La civiltà islamica
La civiltà islamica ha origine per opera di Maometto.
Maometto nasce nel 570 d.C. a La Mecca (in Arabia). Ancora bambino rimane orfano di padre e di
madre e viene affidato alle cure di uno zio, un mercante che lo porta con sé durante i suoi
spostamenti in carovana. A 25 anni sposa una ricca vedova, Khadigia, e con lei compie numerosi
viaggi, entrando in contatto con varie culture, tra cui quella cristiana ed ebraica.
La sua vita ha una svolta quando, su un monte, gli appare l'arcangelo Gabriele che gli annuncia la
sua missione: essere il profeta del vero dio, Allah.
I fedeli ad Allah sono chiamati musulmani, cioè “sottomessi”. La religione che prende vita è l'Islam,
parola che significa "sottomissione spontanea", ma anche "pace" e "sicurezza".
La fede islamica si fonda su 5 pilastri (fondamenti): 1. la professione di fede (Allah è dio e Maometto
il suo profeta); 2. la preghiera 5 volte al giorno e rivolta verso La Mecca; 3. l'elemosina rituale ai più
bisognosi; 4. il digiuno da cibo e bevande nel mese del Ramadan ( il mese dell’annuncio
dell’arcangelo); 5. il pellegrinaggio nella città santa almeno una volta nella vita.
A questi principi si accompagnano alcune regole di comportamento come, ad esempio, poter sposare
più donne (poligamia), non bere alcolici o mangiare carne di maiale, non rappresentare Allah.
Il libro sacro dell'Islam è il Corano (termine che significa "recitazione ad alta voce") che raccoglie le
parole di Maometto ricevute durante le visioni. Il Corano è costituito da 114 sure o capitoli in versi
( dal più breve al più lungo) che raccolgono la Sharìa, ossia la legge religiosa e civile dell’Islam. Gli
interpreti del Corano si chiamano "mullah", mentre chi fa rispettare la Sharìa "imam".
A La Mecca Maometto viene ostacolato nella sua missione da molti arabi, in quanto la sua nuova
religione danneggia il commercio sorto intorno ai santuari delle altre divinità. È costretto ben presto a
fuggire a Medina ("Egira" o fuga, nel 622 d.C) dove fonda una comunità di fedeli. Solo 8 anni dopo
conquista La Mecca. Alla sua morte tutta l'Arabia lo riconosce come profeta e capo della nazione
araba.
Con la morte del profeta, il potere viene preso dai califfi (= i "successori"), i quali intraprendono la
"Jihad", la guerra santa contro il peccato e gli infedeli. Gli arabi si spingono sino in Spagna e in
Francia ( qui vengono fermati dai Franchi di Carlo Martello). Nell'800 d.C. conquistano la Sicilia.
Gli arabi si mostrano tolleranti verso i vinti: non cancellano le precedenti tradizioni e culture,
impongono solo dei tributi (non pagati da chi decide di convertirsi all'Islam, i cosiddetti "nuovi
musulmani"); le terre occupate vengono affidate a governatori musulmani (gli emiri), aiutati però dai
funzionari del posto.
Agli Arabi si devono grandi conquiste anche in campo culturale: essi compiono studi matematici per
misurare i campi, navigare, calcolare i tributi, misurare la circonferenza della Terra; introducono l'uso
delle cifre, trasmettono in Occidente la filosofia greca e si dedicano alla medicina per sconfiggere
malattie e conoscere l' anatomia umana.
(Lezione L.C.)