RT PCR NELLAGENETICA DELLA CELIACHIA Dott. Ignazio Brusca U.O. di Patologia Clinica Ospedale “Buccheri La Ferla” FATEBENEFRATELLI Palermo Direttore d.ssa Stella Maria La Chiusa Complex Disorders are due to the interaction between genetic determinants and environmental factors Genetic Determinants Gene1 Gene3 Environmental Factors Gene2 Gene4 ►Complex Disorders do not exhibit simple Mendelian inheritance patterns. ►A number of susceptibility loci may exist for a complex disorder (a susceptibility locus increases the risk of developing the disease but it is not sufficient to produce the disease). ►Mutations at different susceptibility loci confer a small increase in disease risk (less than 100%): Locus Heterogeneity. ► Different loci “interact” to increase susceptibility: Gene-Gene Interaction disease ►Modifier loci may influence the phenotype of a complex disorder . Celiac Disease : Complex Disorder Wolters VM , Cisca W Am J Gastroenterol 2008;103:190–195 Celiac disease: strongly heritable, oligogenic, but genetically complex. King AL, Ciclitira PJ. Mol Genet Metab. 2000 Sep-Oct;71(1-2):70-5 Principali Loci Genici di Suscettibilità alla malattia Celiaca CELIAC1 CELIAC2 CELIAC3 CELIAC4 Regione genica 6p21 Include i geni di classe II HLA-DQ2 e HLA-DQ8 Regione genica 5q31-33 Include un cluster di geni per alcune citochine (IL4, IL13, IL5,IL3) Regione genica 2q33 Include i geni regolatori per i linfociti: CD28, CTL4 e ICOS Regione genica sul Cromosoma 19p13.1 Include il gene MY09B CELIAC1 ► Gli aplotipi B8-DR3-DQ2 e B18-DR3-DQ2 sono risultati associati alla malattia celiaca. ► Questi aplotipi sono molto diversi tra loro (specificità allelica): l’unica sequenza CONSERVATA è quella del DR3-DQ2 CELIAC1 A. Molecola DQ2 formata da una catena proteica α codificata dall’allele HLA-DQA1*0501 e da una catena proteica β codificata dall’allele HLA-DQB1*0201 presenti sullo stesso cromosoma parentale (configurazione in cis). B. Molecola DQ2 formata da una catena proteica α codificata dall’allele HLA-DQA1*0505 e da una catena proteica β codificata dall’allele HLA-DQB1*0202 presenti su cromosomi parentali separati (configurazione in trans). C. Molecola DQ8, formata da una catena proteica β codificata dall’allele HLA-DQB1*0302 e da una catena proteica α codificata dall’allele HLA-DQA1*03 presenti sullo stesso cromosoma parentale (configurazione in cis). CELIAC1 Regione genica 6p21 Include i geni di classe II HLA-DQ2 e HLA-DQ8 ► Nella maggior parte delle popolazioni studiate il 90% circa dei pazienti con malattia celiaca presenta l’aplotipo DQ2 (a1*0501, b1*0201), ► il 5-8% dei pazienti presenta l’aplotipo DQ8, ► il 2-5% dei pazienti non presenta né l’aplotipo DQ2 né l’aplotipo DQ8. ► circa il 20-30% della popolazione generale presenta l’aplotipo DQ2 (a1*0501, b1*0201), ma di questi solo il 3% svilupperà la malattia celiaca, ► la condizione di omozigosi DQ2 è presente in circa il 2% della popolazione europea e in circa il 25% dei pazienti ► altri geni non-HLA contribuiscono allo sviluppo della malattia, come supportato dalla differenza nel rapporto di concordanza tra fratelli HLA identici (30%ca) Soltanto eterodimeri α/β DQ2 (DQA1*05, DQB1*02) e DQ8 (DQA1*03, DQB1*0302) legano peptidi del glutine CELIAC2 Regione genica 5q31-33 Include un cluster di geni per alcune citochine (IL4, IL13, IL5,IL3) Il locus CELIAC2 sul cromosoma 5q31–33 è stato descritto per la prima volta da Greco et al. (2001). Questa regione di 250Kb contiene un cluster di geni per alcune citokine e potrebbe avere un ruolo nella regolazione della risposta immune e nel processo infiammatorio. CELIAC2 Per la MC sono stati analizzati molti probabili geni candidati nella regione 5q31-33 ma nessuna evidenza di associazione è stata definitvamente provata. In questa regione è presente un aplotipo TC (1507C>T e -207G>C) all’interno del cluster OCTN associato alla malattia Crohn . Non è stata evidenziata alcuna associazione tra la MC è l’aplotipo TC. (Ryan 2004, Curley 2006, Latiano et al 2007). CELIAC3 Regione genica 2q33 Include i geni CTL4, CD28 e ICOS, regolatori linfociti T CTLA4, ICOS, e CD28 sono geni coinvolti nella regolazione dell’attività dei linfociti T. CD28 and ICOS (inducible co-stimulator) sono coinvolti nell’attivazione delle T-cells. CTLA4 (cytotoxic T-lymphocyte-associated protein 4) è un regolatore negativo dell’ attivazione delle T-cells e compete con CD28 per gli stessi recettori, CD80 e CD86. CTLA4, ICOS, e CD28 Potenziali fattori di rischio nelle malattie autoimmuni. CTLA4 (cytotoxic T-lymphocyte-associated protein 4) type 1 diabetes multiple sclerosis Graves disease L’associazione tra malattia celiaca e marcatori genetici all’interno di CELIAC3 è stata osservata in diverse popolazioni (Brophy 2006, Van Heel 2005). Alcuni studi tuttavia non hanno confermato una relazione tra variante genetica e malattia (Hunt 2005). CELIAC3 Genetics in coeliac disease Van Heel 2005 K Brophy et al. 2006 CELIAC4 Regione genica 19p13.1 Include il gene MY09B Genome-wide association studies hanno portato all’identificazione di una regione genica significativa nel cromosoma 19 (19p13.1). In questa regione è incluso il gene IXB per la miosina (MYO9B) ,che, per la sua funzione, si presta ad essere un buon gene candidato (Wolters 2008) MYO9B CODIFICA PER UNA PARTICOLARE MOLECOLA DI MIOSINA COINVOLTA NEL RIMODELLAMENTO DELL’ACTINA DEL CITOSCHELETRO E DELLE TIGHT JUNCTIONS DEGLI ENTEROCITI Myo L’associazione tra MYO9B e MC proposta da Monsuur (2005) non è stata replicata in studi di associazione in United Kingdom, Spagna , Italia e Scandinavia (Amundsen 2006,Giordano 2006, Nunez 2006, Latiano 2007, Cirillo 2007). Recentemente è stata dimostrata una associazione tra Colite Ulcerosa e varianti di MYO9B (IBD6) suggerendo la condivisione di alcuni geni per la suscettibilità tra le due patologie (Weersma 2008, Wolters 2008) CELIAC4 Giordano 2006 Latiano 2007 ►CCR Chemokine receptor cromosoma 3p21 ►IL2/IL21 Interleukin-2 and interleukin-21 cromosoma 4q27 ►IL12A Interleukin-12 cromosoma 3q25-26 ►IL18RAP Interleukin-18 receptor cromosoma 2q11-12 ►LPP Lipoma-preferred partner cromosoma 3q28 ►RGS1 regulator of G-protein signaling 1 cromosoma 1q31 ►SCHIP1 Schwannomin interacting protein 1 cromosoma 3q25-26 ►TAGAP T-cell activation GTPase activating cromosoma protein 6q25 …. MICA molecules interact with the NKG2D-activating receptor on human NK and CD8 T cells..... Villous atrophy in Celiac disease might thus be ascribed to an IEL-mediated damage to enterocytes involving NKG2D/MICA interaction after gliadininduced expression of MICA on gut epithelium...... Hüe S et al Immunity. 2004 Sep;21(3):367-77 Increased prevalence of celiac disease without gastrointestinal symptoms in adults MICA 5.1 homozygous subjects from the Campania area. Tinto N et al Dig Liver Dis. 2008 Apr;40(4):248-52. Linkage studies Genome Wide Linkage studies Association studies using SNP’s Genomewide Association studies 2008 2000 Oltre ai geni HLA II, almeno 20 altri geni sembrano essere coinvolti nella suscettibilità alla MC, ognuno con un effetto relativo sul rischio di malattia Geni coinvolti nell’ immunità innata ed acquisita Geni coinvolti nel mantenimento dell’integrità della mucosa intestinale Quanti sono i geni per la suscettibilità alla Malattia Celiaca ? Sicuramente molti! Il fattore genetico più importate a tutt’oggi è la specificità HLA di classe II Correlated sero-sensitivity with Modified Marsh Classification 31% sensitivity for serology 100% sensitivity Rostami, Mulder et al. American J Gastroenterol 1999;94:888-894 Tipizzazione HLA when? Come supporto alla diagnosi in pazienti con sierologia negativa Pazienti clinicamente sintomatici Pazienti con quadro istologico intestinale compatibile con celiachia In pazienti con patologie associate a celiachia e con sierologia negativa •Anemia •Stanchezza cronica •Bassa statura •Anoressia •Epilessia •Atassia •Alopecia •Ipertransaminasemia •Abortività ripetuta Tipizzazione HLA when? Per individuare soggetti da controllare nel tempo In gruppi a rischio Malattie autoimmuni Sindrome di Down Sindrome di Turner Sindrome di Williams Nei familiari di I grado ….437 Italian children with celiac disease, 834 firstdegree relatives, and 551 controls……Of patients, 91% carried DQ2 and/or DQ8 heterodimers, 6% only had beta2 chain, 2% was alpha5 positive, and four were DQ2/DQ8/beta2/alpha5 negative…… Considering 1:100 disease prevalence, we obtained a risk gradient ranging from 1:7 for DQ2 and DQ8 individuals down to 1:2518 for subjects lacking all predisposing factors. ……The DQB1*02 and DQB1*0302 concurrence (p = 9 x 10(-4)), besides the DQB1*02/*02 homozygosity, had an additional role in disease genetic determination. …..The CD prevalence rose to 17.6% in sisters, 10.8% in brothers, and 3.4% in parents….. In the three groups, the subjects carrying high-risk HLA molecules were 57%, 71%, and 58%; among them, 29%, 15%, and 6% respectively had CD Megiorni F et al. Hum Immunol. 2009 Jan;70(1):55-9 ....homozygosis for the DQB1*0201 allele is associated with a higher severity of the histological score (p<0.008)…. Jores RD et al Scand J Gastroenterol. 2007 Jan;42(1):48-53 ……Patients with at least 1 DQB1*02 allele showed more often a typical CD and diffuse histological lesions than did patients in the other groups….. …..tTGAb titers are HLA-DQB1*02 dose dependent, with significantly higher levels in homozygous individuals. Nenna R et al. J Pediatr Gastroenterol Nutr. 2008 Sep;47(3):288-92 …..Development of tolerance to gluten seems possible in some patients with CD. Further follow-up will show whether this tolerance is permanent or only a long-term return to latency. This feature may be associated with genetic characteristics, especially with HLA genotypes that differ from DQ2 or DQ8….. Hopman EG et al. Eur J Gastroenterol Hepatol. 2008 ;20(5):423-9 PCR convenzionale Amplificazione del cDNA tramite PCR 1. Sequenza di DNA target 2. DNA polimerasi termostabile (Termophilus aquaticus, Taq polimerasi) 3. 4. Due primers specifici per la sequenza target (oligonucleotidi di 15-25 bp) dNTPs Tradizionale reazione multiciclica suddivisa in 3 fasi: 1. DENATURAZIONE (94-96°C) 2. ANNEALING (50-65°C) 3. EXTENSION (72°C) Separazione elettroforetica dei prodotti di PCR (ampliconi) Gli ampliconi ottenuti dopo uno specifico numero di cicli di amplificazione Vengono fatti migrare su un gel di agarosio • quantità: ad occhio o mediante densitometria In teoria: il numero di molecole prodotte (P) incrementa esponenzialmente con il numero di cicli di PCR (n) Il prodotto di PCR dipende da T, numero di copie di template di partenza Resa teorica: 2n P = (2)n T l'efficienza della reazione dipende da: – strutture secondarie dell'amplicone – lunghezza dell'amplicone – interazioni non specifiche (Primer, Dimers) Resa effettiva: effetto plateau Il processo di duplicazione non procede “all’infinito”, esso è limitato da: Quantità dei primers Attività della Taq polimerasi Log[DN A] Reannealing dei filamenti Esponenzial e Plateau Lineare Prodotto variabile N° cicli termici Raggiunto il plateau non si osserva più un incremento nei prodotti Vantaggi 1. Velocità e facilità d’uso In poche ore si possono ottenere milioni di copie della sequenza di DNA target 1. Sensibilità Virtualmente è possibile utilizzare il DNA di una singola cellula come template (contaminazione) 1. Robustezza Amplificazione possibile anche utilizzando DNA di bassa qualità Svantaggi della PCR-end point -tempo (PCR, gelcasting, loading, running, staining, analysis) -endpoint detection -rischi di contaminazione --Tossicità dell’ Ethidium bromide -sensibilità variabile -basso range dinamico < 2 logs --non automatizzabile --precisione discutibile -risultati non numericamente quantitativi Soluzioni Utilizzare i dati ottenuti durante la fase esponenziale quando il prodotto di PCR è proporzionale al template iniziale Questo è reso possibile mediante il rilevamento, di una fluorescenza, che è proporzionale al prodotto di PCR La fluorescenza, durante ogni ciclo di amplificazione, può essere rilevata utilizzando uno strumento quantitativo, ma anche dei marcatori fluorescenti il cui accumulo segue la stessa cinetica della reazione di PCR Perché Real-Time? Misura l'amplificazione in tempo reale durante la fase esponenziale della PCR, quando cioè l ' e f f i c i e n z a d i amplificazione è influenzata minimamente dalle variabili di reazione, aumentando l’accuratezza analitica rispetto alla PCR tradizionale "end point " PCR CONVENZIONALE 1. DNA extraction 2. amplification 4. Southern blotting 3. electrophresis Real-time PCR 1. DNA extraction 2. Amplification and quantitative result Real-Time PCR: vantaggi La metodica a sistema chiusa diminuisce la possibilità di contaminazioni Consente un notevole risparmio di tempo ( ultra-rapida (da 2 ore fino a 30 minuti), nessuna fase post-PCR Le analisi di melting consentono una rapida genotipizzazione e l’identificazione di mutazioni di resistenza non è influenzata da prodotti aspecifici l'amplificazione può essere monitorata in real-time ampio range dinamico di rilevazione (fino a 1010) richiede 1000-volte meno RNA rispetto ai saggi convenzionali (3 picogrammi) può mettere in evidenza differenze di appena 2 volte molto specifica, sensibile e riproducibile non molto costosa Real-Time PCR: applicazioni Quantificazione virale Quantificazione dell’espressione genica Efficacia della terapia farmacologica Misura dei danni al DNA Controllo di qualità e validazione dei saggi Detenzione dei patogeni Controllo degli OGM Genotyping MRD Chimiche fluorescenti per PCR Real-Time •La fluorescenza si genera durante la PCR per effetto di diverse possibili reazioni chimiche •La PCR real-time si avvale di tre chimiche principali: 1.DNA-binding agents (SYBR Green) 2.Hydrolysis probes (TaqMan, Molecular Beacons, Scorpions) 3.Hybridization probes Metodi di rilevamento della fluorescenza SYBR Green Dual-labeled (TaqMan) Molecular beacons Scorpion Sonde FRET Utilizza una molecola fluorescente aspecifica che si lega al solco minore del dsDNA, dando luogo ad emissione fluorescente nel verde (530nm) Oligonucleotide che presenta all’estremità 5’ un fluoroforo p “Reporter”(R) ed all’estremità 3’ una molecola “Quencher” (Q) vengono digerite durante la fase di elongazione Contengono un fluoroforo (R) e un quencher (Q) alle estremità opposte di un oligonucleotide, ma non vengono digerite durante la fase di elongazione Simile alle molecular probes, con la differenza che al 3’ terminale del probe vi è una sequenza primer specifica per l’estensione del target. Coppia di oligonucleotidi legati ciascuno ad un fluoroforo “accettore” al 3’ della prima sonda e “donatore” al 5’ della seconda. In fase di annealing le due sonde si legano al target in posizione tale da rendere possibile il trasferimento di energia di risonanza. Le due sonde non vengono idrolizzate. Molecular Beacons È un oligonucleotide che contiene un fluoroforo (reporter) e un quencher non fluorescente alle estremità opposte, disegnate in modo da essere complementari tra loro in modo da formare una struttura stemloop Fluoroforo reporter Il loop è complementare ad una sequenza all'interno del prodotto amplificato quencher La vicinanza del quencher al reporter fluorescente impedisce l’emissione di fluorescenza Quando il beacon si linearizza Il quencher si allontana fal reporter e quest’ultimo può funzionare da fluorocromo Celiac RT PCR Diagene Celiac screen Simultanea rivelazione degli alleli HLA di classe II: DQA1*0201, DQA1*03, DQA1*05, DQB1*02, DQB1*0301/04, DQB1*0302, DRB1*03, DRB1*04, DRB1*07, DRB1*11, Omozigosi per gli alleli DQB1*02 e DQB1*0302 A PRACTICAL AND RAPID METHOD FOR HLA DQ2-DQ8 GENOTYPING IN CELIAC PATIENTS AND IN SUBJECTS AT-RISK ........Methods: 39 patients with CD and 32 first-degree relatives were studied using genetic diagnostic methods manufactured by DiaGene (Palermo, Italy). DNA extracted from both dried and fresh blood was amplified in a PCR program using allele specific primers and visualized on pre-cast agarose gel. A DQ-CD Screen kit was initially used for the identification of DQ2 and/or DQ8 positive samples. Positive samples were then tested with DQ-CD Typing kit for the identification of HLA class-II alleles (DQA1*0201,*03,*05, DQB1*02,*0302, DRB1*03,*04,*07) and finally a DQ-CD Zygosis test was used for the determination of DQB1*02 homozygosis. Results: All 39 CD patients and 21/32 (66%) first-degree relatives carried the CDassociated HLA antigens. Forty-nine were positive for HLA DQ2 (31 DQ2-DR3, 11 DQ2-DR7, 3 DQ2-DR3/DR7, 1 DQ2-DR4/DR7, 2 DQ2, 1 DQ2-DR4), 9 for DQ8 (DQ8-DR4), and 2 for DQ2 /DQ8 (1 DQ2/DQ8-DR3/DR4, 1 DQ2/DQ8-DR7/DR4); 14/51 (27%) of the DQ2-positive patients were DQB1*02 homozygotes. Conclusions: This new diagnostic method for HLA DQ2DQ8 typing is practical and reliable, and allows alleles and zygosis identification in a very short time. Bizzaro et al Porto 2008 DR3-DQ2/DR11-DQ7 DQB1*02 homozygous status DRB1*12 DRB1*11 DRB1*07 DRB1*04 DRB1*03 DQB1*0302 DQB1*0301/04 DQB1*02 DQA1*05 DQA1*03 DQA1*0201 Celiac Gene Typing DR3/DR7-DQ2 homozygous DQB1*02 homozygous status DRB1*12 DRB1*11 DRB1*07 DRB1*04 DRB1*03 DQB1*0302 DQB1*0301/04 DQB1*02 DQA1*05 DQA1*03 DQA1*0201 Celiac Gene Typing DR4-DQ8 DQB1*02 homozygous status DRB1*12 DRB1*11 DRB1*07 DRB1*04 DRB1*03 DQB1*0302 DQB1*0301/04 DQB1*02 DQA1*05 DQA1*03 DQA1*0201 Celiac Gene Typing Special tanks to: Dr. Giorgio Mancuso Dr. Lavinia Mulè, Dr. Maria Barrale