Comprendere la diagnosi per capire il funzionamento dell’alunno Dalla lettura della diagnosi alla personalizzazione degli apprendimenti a scuola Dott.ssa Giulia Fiaccadori Neuropsichiatra Infantile Dott.ssa Simona Caffara Psicologa Dott.ssa Federica Faldoni Psicologa Dott.ssa Lorenzini Marzia Logopedista Suzzara, 28 ottobre 2015 1 Parleremo di: • • • • • • UONPIA e Operatori Differenza certificazione e relazione clinica Significati e sfumature di “valutare” Sistemi di classificazione DSA Risvolti emotivi nei DSA 2 UONPIA Servizio dell’Az. Ospedaliera Carlo Poma E’ un servizio provinciale costituito da: Un servizio ospedaliero a Mantova Servizi territoriali: 1. Mantova città, 2. Alto mantovano, 3. Basso mantovano 4. Viadana 3 UONPIA Nella sede di Mantova ci sono alcuni gruppi operativi che svolgono attività di approfondimento diagnostico e consulenza per alcune patologie: •Epilessia (centro regionale per l’epilessia) •DGS •ADHD •Prematurità 4 UONPIA Il servizio del Basso Mantovano ha sede presso gli ospedali di Suzzara e Pieve di Coriano. NB alcuni operatori lavorano a scavalco fra le due sedi o fra Pieve e un altro servizio dell’UONPIA 5 UONPIA Operatori (*orario diviso tra Suzzara e Pieve di Coriano) 2 Npi: Giulia Fiaccadori*,Angioletta Finardi* 1 psicologa: Federica Faldoni*-probl emotivorelazionali 1 fisioterapista Loriana Prisco 1psicomotricista Raffaele Pisano* 4 logopediste Isanna Begotti, Giulia Cantamessa, Marzia Lorenzini, Emanuela Siliprandi 1 educatrice professionale Raffaella Negri 1 educ prof.(progetto autismo) Veronica Fanciullo* 6 UONPIA Si occupa di diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva (0-18 anni): Patologie neuromotorie (PCI, distrofie musc.,…) Ritardo mentale Disturbi di linguaggio Disturbi di apprendimento Disturbi di comportamento (ADHD,….) DGS Disturbi psichici Deficit sensoriali in situazioni di plurihandicap 7 UONPIA •L’accesso al servizio è diretto, su richiesta dei Genitori che prenotano la 1°visita direttamente al servizio (non attraverso il CUP). •Il primo accesso al servizio è una visita Npi per la raccolta anamnestica ed una prima osservazione del Caso •Si costituisce poi un gruppo di lavoro per l’osservazione diagnostica (npi+ 1 o più operatori) •Al termine della valutazione viene rilasciata relazione/referto scritto con progetto della eventuale presa in carico. 8 UONPIA L’accesso al servizio può avvenire anche attraverso lo screening del linguaggio, attività svolta il collaborazione con l’ASL per bambini dell’età di 28/30 mesi seguiti in follow up fino ai 4 anni. 9 UONPIA Oltre all’attività clinica diretta si svolge attività di consulenza/raccordo con altre istituzioni: Scuola (dal nido alle scuole secondarie) Gli incontri sono possibili solo in presenza dei genitori TM e servizio tutela minori ASL Enti locali 10 Diagnosi e certificazioni La diagnosi è un giudizio clinico attestante la presenza di un disturbo, di una sindrome, e/o di una difficoltà (medico e/o da uno psicologo). La certificazione è un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge (Legge 104/92, Legge 170/2010) le cui procedure di rilascio e i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento. Non tutte le diagnosi prevedono una certificazione 11 CERTIFICAZIONI di H legge 104 Il servizio predispone “Relazione clinica per domanda di accertamento collegiale per l’individuazione dell’alunno con handicap ai fini dell’integrazione scolastica (ai sensi della DGR regione Lombardia n.3449 del 7 novembre 2006). Deve essere specificata la diagnosi secondo l’ICD 10, il livello di gravità e la evolutività o meno della disabilità 12 Es. di relazione per certificazione L 104 13 VERBALE DI ACCERTAMENTO DI ALUNNO IN SITUAZIONE DI HANDICAP Rilasciato dalla Commissione (a livello provinciale) dell’ASL e dichiara •la diagnosi •il tipo di disabilità •il livello di gravità •la durata di validità della certificazione (che non è detto coincida con il termine del ciclo scolastico) 14 VERBALE DI ACCERTAMENTO DI ALUNNO IN SITUAZIONE DI HANDICAP Rilasciato dalla Commissione (a livello provinciale) dell’ASL 15 Esempio di Certificazione L170 Esempio di relazione con diagnosi 17 Fare diagnosi VALUTARE 18 ATTIVITA’ PRATICA: BRAINSTORMING IO CREDO… SECONDO ME … PER ME E’ ... 19 Cosa significa valutare? 20 Valutare un bambino è … 21 È come fare una fotografia: fare uno scatto con uno strumento “oggettivo” ma che risente della soggettività del fotografo e di chi guarda Alcune diagnosi prevedono l’uso dei test (che hanno elementi di soggettività), altre un giudizio clinico 22 Valutare un bambino è… 23 È fare una istantanea di una “realtà in movimento”, consapevoli di quello che c’è stato, di quello che dovrebbe avvenire e degli elementi di possibile perturbazione In alcuni casi si prevede il monitoraggio a distanza di un certo tempo, rinvio dopo un periodo di potenziamento 24 Valutare un bambino è … 25 È focalizzarci su un “pezzo di realtà” senza perdere di vista il tutto Tenere conto delle aspettative dei genitori e dei ragazzi, delle condizioni socioambientali, dei fattori di protezione e di rischio che non sempre possono venire esplicitati 26 Valutare un bambino è… 27 È considerare i punti di vista di chi vede la stessa realtà con altra prospettiva, valorizzando le specificità di ciascuno Spesso abbiamo bisogno dell’osservazione ecologica del ragazzo per cui chiediamo di compilare a genitori, insegnanti, educatori dei questionari osservativi 28 Valutare un bambino è … 29 È integrare tante tessere di un puzzle perché solo in questo modo si avrà idea del tutto lavoro di équipe richiede tempo 30 Valutare un bambino è… 31 È attribuire un significato a dei segni, a volte un po’ oscuri, dando un nome all’insieme di questi segni dare un nome (diagnosi) non vuole dire incasellare i bambini ma avere maggiore chiarezza su sviluppo e trattamento. I bambini mantengono, pur con la stessa diagnosi, un elevato grado di eterogeneità 32 DIAGNOSI “DIAGNOSI” dal greco “conoscere attraverso” è giudizio clinico che consiste nel riconoscere una condizione morbosa “attraverso” l’esame clinico del malato e alle ricerche di laboratorio e strumentali. Definire una diagnosi permette di : •fare ricerca confrontando situazioni simili •definire protocolli terapeutici •approntare sistemi di supporto 33 Principali sistemi diagnostici 34 ICD 10 La ICD-10 è la decima revisione della classificazione ICD, ossia la classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, proposta dall’OMS. Rispetto ai DSA la normativa fa esplicito riferimento alle diagnosi secondo l’ICD 10 35 Codici ICD10: ad ogni disturbo un codice alfa-numerico ICD 10 cap V: Patologie mentali e del comportamento (cod F00-F99) • F70-F79: Livello intellettivo • F80-83: Disturbi specifici dello sviluppo psicologico 36 Livello intellettivo (ICD 10 =F70/F79) L’intelligenza non è una caratteristica unitaria ma va valutata in base ad un ampio numero di differenti abilità. La determinazione del livello intellettivo deve essere basata su tutte le informazioni disponibili comprendenti: •Prestazione ai test psicometrici (QI) •Adattamento sociale •Giudizio clinico 37 Curva di Gauss 38 Livello intellettivo F70 RM lieve (QI 50-69) F71 RM medio (QI 35-49) F72 RM grave (QI 20-34) F73 RM profondo (QI<20) F78 RM di altro tipo F79 RM non specificato NB : non è classificato come patologia il livello cognitivo border line (QI 70-85) 39 Strumenti valutazione livello intellettivo Scale Wechsler : •WPPSI III (2 aa, 6mm 7 aa,3mm) •WISC III e IV ( 6 aa 16 aa,11mm) •WAIS (età adulta) Leiter-R (2 aa20 aa,11mm) 40 Strumenti valutazione livello intellettivo 41 Composizione della scala WISCIII 13 subtests VERBALI PERFORMANCE Informazioni Somiglianze Ragion. Aritmetico Vocabolario Comprensione (Memoria di cifre) Completamento figure Cifrario Storie figurate Disegno con cubi Ricostruz. di oggetti (Ricerca di simboli) (Labirinti) 42 Scala WISC III I punteggi ricavati dai sub tests verbali QI Verbale (QIV): è una misura complessiva delle abilità di recepire, elaborare e immagazzinare informazioni di tipo uditivo verbale e riflette le acquisizioni ricavate dal soggetto dall’ambiente educativo e scolastico. Nei DSA di tipo verbale: QIV < QIP di 10 punti o più 43 Scala WISC III I punteggi ricavati dai subtests performance QI Performance (QIP): è una misura complessiva dell’abilità di operare mentalmente con dati, immagini e configurazioni visive per risolvere problemi di tipo spaziale, meccanico e pratico. Nei DSA di tipo non verbale: QIP< QIV di 10 punti o più 44 Scala WISC III QI totale (QIT): indica la potenzialità intellettiva del soggetto (fattore “g” generale dell’intelligenza). Altri possibili indicatori ricavabili con il test: CV (comprensione verbale) OP (organizzazione percettiva) LD (libertà dalla distraibilità) VE (velocità esecutiva) 45 Scala WISC IV Sono modificati alcuni sutests Scompaiono QI Verbale e QI performance Si calcolano altri INDICI : •COMPRENSIONE VERBALE (CV) •RAGIONAM.VISUOPERCETTIVO (RP) •MEMORIA DI LAVORO (ML) •VELOCITA’ DI ELABORAZIONE (VE) •QI TOTALE (QI) 46 LEITER-R E’ una scala non verbale che si chiama Visualizzazione e ragionamento (VM) per le abilità intellettive non verbali correlate alla visualizzazione, al ragionamento e all’abilità spaziale 47 Leiter-R Si usa per bambini e giovani con: Difficoltà di comunicazione Ritardi cognitivi Danni all’udito Danni motori Disturbo dell’attenzione B.ni in difficoltà con l’italiano in cui l’italiano sia L2 Gli indici che si ottengono sono: Scala breve di QI Scala completa di QI Ragionamento fluido (RF) Visualizzazione/visualizzazione spaziale 48 Codici ICD10: ad ogni disturbo un codice numerico Disturbi specifici dello sviluppo psicologico F80-83 F 80 DISTURBO DI LINGUAGGIO F 81 DISTURBI DI APPRENDIMENTO F 82 DISTURBO DELLA COORDINAZIONE MOTORIA F 83 DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI MISTI 49 Disturbo specifico di linguaggio – DSL • Disturbo specifico dell’articolazione e dell’eloquio. • Disturbo del linguaggio espressivo. • Disturbo della comprensione del linguaggio. 50 Disturbo Specifico dell’Apprendimento – DSA come li definisce la legge 170/10 DISLESSIA: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità di lettura DISORTOGRAFIA: disturbo specifico di scrittura che si manifesta con difficoltà dei processi linguistici di Transcodifica DISCALCULIA: disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e della elaborazione dei numeri DISGRAFIA: disturbo specifico di scrittura che si manifesta con difficoltà nella realizzazione grafica 51 DSA • F81.0 - Disturbo specifico della lettura (DISLESSIA) • F81.1 - Disturbo specifico della compitazione (DISORTOGRAFIA) • F81.2 - Disturbo specifico delle abilità aritmetiche (DISCALCULIA) • F81.3 - Disturbi misti delle abilità scolastiche (si usa per quei disturbi che soddisfano i criteri di F81.2 associati ai criteri di F81.0 o F81.1) • F81.8 - DISGRAFIA • F83 - Disturbi evolutivi specifici misti (DSA + Disturbo Specifico di linguaggio e/o Disturbo di coordinazione motoria) 52 Disturbi evolutivi specifici misti (F83) Comprende una mescolanza di disturbi evolutivi specifici • dell'eloquio e del linguaggio, • delle capacita scolastiche e • della funzione motoria, ma in cui nessun disturbo prevale in maniera tale da costituire la diagnosi principale. 53 Comorbilità • Se un disturbo è in associazione ad altri disturbi codificati ( ADHD, Disturbi d’ansia, Depressione) o a delle difficoltà ( es. gestione dell’ansia, notevole introversione), spesso il grado di compromissione funzionale nel ragazzo è maggiore • L’intervento e le misure da adottare a scuola sono diverse in relazione ai diversi profili Eterogeneità dei profili 54 Come si sente chi è in difficoltà? Cosa succede prima della diagnosi? •Contesto: a scuola il bambino con DSA si trova a far parte di un contesto nel quale spesso vengono proposte attività per lui troppo complesse e astratte •Coetanei: Si confronta con i compagni e non si sente membro del gruppo • Adulti: Continue sollecitazioni dell’adulto: “ stai più attento!” “ impegnati di più!” Quale è la reazione di fronte alle difficoltà? • Ritiene che nessuno sia soddisfatto di lui ( insegnante e genitori) • Matura un forte senso di colpa • Mette in atto meccanismi di difesa ( disimpegno, bullismo, aggressività, inibizione, chiusura) Aspetti emotivi di un bimbo con DSA • I bambini con DSA hanno un CONCETTO DI SE’ PIU’ NEGATIVO rispetto ai pari • Si sentono MENO SUPPORTATI EMOTIVAMENTE • Provano livelli elevati di ANSIA • Hanno SCARSA AUTOSTIMA • Tendono a sentirsi MENO RESPONSABILI DEL LORO APPRENDIMENTO • Hanno Scarsa persistenza al compito e SCARSA tolleranza della FRUSTRAZIONE Ognuno è diverso! Fattori che inducono uno sviluppo positivo Fattori che inducono vulnerabilità • Diagnosi e trattamento specialistico precoci • livello intellettivo alto • Assenza di altre comorbilità • Capacità di autocontrollo e attenzione • Stile genitoriale efficace e capace di rispondere positivamente ad eventi stressanti • Amicizie strette con i pari • Modelli positivi • Buona didattica • • • • Diagnosi tardiva Altre difficoltà associate Stile adattivo evitante Scarsa regolazione delle emozioni • Controllo esterno e difficoltà attentive • Stile genitoriale inefficace L’AUTOSTIMA • L'autostima ha un impatto pervasivo sulle emozioni, sulla cognizione, sul comportamento e sulla motivazione della persona • L’Autostima incide sulla valutazione che gli individui danno di se stessi e delle proprie competenze. L'autostima non è importante solo per i risultati scolastici, ma per lo sviluppo personale e per il benessere generale dell'individuo • Una bassa autostima è un fattore di rischio per altre patologie come la depressione. IN UN PROGETTO SU UN SOGGETTO CON DSA E’ IMPORTANTE PRESERVARE L’AUTOSTIMA Quale spiegazione viene data ai propri risultati ? • EFFICACI • AUTOATTRIBUZIONI INTERNE “mi sono impegnato” • POCO EFFICACI • AUTOATTRIBUZIONI ESTERNE “il compito era difficile” • STABILI “sono bravo” • INSTABILI “sono stato sfortunato” • CONTROLLABILI DA SE’ “non mi sono impegnato anche se avrei potuto farlo” NON CONTROLLABILI “la maestra mi ha chiesto una cosa che non sapevo” GLI STILI ATTRIBUTIVI, EMOZIONI E MOTIVAZIONI ASSOCIATE 1) IMPEGNO STRATEGICO Il soggetto attribuisce il successo e l’insuccesso all’impegno EMOZIONI: soddisfazione, orgoglio, fiducia in sé. Emozione negativa: senso di colpa per il fallimento MOTIVAZIONI Tendenza a rimotivarsi, a riparare, a imparare dagli errori GLI STILI ATTRIBUTIVI, EMOZIONI E MOTIVAZIONI ASSOCIATE 2) STILE IMPOTENTE-DEPRESSO: Il soggetto attribuisce il successo a cause esterne (casualità, compito facile, aiuto esterno) e l’insuccesso alla sua mancanza di abilità • EMOZIONI: sorpresa e gratitudine; emozioni negative: vergogna, depressione e apatia • MOTIVAZIONI: Fuga ed evitamento dei compiti GLI STILI ATTRIBUTIVI, EMOZIONI E MOTIVAZIONI ASSOCIATE 3) NEGATORE: Il soggetto attribuisce il successo alla propria bravura e l’insuccesso alla sfortuna o mancanza di aiuto • EMOZIONI: fiducia in sé, superbia, Rabbia • MOTIVAZIONE: Tendenza ad evitare l’impegno “chi è bravo non serve che si impegni. Più uno si impegna più dimostra che non è bravo” GLI STILI ATTRIBUTIVI, EMOZIONI E MOTIVAZIONI ASSOCIATE 4) PEDINA: Il soggetto attribuisce il successo e l’insuccesso al caso, alla mancanza di aiuto, alla difficoltà o facilità del compito • EMOZIONI: sorpresa e gratitudine; rassegnazione • MOTIVAZIONE: Propensione ad evitare l’impegno Scarsa fiducia in sé e fatalismo (rituali) GLI STILI ATTRIBUTIVI, EMOZIONI E MOTIVAZIONI ASSOCIATE 5) ABILE: Il soggetto attribuisce il successo e l’insuccesso alla presenza o mancanza di abilità • EMOZIONI: fiducia in sé; vergogna • MOTIVAZIONE: Tendenza ad evitare compiti nuovi Stili attributivi, emozioni e motivazioni in DSA • nei DSA: Vi è la tendenza a individuare cause non controllabili (incomprensione da parte dell’insegnante, incapacità personali), in particolare per l’insuccesso LA SFIDA OTTIMALE • Il compito deve essere difficile quel tanto per sollecitare la curiosità e migliorare la conoscenza, ma adeguatamente calibrato affinché il successo sia sperimentabile • È importante concedere la possibilità di sbagliare e incoraggiare ad intraprendere anche i compiti più ostici, accompagnando con un clima di fiducia • Fiducia anziché giudizio • Fare degli eventuali insuccessi delle possibilità per imparare ma anche per sviluppare fiducia nelle proprie possibilità L’orientamento al risultato • Soggetti con OBIETTIVI DI PERFORMANCE • Orientati al successo • Preferiscono compiti facili • Evitano difficoltà ed insuccessi • Soggetti con OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO • Sono orientati al sapere • Preferiscono compiti che facciano progredire, anche se più difficili e con minore probabilità di riuscita … nei DSA Si manifesta una prevalenza di obiettivi di prestazione con orientamento ad evitare il compito “non mi impegno per evitare di fare brutta figura di essere deriso e giudicato incapace” Il ruolo dell’adulto • Se il bambino trova il sostegno dell’adulto nei suoi primi tentativi di padronanza ottiene rinforzi positivi ed approvazione, interiorizza un sistema di autogratificazione che lo porta a cercare sempre meno l’approvazione esterna dell’adulto e a rinforzare da solo i propri tentativi di padronanza E alla fine….arriva superman!