Lo Spazio e
l’Identità Femminile
nell’Islam
di Elisabetta Pucinischi
I
l progetto di una nuova società di uguali non
poteva contemplare una tale divisione. Il primo episodio che ci rimanda all’attività di questo ‘movimento di donne’ fu la domanda di Umm Salma, altra
moglie del Profeta, sul perchè il Corano non parlasse delle donne come fedeli. A tale riguardo Dio inviò al Profeta una sura in
cui si esprimeva il concetto di parità tra uomo e donna in fatto
di fede. La discussione sui diritti delle donne riprende piede con
la questione dell’eredità. Per l’Islam le donne non solo non erano più parte del bottino o dell’eredità; ma godevano del diritto di
ereditare. Gli uomini perdevano così alcuni dei loro antichi privilegi. Con la sura 4 ‘Al-Nissa’ gli uomini vedevano ridotto il peso
del bottino di cui la donna era una parte importante. Gli uomini
si opposero al diritto femminile di fare la guerra e di ereditare;
ma il profeta restò fermo sulla sua decisione (p. 145). Gli uomi-
Piccola Bibliografia ragionata di cultura islamica
F
ondamentale è anche la discussione sulla sodomia, in corso
ancora oggi, in cui ci si domandava se fosse lecito per una
donna opporsi alle richieste sessuali del marito. Con il versetto 223 della sura 2 Dio concede unicamente agli uomini la libertà in ambito sessuale, le donne venivano totalmente escluse
dalla disputa nella quale erano presenti solo come oggetti del desiderio maschile. Anche per quanto riguarda la delicata questione
della violenza sulle donne il parere divino fu favorevole agli uomini
malgrado l’avversione di Maometto verso ogni forma di violenza.
Scopo iniziale di Maometto era quello di creare una società egalitaria dove le differenze etniche e sessuali non fossero viste come
discriminanti; ma come fonte di arricchimento per l’intera comunità. Questo progetto si scontrò, inevitabilmente, con una fortissima opposizione animata dall’avversione per la presenza femminile nella vita pubblica. Lo scopo dell’opposizioe fu raggiunto grazie
alla spaccatura dello spazio musulmano in sfera pubblica e privata.
Nello sviluppo dell’Islam si assiste al passagio da una società tendenzialmente egalitaria ad una realtà misogina dove la donna
non è più soggetto attivo ma oggetto peccaminoso da nascondere
all’interno di un’economia fallica. La cosa attualmente più preoccupante è come tale visione del femminile, storicamente determinata e non universalmente accettata dagli studiosi venga ritenuta valida sempre e in ogni luogo come soluzione alle questioni
che minacciano l’identità islamica rendendo difficile una politica
femminile della libertà che porterebbe un’arricchimento morale
dell’intera comunità. La marginalizzazione e l’esclusione femminili trovarono uno strumento imbattibile nella divisione spaziale, così importante nell’identità islamica, attraverso lo Hijab.
Lo Hijab, letteralmente ‘cortina’, è disceso (anno 5 dell’Egira) per
dividere in due lo spazio islamico; la sfera della vita privata da
quella pubblica. La vita privata del Profeta era continuamente
minacciata da fedeli troppo invadenti.
S
pazio e tempo
ieri come oggi, considerato
rappresentano
come la causa della guerconcetti cardira e della catastrofe che si
ne nella costiabbattè sul mondo musultuzione delle diverse culmano con conseguenze anture e per quanto riguarda
cora attualissime. L’Islam
l’identità culturale un ruolo
vede la luce nel 610 d.C.
centrale è occupato dal poquando a Maometto vensto della donna nella sfera
ne rivelata la sura 96 ‘Iqra’
pubblica che commprende
(leggi) e la prima persona
la partecipazione politica,
ad accettare la rivelazione
attiva e pasiva, la presenfu Khadija prima moglie
za sul mercato del lavoro, i
del profeta. L’Islam nasce,
diritti economici, scolastiallora, come una religione
ci, sanitari e la parità nelaperta nei confronti della sfera del diritto privato.
la presenza femminile. Nel
In un mondo sempre più
622 d.C., a causa della creglobalizzato il tempo è inscente opposizione nei suoi
serito in un processo di
confronti, il Profeta dovette
crescente omologazione. Il
lasciare La Mecca per Medisolo modello temporale dina ed anche in questa circosponibile, tutto interno alla
stanza trovò sostegno nelle
logica occidentale, sembra
sue donne che non mancaessere quello dettato dalrono di seguirlo. Per capire
le esigenze del mercato.
meglio il progetto iniziale
Al di fuori di questo tempo
dell’Islam bisogna guaringannevolmente universale tutte le aldare al rapporto di Maometto con le
tre rappresentazioni temporali passano Miniatura antica che raffigura il nome di Khadija. donne. La sua prima moglie Khadija
in secondo piano e diventano marginali
era più anziana di lui, divorziata e ri(elaborazione elettronica RM)
e insignificanti, fino a scadere nell’insicopriva un importante ruolo sociale ocgnificanza. L’esempio del calendario musulmano, valido solo nelcupandosi in prima persona dei suoi affari economici. Era,
la liturgia ma non negli affari sociali è estremamente calzante.
dunque, tutto il contrario del modello femminile islamico che
Sembra che la concezione dello spazio, attualmente, influenzi
ci viene proposto tanto dagli integralisti, quanto dai media ocdi più le differenti culture e il loro modo di rapportarsi alla pocidentali impegnati nella definizione univoca del nemico. Nellitica e alla presenza delle donne in questo spazio. Guardare al
la figura di Khadija vita pubblica e privata si fondono insieme.
concetto di spazio sarà allora fondamentale per comprendere
Altro esempio di donna indipendente ed autonoma è Aisha che
meglio il processo di formazione dell’identità islamica e il ruolo
il Profeta sposò quando lei era ancora giovane. Diventata donna
delle donne al suo interno indgandone i diversi momenti evoluAisha dimostrò intelligenza e forza di volontà prendendo partivi. Gettando uno sguardo in superficie l’Islam sembra carattete attivamente alla vita politica della Umma islamica. Il rapporrizzato, sin dall’origine, da un’occultazione del corpo femminile
to tra il profeta e Aisha dimostra come nella nascente comunità
cui viene interdetto lo spazio pubblico. Spingendo lo sguardo più
islamica la continuità tra spazio pubblico e privato fosse norin profondità vengono alla luce aspetti finora rimasti nell’ommalmente praticata. La camera da letto della coppia confinava
bra. Ci si trova, così, di fronte a due letture orientate da intencon la moschea con la quale comunicava anche attraverso una
ti diversi: l’una che sostiene l’esclusione delle donne dalla polifinestra: vita sessuale-familiare e pubblico-religiosa non avevatica e dalla vita pubblica, l’altra che la sostiene attraverso un
no barriere e le donne avevano un ruolo in entrambi gli spazi.
processo di rilettura, storicizzazione e decostruzione delle fonti
Ugualmente significativa è la presenza femminile nella vita miislamiche (Hadith e Sunna). L’esclusione delle donne dalla polilitare. Il profeta portava con sè le sue mogli durante le missioni
tica è sostenuta attraverso il seguente hadith: ‘Mai conoscerà la
e queste spesso ricoprivano ruoli molto importanti di consgilieprosperità quel popolo che affida i suoi affari a una donna’ (Bore. Al termine delle battaglie Maometto si ritirava con loro nelkhari, sahih, XIII volume). Tale Hadith viene considerato ancora
la sua tenda privata evitando la compagnia dei suoi generali.
oggi come autentico, anche se alcuni autori tra cui Tabari espriDurante l’esilio medinese sembra che le spose del Profeta, e con
mono delle riserve sulla sua autenticità.L’ingerenza delle donesse altre fedeli, avessero dato vita ad un ‘partito delle donne’ . Scopo
ne nella politica assume qui un carattere nettamente negativo.
del partito era far valere i diritti delle donne tanto in ambito socio
L’esclusione delle donne dalla vita politica, pena la catastrofe, troeconomico, quanto nella sfera familiare nella quale pare che i feva il suo miglior sostegno nell’episodio della ‘Battaglia del camdeli fossero meno inclini ad accogliere le novità dettate dalla rivemello’ (656 d.C.) durante la quale Aisha, moglie
lazione coranica. I mutamenti introdotti dovevano
prediletta del Profeta, sfidò ‘Ali per questioni di suclimitarsi per loro alla vita pubblica e religiosa e lacessione. Durante lo scontro il mondo musulmano
sciare fuori le questioni familiari in cui si preferiva
conobbe per la prima volta la tragedia della guerra
mantenere i priviliegi maschili ereditati dalla culcivile e si divise in due blocchi contrapposti: scintura preislamica. Il progetto di una nuova società di
niti e sunniti. L’intervento diretto di Aisha viene,
uguali non poteva contemplare una tale divisione.
ni riuscirono, grazie alla manipolazione di testi, a
sfuggire a tale decisione. vedi se inserire ‘gli stolti’.
Dopo queste vittorie femminili vi furono nuovi versetti che sospesero o ridussero i nuovi diritti appena acquisiti. La
donne alla luce delle vittorie ottenute si imbaldanzirono e chiesero libertà d’iniziativa nell’atto sessuale. Il parere divino questa
volta, anche alla luce di un mutato quadro storico, fu favorevole
agli uomini (verso 32 sura 4 in cui si risponde che i diritti sono
proporzionali a ciò che ognuno guadagna). Per quanto riguarda il
contesto storico ci troviamo in un periodo, a cavallo tra l’anno 4 e
l’anno 8 dell’Egira, in cui si colloca la sconfitta di Uhud e durante
il quale la comunità medinese, fedele al Profeta a patto che riportasse vittorie su la Mecca, diventava sempre più ostile e minacciava l’integrità della Umma. Nella scelta tra egueglianza e integrità
della comunità Maometto fu spinto verso la seconda direzione.
La nascita di Maometto. Miniatura Ottomana di Nakkas Osman,1595 (fonte Bilkent University).
L
a decisione dello Hijab fu influenzata ancora una volta dal
contesto storico che, nell’anno 5 dell’Egira, vedeva la città di
Medina sempre più ostile nei confronti del profeta e del nuovo monoteismo. Si tratta, allora, di un’epoca caratterizzata da dubbi
e incertezze per cui nello Hijab si riassumono, come accade ancora oggi, tutta una serie di conflitti e tensioni. Lo hijab è un concetto tridimensionale: sottrae allo sguardo, proibisce e infine separa.
Il significato spaziale, in quanto implicito tanto nella separazione
quanto nell’invisibilità, è di importanza cruciale in quanto è in grado di riprodurre, attraverso l’uso del velo, l’opposizione data dalla
coppia strada/casa, pubblico/privato. In quanto fondamentale per
la soppravvivenza stessa della umma, che veniva attaccata attraverso le minacce che di continuo venivano rivolte alle donne, lo hijab divenne un concetto chiave per l’Islam come il peccato orginale
per il cristianesimo (p 111) proprio per l’importanza che ricopre ridurre lo hijab al significato del velo appare estremamente riduttivo.
La frattura in due dello spazio islamico, che in origine non implica una
divisione sessuale, assume tale significato solo in seguito. In questo
salto di significato grande importanza assume il processo interpretativo. Ciò che primariamente lo hijab propone è la divisione dello spazio
musulmano in due diversi ambiti per tutelare la vita privata del Profeta. A seguito del processo interpretativo vengono a crearsi due universi quello del focolare domestico cui veniva associata la donna e quello
della piazza, della vita politica che era di competenza
maschile. Il frazionamento dello spazio musulmano
funziona, in quest’ottica, come ottimo supporto per la
marginalizzazione e l’esclusione delle donne. Il processo interpretativo maschile crea un cosmo diviso che
CONTINUA⇒
per sopravvivere si poggia sulla certezza che ognuno occuperà il posto
per lui stabilito da una lunga e accreditata tradizione. Lo hijab come velo
non è che una versione miniaturizzata della cortina. Se le cose fossero
procedute nella direzione iniziale
voluta da Maometto la continuità
pubblico-privato avrebbe favorito le
richieste e le lotte delle donne. Le
cose procedettero però diversamente e il Profeta acconsentì allo hijab
fratturando lo spazio musulmano e
privando le donne della loro libertà di movimento, pensiero, azione
e politica. L’insistenza sull’uso del
velo, inteso come obbligo o divieto,
non è che la riproposizione moderna dell’antico problema della divisione spaziale nel quadro di società
contemporanee dove questa risulta
più difficile da gestire vista la sempre maggior promiscuità sessuale
nei luoghi pubblici. Il velo torna, allora, come strumento per sottolineare l’estraneità delle donne rispetto
allo spazio pubblico e il loro non pieno inserimento nella sfera politica e
nella piena cittadinanza. Bisogna da
ultimo dire che alcune donne usano
il velo come maschera per facilitarsi
l’accesso nella sfera pubblica.
Il processo interppretativo, che prende sempre più piede tra le studiose musulmane e che si iserisce nel
quadro più ampio del femminismo
islamico, decostruendo e storicizzando la formazione della tradizione
musulmana apre lo spazio alla libertà femminile e permette alle donne
di ricominciare a camminare per le
vie della città e di far sentire la loro
voce nelle decisioni politiche. E’, ancora una volta, la libertà di pensiero
incarnata nel corpo delle donne che
permette di far saltere le berriere
e di camminare liberi nelle vie del
mondo.
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