Comune di Campobello di Mazara Provincia Regionale di Trapani _______________ Comunicato stampa n° 144 di venerdì 23 aprile 2004 Sabato una conferenza sui tumori alla tiroide e alla mammella con autorevoli specialisti universitari In provincia non c’è ancora un registro per questo tipo di patologie Domani sabato 24 aprile dalle 9 alle 13 nei locali dell’Istituto tecnico «Vincenzo Accardi» si parlerà di «Tumori alla tiroide e alla mammella» nel corso di una conferenza promossa dall’assessorato alla Sanità e alla Solidarietà Sociale diretto da Vito Abate. Tra i relatori il professore Pietro Leo, direttore del Dipartimento di Discipline Chirurgiche dell’Università di Palermo, il professore Giuseppe Modica, Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia toracica e della Chirurgia generale ad indirizzo toracico presso il Policlinico dell’Università di Palermo, il professore Massimo Cajozzo, docente nella Scuola di Specializzazione in Chirurgia Toracica dell’Università di Palermo ed infine il dottor Geo Greco, Chirurgo toracico, specializzato in senologia e patologia mammaria presso l’Università Complutense di Madrid in Spagna. «Il tumore alla mammella – spiega il dottore Geo Greco - rappresenta il cancro più frequente nella donna. In Italia la sua incidenza è in aumento (2% per anno) con 30 mila nuovi casi in un anno. La diagnosi precoce con moderni mezzi diagnostici – sottolinea Greco – rimane a tutt’oggi il migliore mezzo di prevenzione e di miglioramento della prognosi. E’ di queste tematiche che si occuperanno i relatori della conferenza» Nel corso del convegno si discuterà peraltro del fatto che in provincia di Trapani non c’è ancora un registro per questo tipo di patologie, impedendo così di avere dati attendibili sull’incidenza di questi tumori nella popolazione L’assessore alla Sanità Vito Abate commenta: «Sosteniamo questo tipo di conferenze perché riteniamo che l’informazione sia fondamentale per incentivare i controlli di prevenzione. Gli autorevoli relatori che saranno a Campobello sabato mattina forniranno quindi un quadro esaustivo sulle cause di queste patologie, ma soprattutto forniranno indicazioni utili in materia di prevenzione e cura» I tumori della tiroide La grande maggioranza dei noduli tiroidei è di natura benigna (99.7% in recenti casistiche); solo lo 0.3 % dei noduli è costituito da neoplasie maligne, principalmente rappresentate dai carcinomi tiroidei. I carcinomi possono essere di vario tipo con maggiore o minore aggressività. Tra le cause, benchè nella maggior parte dei casi restino sconosciute, è di particolare importanza l’esposizione a radiazioni ionizzanti alla regione del collo, eseguite anche 20-30 anni prima per tonsilliti, acne, eccessiva crescita del timo etc. La carenza di iodio, la familiarità, le patologie autoimmunitarie della tiroide, sembrano esercitare un ruolo significativo nelle genesi del tumore. Il tumore si presenta in genere con il riscontro occasionale di un nodulo tiroideo, ed è quasi sempre privo di sintomatologia. Alla palpazione il nodulo è in genere duro, non dolente, singolo, ben mobilizzabile rispetto ai tessuti vicini; i linfonodi del collo possono essere ingrossati. Solo nelle forme già avanzate oggi fortunatamente molto rare sono presenti segni di compressione o di adesione ai tessuti e agli altri organi del collo (alterazione della voce, difficoltà a deglutire, tosse secca, affanno etc) La terapia è chirurgica e consiste nella asportazione totale della ghiandola tiroidea seguita da irradiazione con radio iodio per distruggere anche eventuali frammenti residui di tessuto . La prognosi in molti casi è ottima. Il tumore alla mammella Il cancro della mammella è il tumore più frequente nelle donne dei paesi occidentali, per le quali il rischio di ammalarsi nel corso della vita giunge fino al 10% (una donna su cento si ammala entro i 45 anni, due su cento entro i 50 anni, e altre 7-8 su cento fra i 50 e gli 80 anni, cioè entro la speranza di vita di questi paesi). In Italia si ammalano ogni anno circa 33000 donne, corrispondenti al 20-25% di tutti i tumori maligni femminili, ne muoiono 11000 e vi vivono ormai 300.000 donne che hanno avuto in passato una diagnosi di cancro mammario, di cui quasi la metà negli ultimi 5 anni. L'incidenza è più alta nel Nord, intermedia nel Centro e più bassa nel Sud del paese, ma queste differenze tenderanno ad attenuarsi perché il numero di casi sta crescendo più rapidamente al Sud che al Nord. Il cancro della mammella ha una prognosi relativamente buona. In Italia, delle donne ammalatesi nella prima metà degli anni novanta, circa l'80% era viva dopo 5 anni dalla diagnosi, e il tasso di sopravvivenza continua ad aumentare. L'Italia è uno dei paesi europei che ha investito di più per la diffusione di protocolli terapeutici efficaci e per la promozione della diagnosi precoce: oggi in Italia circa la metà della popolazione vive in aree dove sono stati organizzati programmi di screening mammografico. Per questo in Italia la sopravvivenza è una delle più alte in Europa, dove la sopravvivenza relativa media è del 76%. Le cause del cancro mammario sono note solo in parte. I principali fattori di rischio dipendono dalla vita riproduttiva (la gravidanza precoce prima dei 30 anni e l'allattamento conferiscono una certa protezione), dalla costituzione ormonale (le donne che hanno le prime mestruazioni molto presto, che vanno in menopausa tardi, e con livelli plasmatici di ormoni sessuali piuttosto alti si ammalano di più), dalla dieta abituale e dallo stato nutrizionale (chi ha una dieta ricca di grassi e di prodotti animali, chi aumenta più di peso in età adulta e chi ha una vita molto sedentaria si ammala di più), dall'esposizione ad alte dosi di radiazioni ionizzanti (incluse le radiazioni a scopo diagnostico o terapeutico) in età infantile o adolescenziale, dall'uso della terapia ormonale sostitutiva con estrogeni e progestinici di sintesi in menopausa. La maggior parte delle donne che si ammalano di carcinoma della mammella oggi possono essere curate con chirurgia conservativa, cioè senza asportare il seno e con risultati estetici accettabili. L’Ufficio per la Comunicazione