Montaggio Valore Mamma 21x28 x STAMPA:Layout 1 21/02/14 15.28 Pagina 20 UNO SGUARDO SUL MONDO L’importanza della Madre nell’Islam di Valentina Colombo Valentina Colombo Ricercatrice di Antropologia Femminile presso l’Istituto di Studi Superiori sulla Donna n uomo venne un giorno al Profeta e gli domandò: “Inviato di Allah, chi tra tutti merita di più la mia buona compagnia?" Il Profeta rispose: "Tua madre." Allora l'altro gli domandò: "E poi?" Il Profeta ribadì: "Tua madre." "E poi chi altro?" "Tua madre." "E poi chi?" "Tuo padre." Questo aneddoto contenuto in una delle raccolte più importanti di hadith, di detti e fatti di Maometto, quella di Bukhari, illustra quanto sia importante nell’Islam la figura della madre, in quanto persona che dà la vita, indica che la madre ha diritto a essere amata e venerata tre volte più del padre, per la difficoltà che sopporta nel portare in grembo i figli, le difficoltà del parto e dell’allattamento. Si tratta di tre compiti esclusivi della madre la quale partecipa, in modo unico e speciale, anche all'educazione dei figli. Nel Corano alla sura 31 versetto 14 si legge: "Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me". Nell’Islam Allah ha prescritto di obbedire alla madre in ogni circostanza a meno che non ordini di commettere un peccato. “U Per venire all’epoca contemporanea e alle leggi di Stato dei paesi islamici, la tutela e il rispetto prescritti dal Corano non hanno trovato riscontro, in nome di altri versetti coranici che indicano che la donna valga la metà dell’uomo, padre o marito che sia, e vada sottoposta alla sua autorità. Ebbene, la recente Costituzione egiziana, approvata dal referendum lo scorso gennaio 2014, contiene invece uno straordinario passo in avanti ovvero riconosce alla donna in quanto cittadina e madre i diritti tanto agognati. All’articolo 11 si legge: “Lo Stato si impegna a garantire l’uguaglianza tra donna e uomo in tutti i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali in base ai principi previsti dalla costituzione. Lo Stato si adopererà per assumere misure volte a garantire alla donna una rappresentanza adeguata nelle assemblee rappresentative, in seno ai limiti previsti dalla legge, così come a garantire alla donna il diritto ad assumere incarichi pubblici e incarichi amministrativi di rilievo nello Stato, nelle alte cariche giudiziarie senza discriminazione. Lo Stato si impegna a tutelare la donna contro ogni genere di violenza e si impegna a sostenere la donna al fine che possa conciliare la gestione della famiglia e le esigenze del lavoro. Così come si impegna a provvedere alla tutela e alla difesa della maternità, 20 dell’infanzia, della donna con una famiglia numerosa, della donna anziana e delle donne più abbienti”. Se si pensa che all’articolo 6 si specifica che “la nazionalità egiziana è un diritto di chi nasce da padre o da madre egiziana” si può a ragione affermare che la Commissione dei Cinquanta che ha elaborato la Costituzione ha avuto un occhio di riguardo nei confronti delle egiziane. La speranza è che anche l’articolo 60 sia stato redatto con il pensiero alla donna. Qui si legge: “Il corpo umano è sacro, chiunque attenti alla sua integrità, chiunque lo mutili, lo sfiguri sarà punito dalla legge”. E’ naturale qui pensare non solo alla violenza fisica, alle molestie sessuali, ma soprattutto alla mutilazione genitale femminile molto diffusa in Egitto. La strada da percorrere è ancora lunga, soprattutto in Paesi come l’Arabia Saudita, lo Yemen, il Pakistan e l’Afghanistan, ma il caso egiziano è un raggio di luce nelle tenebre. D’altronde l’Egitto viene orgogliosamente chiamato dai suoi cittadini Umm al-dunya, ovvero “la madre del mondo”…