Prof. Carlo Bisci Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce

Scuola di Architettura e Design “Eduardo Vittoria”
LM-4 – Architettura
Laboratorio di pianificazione della città e del paesaggio
Modulo “Geomorfologia del Paesaggio”
03 – Geologia tecnica
Prof. Carlo Bisci
Geologia – Rocce e Terre
Dal punto di vista applicativo, i materiali geologici possono essere due
grandi categorie:
• rocce - “aggregato naturale di particelle minerali tenute insieme da
notevoli e permanenti forze coesive”. Sono dette anche “rocce litoidi”
e costituiscono il substrato geologico (o substrato roccioso); la loro
formazione è derivata dai processi endogeni o esogeni della lunga
storia geologica.
• terre - “aggregato naturale di particelle minerali che è possibile
separare mediante leggere azioni meccaniche, come ad esempio
l’agitazione in acqua”. Sono dette anche “rocce sciolte” e
appartengono alla più breve storia geomorfologica, derivando in
genere dai prodotti di alterazione delle rocce litoidi.
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Geologia – Classificazione genetica delle rocce
Le rocce sono in genere classificate sulla base dei loro processi genetici:
• rocce magmatiche, derivano dal consolidamento dei magmi
all’interno della crosta terrestre (intrusive) o alla sua superficie
(effusive);
• rocce sedimentarie, derivano della deposizione e cementazione di
detriti e/o frammenti organici, con o senza deposizione chimica;
• rocce metamorfiche, derivano dalla modificazione di rocce
sottoposte a grandi pressioni e/o temperature.
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Geologia – Classificazione delle rocce
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Geologia – Terre
Le terre sono rappresentate da diverse categorie di depositi superficiali,
così chiamati in quanto rappresentano l’interfaccia tra crosta
terrestre e atmosfera, detti anche materiali di copertura, visto che
obliterano il substrato roccioso cui sono sovrapposti;
Derivando dalla alterazione chimica o disgregazione fisica di rocce
vengono anche identificati, meno frequentemente, come alteriti.
Gli spessori sono estremamente variabili: sui versanti, i cui settori più
ripidi e/o sommitali mostrano spesso il substrato geologico in
affioramento, dai centimetri ai metri (più raramente, fino a qualche
decametro); aumentano significativamente nei fondivalle fluviali o
glaciali, fino a raggiungere anche diverse centinaia di metri nelle
maggiori depressioni tettoniche.
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Geologia – Terre - Classificazione
Le classificazioni delle terre si basano su criteri diversi:
• catteristiche sedimentologiche;
• rapporti con il substrato geologico;
• processi genetici.
Le classificazioni sedimentologiche analizzano gli aspetti granulometrici
(ghiaia, sabbia ecc.) e morfologici (clasti arrotondati, a spigoli vivi,
sfericizzati ecc.) dei componenti e i loro rapporti stratigrafici; sono di
grande interesse pratico perché ad essi sono legate le principali
caratteristiche fisico-meccaniche e idrogeologiche.
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Geologia – Terre - Classificazione
Le classificazioni si basano su criteri diversi:
• catteristiche sedimentologiche;
• rapporti con il substrato geologico;
• processi genetici.
L’analisi dei rapporti tra le formazioni superficiali e il substrato geologico,
permette di riconoscerne due categorie di depositi:
• materiali derivanti dalla decomposizione della sottostante roccia,
rimasti in sito (eluvium o depositi eluviali);
• materiali che non hanno un rapporto genetico diretto con la roccia
sulla quale poggiano (colluvium o depositi colluviali).
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Geologia – Terre - Classificazione
Le classificazioni si basano su criteri diversi:
• catteristiche sedimentologiche;
• rapporti con il substrato geologico;
• processi genetici.
La classificazione genetica delle terre è quella maggiormente usata;
viene adottata quando nei caratteri sedimentologici dei depositi si
riconoscono assetti tali da poterne stabilire con sufficiente sicurezza
l’agente principale di erosione – trasporto - deposizione (acqua, neve,
ghiaccio, gelo, moto ondoso, vento, gravità, uomo ecc.).
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Geologia – Terre - Classificazione
Un’altra importante differenziazione è quella relativa all’uso pratico dei
termini:
• terra (sensu stricto), riferito a depositi superficiali a granulometria
prevalentemente fine (sabbie, limi, argille);
• detrito, riferito a depositi di versante a prevalente granulometria
grossolana.
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Geologia – Terre - Classificazione
Classificazione
delle terre in
campagna o in
cantiere
(AGI, 1977)
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Geologia – Assetto strutturale
Il comportamento meccanico delle rocce dipende anche, in misura
particolarmente significativa, dagli effetti prodotti in esse dalle
sollecitazioni tettoniche che ne hanno modificato gli originari assetti
geometrici e la loro compattezza (assetto strutturale e assetto
tettonico).
Infatti, le rocce, come ogni altro materiale, in seguito ad una
sollecitazione si deformano e raggiungono nuove condizioni di
equilibrio, diverse a seconda delle specifiche caratteristiche reologiche
dei singoli litotipi.
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Geologia – Tipo di comportamento
In base alla risposta alle sollecitazioni, si distinguono:
• comportamento fragile, tipico di una roccia a elevata resistenza (che
decade rapidamente raggiunto il carico di rottura);
• comportamento duttile, proprio dei litotipi di medio-bassa
resistenza, dove raggiunto il carico di rottura la roccia subisce vistose
deformazioni prima di arrivare a rottura.
Ricorrono con grande frequenza anche comportamenti misti (fragileduttile); inoltre la stessa roccia può presentare l’uno, l’altro o entrambi i
tipi di comportamento, a seconda delle condizioni di pressione e/o di
temperatura e/o della durata della sollecitazione.
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Geologia – Strutture geologiche - Pieghe
Le pieghe, di dimensioni e geometrie differenti, sono
le forme più tipiche del comportamento duttile.
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Geologia – Strutture geologiche - Faglie
I piani di taglio - corrispondenti a faglie dirette
o inverse o a sovrascorrimenti - rappresentano
i più evidenti elementi strutturali prodotti dal
comportamento fragile.
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Geologia – Forme tettoniche
Le morfologie associate alle faglie sono generalmente forme tettoniche,
ma spesso hanno un carattere più localizzato e ancor più spesso si
combinano con altri agenti per generare forme complesse.
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
È possibile operare una significativa semplificazione, raggruppando le
unità formazionali (omogenee per età, ambiente genetico ecc.) in unità
lito-tecniche (omogenee per litotipo).
I parametri caratteristici di queste ultime mostrano campi di variazione
piuttosto ampi; ciò nonostante, le generalizzazioni sono senz’altro
accettabili quando le analisi sono rivolte alla definizione di scenari
evolutivi su area vasta. Determinazioni puntuali dei parametri sono
invece indispensabili quando gli studi si riferiscono ad un’area ristretta
(sito) o sono finalizzati alla progettazione di opere di ingegneria.
A parità di composizione litologica, un fattore determinante è dato
dall’assetto, che può essere massivo, stratificato o scistoso (in ordine
decrescente di resistenza).
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Peso specifico (ps) e peso di volume (ϒ)
Il peso specifico è un parametro fisico caratteristico di ogni materiale (liquido, solido o
aeriforme). Per i solidi, però, bisogna tenere conto della possibile presenza o meno di
vuoti nel corpo del materiale; la distinzione è di importanza essenziale nel caso dei
materiali geologici, dove i vuoti (pori, fratture e fessure) ricorrono quasi
sistematicamente con frequenza estremamente variabile.
Nelle valutazioni tecniche si adotta, pertanto, il peso di volume: ovvero il peso dell’unità
di volume, in cui i vuoti concorrono a determinare quest’ultimo.
A seconda che i vuoti siano occupati da aria o riempiti da acqua, si distingue il peso di
volume secco dal peso di volume saturo.
Viene definito grado di compattezza il rapporto tra peso di volume e peso specifico; il
valore sarà prossimo all’unità nelle rocce più compatte e inferiore ad uno, anche di
molto, nelle rocce con significativa presenza di vuoti.
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Contenuto d’acqua
Rocce e terre possono contenere acqua; in particolare, possono essere riconosciuti tre
tipi di acqua nei materiali geologici:
- Acqua gravifica (che può essere drenata per pura gravità);
- Acqua capillare (che rimane nelle discontinuità di dimensioni capillari e può essere
estratta dalle radici o tramite centrifugazione leggera);
- Acqua pellicolare (strato sottilissimo che rimane dopo leggera centrifugazione per
tensione superficiale)
- Acqua igroscopica (che rimane anche dopo forte centrifugazione essendo legata
elettrochimicamente al materiale solido, può essere eliminata solo ad alte temperature).
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Imbibizione e assorbimento
Qualsiasi matrice rocciosa, per quanto compatta, se immersa in acqua per un sufficiente
periodo di tempo se ne imbeve più o meno.
Prove sperimentali mostrano differenti coefficienti di imbibizione (Kv)
•Kv = (P’ – P) / V
(dove: P’ = peso dopo imbibizione, P = peso secco, V = volume campione),
Tali valori sono di ordine
•millesimale, per le rocce magmatiche o metamorfiche massive (granito, marmo ecc.);
•centesimale o decimale, per le rocce sedimentarie (calcari marnosi, arenarie, travertino,
tufi vulcanici).
Se una roccia a contatto con acqua o con terreno umido è in grado di assorbire acqua
per capillarità, il processo viene chiamato assorbimento (sensu stricto).
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Colore e coefficiente di dilatazione
Il colore della roccia riveste notevole importanza per il suo eventuale uso ornamentale e
per gli effetti scenici prodotti sul paesaggio dai suoi affioramenti.
Inoltre, il colore chiaro o scuro controlla, rispettivamente, il minore o maggiore
assorbimento della radiazione solare e quindi il differente riscaldamento della roccia.
L’associazione di questa proprietà al coefficiente di dilatazione, specifico di ogni roccia o
più precisamente dei minerali componenti, realizza all’interno della stessa roccia (o tra
corpi rocciosi a contatto) tensioni in grado di produrre fratture (vedi termoclastismo).
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Durezza
La durezza delle rocce determinata con lo sclerometro è poco attendibile, data
l’eterogeneità sia delle particelle minerali che le compongono che dei leganti che le
tengono unite.
Più attendibile è la determinazione desunta dalle dimensioni dell’impronta lasciata su di
un campione di roccia da una sfera di acciaio premutavi contro a pressione nota.
Viene però adottata anche una classificazione empirica basata su criteri pratici legati
alla “lavorabilità” del materiale:
•rocce tenere;
•semidure;
•dure;
•durissime
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Durevolezza e Resistenza al logoramento
Dalla durezza dipendono anche:
-durevolezza - resistenza complessiva opposta dalla roccia all’insieme dei già citati
processi di disgregazione o di alterazione, che può essere quantizzata (a titolo
puramente indicativo) in indici di durevolezza ottenuti da prove di laboratorio che
tendono a riprodurre le condizioni naturali in cui si realizzano i processi di
meteorizzazione;
- resistenza al logoramento – misura la resistenza opposta dal materiale litoide a
processi abrasivi e la sua caratterizzazione è di una certa utilità quando il materiale è
destinato alla pavimentazione stradale, mentre il parametro è di scarso significato
morfogenetico.
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Resistenza a compressione semplice
La prova di laboratorio di più largo uso è quella atta a determinare la rottura per
schiacciamento di un provino di roccia di sezione nota, libero di dilatarsi, cui è applicato
un carico di rottura (carico massimo applicato durante la prova).
Il rapporto tra quest’ultimo e la sezione del provino esprime il carico di rottura unitario,
ovvero la resistenza unitaria
σ = F/A (kg/cm2)
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Resistenza a trazione
Un corpo sollecitato a trazione tende ad allungarsi.
Come nella prova precedente, il rapporto tra la forza necessaria per portare a rottura il
provino e la sezione dello stesso fornisce la resistenza a trazione.
Il rapporto tra resistenza a compressione e resistenza a trazione presenta un valore
medio di circa 35, con minimi e massimi generalmente compresi tra 10 e 50.
Pertanto, si può affermare con sicurezza che le rocce resistono molto meglio alle
sollecitazioni di compressione che a quelle di trazione.
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Resistenza a taglio
La sollecitazione è di solo taglio quando essa provoca nel campione solo variazione di
forma ma non di volume.
Nella pratica, la sollecitazione di taglio è sempre associata a sollecitazioni minori di
flessione.
La resistenza al taglio è espressa da due parametri:
- la coesione c (kg/cm2);
-l’angolo di attrito interno (φ – in gradi).
Questi sono determinati dalla ripetizione di più prove nelle quali una forza (scomposta in
due vettori paralleli e di verso contrario) è capace di attivare lo scorrimento tra due
superficie piane adiacenti (sottoposte a carico ortogonale noto, ma variato da prova a
prova), che si può realizzare lungo una discontinuità di neoformazione o utilizzando una
discontinuità preesistente.
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Resistenza a taglio
La resistenza al taglio (t) di un terreno è controllata dalle azioni reciproche tra le
particelle che lo compongono, specialmente dallo scorrimento tra esse.
Essa è:
- proporzionale alla forza normale tra i corpi (p);
- indipendente dalle loro dimensioni.
Nei terreni granulari: t = p * tg(φ)
Nelle argille al contatto tra i corpi si sviluppano forze di adesione (coesione - c) che
contribuiscono alla resistenza al taglio, pertanto t = c + p * tg(φ)
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Resistenza a flessione
La sollecitazione a flessione si realizza quando un corpo è sottoposto all’azione di una
coppia di forze giacente sul piano longitudinale passante per il suo baricentro.
La rottura del provino, appoggiato alle estremità e caricato al centro, si realizza per
rottura a compressione del settore concavo e per rottura a trazione di quello convesso.
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Geologia – Proprietà tecniche di terre e rocce
Resilienza
Resistenza a carichi applicati in modo molto rapido (resistenza agli urti).
Parametro non usato in geologia applicata, ma molto usato in meccanica.
“Resilienza” di territorio, ambiente, paesaggio (usato nella pianificazione).
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Resilienza
Resistenza a carichi applicati in modo molto rapido (resistenza agli urti).
Parametro non usato in geologia applicata, ma molto usato in meccanica.
“Resilienza” di territorio, ambiente, paesaggio (usato nella pianificazione).
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Geologia – Alterazione o decomposizione
Si parla di matrice rocciosa riferendosi a una porzione sana o con micro
discontinuità, mentre il termine ammasso roccioso si riferisce a un
insieme interessato da grandi discontinuità tettoniche e/o stratigrafiche
(piani di faglia, scistosità, giunti di strato ecc.).
La decomposizione (o alterazione) di una roccia è legata a diversi fattori,
quali:
• gli stessi sforzi tettonici che hanno prodotto le dislocazioni principali;
• Il raffreddamento dei magmi;
• fenomeni gravitativi;
• processi fisici o chimici connessi con agenti esogeni.
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Geologia – Fratturazione - tettonica
Le discontinuità prodotte dalla tettonica sono le più diffuse ed intense;
interessano infatti la generalità dei corpi rocciosi e ne pervadono l’intero
ammasso o gran parte di esso.
Basandosi sulla distanza (d) tra le due pareti di una frattura, questa
viene chiamata:
• chiusa (d ≤ 0.5 mm);
• beante (0.5 mm < d ≤ 10 mm);
• aperta (d > 10 mm).
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Geologia – Fratturazione – da raffreddamento
Le discontinuità prodotte dal rapido raffreddamento dei magmi sono
rappresentate da fessurazione (colonnare, prismatica, a lastre verticali
ecc.), che si realizza nelle rocce effusive per effetto della contrazione
termica dei magmi legata alla loro veloce consolidazione.
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Geologia – Fratturazione – gravitativa
Discontinuità analoghe a quelle prodotte dalla tettonica, anche se meno
intense, estese e profonde (di ordine metrico o decametrico, raramente
ettometrico) possono essere prodotte dall’azione della gravità .
Si tratta di fratture correlate con la direzione dei pendii:
• parallele (o blandamente oblique), corrispondono a sollecitazioni da
trazione o compressione, rispettivamente nelle zona di corona e al
piede di movimenti di massa
• ortogonali, poste ai bordi dei fenomeni gravitativi, sono associate alle
sollecitazioni di taglio prodotte nella zona di interfaccia tra massa in
movimento e massa stabile.
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Geologia – Fratturazione
La corretta conoscenza della disposizione spaziale (lunghezza,
profondità, apertura, spaziatura, orientamento ecc.) e della genesi delle
fratture e di altre discontinuità (piani di strato, scistosità ecc.),
permette di definire con buona approssimazione forma e dimensioni dei
poliedri generati dall’intersezione tra detti piani e di prevederne le
possibili cinematiche in caso di messa in movimento.
Si tratta di conoscenze di importanza fondamentale nelle analisi
territoriali finalizzate alla messa in sicurezza dei pendii e, più in generale,
per ogni tipo di intervento nelle aree potenzialmente instabili (ovvero,
tutte tranne le pianure) o sismicamente attive, nonché in aree che
possono alimentare una falda acquifera.
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Geologia – Processi morfogenetici - Alterazione
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Geologia – Processi morfogenetici - Alterazione fisica
Si tratta di processi clastici (dal greco kλαστός = rotto, spezzato), che
portano alla frammentazione meccanica della roccia per effetto di
agenti morfogenetici esogeni.
Forma e dimensioni dei clasti dipendono dalle caratteristiche
mineralogico-petrografiche, dalla porosità e dalla eventuale
fratturazione (o stratificazione, laminazione o scistosità) già presente
nelle rocce.
Processi:
• Esfoliazione (perdita di pressione in superficie);
• Crioclastismo (cicli di gelo e disgelo);
• Termoclastismo (cicli di dilatazione e contrazione termica);
• Essiccamento (contrazione per perdita di acqua);
• Haloclastismo (crescita di cristalli di sale nelle discontinuità);
• Bioclastismo (azione di piante e/o animali).
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Geologia – Processi morfogenetici - Esfoliazione
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Geologia – Processi morfogenetici - Crioclastismo
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Geologia – Processi morfogenetici - Termoclastismo
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Geologia – Processi morfogenetici - Essiccamento
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Geologia – Processi morfogenetici - Haloclastismo
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Geologia – Processi morfogenetici – Alterazione chimica
I processi di alterazione chimica, generalmente legati alle acque, sono
più attivi in aree calde e umide.
I principali sono:
• Ossidazione, in ambiente ricco di O2, alcuni elementi possono
passare a una forma ossidata (es. da Fe bivalente a Fe trivalente);
• Riduzione, in ambiente povero di ossigeno, può avvenire l’inverso;
• Soluzione, ovvero scioglimento di sali solubili in acqua
(eventualmente acida);
• Idratazione, introduzione di acqua nel reticolo cristallino che si
espande
• Idrolisi, attacco da parte di ioni H+ alle strutture cristalline di silicati,
con modificazione del tipo di minerale
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Geologia – Processi morfogenetici – Ossidazione
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Geologia – Processi morfogenetici – Idrolisi
L’idrolisi dei silicati viene operata dagli
ioni H+ e OHQuesto processo causa profonde
modificazioni fino a creare minerali
differenti:
-argille
(alterazione siallitica)
-prodotti residuali privi di silicio
(alterazione allitica)
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Geologia – Processi morfogenetici – Soluzione carsica
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Geologia – Processi morfogenetici – Soluzione carsica
Soprattutto:
Gesso
Salgemma
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Geologia – Processi morfogenetici – Soluzione carsica
Il calcare non è solubile, ma
reagendo con acqua carica di
anidride carbonica (ovvero
acido carbonico) si trasforma in
bicarbonato acido di calcio,
solubile
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Geologia – Processi morfogenetici – Soluzione carsica
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Geologia – Processi morfogenetici – Soluzione carsica
La concentrazione dell’acido
carbonico dipende dalla
temperatura perché la
solubilità dell’anidride
carbonica aumenta al
diminuire della temperatura
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Geologia – Processi morfogenetici – Meteorizzazione
Meteorizzazione
(weathering): insieme di
processi fisici e chimici di
alterazione e
disgregazione
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Geologia – Suolo
L’interfaccia atmosfera-litosfera, ovvero il tetto delle terre o delle rocce, è pressoché
sistematicamente marcata dalla presenza di materiali geologici che hanno subito
ulteriori e ben più complesse trasformazioni chimiche e fisiche di quelle descritte in
precedenza, frammisti a materia organica derivante dall’attività di batteri e organismi
animali e vegetali e dall’azione di acqua e gravità (pedogenesi)
Questo insieme complesso forma un sottile livello (da pochi cm a qualche metro) a
elevata porosità (50% circa) capace di immagazzinare acqua, aria e gas: il suolo.
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Geologia – Suolo
Un suolo è caratterizzato da diverse proprietà, quali:
- Granulometria o Tessitura
- Struttura
- pH
- Colore
- Stratificazione
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Geologia – Suolo
Un suolo è caratterizzato da diverse proprietà, quali:
- Granulometria o Tessitura
- Struttura
- pH
- Colore
- Stratificazione
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Geologia – Suolo
Un suolo è caratterizzato da diverse proprietà, quali:
- Granulometria o Tessitura
- Struttura
- pH
- Colore
- Stratificazione
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Geologia – Suolo
Un suolo è caratterizzato da diverse proprietà, quali:
- Granulometria o Tessitura
- Struttura
- pH
- Colore
- Stratificazione
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Geologia – Suolo
Un suolo è caratterizzato da diverse proprietà, quali:
- Granulometria o Tessitura
- Struttura
- pH
- Colore
- Stratificazione
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Geologia – Suolo
Le caratteristiche dei suoli dipendono da un insieme di fattori, i principali dei quali sono:
- Clima (temperatura, precipitazioni ecc.)
- Litologia del substrato
- Vegetazione
- Morfologia locale
- Posizione orografica
La frazione organica, che costituisce una piccola percentuale dell’intero volume, è data
da organismi animali e vegetali vivi e dai loro resti non ancora soggetti ad evidenti
processi di decomposizione.
La decomposizione del materiale organico operata essenzialmente da microrganismi,
porta alla formazione dell’humus (sostanza organica parzialmente decomposta).
Le condizioni termo-pluviometriche rappresentano il vero “motore” della pedogenesi, in
quanto alla temperatura è direttamente proporzionale l’intensità dei processi biochimici
responsabili delle trasformazioni del materiale organico mentre la piovosità determina
l’entità del dilavamento.
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Geologia – Suolo
Le caratteristiche dei suoli dipendono da un insieme di fattori, i principali dei quali sono:
- Clima (temperatura, precipitazioni ecc.)
- Litologia del substrato
- Vegetazione
- Morfologia locale
- Posizione orografica
Le caratteristiche mineralogico-petrografiche del substrato determinano la tipologia e
l‘abbondanza dei diversi elementi a disposizione dei processi pedogenetici, e quindi la
composizione chimica e le caratteristiche dei suoli.
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Geologia – Suolo
Le caratteristiche dei suoli dipendono da un insieme di fattori, i principali dei quali sono:
- Clima (temperatura, precipitazioni ecc.)
- Litologia del substrato
- Vegetazione
- Morfologia locale
- Posizione orografica
La vegetazione influisce in molti modi sulla pedogenesi (fratturazione operata dalle
radici, suzione di acqua e ioni in soluzione, rilascio di fogliame e ramoscelli che vanno a
formare l’humus ecc.)
A sua volta, la vegetazione dipende fortemente non solo dalle caratteristiche climatiche,
ma anche dallo stesso suolo.
Laboratorio di Pianificazione della Città e del Paesaggio - Modulo “Geomorfologia del Paesaggio”
Prof. Carlo Bisci
Geologia – Suolo
Le caratteristiche dei suoli dipendono da un insieme di fattori, i principali dei quali sono:
- Clima (temperatura, precipitazioni ecc.)
- Litologia del substrato
- Vegetazione
- Morfologia locale
- Posizione orografica
La morfologia della superficie topografica condiziona lo sviluppo del suolo in quanto ad
essa è strettamente connessa la circolazione superficiale e profonda dell’acqua, nonché
la stabilità dei granuli rispetto alla gravità. Avremo quindi:
• suoli potenti su superfici sub orizzontali;
• sui pendii acclivi, invece, il tasso di erosione del suolo connesso ai processi di
ruscellamento o ad altri processi di erosione è, di norma, superiore al suo tasso di
accrescimento alla base.
Laboratorio di Pianificazione della Città e del Paesaggio - Modulo “Geomorfologia del Paesaggio”
Prof. Carlo Bisci
Geologia – Suolo
Le caratteristiche dei suoli dipendono da un insieme di fattori, i principali dei quali sono:
- Clima (temperatura, precipitazioni ecc.)
- Litologia del substrato
- Vegetazione
- Morfologia locale
- Posizione orografica
La posizione orografica influisce anch’essa sulla pedogenesi, dato che i materiali
tendono a essere asportati dalle aree sommitali (dove avremo suoli più sottili) e
accumularsi nelle aree depresse (dove si avranno i maggiori spessori).
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Prof. Carlo Bisci