PluriGenTEST3 - Laboratorio di Analisi Castaldo

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Analisi del cariotipo. Villi coriali, analisi cromosomica diretta: come da LLGG SIGU 2013. Tempo impiegato 4 giorni. Coltura di
controllo.
Amniociti, analisi cromosomica IS: come da LLGG SIGU 2013. Tempo impiegato 10-12 giorni.
Cariotipo molecolare. PGT3™oligo15
Microarray genomico di nuova generazione per il cariotipo molecolare. Tempo impiegato 6 giorni.
SCREENING E
DIAGNOSI
GENETICA PRENATALE
DIAGNOSI PRENATALE
CARIOTIPO
PGT3™ OLIGOARRAY PER LA
DIAGNOSI PRENATALE
FETAL2: CARIOTIPO + PGT3™ PER IL
CARIOTIPO MOLECOLARE
PGT3™oligo15 IN DIAGNOSI PRENATALE SCREENING
Si stima che il 3% circa dei neonati sia affetto da un difetto congenito alla nascita (cosiddetto rischio di specie), che non
può essere controllabile con indagini di laboratorio e/o strumentali e che dipende da cause genetiche (cromosomiche,
geniche, etc.) o non genetiche (farmaci, infezioni, etc.). Questa percentuale di rischio è generalizzabile a tutte le gravidanze, tuttavia, può cambiare in base all’età della coppia al momento del concepimento o a fattori ereditari, spesso
desumibili dalla storia familiare, nei confronti dei quali possono essere effettuate indagini specifiche (ad es. analisi cromosomiche e molecolari, indagini ecografiche, ecc.).
Tra le malattie genetiche, le cosiddette “sindromi da microdelezione/microduplicazione” sono costituite da un gruppo di
patologie causate da sbilanciamenti genomici, cioè microduplicazioni o microdelezioni di sequenze di DNA (CNV: Copy
Number Variations), che si associano a quadri clinici distinti. Questi sbilanciamenti non sono individuabili con l’analisi
del cariotipo al microscopio, ma attualmente sono monitorizzabili con un’analisi genomica ad alta risoluzione con un
potere risolutivo fino a cento volte superiore a quello possibile con le tradizionali tecniche di citogenetica su metafasi.
Il test integra ma non sostituisce la diagnosi cromosomica prenatale tradizionale sugli amniociti o sui villi coriali. Il test
viene effettuato con tecnica di aCGH (array-based Comparative Genomic Hybridization) utilizzando lo stesso campione
di DNA prelevato per la analisi cromosomica prenatale. La tecnica di aCGH è basata sulla ibridazione simultanea e
competitiva del campione di DNA-test e di un DNA di controllo, marcati con fluorocromi diversi, su un supporto solido
(microarray) costituito da una serie di sequenze di DNA che, nell’insieme, rappresentano l’intero genoma.
La tecnica di aCGH fornisce, perciò, informazioni precise relative ad una serie di riarrangiamenti non identificabili con
le indagini cromosomiche tradizionali, compresi quelli che coinvolgono le regioni subtelomeriche (cioè le estremità dei
cromosomi, spesso sede di anomalie correlate con il ritardo mentale).
La piattaforma microarray può identificare CNV fino ad una dimensione minima di circa 100-150 Kb lungo l’intero genoma. Tuttavia la estrema precisione della tecnica evidenzia spesso CNV, soprattutto di piccole dimensioni, che sono
presenti nella popolazione generale come varianti benigne, cioè senza significato clinico, o di significato ignoto. In
assenza di segni ecografici anomali o altre condizioni di aumentato rischio genetico del feto, questo fatto può ridurre il
valore prognostico del test.
PGT3™ (15k) è una piattaforma progettata per integrare la analisi cromosomica prenatale:
1)
identifica CNV lungo il genoma con risoluzione di 3-4 Mb (4-5 volte maggiore della analisi cromosomica)
riducendo dal 26% al 3% le CNV senza significato clinico o di significato ignoto.
2)
Analizza le regioni subtelomeriche a una maggiore risoluzione (300-500 kb) per la ricerca di eventuali
sbilanciamenti criptici
3)
Analizza alla risoluzione massima di 200-250 kb le regioni sindromiche associate a 43 sindromi note da
microduplicazione o delezione.
A fronte delle circa 6.000 malattie genetiche note, l’analisi mediante array-CGH non fornisce informazioni sulle malattie
da mutazione di singoli geni, come la talassemia, la fibrosi cistica, e la sordità genetica. Un risultato negativo, inoltre,
non esclude l’insorgenza di alcune malattie rappresentate sull’array, nei casi in cui queste siano causate da
mutazioni puntiformi nel genemalattia, piuttosto che da delezioni/duplicazioni. I risultati saranno disponibili contestualmente all’analisi del cariotipo convenzionale.
Ospedale S.Pietro Fatebenefratelli-Roma
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