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Gli interventi sulla mammella sono
molto dolorosi?
Generalmente la chirurgia senologica non è
molto dolorosa e solitamente, con l’assunzione
della terapia analgesica prescritta, le pazienti
riferiscono di non avere male. Nel caso in cui
però la donna avverta una sensazione di dolore
non ben controllato, occorre segnalarlo al
personale infermieristico o medico per controllare
che non vi siano delle complicanze e per ottenere
un adeguamento della terapia antalgica.
È necessario posizionare un drenaggio?
Nella chirurgia della mammella non sempre
risulta necessario. Generalmente si posiziona un
drenaggio in tutti i casi in cui il Chirurgo preveda
che vi possa essere un possibile sanguinamento
o un’abbondante secrezione di siero, specie negli
interventi con associato il tempo ricostruttivo.
Al contrario, nella chirurgia dell’ascella il
posizionamento del drenaggio è di routine. Il
drenaggio non impedisce il movimento del braccio
ed è importante ricordarsi sempre di non tirarlo
bruscamente per evitare che si sfili accidentalmente.
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INFORMAZIONI MEDICO-SCIENTIFICHE
Dopo l’intervento
Quanto dura la degenza in ospedale?
Negli interventi che prevedono l’asportazione di una piccola porzione di ghiandola mammaria, la degenza è, salvo complicazioni, di 24/48 ore. Per la chirurgia
ricostruttiva con l’impianto di protesi e per la chirurgia ascellare la degenza può variare fra i 3 e i 6 giorni post-operatori, salvo l'insorgenza di complicanze.
Occorre fare delle medicazioni della ferita?
Sulla lettera di dimissioni è indicata la data della prima medicazione presso il nostro Ambulatorio territoriale. A questa, ne seguirà un’altra per la rimozione
dei punti di sutura (generalmente viene eseguita una sutura intradermica estetica). Nel caso in cui sia stato necessario eseguire anche la linfoadenectomia
ascellare, occorre prevedere un ciclo di medicazioni che prevedono l’aspirazione della linfa che si accumula nel cavo ascellare (manovra indolore). Così pure,
nel caso in cui sia stato posizionato un espansore tissutale, sarà necessario prevedere un ciclo di medicazioni per ottenere il suo riempimento graduale e
progressivo con la soluzione fisiologica fino al volume prestabilito.
Occorre indossare il reggiseno?
È consigliabile indossare il reggiseno indicato dal medico sia di giorno che di notte.
Ci sono dei movimenti o delle attività da evitare?
Per circa 2-3 settimane dopo l’intervento è opportuno cercare di evitare movimenti bruschi e traumi del seno. È possibile riprendere l’attività sportiva dopo 6-8
settimane, salvo diversa indicazione clinica.
Dopo quanto tempo è possibile fare il bagno o la doccia?
La ferita chirurgica non deve essere bagnata per almeno una decina di giorni, poiché si potrebbe complicare con l’insorgenza di un’infezione o si potrebbe
verificare una diastasi, cioè un’apertura della ferita stessa.
Nel caso di mastectomia senza ricostruzione è possibile avere una protesi esterna da mettere nel reggiseno?
In questo caso, durante la degenza ospedaliera, viene fornita una protesi provvisoria e, alla dimissione, viene consegnato un modulo per ricevere la protesi
esterna in silicone. È molto importante indossare tale protesi, non solo per una finalità estetica o psicologica, ma anche funzionale al fine di evitare posture
errate che, a lungo andare, possono diventare invalidanti.
Dopo quanto tempo è disponibile l’esame istologico?
Alla dimissione l’esame istologico (effettuato dall'Anatomo-patologo sul pezzo operatorio) solitamente non è ancora pronto. Durante le medicazioni
ambulatoriali, e comunque non prima di una settimana dall’intervento, un Chirurgo dell’équipe illustrerà e spiegherà il referto alla paziente.
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Che cosa sono le terapie adiuvanti?
Al fine di ridurre il rischio che la malattia tumorale si ripresenti localmente o in altri organi, si possono proporre alla paziente delle terapie adiuvanti, cioè
complementari all’intervento. Esse sono: la radioterapia, la chemioterapia, la terapia ormonale e la terapia biologica.
Chi decide se occorre eseguire delle cure complementari precauzionali?
Una volta alla settimana un gruppo di specialisti (GIC - Gruppo Interdisciplinare Cure, composto da un Chirurgo senologo, un Oncologo, un Radioterapista, un
Anatomo-patologo e un radiologo) si riunisce per proporre alle pazienti (sia in fase diagnostica, sia in fase postoperatoria) il tipo di trattamento più indicato:
si tratta di una vera terapia "ad personam", basata sulle condizioni cliniche generali della paziente e sulle specifiche caratteristiche espresse dalla neoplasia.
In che cosa consiste la radioterapia?
La radioterapia è un trattamento che utilizza le radiazioni ionizzanti per curare i tumori. Le radiazioni ionizzanti, generate da acceleratori lineari o da macchine
per la tomoterapia, sono una energia fisica in grado di danneggiare il codice genetico (DNA) delle cellule tumorali. Quando una cellula ha il DNA danneggiato,
non potendo più replicarsi, viene eliminata dall’organismo. L’obiettivo della radioterapia è di colpire nel modo più preciso possibile le cellule tumorali,
evitando nel contempo le cellule sane. La precisione riveste pertanto un ruolo fondamentale. Per facilitare il recupero delle cellule sane, la radioterapia viene
somministrata in piccole frazioni quotidiane. Le cellule tumorali subiscono un danno irreversibile, mentre quelle sane sono in grado di recuperare.
Quando è indicata la radioterapia?
La terapia radiante è indicata in tutti gli interventi conservativi della mammella (ampia escissione e quadrantectomia) e nei casi di mastectomia che presentano
un rischio oncologico elevato.
Quali effetti collaterali possono comparire?
La tossicità è prevalentemente cutanea con arrossamento e bruciore, che generalmente sono transitori. A tal fine il medico specialista solitamente prescrive
delle creme da applicare sulla pelle radiotrattata.
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INFORMAZIONI MEDICO-SCIENTIFICHE
Le terapie adiuvanti
In che cosa consiste la chemioterapia?
La chemioterapia consiste nell’assunzione di farmaci in grado di distruggere le cellule tumorali. Questa tipologia di farmaci viene generalmente assunta per
via endovenosa, tramite l’infusione di flebo. La terapia viene somministrata presso il Day Hospital di Oncologia, in modo ciclico per qualche mese (giorni di
cura alternati a giorni di riposo).
Quali sono gli effetti collaterali della chemioterapia?
Le medicine utilizzate bloccano la riproduzione delle cellule tumorali. Non riuscendo ad essere specifici solo sulle sole cellule malate, i farmaci chemioterapici
possono interagire anche con la riproduzione di cellule normali, specie quelle del midollo osseo e della cute. Ecco dunque perché è necessario eseguire dei
prelievi periodici e delle visite di controllo per verificare la conta dei globuli bianchi, delle piastrine e dei globuli rossi (emocromo) con il fine, in caso di tossicità
del trattamento, di distanziare i cicli di terapia o ridurre le dosi dei farmaci. Dopo i primi cicli di chemioterapia, si verifica inoltre la caduta dei capelli, che
tuttavia è transitoria (i capelli ricrescono infatti nel giro di pochi mesi). Vi possono poi essere nausea e vomito, per cui è utile l’assunzione di farmaci antiemetici
e l’agopuntura. Altri effetti sono la stanchezza, la perdita dell’appetito, ritardi nel ciclo mestruale.
Che cos’è la terapia ormonale?
Nella terapia ormonale si utilizzano dei farmaci che modificano l’assetto ormonale, riducendo la produzione o l’azione degli ormoni femminili (estrogeni e
progesterone) ai quali è sensibile il tessuto mammario neoplastico (il 75% dei tumori presenta recettori per tali ormoni). Questa cura può essere utilizzata
sia prima che dopo la menopausa e, a seconda dell’età, i farmaci principalmente utilizzati sono il tamoxifene e gli inibitori dell’aromatasi. A questi si possono
aggiungere in età pre-menopausale dei farmaci utilizzati per bloccare l’attività ovarica, chiamati LH-RH analoghi perché bloccano l’azione di un ormone (LHRH), prodotto a livello cerebrale, che controlla la produzione di ormoni femminili da parte dell’ovaio.
Quali sono gli effetti collaterali della chemioterapia?
La soppressione degli ormoni femminili può portare ad alcuni effetti collaterali, la cui intensità e durata è variabile e molto personale nei diversi periodi di
trattamento ed è reversibile alla sospensione dello stesso: vampate di calore, sudorazioni notturne, aumento di peso e ritenzione idrica, dolori articolari,
stanchezza cronica sono i principali disturbi a cui si può andare incontro. Con la terapia ormonale si avrà ovviamente, nella donna in età pre-menopausale,
l’assenza di mestruazioni (amenorrea) e la conseguente impossibilità di avere temporaneamente dei figli.
Che cosa sono le terapie biologiche?
Le terapie biologiche utilizzano farmaci “intelligenti” che hanno la capacità di colpire selettivamente le cellule tumorali. La tossicità di questi farmaci è quindi
inferiore rispetto agli altri farmaci chemioterapici, pur conservando la massima efficacia terapeutica. Un esempio è rappresentato dal trastuzumab, un anticorpo
monoclonale attivo contro il recettore HER-2: molteplici studi hanno mostrato come il trastuzumab sia in grado di aumentare il tasso di sopravvivenza globale
in monoterapia o in combinazione con la chemioterapia tradizionale. L'uso di tale farmaco è tuttavia associato a cardiotossicità con insufficienza cardiaca ed
è pertanto sconsigliato alle persone con pregresse cardiopatie.
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A quali controlli occorre
sottoporsi dopo un intervento
al seno?
Durante i controlli periodici (follow-up),
vengono effettuati solitamente una
mammografia e una visita senologica.
Ulteriori approfondimenti diagnostici
radiologici (es. ecografia, risonanza
magnetica, PET) o ematochimici (esami
del sangue) sono eseguiti su indicazione
dello specialista.
Ogni quanti mesi è necessario
eseguire controlli di follow-up?
La periodicità degli esami richiesti varia da
paziente a paziente in quanto dipendono
dalla tipologia del tumore, dal tipo di
intervento terapeutico seguito e dall’età
della donna.
INFORMAZIONI MEDICO-SCIENTIFICHE
FOLLOW-UP
LINFEDEMA
Le donne che sono state sottoposte ad interventi chirurgici al seno per l’asportazione di un tumore, con la concomitante asportazione dei linfonodi ascellari,
possono andare incontro ad una complicanza importante: il linfedema, una patologia cronica che si manifesta con il gonfiore del braccio e/o del torace,
causata da uno squilibrio della circolazione linfatica, per cui la linfa, non potendo più defluire nell’arto interessato attraverso i vasi interrotti, ristagna
nei tessuti. Una volta instaurato, il linfedema non guarisce mai completamente,
ma grazie ai trattamenti riabilitativi e/o farmacologici è possibile controllarne le
dimensioni e i sintomi correlati (pesantezza, indolenzimento, fastidio).
Il linfedema viene classificato in quattro stadi evolutivi:
Stadio 0: edema latente, non ci sono segni visibili di malattia,
Stadio 1: edema di consistenza morbida, spontaneamente reversibile,
Stadio 2: edema di consistenza dura, irreversibile,
Stadio 3: presenza di grave deformazione dell’arto, con alterazioni della cute.
Una possibile complicanza del linfedema è la linfangite ovvero un’infezione
dei vasi linfatici. La cute dell’arto appare rossa, calda e dolente al tatto con
evidenti striature lungo il decorso dei vasi linfatici. Si può verificare un rialzo
febbrile associato.
Un altro sintomo da non sottovalutare è l’erisipela, un’infezione acuta della
pelle causata da batteri (di solito streptococchi). La cute colpita appare
liscia, lucida,tesa e calda al tatto; possono presentarsi febbre con brivido,
malessere generalizzato, presenza di chiazze arrossate con margini marcati.
In questi casi, è necessario rivolgersi al medico per impostare una corretta
terapia farmacologica.
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Avere cura della cute: una buona igiene quotidiana e una costante idratazione della cute sono importanti per prevenire le infezioni.
Nelle attività quotidiane che espongono a rischio di ferite, tagli o punture di insetti, indossare guanti di protezione e/o prodotti repellenti.
Disinfettare e medicare eventuali ferite che si possono verificare.
Non esporsi direttamente a fonti di calore (stufe, lettini UV, ferro da stiro, forno ecc….)
Evitare l’esposizione prolungata al sole nelle ore più calde e, comunque, utilizzare sempre creme ad alta protezione.
Non utilizzare per la depilazione rasoi e cerette (calde e fredde) ma preferire rasoi elettrici, avendo cura di pulire bene le testine.
Durante la manicure, fare attenzione a utilizzare strumenti ben puliti ed evitare la rimozione delle cuticole.
Non indossare indumenti o accessori (gioielli) troppo stretti che limitino la circolazione.
Non portare pesi dal lato interessato (borse della spesa, zaini, borsoni) ed evitare sforzi.
Evitare l’aumento eccessivo di peso corporeo.
Accorgimenti di tipo sanitario:
Evitare, se possibile, di sottoporsi a prelievi di sangue, test glicemici o vaccinazioni dal lato operato.
Effettuare la misurazione della pressione arteriosa dalla parte opposta, non sul braccio interessato.
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INFORMAZIONI MEDICO-SCIENTIFICHE
La prevenzione del linfedema:
Dubbi e curiosità...
Che cosa succede se viene posizionata una flebo nel braccio operato?
Ogni atto invasivo sull’arto interessato aumenta il rischio di infezione e/o infiammazione e, quindi, il rischio che si manifesti un linfedema.
è possibile fare la lampada a raggi UV?
L’esposizione alle fonti di calore provoca una vasodilatazione eccessiva e aumenta il rischio di ustione. Tutto ciò può favorire il linfedema.
è possibile andare alle terme?
E’ possibile effettuare idromassaggio, sauna e bagno turco a temperature non superiori a 60° e per tempi non troppo lunghi (max 15 min). Infatti le
temperature più elevate accelerano la circolazione sanguigna e di conseguenza la produzione di linfa.
è possibile praticare sport?
L’attività fisica è vivamente consigliata perché la contrazione muscolare stimola la circolazione sia sanguigna sia linfatica. E’ importante una ripresa graduale
e solo dopo la completa guarigione della ferita, evitando la pratica di sport che prevedono gesti rapidi ed intensi (tennis, golf, pallavolo, squash, ecc.).
Si può guarire dal linfedema?
Una volta instaurato, il linfedema diventa una patologia cronica.
Il trattamento fisioterapico può tenere sotto controllo il linfedema?
Assolutamente si. Un valido trattamento del linfedema è rappresentato dal linfodrenaggio manuale, una tecnica effettuata da personale specializzato:
l’operatore pratica sulla parte edematosa un massaggio molto superficiale allo scopo di drenare il liquido in eccesso verso le stazioni linfatiche sane. Spesso
il Fisioterapista abbina il drenaggio al bendaggio multistrato o adesivo (linfotape) che mantiene gli effetti della terapia per le ore successive al trattamento.
In genere il bendaggio consente lo svolgimento delle attività quotidiane e la sua efficacia aumenta quando l’arto è in movimento. In alcuni casi è necessario
utilizzare per un periodo più lungo di tempo un bracciale elastico di supporto: il Fisiatra e gli operatori Fisioterapisti valuteranno e prescriveranno il tutore
elastico più adeguato da indossare al termine delle terapie.
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Esercizi
Favoriscono la circolazione linfatica attraverso il lavoro
muscolare, migliorano i movimenti dell’arto e aiutano e ridurre
la sensazione di pesantezza.
Qui vengono descritti alcuni esercizi da praticare autonomamente
a domicilio.
Esercizi di automassaggio
In posizione seduta, portare le mani sul collo, dietro alla nuca. Con i polpastrelli
della dita effettuare piccoli movimenti circolari dalla nuca verso il basso (gomiti
in alto). Ripetere qualche volta.
Partendo dalla stessa posizione, spostare le mani in avanti in modo che le dita
si trovino sotto la mandibola. Effettuare con i polpastelli piccole pressioni in
senso circolare come nell’esercizio precedente. Ripetere qualche volta.
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Portare le mani sopra la clavicola e con i polpastrelli effettuare delle piccole
pressioni verso il basso. Ripetere qualche volta.
esercizi
In posizione seduta, col braccio dal lato operato rilassato, mettere la mano
opposta all’interno del cavo ascellare (sotto la ferita) e con le dita unite fare
un movimento rotatorio verso l’alto per svuotare la stazione linfatica ascellare.
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Esercizio per la respirazione
Sdraiarsi supini, con un cuscino sotto la testa e sotto le ginocchia. Effettuare
delle respirazioni profonde cercando di prendere coscienza del proprio
respiro. Gonfiare la pancia quando l’aria viene inspirata, lasciare sgonfiare
spontaneamente durante l’espirazione.
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Esercizi per il braccio
Subito dopo l’intervento, e comunque nei momenti di stanchezza del braccio, si
consiglia di appoggiare mano ed avambraccio su un cuscino durante il riposo.
esercizi
Se si dorme sul fianco opposto a quello dell’intervento,
mettere il cuscino tra il corpo ed il braccio.
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Distese sul letto con le braccia rilassate lungo i fianchi, unire le mani incrociando
le dita. Alzare e abbassare lentamente le braccia a gomiti estesi e gradatamente
ampliare l’arco del movimento.
Distese sul letto con le braccia rilassate lungo i fianchi, alzare e abbassare
lentamente le braccia tenendole parallele a gomiti estesi, aprendo e
chiudendo alternativamente le mani.
Distese sul letto con le braccia rilassate lungo i fianchi, portare le mani alle
spalle e ritornare alla posizione di partenza.
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Esercizi da sedute
Sedute con la schiena dritta e le braccia rilassate lungo i fianchi,
alzare e abbassare le spalle.
esercizi
Sedute con la schiena dritta e le braccia rilassate lungo i fianchi,
portare le spalle avanti e indietro.
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Esercizi per la colonna cervicale
Sedute con le braccia rilassate lungo i fianchi, girare lentamente la testa a
destra e a sinistra tenendo le spalle ferme.
Sempre nella stessa posizione, piegare lentamente la testa in avanti e
indietro, tenendo ferme le spalle.
Fare ruotare la testa disegnando nell’aria un cerchio il più ampio possibile
prima in un senso e poi nell’altro.
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L’INTERVENTO PSICOLOGICO (a cura della dott.ssa R. Janin)
Più concretamente l’intervento psicologico prevede:
• Un colloquio con la donna riguardo all’intervento chirurgico il giorno prima dell’operazione: la finalità di questo sostegno psicologico è l’accompagnamento
della donna per affrontare l’intervento, partendo dal suo livello di consapevolezza della diagnosi. L’intervento psicologico riveste anche un contributo
per il Chirurgo: le informazioni che lo Psicologo fornirà rispetto alle modalità che la persona ha messo in atto in relazione alla malattia lo aiuteranno ad
impostare un proficuo rapporto medico/paziente. La consapevolezza della diagnosi, necessaria per attuare nella donna una proficua collaborazione alla
cura, non è un atto isolato ma un processo in cui la relazione medico/paziente è la componente fondamentale.
• Ulteriori colloqui sono organizzati in funzione del bisogno espresso dalla persona e dalla valutazione fatta dallo Psicologo sulla loro possibile efficacia.
• Qualora si rendano necessarie per la donna cure mediche successive all’intervento chirurgico, il supporto psicologico può proseguire con l’obiettivo di
sorreggere la persona nell’evoluzione della cura, attraverso un percorso di sostegno breve.
• Se all’interno di questo supporto emerge la necessità di un percorso psicoterapeutico più prolungato nel tempo sarà compito dello Psicologo ospedaliero
inviare la donna al Servizio Psicologico territoriale.
La consulenza e il supporto psicologico sono infine rivolti alla coppia o alla famiglia sia durante l’ospedalizzazione sia dopo la dimissione. L’intervento
psicologico è stato organizzato sull’esempio dei servizi di Psico-oncologia già attivi in altre realtà italiane, con i quali continua un proficuo rapporto di
collaborazione e di scambio.
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intervento psicologico
Il tumore al seno costituisce per la donna una esperienza di malattia che irrompe nel quotidiano, scatenando reazioni emotive come la paura della sofferenza
fisica, il trauma del cambiamento della propria immagine femminile, l’angoscia di poter morire. La funzione dello psicologo è quella di saper ascoltare,
accogliendo preoccupazione e dolore, facilitando la consapevolezza e la comunicazione. L’obiettivo è quello di far emergere nella donna la propria capacità
di reazione, la speranza e la fiducia di potersi sentire comunque capace di disporre della propria vita. Attraverso questo aiuto la donna attiva le sue risorse
per contenere e controllare le proprie angosce e paure, impedendo che paralizzino la sua fiducia nella vita.
Presso l’Ospedale di Aosta l’intervento psicologico a favore delle donne operate per un tumore al seno è attivo dal 1991 grazie alla volontà di due Associazioni
femminili (la Consulta Femminile e Arci Donna) e della Lega Italiana per la lotta contro i tumori.
Dal 2006 l’intervento psicologico è diventato parte integrante dei servizi offerti dalla Psicologia Clinica Ospedaliera.
PROVVIDENZE ECONOMICHE E ASSISTENZIALI
Le donne sottoposte a intervento per tumore al seno ricevono alla dimissione un foglio per l’esenzione dai ticket sanitari riguardanti le prestazioni, gli esami e
i farmaci inerenti la patologia tumorale. Con tale documento si recano all’Ufficio esenzioni ticket dell’USL e viene loro fornita, indipendentemente dal reddito,
una tessera con la stampa del codice di esenzione 048.
L’Azienda U.S.L. fornisce poi gratuitamente protesi mammarie totali o parziali e ausili, tipo i tutori elastici a bracciale in caso di linfedema. Per la fornitura di
tale materiale è necessario avere la richiesta del Medico Specialista e recarsi quindi presso un negozio di articoli sanitari per l’ordine e il preventivo. In seguito
ci si deve rivolgere all’ufficio Invalidi Civili dell’Azienda U.S.L. (Loc. Grand Chemin 22 a Saint Christophe tel. 0165-545590) dove viene aperta la pratica. Una
volta in possesso della protesi o dell’ausilio, ci si reca nuovamente dal Medico specialista, il quale esegue il collaudo. In caso di errore, lo Specialista invita
la paziente a ritornare presso il negozio di articoli sanitari con il nuovo ordine. Le protesi mammarie hanno una durata triennale, ma qualora nel corso del
triennio si usurassero, è necessario tornare dallo Specialista Senologo per redigere una nuova richiesta. I supporti elastici a bracciale per il linfedema invece
si possono sostituire annualmente, con la richiesta compilata da parte dello Specialista Fisiatra.
È poi possibile inoltrare la domanda di Invalidità Civile presso l’ufficio Invalidi Civili dell’Assessorato Regionale della Sanità, Salute e Politiche Sociali sito in
Loc. Grand Chemin, 4 a Saint Christophe (tel. 0165-274620). Un’apposita Commissione Medica provvederà alla visita e stabilirà la percentuale di invalidità.
Per identificare tale percentuale vengono prese in considerazione anche le eventuali patologie concomitanti della paziente. In base alla percentuale ottenuta
si avrà diritto, o meno, a determinati benefici economici e assistenziali (assegno mensile di invalidità, pensione di invalidità, indennità di accompagnamento).
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LILT – LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI
SEZIONE REGIONALE VALLE D’AOSTA
CHI SIAMO
Un’Associazione di volontariato che opera nel campo dei tumori svolgendo attività nei settori della prevenzione, diagnosi precoce,
assistenza, riabilitazione, educazione sanitaria, ricerca.
I NOSTRI VOLONTARI
Tutta l’opera della Lega si fonda sul grande apporto del volontariato.
I nostri volontari :
• Offrono sostegno e compagnia al domicilio dei pazienti assistiti e presso l’Hospice oncologico situato all’Ospedale Beauregard.
• Distribuiscono quotidianamente le colazioni agli utenti del Day Hospital di Oncologia.
• Distribuiscono in tutto il territorio regionale le provette necessarie alla ricerca del sangue occulto nelle feci.
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associazioni
COSA FACCIAMO
1.Organizziamo:
• Corsi gratuiti per smettere di fumare.
• Corsi di formazione per volontari.
• Manifestazioni e campagne per sostenere la nostra attività e sensibilizzare l’opinione pubblica.
2. Svolgiamo attività di informazione ed educazione sanitaria e attività di prevenzione primaria e secondaria.
3. Offriamo la consulenza di una senologa ogni primo mercoledì del mese dalle 16,30 alle 17,30 e di una esperta nutrizionista ogni secondo martedì del
mese dalle 10,00 alle 12,00.
4. Partecipiamo a programmi di screening in collaborazione con la struttura pubblica.
5. Assistiamo gratuitamente a domicilio i malati di tumore con un’équipe di medici ,infermieri, psicologo e volontari preparati.
6. Forniamo al reparto di Chirurgia toracica e senologica dell’Ospedale Regionale le protesi provvisorie necessarie alle pazienti operate di tumore al momento
della dimissione e alle famiglie dei pazienti assistiti l’attrezzatura sanitaria necessaria al domicilio.
7. Offriamo sostegno psicologico a pazienti e familiari e organizziamo gruppi di sostegno psicologico al lutto.
V.I.O.L.A.
(Associazione a sostegno della vita
dopo il cancro al seno) ONLUS.
V. Vivere
I. Insieme
O. Offrendo
L. Lavoro (di volontariato)
A. e Amore
In questo acronimo è racchiusa l’intera ragione
d’essere dell’Associazione V.I.O.L.A. Fondata nel
1997 dall’indimenticabile Nadia Berard, insieme ad
un gruppo di donne non tutte colpite da tumore, tra
cui un medico la dr.ssa Rosa Berti, essa ha lo scopo
di venire in aiuto e sostenere dal punto di vista
psicologico, emotivo e fisico le donne che si trovano
a sperimentare la malattia.
L’Associazione V.I.O.L.A. ha creato negli anni un
metodo di lavoro consolidato, capace di integrarsi
con le cure, e costruito in alleanza con medici,
istituzioni e organismi di riferimento, per poter
rispondere ai bisogni più urgenti e profondi delle
donne che incontrano il tumore e delle loro
famiglie.
Obiettivi e finalità:
• diffondere e testimoniare l’importanza
fondamentale della diagnosi precoce, che
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•
•
•
•
I nostri corsi:
• corsi di sostegno psicologico di gruppo, condotti dalla psicologa e da una fiduciaria di V.I.O.L.A, rivolti a tutte le donne colpite da tumore;
• corsi di sostegno per familiari e partners di malati oncologici;
• corsi mirati al mantenimento fisico e al benessere psico-emotivo;
• corsi di autostima.
A volte può succedere che, nonostante la vicinanza della
famiglia, si viva in intimità il proprio dolore, sia per non
pesare sui propri cari, sia perché anche la famiglia ha
bisogno di sostegno. Affrontare questa prova in solitudine
diventa ancora più difficile, mentre condividere e confrontarsi
con chi ha vissuto la stessa esperienza può alleviare la
sofferenza e far nascere la speranza.
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associazioni
•
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•
•
resta il migliore e più efficace strumento a nostra disposizione per fermare il tumore;
promuovere la prevenzione primaria (che è nelle nostre mani) attraverso un modo corretto e sano di nutrirsi, associato ad un regolare esercizio fisico e
invitare ad assumere atteggiamenti responsabili nei confronti del nostro corpo, un bene prezioso che va rispettato e tutelato;
collaborare con le istituzioni e i medici per poter offrire servizi e strumenti che possano aiutare a migliorare la qualità della vita durante e dopo le cure.
I nostri servizi:
ascolto e accoglienza nelle sedi di Aosta, Piazza Soldats de la Neige 2, il martedì dalle 16.00 alle 17.30, e a Saint Vincent , Via Vuillerminaz, il giovedi
dalle 15 alle 17;
servizio di prestito parrucche;
presenza di un senologo in sede ad Aosta su appuntamento, il primo mercoledì di ogni mese;
presenza di una dietologa in sede ad Aosta su appuntamento, il secondo mercoledì di ogni mese;
proponiamo inoltre attività e momenti di aggregazione e divertimento.
Femminilità, quella matura, intesa come “l’essere donna”
fatta di forti contrasti, sfumature intense, luce e vita:
un’espressione che nasconde qualcosa ... non è tristezza ... è
consapevolezza, è pensare al futuro, è ...
ESSERE DONNA (P. Fracasso, 2011)
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INFORMAZIONI
UTILI
Ospedale Regionale Umberto Parini:
Viale Ginevra, 3 - Aosta
Per la prenotazione di visite senologiche e
fisiatriche:
CUP (Centro Unico Prenotazioni) 848809090
S.C. di Chirurgia Toracica:
Segreteria 0165-543310
S.C. di Recupero e Rieducazione Funzionale:
Coordinatore Fisioterapista e Fisioterapiste
0165-543717
Per colloqui psicologici:
0165-239829
ASSOCIAZIONI
LILT
Via Xavier de Maistre 24-Aosta
0165-31331
[email protected]
VIOLA
Piazza Soldats de la Neige 2-Aosta
0165-216131
[email protected]
Consulta Regionale per le pari
opportunità
Viale dei Partigiani 52-Aosta
0165-235753
[email protected]
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Si ringrazia la Consulta
regionale per le Pari
Opportunità per la
collaborazione nella
realizzazione e nella
distribuzione del
presente libretto