Università degli Studi di Messina Cattedra di Chirurgia Generale Titolare: Prof. Salvatore Gorgone Obesità patologica L’obesità è una malattia complessa dovuta a fattori genetici, ambientali ed individuali con conseguente alterazione del bilancio energetico ed accumulo eccessivo di tessuto adiposo nell’organismo Per la sua prevalenza e per la gravità delle sue conseguenze negative, essa rappresenta il problema medico numero uno nel mondo occidentale: una vera emergenza sanitaria Nel mondo circa 300 milioni di individui sono obesi. L’OMS la ha definita “epidemia globale” Negli USA si presenta con un'incidenza pari al 25-30% della popolazione generale In Europa l'incidenza dell'obesità varia da nazione a nazione con una media di circa il 12-15% In Italia dati recenti (9%) indicano un trend in aumento dell'incidenza di obesità severa nella popolazione adulta alla pari dei dati medi europei. Gli obesi patologici oggi in Italia sono almeno 1.000.000 - 1.500.000 I due sessi sono ugualmente rappresentati nelle fasce di sovrappeso minori, mentre le donne sono più numerose per gradi di gravità crescenti (3:1) I livelli socio-economici bassi sono più colpiti secondo le statistiche di tutti i paesi. La Sicilia è la regione più grassa d'Italia, il Trentino quella più magra In aumento l’incidenza dell’obesità infantile: circa il 4% di tutti i bambini d’Europa è affetto da obesità. L’80% dei bambini obesi sarà un adulto obeso Obesità infantile L'obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale; in Italia colpisce un bambino su quattro Il 25% dei bambini ed adolescenti in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso, la percentuale dei bambini obesi sale a circa il 34% quando sono obesi o in sovrappeso entrambi i genitori L’obesità infantile è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo: si introducono più calorie di quante se ne consumano una eccessiva/cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico/familiare rari i casi di obesità legati ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali Conseguenze precoci: problemi di tipo respiratorio (affaticabilità, apnea notturna), di tipo articolare, dovute al carico meccanico (varismo/valgismo degli arti inferiori, dolori articolari, mobilità ridotta, piedi piatti), disturbi dell'apparato digerente, disturbi psicologici: i bambini grassottelli possono sentirsi a disagio e vergognarsi, fino ad arrivare al rifiuto del proprio aspetto fisico; spesso sono bambini derisi, vittime di scherzi da parte dei coetanei e a rischio di perdere l’autostima e sviluppare un senso di insicurezza, che li può portare all'isolamento: escono meno di casa, stanno più tempo davanti alla televisione, instaurando un circolo vizioso che li porta ad una iperalimentazione reattiva Conseguenze tardive: maggiore predisposizione al sovrappeso/obesità, a patologie di natura cardiocircolatoria (ipertensione arteriosa, coronaropatie), muscoloscheletrica (insorgenza precoce di artrosi dovuta all’aumento delle sollecitazioni statico-dinamiche sulle articolazioni della colonna e degli arti inferiori, più soggette al carico), metabolica (diabete mellito, ipercolesterolemia, ecc), a disturbi alimentari, a turbe psicologiche: si comincia col rifiutare gli inviti degli amici fino a chiudersi in se stessi, vittime del proprio problema, che sembra senza via di uscita È necessario ripristinare un corretto regime alimentare e giuste abitudini di vita, ma il miglior trattamento contro l'obesità infantile è la prevenzione Composizione del corpo Il modello bicompartimentale si compone di tessuto adiposo e massa magra l’organismo umano tollera assai bene variazioni anche enormi del rapporto tra massa magra e tessuto adiposo, mentre le modificazioni dei rapporti tra le componenti della massa magra configurano sempre una situazione patologica e non sono a lungo compatibili con la vita Consumo energetico L’uomo per vivere e lavorare necessita di energia Egli utilizza l’energia chimica potenziale degli alimenti trasformandola, essenzialmente mediante processi ossidativi, nelle diverse forme di energia necessarie per i fenomeni vitali (termica, meccanica, elettrica, chimica, fisico-chimica) o nuovamente in energia chimica potenziale, oltre ché per produrre lavoro esterno Il consumo energetico (o spesa energetica) quotidiano è la quantità di energia chimica potenziale che nelle ventiquattro ore l’uomo trasforma in lavoro esterno e in energia termica (che si misura in caloria Cal e chilocaloria kcal) Il consumo energetico totale (Total Energy Expenditure, TEE), che per un uomo di media corporatura con attività sedentaria è circa 2500 Cal/die, può essere scomposto in tre costituenti: il consumo di base (Resting Energy Expenditure, REE), corrispondente a circa il 70% del totale, che rappresenta il necessario per le funzioni vitali, vale a dire ciò che si consuma in condizioni di veglia, in riposo assoluto, a digiuno, in ambiente isotermico e in assenza di ansia il consumo dovuto all’esercizio fisico (Activity Energy Expenditure, AEE), che rappresenta tutta l’energia consumata per l’attività muscolare volontaria e che, per una persona sedentaria, corrisponde al 20% circa la termogenesi indotta dal cibo (Diet-Induced Thermogenesis, DIT), che rappresenta la spesa energetica che comportano la masticazione, il transito, la digestione, l’assorbimento e la metabolizzazione del cibo, e che corrisponde a circa il 10% dell’energia introdotta in condizioni di equilibrio energetico Esistono grandi differenze tra il consumo di base dei diversi tessuti corporei: la massa magra consuma circa 40 Cal/kg/die, mentre il tessuto adiposo consuma 5 Cal/kg/die Ma la differenza più importante è quella tra i costituenti della massa magra: il muscolo a riposo consuma 18 Cal/kg/die, mentre i visceri consumano 360 Cal/kg/die L’obesità è una condizione patologica cronica, evolutiva e recidivante, a eziopatogenesi complessa, consistente in una alterazione della composizione del corpo caratterizzata da eccesso assoluto e relativo di grasso, che peggiora la qualità della vita e provoca complicazioni che possono condurre a morte La peculiarità di questa patologia è quella di essere “autoindotta” cioè conseguenza di un comportamento volontario del paziente che si nutre e continua a nutrirsi largamente in eccesso con conseguente cospicuo, progressivo e talora inarrestabile aumento del tessuto adiposo del suo organismo Eccesso ponderale a ogni aumento del peso corporeo, principalmente dovuto ad accumulo di tessuto adiposo, corrisponde anche e sempre un aumento della massa magra in tutti i suoi costituenti (il peso acquistato o perduto da un individuo di peso corporeo normale è composto per circa 2/3 da tessuto adiposo e 1/3 da massa magra) esiste, come per la statura, un limite massimo alle dimensioni della massa magra: 70 kg per la donna e 100 kg per l’uomo Peso ideale (entità statistica cui corrisponde la minore mortalità nelle casistiche delle compagnie assicurative) limite superiore di normalità è stato fissato dall’OMS in un valore di Indice di Massa Corporea (BMI, che si ottiene dividendo il peso corporeo in chilogrammi per il quadrato della statura in metri) di 24.9, mentre sono state definite Sovrappeso valori di BMI compresi rispettivamente tra 25 e 29.9 Obesità di I grado valori di BMI compresi rispettivamente tra 30 e 34.9 Obesità di II grado valori di BMI compresi rispettivamente tra 35 e 39.9 Obesità di III grado valori di BMI maggiori di 40 Peso ragionevole (peso mantenuto senza sforzo dopo i 21 anni e che permette buone condizioni di salute fisica, psichica e sociale) BMI 22 CORRELAZIONE FRA BMI E RISCHIO DI MORTALITÀ La mortalità comincia ad aumentare significativamente quando il sovrappeso supera il 40% (BMI 30) e l’aumento prosegue poi in misura esponenziale con la progressiva crescita del sovrappeso Oltre questo limite l’obesità diventa malattia a pieno titolo che deve essere prevenuta e curata Diabesity L’aumento della circonferenza vita >88cm nella donna e >102cm nell’uomo è correlato con l’insulino-resistenza oltre che con l’incremento del rischio cardiovascolare L’obesità viscerale determina l’immissione di FFA (Free Fatty Acids) nel circolo splancnico con conseguente riduzione dell’azione insulinica a livello epatico e insulino-resistenza che può accompagnarsi ad alterazioni della tolleranza glucidica fino a giungere al diabete di tipo 2 A parità di altre condizioni, a ogni introito energetico corrisponde un ben definito peso corporeo, a ogni variazione permanente di introito energetico corrisponde una ben definita variazione di peso corporeo Un individuo più pesante, a parità d’introito energetico, acquista o perde più peso di uno meno pesante e in tempi più lunghi Più grassi si è e più facile è ingrassare ulteriormente (per aumenti di introito sempre più piccoli o per progressiva riduzione del consumo, come avviene con l’età) e la lunghezza del tempo necessario per raggiungere l’equilibrio (anni) rende difficile il riscontro diretto Il paziente obeso mediamente mangia più del normopeso, ma non molto di più La composizione del peso che si acquista è progressivamente più povero di massa magra Diete drastiche (assolute: meno di 1200 Cal/die o relative: oltre 500 Cal/die meno del consumo energetico totale di partenza) determinano una perdita di peso che contiene percentualmente più massa magra L’introito energetico determina il peso corporeo e le variazioni di esso, ma l’entità del peso e delle sue variazioni è determinata dalla composizione del corpo e dalle sue modificazioni Sulla base della distribuzione del tessuto adiposo si riconoscono due tipi di obesità: Androide o Ginoide • L’obesità androide (a), più frequente ma non esclusiva dell'uomo, è caratterizzata da una più abbondante distribuzione del grasso in corrispondenza del tronco, della radice degli arti, della nuca, del collo e della faccia; indica un maggiore accumulo di grasso viscerale • L'obesità ginoide (b), più frequente ma non esclusiva della donna, è accompagnata invece da adipe flaccido in corrispondenza dei fianchi, dei glutei, delle cosce e delle gambe Questa distribuzione può essere spiegata dal differente effetto che gli ormoni steroidei hanno sul tessuto adiposo dei due sessi; il testosterone riduce il numero di adipociti, mentre gli estrogeni determinano un aumento sia del numero che del volume delle cellule lipidiche nella parte bassa del corpo; effetto contrario ha il cortisolo che aumenta il volume degli adipociti nella parte alta del corpo Etiopatogenesi Fattori genetici (alterazione della regolazione Fattori ormonali: Cushing, ipogonadismo, ipopituitarismo, iperinsulinemia, ipotiroidismo, ipotalamica del senso della fame, alterazione della secrezione di GH e di insulina? Predisposizione conseguente alla selezione naturale) Sindrome di Prader-Willi (obesità, ipotonia muscolare, oligofrenia, ipogonadismo, ridotto sviluppo ponderale) Fattori metabolici (deficit enzimatici singoli o multipli) Fattori nutrizionali (eccesso di grassi) Fattori iatrogeni (corticosteroidi, insulina, antistaminici, fenotiazine, antidepressivi triciclici) Fattori ipotalamici (distruzione chirurgica o neoplastica del nucleo ventromediale o centro della sazietà) Stress (si assimila di più per l’iperincrezione del neuropeptide Y che stimola l’accumulo periferico di grasso = fame nervosa) Da una parte l’ambiente condiziona un introito energetico, dall’altro la composizione corporea (e quindi il consumo relativo) condiziona un peso per quell’introito; se tale peso risulta inaccettabile, è il controllo cognitivo (elaborazione dei segnali esterni: l’immagine allo specchio, la cintura dei pantaloni, i commenti degli amici, la bilancia) che deve adattare l’introito alla composizione per mantenere un giusto peso corporeo; se quest’ultimo meccanismo fallisce, si sviluppa l’obesità patologica Per ogni persona esiste un peso corporeo che comporta per essa il maggiore benessere e la maggiore longevità Cause di Obesità fattori disturbi dell’umore abitudini genetici disturbi d’ansia alimentari fattori genetici COMPORTAMENTO -iperfagia prandiale - disturbo da alimentazione incontrollata forme genetiche aumentato introito alimentare essenziale obesità da farmaci malattie endocrine disturbi mentali malattie neurologiche secondaria OBESITÀ INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO Peso e altezza BMI (kg/m2) Circonferenza della vita W/H (rapporto circonferenza vita/fianchi) indice di quantità di tessuto adiposo sottocutaneo. I valori (cut-off) sono: uomini >102 cm, donne >88 cm Diametro addominale sagittale Massa grassa - massa alipidica BIA (Bioimpedenziometria) DXA (Densitometria a doppio raggio fotonico) valutazione della composizione corporea totale Ecografia - TC - RMN permette la Sintomatologia Diminuita risposta allo sforzo Dispnea Facile affaticabilità Disturbi articolari Tendenza alla sudorazione Strie cutanee Il grasso in eccesso, oltre che intorno, si può depositare all’interno di alcuni organi, con localizzazione extracellulare (infiltrazione), come nel cuore ove il grasso dissocia le fibrocellule muscolari riducendo la forza contrattile del muscolo cardiaco, o intracellulare (metamorfosi), ed è questo il caso del fegato ove l’epatosteatosi, di per sé alterazione benigna e reversibile, può tuttavia, per rottura degli epatociti infarciti di grasso, essere causa di flogosi e fibrosi, sino alla rara evoluzione in vera e propria cirrosi epatica Il danno metabolico (colesterolo, trigliceridi e glicemia) è dovuto al grasso endoaddominale, mentre il grasso sottocutaneo esercita un’azione protettiva L'aumento delle malattie metaboliche e cardiovascolari nella donna anziana trova tra i principali fattori di rischio anche la modificazione dello schema di accumulo del tessuto adiposo; con la menopausa la donna presenta un'obesità periferica di tipo viscerale, tipica degli uomini Nel soggetto normopeso il grasso endoaddominale non provoca danno metabolico né rischio cardiovascolare o perché la sua quantità è insufficiente o perché la sua azione è sufficientemente contrastata da quella del grasso sottocutaneo. W/H non correla con i fattori di rischio perché il rapporto non riflette una situazione potenzialmente patogena ma semplicemente un tipo costituzionale Nel soggetto con obesità media compare l’aumento del grasso endoaddominale, la sua azione è variamente contrastata dal grasso sottocutaneo in rapporto alle rispettive proporzioni dei due compartimenti. Compare dunque la correlazione tra W/H, fattori di rischio e malattie cardiovascolari, ma sia le correlazioni sia il rischio cardiovascolare sono tanto più deboli quanto maggiore è BMI, che vuol dire comunque aumento prevalente del tessuto sottocutaneo. A questa fascia di soggetti si applica la conclusione: rischio tanto maggiore quanto maggiore W/H e minore BMI Nel soggetto con enorme obesità la quantità di tessuto adiposo sottocutaneo è talmente grande e talmente prevalente sul grasso endoaddominale che è di regola sufficiente a neutralizzarne l’azione. Il rischio cardiovascolare è minimo e non correla più con W/H, mentre diventano significative le correlazioni negative con BMI. È d’altronde osservazione clinica e autoptica comune che l’enorme obeso muore assai più per insufficienza respiratoria che di cuore, e che le morti improvvise sono sì cardiache, ma dovute a ischemia miocardica relativa, con coronarie e altre arterie di regola del tutto libere da lesioni arteriosclerotiche Complicanze Nei prossimi 20 anni si assisterà ad una vera esplosione di patologie metaboliche con un incremento che potrebbe essere del 300% In gravidanza l’obesità predispone alla pre-eclampsia, all’ipertensione, al travaglio prolungato, alla morte fetale o neonatale, alla microsomia fetale, alle emorragie post-parto, all’assenza di montata lattea, alla morbilità neonatale, all’obesità nell’adulto Terapia Normalizzazione del peso corporeo e suo mantenimento per tutta la vita Il solo mezzo per ottenerlo è rappresentato dalla negativizzazione del bilancio energetico (per riduzione dell’introito) sino al raggiungimento di un peso normale e dall’equilibrio del bilancio poi per sempre Dieta Psicoterapia Attività fisica Terapia farmacologica (sibutramina, orlistat, metformina) Fabbisogno calorico giornaliero: 22 Kcal x Kg di peso corporeo calibrato in base all’attività fisica e all’età. Grassi non >25% delle calorie totali giornaliere; fibre per favorire l’insorgenza della sazietà Riduce del 30% l’assorbimento dei grassi per inibizione delle lipasi pancreatiche Terapia chirurgica La terapia conservativa è fallimentare in circa il 95% dei pazienti obesi Calo ponderale Calo ponderale ottimale quello che comporta una riduzione dell’80% dell’eccesso di peso nel tempo medio di un anno Conseguenze sulla qualità della vita: socio-economiche: miglioramento dello stato di occupazione e riduzione dei costi di Psicologiche: aumento di autostima, sicurezza e assertività, talora con assistenza sconfinamento in vera e propria aggressività, miglioramento dell’umore Conseguenze sulle complicanze dell’obesità: benefici respiratori, con scomparsa delle sindromi di Pickwick e di apnea notturna; riduzione dello scompenso cardiaco congestizio; l’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori, che non può naturalmente guarire del tutto, migliora notevolmente ma gradatamente insieme alla riduzione del peso; graduale la scomparsa dei sintomi dell’artrosi, la cui progressione si arresta; la steatosi epatica, alterazione totalmente reversibile, dopo un aggravamento anche importante nella prima fase del dimagramento (dovuta alla mobilizzazione di grassi dalla periferia con conseguente sovraccarico epatico), si riduce sino a scomparire con la normalizzazione del peso, così come la flogosi, mentre le alterazioni fibrosiche, irreversibili, arrestano la loro progressione; eccellenti gli effetti sulle alterazioni sessuali soprattutto nella donna, con ricomparsa o regolarizzazione del ciclo e ritorno della fertilità. Per ottenere una stabile normalizzazione della pressione arteriosa, della glicemia, dell’ipertrigliceridemia e dell’ipercolesterolemia è necessario che anche il peso corporeo rientri nel range della normalità Indicazioni alla chirurgia bariatrica Paziente Metodica Età Sesso Sovrappeso Distribuzione del grasso Composizione del corpo Consumo energetico Stati patologici Complicazioni Speranza di vita Qualità di vita Livello socio-economico-culturale Motivazione Capacità collaborativa Supporto familiare e ambientale Caratteristiche di esecuzione tecnica Risultati Complicazioni specifiche immediate Complicanze a distanza Chirurgo Capacità tecnica Cultura Esperienza generica Struttura a disposizione Sistema sanitario Quello che ci si trova di fronte è un malato Non esiste la speranza di ottenere un soddisfacente e stabile dimagrimento con metodiche incruente I benefici attesi dalla chirurgia sono più importanti dei costi/rischi che essa comporta Selezione dei pazienti Il trattamento chirurgico richiede una valutazione personalizzata del rapporto rischi - benefici. Il paziente deve essere valutato dal chirurgo, dietologo, psicologo, anestesista, fisioterapista e da ogni altro specialista che si renda necessario Per essere candidabile ad intervento di chirurgia bariatrica, il paziente deve rispondere ai seguenti criteri di selezione stabiliti dal National Institute of Health: Indice di Massa Corporea pari o superiore a 40 kg/mq; oppure Indice di Massa Corporea compreso tra 35 e 39.9 kg/mq associato ad altre condizioni mediche correlate con lo stato di obesità e che possono potenzialmente migliorare con la perdita di peso Fallimento dei pregressi tentativi di perdita di peso con approccio dietetico, esercizio, stile di vita oppure farmaci Comprensione dei benefici, rischi ed effetti collaterali dell'approccio chirurgico Esclusione di condizioni mediche o psichiatriche che precludano l'intervento chirurgico Disponibilità ed impegno a seguire le norme comportamentali e dietetiche prescritte dal medico Disponibilità ed impegno ad essere seguiti nel tempo da parte del personale medico Motivazione e aspettative realistiche: la chirurgia rappresenta uno strumento per perdere peso e non una soluzione miracolosa Pazienti affetti da obesità patologica, ben informati, motivati e con rischio operatorio accettabile Chirurgia bariatrica Interventi che riducono il tessuto adiposo Interventi che riducono l’appetito Bloccaggio intermascellare By-pass gastrico Gastroplastiche Gastroresezione Bendaggio gastrico Interventi che riducono l’assorbimento del cibo Vagotomia Neurochirurgia stereotassica Interposizione alta di ansa ileale Elettrostimolazione gastrica Interventi che riducono l’introito di alimenti Lipectomia Lipoaspirazione By-pass digiuno-colico By-pass bilio-intestinale By-pass digiuno-ileale Interventi che inducono malassorbimento Diversione biliopancreatica La laparoscopia ha modificato lo scenario della chirurgia bariatrica favorendo la diffusione di alcune procedure sulla base di una maggiore accettazione dell'intervento da parte dei pazienti Le differenti procedure chirurgiche per l'obesità possono essere classificate in interventi restrittivi e quelli malassorbitivi. Tutte le procedure possono essere eseguite per via laparoscopica, che rappresenta l'approccio chirurgico di prima scelta nell'obesità patologica Procedure restrittive Procedure malassorbitive Si riduce la capacità dello stomaco di contenere alimenti, e quindi l'introito alimentare. Il paziente dimagrisce poiché le differenti procedure restrittive inducono un precoce senso di sazietà Tra le procedure restrittive, il bendaggio gastrico regolabile è l'intervento che ha fornito l'impulso maggiore per la diffusione in Europa della chirurgia dell'obesità. Il bypass gastrico è l'intervento più eseguito negli USA e rappresenta lo standard verso cui altri interventi bariatrici tendono Si riduce la capacità dell'organismo di assorbire gli alimenti ingeriti. Sono procedure meno vincolate dalla dieta e più potenti in termini di calo ponderale. Sono pertanto maggiormente efficaci nella grande obesità Tra la procedure malassorbitive, la diversione biliopancreatica è un importante e potente strumento per il calo ponderale La riproducibilità per via laparoscopica di interventi complessi, come il bypass gastrico e la diversione biliopancreatica, è stata ampiamente dimostrata Il tasso di morbilità e mortalità è sovrapponibile a quello della chirurgia tradizionale I rischi legati ad un intervento chirurgico sono comunque inferiori a quelli che già si corrono unicamente per il fatto di essere obesi By-pass gastrico Il By-pass Gastrico è l'intervento chirurgico più frequentemente eseguito negli Stati Uniti per il trattamento dell'obesità. Oggi è eseguito per via laparoscopica. Consiste nella divisione dello stomaco in due parti mediante sofisticati strumenti della grandezza di una penna biro in grado di tagliare e cucire simultaneamente la parete gastrica. La parte prossimale dello stomaco chiamata tasca gastrica in grado di contenere 30 ml circa, riceve il cibo, e viene collegata con una cucitura ad un tratto del piccolo intestino (ansa alimentare). Il transito del cibo pertanto salta quasi completamente lo stomaco. Lo stomaco residuo pur non ricevendo il cibo, rimane normalmente funzionante producendo i succhi gastrici, ormoni etc. La perdita di peso è garantita dalla drastica riduzione dell'apporto calorico durante i pasti. Il rapido passaggio del cibo indigerito dallo stomaco nell'intestino procura mancanza di appetito ed immediato senso di ripienezza con minime quantità di alimenti. La quantità di calo ponderale con questo intervento (nel breve periodo) è indipendente dal grado di collaborazione del paziente che quasi obbligatoriamente è costretto a cambiare le sue abitudini alimentari ed il suo stile di vita. Questo intervento non modifica le abitudini intestinali del paziente By-pass bilio-pancreatico Intervento che procura un ridotto assorbimento delle calorie contenute nel cibo e che viene eseguito in due tempi. Il primo intervento consiste in una resezione verticale dello stomaco fino ad ottenere un volume residuo variabile di 200-300 cc con conservazione del piloro e del duodeno. Questa prima fase ha l’obiettivo di far diminuire il peso corporeo mediante una costante riduzione della quantità di cibo assunto nei pasti e quindi determinare un iniziale calo ponderale del paziente. Il secondo intervento consiste nella ricostruzione “duodeno-ileale” cioè lo stomaco con piloro e parte del duodeno vengono congiunti ad un tratto di intestino tenue (ileo) precedentemente sezionato a 250 cm dalla valvola ileo-ciecale (tratto alimentare). Il tratto di intestino che rimane escluso dal transito degli alimenti (tratto biliopancreatico), viene unito con il tratto alimentare a 50- 100 cm dalla valvola ileo-cecale, formando il “tratto comune”. Con questo meccanismo si determina una riduzione dell’assorbimento intestinale dei grassi e degli amidi. Rispettando determinati consigli dietetici, le abitudini intestinali rimangono invariate rispetto al periodo pre-operatorio. L’assunzione di grandi quantità di formaggi, latticini, insaccati e condimenti procura un aumento del numero delle evacuazioni giornaliere Diversione biliopancreatica È l'intervento malassorbitivo più utilizzato. Consiste in una resezione parziale, verticale, dello stomaco (primo tempo). Il piloro e i primi centimetri del duodeno vengono risparmiati e sono utilizzati per la ricostruzione della continuità gastro-intestinale. L'intervento non determina l'asportazione di intestino La ricostruzione gastro-intestinale (secondo tempo) consiste nel congiungimento del breve tratto di duodeno con un tratto di intestino tenue precedentemente sezionato a metà circa della sua lunghezza tra duodeno e valvola ileo-ciecale (tratto alimentare) Il tratto di intestino che rimane così escluso dal passaggio degli alimenti (tratto biliopancreatico) viene a sua volta unito con il tratto alimentare a circa 100 cm. dalla valvola ileo-ciecale, costituendo così il tratto comune Creando una piccola tasca gastrica il LAP BAND®System limita la quantità di cibo che lo stomaco può contenere ad ogni singolo pasto. L'anello gonfiabile regola la velocità di svuotamento di questa piccola tasca gastrica nel resto del tratto digestivo. Il paziente continua a sentirsi pieno per molte ore, riducendo il desiderio di mangiare tra un pasto e l'altro. Il Bendaggio Gastrico Regolabile riduce l'apporto calorico determinando un precoce senso di sazietà date le ridotte dimensioni della tasca gastrica. La sensazione di ripienezza perdura a lungo poiché la piccola comunicazione esistente tra la parte prossimale e distale dello stomaco consente solo un lentissimo svuotamento. Dal punto di vista tecnico si crea per via smussa un tunnel dietro lo stomaco. Le aperture del tunnel sono a livello del ligamento freno-gastrico prossimamente ai vasi gastrici brevi Gastrorestrizione Il sistema BIB consiste in un palloncino morbido ed espandibile, in un tubo di posizionamento e in un sistema di riempimento che consentono al medico di inserire e rimuovere per via orale questo dispositivo per il dimagrimento. Dopo essere stato posizionato nello stomaco, il palloncino vuoto viene riempito con una soluzione fisiologica sterile. Una volta riempito, il BIB risulta troppo grande per passare nell'intestino e galleggia liberamente nello stomaco Il Sistema BIB consente di seguire con maggiore facilità una dieta controllata affiancata ad un programma mirato a modificare le abitudini di vita. Il BIB riempie parzialmente lo stomaco e i pazienti che lo utilizzano provano un senso di sazietà Gastric Pacer Il sistema IGS è costituito da uno stimolatore impiantabile, da un cavo e da un programmatore, un rilevatore e un software utilizzato dal medico. Il sistema IGS ha le stesse dimensioni di un orologio da taschino (60mm x 54 mm x 10,3 mm) ed un peso di circa 55 g Il cavo ha un diametro di 3 mm e una lunghezza di 38,5 cm I materiali sono biocompatibili con l'organismo. Il sistema IGS contiene una batteria e dei circuiti elettrici atti a generare gli impulsi trasmessi allo stomaco dal cavo. Questo è costituito da un filo elettrico isolato con due elettrodi situati in prossimità di un capo. Gli elettrodi vengono collocati tra i muscoli della parete dello stomaco, mentre l'IGS viene disposto in una piccola sacca nella parete addominale, sotto la gabbia toracica. In alternativa, il sistema può essere collocato sotto la cute della parete toracica, come un pacemaker. Il programmatore-rilevatore e il software servono a programmare, regolare e verificare il funzionamento dell'IGS. L'obesità è una patologia cronica che richiede un trattamento costante e regolare. Il paziente sottoposto a stimolazione gastrica avverte il senso di sazietà precocemente e più duraturo, questo gli permette di alimentarsi in modo corretto, mangiando le giuste quantità di cibo e gli consente di non provare lo stimolo della fame tra un pasto e l'altro. L'abbandono dell'intervento anti-obesità determinerà un nuovo aumento di peso. Se l'IGS non viene sostituito quando la batteria è esaurita il paziente tende a riprendere del tutto o in parte il peso che aveva perso Complicanze postoperatorie Risultati della chirurgia Interventi restrittivi gastrici Bendaggio gastrico Riduzione del 40 -50% dell’eccesso di peso pre-operatorio (%EWL) ma con ampia variabilità nel mantenimento del peso a lungo termine By-pass gastrico Riduzione del 50-60% dell’eccesso di peso pre-operatorio (%EWL) ma con ampia variabilità nel mantenimento del peso a lungo termine Riduzione del 60-70% dell’eccesso di peso pre-operatorio (%EWL) ma con ampia variabilità nel mantenimento del peso a lungo termine Interventi malassorbitivi Riduzione del 65-75% dell’eccesso di peso pre-operatorio (%EWL). La perdita del peso e il mantenimento di esso a tempo indefinito si ottengono in condizioni di dieta completamente libera (con l’eccezione degli zuccheri semplici) La Diversione bilio-pancreatica provoca indefinitamente la riduzione della colesterolemia al di sotto di 200 mg/dl e la normalizzazione della glicemia anche in caso di diabete grave. Feci e flatulenze aumentano quantitativamente in rapporto alla quantità del cibo ingerito Importante ! Necessari controlli clinici e nutrizionali periodici Integrazione vitaminiche e di sali minerali La scarsa collaborazione nel rispettare i consigli dietetici e farmacologici, il fumo, l’abuso di alcool aumentano il rischio di complicanze Un importante calo ponderale comporta un rilassamento dei tessuti cutanei che determina modificazioni dell’aspetto fisico Reversibilità degli interventi chirurgici per l’obesità La reversibilità rappresenta un ovvio prerequisito di ogni procedura chirurgica per l’obesità La restaurazione si può rendere necessaria per annullare un effetto collaterale dannoso altrimenti incontrollabile perché il paziente non sopporta la condizione stessa per mezzo della quale l’intervento provoca la perdita di peso per una qualunque malattia cronica debilitante, che indicherebbe la restaurazione per qualunque tipo di procedura al fine di liberalizzare l’input energetico In questi casi il recupero del peso perduto è inevitabile quanto indesiderato poiché il ripristino della normale capacità di assumere e assorbire il cibo non rappresenta il fine primario della restaurazione Quando si parla di chirurgia funzionale, restaurazione significa evidentemente ripristino della funzione che l’intervento aveva modificato, il che non necessariamente coincide con la completa restaurazione anatomica Follow-up La chirurgia dell'obesità trova indicazione in casi selezionati e solo dopo che le terapie mediche e dietetiche non hanno determinato risultati duraturi Il paziente deve essere sottoposto a valutazione internistica, endocrinologica, gastroenterologica e psicologica. Tali valutazioni, effettuate seguendo le linee guida ed i protocolli dettati dalla letteratura internazionale, permettono di individuare i pazienti che trarranno reale beneficio e quelli per i quali l’intervento non é indicato o addirittura sconsigliato Non esiste un intervento ideale e tutti gli interventi proposti hanno aspetti positivi e negativi La chirurgia dell'obesità non è priva di possibili complicanze. Come per qualsiasi intervento chirurgico, si possono verificare complicanze mediche e chirurgiche, a volte gravi e anche potenzialmente mortali, sia nel corso dell'intervento sia nel decorso post-operatorio Ogni intervento presuppone un impegno a periodici controlli medici condotti per tutto il resto della vita. I migliori risultati si ottengono quando il paziente viene strettamente seguito da parte di personale medico ed infermieristico dedicato, presso un Centro specializzato nella cura dell'obesità Conclusioni L'obesità patologica riconosce tre cause fondamentali: selezione genetica (10.000 anni fa sopravviveva all'inverno più facilmente l'individuo grasso) negli ultimi 50 anni la aumentata varietà e disponibilità del cibo (per es. frigorifero, merendine, ecc.) ha causato una maggiore assunzione di calorie negli ultimi 50 anni il cambiamento di abitudini di vita, la sedentarietà (automobile, televisione, computer) ha causato un minor consumo di calorie Allo stato attuale questi tre fattori sono molto scarsamente modificabili I suddetti tre fattori hanno causato un fenomeno nuovo: l'obesità infantile (4% dei bambini in Italia) Obeso patologico significa più diabete, più ipertensione, più malattie cardiovascolari, più malattie osteo-articolari, più tumori Obeso patologico significa una perdita della spettanza di vita di 1/4, cioè si muore circa 20 anni prima del dovuto L'obeso patologico è guarito da diete, farmaci, psicoterapia solo nel 2 - 4% dei casi Gli obesi sottoposti a chirurgia sono solo gli obesi patologici (BMI >40) La chirurgia, se condotta razionalmente, ridà 20 anni di vita e di qualità di vita, con un rischio accettabile, nel 70 - 95% dei casi Percentuale di mortalità postoperatoria precoce è tra 0,1 e 1 % L’obesità patologica si è imposta all’attenzione della classe medica nel tentativo di guarirla o almeno di correggerla per limitare i danni e permettere al paziente un accettabile livello di vita sociale e lavorativa Il cambiamento delle tecniche chirurgiche basate sulle nuove conoscenze dei meccanismi dell’obesità e l’esteso impiego di metodiche mininvasive hanno trasformato l’approccio chirurgico che è divenuto meno invasivo e quindi più proponibile e più accettato Chirurgia dell’obesità 1. 2. 3. 4. Non è chirurgia che si possa eseguire sporadicamente e senza altro bagaglio che quello tecnico, adottando uno o più interventi per tenerli nel proprio repertorio pronti all’uso soltanto per ottenere altrettanti puntuali fallimenti È una disciplina culturalmente complessa che presuppone profonda conoscenza dell’obesità come malattia, della psicologia del paziente obeso, della fisiopatologia gastroenterica, del ricambio energetico, della nutrizione umana È una continuità operativa di pratica ed esperienza, che attraverso la crescente familiarità con il tipo di paziente, con le procedure chirurgiche, con la gestione perioperatoria e poi con quella a breve e lungo termine del soggetto operato consente di ottenere risultati sempre migliori, riducendo progressivamente al minimo le complicazioni È un impegno solenne con ogni paziente operato, per tutta la vita