EFFETTI DELL`INVECCHIAMENTO MUSCOLI Con l`invecchiamento

EFFETTI DELL'INVECCHIAMENTO
MUSCOLI
Con l'invecchiamento la massa muscolare si riduce. Questa modificazione legata all'atrofia
muscolare può esser dissimulata dall'aumento
della massa grassa e del tessuto connettivo.
Si riduce anche il volume mitocondriale. Ne
conseguono una riduzione della forza e della
resistenza muscolare.
OSSA E ARTICOLAZIONI
È quasi inevitabile il peggioramento di fenomeni
di tipo artrosico, l'istaurarsi di uno stato di
osteoporosi, con conseguente riduzione della
mobilità articolare ed aumento del rischio di
fratture.
IL SISTEMA NERVOSO
Il sistema nervoso subisce con il passare degli
anni una atrofia del tessuto nobile sia a livello
centrale che periferico.
Tutte queste variazioni unite ai deficit sensoriali
spiegano la riduzione dei sistemi di reazione
complessa e coordinativa nell'anziano.
APPARATO CARDIOVASCOLARE
Con l'invecchiamento si ha una riduzione della
capacità contrattile del miocardio per cui si ha
una riduzione della gittata sistolica ed una riduzione della frequenza cardiaca massima.
A livello vascolare i processi di aterosclerosi determinano una riduzione dell'elasticità con aumento delle resistenze periferiche e quindi della
pressione arteriosa.
Per queste ragioni il cuore a parità di frequenza
cardiaca rispetto ad un giovane non solo manda
in periferia meno sangue al minuto ma è costretto a lavorare di più. La riduzione della performance cardiocircolatoria associata alle varia-
zioni metaboliche e funzionali di vascolarizzazione dei muscoli scheletrici determinano la riduzione del massimo consumo di ossigeno con
l'età, in media del 38% a 65 anni rispetto a 20
anni.
L'APPARATO RESPIRATORIO
La ridotta funzionalità ventilatoria con l'età è
conseguente sia ad una perdita dell'efficienza
meccanica ventilatoria che ad un ridotto scambio gassoso a livello alveolo-capillare.
La prima determina una riduzione della ventilazione massima, con riduzione sia della frequenza ventilatoria massima che dell'ampiezza degli
atti respiratori, a causa sia dell'irrigidimento
della gabbia toracica che della ridotta efficienza
della muscolatura respiratoria. Fra i 20 ed i 65
anni risulta in media una riduzione del 35% della ventilazione massima.
BENEFICI DELL'ESERCIZIO FISICO
Gli studi sulla longevità hanno evidenziato che
l'attività fisica può prolungare la vita.
Un esercizio fisico di moderata intensità eseguito con regolarità è in grado di ridurre il tasso di
mortalità nell'età adulta e prolungare la vita
media di oltre 2 anni.
ATTIVITÀ FISICA E PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI
Soggetti fisicamente attivi presentano un rischio
di malattia cardiovascolare inferiore dell'80%
rispetto ai sedentari. L'ipertensione arteriosa si
riduce del 30% con l'esercizio fisico che per questa patologia svolge anche un ruolo terapeutico.
RIDUZIONE DEL PESO IN ECCESSO
Il peso in eccesso e, in particolare, l'obesità sono correlati a diverse patologie neoplastiche e
cardiovascolari. L'esercizio fisico aumenta il metabolismo basale e riduce il grasso viscerale.
Un corretto movimento inoltre stabilizza gli
effetti della dieta.
ATTIVITÀ FISICA E OSTEOPOROSI
La densità minerale ossea diminuisce con l'età.
L'attività fisica rallenta questo fenomeno. Inoltre aumenta la forza muscolare e l'equilibrio
riducendo il rischio di cadute e fratture.
ATTIVITÀ FISICA E DIABETE MELLITO
L'attività fisica è terapeutica nei confronti del
diabete principalmente attraverso due meccanismi:
 l'incremento della sensibilità dei recettori
all'insulina soprattutto a livello muscolare
 la diminuzione del grasso viscerale.
ATTIVITÀ FISICA E POPOLAZIONE ANZIANA
Contrasta il progressivo deterioramento delle
capacità funzionali dovuto alla sedentarietà che
L'ALLENAMENTO E LA TERZA ETÀ
In base a tutte le considerazioni sinora fatte può
risultare evidente l'utilità dell'esercizio fisico
nell'anziano. Gli obiettivi prioritari sono: miglioramento della mobilità articolare, efficienza muscolare e miglioramento capacità aerobiche.
Per quanto riguarda la possibilità di migliorare
la mobilità articolare, secondo la nostra esperienza un'attività fisica adeguata può portare ad
un miglioramento in soggetti dai 60 ai 75 anni di
entrambi i sessi del 25-30%. Questo programma
deve comprendere esercizi di mobilizzazione
associata a stretching statico regolarmente ripetuti almeno due volte alla settimana.
Particolare importanza dovrà essere data alla
fase di riscaldamento ed al periodo di recupero.
Poiché le capacità di recupero sono minori, l'anziano dovrà rispettare tempi più lunghi rispetto
ad un giovane, specialmente in caso di sedute
particolarmente impegnative come intensità e
durata.
MOD B.66 (060312)
si traduce nella difficoltà a svolgere le normali
attività della vita quotidiana come: salire le scale, camminare a lungo, alzarsi da una sedia e far
fronte all'igiene personale.
Inoltre l'attività fisica previene e contrasta la
depressione senile.
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ATTIVITÀ FISICA
NELLA 3a ETÀ
A cura del prof. Daniele Ercolessi
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