Corso allenatori di 1° grado -­‐ Fipav Varese Lo sviluppo della forza nel pallavolista Modulo 3 VOLLEYBALL Tiziano Marini D e f i n i z i on i HAHN (1982) È la capacità di un soggetto di superare una resistenza esterna, oppure di opporsi ad essa sulla base di processi metabolici e di attivazione nervosa. MERNI, NICOLINI (1988) È la capacità motoria che permette di imprimere accelerazioni elevate al proprio corpo, a parte di esso o ad oggetti e di vincere notevoli resistenze esterne. MANNO (1989) È la capacità motoria dell’uomo che permette di vincere la resistenza o di opporvisi con un impegno tensivo della muscolatura. ARCELLI (1990) In genere, si intende la capacità dei muscoli di vincere una notevole resistenza o di opporvisi ad essa; in pratica, un muscolo viene considerato tanto più forte quanto più elevata è la tensione che è in grado di produrre con uno sforzo massimale unico. Importanza della forza Nelle sue diverse manifestazioni rappresenta, in quasi tutti gli sport, un fattore determinante della prestazione. Bisogna ASSEGNARE UN RUOLO IMPORTANTE al suo sviluppo specifico in funzione di una determinata disciplina. Senza un CERTO LIVELLO DI FORZA non possono essere eseguite le abilità gestuali della tecnica sportiva o i mezzi e i metodi d’allenamento. Il livello di forza INFLUENZA IMMEDIATAMENTE l’efficacia del processo d’allenamento a lungo termine, sia sostenendo sia frenando lo sviluppo della capacità di prestazione sportiva. Tipologia della forza FORZA GENERALE FORZA SPECIALE È la forza di tutti i gruppi muscolari, indipendentemente dallo sport praticato. È la forma di manifestazione della forza, tipica di un determinato sport o il suo correlato specifico (cioè, i gruppi muscolari che partecipano ad un determinato movimento sportivo). Forza massimale statica e dinamica FORZA MASSIMALE STATICA È la più grande forza che il sistema neuromuscolare può esercitare con una contrazione volontaria contro una resistenza insuperabile. FORZA MASSIMALE DINAMICA È la più grande forza che il sistema neuromuscolare può realizzare con una contrazione volontaria nella esecuzione di un movimento gestuale. Forme particolari di forza u FORZA LIMITE È la forza massimale volontaria con, in più, la riserva di forza mobilizzabile da componenti psichiche e da eventuali droghe. u FORZA ASSOLUTA Rappresenta la forza prodotta, indipendentemente dal peso del soggetto. u FORZA RELATIVA È la forza prodotta divisa per il peso del soggetto. Forme di espressione della forza ¢ FORZA MASSIMALE È la forza massima che il sistema neuromuscolare può esercitare in una contrazione massima volontaria. ¢ FORZA RAPIDA È la capacità del sistema neuromuscolare di superare resistenze o carichi con un’elevata capacità di contrazione. ¢ FORZA RESISTENTE È la capacità di opporsi alla fatica durante prestazioni prolungate nel tempo. Tipologie delle tensioni muscolari ISOMETRICA Si produce una contrazione degli elementi contrattili, però quelli elastici vengono allungati ISOTONICA Gli elementi contrattili dei muscoli vengono contratti, quelli elastici invece non cambiano lunghezza. AUXOTONICA Rappresenta una combinazione tra sollecitazioni isometrica e isotonica. Tipi di contrazione muscolare Contrazione isotonica Gli elementi contrattili del muscolo sono contratti, mentre gli elementi elastici non cambiano lunghezza. Si produce un accorciamento del muscolo. Contrazione isometrica C’è ugualmente una contrazione degli elementi contrattili, ma gli elementi elastici sono stirati. All’esterno non è possibile constatare un accorciamento del muscolo. Contrazione auxotonica Rappresenta la combinazione delle due sollecitazioni. Il sistema, con l’impegno o il disimpegno di unità neuromuscolari differenti, si adatta ai carichi variati e alle modificazioni di velocità nella esecuzione di movimenti specifici. È la forma più frequente di contrazione nello sport. Contrazione muscolare ISOTONICA ISOMETRICA ECCENTRICA ISOCINETICA carico costante lunghezza costante in allungamento velocità costante Superficie di sezione fisiologica Coordinazione intramuscolare Coordinazione intermuscolare Composizione delle fibre muscolari Fibre Tipo I Fibre Tipo II FONTI DI ENERGIA Aerobica, glicogeno e grassi, nessuna produzione di lattati. Anaerobica, glicogeno e produzione di lattati. VASCOLARIZZAZIONE 4,8 capillari, in media, per fibra. 2,9 capillari, in media, per fibra. FATICA Tardiva. Precoce. CONTRAZIONE Lenta, contrazione isometrica massima dopo 80-100 ms. Rapida, contrazione isometrica massima dopo 40 ms. MIOSINA-ATPasi Poca. Molta. Fonte: Bompa (2001) Fattori limitanti della forza u Il tipo di muscolatura. u La forza della muscolatura. u I parametri antropometrici. u La biochimica della muscolatura. u La cooperazione neuromuscolare, contrattilità del muscolo. u Elasticità, stirabilità e capacità di contrazione del muscolo. u Influenze psichiche. u Stato di riscaldamento della muscolatura. FORZA Resistenza alla forza Forza veloce - Forza di sprint resistente - Forza di salto - Forza di trazione - Forza di getto - Forza di sprint - Forza di salto (elevazione) - Forza di lancio Fonte: Letzelter (1987) Forza massima STATICA DINAMICA - Forza d’arresto Forza di trazione Forza di spinta - Forza di getto - Forza di spinta - Forza di trazione Resistenza alla forza Resistenza alla forza massimale Forza massimale Forza esplosiva Resistenza alla forza rapida Forza iniziale Forza rapida Allenamento della forza Fase iniziale Processo di adattamento nervoso ● Maggiore attivazione centrale. ● Maggiore sincronizzazione dell’attività neuromotoria. ● Riduzione delle influenze inibitorie di origine nervosa. Fase intermedia e avanzata Processo di adattamento muscolare ● Ipertrofia. ● Iperplasia. Meccanismi dell’allenamento della forza Fibre muscolari contratte Fibre muscolari non contratte In un primo tempo migliora l’attivazione nervosa intramuscolare, solo successivamente si produce l’ipertrofia del muscolo. Fonte: Fukunaga, 1976 Fattori che influenzano l’aumento della forza in allenamento u Durata dell’acquisizione. u Livello iniziale. u Ampiezza della contrazione muscolare. u Volume di lavoro, cioè la durata delle contrazioni. u Qualità e frequenza dell’allenamento. u Metodo di allenamento. u Utilizzazione e successione dei mezzi. u Lunghezza iniziale del muscolo. u Angolo dell’articolazione. u Fattori endogeni ed esogeni. I meccanismi della forza STRUTTURALI NERVOSI STIRAMENTO Fonte: Cometti (1989) Ipertrofia Metodo 10 x 10 Fibre rapide Carichi elevati ( > 80% ) Sarcomeri Lavoro in ampiezza e stiramento Reclutamento Carichi da 0 a 80% Sincronizzazione Tensioni o carichi superiori all’80% Coordinazione intermuscolare Carichi leggeri Sincronizzazione Pliometria Elasticità Squat jump CMJ Drop jump Test di Bosco su 15 sec. Seduta di 10 x 10 Aumento della massa = ipertrofia Reclutamento delle U.M. Seduta sforzi massimi Seduta sforzi ripetuti Seduta sforzi dinamici Sincronizzazione delle U.M. Riflesso miotatico Seduta pliometrica Elasticità Fonte: Cometti (1989) Modulazione di alcuni aspetti nell’allenamento della forza 1. Carico (% del record o del carico massimo sollevato). 2. Numero delle ripetizioni. 3. Numero delle serie. 4. Frequenza settimanale dell’esercitazione. 5. Velocità di esecuzione. 6. Tonnellaggio globale e del numero di ripetizioni per serie. i mezzi d’allenamento della forza Esercizi con atteggiamenti del corpo atti ad aumentare l’intensità dello sforzo (gambe raccolte, tese, con articolazioni fissate, ecc.). Esercizi con sovraccarichi di vario genere, comunque dosabili (bilancieri, manubri, macchine isocinetiche, ecc.) Esercizi con partner. Esercizi con attrezzi elastici. Esercizi con variazione delle condizioni esterne (corsa in salita, su sabbia, ecc.). Esercizi con utilizzazione della forza di gravità e dell’inerzia. Principi d’allenamento della forza La forma degli esercizi (allenamento generale e specifico). L’azione principale dell’allenamento (forza massima, rapida e resistente). Il tipo di contrazione muscolare (allenamento statico e dinamico). La forma metodologico-organizzativa (serie-ripetizioni, allenamento a circuito, a stazioni, a piramide, ecc.). Sviluppo della forza massima IPERTROFIA Carichi submassimali COORDINAZIONE INTRAMUSCOLARE Carichi massimali Fonte: Navarro (1991) Carico 50-80% Ripetizione 8-12 Serie 5-8 Recupero 1,5-2 minuti Esecuzione Media Carico 85-100% Ripetizione 1-6 Serie 3-5 Recupero 1-2 minuti Esecuzione Lenta Sviluppo della forza esplosiva IPERTROFIA Carichi submassimali FORZA ESPLOSIVA Fonte: Navarro (1991) COORDINAZIONE INTRAMUSCOLARE Carichi massimali Carico 30-50% Ripetizione 6-10 Serie 3-5 Recupero 2-5 minuti Esecuzione Veloce Ordine con il quale devono essere esercitati i gruppi muscolari Torace e spalle Spalle e parti posteriori delle braccia Pettorali Addome Cosce e anche Glutei e parti posteriori delle cosce, dorso Gambe e caviglie Fonte: Merni, Nicolini (1999) L’angolazione di flessione dell’anca, nella quale i muscoli addominali prestano il lavoro decisivo Fonte: Weineck (2001) Il modo di lavoro statico o dinamico per potenziare la forza dei muscoli addominali Quadro sinottico delle possibilità di un potenziamento complesso dei muscoli addominali Uso di steroidi anabolizzanti Progresso Forza Adattamento nervoso Adattamento muscolare (ipertrofia) Tempo Rappresentazione schematica dell’importanza relativa degli adattamenti nervosi e intramuscolari (ipertrofia) durante un programma di allenamento della forza (modificato da Sale, 1988). Realizzazione dei metodi sviluppo della forza di Uso della più elevata resistenza possibile. Uso di una resistenza non massimale fino all’esaurimento. Uso di una resistenza medio-elevata da vincere con velocità massima evitando la fatica. Effetti dell’allenamento della forza sul muscolo Aumento del volume muscolare (ipertrofia). Aumento delle riserve di fonti di energia e degli enzimi. Miglioramento dell’eccitabilità elettrica e aumento della velocità d’eccitazione. Miglioramento dell’innervazione intramuscolare. Indicazioni per evitare danni fisici e lesioni Imparare pazientemente ogni nuovo esercizio prima di aumentare il carico. Svolgere un carico di riscaldamento e mantenerlo. Non richiedere sforzi massimali a muscoli già stanchi. Smettere di allenarsi all’approssimarsi di dolori e fitte alla muscolatura. Sviluppo della massa muscolare e carichi addizionali Inizio degli esercizi con sovraccarichi Quando la massa muscolare raggiunge il 40% del peso del corpo = 14-16 anni Fonte: Tschiene (1984) Confronto tra esercizi di potenziamento muscolare ISOMETRICO ISOTONICO ISOCINETICO A RESISTENZA VARIABILE Regolabile ad angolo Costante Regolabile lungo l’arco del movimento Programma lungo l’arco del movimento 0 Variabile Costante Variabile Contrazione reciproca NO NO SÌ NO Contrazione eccentrica NO SÌ SÌ SÌ Sicurezza Eccellente Scarsa Eccellente Scarsa Specificità allo sport Bassa Media Alta Media Motivazione all’esercizio Bassa Alta Media Alta Resistenza Velocità Fonte: Cometti (1989) Metodi di allenamento della forza METODI Sforzi massimi Sforzi ripetuti RIPETIZIONI 1-3 6 SERIE 5 VANTAGGI Sincronizzazione sull’organismo fresco. Carichi elevati. Quantità di lavoro debole. Recupero lungo (da 7 a 14 giorni). Carichi medi. Sincronizzazione sugli organi. 6-10 Recupero = 2 giorni. Quantità di lavoro importante. Carichi leggeri. Sforzi dinamici INCONVENIENTI 8-10 8 Quantità importante; necessita una grande vigilanza durante l’esecuzione. Fonte: Cometti (1989) La gestione del carico di lavoro nella prevenzione Rapporto carico-recupero • La s?ma del carico complessivo. Criteri legati alla qualità dell’esecuzione tecnica • Il controllo del movimento in fase di apprendimento cos?tuisce il limite di applicazione del sovraccarico ar?ficiale. Criteri legati alla difficoltà esecutiva indotta • Dai gradi ed escursione ar?colare richies? nel gesto. • Dal grado di stabilità dei pun? di appoggio della forza. • Dalla velocità di esecuzione. Criteri legati all’entità del carico esterno proposto • Il controllo delle azioni di compenso o degli equilibri esecu?vi cos?tuisce il limite di incremento del carico esterno proposto. Rapporto carico-recupero • Il recupero come mezzo. Il ripristino delle risorse energetiche, funzionali e strutturali avviene nelle ore successive al lavoro grazie ai sistemi di adattamento (supercompensazione) Differenze sostanziali nei tempi di recupero del tessuto muscolare rispetto agli altri tessuti (tendineo e legamentoso) I diversi tempi di ristabilimento del tessuto muscolare, connettivo ed osseo dopo la somministrazione di un carico Livello di adattamento + Carico Tessuto muscolare Tessuto connettivo ed osseo Tempo _ Fonte: Geiger (1992) La forza come mezzo di prevenzione Concetto di forza massima e relativa • Forza massima: en?tà di tensione muscolare massima che può produrre una catena cine?ca. • Forza rela?va: forza per chilogrammo di peso corporeo. La forza massima e relativa per il giocatore di pallavolo • Forza massima: componente struNurale. • Forza rela?va: componente funzionale e coordina?va. Concetto di quantità di forza massima ottimale Significato della forza massima nella strategia generale di prevenzione • Riduzione del grado di significa?vità degli impaP (palla-­‐sal?). Significato della forza massima nel modello di prestazione • Base del movimento veloce ed esplosivo. Il significato della forza massima nella prevenzione Stabilità funzionale dell’asse corporeo • Tenuta e trasmissione delle spinte. Stabilità funzionale delle principali articolazioni • Velocità esecu?va e trasmissione delle spinte. Equilibrio funzionale destro-sinistro • Controllo delle asimmetrie struNurali. Equilibrio funzionale agonista-antagonista • Range ar?colari comple?. Forza e prevenzione : i principi metodologici Criteri di progressività legati ai principi metodologici • Dalla correNa e stabilire tecnica esecu?va allo sviluppo della forza vero e proprio. • Dal potenziamento struNurale (ipertrofia) al miglioramento della componente neuromuscolare (reclutamento). • Dal potenziamento dell’asse corporeo al potenziamento delle estremità (allenamento centrifugo). • Dall’allenamento della quan?tà (progressione del volume delle ripe?zioni e della frequenza di allenamento) all’allenamento dell’intensità (progressione dell’en?tà del carico esterno). • Dallo sviluppo del carico esterno allo sviluppo delle accelerazioni (le espressioni di forza veloce ed esplosiva) Forza e prevenzione : la tecnica Principi tecnico-esecutivi • Abitudini al controllo della tensione dell’asse corporeo. Schiena tesa – capo in linea – parete addominale contratta • Controllo della fase eccentrica. Inversione del movimento lenta per atleti in fase didattico-formativa Inversione del movimento accelerata per atleti evoluti • Inspirare in fase eccentrica ed espirare al culmine dello sforzo. Forza e prevenzione : il metodo L’allenamento a stazioni (esecuzione di un esercizio completo alla volta) • Consente interven? mira? ed efficaci nell’allenamento di tuNe le espressioni di forza. L’allenamento a circuito (esecuzioni di concatenazioni di esercizi secondo specifici criteri di specificità) Dall’esercizio generale allo specifico • Consente interven? varia? e orientamen? qualita?vi dell’allenamento specifico. Il set training (esecuzione di concatenamenti di esercizi su uno specifico distretto muscolare) Forza e prevenzione : L’equilibrio tonico-posturale Controllo della simmetria di sviluppo della forza muscolare • L’u?lizzo dei carichi liberi è da preferire all’u?lizzo delle resistenze vincolate. Controllo dell’equilibrio di sviluppo della forza nel sistema agonisti-antagonisti • Il potenziamento proposto su range ar?colari comple? è da preferire al potenziamento su range di movimento ar?colare parziale. In fase didattico-formativa Nello sviluppo muscolare strutturale (ipertrofia) La prevenzione specifica Il ginocchio • La propriocePva: il controllo del disequilibrio abbassando il centro di gravità e il controllo degli angoli di movimento di accosciata. • L’equilibrio funzionale nella flesso-­‐estensione. La dinamica della rotula nell’accosciata • La stabilità laterale. La dinamica articolare nelle traslocazioni e nelle ricadute dai salti Propriocettività La capacità propriocettiva è una particolare sensibilità, grazie alla quale l’organismo ha la percezione di sé in rapporto al mondo esterno. Infatti, non sono solo la vista, l’udito o il tatto a informare come si posiziona il corpo nella realtà, ma la sensibilità propriocettiva che permette di sentire il movimento di un braccio o di una gamba anche quando gli occhi sono chiusi e consente al corpo di muoversi al meglio. Dopo un trauma (distorsioni articolari, ad esempio) o si è in una condizione psicologica particolare, si può perdere tale sensibilità: la rete di comunicazione tra sistema nervoso centrale e muscoli va in tilt; le risposte non sono più adeguate. Esistono però esercizi che riescono a ripristinare o a sviluppare la propriocettività, per regalare al corpo prestazioni sempre più efficienti. Gli atleti che vogliono ottenere prestazioni sempre più efficienti ricorrono alla ginnastica propriocettiva. Anche quando subiscono un trauma possono sottoporsi a un programma di esercizi propriocettivi per “rieducare” i riflessi e ottenere nuovamente un controllo ottimale dell’organismo, sottoponendo l’organismo e la parte anatomica che si vuole rieducare (ad esempio: una caviglia con una distorsione!) a continue sollecitazioni controllate. Si utilizzano a tale scopo le tavolette instabili (tavolette propriocettive) anche al fine di affinare gesti atletici non corretti e prevenire infortuni: l’esercizio propriocettivo è una stimolazione neuromotoria nella sua totalità. La zona dorso-lombare • Potenziamento addominale e dorsale. La funzione stabilizzatrice: potenziamento statico La trasmissione delle spinte: potenziamento dinamico • Controllo dell’equilibrio posturale. Controllo dei processi di retrazione dei muscoli ad azione posturale che agiscono sulla colonna • Controllo delle retrazioni dei muscoli peNorali. • Controllo delle retrazioni dei muscoli ischio-­‐crurali. • Controllo delle dinamiche respiratorie. Respirazione toracica Respirazione diaframmatica La spalla • La stabilità. Ricerca dei gradi di libertà articolari fisiologici Potenziamento esteso a tutti i gradi di libertà articolari che caratterizzano la spalla Utilizzo di carichi che non vadano ad attivare azioni di compenso • La mobilità aPva delle scapole. Lo scivolamento della scapola sul piatto toracico • Nell’introdurre un movimento di trazione degli ar? superiori. • Nel completare un’azione di spinta degli ar? superiori.