La coltivazione di cannabis è stata liberalizzata in Spagna?

LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985
GRATIS
Numero 5 - 2015
11
28
Vincitrice Champions Cup 2015:
Night Queen
la Cream Mandarine XL Auto
49
Coltivare la Moby Dick XXL Auto
53
Sistemi di CO2 per la coltivazione
della marijuana
18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi
La coltivazione di cannabis è
stata liberalizzata in Spagna?
AMSTERDAM
RRY ˜ SENSI-STAR ˜ DELAHAZE ˜ PANDORA ˜ BELLADONNA ˜ WAPPA ˜ ALL
La nuova "Legge sulla sicurezza dei cittadini” entrata in
vigore in Spagna il 1° luglio
è notoriamente drastica, in
quanto proibisce per legge le
manifestazioni in edifici pubblici e impone multe proibitive
a chiunque protesti senza permesso. Ha aumentato anche
la sanzione minima per l’uso e
il possesso di cannabis da 300
a 600 euro e la sanzione massima è stata fissata alla somma
incredibile di 30.000 euro per
le “gravi infrazioni".
Si tratta comunque di una vittoria, poiché i conservatori avevano
fatto pressioni per aumentare la
sanzione minima a 1.000 euro.
Ci potrebbe essere dell’altro.
Secondo alcune notizie apparse
sul blog spagnolo della Cannabis
Medica e su LaMarihuana.com,
è stata aggiunta una dicitura alla
legge per quanto concerne la
coltivazione, ossia che è punibile
solo se posta “in spazi pubblici
visibili”. Secondo le notizie, que-
sto significa che la coltivazione a
porte chiuse è stata effettivamente liberalizzata in Spagna, come
avvenuto per il possesso privato
da vari anni.
La disposizione sulla coltivazione ha ottenuto poca copertura
mediatica, anche in Spagna e
speriamo che sarà onorata. Il sito
di notizie spagnolo 20Minutos
riferisce che le retate alle coltivazioni sono aumentate. Nel 2014,
®
Attenzione: i semi di canapa sono esclusi dalla nozione legale di Cannabis,
FLzVLJQL¿FDFKHHVVLQRQVRQRGDFRQVLGHUDUVLVRVWDQ]DVWXSHIDFHQWH
/GHODUWFRPPDOHWW%FRQYHQ]LRQHXQLFDVXJOLVWHSHIDFHQWL
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ODFROWLYD]LRQHGL&DQDSDqYLHWDWDDUWUHGHOGSUVHQRQVLq
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DXWRUL]]D]LRQHLVHPLSRWUDQQRHVVHUHXWLOL]]DWLHVFOXVLYDPHQWHSHUDOWUL¿QL
]RRWHFQLFRFROOH]LRQLVWLFRHWF,VHPLYHQJRQRYHQGXWLFRQODULVHUYDFKH
HVVLQRQVLDQRXVDWLGDWHU]HSDUWLLQFRQÀLWWRFRQODOHJJH
la Polizia Nazionale ha “smantellato” 86.000 piante in tutto il Paese.
Solo nei primi sei mesi del 2015,
questo dato è salito a ben 60.000.
Senza contare altre 90.000 piante
confiscate lo scorso anno dalla
Guardia Civil, la forza paramilitare che è stata interpellata per
puntare a bottini più grossi, dove
si sospetta il coinvolgimento del
vero e proprio traffico.
Fonte: Hightimes.com
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EDITORIALE
Parlare a vanvera
di Giovanna Dark
L'estate di solito è davvero un brutto periodo per le redazioni giornalistiche italiane: in cronaca non succede
quasi mai nulla, la politica va in ferie e le notizie dall'estero si eclissano. Non c'è niente su cui dividersi, nulla per
cui aizzare delle campagne d'opinione; le discussioni da
ombrellone vertono sui flirt estivi di questa o quella soubrette o sul topless di questa o quella deputata, e il livello
del discorso pubblico scende solitamente in picchiata.
Perciò, molto spesso, si decide semplicemente –perdonate
il francesismo – di “buttarla in vacca”.
Dopo l'estate dell'allarme “cani sbranatori di bambini”, quella della perenne allerta caldo/maltempo e le
svariate che hanno avuto come protagonista la caccia
all'immigrato, quest'anno è toccato alla droga essere
(spesso a sproposito) sulla bocca di tutti. Ma andiamo
per ordine. Il 15 luglio, esattamente allo zenit di quest'estate 2015, l'intergruppo parlamentare di Benedetto
Della Vedova ha presentato la prima proposta di legge
co-firmata da 218 parlamentari di provenienza politica
eterogenea per avere cannabis legale in Italia. Poco
meno di un mese dopo un ragazzino di 16 anni muore –
per cause ancora tutte da accertare – nella celeberrima
discoteca Cocoricò a Rimini.
Le due notizie non hanno minimamente a che vedere
l'una con l'altra, eppure, per la stampa nostrana il collegamento c'è ed è evidente: la droga. E allora giù con i titoloni, i “pareri degli esperti” e le pubbliche prese di posizione di gente come l'onorevole Stefano Pedica, in quota
PD, che per evitare queste spiacevoli situazioni propone
a Palazzo Madama di chiudere tutte le discoteche per un
anno. La ragazzina “coi piercing” (sic!) trovata morta
sulla spiaggia a Messina, il barista di Brescia ucciso
perché contrario allo spaccio nei dintorni del suo locale,
eccetera eccetera. Ci sono guerre sanguinose in almeno
3 continenti, crisi economiche che minacciano il default
di intere nazioni, se vogliamo anche totale mancanza di
buone idee e sicuramente molti giornalisti in vacanza,
ma il risultato è lo stesso: si parla solo di droghe, c’è una
notizia sulle droghe che campeggia nella prima pagina di
ogni quotidiano, ogni santissimo giorno.
La Nexus è ideale per la coltura indoor e per i terreni poveri;
l’unica cosa che non gradisce è l’umidità elevata. In indoor, ha
pochi rami o non ne ha del tutto e si sviluppa formando una
grande cima centrale. Questo aumenta il rapporto pianta/m2 e
la resa.
Ora, stando a quanto ha affermato l'ultima ricerca OCSE,
l'Italia è il primo Paese al mondo per tasso di analfabetismo funzionale. In parole povere, non importa che gli
italiani sappiano leggere, scrivere e far di conto: per gli
standard internazionali non siamo una nazione in grado
di leggere e processare adeguatamente le informazioni
per orientarci nella società del terzo millennio. Se a questo aggiungiamo la martellante campagna di tolleranza
zero verso la sballo (poco importa che la cannabis sia
ormai, anche legalmente, considerata una droga leggera)
e il dibattito forzosamente accostato alla proposta dell'intergruppo, non è difficile immaginare la confusione che
regna nella testa dell'italiano medio.
Genetica:
Fioritura indoor:
Altezza indoor:
Raccolto outdoor:
Altezza outdoor:
Raccolto:
THC:
70% sativa / 30% indica
60-70 giorni
80-100 cm
inizio-metà ottobre
1,8-2,5 metri
500-750 g/m2
17%
Selezionatore: Eva Female Seeds
Nexus
In outdoor può raggiungere un’altezza di 1,8 – 2,5 metri,
a seconda del momento in cui si è seminato. In outdoor
si ramifica ulteriormente e ha un aspetto più ampio con
una forma simile a quella di un albero di Natale. In indoor
raggiunge un’altezza accettabile di 80 – 100 cm. La Nexus si
presta ai coltivatori alle prime armi e a quelli più navigati.
In indoor, il suo fabbisogno nutritivo è minimo e cresce meglio
con pochi fertilizzanti.
Certo non possiamo accusare l'informazione mainstream di un complotto ai danni del fronte per la legalizzazione, ma è quantomeno doveroso segnalare che non
esiste alcuna “emergenza droga” e che, anzi, il consumo
di stupefacenti in Italia è in calo da anni, così come le
morti ad esso associato. Dite pure che è dietrologia, ma
mettere in fila i fatti e chiamare le cose con il loro nome
dovrebbe essere alla base del mestiere dell'informare.
Eppure in Italia, nel disgraziato anno del Signore 2015,
si preferisce ancora parlare a vanvera di argomenti
per cui non si ha né l'esperienza né gli strumenti per
parlare. Col risultato che dopo aver fatto un passo avanti – con i suoi limiti, certo, ma il disegno di legge per la
legalizzazione può considerarsi tale – si finisce sempre
per farne due indietro.
4
LETTERE DAI LETTORI
Ciao a tutti gli operatori di Soft Secrets,
ecco la mia auto White Widow Dutch Passion al 73g dal seme, cresciuta
con terriccio Biocanna mescolato al Biobizz in 18L, fertilizzanti: Biogrow
SHUYHJHWDWLYD$OJDEORRP3ODJURQSHUȴRULWXUD7RSFDQG\H%LRERRVWFRPH
stimolatori. Cresciuta (non da sola) sotto due Adjustwing medium con una
600w e 400w e con led Cultilite 150w agro. Grazie dell'occasione che permette a
noi italiani che amiamo questa meraviglia della natura, di poter condividere quello
che facciamo, anche se non è ancora legale!
Ago
Ciao Ago, grazie per le foto innanzitutto e dei complimenti. Speriamo anche noi in
XQDSURQWDOHJDOL]]D]LRQHHȴQRDGDOORUDFRQWLQXHUHPRDVSLQJHUHLQIRUPD]LRQH
/DWXDSLDQWDFLSLDFHPROWROHDXWRȴRUHQWLEHQFUHVFLXWHKDQQRSUHFLVDPHQWHTXHsta forma. Ci piace molto anche la tua scelta di lavorare col biologico, sicuramente
QRWHUDLXQDGL΍HUHQ]DDOJXVWRTXDQGRODIXPHUDL&RQWLQXDFRV®EXRQHȴRULWXUH
Ciao ragazzi ho fatto queste 4 belle Dinachem femminizzate di
Dinafem e 4 Pineapple Chunk di Barney's farm. Sono state fatte su
grow box da 100 × 100 × 200 con vasi da 11 litri, terra Plagron light
mix, prodotti fertilizzanti della Bio Bizz, lampada da 400 watt HPS.
come sono?
Spero di vincere stavolta!
Jonni
Ciao Jonni, grazie per le foto! Queste piante sembrano ben sviluppate
e pronte al taglio a breve. Hai scelto una 400 Watt per problemi di
calore? Nel tuo growbox vedremmo bene una lampada da 600 Watt
HYHQWXDOPHQWHUD΍UHGGDWDGDXQFRROWXEH6LFXUDPHQWHDYUDLIRWRGD
PDQGDUFLGHJQHGHOOHPLJOLRULJXLGHVXOODFROWLYD]LRQH%XRQHȴRULWXUH
Attenzione lettori italiani!
Volete vincere semi FEMMINIZZATI di
'Ζ1$)(0"0DQGDWHFLXQDIRWRJUDȴDGHOOD
vostra stanza di coltura o della vostra
miglior pianta di cannabis, dove si veda
chiaramente una copia di Soft Secrets.
DINAFEM vi manderà una confezione da
VHPLIHPPLQL]]DWL6HQHOODIRWRJUDȴD
GRYHVVHURȴJXUDUHDQFKHODYRVWUDEHOlissima moglie o ragazza che indossano
un micro bikini sexy o dell’intimo molto
allettante, riceverete una confezione 2 x
GLVHPLIHPPLQL]]DWL/DIRWRJUDȴDGHO
mese riceverà una confezione 3 x 3 di
semi femminizzati di prima qualità! Il tutto
è un omaggio di Soft Secrets Europa e
DINAFEM!
0DQGDWHOHYRVWUHIRWRJUDȴHYLDHPDLO
a [email protected] o mandatele alla
nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale
verrà gestito con la massima discrezione.
Non pubblichiamo foto sfocate e non ci
SLDFFLRQROHIRWRJUDȴHGLSLDQWHLQIDVH
vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e
belle donne! Buona fortuna!
E-mail: [email protected]
Buona estate a tutti voi della super redazione di Soft Secrets! Vi invio
qualche foto dal fresco canavese (TO). Propongo le mie 7 mogli. Una sola
in carne ed ossa ovviamente, lunafragola la mia compagna di vita da ormai
qualche tempo, e in più, fuori room :
- 4 Kaya Kush (indica 70%) di Green House (super croppate) pronte per l'esiccazione
dentro la room (ancora per qualche settimana):
-1 AK (sativa 70%) Cbd Seed (sulla dx)
-1Mandanga#1(indica 60%)(sulla sx) genetica abbastanza rara di Ginger Ale x Afgana pura
(è un incrocio che da quel che ho scoperto è stato creato dal fumettista di MANDANGA
spagnolo!).
Il tutto sotto una 400w HPS in 90cm x 1,60cm. Ahimè un po' piccina per 6 signore ma
utilizzando metodo ScrOG e ottimizzando tutti gli spazi al massimo son riuscito comunTXHDGH΍HWWXDUHXQEXRQUDFFROWR&LPHPROWRFRPSDWWHHSURIXPDWHSUDWLFDPHQWH
QHVVXQSUREOHPDFRQLQVHWWLRPX΍HYDULHΖQXQDIRWRVLSX´QRWDUHDQFKHODPLQL
room dei cloni sulla destra (ma alla redazione non piacciono le foto in fase vegetativa
SHULOFRQFRUVR36SHURYLVLDSLDFLXWRLOODYRURH΍HWWXDWRFRPHSULPRFLFORGHOO
DQno 2015 e sperando di vedermi sulla prossima edizione di Soft Secrets vi ringrazio
anticipatamente e mi complimento dell'ottimo lavoro svolto da tutti voi per questo
splendido bimestrale! STAY HIGH SOFT SECRETS! Saluti e bbbbbaci
John
Caro John, grazie innanzitutto per le foto, ci sono piaciute
moltissimo. Ringrazia sentitamente la tua compagna per aver
posato! Il tuo setup è curato e probabilmente hai una certa
esperienza, in quanto con uno ScrOG hai ottenuto un ottimo
risultato, in termini quantitativi, da uno spazio così piccolo e
con una luce da soli 400 Watt. L'inconveniente di utilizzare
XQDUHWH6FU2*ªLOWHPSRGLYHJHWDWLYDQHFHVVDULRDɝQFK«
le piante la riempiano. Ottimo lavoro! Che aggiungere?
&RQWLQXDFRV®FKHVHLVXOODVWUDGDJLXVWDEXRQHȴRULWXUH
LETTERE DAI LETTORI
7
Ciao amici di Soft Secrets, sono lieto di presentarvi le mie 7 bambine:
3 Original Amnesia, 3 OG Kush, 1
Super Lemon Haze, tutte Dinafem.
Cresciute con una HPS da 250W,
in vasi da 2 litri con fertilizzanti
Biobizz, 3 mesi di cure e amore con
una resa di 190 gr, pur essendo la
mia primissima coltivazione (sono
molto soddisfatto). Grazie per i
consigli utili che date!
Un abbraccio da Simoncino
Northern Light Auto di Royal Queen Seeds!
Stefane, Amsterdam
Ciao Simoncino. Grazie per le foto, ci
piacciono molto. Le tue piante sono
bellissime, inoltre hai raccolto un discreto quantitativo per aver utilizzato
XQD:DWWLQȴRULWXUD6HLVLFXUR
di aver utilizzato vasi da solo 2 litri?
Potresti aumentare la grandezza dei
vasi al prossimo ciclo per raccogliere del peso in più. Continua così e
complimenti ancora per essere il tuo
primo ciclo!
8
FLASH PRODOTTI
Dutch Passion celebra due nuovi successi
alla Cannabis Cup
La Night Queen, l’indica afgana originale di grande successo di Dutch Passion, ha vinto il 1° premio alla
prima edizione della Champions Cup di Spannabis Malaga. La Night Queen è un’afgana estremamente
potente con un ricco aroma kush vecchia
scuola e un aspetto croccante e resinoNight Queen
Orange Hill Special
so. Spesso viene coltivata dai coltivatori
per uso medico che ricercano un effetto
fisico molto forte e un deciso effetto antidolorifico. I coltivatori per uso ricreazionale apprezzano il raccolto quantitativamente al di sopra della media, il sapore
vecchia scuola e l’effetto duraturo. Il 1°
premio è stato assegnato nella Categoria
Indoor a Malaga.
La Orange Hill Special ha ottenuto il 3° premio della categoria ‘Bio’ alla
Highlife Cup 2015. La Orange Hill Special è una forte Skunk agrumata
che produce una resa al di sopra della media e che deriva dall’incrocio
della Orange Bud originale con la California Orange.
www.dutch-passion.nl
W/V diventa W/W
Da anni, l’Atami BV misura i suoi prodotti liquidi con il metodo Peso/Volume (W/V). Ciò significa che
il prodotto nel volume si dissolve in peso nell’acqua.
Tra poco, ciò cambierà nell’indicazione del prodotto che si usa in
tutto il mondo, cioè Peso/Peso (W/W). Ciò significa che invece del
volume al prodotti, il prodotto in peso è aggiunto all’acqua nel peso.
Con altre parole: millilitri diventano milligrammi.
La differenza in valori è quindi provocata dal peso del prodotto
liquido. Ogni prodotto liquido ha il proprio peso specifico che
significa che non ogni litro pesa effettivamente 1 kg.
Che cosa cambia per voi?
Per voi non cambia assolutamente niente!!!!
La ricetta di fiducia rimane la stessa e anche il dosaggio è sempre
lo stesso. Cambiano solo le indicazioni dei valori sull’etichetta. I
vostri valori NPK di fiducia sull’etichetta sembreranno tra poco
più bassi.
Il prodotto rimane lo stesso prodotto di fiducia con la
composizione immutata.
Per ulteriori informazioni, consultate: www.atami.eu
Se avete delle domande, contattateci attraverso [email protected] o telefonateci durante le ore di
ufficio al: 0031 73 522 32 56.
PLANT!T® Aeros
PLANT!T® Aeros è un sistema di Deep Water Culture. Si tratta di uno dei sistemi più utilizzati
in idroponica che richiede pochissimo substrato di coltivazione. Costituito da un vaso retato
contenente argilla espansa, una vasca sottostante riempita con acqua e nutrienti continuamente
ossigenata con pompa ad aria collegata a una pietra porosa. In questo modo le radici della
vostra pianta saranno costantemente immerse nella soluzione nutritiva altamente ossigenata,
garantendo una crescita rapida e vigorosa. Le bolle prodotte dalla pietra porosa manterranno
la soluzione in continuo movimento arricchendola di ossigeno. Le radici, con questo sistema,
risulteranno sane e funzionali.
PLANT!T® Aeros prevede un tappo di
ispezione sul coperchio per un agevole
controllo di pH e Ec.
Vantaggi offerti da PLANT!T® Aeros:
Economico, tutto il necessario è incluso
Facile da monitorare - rimuovere il
tappo di ispezione per verificare pH /
letture EC
Flessibile - le piante possono essere
spostate a piacimento in quanto ogni
pianta è un sistema indipendente!
FOGLIE D’ERBA è distributore ufficiale di questo prodotto
www.fogliederba.net
Guard'n'Aid - Bud Rot Stop
Guard'n'Aid - Bud Rot Stop è un prodotto rivoluzionario che è stato progettato per prevenire, eliminare e curare muffe e funghi, soprattutto risulta efficace sulla
dannosissima Botritytis Cynerea (botrite,muffa grigia).
Guard'n'Aid - Bud Rot Stop utilizza dei particolari batteri (bacilus subtilis) per ostacolare la riproduzione degli agenti dannosi. Durante la crescita dei batteri vengono
prodotti dei metaboliti secondari che funzionano prevenendo la fissazione dei patogeni che aggrediscono i tessuti cellulari e sopprimendo le spore di muffa. Questo
inoculo con batteri benefici incoraggerà resistenza sistemica acquisita che aumenterà la salute delle piante. Il risultato sarà: eliminazione completa delle infezioni,
rivitalizzazione dei tessuti vegetali e distruzione delle spore. Grazie a questa doppia azione è particolarmente indicato in caso di umidità elevata o per piante a
fine fioritura, o a fioritura avanzata, caratterizzata dalla presenza di inflorescenze compatte.
Funghicida da usare come nebulizzazione fogliare appena prima del periodo notturno irrorando, in modo che le piante rimangano bagnate almeno per le 4 ore
successive (indoor spegnere la ventilazione).
Guard'n'Aid - Bud Rot Stop è sicuro da usare in tutte le situazioni, tra cui giardino, casa e serra. Prodotto 100% organico naturale che può essere utilizzato fino al
raccolto, ingredienti approvati da “soil association”. Ripetere le applicazioni ogni 5- 7 giorni.
FOGLIE D’ERBA è distributore ufficiale di questo prodotto www.fogliederba.net
STATI UNITI
DOVE È LEGALE LA
MARIJUANA?
Marijuana legalizzata per uso terapeutico e ricreativo:
Marijuana legalizzata per uso terapeutico:
Stati in cui è più probabile che la marijuana venga
legalizzata, secondo 24/7 Wall St.:
FONTI: 24/7 Wall Street, NORML.org, 19 agosto
Janet Loehrke, USA TODAY
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BANCA DI SEMI
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IL TITANO DELLE AUTOFIORENTI, LA CREAM
®
MANDARINE XL AUTO .
Colgo questa opportunità per parlare del test di coltivazione che ho fatto con una delle ultime
Jaypp
varietà lanciate sul mercato dalla banca di semi Sweet Seeds.
In occasione del suo 10° anniversario, Sweet Seeds ha rinnovato
il proprio catalogo con nuovi
prodotti e promozioni e, per i
fan più fedeli, ha presentato una
nuova versione dell’amata Cream
Mandarine® (varietà SWS29), dalle
grandi dimensioni e l’elevata resa,
con le grandi caratteristiche che
l’hanno resa popolare fra i coltivatori più esperti. Parlo della nuova
Cream Mandarine XL Auto®
(varietà SWS55).
È una varietà autofiorente di 4°
generazione grande e dall’elevata
resa prodotta mediante l’incrocio
di esemplari selezionati di Cream
Mandarine Auto® e di un clone
elite di Súper Tai ’98, che ha contribuito a creare interessanti caratteristiche di sativa. Le dimensioni sono
maggiori e la fragranza è delicata
e speziata con un aroma di frutta
essiccata. La Cream Mandarine
Auto® ha un aspetto e una sensazione più simile all’indica. La resa
è elevata e i fiori e la resina hanno
una fragranza fresca agrumata con
un tocco prevalente di mandarino.
In indoor, questa pianta rende 450650 g/m2 a 9 settimane dalla germinazione e nella fase finale della
crescita, raggiunge più di 100 cm di
altezza, prospettiva estremamente
promettente in molte colture.
COLTIVAZIONE DELLA
PIANTA: UN LAVORO DELICATO.
Parlando di coltivazione di piante,
cerco di essere il più semplice e
chiaro possibile. La filosofia nel
mio modo di coltivare, come regola
generale, è “meno significa di più”
e questo idealmente si applica alla
coltivazione della Cannabis. Nel test
che ho condotto, le piante sono
state coltivate in indoor, in una
tenda di coltura con 2 ventilatori,
uno dei quali faceva entrare aria,
oltre a un dispositivo di riscaldamento per controllare la temperatura, poiché la temperatura indoor
era estremamente bassa.
Sono stati usati i parametri
seguenti durante il ciclo di crescita:
Ciclo di luce: 20h. ON- 4h. OFF, per
tutta la crescita delle piante.
Intensità luminosa: 1ª settimana/
Crescita: CFL da 200W CFL – la fioritura iniziata il 10°
giorno: HPS da 600W.
Ventilatori: 24h. ON.
Temperatura: 18º/26º (controllata mediante riscaldamento).
Numero di piante: 9 piante in 1 m2 (3 piante in un
vaso da 20 litri, 6 piante in un vaso da 10 litri).
Tempo di crescita totale: 63 giorni.
Fertilizzanti: BioCanna + Magical.
Substrato: terra di Canna professionale.
Peso totale delle 9 piante: 620 g.
Peso massimo di una pianta: 128 g.
ACQUA, UN BUON SUBSTRATO E UN
CLIMA IDEALE: LA RICETTA DEL SUCCESSO.
La germinazione è la parte più importante del ciclo di
crescita. I semi devono essere idratati adeguatamente
in anticipo, per darlo, li metto in un vaso con acqua a
una temperatura costante di 22ºC e alcune gocce di
acqua ossigenata per tenere l’acqua in una buona condizione ed evitare muffe. Dopo 28 ore, tutti i semi sono
idratati e gonfi. Oltre il 50% di essi ha già le punte delle
radici visibili quando viene estratto dal rispettivo involucro. Attendo 36 ore affinché tutti i semi germinino,
dopo di che li pianto direttamente nei vasi finali.
Con una varietà autofiorente, consiglio di utilizzare il
vaso finale sin dall’inizio, perché queste piante a crescita rapida possono riempire il substrato con le radici in
tempi record durante le prime settimane. Se si limita
la crescita radicolare in questa fase, la resa potrebbe
12
esserne limitata. È meglio utilizzare
un vaso medio-grande, che faciliterà le cose e, importantissimo, eviterà l’inutile e tardivo travaso.
Ho messo i semi germinati in 6 vasi
da 10 litri e il 3 vasi da 20 litri con
fonti CFL da 200 W fino alla crescita
delle prime vere foglie. Con una
buona irrigazione iniziale con acqua
che è stata lasciata a riposare con
mezza dose di biostimolante radicolare, ho saturato parte del substrato con una quantità sufficiente per i
primi 10 giorni del ciclo di vita.
Settimana 1: le piante vengono spostate nella stanza di fioritura con
luci al sodio e iniziano a sviluppare
i rami laterali con una distanza
internodale molto ridotta. L’effetto
combinato della luce e della crescita lussureggiante della Cream
Mandarine XL Auto® è tale che le
sessioni d’irrigazione devono avvenire ogni 4 giorni nelle 2 settimane
seguenti. Non fertilizzo l’acqua, se
non con mezza dose di biostimolante radicolare.
Settimana 4: le piante raggiungono
l’altezza di 75 cm e l’inizio della fioritura è già visibile. La struttura è
molto ramificata, con germogli forti
e fitto fogliame. Irrigo ogni 3 giorni
e aggiungo poi 1 dose intera di biostimolante della fioritura e tengo il
biostimolante radicolare a mezza
dose.
Settimana 6: le piante smettono di
crescere e coprono tutto lo spazio. I
fiori si sono sviluppati notevolmente, tutti con pistilli bianchi. In alcune
piante è stato necessario aggiungere un po’ di Calcio/Magnesio dato
l’elevato assorbimento. La terra ha
tenuto la pianta ben solida e fertilizzata, ma da questo momento in poi
ho deciso di aggiungere fertilizzante
per la fioritura per rispondere al
fabbisogno di questi nutrienti. La
dieta che ho mantenuto si basa su
mezza dose di fertilizzante biologico per la fioritura e biostimolanti
radicolari e 1 dose di biostimolante
per la fioritura. Anche utilizzare
enzimi catalitici ogni settimana è di
grande aiuto per mantenere sano il
substrato.
Settimana 9: sono visibili cime
mature e altamente resinose che
riempiono la stanza con una forte
fragranza fruttata. È il momento
opportuno per raccogliere, solo
dopo aver risciacquato abbondantemente le radici.
XL Auto® ha già consumato i suoi nutrienti ed è pronta per il raccolto.
Un ultimo suggerimento sulla degustazione: a prima vista, le cime sono
dure e altamente resinose e producono una fragranza agrumata particolarmente dolce e intensa con alcuni accenti esotici che richiamano il
mandarino. Delicata e saporita al palato, diventa più percepibile quando si
butta fuori il fumo dal naso. L’effetto è ancora più forte se si usa un vaporizzatore. L’effetto mentale è forte senza essere eccessivo, ideale per i
compiti creativi o i rapporti sociali. Una delle migliori piante che abbia mai
coltivato. Grazie per aver letto questo articolo e buona fumata!
Perché bisogna farlo? Perché
migliora notevolmente il sapore, attenuando le caratteristiche
essenziali di ogni varietà con toni
più delicati e aromi e fragranze
più intensi e, cosa ancora più
importante, perché è di gran
lunga più salutare, poiché i fertilizzanti tendono a provocare l’accumulo di sali minerali nella terra
dopo cicli d’irrigazione continui
che sono piuttosto dannosi per
la salute della pianta. Oltre a ciò,
l’effetto finale è molto buono, più
ottimistico e ‘medicinale’. Alcuni
prodotti rendono il risciacquo più
efficace. Non utilizzate questi integratori senza criterio, poiché sono
fondamentali per la vostra salute
e per l’utilizzo finale delle vostre
deliziose piante raccolte.
UN ULTIMO SUGGERIMENTO: DEGUSTAZIONE.
Quando si coltiva adeguatamente
una pianta e la terra è stata risciacquata come si deve, la fase finale
del ciclo di vita sarà caratterizzata
da un colore molto diverso per le
foglie, che, a sua volta, definisce il
pieno ciclo di vita. Le foglie assumono tinte verde chiaro, aranciato
o violaceo e, cosa più importante,
perdono brillantezza.
Se la vostra pianta è di color
verde scuro e brillante ed è già
matura, la prossima volta dovrete
utilizzare meno fertilizzante concentrato in dose ridotta o dovrete
cominciare prima a lavare il substrato. Questa Cream Mandarine
CHI?
FANCULO A
STARE ZITTI.
FATTO.
NESSUN
SEGNO DELLA
POLIZIA
ZITTO! CI FARAI
SCOPRIRE. ENTRIAMO
IN MACCHINA E
SCAPPIAMO
L’AUTISTA NON E’
PIU’ IN SE’ E LE
PORTIERE SONO
BLOCCATE
FIGHETTE! SEMBRA CHE
NON ABBIATE MAI SENTITO
PARLARE DI GANJAMAN.
LO VEDO! HEY!
COS’E’ QUESTO
STRANO ODORE?
COSA?
DOVE C’E’
FUMO…
14
IL CANAPAIO
CANNABIS MEDICINALE: DALLE SOCIETÀ ANTICHE AGLI UTILIZZI CONTEMPORANEI
UNA STORIA MEDICA. PARTE II
di Franco Casalone
Dopo aver visto (una parte)
dell’uso terapeutico della
cannabis in Asia nei tempi
antichi, non dobbiamo
dimenticarci di un’altra cultura
antichissima, in un area molto
più vicina a noi: l’Egitto.
Diverse fonti citano il
geroglifico fonetizzato in
“shemshemet” come indicante
la cannabis: le sue più antiche
traduzioni risalgono al 2350
a.C. e lo identificano come
cordame.
La dea egiziana della sapienza
e delle lettere è “Seshata”,
rappresentata con una foglia
di cannabis sulla testa (alcune
fonti dicono che è una foglia
di palma, ma provate a cercare la foto su internet…).
La cannabis fu usata come medicinale fin dai tempi
dei faraoni, e veniva somministrata per bocca, per
via rettale, vaginale, sulla pelle, negli occhi e per
fumigazioni.
Nell’Ebers Papyrus, datato a circa al 1550 a.C.,
la cannabis viene consigliata per indurre le
contrazioni del parto (pestata con miele) e per la
cura delle unghie (sotto forma di resina). Nel Papyrus
Ramesseum III (ca. 1700 a.C.) si parla di una pozione
di cannabis e prezzemolo mischiati e usati per la
cura degli occhi: trattamento che potrebbe essere
utilizzato per la cura del glaucoma. Nel Fayyum
Medical libro datato intorno al secondo secolo d.C.
Plinio il Vecchio, nel suo Historia Naturalis del 77 d.C. ci parla di diversi utilizzi medici della cannabis: l’olio di
semi fa uscire i vermi e qualunque animale entrato nelle orecchie, le radici cotte si usano contro le contratture
delle giunture, la gotta ed altri problemi simili, crude contro le bruciature, il seme se ingerito in eccesso può
disseccare il seme maschile. Concetto ribadito da Oribasio e Atteio, medici greci del 4o e 6o secolo dopo Cristo.
Fra i più antichi utilizzi della cannabis nella medicina Araba troviamo l’uso dell’olio di semi, somministrato
come gocce per le orecchie. Per questo uso si raccomandava (dal nono secolo d.C.) anche il succo spremuto
da infiorescenze femminili, contenenti semi anch’esse, oltre a curare problemi della pelle, uccidere vermi
intestinali, eliminare le flatulenze, eliminare gli umori velenosi, favorire le contrazioni uterine, migliorare il
dolore neuropatico, abbassare la febbre, controllare il vomito ed uccidere i pidocchi. Secondo il ricercatore
I.Lozano, che nel 2006 ha pubblicato uno studio sulla materia, i medici dell’Arabia e della Persia avevano una
conoscenza ancora superiore a quella dei tempi contemporanei sui poteri curativi della cannabis.
Nel medioevo pozioni medicinali contenenti cannabis erano popolari in Arabia, Persia e nell’India
Musulmana. I medici Arabi, che chiamavano la cannabis schahdanach, scadabach o kannab, la consideravano
Una bevanda con piccole
quantità di cannabis è usata
come antidolorifico contro i
reumatismi, le convulsioni, i
problemi del tratto urinario
e come purgativo del
sangue. Tinture di cannabis
erano e sono usate per
ridurre il dolore di testa e
le nevralgie.
In Argentina la cannabis è
stata usata per combattere
la gonorrea, la depressione,
il tetano, le coliche, il mal
di stomaco, il rigonfiamento
del fegato, la sterilità,
l’impotenza, la tubercolosi
(i semi di canapa sono un
aiuto importante contro il
deperimento dovuto a questa malattia, ancor oggi una
delle primissime cause di morte nel mondo) e l’asma.
In Colombia, la cannabis di Santa Marta (la migliore
che abbia mai assaggiato!) macerata nel rum viene
usata per frizioni sulla pelle contro il dolore delle
giunture e dei muscoli. Fumare cannabis fa parte di
un programma di mantenimento della salute, che
comprende le foglie frizionate sulla pelle contro i
dolori. Si danno anche decotti di cannabis e zucchero
ai bambini, contro i pianti eccessivi.
In Brasile si usano infusi di cannabis contro i
reumatismi, le mestruazioni, le coliche e altri
malanni comuni. Contro il mal di denti vengono
I MEDICI DELL’ARABIA E DELLA PERSIA MEDIEVALE AVEVANO
UNA CONOSCENZA ANCORA SUPERIORE A QUELLA DEI TEMPI
CONTEMPORANEI SUI POTERI CURATIVI DELLA CANNABIS
troviamo indicazioni per l’uso di cannabis contro
le infiammazioni, i tumori e il mal d’orecchie acuto.
Gran parte della scienza medica dell’antico
Egitto venne incorporata nella medicina Arabica
Unani, e poi nei sistemi medici dei Greci e dei
Romani. Dioscoride, medico greco, divenuto poi
medico personale di Nerone, nel 65 d.C. scrive il
Materia Medica, in cui distingue le piante maschio
dalle femmine: i maschi possono essere usati
contro i dolori d’orecchie e per favorire il flusso
mestruale, mentre le femmine si usano contro
i dolori muscolari. Galeno (secondo secolo d.C.)
ci dice che la cannabis ha poteri disseccanti e
riscaldanti, ci parla di focacce contenenti cannabis,
che, consumate durante i pasti stimolavano la fame
e l’allegria, ma se prese in eccesso inducevano
torpore. Galeno ci ripete l’uso contro il mal d’orecchi
e dice che il seme di canapa è difficile da digerire e
può dare dolore di stomaco e di testa.
una medicina sacra. Dal nono al tredicesimo secolo i trattati medici come il Firdo usul-Hikmat, il Mujardat
Quanan, il Al-Mukhtar, citano numerosi e diversificati utilizzi terapeutici della cannabis: come diuretico
per aumentare il flusso dell’urina, come emmenagogo per stimolare la circolazione sanguigna pelvica
e uterina, come antielmintico per espellere i vermi. Ma anche utilizzi come antiemetico, antiepilettico,
antinfiammatorio, antidolorifico… Stando a quanto consiglia Lozano “Le informazioni riguardanti l’efficacia
medicinale della cannabis che si trovano nella letteratura Araba dovrebbero essere considerate come base
per future ricerche sul potenziale terapeutico della cannabis e dei suoi semi”.
Nell’Africa mediterranea troviamo accenni all’utilizzo di cannabis come stimolante del parto e abortivo
(mischiata con erbe velenose), dall’Egitto al Marocco. Le informazioni antiche riguardo all’Africa subsahariana sono frammentarie, ma per certo sono state rinvenute pipe di ceramica in Zambia ed Etiopia,
datate intorno al decimo secolo d.C., e, sicuramente contenenti cannabinoidi, datate intorno al 1400,
prima della scoperta dell’America, e dell’introduzione del tabacco nel Vecchio Mondo. Utilizzata ancora
in tempi recenti da molte culture sub-sahariane per facilitare il parto (come antidolorifico, per facilitare
le contrazioni e accelerare la nascita). Ma anche come lassativo, per combattere la malaria, le febbri, gli
avvelenamenti da antrace, gli avvelenamenti del sangue, la dissenteria.
Anche nel Nuovo Mondo, dopo la sua introduzione, la cannabis venne presto utilizzata come rimedio popolare
per molti problemi, spesso facendo distinzione fra le varietà psicoattive e quelle non psicoattive, per diverse
malattie. In Cile si usano radici di canapa come purgativo, e i semi e i rami in infusione per stimolare il sonno.
preparate compresse da applicare sulla e intorno
alla parte dolente. In Giamaica si usano bevande e
compresse a base di cannabis come antidolorifici
e a scopo preventivo.
In Europa l’uso di cannabis come rimedio popolare
si trova dai tempi precristiani, contro i dolori, per
indurre stati estatici, conto i geloni, l’herpes, come
decongestionante, contro i rigonfiamenti e le ferite.
In Polonia, Russia e Lituania si usavano i vapori dei
semi gettati su pietre roventi contro il mal di denti
(pratica simile, ma con diversi scopi, a quello degli
Sciti descritto da Erodoto).
Utilizzata contro la febbre in Cecoslovacchia,
Moravia e Polonia, mischiando fiori di canapa e
olio di oliva contro le ferite (Polonia), e olio di
semi di canapa e fiori di canapa contro l’itterizia
e i reumatismi (Russia). In Polonia e Ucraina si
riteneva che i fumi dei semi bolliti fossero in
grado di allontanare i vermi.
15
In Inghilterra troviamo un erbario dell’undicesimo
secolo, l'Anglo-Saxon Herbarium, in cui si afferma che
parti della pianta venivano usate per curare affezioni
associate a gotta, perdita di peso, rigonfiamenti
di testa, infezioni urinarie e problemi di parto.
Le radici della cannabis erano molto considerate
come medicamento, al contrario della ricerca
contemporanea che le ha quasi ignorate. E questo
nonostante si sappia non contengono cannabinoidi,
hanno invece terpenoidi, steroli e alcaloidi. Giusto
per capirci: una ricerca recente, fatta sul Bedrocan,
ci dice che le sue radici non contengono alcaloidi.
Ma il Bedrocan è coltivato in idroponica, e le sue
radici non hanno la corteccia, come l’hanno le radici
cresciute nella terra!
Nel dodicesimo secolo Hildegard von Bingen,
visionaria monaca benedettina, ci lasciò una
quantità di studi sulle più disparate materie: arte,
letteratura, poesia, musica, scienze, erboristica,
filosofia e medicina. Nel suo trattato del 1158,
chiamato in seguito Physica e conosciuto anche
come “il libro dei semplici” (semplici qui intesi come
piante medicinali), von Bingen suddivide le qualità
delle piante in calde e fredde, umide o secche.
Riguardo alla cannabis, ecco il suo commento: “la
canapa è calda, e cresce dove l’aria non è ne troppo
calda ne troppo fredda, e la sua natura è simile. Il
suo seme è salubre, ed è un buon nutrimento per
persone sane. È gentile e benefico per lo stomaco,
portando via un poco di muco. È facile da digerire,
diminuisce i cattivi umori e fortifica quelli buoni. Nonostante ciò, se qualcuno è debole nella testa ed ha un
cervello vuoto, e costui mangia canapa, questa facilmente gli procurerà problemi alla testa. Non fa danno a chi
ha una testa sana ed un cervello integro. (N.d.A: anche oggi si dice che la cannabis può destare psicosi latenti).
È pesante per lo stomaco di chi è molto malato, non procura problemi a chi è moderatamente malato…”. Parla
poi di compresse di canapa bollita in acqua ed applicate sullo stomaco, di bendaggi di canapa buoni per ulcere
e ferite (il tessuto di canapa rimane sterile più facilmente).
In Europa l’utilizzo di cannabis come medicinale fu proibito dalla bolla di papa Innocenzo VIII° nel
1484, in cui si asseriva una connessione fra la cannabis e i guaritori che utilizzavano erbe e praticavano
quindi la “stregoneria”. La cannabis fu quindi associata a rituali satanici ed il suo utilizzo nascosto fino al
diciannovesimo secolo, dove venne rivalutato fino ad essere uno dei medicamenti più usati in assoluto e poi,
con il proibizionismo, di nuovo soffocato per quasi un secolo...
Solo François Rabelais, monaco massone,
rivalutò la cannabis, sotto uno pseudonimo, nei
suoi Gargantua e Pantagruel (pubblicati una
quarantina d'anni dopo la scoperta dell’America),
enciclopedia iniziatica, in cui la cannabis prende
il nome dell’eroe del libro (Pantagruelion).
Nondimeno il suo uso popolare come sollievo
per tanti malanni si trovava in tutte le regioni
d’Europa, dal Portogallo alla Russia, e, di nuovo, nel
1640 nel Teatrum Botanicum dell’olandese John
Parkinson, vengono descritti una serie di utilizzi
medicinali della canapa, dai suoi semi alle sue
radici. Nicolas Culpeper tradusse, abusivamente, la
Pharmacopoeia del collegio dei medici di Londra,
per portare al pubblico una conoscenza riservata
a pochi eletti. E la cannabis si trova listata fra le
altre piante medicinali: usata come antisettico,
antinfiammatorio e antispasmodico. Utile per
infiammazioni, bruciature, tosse secca, ittero,
coliche, problemi di stomaco, perdite di sangue,
per eliminare vermi e insetti nelle orecchie, e come
sollievo per molte malattie dolorose.
Nel 1800 assistiamo ad una rinascita dell’uso
medicinale della cannabis, nel prossimo numero
parleremo degli utilizzi e degli studi in questo
periodo, fino alla rivalutazione contemporanea, con
la richiesta dell’OMS di cambiare le leggi degli Stati,
per poter di nuovo usare questa medicina preziosa.
Continua sul prossimo numero...
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16
BELPAESE
La D maiuscola
della droga:
informazione
e qualità
Siamo un Paese bizzarro, lo si sa, ce lo dicono e non possiamo che constatarlo. Nell’estate durante la quale numerosi
politici si coalizzano per proporre anche in Italia un percorso legislativo sul come legalizzare la cannabis, il dibattito sulle
droghe in generale, a causa della morte di un ragazzo in discoteca, ci permette di riconoscere nitidamente la becera ipocrisia moralista che tiene il nostro paese ancorato ad un passato che lotta come può per non venire scavalcato dal corso
di Carlos Rafael Esposito
della storia. Per fortuna è dal Medioevo che nascerà il Rinascimento.
Capiamoci bene, la morte di questo ragazzo è
da mettere in conto al morbo del vietare a tutti i
costi, alla pazzia di sostenere che la droga fa male
e basta, e alla pratica omicida di ritenersi paladini
della gioventù, in nome della quale si portano
avanti errori di approccio educativo che nella realtà
si trasformano in completa ignoranza sul come si
consumano le droghe, e cioè, nella maniera più
sicura possibile.
Questa tendenza da crociata contro le sostanze
viene bene riassunta dalle parole del nostro
Ministro dell’Interno Angelino Alfano che al Corriere
dichiarava: “Contro lo sballo che uccide adotteremo
la tolleranza zero. Non possiamo rimanere a guardare
i ragazzi distruggersi il cervello e rischiare la vita. Se
non addirittura perderla”. Non credo che Angelino
Alfano sappia o reputi importante constatare che,
per quel che riguarda le droghe, i nostri ragazzi sono
dei completi autodidatti e che questo rappresenta il
nostro più grande sbaglio nei loro confronti. Nessuno
si vuol prendere la briga di seguirli, consigliarli e
trasmettere un sapere che, come in tutti i campi,
si apprende solo con l’esperienza. La tolleranza
zero dovrebbe essere contro l’ignoranza, la scuola
deve servire a preparare i ragazzi anche sotto
questo profilo, sennò a cosa serve, un’educazione che
riempie di nozioni, ma non prepara alla vita fuori dai
suoi corridoi?
La morte di questo povero ragazzo poi, è dovuta
molto probabilmente, oltre che al contesto culturale
oscurantista, anche ad un fattore certamente non
secondario, la qualità della droga assunta.
Si fa un bel dire dappertutto: qualità, qualità, qualità,
ma quando si parla di droghe il concetto sembra
perdere di vitalità per coprire un atteggiamento
osceno, quello di chi non concepisce che per il
popolo dei giovani, il popolo dei ribelli, il popolo di
quelli che stanno crescendo e si stanno formando
sui nostri banchi, infrangere le regole è spesso un
modo di sentirsi vivi, contro, ma vivi nella ricerca di
una strada diversa da quella che i grandi insegnano,
senza ricordarsi cosa sia l’adolescenza, quanta
sensibilità e paura si porti dietro e quanto dovrebbe
INIZIA TUTTO CON
UNA CANNA
BELLA
GIORNATA
LA MULTA E’ DI 50£
PER AVER FUMATO UNA
SOSTANZA CONTROLLATA
E 40£ PER I RIFIUTI.
essere protetta con la forza onesta di parole che
informino e aiutino, direzionino, per quanto possibile,
i nostri ragazzi nelle loro scelte di evasione.
La qualità della droga è fondamentale per capire
come si possano generare tali tragedie. Un prodotto
di qualità è una garanzia, una tutela per chi consuma.
E allora perché non si distribuiscono prodotti di
qualità? Perché lo smercio di queste sostanze è
libero e indiscriminato, chiunque può acquistarle,
chiunque può rivenderle, chiunque può tagliarle per
ricavare un margine maggiore di profitto. Questo
è il punto. E lo Stato democratico e sinceramente
costernato nei suoi rappresentanti che fa? Proibisce
prima e proibisce poi, non entra nel merito, chiude
la discoteca in causa, ma Alfano si dichiara pronto a
chiuderne altre, si smarca dalle proprie responsabilità
e punta l’indice contro gli spacciatori.
Ma sono gli spacciatori stessi il frutto della nostra
politica in materia di stupefacenti. Spacciatori
che funzionalmente sono semplicemente degli
intermediari fra domanda e offerta, una domanda
senza formazione ed un’offerta senza controlli.
ALCUNE ORE DOPO…
E POI AL PARCO…
MI SPIACE SIGNORE, MA
DEVO MULTARLA DI 40£ PER
AVER BEVUTO IN PUBBLICO
MULTA PER
ECCESSO DI
VELOCITA’ DI
£60
Formiamo la domanda, controlliamo l’offerta: solo in
questo modo si potrà, nel medio termine, invertire la
rotta di questi drammi del venerdì sera, come se fosse
arrivato con l’ultima morte il momento decisivo per
prendere posizione, fuori dalla propaganda politica e
con le mani sporche di un lavoro eseguito per strada,
all’ingresso dei locali, e soprattutto, in anticipo, nelle
scuole italiane.
Invece quel che succede è esattamente il contrario:
gli unici che fanno un lavoro di sensibilizzazione
ad un consumo responsabile, testando le sostanze
e la loro qualità, sono associazioni di volontari
che vanno avanti con le loro limitate - anche se
appassionate risorse. Sul campo lo Stato pensa ad
un unico aspetto, il più semplice: la repressione,
il controllo di polizia che arriva al termine del
processo e non influisce in nessun modo sul grado
di consapevolezza del consumatore. Per non parlare
poi di quella che dovrebbe essere l’architrave di
ogni politica seria in campo di prevenzione e cioè lo
spiegare cosa siano le droghe nei licei e negli istituti
della penisola (ricordiamoci che in inglese droga e
farmaco sono la stessa parola), probabilmente un
lavoro in questa direzione verrebbe bollato come
incitazione al consumo, senza voler riflettere, chi
in buona chi in cattiva fede, sul fatto che lasciare
i ragazzi allo sbando senza informazioni è come
mettere la polvere sotto il tappeto e poi lamentarsi
dell’asma, perché prima o poi la crisi arriva.
SCENDE LA NOTTE
LA MULTA E’ DI 60£
PER ATTI OSCENI!
OH
CAZZO!
EHI, SONO FATTO
D’ERBA, NON DI SOLDI.
DUTCH PASSION
Presenta AutoBlackberry Kush®
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19
ESTRAZIONE
Fine fioritura e postraccolto
Siamo a settembre e la canapa
è quasi a fine fioritura. Manca
pochissimo e già bisogna avere
ben in mente cosa fare dopo il
taglio. Le operazioni post taglio
sono cruciali per non compromettere mesi di sforzo e di attenzioni
costanti. La miglior canapa lasciata
essiccare al sole o in un ambiente
fortemente odoroso può perdere il suo aroma improvvisamente.
Vediamo come sfruttare appieno
le infiorescenze cresciute e come non perdere nessun tricoma.
ttesa su una superficie liscia e pulita. Dopo due
m
minuti di battitura si sarà radunata una polverina
aambrata, composta da globi dei tricomi ghiandolari
e piccoli residui vegetali.
Q
Questa polverina è fumo in polvere che dopo una
ccompattatura con le dita avrà l'aspetto dell'hashish
ddi alta qualità, quindi un colore marrone e una
ttessitura cerosa morbida. Se si ha lavorato bene, il
ssapore del prodotto ottenuto, sarà un concentrato
iintenso del sapore dei fiori di partenza. Una decina
ddi anni fa o poco più divenne famoso il fumo
eestratto in acqua, il così conosciuto Ice-O-Lator.
M
Molti puristi si schierarono contro il passaggio
iin acqua, a causa della rimozione degli idrosoluti
ooperata proprio dal passaggio in acqua. In realtà è
uun sistema meno invasivo della battitura a secco,
perciò l' Ice-O-Lator è una lavorazione molto valida ed è stata rivalutata in questi anni.
Innanzitutto va controllato il momento esatto di maturazione dei tricomi ghiandolari con l'ausilio di
una lente: inizialmente saranno trasparenti per poi divenire opachi e poi ambrati in tarda maturazione.
Il taglio andrebbe effettuato quando la metà dei tricomi sono opachi, se si vuole invece un prodotto
dall'effetto meno mentale e più fisico sarà meglio aspettare una settimana in più affinché la
maggioranza dei tricomi non saranno ambrati. L'ambratura è data dall'ossidazione dei cannabinoidi ad
opera dell'ossigeno atmosferico.
Tagliata la pianta andranno rimosse le foglie, avendo cura di lasciare solo poche di esse a coprire le
infiorescenze e a rallentarne l'asciugatura. Le foglie manterranno il giusto tenore di umidità attorno
alle cime evitando improvvisi sbalzi di umidità che potrebbero portare all'essicagione eccessiva ed alla
perdita di sapore ed aromi. Le piante tagliate andranno appese in un ambiente secco, buio e senza forti
odori ad essiccare per circa 15 giorni.
Dopo due settimane le infiorescenze possono essere ripulite dalle foglie in eccesso e stipate in un
contenitore di vetro, col tappo ancora aperto e ovviamente in un ambiente privo di forti odori e al riparo
da fonti di luce. Una volta nel contenitore di vetro andranno attesi pochi giorni prima di poterle sigillare,
nel caso vi siano residui di umidità pericolosi in quanto atti alla creazione di muffe.
Le infiorescenze ora secche possono essere degustate. Le foglie con tracce di resina non andranno gettate,
anzi sono utili per incrementare la resa di estrazione. Le foglie e le cime piccole che non si desidera fumare,
ma anche le cime grandi se non si adora fumare erba, sono la materia prima per le gustose estrazioni.
Come in Marocco si possono battere a secco, su un setaccio che può essere una maglia di Ice-O-Lator ben
GANJAMAN HA MOLTA FAME
CHIMICA. RISCHIO DEL MESTIERE
DEL NOSTRO EROE FUMANTE
di CBG
Da entrambe le estrazioni si possono ottenere teste di tricomi interi che possono passare alla fase di
ri-filtrazione. La ri-filtrazione è la tecnica che produce il Dry-Sift (o Dry-Sieve) cioè il fumo più puro in
assoluto: solo globi di tricomi ghiandolari. Sostanzialmente si prende la polvere ottenuta e si passa
attraverso un setaccio, in modo da lasciar cadere solo la frazione più piccola formata da gambi di tricomi
ed altri inquinanti. Si raccoglie solo la parte che rimane sul setaccio e sarà il fumo più puro in assoluto.
Esistono anche delle estrazioni tramite solvente e sono comode per estrarre la quasi totalità dei
tricomi: se non si conosce come operare le tecniche sopra descritte, esistono le estrazioni con solvente.
Nonostante la pericolosità di lavorare con solventi pericolosi, in quanto infiammabili, si può estrarre
la resina senza grandi conoscenze. L'unico inconveniente delle estrazioni con solvente è la difficoltà
di pulire l'estrazione dai residui di solvente. I solventi utilizzati – a parte il già conosciuto alcool
etilico – sono: metanolo, butano, cicloesano ed etere dimetilico. Nei grow shop vendono differenti
apparecchiature per l'estrazione con solvente, ma soprattutto per purgarne fuori i residui.
Il materiale ottenuto ha un punto di solubilità bassissimo, fonde a 30 gradi circa e alla temperatura
corporea non è solido. Un trucco per maneggiare queste estrazioni è di metterle in freezer prima di
toccarle, così da poterle anche agevolmente staccare dal contenitore. Sospendete la fertilizzazione
nelle ultime settimane e preparatevi ad essiccare ed estrarre prodotti di qualità notevolmente superiore
a quella del mercato nero.
Spero di aver rischiarato le idee in attesa del raccolto, buona fine fioritura e ricordatevi che siete solo
a metà dell'opera!
PROVA E RIPROVA, MA E’
IMPROBABILE CHE SPICCHI IL VOLO
MI SA CHE HO
ESAGERATO
EXCELSIOR!
EDICOLA
SUPER
SCOPPIO!
2X
1 SUI
MAXI
MENU
CAVOLO! 20
MAXI MENU
E 10 MILK
SHAKE
SU, SU E
VIA!
A TERRA
SU E
ALL’ATTACCO!
OH, ANCHE I
POTENTI CADONO
HISTORY CANNABIS
21
SHAKESPEARE IN
LOVE
(WITH WEED)
verso queste sostanze.
Durante il periodo elisabettiano infatti, è risaputo
che sia la cannabis che le
foglie di coca erano considerate valide alternative al tabacco e venivamo
consumate abitualmente,
senza lo stigma sociale
che il proibizionismo gli
ha inoculato forzosamente alcuni secoli dopo.
LA CANAPA NELLE POESIE E NELLE
PIPE DEL “BARDO”
“Scrivi sobrio, edita sballato”: così consiglia lo scrittore e antropologo
Jeremy Narby. 500 anni fa però le cose sembra andassero in modo diametralmente opposto, almeno per quanto riguarda uno dei più famosi
poeti della storia. A portare la questione agli occhi delle cronache è stato
l'antropologo ed archeologo Francis Thackeray della University of the
Witwatersrand di Johannesburg, che lo scorso luglio ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta su alcune pipe ritrovate nella casa di William
Shakespeare. È emerso infatti che nel cottage di Stratford-upon-Avon si
di Giovanna Dark
facesse uso abituale di cannabis.
La notizia è comparsa qualche tempo fa sul Daily Mail, dopo essere stata
pubblicata con tutti i crismi accademici dal South African Journal of Science,
ed ora la domanda che sorge spontanea è se effettivamente il Bardo scrivesse sotto l'influsso dei verdi fumi della nostra amata piantina. Le prove
paiono quanto meno schiaccianti... Stando a quanto hanno riportato le
maggiori testate giornalistiche, il gruppo di ricercatori sudafricani ingaggiati
da Thackeray ha potuto analizzare nel dettaglio la composizione chimica dei
frammenti delle pipe provenienti dal giardino della casa del poeta e di quelli
limitrofi. Il risultato? I pezzi di pipa del terreno di Shakespeare riportavano
evidenti tracce di marijuana, mentre quelle provenienti dai giardini vicini,
secondo gli studiosi, erano usate prevalentemente per le foglie di coca.
Sul South African Journal of Science, il professore spiega come ha ottenuto
i 24 frammenti di pipa vecchi di ormai oltre 400 anni dalla Shakespeare
Birthplace Trust e che tipo di analisi chimiche sono state portate avanti per
far emergere i residui delle sostanze fumate. Una tecnica relativamente
recente che combina l'utilizzo di un gascromatografo a quello di uno spettrometro di massa: il primo separa i composti chimici presenti nel campione mentre il secondo funziona da rivelatore. Quello utilizzato dai ricercatori
del team di Thackeray costituisce uno dei metodi analitici più avanzati e
consente l'identificazione e la quantificazione di sostanze organiche pressoché su qualsiasi tipo di superficie.
L'analisi chimica dei frammenti è andata avanti ininterrottamente negli ultimi 10 anni ed è legata – almeno da un punto di vista accademico – ad un
presunto ritratto di Shakespeare presente in un libro del 1597. Nell'Herbal
di John Gerald, un illustre botanico elisabettiano, vengono infatti presentati i “nuovi tipi di tabacco” arrivati dalle Indie Occidentali grazie a Francis
Drake e a sir Walter Raleigh, e – stando a quanto ha affermato lo storico
Mark Griffiths – tra le figure ritratte nel frontespizio è possibile riconoscere
il Bardo come quello che gli studiosi chiamano “il quarto uomo”.
Ora, nonostante la puntualità dei dati, non può ovviamente essere dimostrato con certezza che Shakespeare facesse uso abituale di marijuana.
Eppure i risultati di questo studio indicano che la cannabis era chiaramente
diffusa tra gli abitanti della casa del poeta nel periodo in cui lui viveva lì: dei
24 frammenti analizzati, ben 8 contenevano residui di cannabis e 4 di questi
provenivano direttamente dalla casa di Shakespeare.
C'è poi un secondo indizio che suggerirebbe la propensione del Bardo verso
la cannabis rispetto alle foglie di coca o di tabacco. Niente a che vedere con
la chimica ma comunque considerabile una fonte di prima mano. Nel Sonnet
76, composto per esprimere la frustrazione dello scrittore riguardo la sua
ripetitività nelle tematiche (quasi esclusivamente amorose), Shakespeare
scrive di una “invention in a noted weed” che molto rudemente potrebbe
essere tradotto e interpretato come un verso in cui si magnificano le proprietà di stimolazione artistica e creativa della marijuana. Poco prima, nello stesso
componimento, il poeta fa infatti riferimento ad un'altra “compound strange”
cui preferisce non farsi associare: i
filologi inglesi pensano che questo
strano “compound” possano essere
le foglie di coca e che Shakespeare
fosse consapevole dei suoi effetti,
preferendo evitarli.
Se i ricercatori quindi escludono la
possibilità che il Bardo facesse uso
di cocaina, non scartano invece l'idea
che il poeta fumasse marijuana, vista
anche la cerchia di persone dalle
quali era circondato, e considerato poi il clima di generale apertura
Lo stesso professor Thackeray,
ricordando la popolarità delle
sostanze atte ad alterare la percezione negli ambienti artistici,
scrive: “Ci si può facilmente immaginare lo scenario in cui venivano
rappresentate le opere alla corte
della Regina Elisabetta, in compagnia di Drake, Raleigh e degli
altri che fumavano pipe di argilla
piene di 'tabacco' ”. Non osiamo
immaginare cosa abbiano provato gli spettatori alla prima del
Macbeth...
GK
23
COLTIVA CON JORGE CERVANTES
Individuare e controllare l’antracnosi,
la ruggine fogliare, tumori e il
marciume delle piante
L’antracnosi è piuttosto diffusa
pv. cannabina), Cylindrosporium (Cylindrosporium
spp., C. cannabinum Ibrahimov), Leptosphaeria
(Leptosphaeria cannabina, L. woroninii, L. acuta),
ruggine bruna (Alterneria alternata = A. tenuis),
ruggine del sud (Sclerotium olfsii), marciume gambo
e radici, Sclerotium (Athelia rolfsii [teleomorph]),
ruggine dei rami (Dendrophoma marconii,
Botryosphaeria marconii [teleomorph]).
Minaccia per la coltivazione: da bassa a media.
Individuazione: ruggine è un termine generico
che descrive molte malattie provocate dalle
muffe, soprattutto alcune settimane prima del
raccolto. Fra i segnali di ruggine figurano le
punte scolorite delle foglie, delle chiazze scure
sul fogliame, una crescita lenta, l’improvviso
Antracnosi
Muffa
d’irrigare troppo poco o eccessivamente. Evitate di
mettere le piante in argilla o modificate la stessa per
migliorarne il drenaggio. Non bagnate il fogliame e i
gambi quando irrigate.
Fra le malattie specifiche che provocano l’antracnosi
figurano: antracnosi (Colletotrichum coccodes = C.
atramentarium Taubenhaus = C. dematium).
Controllo: il Trichoderma harzianum (Trichodex)
controlla l’antracnosi. Le polveri o gli spray allo
zolfo o al rame applicati su base settimanale non
appena viene individuata la malattia eviteranno
la diffusione delle spore, ma non elimineranno
la malattia. Cercate dei fungicidi da contatto che
contengano clorotalonil. Ci sono molti fungicidi
sistemici che uccidono l’antracnosi.
Nomi comuni: antracnosi, ruggine, peronospora,
ruggine fogliare, ruggine bruna.
Minaccia per la coltivazione: da bassa a media.
Individuazione: le foglie mostrano i primi sintomi
quando diventano di color verde chiaro. In poco
tempo, delle aree immerse in acqua diventano di
forma irregolare e sviluppano centri grigiastri con
contorno scuro. I gambi sviluppano delle ferite di
colore bianco che diventano nere. Si cominciano
poi a vedere dei puntini bianchi e neri nelle ferite. I
gambi possono sviluppare tumori. Questa malattia si
presenta in modo peggiore nei climi freddi e umidi,
soprattutto in argilla e terreni paludosi e quando
le piante sono stressate, soprattutto nei sistemi
idroponici. L’antracnosi non viene trasmessa nei semi
ma si può vedere sulla loro superficie.
con un adeguato equilibrio di nutrienti e un buon
drenaggio per prevenire l’accumulo di nutrienti.
Biologico: Utilizzate Serenade (Bacillus subtilis)
per combattere la ruggine bruna. Utilizzate
Binab, Bio-Fungus, RootShield, Supresivit,
Trichopel, (Trichoderma harzianum) o SoilGuard
(Trichoderma southvirens).
Utilizzate una miscela Bordeaux per fermare la
ruggine da muffa. Cercate di farlo in anticipo perché
poi può essere difficoltoso. La soluzione migliore è
quella di eliminare le piante malate e distruggerle.
Controllo: una volta che la ruggine attacca
il tessuto della pianta, c’è ben poco da fare.
Eliminate le piante dalla coltivazione e
sterilizzate l’area per evitare la contaminazione.
Tumori
ingiallimento, l’afflosciamento e la morte della
pianta. La maggior parte dei tipi di ruggine si
diffonde rapidamente in ampie zone delle piante.
Danni: uccide le foglie, rallenta la crescita e
Tumore
Malattia da muffa
Nomi comuni: tumore del gambo, tumore della
canapa.
Fra le malattie specifiche che provocano il
tumore figurano: tumore del gambo Cladosporium
(Cladosporium cladosporioides, C. herbarum,
Mycosphaerella tassiana [teleomorph]), tumore della
canapa (Sclerotinia sclerotiorum), tumore del gambo
Ophiobolus (Ophiobolus cannabinus, O. anguillidus),
tumore del gambo Phoma (Phoma herbarum, P. exigua),
tumore del gambo Phomopsis (Phomopsis cannabina, P.
achilleae, Diaporthe arctii var. achilleae [teleomorph]).
Minaccia per la coltivazione: bassa.
Ruggine
Individuazione: le prime ferite immerse in
acqua compaiono sui gambi e sui rami in fase di
maturazione. Si sviluppano provocando dei tumori
scuri che continuano a scendere in profondità e la
muffa invade la pianta. Infine, questa malattia scura
continua a crescere sui gambi morti.
Danni: l’antracnosi rallenta la crescita e riduce il
raccolto. A volte può essere letale.
Cause: l’antracnosi è provocata nella cannabis
da tre specie di muffe Colletotrichum. Anche il
Colletotrichum atramentarium provoca l’antracnosi.
La ruggine bruna (antracnosi) è provocata da
Alternaria e Stemphylium. Le muffe resistono in
inverno nei detriti o nella terra e cominciano a
crescere poi in primavera.
Ruggine
Malattia da muffa
Prevenzione: l’igiene è la miglior prevenzione.
Togliete i residui vegetali. Quando cimate, praticate
i tagli con strumenti affilati e sterili per tener
pulite le ferite. Utilizzate nuovo terreno ed evitate
Fra le malattie specifiche che provocano la ruggine
figurano: ruggine batterica (Pseudomonas syringae
Nomi comuni: ruggine bruna, ruggine del sud,
ruggine dei rami.
uccide le piante. Causa: condizioni poco igieniche
della coltura, terra infetta, introduzione nella
coltivazione di aria o tessuto vegetale.
Prevenzione: pulizia! Utilizzate un substrato fresco e
sterile. Evitate un’eccessiva fertilizzazione con azoto.
Evitate i casi di ruggine mantenendo le piante sane
Danni: tumore del gambo, soprattutto malattia
della canapa fibrosa e talvolta colpisce la
cannabis terapeutica.
Cause: presente nella terra o nel terreno non sterile,
contaminato.
Prevenzione: utilizzate terreno o substrato
fresco per ogni coltura. Tenete la coltivazione
24
e l’area di coltura ben pulite. Eliminate tutti
i residui vegetali dalla superficie del terreno.
Compostate utilizzando un bel po’ di materiale
e temperature elevate.
Minaccia per la coltivazione: la minaccia
per le pianticelle è alta! Vedi “Gray Mold
(Botrytis cinerea, ossia muffa delle cime):
gambi, fiori, cime”.
la circolazione dei fluidi, il che uccide le
pianticelle o i germogli. Il marciume blocca i
semi appena germinati, che non riescono così
a emergere e attacca le pianticelle, portandoli
giornaliero del terreno assicurerà il giusto grado
di umidità a semi e germogli. Fate germinare
i semi in carta pulita, fresca e inumidita e
spostateli nel terreno una volta aperti. Non
piantate i semi troppo in profondità. Coprite con
la terra per uno spessore di una volta e mezzo
la larghezza dei semi. Utilizzate un substrato
fresco e sterile e pulite bene i vasi per evitare la
formazione di muffe dannose nel terreno. Iniziate
a coltivare semi e germogli in sabbia a drenaggio
rapido, sterile, in lana di roccia, Oasis, cubetti Jiffy,
che difficilmente s’irrigano in eccesso. Metteteli
su una griglia o una superficie ben drenante.
Non posizionate una tenda per creare l’umidità
sulle pianticelle germinate, perché può portare
a eccessiva umidità e al marciume delle piante.
Il marciume è inibito dalla luce forte. Coltivate
le pianticelle sotto fonti HID e non fluorescenti.
Tenete bassa la fertilizzazione durante le prime
due settimane di crescita.
Semi: rivestire i semi con una polvere protettiva
è una sorta di garanzia. La disinfezione dei
semi viene utilizzata per uccidere gli organismi
dell’antracnosi e altre malattie portate dai semi.
Gli organismi del marciume si trovano nel
terreno, non sui semi. Il rivestimento mira a
uccidere o inibire le muffe nel terreno che
circonda i semi e a fornire quindi una protezione
temporanea durante la germinazione.
Il marciume colpisce le pianticelle prima che sviluppino
vere e proprie foglie. (MF)
Controllo: è meglio prevenire il tumore della
canapa. Tutti i controlli chimici sono sistemici.
Una volta che la malattia attacca, spesso è troppo
tardi. Il Contans WG contiene batteri Coniothyrium
minitans, parassiti dello S. sclerotiorum.
Marciume delle piante
Muffe: uccidono i semi, le pianticelle e cloni.
Nomi comuni: marciume,gambo marcio,germinazione
da muffa, malattia della pianta giovane.
Fra le malattie specifiche che provocano
il marciume delle piante figurano: (Botrytis
cinerea, Botryotinia fuckeliana [teleomorph],
Fusarium oxysporum, F. solani, Nectria
haematococca [teleomorph], Macrophomina
phaseolina, Pythium aphanidermatum, P.
debaryanum auct., P. ultimum, Rhizoctonia
solani, Thanatophorus cucumeris [teleomorph]
= Pellicularia filamentosa).
Informazioni: marciume è un termine piuttosto
ampio. Questa malattia ha varie cause.
Individuazione: ci sono due tipi di marciume:
uno uccide i semi quando germinano e prima di
aprirsi nel terreno, il secondo tipo, il marciume
posteriore/d’emergenza, porta al marciume o
all’afflosciamento delle pianticelle poco dopo
che le stesse emergono dal suolo. I gambi
sono pieni d’acqua, si necrotizzano e sviluppano
un’area inzuppata a livello del terreno. Le poche
e piccole piante erbacee ricadono sul terreno.
Segue un decadimento delle radici.
Danni: il marciume attacca i germogli a livello
del terreno se presenti nel substrato. Quando
la muffa attacca il tessuto del gambo, lo stesso
perde vigore a livello del terreno, s’indebolisce
e poi perde colore marcendo e diventando
marrone e molle. Infine, viene interrotta
a marcire a livello del terreno. Il fogliame
ingiallisce e le piante più vecchie marciscono a
livello del terreno.
Germogli: i germogli sono meno esposti
al marciume delle piante e gradiscono una
tenda per l’umidità per favorire il radicamento.
Mantenete la temperatura di germinazione fra
i 21,1ºC e i 29.4ºC).
Controllo
Cause: varie specie di muffe, fra cui Botrytis,
Pythium e Fusarium, sono presenti nell’aria,
nel substrato, nella pianta o nei semi. Questa
malattia cresce in condizioni di umidità o di
scarsa areazione e nei substrati di coltura
eccessivamente irrigati. Attacca le piante deboli.
Biologico: applicate dei granuli di Polygangron
(Pythium oligandrum) nel terreno e ai semi. Il
Bak Pak o Intercept sono applicati al terreno e il
Deny o Dagger, forme del batterio Burkholderia
Cepacia, viene applicato ai semi. Epic, Kodiac,
Quantum 4000, Rhizo-Plus, System 3 e Serenade
eliminano inoltre molte cause del marciume
delle piante.
Prevenzione: controllate l’umidità del terreno.
L’eccessiva irrigazione è il precursore principale
del marciume delle piante. Un attento controllo
Chimico: rivestite i semi con Captan. Evitate
d’inzuppare il terreno con il fungicida Benomyl
perché uccide gli organismi benefici.
Questo brano è estratto dal capitolo 24 “Malattie e insetti infestanti” della Cannabis Encyclopedia (594
pagine, più di 2,000 immagini a colori, formato A4) di Jorge Cervantes, disponibile da aprile 2015. Per
ulteriori informazioni, visitate il sito di Jorge, www.marijuanagrowing.com.
MEDICAL CANNABIS
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Cannabis q.b.
MR. GREENSPOON A INDICA SATIVA TRADE
Quest’anno ho visitato la fiera nazionale della canapa Indica Sativa Trade, a
Bologna tra il 5 e il 7 giugno, proprio l’ultimo giorno, notando felicemente
come l’afflusso di gente fosse abbastanza copioso. La giornata si può dire
sia iniziata solo dopo di un bel caffè nello stand di Soft Secrets, che sicuramente è riuscita a ricreare l’atmosfera olandese sul suolo italiano. Poi via tra
le installazioni di semi, lampade, aspiratori, e tutti i prodotti di cui la nostra
di Davide Calabria
rivista è portavoce.
Oltre all’entusiasmo nel vedere un
intero settore che riguarda economia, ambiente, salute e società,
stare in piedi con le proprie gambe a
livelli molto professionali, nonostante le leggi avverse, è sicuramente
stata un’occasione per rivedere gli
amici tra gli attivisti antiproibizionisti e fare un po' il punto della
situazione. Presenziavano, infatti,
anche varie associazioni, tra cui la
neonata C.I.P. (Canapa Info Point),
Free Weed, e son scappate due
chiacchiere, qualche ragionamento,
e non solo, con i soci dell’A.S.C.I.A.
(Associazione
Sensibilizzazione
Canapa Autoprodotta in Italia) e i
Pazienti Impazienti Cannabis (P.I.C.).
La programmazione prevedeva pure
diversi eventi, tra dibattiti, conferenze e workshop. Nella sala conferenze si è parlato di “Canapa medica:
Sistema Endocannabinoide e applicazioni”, in un dibattito coordinato
dal nostro Fabrizio Dentini, e che
ha visto anche la partecipazione del
dottore Francesco Crestani, dell’Associazione Cannabis Terapeutica.
A seguire, c’è stata la video conferenza dagli Stati Uniti con il Dr.
Grinspoon, intervistato dal nostro
Enrico Fletzer e organizzata dai
P.I.C., nell’ambito di un dibattito
su “Applicazioni, dosaggi, effetti
e rapporto con i pazienti”. Lester
Grinspoon è professore emerito
all’Università di Harvard (USA), autore del famoso libro Marijuana reconsidered, ed è stato chiamato in causa
come massimo esperto mondiale,
per dar manforte ai pazienti italiani.
In Toscana, la Regione italiana più
all’avanguardia nella cure con l'ausilio di cannanbinoidi, se così di
può dire, per esempio, succede che
i pazienti ricevano il rifiuto senza
motivo nel provare ad accedere alla
terapia nell’ambito pubblico. I pochi
che riescono a avere al cannabis si
ritrovano, tra l’altro, con una prescrizione a dir poco ridicola. La ricetta
standard è stata negli ultimi tempi
di 20/30 milligrammi al giorno (0.02 0.03 grammi), nemmeno un grammo
al mese, circa 7-11 grammi all’anno.
La quantità giornaliera consentita a
un Rasta, in un anno! Essendo quella
Rastafari la giusta via, si può dire che
il sistema sanitario sia ancora lungi
dallo svampirizzarsi.
Succede quindi che solo in pochi sentano i benefici della terapia, con il
rischio che il rimedio passi per inefficiente. Anche perché la posologia
d’assunzione standard adottata in
Toscana è quella della semplice infusione in acqua dopo la bollitura, nemmeno lasciando sobbollire per diversi
minuti l’erba. Amo e stimo il tè alla
cannabis, di cui scrissi poco tempo
fa, ma in acqua la ganja rilascia pochi
cannabinoidi e in quelle quantità non
è sicuramente adatta a curare i sintomi di chi non ha risposto a altre
terapie allopatiche. Tra l’altro, non
esiste documentazione scientifica che
parli di così modiche quantità (generalmente nell’infusione la posologia è
di un grammo/litro).
Il Dottor Grinspoon è stato quindi
molto bravo nel fare un pò di chiarezza. Ha voluto così sottolineare
come nell’uso medico siano ben
indicate le piante con molto CBD,
pur ribadendo di non scordarsi di
quanto il THC possa essere importante per il morale del paziente, in
quanto antidepressivo nella malattia. Circa i dosaggi e i metodi di
assunzione, Grinspoon ha posto
l’accento sull’importanza dell’autotrattamento, affermando che
bisogna consentire al paziente di
coltivare le varietà di cannabis più
adatte alle proprie esigenze.
Dall’America ci ha poi suggerito
come l’unica maniera possibile per
capire quale sia l’erba e il dosaggio giusto sia quella di rollare uno
spinello di ganja (intendeva pura,
ovviamente) o d’inalare con il vaporizzatore, facendo un tiro e aspettando qualche minuto. Se i sintomi
del malanno non passano, ha suggerito, bisogna fare un altro tiro, e
così via, fino all’estinzione del problema. In questo modo il paziente capisce chiaramente quale sia
l’erba appropriata e quanta deve
assumerne. Senza tanti grattacapi
accademici, come succede in Italia,
in quattro parole il dottore verde ha
risolto il problema dei dosaggio con
il buon senso.
Grinspoon mi ha impressionato per
il linguaggio molto comprensibile
utilizzato e mi ha pure meravigliato
quando – un professore come lui,
proveniente da una delle più prestigiose università del mondo – ha voluto evidenziare, circa l’assunzione con
lo spinello, come gli elementi aria e
fuoco nell’atto d’inspirare la canna
siano parte della terapia. Sembrava
di sentire qualche fratello Rastafari
della Giamaica parlare dei propri
strumenti in cocco (elemento legno)
come il Chalice, o in bambù, riempiti d’acqua come filtro, per fumare
la ganja (elementi aria e fuoco). A
quel punto, mi è quindi venuto da
pensare che finalmente hanno vinto
gli sciamani e che ne vedremo delle
belle. Il dado è tratto.
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INDICA DELLA VECCHIA SCUOLA
Night Queen
VINCITRICE CHAMPIONS CUP 2015
Nome varietà: Night Queen
Selezionatore: Dutch Passion
Origini: Banca genetica Indica Afgana
Fioritura: 8 o 9 settimane
Raccolto outdoor: all’inizio di ottobre
(Emisfero Boreale). All’inizio di aprile
(Emisfero Australe).
La Night Queen di Dutch Passion è un’Indica
Afgana originale che ha vinto il 1° Premio della
Champions Cup 2015 di Malaga. È una varietà
introdotta per soddisfare la richiesta di genetica
tradizionale della vecchia scuola con un forte
effetto per uso ricreativo e terapeutico.
La Night Queen è stata introdotta negli anni
Ottanta nella collezione di semi originale di Dutch
Passion. In quel periodo molte delle varietà più
diffuse si basavano spesso su genetiche Skunk,
Haze, Northern Lights o Afgana. Le genetiche
Afgane autentiche non erano le più facili da
reperire in quel periodo e oggigiorno è quasi
impossibile, a causa delle difficoltà di viaggio
nella regione. Per questo motivo, gran parte della
selezione di genetiche afgane o kush imparentate
all’afgana avviene utilizzando genetiche arrivate
dalla regione Afgana molti anni fa. Se siete fan
delle varietà di cannabis indica, non trascurate la
qualità offerta dalla genetica Afgana.
Le genetiche Afgane originali del programma
di selezione di indica degli anni Ottanta non
Tony, Banca di semi Dutch Passion
affidamento su varietà ben radicate, quali la Mazar
o la Night Queen, per la genetica. Fortunatamente
le banche genetiche come Dutch Passion possono
fare affidamento su un’ampia gamma di semi raccolti
nei decenni scorsi, prima che ci fossero problemi di
accessibilità. Nel caso di Dutch Passion, questi semi
sono immagazzinati al sicuro ben congelati, in un
luogo in cui potranno essere utilizzati in futuro per
programmi di selezione o ricerca.
La coltivazione domestica delle varietà di
indica pura non è molto diversa da quella degli
altri tipi di cannabis. Forse l’aspetto più insolito
della Night Queen e di altre varietà di indica
pura è il fatto che la pianta non si allunga
durante la fase di fioritura. Come per altre
varietà a fotoperiodo, la crescita vegetativa
viene raggiunta mediante l’utilizzo di un
regime di 18-24 ore di luce al giorno. Ridurre
la luce a 12 ore porta all’inizio della fioritura
Vale la pena indicare in dettaglio cosa rende
eccezionale il raccolto di indica, ecco perché
seguono alcuni suggerimenti di Antonio
e Ferdinand, i due fratelli europei che hanno
coltivato la Night Queen che si è aggiudicata
il 1° premio della Champions Cup. La Night
Queen è stata coltivata biologicamente in
terra contenente il 20% di fibra di cocco per
migliorarne l’aerazione. I nutrienti sono stati
somministrati mediante Bio-Sannie e fra questi
nelle varietà a fotoperiodo, ma a differenza di
altre varietà con genetica sativa, le varietà di
indica pura non si allungano per nulla. Questo
consente alle varietà di indica di avere una
figuravamo micorriza, nutrienti ed elementi per
la fioritura biologici BAC. La Night Queen che ha
vinto il concorso è stata coltivata in vasi areati,
simili ai contenitori tradizionali per piante, ma
con numerose aperture per l’aria che consentono
un’ottima ossigenazione delle radici e con una
soluzione interna a pozzetti che non consente
alle radici di fare dei cerchi attorno ai lati e alla
base. Il suggerimento principale di Antonio e
Ferdinand è quello di lasciare alle piante una fase
vegetativa lunga e ci sarà meno allungamento
di quanto non s’immagini durante la fioritura,
cosicché dimensioni e raccolto potranno essere
massimizzate grazie a questo lungo periodo
vegetativo. Le temperature (ºC) dovrebbero
essere appena sopra i 20 gradi e mai oltre i
25-26 e le piante svilupperanno uno strato
croccante di tricomi iniziando prima in fioritura.
La quinta o sesta settimana le piante saranno
molto appiccicose e inizieranno a produrre un
aroma forte, inizialmente e in molti casi a base
di agrumi/frutta. La somministrazione più densa
di nutrienti deve avvenire fra la quinta e l’ottava
settimana con pK13/14 a un massimo di 2 ml/litro.
La Night Queen dovrebbe essere nutrita in modo
piuttosto consistente, spingendola finché non dà
segni di eccessivo nutrimento e diminuendone
poi un po’ la contrazione. Alla Night Queen
generalmente ci vogliono circa 8-9 settimane
per portare a termine la fioritura e più tempo
la si lascia crescere, più sarà pesante fumarla.
I coltivatori esperti ‘risciacqueranno’ la Night
Queen dai minerali in eccesso somministrandole
acqua depurata durante l’ultima settimana circa.
I due fratelli hanno coltivato la loro vincitrice
della Champions Cup sotto fonti LED e ritengono
che questo abbia contribuito a ottenere cime
molto dense e dure con livelli di THC ottimali.
Qual è stato dunque l’obiettivo del lavoro iniziale
svolto sulla Night Queen? E in questi tempi
di ibridi di indica/sativa, che tipo di coltivatori
vogliono coltivare varietà di indica pura? Bene,
per alcuni appassionati della cannabis, non c’è
nulla di meglio se non una indica della vecchia
scuola dall’effetto potente che t’inchioda al divano
per alcuni minuti mentre valuti l’attrattiva di far
festa in cucina o d’impugnare il telecomando per
poi sdraiarti a poltrire a lungo.
Per alcuni, una indica Kush di buona qualità è la
scelta prediletta per il giorno, mentre per altri
è un premio occasionale. Ognuno di noi ha un
sistema endocannabinoide unico, perciò è logico
che ognuno abbia le proprie preferenze a livello
di genetiche di cannabis e quella del cuore, per
così dire. Accettiamo ovviamente il fatto che non
tutti decreteranno l’indica come preferita di tutti
i tempi, ma per chi apprezza le qualità dell’indica,
non ci sono sostituti. Le pepite dense e dure che
non si riducono nemmeno quando le si schiaccia,
l’effetto inebriante e spesso del fumo dalla
fase vegetativa più lunga degli ibridi di indica/
sativa e di rimanere sufficientemente piccole
per una tenda di coltura domestica. Spesso
i coltivatori fai da te riescono a ottenere
raccolti eccezionali soprattutto coltivando
varietà di indica a cui vengono dati un paio di
CERCATE DI FUMARVI DA SOLI UN’INTERA
CANNA SE CE LA FATE
sono importanti solo per noi, sono più o meno
insostituibili per la selezione futura. Non essendoci
attualmente possibilità evidenti di andare a
raccogliere geni in tutta sicurezza in Afghanistan,
la maggior parte delle persone deve fare
fragranza di hashish che ricorda una gioventù
mal-investita nei coffee shop olandesi. Le varietà
di indica hanno molto da offrire oltre agli elevati
livelli di potenza narcotica così apprezzati da chi
ne fa uso ricreativo e terapeutico.
mesi di fase vegetativa: queste piccole piante
cespugliose produrranno vari punti di fioritura
e potranno rendere molto bene senza che vi
preoccupiate di risolvere i problemi legati
all’allungamento delle stesse.
Se avete coltivato la Night Queen per bene, sarete
devastati anche dopo un paio di tiri, poiché spesso
sarà difficile persino finire una canna. I livelli di THC
superiori al 20% in una varietà indica in genere
sono soddisfacenti per alcuni coltivatori domestici.
Speriamo che le varietà di indica ci saranno per molti
anni a venire.
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31
UNGASS 2016 a New York
MOBILITAZIONE MONDIALE PER UN CAMBIAMENTO REALE
In attesa del prossimo incontro generale delle Nazioni
Unite sulle droghe dei prossimi 19-20-21 aprile, vale
notare come questi summit siano spesso gestiti da
persone la cui presenza è il principale ostacolo al cambiamento. È il caso di Cop21, che si svolgerà in Francia
dal 30 novembre al 11 dicembre, che avrebbe l'obbiettivo consacrato di ridurre il riscaldamento globale e
che pare pilotato da persone che con il miglioramento
climatico hanno ben poco a che fare, come denuncia
Naomi Klein in Una rivoluzione ci salverà, un libro intedi Enrico Fletzer
ramente dedicato alla crisi ecologica.
Lo stesso vale per l'UNGASS di New York, nel corso
della quale i proibizionisti, pur rimarcando a parole la
necessità di difendere i diritti umani, non sono certo
Anche per questo James Gierach, vice presidente
della LEAP, i tutori dell'ordine contro il proibizionismo,
ha scritto una accorata lettera aperta a Heather J.
rivolta a governi ed opinione pubblica mondiale di una
modifica radicale dei trattati: “Lo ripeto tanto spesso, il
diavolo degli emendamenti dei trattati sulle droghe sta
tutto nei dettagli. E senza la presentazione di proposte
specifiche e concrete per la modifica dei trattati, tutte
le discussioni che si sono tenute alle conferenze di
Vienna, tutti gli eventi collaterali riguardanti come
convivere meglio con il proibizionismo, e tutta la
discussione sulla UNGASS del 2016 a New York City,
non produrranno quel terremoto riformatore di cui
abbiamo bisogno per modificare i trattati sulle droghe
delle Nazioni Unite che sono utilizzati come la testa
d'ariete della guerra proibizionista mondiale”.
A questo punto però il compromesso tra le varie
componenti dovrebbe saltare e anche questo
sembra difficile. Anche perché la segreteria europea
è affidata a San Patrignano e la presidenza ai Veri
Templari svedesi. Mentre il pendant delle ONG di
NYC conta elementi progressisti o esplicitamente
antiproibizionisti. In questo contesto l'International
Drug Policy Consortium ha organizzato un convegno
a cui ha partecipato il Ministro della Giustizia della
Giamaica Golding che ha chiesto delle modifiche che
permettano agli Stati di adottare politiche sensate
sulla cannabis, dopo la parziale decriminalizzazione
attuata dal suo paese. Ma su tutte queste speranze
è calato l'intervento della rappresentante dell'ONU
e dello stesso governo USA che hanno fatto capire
come la conferenza potrebbe svolgersi con una regia
burocratica rigida e dai toni kafkiani.
Sullo sfondo l'irriducibilità della cannabis, la sua
modernità impareggiabile, il suo essere bene comune
e terreno di conquista in presenza della grande spinta
per la legalizzazione che sta lentamente contagiando
l'Europa, proprio a partire dalle Americhe.
disposti a modificare l'assetto complessivo. Per non
parlare delle procedure che vincolano al consenso e
all'intoccabilità dei trattati e che fanno della Single
Convention sugli Stupefacenti un vero Moloch.
Hasse, presidente del Comitato delle ONG di New
York City e ad Ann Fordham dell'International
Drug Consortium per chiedere che queste e altre
organizzazioni sostengano esplicitamente la richiesta
Anche per questi motivi l'assemblea generale di
Encod, in programma nelle prossime settimane ad
Amsterdam, deciderà alcuni punti di partenza per
una campagna globale a cui tutti saranno invitati
a partecipare e, nonostante le limitate risorse,
l'occasione si presenta propizia grazie alla spinta
antiproibizionista globale.
Nelle intenzioni del coordinamento europeo per
politiche giuste ed efficaci sulle droghe si tratta di
organizzare a New York – e in contemporanea su scala
planetaria – una manifestazione per la liberazione
della cannabis alle 4.20 pm del venti aprile, in un'ora
e in un giorno in cui milioni di amanti della cannabis
puntano gli orologi come a San Silvestro. Tanto che
in tutti gli Stati Uniti e in maniera crescente anche in
altri paesi, questo evento é diventato la giornata del
consumatore medio, come testimoniano le lancette
puntate degli orologi dei film di Quentin Tarantino
ma anche la data di lancio della proposta degli
oltre 200 deputati e senatori italiani favorevoli alla
legalizzazione della canapa.
Sono evidenti le difficoltà di organizzare una
manifestazione a New York, con gli attivisti globali
coordinati da Dana Beal, l'organizzatore della Million
Marijuana March, che dalla città della tolleranza zero ha
fatto rinascere il movimento antiproibizionista mondiale.
Con un probabile flash mob a piazza Hammerskjold
a New York, accompagnato da proposte di rilancio
a livello europeo e mondiale tese ad evidenziare le
iniziative convergenti e parallele, quelle intraprese dagli
attivisti americani ed europei che culmineranno il 20
aprile in una Drug Peace March interamente dedicata
alla cannabis. Marcia che sarà coronata dalla presenza
di media-attivisti da tutto il mondo – in collegamento
con il palazzo di Vetro – con una strategia di attacco
globale alle politiche oscurantiste fin qui adottate sotto
l'ombra della Single Convention. Magari accompagnate
da iniziative di attacco psichico alla Luther Blissett.
Continua sul prossimo numero...
BELPAESE
33
di CBG
Milano, un torrido 3 agosto.
Per fortuna quest'anno mio fratello non ha seminato autofiorenti e
posso riposarmi all'ombra di ben
quattro metri di sativa in terrazzo.
Quest'anno fa veramente caldo e
il tg non smette di ripeterlo, come
se lenisse in qualche maniera... Per
essere le tre del pomeriggio sento
abbastanza traffico: forse non è più
vero che Milano si svuota come tanti
anni fa o forse quest'estate siamo
veramente invasi di turisti. Prendo
una boccata d'aria profonda e mi
scosto dalla sdraio all'ombra di dieci
vasi di Thailandese per bere qualcosa. Ho molta sete e gli ultimi tiri mi
hanno brasato la gola.
te di mio fratello e in realtà siamo
già in ritardo. Se guardo i balconi
delle vie mi accorgo che – chi con
un paletto, chi con lo spago o con
le reti – tutti hanno già saldamente
assicurato le loro piante, mentre
io non avrei dovuto fumare così
tanto questo mese. Arrivati in viale
Papiniano chiedo un timeout e
mi fermo alla fontana. «Un'ottima
occasione per fumarne una, ti va?».
«No- rispondo -mi sto squagliando
e se ci fermiamo non arriviamo
più». Senza fare una piega estrae
una canna già pronta e l'accende
cedendo il passo ad un vigile sul
marciapiede.
«Signorina scenda dal marciapiede con la bici», le dice il vigile,
sorride e prosegue provato dalla
calura. Tanti anni fa per una canna
ci avrebbero arrestati e avrebbero perquisito le nostre case, oggi
invece gli cediamo il passo sul marciapiede con un sorriso: come cambia la società... Forse sono l'ultimo
rimasto a meravigliarsi di ciò. Mia
madre mi dà sempre del malinconico e io effettivamente mi ci riconosco. Ripartiamo e le dico: « Non
ti fa strano fumare di fronte ad uno
sbirro? Cioè dai, ci avrai anche fatto
il callo ma Cristo, quando avevamo
quindici anni non lo facevamo».
«Amo andiamo a fare un giro al
parco? ho sentito l'Eli e gli altri e
stanno festeggiando il compleanno
di Gio!». La proposta è allettante ma
ho la gola in fiamme, con un gesto
della mano chiedo tempo e continuo
verso la cucina. Mentre sorseggio
acqua e menta non posso non notare il balcone di fronte e commento:
«Forse quest'anno riescono a non
perdere mezzo raccolto a causa del
vento... guarda come hanno legato
con quella rete...» . Improvvisamente
mi ricordo perché questo pomeriggio non sono già al parco sdraiato a
fumare con la mia tipa.
«Presto! prendi tutto e usciamo di
corsa!». «Al parco?» mi chiede. «Ma
quale parco? - rispondo - ci siamo
dimenticati delle reti per reggere
le piante e se torna mio fratello ci
uccide!». In quindici minuti siamo
vestiti, con due rollbox, nell'atrio del
palazzo. La amo soprattutto perché mi asseconda e sa starmi dietro come nemmeno i miei migliori
amici potrebbero fare. «Non sarai
un uomo te?» dico. «Perché? Perché
sono sempre pronta?» mi chiede sorridendo con i suoi occhioni
verdi e quel rastino penzolante sul
collo ricordo di un Rototom di tanti
anni fa. Sì, la amo ma non abbiamo
tempo da perdere e il caldo mi sta
rincoglionendo.
«Prendiamo le bici, non ci sarà gran
In Italia nel 2020
COME SAREBBE SE IL NOSTRO
PAESE DIVENTASSE LA UTOPIA
DELLA CANNABIS?
invivibile. Brera è un dedalo di viuzze
con comodi gradini dove sedersi e
discorrere ore ed ore: con una buona
indica le gambe rammolliscono ed
ecco intasato il mio quartiere.
attrezzature per fumare e la mia rete
purtroppo la vendono sui navigli. La
pedalata è agevolata dagli sprazzi
d'ombra dei grandi aceri argentati
impiantati durante una delle ultime
TANTI ANNI FA QUESTO NON ERA POSSIBILE. ORA INVECE IL NOSTRO
MONDO È TUTTO DIVERSO, TUTTO LEGALE E SENZA STRESS
casino in giro». Non avessi mai detto
queste parole, da quando i turisti
americani si sono accorti della infinita bellezza di passeggiare per i
centri storici italiani fumando gran
cannoni, Milano è diventata una città
In bici sgattaioliamo tra uno yankee e
un attempato hippy verso il castello,
in direzione del vivaio sui navigli: una
volta sarebbe bastato un normale
grow shop, mentre ora sono divisi
tra chi vende solo semi, chi solo
campagne ecologiste della città. Mi
piace pedalare, un poco di meno
quando il caldo scioglie l'asfalto. Ora
però bisogna pedalare...
Servono le reti per reggere le pian-
Con un movimento di spalle mi
richiama all'ordine e riparte a pedalare tra un piccione e un gruppo di
turisti in cerca di refrigerio. Quel
piccione sembra un tacchino, con
tutti i semi di canapa che mangiano
in giro per la città abbiamo un'invasione di piccioni ciccioni. Rido tra
me e me, mi passa la canna e mi
chiede perché rido. «Perché sono
malinconico» le rispondo, do un
tiro profondo e continuo a pedalare. Fa caldo, sono fattissimo, ho la
voglia sotto le scarpe, ma come me
lo sono la maggioranza degli automobilisti nelle vie.
Il traffico è calmo e fluido, la gente
si saluta e i sorrisi abbondano sotto
agli occhi rossi e gonfi. Nei parchi
non ci sono più gruppi di ragazzini
ma grandi ritrovi di gente di tutte
le età, con profumate nuvolette
sopra di loro. Come cambiano le
cose. D'improvviso un cartellone
pubblicitario condensa i miei pensieri, è una foto di un armadio di
coltivazione in legno, smontabile,
dell'Ikea con lo slogan "cambiano i
tempi, Flöro growbox smontabile in
legno, soli 99,99".
Tanti anni fa questo non era possibile, eravamo equiparati ai peggiori
criminali. Ora invece il nostro mondo
è tutto diverso, tutto legale e senza
stress. Ah! dimenticavo, la rete.
34
CANNABUSINESS
Come ti sponsorizzo la
ganja, col VIP
Fin dagli albori del “Capitale”, la pubblicità è stata una fida ed insostituibile
compagna per l'economia di mercato. Con l'evolversi dei costumi e della
società, sempre più prodotti – dai superalcolici ai sex toys – sono stati “sdoganati” e portati sotto i riflettori grazie all'ausilio di very important people.
Assodato (almeno oltreoceano) che il cannabusiness è la nuova gallina dalle
uova d'oro, sono sempre di più i personaggi del mondo dello spettacolo che
sgomitano per associare il loro bel faccione a uno strain medical piuttosto
di Giovanna Dark
che a una linea di fertilizzanti biologici.
Se dalla musica sono arrivati i primissimi endorsements, ora anche gli attori del grande e piccolo schermo
hanno deciso di esporsi e salire sul carro dei vincitori della legalizzazione. Un esempio? Whoopi Goldberg,
nella colonna che tiene sul
Denver Post ha fatto una
dichiarazione d'amore verso
la sua “canna elettronica” –
le vape-pen che stanno ora
spopolando negli USA– ed
anche Sarah Silverman,
star comica della TV, si è
presentata sul tappeto
rosso degli Emmy Awards
spippazzando allegramente
il suo e-joint.
platealmente coming out sulla loro passione per la
cannabis (medica e non)». Da Cameron Diaz a Justin
Timberlake, passando per James Franco e Seth
Rogen, le star di Hollywood ci vogliono, insomma,
letteralmente mettere la faccia.
Ma non è solo pubblicità. Molti di questi VIP hanno
pensato di agire direttamente e di re-investire
parte dei loro meritati guadagni in prodotti o
servizi canna-based. Pioniere indiscusso di questo
filone è sicuramente il rapper Snoop Dogg – da
poco ribattezzato, secondo i crismi Rastafari,
Snoop Lion – che, assieme alla compagnia Grenco
Science, ha dato vita alla sua personalissima linea
di vaporizzatori, la DoubleG Series. Non pago, ha
Insomma, per la prima
volta artisti, registi e
addirittura autori si stanno
proponendo apertamente
per sponsorizzare o dare
direttamente il proprio
nome a prodotti a base di
cannabis o che servono
a consumarla. Certo
questa “evoluzione” era
prevedibilissima: finché di marijuana se ne parlava solo tra growers e breeders, i main sponsor sono
sempre state le star della canna come Ed Rosenthal o Jorge Cervantes – giusto per citarne un paio;
ora che la ganja è diventata innegabilmente mainstream, la naturale conseguenza è che lo siano
anche i volti che la rappresentano pubblicamente.
poi voluto donare “la modica cifra” di 10 milioni di
dollari per finanziare Eaze, un'applicazione che si
premura di consegnare marijuana a domicilio ed è
già attiva in 35 città statunitensi. Chapeau!
«È di certo un nuovo trend – ha spiegato l'ex editor di High Times Steve Bloom, ora tenutario del sito
CelebStoner.com – ora che la marijuana sta uscendo sempre di più dall'armadio dei tabù, le maggiori
compagnie del cannabusiness si stanno schierando per accaparrarsi le star che hanno fatto più o meno
Se è vero che associare l'hip-hop alla ganja
significa – 99 volte su 100 – vincere facilissimo,
risulta un po' più dura per quanto riguarda il
cinema, soprattutto se si parla di registi. L'icona
indie Kevin Smith – conosciuto ai più per essere il
papà di capolavori come “Clerks” e “Dogma” – ha
però avuto la brillante idea di sfruttarla per puro
scopo di marketing. Per promuovere il suo ultimo
film “Tusk”, Smith ha deciso di collaborare con un
dispensario di Los Angeles e creare due nuovi
strain nuovi fiammanti che avessero i nomi dei
due protagonisti del film, White Walrus e Mr. Tusk,
appunto. «Questo film è nato in una nuvola di fumo
– ha spiegato il regista al New York Times – e in
una nuvola di fumo verrà distribuito».
Ora, passerà di sicuro ancora un po' di tempo
prima che nelle televisioni d'oltreoceano vengano
trasmessi spot
in cui una star
di Hollywood
promuove uno
strain piuttosto che
un vaporizzatore,
alla stregua di un
qualsiasi alcolico
o prodotto di
bellezza. Certo è
che se vogliamo
davvero capire
qual'è il trend
internazionale per
il cannabusiness,
dobbiamo guardare
(per l'ennesima
volta) agli Stati
Uniti: il marketing
l'hanno inventato
loro e, come
diceva qualcuno,
“quell’attività che
si ritiene immune dalla pubblicità prima o poi si
ritrova immune da ogni attività”.
Nell'attesa di vedere anche da noi un Gerry Scotti o
una Sabrina Ferilli che si lanciano in spot e televendite
“verdi”, ci affidiamo all'onnipotente internet: tutte le
linee delle celebrity stoners si trovano comodamente a
portata di click. God bless America!
NON GUARDARE O TU FEDELE LETTORE DI SOFT SECRETS… POICHE’
ANCHE UN EROE TALVOLTA DEVE UMILIARSI
2:30 DI NOTTE. QUALCUNO NON E’ FELICE DEL RITORNO DEL
NOSTRO EROE FOGLIOSO.
SENTI UN PO’, SONO
STANCA DI VEDERTI
ARRIVARE PER
COMBATTERE IL CRIMINE
DA SOLO
MI SEMBRA
TU STIA
MIGLIORANDO
AMORE DELLA MIA
VITA, PRINCIPESSA
DELL’ERBA. VIENI DI
PATTUGLIA CON ME
DOMANI SERA
CUCCIA DEL
CANE
MA M-GIRL, LO SAI CHE
SONO UN LUPO SOLITARIO
E CHE MI PIACE AGIRE IN
SOLITARIA
BENE BENE FIDO, DORMIRAI
DA SOLO SUL DIVANO
STANOTTE, A MENO CHE NON
MI DIMOSTRI RISPETTO.
BATTUTA
D’ENTRATA
DELLA CANZONE
DI ARETHA
FRANKLIN
ASK ED
RADICI POCO SVILUPPATE E RACCOLTI ESIGUI
Coltivo con il cocco da vari anni. La qualità è sempre stata buona,
ma la resa ridotta. Le radici sono piccole e si sviluppano poco.
La coltivazione ha CO2. La stanza ha una temperatura compresa
fra i 22° e i 23° C quando le luci sono accese e non irrigo
eccessivamente. Tengo la soluzione nutriente a 1.600 ppm,
comprese 450 ppm che si trovano direttamente nell’acqua del
rubinetto.
Wild Landsman
La fibra di cocco che si utilizza contiene sali in eccesso che non sono
stati risciacquati. Molto spesso la fibra assorbe i sali, soprattutto il
comune sale da cucina, il cloruro di sodio, durante il processo di
produzione/imballaggio. Questo inibisce la crescita della pianta.
Prima di utilizzare il cocco, risciacquatelo abbondantemente
utilizzando un bagno e poi spargetelo. Alcune marche vengono
vendute già risciacquate e non serve effettuare questa operazione.
L’acqua che viene assorbita contiene oltre 400 ppm di minerali
disciolti. Probabilmente la maggior parte di questi è composta di
calcio. Questo agirà sul pH e sull’alcalinità dell’acqua e si legherà ad
altri minerali, il che poi aumenta i problemi che si riscontrano con
questo substrato.
Fate analizzare l’acqua dalla società incaricata. Probabilmente
contiene che ripuliate bene l’acqua utilizzando l’osmosi inversa.
Risciacquate il substrato o passate a un prodotto già risciacquato.
Abbassate le ppm del fertilizzante a 800-1000 or meno.
PESTICIDI IN PROSSIMITA’ DEL RACCOLTO
Posso usare il vostro prodotto antiacari (Zero Tolerance di Ed
Rosenthal) a pieno regime la quarta settimana di una varietà di
otto settimane senza bruciarne i pilucchi? In alternativa, c’è una
formulazione che consigliereste di usare?
Jubilee
Molti pesticidi, compreso Zero Tolerance di Ed Rosenthal, a volte
danneggiano gli stigmi, se utilizzati a pieno regime. Questo effetto
viene eliminato con diluzione al 25 per cento circa con acqua, o più
o meno 250 ml/litro. Prima di utilizzare un fungicida o un pesticida,
testatelo su vari rami per assicurarvi che non bruci le foglie.
ASSICURATEVI DI UTILIZZARE SOLO PESTICIDI CONSIGLIATI
PER I PRODOTTI COMMESTIBILI. Se l’etichetta cita solo le piante
ornamentali, il prodotto non è adatto a essere ingerito e quindi non
utilizzatelo sulla marijuana.
CIME CON ACARI
Dopo il raccolto ho notato delle strutture simili a ragnatele nel
punto di attacco fra la cima e il gambo principale e dei piccoli acari
dentro le cime. Se fumassi gli acari mi farebbe male? Non devo
venderla a nessuno e non posso permettermi di comprare i farmaci.
Chris
Gli acari essiccati sono un po’ fastidiosi da fumare, perché talvolta
scoppiettano quando li si accende. La marijuana infetta non è
considerata di qualità commerciale. Ciononostante, gli acari non sono
pericolosi da fumare.
Un altro modo per utilizzare la cannabis può essere quello di
trasformarla in hashish estratto con acqua. I residui di acari vengono
infatti eliminati nel lavaggio.
CO2 OUTDOOR
Ho partecipato a una conferenza sulle Normative sulla Marijuana
per Uso Terapeutico a Toronto, in Canada, che avete proposto circa
un anno fa. Durante la vostra presentazione, avete fatto vedere
35
BY ED ROSENTHAL
l’immagine di una pianta coltivata in outdoor in Australia, dietro a
una casa vicino a un punto di produzione di CO2, poiché vi era un
dispositivo di riscaldamento dell’acqua a metano.
Il lato dove c’è CO2 è piuttosto massiccio, mentre la parte dove non
c’è CO2 è la metà.
Mi chiedevo se poteste far vedere la foto. Ho detto a così tante
persone di questa fotografia e vorrei mostrare quanto possono
essere drastici gli effetti.
Spec
tricomi si riempiono completamente di cannabinoidi e di terpeni, le
molecole che danno la tipica fragranza alla marijuana.
Molti coltivatori professionisti in Europa raccolgono le cime una
settimana o due prima. Risparmiando 10 giorni per ogni raccolto,
pensano di poter avere un maggior ricambio durante l’anno. Chissà
perché lo fanno, poi. Non dovrebbero avere prezzi più alti per erba di
miglior qualità? Si potrebbe pensar così. Ciononostante, il mercato ha
deciso che i ricambi più rapidi sono più redditizi.
C’è un altro fattore da prendere in considerazione. Un’elevata
percentuale di chi in Europa fa uso di marijuana la rolla con tabacco,
aggiungendo spesso solo poca cannabis. Se la si fuma in questo
modo, o anche con una maggior quantità di cannabis, il fumo di
tabacco predomina sul resto. Anche se si fumasse una delle migliori
qualità, non si noterebbe. Non ci sono quindi incentivi neanche da
questo punto di vista. Se si coltiva un’ottima erba e nessuno lo nota,
non si è certo portati a farlo.
PIANTE CHE NON FIORISCONO
Senza volerlo, questo è stato un esperimento ben condotto. Si
tratta di un’unica pianta gigante. La pianta è stata esposta alla
stessa luce del sole, ha assorbito la stessa acqua e nutrienti. Il
dispositivo di riscaldamento dell’acqua emetteva aria calda sul lato
sinistro della pianta, che è molto più robusto del lato destro. Ogni
volta che l’acqua calda viene girata sulla pianta, c’è aria più carica
di CO2. Questa foto documenta come anche delle dosi intermittenti
di CO2 durante il periodo d’illuminazione sono state sufficienti a
provocare differenze nella crescita.
DISTANZA DEI LED DALLA SOMMITA’ DEL CANOPO
Di recente ho acquistato due fonti LED da 300 watt in uno spettro
a 9 bande per sostituire le due fonti HPS.
Le luci non emettono calore, il che è stato il fattore principale
che mi ha portato a tenere le fonti HPS ed MH circa 45 cm
sopra le piante utilizzando luci raffreddate ad aria o 90 cm
senza il piano di vetro sul fondo. A che distanza dalle piante
vanno posizionate le luci?
Eric Charles
Mettete le luci a circa 30 cm dalla sommità del canopo. Dato che
la maggior parte delle fonti LED contiene lampadine a spettro
diverso, la distanza consente ai vari spettri di diffondersi in modo più
omogeneo sul canopo.
FUMO FASULLO
Normalmente coltivo la marijuana per me, ma ultimamente
l’ho comprata da una serie di fonti locali (a Londra, Regno
Unito). Le cime sembrano sane e hanno THC, ma la cosa
principale è che hanno una buona fragranza di erba e il
sapore è inesistente, nullo, zero.
Perché? Non penso sia dovuto all’essiccatura/cura delle piante. Ci
sono motivi ambientali o sono stati i coltivatori alle prime armi
nella mia zona?
Mark
Ho avuto la stessa esperienza in alcuni coffee shop di Amsterdam.
Non penso che queste cime insapore e inodore siano il risultato di
una varietà, delle condizioni di coltivazione o della cura finale delle
piante. Sono invece il risultato di un raccolto effettuato prima che
le cime fossero mature. Durante gli ultimi 10-15 giorni di fioritura, i
Ho piantato alcuni semi di India/Bangladesh in outdoor a una
latitudine di 290 Nord, a metà novembre. Si tratta soprattutto di
varietà landrace a predominanza sativa. La mia idea era che le
piante passassero direttamente in fioritura con la fase vegetativa
più breve possibile, poiché non sapevo quanto sarebbe durata la
fioritura.
Dato che ho piantato due mesi e mezzo fa, le piante sono rimaste
in fase vegetativa, non sono ancora fiorite e non vedo ancora
se sono maschi o femmine. Sono state sempre outdoor e hanno
ricevuto più di 13 ore di buio. Non capisco. Questo lungo periodo di
buio non è sufficienti per forzare la fioritura?
Perché non fioriscono? Alcune varietà hanno una determinata
fase vegetativa prima d’iniziare a fiorire? Attualmente, in outdoor,
ricevono in tutto 10 ore e 46 minuti di luce e quindi13 ore e 14
minuti di buio. C’è un modo per forzarle in fioritura?
Walid
Questo inverno anch’io ho coltivato delle piante in outdoor a una
latitudine di 37,7°. Ho messo le piante in alcuni contenitori a fine
gennaio e ho raccolto all’inizio di aprile, lasciando alcune cime
non mature sulle piante. Diciotto giorni dopo, ho raccolto quanto
rimasto (vedi Foto n. 5). Una delle piante era a predominanza sativa.
Per questo motivo e per varie esperienze avute con altri raccolti
invernali, ho notato che i giorni più brevi (e le notti molto lunghe)
sono sufficienti per forzare le varietà di sativa in fioritura. Il motivo
per cui le tue piante non sono fiorite è che il periodo di buio ha
interrotto, in un certo qual modo, il periodo di luce. Anche alcuni
secondi di luce dei lampioni o di altre fonti dirette sono sufficienti
per riavviare il countdown delle piante. Le piante sono state in fase
vegetativa a causa dell’inquinamento luminoso.
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RADICI SELVAGGE
Le mie piante sono in fase di fioritura, ma le radici escono dal
fondo dei vasi. Cosa devo fare? Posso mettere una spugna sul
vassoio per contribuire a tenerle umide?
Alicia
Una spugna umida, quasi intrisa, è un’ottima soluzione per sostenere
le radici delle piante. Le spugne trattengono l’acqua ma hanno
anche spazi d’aria che consentono alle radici di stare a contatto con
l’ossigeno, di cui hanno bisogno per rimanere sane.
Un paio di suggerimenti: appoggia il contenitore su alcuni blocchi
solidi in modo tale che la spugna non venga schiacciata. Tieni la
spugna costantemente umida in modo che le radici non secchino.
36
QUANTITA’ DI SUBSTRATO
A pagina 205 del libro Marijuana Growers Handbook si legge che
bisogna utilizzare 11-22 litri di terra per ogni 0,1 metro quadrato
di canopo".
Se una tenda di coltura ha circa 0,7 metri quadrati di canopo,
significa dagli 80 ai 130 litri di terra. Mi sembra tanto. Qual è la
quantità corretta?
Sto usando una fonte HPS da 600 watt. Quante piane dovrei
coltivare in questa tenda?
John
I dati sulla terra sono corretti. Più è lo spazio a disposizione delle
radici, più grandi diventeranno le piante e maggiore sarà la resa.
Più sono le piante in uno spazio, meno sarà il tempo che ci mettono
a riempire il canopo. Coltiva il numero massimo di piante consentito.
Se non ci sono limiti al numero di piante, coltiva le piante in zone
da 25-30 cm, ossia 6-9 contenitori nella tua tenda. Una volta che le
piante occupano circa i due terzi dello spazio, è ora di riportare la
luce a 12 ore per forzarne la fioritura.
Acari e uova sul retro di una foglia, dove si ritrovano.
PLANTS WON’T FLOWER
Ho coltivato piante di diverse varietà questo inverno in outdoor.
Le cime erano piccole e la potenza piuttosto moderata. Se avessi
usato una struttura fredda o una serra non riscaldata, il raccolto
sarebbe stato migliore.
La Pineapple Kush, che si vede posta su di un tavolo, ha avuto il
miglior sviluppo in fioritura. Qui si vede prima del raccolto in aprile.
IN CUOR MIO
Lavoro nel settore della marijuana da quattro anni. Ho la possibilità
di coltivare cannabis per una casa farmaceutica. Mi sta dilaniando.
Amo coltivare. Mi sta consumando giorno dopo giorno. Essendo
un attivista, vorrei rifiutarmi, ma essendo anche un coltivatore di
cannabis disoccupato, voglio venderne, che è quello che penso che
farò con questi. La mia domanda è: devo aiutare le grandi case
farmaceutiche?
J. Corey Miller
Segui il tuo cuore. Se accetti un lavoro che non ti fa stare bene, non
sarai felice di farlo.
Si tratta della tua vita. Si vive una volta sola e si può solo vendere il
proprio tempo, non lo si può ricomprare. Come vuoi trascorrerlo?
CIME CON ACARI
Cercate di fermare le infezioni da acari. Curatele il prima possibile
con meccanismi biologici o pesticidi biologici, altrimenti alle vostre
piante capiterà quanto segue.
Aumentando di numero, gli acari fanno delle tele per facilitare il
passaggio.
A volte gli acari rossi si ritrovano vicino alla sommità delle piante.
Cima di Purple Kush.
I cloni sono stati messi in outdoor attorno al 3 febbraio.
CO2 IN OUTDOOR
Le piante sono cresciute fino a raggiungere un’altezza di circa 60-90
cm all’inizio di marzo, ma sono state indotte in fioritura dalle lunghe
notti ininterrotte.
Fiore che si sviluppa a un mese dal raccolto.
Quest’unica pianta è stato un esperimento controllato perfetto. Tutte
le condizioni sono state le stesse per entrambi i lati della pianta,
tranne il fatto che il lato sinistro ha ricevuto CO2 per il dispositivo di
riscaldamento dell’acqua posto all’esterno. Il lato sinistro della pianta
è notevolmente più robusto del destro. Ha più crescita e un colore
più profondo.
37
CIMA DEL MESE
Questo ibrido di Kush mostra bellissimi colori autunnali.
PIANTA DEL MESE
Questo ibrido adattato è diffuso nell’Oregon
Meridionale. Si evolve da 30 anni e vengono
aggiunte sempre nuove linee al programma di
selezione. Sa di bacche aspre e ha un effetto
stimolante.
COLTIVAZIONE DEL MESE
Queste piante hanno delle impalcature che le
proteggono dai danni provocati dal vento. Qui si
vedono alla fine di luglio e le piante cresceranno
fino a superare il perimetro nel giro di poche
settimane. Questa coltivazione ha rispettato il
limite previsto per legge nella contea, ossia 24
piante. Ciascuna di esse ha reso fra 3,5 e 6 kg circa..
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REPORT
39
Sulle vie della canapa. Parte I
SOFT SECRETS SI AGGREGA ALLA CAROVANA DELLA
CANAPA CHE ATTRAVERSA L'ITALIA
Su
iniziativa
del
“Coordinamento piemontese unitario per la legalizzazione della canapa”, gli attori
Giovanni Foresti, Paola Omodeo
Zorini e Attilio il fachiro, sono
partiti con la “Carovana della
Canapa” lo scorso 28 giugno
da Carmagnola, in Piemonte,
per raggiungere tutte le realtà
italiane legate alla benamata,
girare un documentario, e tessere le trame del suo ritorno
nella nostra vita quotidiana.
Lo stato dell’arte è più sorprendente di quel che si possa pensare, cercherò quindi di riassumere gli eventi a mio avviso più
curiosi, lasciando le decine di
altri incontri di questo viaggio al
futuro documentario.
Carmagnola ospita il “Museo
della Cultura e della Lavorazione della Canapa“ e la sede di Assocanapa, l’associazione che dagli anni ‘90 ha rigenerato la canapa in Italia, per l’occasione si
è messa a disposizione per un’intervista. Spostatasi nell’alessandrino, la carovana è stata ospite alla Cascina Nelson Mandela, a Visone, per il “Festival della
canapa e dell’agricoltura evoluta”, sugli svariati usi della canapa, dal pane ai
mattoni, con visite ai campi. La giornata si è conclusa con lo spettacolo teatrale
“Canapa, conferenza tragica”, di e con Foresti e Zorini, seguito dall’antica arte
del mangiafuoco e sputafuoco di Attilio.
Il giorno seguente c’è stato l’incontro con l’associazione “Canapa Alpina”,
grazie alla quale cinque paesi (Domodossola, Nosere Domodossola,
Montecrestese, Crodo, Croveo), hanno iniziato la coltivazione di canapa
di Davide Calabria
occorre essere azienda agricola,
basta comprare semi certificati e denunciare la coltura alle
forze dell’ordine.
A Bolzano, invece, l’incontro è
stato con Christoph Kirchler
di Ecopassion, che si occupa
di canapa a 360 gradi, coinvolgendo piccole imprese nella
coltivazione, con l’obbiettivo di
ricreare una filiera sostenibile e
incentivare l’economia.
Scesi in Veneto, i tre artisti
hanno partecipato festa di Radio
Sherwood a Padova e, partiti
per Trieste, sono stati accolti da
un piacevole buffet presso il bar
“Il cappellaio matto”, con farina,
semi e olio di canapa.
Da Trieste a Bologna, con vista
al Museo della civiltà contadina di San Marino Bentivoglio.
All'esterno del museo c'è un canapaio per i laboratori didattici, che
nasconde al suo interno un labirinto creato con piante di canapa in cui
giocano i bambini. La Carovana si è quindi dedicata alla scoperta di progetti e realizzazioni in bioedilizia tra Bologna e Modena, visitando, tra le
altre, a San Matteo Decima (BO), la prima casa italiana interamente in
canapa e calce (2009): antisismica, senza collegamento al gas metano, con
impianto fotovoltaico e pannelli solari.
Il successivo spostamento in Umbria, ha travolto i carovanieri con una giornata
a Sant'Anatolia di Narco, dove esiste un Museo della Canapa ed è stata organizzata una tavola rotonda sul Tessile Umbro Naturale. A seguire, gli artisti hanno
PER COLTIVARE CANAPA OGGI È SUFFICIENTE AVERE UN
PEZZETTO DI TERRA NON OCCORRE ESSERE AZIENDA AGRICOLA,
BASTA COMPRARE SEMI CERTIFICATI E DENUNCIARE LA
COLTURA ALLE FORZE DELL’ORDINE
distribuita su un terreno di 7000 mq., suddiviso in diversi appezzamenti,
fino a quota di 1650 metri. Sono stati raccolti aneddoti e storie antiche, e la
giornata è stata occasione per incontrare Maurizio Cesprini dell’Associazione Canova, e discutere di bioedilizia in canapa.
Il primo luglio i girovaghi sono arrivati in Emilia, dove gli amici Marino Longo
e Bernardino Castellana, di CanaPiace, a Lugagnano Val d’Arda, dallo scorso
anno coltivano canapa. L’Agriturismo “Prato verde” ha ospitato il dibattito
sulla canapicoltura nel piacentino, accompagnando la serata con birra e
chisolini alla canapa.
Risaliti in Lombardia, il viaggio ha raggiunto Orino (Varese), dove la Pro
loco svolge un’operazione culturale incredibile e ospita nel giardino un
piccolo canapaio in cui ogni pianta ha una targhetta con il nome del bambino che l’ha seminata.
La canapa si trova pure sulle Dolomiti del Trentino, dove Anna Zambanini, per
esempio, a San Lorenzo in Banale, coltiva erbe officinali e canapa di varietà
Futura 75, ottenendo semi di ottima qualità. «Per coltivare canapa oggi è sufficiente avere un pezzetto di terra», ha precisato un coltivatore di Tione, non
avuto il piacere di incontrare Melania Tozzi, ideatrice del progetto “Canapa
cruda”, che recupera, a Fabriano (Marche), l’antica tradizione della fabbricazione di carta in canapa.
La carovana si è quindi mossa alla volta di Bellaria Igea Marina (Rimini), dove
l’azienda famigliare Berardi, dedita alla coltivazione di erbe aromatiche, da
quest'anno ha iniziato ha coltivare le varietà di canapa Felina e Futura 75, in
un campo situato a Viserbella (RN), destinato all'uso alimentare, terapeutico
(estrazione di CBD) e alla fabbricazione di bio-plastiche.
Il sedicesimo giorno, l’incontro è con Alessandro Palumbo di Hemp Farm Italia,
il marchio di uno fra i primi oli essenziali ottenuti dal fiore di canapa, al lavoro
per entrare pure nelle eccellenze alimentari. Questa è stata anche l’occasione
per conoscere il signor Piero Montesi, l’ultimo cordaio marchigiano rimasto, e
Amerigo Rasicci, Presidente del Museo della civiltà contadina della Val Vibrata.
Fondato nel 1982, raccogliendo interviste e materiali degli anziani coltivatori e tessitori di canapa della Valle, è situato all'interno dell'agriturismo "Lu
Feschiuole" di Controguerra (Te).
Continua sul prossimo numero...
BELPAESE
40
FATE 31!
di Carlos Rafael Esposito
Siamo arrivati finalmente ad uno spartiacque. In Parlamento abbiamo deputati e senatori che propongono
la legalizzazione della canapa e non è finalmente un sogno, è solo il loro lavoro: comprendere quello che
la società domanda ed eseguire, mettendoci al passo coi tempi che corrono.
Sono anni che su queste colonne spieghiamo il perché ed il percome di una situazione la cui ipocrisia non
potrà più essere tollerata, il buon senso, il pragmatismo hanno il sopravvento quando si sceglie di stare
al timone senza ascoltare le sirene, ma dirigendo la propria attenzione la dove le stelle dicono terra. E se
Benedetto della Vedova si chiama Benedetto un motivo ci sarà a quanto pare.
Aver convogliato sul filar dell’estate un gruppo non trascurabile di politici interessati a regolare la
distribuzione e produzione di canapa è meritevole, noi siamo sicuramente i primi sostenitori di un nuovo
percorso legislativo che rimetta questa lodevole pianta al posto che gli spetta in seno al nostro amato
paese. La canapa, tutti i nostri lettori lo sanno, è stata sino alla seconda guerra mondiale uno dei principali
prodotti dell’agricoltura nostrana, che durante innumerevoli secoli ha approfittato delle sue qualità per
ottenere prodotti artigianali finiti di altissimi qualità. Adesso è il momento che torni al suo posto.
Di seguito un breve riassunto degli aspetti più interessanti e alcune riflessioni per migliorare la proposta,
una proposta di legge, comunque coraggiosa, che prevede innanzitutto tre livelli di produzione:
l’autoproduzione sino a 5 piante (ovviamente vietata la vendita del raccolto) in seguito alla comunicazione
dell’inizio attività all’Ufficio regionale dei Monopoli competente per territorio. I dati trasmessi saranno
inseriti tra i “dati sensibili” del Codice Privacy (opinioni politiche, tendenze sessuali, stato di salute…),
e non potranno essere né acquisiti, né diffusi per finalità diverse da quelle previste dalla procedura di
comunicazione. Oltre alla produzione a casa propria, si parla di Cannabis Social club, sul modello spagnolo,
di produzione condivisa e di distribuzione all’interno di un circuito chiuso con un numero di soci massimo
di 50 persone limite, che circoscrive l’attività di produzione a cifre reali e che sembra aver compreso le
difficoltà di “approvvigionamento parallelo” che molti CSC spagnoli devono affrontare quando i loro iscritti
diventano svariate centinaia. Infine, vendita al dettaglio in negozi dedicati forniti di licenza del Monopolio,
Un altro aspetto fondamentale, senza il quale non credo di poter sostenere un qualunque percorso
di legalizzazione, è quello riservato alla prevenzione: nella proposta il 5% del totale annuo dei ricavi
saranno destinati al finanziamento dei progetti
del Fondo nazionale di intervento per la lotta
alla droga, insieme ai proventi delle sanzioni
amministrative che saranno destinati interamente
ad interventi informativi, educativi, preventivi,
curativi e riabilitativi, realizzati dalle istituzioni
scolastiche e sanitarie e rivolti a consumatori di
droghe e tossicodipendenti. Io, per non sbagliare,
suggerirei di innalzare la percentuale destinata alla
prevenzione al 10% e di istituire una regia centrale
con ramificazioni locali a livello di Provveditorato
allo studio dove si possano favorire le iniziative
culturali più meritevoli che si inseriscono in questo
solco, quello di preparare i cittadini di domani, ancora minorenni, alla legalizzazione di oggi.
In ultimo una nota dolente che credo giusto rimarcare per rendere la legge davvero frutto di un nuovo
modo di intendere la relazione fra cittadino e consumo. Sono rammaricato del fatto che si preveda il divieto
di consumare cannabis in luoghi pubblici. Che tipo di obbiettivo ha il legislatore? Forse è interdetto il
consumo di alcol o tabacco di fronte a una scuola? Credo sia doveroso aggiustare il tiro su questo aspetto.
Se decidiamo di legalizzare significa che siamo d’accordo di avere a che fare con una sostanza come
minimo pericolosa come l’alcool e le sigarette, quindi che venga trattata alla loro stessa stregua.
Insomma noi a Soft Secrets abbiamo sempre fumato dovunque e ci sembrerebbe davvero paradossale ci
venisse proibito proprio mentre la cannabis sarà restituita alla società italiana.
LASCIARE LA POSSIBILITÀ A CHI VUOLE DI CONTINUARE
A SOSTENERE LE PIAZZE DI SPACCIO, NON È IN NESSUNA
MANIERA COMPARABILE A LASCIARE A QUESTE ULTIME
IL MONOPOLIO DELLA VENDITA
della quale si possono munire anche privati e non solo enti statali.
Questi tre livelli di produzione non elimineranno magicamente il mercato nero, che continuerà ad avere
interesse nella distribuzione di cannabis (posso già immaginare ad un prezzo più basso) ma certamente
eroderanno un bacino di utenza che sino ad oggi è stato gestito in totale esclusività dagli attori interessati
a questo commercio e porterà i consumatori a scegliere se preferire spendere meno per un prodotto
illegale o spendere un po' di più per un prodotto legale. La differenza, già lo sappiamo, sarà nella qualità
dello stesso, ma lasciare la possibilità a chi vuole di continuare a sostenere le piazze di spaccio, non è in
nessuna maniera comparabile a lasciare a queste ultime il monopolio della vendita come succede oggi.
Diciamo che i puntini sono sulla lettera giusta e il mercato si abituerà velocemente alla novità.
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27/7/1992. In Italia la coltivazione di Canapa è vietata (artr.28 e 73 del dpr 309/90) se non si è in possesso di apposita autorizzazione
(art.17 dpr 309/90). In assenza di autorizzazione i semi potranno essere utilizzati esclusivamente per altri fini (zootecnico, collezionistico,
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PUNTO LEGALE
Ganja libera in Italia? Solo qualche anno fa un'idea
simile era considerata un miraggio nel deserto
del proibizionismo. Oggi invece, anche nel nostro
Paese retrogrado e bigotto, di legalizzazione
pare si cominci a parlare sul serio. Lo avevamo
anticipato qualche numero fa: un fronte eterogeneo
di deputati si è messo al lavoro per studiare
un'alternativa alla legge vigente ed iniziare un
percorso di totale liberalizzazione della marijuana
sul modello a stelle e strisce (che, si sa, piace molto
alla nostra Italietta, soprattutto se si parla di ca$h...).
Negli ultimi anni sono state fatte diverse proposte
sul tema – già interessato da riforme di diversa
natura in svariati paesi dell'Unione Europea– e
un intervento legislativo è in qualche modo
richiesto dalla bocciatura da parte della Corte
Costituzionale della Fini-Giovanardi, l’ultima legge
creata ad hoc e approvata sul tema. Ignorate
le proposte che venivano dai radicali, da parte
della sinistra (non di centro) e dai pentastellati,
l'intervento (decisamente blando) del Governo
Renzi, con la rispolverata alla legge JervolinoVassalli del 1990, ha semplicemente riammesso
alcune varietà di cannabis nella tabella delle
droghe leggere, senza discostarsi più di tanto
dall'obbrobrio normativo che l'aveva preceduta.
La proposta di legge presentata lo scorso 15
luglio durante un'affollatissima conferenza
stampa a Montecitorio, ha però – forse – una
particolarità che la rende più “solida” di altre: è
frutto del lavoro di un intergruppo parlamentare
di cui fanno parte 113 deputati di diversa
estrazione partitica ed è stata co-firmata in
tutto da 218 parlamentari. Escluse, of course, le
correnti catto-fasciste di Giovanardi, Alfano e
Meloni, e l'immancabile Lega Nord di Salvini, si
può dire che mezzo parlamento sta seriamente
considerando di portare la cannabis ad un'ampia
legalizzazione. E così a Montecitorio si respira
aria di ottimismo, concentrandosi sul fronte
bipartisan di sostegno al progetto.
Che la proposta del sottosegretario Della Vedova
43
Provaci ancora
Italia!
COSA COMPORTA LA NUOVA PROPOSTA DI LEGGE SULLA
LIBERALIZZAZIONE DELLA CANNABIS
Lo scorso 15 luglio la scommessa fatta da Benedetto Della Vedova e dal
suo intergruppo parlamentare si è finalmente concretizzata in un disegno
di legge: a sostenere la proposta, la cifra “record” di 218 parlamentari.
Ecco cosa, quanto e dove si potrebbe fumare e/o coltivare se il disegno
di legge passasse indenne da entrambe le Camere.
di Giovanna Dark
e soci riesca a passare entro la fine di questa XVIIª
legislatura, prevista per il 2018, è tutto da vedere.
Ma se la straordinaria impresa dell’intergruppo
parlamentare dovesse riuscire, ecco cosa cambierebbe.
apertamente contemplata in un disegno
di legge: stando al testo dell'intergruppo,
sarà possibile coltivare piante di cannabis
fino a un massimo di 5 di sesso femminile,
in forma sia individuale, che associata. È
altresì consentita la detenzione del prodotto
ottenuto dalle piante coltivate, a patto che
non venga successivamente rivenduta. Per la
coltivazione personale sarà sufficiente inviare
una comunicazione all’Ufficio regionale dei
Monopoli competente per territorio e non è
necessaria alcuna previa o speciale
š3266(662$),1,
3(5621$/,
Come primo ed importantissimo punto, si
stabilisce il principio della detenzione lecita
di una certa quantità di cannabis per uso
ricreativo – 5 grammi, che diventano 15 grammi
in privato domicilio – non sottoposta ad alcuna
autorizzazione, né ad alcuna comunicazione a
enti o autorità pubbliche. Rimane comunque
illecito e punibile il piccolo spaccio di cannabis,
anche per modiche quantità inferiori ai 5 grammi.
È inoltre permessa la detenzione di cannabis
per uso terapeutico entro i limiti contenuti nella
prescrizione medica, anche al di sopra dei limiti
previsti per l’uso ricreativo.
š&2/7,9$=,21('20(67,&$
Per la primissima volta la parola
“autocoltivazione” entra nel glossario e viene
autorizzazione. I dati trasmessi sono inseriti
tra i “dati sensibili”
del Codice Privacy (opinioni politiche, tendenze
sessuali, stato di salute…), e non possono
essere né acquisiti, né diffusi per finalità
diverse da quelle previste dalla procedura di
comunicazione. Nel caso poi si volesse regalare
piccole quantità (massimo 5 grammi) a terze
persone, non scatterebbe l'illecito né sul piano
penale, né tantomeno su quello amministrativo.
š9(1',7$$/'(77$*/,2
Sul modello Uruguayano, viene istituito il regime
di monopolio per la coltivazione delle piante di
cannabis, la preparazione dei prodotti da essa
derivati e la loro vendita al dettaglio. Per queste
attività sono autorizzati dall’Agenzia delle Dogane
e dei Monopoli anche i soggetti e le aziende
private. Sono escluse esplicitamente dal regime
di monopolio la coltivazione in forma personale
e associata della cannabis, la coltivazione per la
produzione di farmaci, nonché la coltivazione della
canapa esclusivamente per la produzione di fibre
o per altri usi industriali. Per le attività soggette a
monopolio sono previsti alcuni principi insindacabili
(tracciabilità del processo produttivo, divieto di
importazione e esportazione di piante di cannabis
e prodotti derivati, autorizzazione per la vendita al
dettaglio solo in esercizi dedicati esclusivamente a
tale attività, vigilanza del Ministero della salute sulle
tipologie e le caratteristiche dei prodotti ammessi
in commercio e sulle modalità di confezionamento,
ecc. ecc.), la cui attuazione è delegata a tre decreti
ministeriali da approvarev contestualmente alla
proposta di legge. La violazione delle norme del
monopolio comporta, in ogni caso, l’applicazione
delle norme di contrasto alla produzione e al traffico
illecito di sostanze stupefacenti. La proposta di legge
prevede poi che spetti al ministero dell’Economia
e Finanze stabilire il livello delle accise, il livello
dell'aggio per la vendita al dettaglio, nonché il prezzo
di vendita al pubblico. Quest’ultimo potrebbe però
non essere semplicissimo da fissare, data la notevole
varietà dei prodotti. La variabile del prezzo è quindi
cruciale nella lotta allo spaccio illegale: valori di
listino troppo alti spingerebbero i consumatori a
tornare a rifornirsi per vie illecite.
š&$11$%,662&,$/&/8%
Della Vedova e i suoi hanno buttato un occhio
pure alla Spagna e nel testo ha inserito
la possibilità di coltivare fuori dal regime
di monopolio e in forma associata. Per la
coltivazione in forma associata, è necessario
costituire una associazione senza fini di lucro,
44
proprio sul modello dei cannabis social club
spagnoli, cui possono associarsi solo persone
maggiorenni e residenti in Italia, in numero non
superiore a cinquanta. Ciascun cannabis social
club può coltivare fino a 5 piante di cannabis
per ogni associato, per un massimo dunque di
250 piante per club. Sarà possibile iniziare a
coltivare decorsi trenta giorni dall’invio della
comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli
competente per territorio. Anche in questo caso le
comunicazioni sono protette dalle norme previste
per i “dati sensibili” dal Codice Privacy.
š&$11$%,60(',&$(
$&&(66,%,/,7$
$//(&85(
Sono previste poi svariate norme per
semplificare la modalità di individuazione delle
aree per la coltivazione di cannabis destinata
a preparazioni medicinali e delle aziende
farmaceutiche autorizzate a produrle, in modo
da soddisfare il fabbisogno nazionale. Sono
inoltre semplificate le modalità di consegna,
prescrizione e dispensa dei farmaci contenenti
cannabis. L’obiettivo è quello di migliorare
una situazione, come quella attuale, in cui il
diritto a curarsi con i derivati della cannabis
è formalmente previsto, ma sostanzialmente
impedito da vincoli burocratici, sia per
l’approvvigionamento delle materie prime per
la produzione nazionale, sia per la concreta
messa a disposizione dei preparati per i malati.
š',9,(72',&216802
38%%/,&2
Non tutto può essere rose e fiori. Anche in questo
testo permangono delle resistenze alla piena
accettazione sociale del consumo di cannabis.
Sul finire dell'articolo 2, al Capo I comma 3, si
stabilisce un principio generale di divieto di fumo
di marijuana e hashish in luoghi pubblici, aperti
al pubblico e negli ambienti di lavoro, pubblici
e privati. Se mai la proposta dovesse diventare
legge, sarà possibile fumare solo in spazi privati:
sia al chiuso che all’aperto. E tanti saluti alla
proverbiale cannetta al parco...
š*8,'$,167$72',
$/7(5$=,21(
Come per l’alcol, la legalizzazione della cannabis
non comporta oviamente l’attenuazione delle
norme e delle sanzioni previste dal Codice della
strada per la guida in stato di alterazione psicofisica. Nel caso di hashish e marijuana, rimane
aperta comunque la questione relativa alle
tecniche di verifica della positività al THC che
attestino un’alterazione effettivamente in atto,
come per gli alcolici, e non solo un consumo
precedente che abbia esaurito il cosiddetto
effetto “drogante”.
š35(9(1=,21((3529(17,
67$7$/,
Per dare un'ulteriore aura di legittimità
istituzionale alla proposta di legge è stato
deciso che i proventi derivanti per lo Stato
dalla legalizzazione del mercato della cannabis
saranno destinati per il 5% del totale annuo al
finanziamento dei progetti del Fondo nazionale
di intervento per la lotta alla droga. Inoltre, i
proventi delle sanzioni amministrative relative
alla violazione dei limiti e delle modalità
previste per la coltivazione/detenzione di
cannabis, sono interamente destinati ad
interventi informativi, educativi, preventivi,
curativi e riabilitativi, realizzati dalle istituzioni
scolastiche e sanitarie e rivolti a consumatori di
droghe e tossicodipendenti.
Ora, nonostante gli accorati appelli
dell'intergruppo parlamentare e il generale
entusiasmo degli stoners di casa nostra,
è probabile che questa proposta di legge
rimanga lettera morta. Non è eccessivo
pessimismo il nostro, ma un semplice
esercizio di memoria. A guardare bene, infatti,
negli ultimi 10 anni sono stati almeno una
decina – tra proposte di legge e raccolte
firme per referendum abrogativi – i tentativi
di legalizzare (o quantomeno liberalizzare) la
cannabis, che si sono inevitabilmente infranti
davanti al vaglio delle Camere. Certo quella
di Della Vedova è una proposta politicamente
eterogenea e finanziariamente allettante per
le casse dello Stato, ma sono ancora troppe
le resistenze politiche e culturali e religiose
presenti nel nostro Paese. Basti guardare
alla star del momento, quel Matteo Salvini
che piuttosto che legalizzare la cannabis ha
dichiarato sarebbe meglio riaprire le case
chiuse, perché «il sesso non ha mai fatto
male a nessuno, la cannabis invece si».
Nella speranza di aver preso un enorme granchio
e che la proposta si trasformi in legge entro il
2018, non ci resta che seguire gli sviluppi di
palazzo e incrociare le dita.
La canapa è un dono di Dio.
Già mia nonna lo ha sempre detto.
Božena, 67 anni
cannafest.cz | fb.com/cannafest
Dal 6. all‘ 8. 11. 2015
Area fieristica Praga
6a fiera internazionale della canapa e delle erbe mediche
Partner
generale
Principale partner
mediatico
STRAIN REPORT
47
di CBG
Il numero crescente
di growers in Italia
ha indubbiamente
contribuito alla crescita
del mercato dei semi.
Sempre più varietà
sono disponibili alla
vendita da un numero
crescente di seedbanks.
Il sito Seedfinder.eu
ne elenca oltre 6500 e
ovviamente non sono
che una parte delle
genetiche disponibili
al mondo. Ma da dove
vengono tutti questi
strain differenti?
Innanzitutto occorre
fare un passo indietro e
contestualizzare di che
tipo di cannabis stiamo
parlando.
delle caratteristiche dai
genitori ai figli? Non in una
via matematica, ma quasi. La
genetica ci insegna che non
ci sono certezze, in quanto
esistono dei meccanismi
detti di interazione genica
che alterano il normale
andamento dominante/
recessivo che ci si aspetta
sulla carta.
Ciò determina una diversità
fenotipica a parità di
genotipo, come quando
entrambi i genitori hanno
gli occhi azzurri e il figlio
li ha verdi. Possiamo a
grandi linee assumere che il
corredo genico del maschio
contribuisce al portamento
e alla forma dei rami e delle
infiorescenze, mentre il
corredo genico femminile
incide di più sulla resina e
sul contenuto di cannabinoidi
espresso nella progenie di sesso femminile.
I SEMI DA COLLEZIONE
La canapa, o cannabis, che
coltiviamo per fumare è
una particolare tipologia
dioica ad alto contenuto di cannabinoidi e con una
conformazione ben precisa delle infiorescenze.
Cannabis dioica significa che esistono individui
femmine ed individui maschio differenti, al
contrario sarebbe canapa monoica quindi gli
individui porterebbero entrambi i caratteri maschili
e femminili, quindi ancora sarebbe ermafrodita.
Ad alto contenuto di cannabinoidi significa che i
tricomi ghiandolari che ricoprono la parte aerea
della pianta esprimono un notevole quantitativo
di sostanze psicotrope. Con una conformazione
particolare delle infiorescenze invece sta ad
indicare un alto rapporto fiori/foglie perché
l'utilizzatore ludico come è noto non fuma le foglie
bensì le infiorescenze.
In natura sarebbe molto difficile trovare varietà
del genere, che per comodità definirò da qui in
seguito "moderne", in quanto sono il frutto del
duro, ma soprattutto rischioso, lavoro dei breeders.
I breeders sono i genetisti, coloro che incrociano
e selezionano varietà nuove attingendo dalla
popolazione disponibile. Come già scrissi qualche
anno fa su queste pagine, basta andare a vedere
su Google le immagini delle prime Cannabis Cup
degli anni settanta per rendersi conto dell'enorme
differenza morfologica tra i vincitori di allora e i
campioni moderni.
Purtroppo il boicottaggio infame subito dalla
cannabis nel secolo scorso ha fatto sì che solo pochi
avanguardisti nel garage o nell'orto di casa abbiano
potuto studiare a fondo la nostra beneamata, a
rischio della galera e delle più pesanti persecuzioni.
Ma è anche grazie a loro se la war on drugs non
è riuscita ad annientare e cancellare la cannabis
dal mondo. Pensate voi quale tremenda intuizione
dev'essere stata l'idea di incrociare un maschio
afghano con una femmina colombiana e poi ancora
con una femmina messicana per poi creare i pilastri
del breeding moderno. Certamente se avessimo
aspettato il corso di madre natura non avremmo
raggiunto questo livello, non conosco flussi migratori
di uccelli tra il Medio Oriente e il Sud America perché
tendenzialmente migrano per svernare e poi tornano
a casa volando da nord a sud e viceversa.
Incrociare e creare varietà nuove significa
collezionare il polline prodotto da individui maschili
e porlo a contatto coi pistilli bianchi di un individuo
femmina, i pistilli devono essere bianchi cioè
sessualmente maturi perché in grado di accoglierlo.
Ad avvenuta impollinazione i pistilli avvizziscono
imbrunendo, segnale che la pianta femmina è
stata correttamente impollinata. Alla fine della
fioritura, che durerà circa un paio di settimane
in più, gli individui femmine sono tracotanti di
semi. Una volta essiccate le infiorescenze, basterà
rimuovere i semi che se maturi cadranno da soli. I
semi ottenuti andranno selezionati secondo la loro
maturità. Un seme bianco o verdognolo facilmente
non germinerà. Anche i semi che dopo una
leggera pressione tra le dita si spaccheranno non
germineranno in quanto pieni di aria.
Il seme risultante sarà portatore in egual misura
del DNA dei genitori (genotipo) ma esprimerà
solamente una risultante dei suoi geni (fenotipo).
Il 50% dei suoi geni è patrimonio di mamma e il
50% di papà. Ma come è possibile la trasmissione
I semi che troviamo oggi disponibili sul
mercato altro non sono che incroci tra le
varietà più famose ed affermate che abbiamo
al giorno d'oggi. Una casa del seme non fa altro
che incrociare individui selezionando poi tra
i risultanti quello che più piace per farne una
varietà a sé. Sono pochi i professionisti nel
mercato dei semi di cannabis da collezione, la
maggioranza incrociano pilastri o pietre miliari
della cannabis per offrire in poco tempo varietà
di sicuro apprezzamento.
Non che sia un male questo, semplicemente è
richiesto al coltivatore più esperto di scegliere bene
a quale seedbank affidarsi per evitare di ritrovarsi
coltivata una varietà dozzinale. Con questo vento
di legalizzazione nel mondo spero arrivi anche in
Italia l'impulso che cambierà le cose e porterà un
poco di scienza tra i semi da collezione, perché
le varietà sono tante ma il pool genico da cui
attingere è pressoché infinito!
Perché?
Perché no?
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Lo scorso 12 dicembre, un coltivatore chiamato
Greenvigilante ha fatto la sua prima esperienza di
coltivazione con la varietà Moby Dick XXL Auto di
Dinafem. 77 giorni dopo, il risultato è stato imbattibile:
un raccolto enorme ottenuto utilizzando un’illuminazione mista di HPS e LED per la crescita di 15 piante di
Moby Dick XXL Auto, che ha portato a una resa incredibile di 155 grammi per pianta, ossia 2.340 grammi di
cime essiccate in totale. Segue una descrizione di tutte
le fasi della coltura e del processo di fioritura seguite
Greenvigilante
dal coltivatore per questa varietà.
La Moby Dick XXL Auto di Dinafem è
una varietà di cannabis autofiorente
progettata per rispondere alle esigenze dei coltivatori che volessero raccolti
abbondanti e la miglior qualità possibile prodotta da semi femminizzati
autofiorenti. Questa genetica è estremamente vigorosa e potente e produce una quantità sorprendentemente
elevata di resina e fiori per essere una
varietà autofiorente. In realtà, questa
varietà è una versione migliorata della
famosa Moby Dick Auto della Dinafem.
Attraverso questa esperienza, è apparso evidente il suo vero potenziale.
Sviluppo
Greenvigilante ha iniziato il processo
di germinazione mettendo 22 semi di
Moby Dick XXL su un foglio di carta da
cucina bagnato in una tenda di 2 metri
per 2 metri. Ha poi illuminato l’installazione con quattro fonti HPS da 600
W e alcune luci LED aggiuntive nella
parte centrale. In questo ambiente, ha
utilizzato un modulo centrale a 2 fonti
LED da 75 W prodotto dalla britanni-
ca Grownorthern LTD, con un’elevata
resa luminosa e il prodotto finale è
stato eccezionale.
Questo processo ha implicato l’utilizzo
della fibra di cocco come substrato
particolarmente efficiente per il drenaggio dell’acqua, che consente alla
pianta di assorbire perfettamente tutti
i sali minerali di cui ha bisogno. Inoltre,
ha alimentato le piante con B-52 (ossia
vitamina B, ideale per la germinazione), Big Bud e Overdrive.
Il 3° giorno, dopo aver posizionato
le fonti di luce, un sistema di aerazione e i vasi nella tenda di coltura,
Greenvigilante ha irrigato la coltivazione preparando una soluzione nutriente da 0,3 ml di Roots Excelurator, un
prodotto che somministra i nutrienti
di base per le radici e 1 ml di nutrienti
Sensi Grow A e B (progettati per le
colture idroponiche) per litro di acqua
d’irrigazione.
Il 7° giorno, dopo aver ottenuto la germinazione con fonti T5 fluorescenti, il
50
coltivatore ha messo i semi in15 unità
Air Pot da 10 litri, con un sistema di
aerazione radicolare e alcuni granuli
aggiuntivi di Plant Magic per potenziare la crescita. Ha aspettato quattro
giorni e ha poi irrigato nuovamente
le piante con i nutrienti. Dopo di che
ha somministrato un ulteriore ciclo
d’irrigazione ogni tre giorni e, successivamente, ogni due.
Ha proseguito durante la fase di crescita (prima della comparsa dei fiori), che
di solito dura circa 30 giorni. Durante
questa fase, ha aggiunto anche 2 ml
di Sensi Grow A e B, 1 ml di Voodoo
Juice e 0,1 ml di Roots Excelurator a
ogni litro di acqua d’irrigazione. Con
tale somministrazione di nutrienti, il
pH ha raggiunto 5.8 e l’EC (conducibilità
elettrica) lo 0.8.
Nel frattempo, il coltivatore ha cominciato a preparare una rete di 2 metri
per 2 metri, progettata specificamente
per controllare le dimensioni della pianta in indoor. Il ventesimo giorno la rete
era pronta. Fino a quel momento aveva
continuato ad applicare 2,5 ml di Sensi
Grow A e B, 0,2 ml di Roots Excelurator
e 1 ml di Voodoo Juice. Ha inoltre iniziato a usare l’illuminazione a LED e alcuni
germogli di prefioritura sono comparsi
sulle piante come primo segnale di una
settimana intera di coltura vigorosa.
Le piante hanno continuato a crescere
considerevolmente, il parte grazie alla
nebulizzazione di sali di Epsom. Il coltivatore ha inoltre installato un sistema
sprinkler con ogni unità Air Pot irrigata
mediante tre sprinkler per la somministrazione della soluzione nutriente e
l’acqua di drenaggio è stata eliminata
mediante un sistema di scolo. Prima di
utilizzare questo sistema automatico
dotato di timer (un Dripper System 16
Airpot RTA), ha trascorso varie ore nella
tenda durante il giorno per irrigare le
piante a mano. In questo momento,
rimanevano circa 14 giorni prima dell’inizio della fioritura e il pH è rimasto a
5.8, mentre l’EC a 0.8.
Il 32° giorno, l’altezza di alcune piante
raggiungeva la rete SCROG, sebbene
fossero necessari ancora dai cinque
ai sette giorni perché le piante crescessero verso sinistra e tutte le piante raggiungessero la stessa altezza.
Greenvigilante ha poi deciso di applicare un’illuminazione più forte per
ottenere un’elevata quantità di fiori di
cannabis, cosa che, a detta sua, aveva
già provato in precedenza con altre
varietà.
Verso il 34° giorno, le piante hanno
cominciato a crescere al di sopra della
rete SCROG. Il coltivatore ha applicato
una piccola quantità di calcio (da 0,1
ml a 0,2 ml) e una quantità simile
di magnesio. I sali sono stati applicati alternativamente, ossia, il giorno in
cui veniva applicato calcio, non veniva
somministrato magnesio. Ha detto che
bisogna infatti stare attenti alla quantità di calcio somministrata: deve essere
ben dosato perché è da due a tre volte
più forte degli altri nutrienti.
La temperatura con le luci accese deve
essere tenuta al di sotto dei 24 gradi
centigradi. Negli ultimi giorni, alle piante sono stati somministrati 2 ml di
Sensi Grow A e B, 1 ml di Voodoo Juice,
0,15 ml di Roots Excelurator e 0,1 ml di
calcio (o 0,1 ml di magnesio) per litro
d’acqua. Tutti questi elementi hanno
mantenuto il pH a 5.8 e l’EC a circa 1.1.
Attorno al 40° giorno, le piante avevano
superato la rete SCROG, erano diventate robuste e il profumo era perfetto.
Greenvigilante ha continuato a somministrare calcio, magnesio, Sensi Grow A
e B, Voodoo Juice e Roots Excelurator.
Ha inoltre aggiunto Carboload, un prodotto che potenzia la fioritura e che
aumenta notevolmente le dimensioni delle cime (il pH ha continuato a
mantenersi a 5.8, ma l’EC è salita a
1.2). In quel momento, semplicemente a giudicare l’aspetto delle piante,
Greenvigilante poteva già dedurre che
il raccolto sarebbe stato abbondante.
Il 45° giorno le piante hanno cominciato a fiorire e il canopo delle foglie
era così spesso che manipolare la cannabis si è rivelato un compito arduo.
Inizialmente, il coltivatore ha pensato
di dover rimuovere la rete dal sistema
SCROG, ma ha deciso infine di rimuovere solo una delle piante per lasciare
spazio a sufficienza alle altre affinché
continuassero a crescere.
Dinafem consiglia di lasciare spazio a
sufficienza fra le piante di Moby Dick
XXL Auto affinché crescano pienamente. Ha inoltre aumentato la dose di
nutrienti a 2,5 ml di Sensi Grow A e B,
0,1 ml di magnesio o calcio, 1 ml di B52
e 2 ml di Big Bud per litro d’acqua. Le
quantità sarebbero rimaste le stesse
fino al 60° giorno.
Il 49° giorno, a detta del coltivatore, i
vicini hanno cominciato a lamentarsi
del rumore del sistema di aerazione
delle lampade. Per evitare problemi,
Greenvigilante ha modificato l’orario di
accensione dei ventilatori per evitare
che se ne sentisse il rumore.
Alcuni giorni dopo, il 53° giorno, la fioritura ha raggiunto il picco e la fragranza
rilasciata dalla coltivazione era deliziosa. Le cime hanno raggiunto dimensioni notevoli ed erano piene di tricomi.
Nel giro di 15 giorni, sarebbero state
pronte per il raccolto.
Uno degli aspetti su cui di norma si concentra questo coltivatore quando coltiva autofiorenti grandi è quello di evitare
che le cime marciscano, ma dice che
con il sistema SCROG ha ottenuto una
grande quantità di germogli più piccoli, anziché grosse cime che potessero
essere colpite da questo problema. Per
questo motivo, ha utilizzato un ciclo
d’illuminazione di 18/6 ore durante le
ultime due settimane, che è stato poi
ridotto gradatamente ogni due giorni
fino ad arrivare a 12/12 ore, per evitare
che le cime marcissero.
Dal 60° giorno in poi, ha cambiato leggermente i nutrienti. Oltre a magnesio,
calcio e Sensi Grow A e B, ha aggiunto
Overdrive, un prodotto che è estremamente efficace nelle colture idroponiche per tenere le piante forti nella fase
finale del processo di fioritura.
A partire dal 70° giorno, il coltivatore ha
cominciato a irrigare solo con acqua, 7
giorni anziché i soliti 10. In questa fase,
la fragranza rilasciata da alcune delle
cime era pervasiva e piacevole.
Il 75° giorno, il coltivatore ha rimosso
interamente il sistema SCROG per raccogliere dei campioni e fare fotografie.
Nel farlo, ha rilevato che circa il 10% dei
tricomi era di colore ambrato. Dopo
aver rimosso il sistema di bloccaggio,
ha lasciato le piante nella tenda 48 ore
in più al buio.
In totale, la crescita è durata 77 giorni. In quel momento, i filtri antiodore
andavano a pieno regime. Quando la
tenda è stata aperta, tutta la casa sapeva di Moby Dick, un aroma intenso di
agrumi, legno di pino, legno esotico e
accenti dolci di Indica.
Una volta essiccata la marijuana, ha
osservato che la resa era estremamente alta (156 grammi in media per
pianta) e che la densità delle cime di
dimensioni commerciali era esagerata.
Greenvigilante ha definito la qualità del
prodotto finale “sublime”.
Come prova questo esempio, anche
i coltivatori alle prime armi possono
ottenere un’ottima resa con una varietà come la Moby Dick XXL di Dinafem.
Questa varietà di marijuana produce
naturalmente una grossa quantità di
resina ed è estremamente potente.
Ottenere questa resa richiede inoltre
molta pazienza, dedizione e un grande amore per la cannabis. L’amore di
Greenvigilante gli ha permesso di ottenere questa resa incredibile con una
genetica che non ha esitato a definire
“sorprendente”.
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COLTIVAZIONI DEL XXI SECOLO
53
Sistemi di CO2 per la coltivazione
della marijuana
L’unico modo esistente per sapere se un sistema di
CO2 è efficace sulla produzione finale di una coltivazione di marijuana è quello di coltivare anticipatamente
le stesse genetiche e nelle stesse condizioni ma senza
CO2, per poi ripetere la stessa coltura con la stessa
genetica e nelle stesse condizioni, ma con CO2. Questo
ci dà esperienza, cosa che non ci darà mai la teoria,
ecco perché sono partito da questo presupposto nello
scrivere questo articolo.
Toni13 – Cultivandomedicina.com
&2
A mo’ d’introduzione, dirò che la pianta utilizza l’energia che deriva da una fonte
luminosa per realizzare la fotosintesi e trasformare la materia inorganica in materia
organica. La CO2 riveste un ruolo fondamentale in questo processo. Le piante si alimentano di questo gas di giorno e lo divorano prontamente.
Non si ottimizza con la CO2 nelle fasi notturne, poiché la pianta ha bisogno di ossigeno. Io
la utilizzo di giorno nei periodi di fioritura e generalmente, a partire dalla terza settimana,
che coincide con la produzione di resina da parte della pianta e poi fino al raccolto.
Altri due dati interessanti sono che i livelli di questo gas si misurano in parti per milione
(ppm) e che, per il suo peso, si accumula nella parte inferiore dell’armadio di coltura. Per
avere un punto di riferimento, conviene ricordare che a livello mondiale si trova attorno
alle 385 ppm, valore considerato normale. Logicamente, dove c’è più inquinamento, il
tasso di CO2 sarà più elevato e nei luoghi meno inquinati, il tasso sarà inferiore.
3HUFKªXQVLVWHPDGL&2SX³LQFUHPHQWDUHODSURGX]LRQH"
La CO2 è fondamentale nella produzione di carboidrati (carbonio, idrogeno e
ossigeno) che alimentano le nostre piante. Quando la pianta viene ottimizzata con
questo elemento può incrementare la produzione del 5%-20%. Tutto dipende
da come si effettua l’ottimizzazione perché, se lo si fa male, si possono ottenere
risultati estremamente negativi. Per cui, si parla di un sistema di coltivatori con
esperienza che vogliono ottimizzare la produzione. La CO2 è l’ultima ottimizzazione che si deve effettuare in una coltura di marijuana.
Dopo aver illustrato questi dettagli, vorrei sottolineare come i livelli di CO2 che si
applicavano alle colture di marijuana ottimizzate con questo gas fossero di 1.500
Coltura ottimizzata con CO2 Boost
ppm e dico fossero, perché in realtà i valori consigliati sono altri. Parlando di questo
argomento con il mio amico Jorge Cervantes, mi ha commentato come uno studio
recente (2014) condotto negli Stati Uniti abbia concluso che la quantità adatta di CO2
che si deve applicare alle nostre coltivazioni indoor sia di circa 1.000 ppm ed è questo
che sto in effetti facendo.
La verità è che, da realista, ho notato un aumento della produzione. Quando le piante
vengono ottimizzate con CO2, la crescita accelera, il che porta la pianta a stancarsi
meno. Ho verificato che questo accorcia il periodo di fioritura della varietà. Ho realiz-
Generatore di propano con fiamma pilota
zato test con cloni identici e ho lavorato
con e senza CO2 e in una varietà di 8-9
settimane, la data del raccolto sopraggiunge da due a tre giorni prima.
Durante le mie esperienze di coltivazione, ho usato la CO2 in vari modi,
variandone molto l’efficacia a seconda
del metodo di applicazione:
1º- Soluzione casalinga: si può applicando
sfruttando i gas provenienti dalla combustione di una stufa, dal riscaldamento o da
simili. Non lo consiglio a meno che non si
controlli la quantità (ppm) di CO2, poiché,
se lasciamo la pianta esposta a elevati
valori di CO2 senza controllo, possiamo
provocare molto stress per la pianta e
può diventare ermafrodita. Questo metodo può causare vari problemi.
{ 6ROX]LRQH FDVDOLQJD un’altra soluzione casalinga è quella di unire lievito
fresco, acqua, zucchero o bicarbonato
e aceto, ma ci sarà da lavorare un bel
po’ per ottenere ben poco, poiché l’effetto sulla pianta è minimo, se seguiamo
questo metodo. Queste soluzioni che si
possono leggere in qualche forum non
meritano grossi sforzi. Non ve le consiglio. Ho verificato che 2 o 3 persone in
un abitacolo di 12 m2, solo per il fatto di
parlare e respirare, fanno aumentare la
quantità di CO2 a livelli ottimali.
{ 6ROX]LRQH GL EDVH &2 %RRVW se
volete aumentare il livello della coltivazione, bisogna ricercare un sistema più
sofisticato, progettato per raggiungere
questo scopo. Per esempio, il &2%RRVW
è un sistema semplice e di facile applicazione. È composto di un secchio contenente una formula brevettata di CO2
organica. Viene convogliata alla coltura
mediante una bombola collegata al secchio e attraverso un tubo di silicone che
porta il gas all’area di coltivazione.
Prima di applicare questo prodotto, ho
contattato il produttore e mi è stato consigliato, perché l’applicazione fosse più
efficace, di posizionare l’estrazione del
gas il più in alto possibile su ogni pianta,
perciò ho posizionato tante “T”, uscite
di distribuzione, quante erano le piante
nella coltura. Ho costruito un telaio in
legno e attraverso una maglia per creare
uno S.C.R.O.G., ho distribuito le uscite
del tubo in silicone. Nell’immagine si può
vedere la descrizione. Era una coltivazione con 16 piante e ho posizionato le uscite
a “T” proprio al di sopra di ogni pianta
perché il gas si distribuisse in modo il più
omogeneo possibile.
Il mio consiglio è quello di partire da un
sistema semplice, economico e di facile
installazione come il CO2 Boost e dopo
alcune colture, installare un sistema più
completo, come quello che ho attualmente, composto di tre elementi, ossia
il sistema di CO2 che aumenterà di più la
vostra produzione finale.
4º- Soluzione professionale, generatore
di propano + analizzatore + sonda:
- Generatore di propano: una bombola di
propano alimenta di gas il generatore e
questo, mediante i bruciatori incorporati, trasforma il propano in CO2.
(VLVWRQRWLSLGLJHQHUDWRUHFRQILDPPD
pilota e senza fiamma pilota.
Con fiamma pilota: nell’immagine si può
vedere che il funzionamento è molto
simile a quello di un dispositivo di riscaldamento a gas comune, con tre posizioni.
Il cerchio nero corrisponde allo spegnimento, la stella indica l’accensione della
fiamma pilota e la fiammella indica che il
dispositivo è in funzione e brucia propano.
Il punto rosso che si vede sotto il regolatore indica in che stato si trova in dispositivo e che sta funzionando. Quando
la luce si spegne, bisogna spegnerlo e
metterlo in posizione ‘spento’ prima che
la fiamma pilota si spenga, poiché questa
Generatore di propano senza
fiamma pilota
54
genera calore e CO2. Bisogna comunque ricordare che, come è vantaggioso ottimizzare con CO2 nella fase diurna, tanto è dannoso farlo nella fase notturna, poiché può
provocare stress per le piante. Se il tasso di CO2 è molto elevato, potrebbero nascere
fiori maschi e la pianta tornare ermafrodita.
Senza fiamma pilota: più semplice ed efficace, poiché basta mettere l’interruttore su
acceso, “ON”, affinché si metta a funzionare finché la bombola di propano si esaurisce e non bisogna sostituirla. Il connettore nero che si vede nell’immagine proviene
dall’analizzatore, che dà il comando di collegarsi, poiché si accende solo quando la
fiamma è accesa.
Questo elemento vi consiglio sia “senza fiamma”, poiché automatizzerà lo spegnimento e l’avviamento del dispositivo, il che gli conferisce totale autonomia e ci garantisce
un maggior grado di sicurezza.
- Analizzatore: questo dispositivo è quello che accentra tutte le informazioni e che controlla l’accensione e la regolazione del generatore di propano.
Possiamo scegliere
con quante ppm di
CO2 vogliamo andare a ottimizzare e il
rispettivo range. È
molto semplice: se
fissiamo la quantità a 1.000 ppm e il
range a 150, il generatore di propano si
metterà a funzionare per raggiungere
le 1.000 ppm di CO2
nella coltivazione e
darà il comando al
generatore di propano fino al raggiungimento di questa quantità, quando poi si spegnerà.
Avendo fissato un
range di 150, quando la quantità di
CO2 scende e arriAnalizzatore analogico + Sonda
va a 850 ppm di
CO2, darà un nuovo
segnale al generatore di propano che ricomincerà a funzionare. In questo
modo, ci assicuriamo una quantità “ottimale” costante di CO2 nella coltura.
Analizzatore digitale + Sonda
grammati e le ppm di CO2 che ci sono
nella coltivazione in quel momento.
- Sonda: indica quante ppm di CO2 ci
sono nella coltivazione. È fondamentale conoscere in qualsiasi momento
le ppm di CO2 se vogliamo ottimizzare
una coltivazione con CO2. Una dose
troppo alta produce un forte stress per
la pianta, che la può rendere ermafrodita e produrre fiori maschio durante la
fioritura o portare a un deterioramento
fisico notevole nella pianta. In generale,
la sonda si posiziona in mezzo alla coltivazione a un’altezza media. In questo
modo, offre dati più globali e oggettivi.
Informazioni pertinenti: oltre a disporre di generatori di propano per produrre CO2, dobbiamo sapere che possiamo
anche usare una bombola di CO2 con
elettrovalvola, ma questo sistema non
sarà molto più caro dell’utilizzo di un
generatore di propano per produrre
CO2. La bombola da 9,5 chili di CO2
può costare fino a 10 volte in più della
bombola di propano.
Durata della bombola di propano: di
solito ottimizzo le mie coltura a partire
dalla terza settimana di fioritura fino
alla fine della coltura, ossia circa 6 settimane per coltivazione. Una bombola
di propano costa 14€ e mi basta per 2
coltivazioni. L’area di coltura è di circa 12
m2 (circa 28 m3) e si parla di una spesa
di 7€ in propano, per ogni coltivazione, il
che è estremamente economico. L’unico
inconveniente è l’investimento iniziale
nella strumentazione.
(VLVWRQRWLSLGLDQDOL]]DWRUHDQDORJLFRHGLJLWDOH
Analogico: il modello che mi è piaciuto di più è quello nell’immagine. È composto di
due indicatori circolari, uno per stabilire le ppm di CO2 con cui vogliamo lavorare
e l’altro per indicare il “range”. È facilissimo. È inoltre dotato di una sonda per
misurare i livelli di questo gas.
Digitale: ho provato cinque analizzatori diversi e quello dell’immagine è il più
efficace e semplice. Ha un pulsante (display) che dà accesso a un menù semplice
dove fissiamo il livello massimo in parti per milione (ppm) di CO2 e il livello minimo che attiverà il generatore. Sullo schermo possiamo visualizzare i valori pro-
Ottimizzazione di CO2 + Sodio + LED
L’enciclopedia online della Cannabis
/SoftSecretsItalia
@cannabisinfo_it
56
EASY CANNABIS
Quello che non vedi
COSA C'È DAVVERO DENTRO QUELLO CHE FUMIAMO
Quando c'è proibizione, c'è spaccio e quando c'è spaccio, c'è taglio.
Questa la regola aurea che (ahinoi!) tutt'ora tiene in piedi il maestoso e
ultra-miliardario impero del narcotraffico. Acquistare hashish o marijuana
per strada – ma anche dal pusher di fiducia – comporta ancora oggi un
rischio in termini di salute, oltre che legali. Usate per aumentarne il peso o
modificarne l'effetto, le sostanze da taglio sono purtroppo una realtà ben
ancorata a quello che fumiamo ogni giorno. Ecco un piccolo compendio di
di Giovanna Dark
quelle che sono state analizzate e scoperte fin'ora.
Nel belpaese si fa un gran parlare di
legalizzazione della cannabis e di come quasi tutti
ormai l'abbiano provata almeno una volta, magari
godendosela. Allo stato attuale delle cose, però,
sia la coltivazione che l'acquisto rappresentano
attività illecite e penalmente perseguibili, col
risultato che il 99% dell'approvvigionamento
di hashish e marijuana – fatta eccezione per le
rarissime prescrizioni mediche – avviene sulle
piazze del mercato nero. Comperare erba e fumo
per strada o dal pusher di fiducia è però sempre e
comunque un azzardo: vista la totale mancanza di
controlli, è quasi assicurato che il prodotto non sia
di qualità. Certo, l'high c'è comunque, ma assieme
al THC il nostro corpo finisce per assorbire
sostanze che, primo, non dovrebbero stare li e,
secondo, potrebbero essere altamente nocive per
il nostro organismo.
Esistono tonnellate di leggende metropolitane
su cosa finisca dentro quello che ci fumiamo.
Tante volte sono esagerazioni a favore di pubblico
(molto poco pensante) – come ad esempio la
celeberrima cannabis tagliata con eroina (sic!)
– ma per la maggior parte le voci sono vere e
della cannabis sia nocivo anche e soprattutto per
la salute pubblica: vietando l’autocoltivazione
di cannabis ed imponendo ai consumatori di
rivolgersi al mercato illegale lo Stato abdica
platealmente all'articolo 32 della Costituzione
che recita chiaramente “la Repubblica tutela la
salute come fondamentale diritto dell'individuo
ed interesse della collettività”. Ed anche una
prova della mancanza di controlli seri in Italia,
dove ogni giorno vengono dilapidate risorse
pubbliche per reprimere consumatori e piccoli
coltivatori di cannabis, ma non vengono
effettuati controlli sulle tipologie di prodotto
rintracciabili sul mercato dello spaccio né
vengono attuati programmi per informare sui
rischi reali dell’assunzione di queste tipologie di
droghe leggere, che evidentemente, più che sulle
inesistenti percentuali di THC al 60% vaneggiate
da Giovanardi, si ritrovano nelle sostanze da taglio
che le mafie utilizzano per aumentare i guadagni.
Perché è tutta una questione di business in fondo.
Da che mondo è mondo, la grande piramide del
narcotraffico campa sulla “diluizione”del prodotto
e sul guadagno extra che ad ogni gradino se
senza nessuna eccezione e anche più di una volta,
nei vari passaggi dal produttore al consumatore.
Tagliare la droga assolve infatti a tre specifiche
funzioni necessarie alla sopravvivenza del
mercato nero:
1) aumentarne il volume, il peso e quindi
moltiplicare i proventi ricavati dalla vendita della
sostanza;
2) migliorare gli effetti della sostanza
stessa, quando questa è di bassa qualità e di
conseguenza stabilizzare la domanda, se non
addirittura crearla;
3) alterare il composto in modo che questo sia
meno riconoscibile dai controlli, soprattutto
cinofili, delle forze dell’ordine preposte.
Le analisi effettuate nei campioni di strada, cioè
i pochi grammi sequestrati a poveri ragazzini
o a semplici sprovveduti dalle forze dell’ordine
nei loro controlli di routine, dimostrano la
presenza di numerose sostanze da taglio che,
più specificatamente, possono essere divise in 4
macrogruppi.
– Diluenti: tutte quelle sostanze che aumentano
il volume complessivo della preparazione,
aumentandone di conseguenza il peso;
– Adulteranti: sostanze che hanno un proprio
effetto farmacologico aggiuntivo e finiscono per
modificare sensibilmente l'high o comunque la
percezione psicofisica della sostanza;
– Impurezze d'origine: le sostanze naturali
presenti nella droga vegetale, da cui si ottiene, per
via sintetica, la sostanza stupefacente;
– Impurezze di sintesi: tutti i prodotti derivanti
dal processo di sintesi o prodotti da esso, diversi
dal principio attivo della sostanza lavorata.
Dalle analisi effettuate, dal 2007 al 2013, sui
campioni di hashish e marijuana sequestrati,
LA GRANDE PIRAMIDE DEL NARCOTRAFFICO CAMPA
SULLA “DILUIZIONE”DEL PRODOTTO E SUL GUADAGNO
EXTRA CHE AD OGNI GRADINO SE NE RICAVA
le sostanze da taglio rinvenute all'interno di
campioni analizzati dalle sparute associazioni
volontarie e dai ricercatori prezzolati del fu DPA,
hanno di che far accapponare la pelle.
Un’ulteriore prova di come il proibizionismo
ne ricava. È possibile ipotizzare, ad esempio,
che da un kilogrammo iniziale di marijuana si
possa ricavare cinque volte tanto, portandola al
raddoppio effettivo del peso in almeno 4 passaggi
di livello, dal “pesce grosso” allo spaccino di
piazza. Tutte le droghe illegali vengono tagliate,
risulta che in essi sono contenuti, oltre al
suo composto principale (il delta9-THC),
alti livelli di contaminanti biologici, tra cui
batteri Aspergillus, che potrebbero condurre
alla polmonite fulminante, soprattutto negli
immunocompromessi. Sono presenti anche
57
contaminanti non biologici, tra cui metalli
pesanti come alluminio e cadmio, i quali possono
provocare malattie respiratorie accumulandosi nei
fluidi polmonari, causando reazioni infiammatorie
e attività pro-ossidante.
In alcuni casi nella marijuana è stato trovato il
“paraquat”, un pesticida tossico per le vie aeree, in
grado di alterare la membrana alveolare e causare
l’ARDS (Sindrome da Distress Respiratorio Acuto),
con ipossiemia e insufficienza respiratoria. Infine,
sono state trovate nei campioni di hashish la
paraffina e microsfere in vetro o sabbia, aggiunte
per aumentare il peso e che possono causare,
una volta inalate, reazioni infiammatorie, con
conseguente danno alla mucosa orale, ulcere della
bocca, epistassi, mal di gola, tosse e polmonite
secondaria all’inalazione.
Lo scorso anno anche la televisione svizzera si è
occupata di questa problematica e in un servizio
trasmesso su TeleTicino ha portato allo scoperto i
danni collaterali del proibizionismo. Intervistando
anonimi fumatori che hanno accusato nausea,
dolori e difficoltà respiratorie sopraggiunti dopo
aver fumato, la tv elvetica ha parlato di erba che
viene “coltivata con pesticidi, poi imbevuta in
acetato di piombo per aumentarne il peso, coperta
di lana di vetro per simulare la cristallizzazione del
fiore ed infine spruzzata con la lacca per tenere
insieme il tutto”. Alla faccia delle droghe leggere....
C'è poi la leggenda metropolitana, rivelatasi
però assolutamente fondata, che la
cannabis proveniente dai Balcani, in special
modo dall'Albania, sia in realtà imbevuta
nell'ammoniaca. Stando a quanto dicono i bene
informati, prima di tagliare le piante, i coltivatori
gettano ammoniaca sul terreno, che viene
assorbita dalle radici, facendo seccare molto più
rapidamente la pianta, e amplificandone gli effetti
psicoattivi e quelli purtroppo collaterali. Per i gli
operatori del mercato nero accelerare il processo
di essiccazione è importante: far seccare le piante
in modo "naturale" richiederebbe settimane,
con i problemi ed i rischi relativi alla gestione
del prodotto in tale periodo, mentre imballare
erba ancora fresca potrebbe provocare muffe
che deteriorerebbero il prodotto, rovinandolo o
almeno deprezzandolo. Ma l'ammoniaca viene
utilizzata anche per amplificare gli effetti dell'erba
di scarsa qualità, sempre proveniente dall'est. La
marijuana viene immersa nell'ammoniaca e fatta
seccare nuovamente. Anche se il tenore di THC
dell'erba in questione è molto ridotto, grazie agli
effetti dell'ammoniaca, al consumatore sembrerà
di migliore qualità rispetto a quella effettiva,
almeno in termini di sballo.
Per quanto riguarda l'hashish, invece, fonti meno
ufficiali parlano di tagli effettuati con vasellina,
paraffina, henné, lucido da scarpe, cera d’api e
miele. Personalmente posso dire di aver assistito
ad un tipo di taglio dell'hashish che definirei,
perlomeno, onesto. Mi trovavo nella cucina di
un amico che doveva ammortizzare le perdite di
quello che si era fumato da solo. L'amico aveva
una ventina di grammi di quello che mi pareva
essere Charas – o comunque uno di quegli hash
belli morbidoni – e dei rimasugli del classico
fumo commerciale e aveva deciso di “rimpolpare”
il prodotto di qualità farcendolo letteralmente con
quello da poco: sciolta la Charas a bagnomaria,
aveva quindi aggiunto i pezzetti del fumaccio
commerciale e, dopo averlo impastato manco
fosse la base di una Saint Honoré, lo ha lasciato
raffreddare e ricompattarsi. Lui rideva, “two gust
is megl' che one” diceva. Chissà se i suoi clienti
hanno apprezzato...
Insomma, nell'era del bio, della filiera corta e
dei marchi di qualità anche sulla carta igienica,
non ci si può nemmeno più fidare della
naturalità del prodotto di una pianta: allo stato
attuale delle cose, è quasi impossibile che un
composto proveniente dal commercio illegale sia
incontaminato. Se infatti il profitto è il fine ultimo
e i controlli sulla qualità del prodotto sono pari a
zero, dalla “zona grigia” della vendita al dettaglio
non ci si può aspettare mai nulla di buono.
Tutte queste sostanze utilizzate a vario titolo
per trattare la marijuana e l'hashish e che
poi finiscono nel mercato italiano e non
solo, danneggiano gravemente la salute dei
consumatori, in molti casi giovani, specialmente
quando il consumo è frequente o abituale.
Sostanze la cui inalazione mediante fumo può
concretamente provoca rischi sia a livello fisico
che psicologico. Anche per questi cruciali motivi
la politica e la società civile dovrebbero prendere
seriamente in considerazione la proposta
fatta dall'intergruppo parlamentare per la
legalizzazione della cannabis. «Con 8 milioni di
consumatori – spiega l'insospettabile firmataria
montiana Adriana Galgano – la legalizzazione
è già nei fatti. Da questa situazione lucra la
malavita e paga il contribuente visto che il 60%
dei processi e dei detenuti è a causa del piccolo
spaccio. È giunta l'ora di sottrarre questo traffico
alla criminalità e alle mafia e usare i proventi
della tassazione per la prevenzione».
Dietro il velo del proibizionismo e della war
on drugs c'è anche la nostra salute. Legalizzare
significa migliorare enormemente la qualità
del prodotto e, allo stesso tempo, dare un
colpo mortale ai signori della droga che da
sempre lucrano sulla nostra pelle, prima
ancora che sul nostro “diritto allo sballo”, come
impropriamente viene chiamato. Speriamo che
questa sia la volta buona.
58
2
Hemporium
Cose di Canapa,
Vicenza
1
Natural Mystic Grow Shop
Bahia Grow Shop
Indoorline Point
VIA SANTA CHIARA 6 - CARPI (MO)
Tel. 059-654312
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Via Castel Gomberto
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Telefono: 011/19702645
Email: [email protected]
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Verso Verona, 283
36100 Vicenza presso Multicenter
[email protected]
dal lunedì al venerdì
dalle 15 alle 19.30
sabato dalle 11 alle 19
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Lunedì 15.00-19.00
Ma- Ve 10.30-13.00/ 15.00-19.00
Sa 10.30-19.00
Natural Mystic Grow Shop
VIA VIGNOLESE N.1230
41100 MODENA
Si riceve su appuntamento 3484734053
3
Mysticanza, Perugia
NirvanA growshop
“Mescolanza di particolary varietà di
ynsalata verde.” (Zingarelly)
v. San Francesco, 7 06123 Perugia -Italytel/sms +39-338-8819198
shop +39-075-3747740
[email protected]
17
MAR-SAB dalle 11:30 alle 14:00 dalle 15:00 alle 19:30 DOM-LUN chiuso
via Minghetti 28
37045 Legnago VR
11
11 2
7
15
19
1
16
18
18
16
4
Growerline, Pomezia
lunedì-venerdì 15:30-19:30
sabato 10:00-12:30 15:30-19:30
Tel. 0442 600720 - 389 2677018
facebook Nirvana growheadshop
mail: [email protected]
sito: www.nirvana-legnago.it
8 8
Sede: Viale Alessandro Manzoni 33
Pomezia (RM) 00040
Orario: Aperto dal Lunedì al Sabato
dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:30
alle 19:30
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www.seedsline.com
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[email protected] o [email protected]
Tel. 0691801148 - 3403824505
Devida
9 24
3
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12
Nuova Apertura
Grow shop in Bari,
Via dei Mille 105 (BARI)
Dal lunedi a venerdi 9:00-18:00
Sabato 9:00-13:00
tel. 080.5576867
www.growshopbari.it
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4
5
Orto Biologico Shop,
Cagliari
14
22
Ci trovate a Cagliari in via
Tigellio 60
Tel/fax 070/653170
Email:
[email protected]
Website:
http://www.scirarindi.org/scirarindi/?q=node/2877
5 6
6
Dream Planet
Smartshop
23
Via Bellini nº9/b - CAGLIARI
tel. +39 3281689980
[email protected]
Da lunedí a venerdì ore: 11.00-13:00 < > 16:00-20:30
10
8
7
Hemp-orio,
Cordenons
Foglie d'erba,
Bologna
Eko Grow & Seed Shop
Firenze
Via Martiri della Libertà 21,
Cordenons (PN).
Growshop
Via Brugnoli 17/E
40122 Bologna
Tel. 051 523668
Headshop
Via de Marchi 29/A
40123 Bologna
Tel. 051 4847574
Rimini Viale Tripoli 150 www.fogliederba.net - www.fogliederba.it
Via della Villa Nova 13/A
Firenze 50145
Telefono: 055/319478
www. www.ekogrow.it
[email protected]
facebook.com/ekogrowshop
Orario: Da Lunedì a sabato orario
continuato 9:30 - 19:30
Aperto dal martedì al sabato dalle 11:00 alle 19:00.
Tel: 338-766 03 00
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17
18
16
Campacavallo
Via Rimembranze 18
Varedo (MB)
Tel: 0362-582431
New Biogroup Alessandria New Biogroup Alba
Orari: Lunedì- sabato
9.30- 12.45 e
15.00- 19.00
Lunedì mattina chiuso
Via Tortona n. 51, Alessandria (AL)
15121 - Italia Tel. 340 3181117
[email protected]
Da Lun - Sabato 9:30 - 12:30
Da Lun - Sabato 15:30 - 19:30
Corso Bra n. 52/f, Alba (CN) - Mussotto
12051 - Italia Tel. 391 1512507
[email protected]
Da Mar - Sabato 9:30 - 13:00
Da Lun - Sabato 15:00 - 19:00
Chiusi Lunedi' Mattina
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Alien Seeds
E-mail: [email protected]
Orari: Dal mercoledi al sabato
dalle 10.00 alle 19.30
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Email: [email protected]
Web: www.alienseeds.it
21
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Amnesia shop
Via Gen. Luigi Parisi, 23 - 84013
Cava de' Tirreni (SA)
Tel: 089.9849189
Cell.349.8519881
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Siamo aperti:
lunedì/venerdì 9.30/13.00 - 16.30/20.00 sabato 10.00/13.00 - 16.30/19.00
Lunedì mattina chiusura settimanale
Legalized
Via Carrozzieri a Monteoliveto, 5
80135 NAPOLI
Lunedì - Sabato
10.00 - 13.30 15.30 - 20.30
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Aversa 81031 (Caserta)
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24
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Orari di apertura 10-13 / 16-20. Chiuso la Domenica
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14
13
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Domenica e Lunedì MATTINA: CHIUSO
11
60
GROWING
La stanza dei sogni.
Parte II
FATTA LA GROW-ROOM, È IL MOMENTO DI PIANTARE
Dopo aver descritto come allestire una stanza di coltivazione, siamo pronti a sporcarci le mani! Il numero di vasi per
vassoi è a vostra scelta, generalmente va dai 16 ai 25 vasi per vassoio, questo varia anche a seconda della dimensione del vaso, utilizzando vasi da 5,5 litri possiamo arrivare anche a sistemarne 36 ogni mq. La dimensione dei vasi
influenzerà alcune scelte tecniche. Nel nostro paese, molti coltivatori utilizzano vasi di grosse dimensioni, a partire da
11 litri, disponendo da 5 a un massimo di 16 vasi per vassoio; in questo caso, molti coltivatori, mantengono le piante
di 2L3bg
in stadio vegetativo per un periodo più lungo, prima di passarle in fioritura.
Nel nostro caso, invece, andremo
a mettere 25 vasi da 7 litri per ogni
vassoio. La tecnica di coltivazione
utilizzata è simile al SOG o mare
verde, cioè molte piante di piccole
medie dimensioni per mq; la fase
vegetativa è molto corta, le piante
quando hanno raggiunto un’altezza
di 20/30 cm vengono messe a fiorire.
È il tipico sistema
adottato nel nord
Europa e risponde
a un fabbisogno
più intenso, con
questa tecnica
avremo un raccolto ogni due
mesi circa. È possibile aumentare il
numero di piante
per mq, utilizzando
contenitori più piccoli ma allo stesso
tempo aumenta la
mole di lavoro.
Il substrato da noi
utilizzato è una
miscela composta
da: terra tipo lightmix, cioè poco
ammendata, con
un valore di EC
abbastanza contenuto; cocco, per
migliorare la struttura del substrato;
humus di lombrico,
per rendere fertile il terreno, cioè
l'ammendante; perlite, per aumentarne il drenaggio. Mescoliamo
nelle seguenti percentuali, 50% di
terra, 25% di cocco, 18% di humus
e 7% di perlite.
In alternativa si può preferire soluzioni differenti, come ad esempio
utilizzare un substrato già preparato tipo all-mix, che garantisce un
livello sufficiente di nutrienti fino
alla fine del ciclo di coltura. Lo stesso vale per miscele contenenti una
buona dose di guano di pipistrello. Personalmente, non utilizzo nessun
derivato del guano di pipistrello o di uccello marino, essendo totalmente
anti-ecologico: per estrarre il guano, le caverne o le isole dove sostano
interi stormi di uccelli, vengono scavate o totalmente distrutte dando
luogo quindi a veri e propri disastri ambientali. Una buona alternativa è
costituita dal cocco, il substrato più ecologico in commercio; i vantaggi del
cocco sono molteplici: ad esempio, è interamente riutilizzabile e inoltre
non ha bisogno di essere mescolato come nel mix appena descritto, cioè è
pronto per l'uso.
Prima di iniziare qualsiasi operazione inerente il coltivo, vi
consiglio di collaudare l'intera
growroom, controllando che funzioni bene l'elettricità, cablaggi e
connessioni, che non ci siano perdite di acqua, l'efficienza del sistema di areazione; il clima ideale va
dai 22° ai 26° di giorno e dai 16°
ai 20° di notte. Infine disinfettare
l'intera stanza con una soluzione
a base d'acqua e il 5% di candeggina, per assicurarci di lavorare
in un ambiente pulito. La nostra
growroom una volta pronta deve
essere simile alla sala operatoria
di un ospedale.
TRAPIANTO
Per questo ciclo colturale, utilizzeremo dei cloni provenienti da
piante madri selezionate in precedenza. La genetica descritta in
quest’articolo è un ibrido di Og
Kush, ma le istruzioni qui riportate
sono valide per ogni genetica di
cannabis. Le talee presenti nell'incubatrice hanno sviluppato abbastanza radici e sono pronte per
essere trapiantate, hanno circa 20
giorni di età.
A questo punto, riempiamo tutti i vasi con il substrato scelto, disponiamoli
nei vassoi e al centro di ogni contenitore scaviamo un buco delle dimensioni tali da ospitare la piccola pianta. Se avete a disposizione micorriza o qualsiasi cocktail di funghi benefici, molto spesso devono essere applicati sulla
terra prima di trapiantare, di modo che entrino in contatto con le radici
quando disporremo le piante nei vasi, infatti, questo tipo di funghi colonizza l'apparato radicale entrando cosi in simbiosi con la pianta. In ogni caso,
leggere le istruzioni riportate dal fabbricante. Preparate una brocca da litro
contenente una soluzione acaricida e pronti per trapiantare.
Immergete nella soluzione acaricida ogni singolo clone, dalla testa fino alla
base del tronco, è il modo più efficace di disinfestare piccole piantine ma
lo consiglio anche come forma preventiva. Successivamente, piantatelo
61
Sebbene sia migliore utilizzare le
MH durante la fase vegetativa, tuttavia non è obbligatorio, per anni
ho utilizzato per l'intero ciclo colturale lampade al sodio ad alta pressione o HPS, ottenendo lo stesso
degli ottimi risultati. Personalmente
ho notato che le piante sotto una
HPS crescono molto più velocemente rispetto a piante illuminate
da lampade MH, a discapito della
struttura perché tendono ad allungarsi creando una maggiore distanza tra gli internodi. Le MH nella
nostra stanza, sono alimentate
dagli stessi trasformatori utilizzati
per le lampade HPS. Quest'ultime,
sostituiranno le MH quando porteremo le piante in fioritura.
nel foro scavato, riempitelo con
un poco di terra e pressate leggermente con le mani assicurandosi
che la talea sia ben piantata nel
terreno. Ora preparate una soluzione nutritiva a base di stimolatore
radicale e nutrienti specifici per la
fase vegetativa. Se utilizzate acqua
osmotica con EC pari a 0, aggiungere i mono nutrienti calcio e magnesio; aggiungendo il calcio, bisogna
portare il valore di EC intorno a 0,2
Ɖ)FPPHQWUHFRQLOPDJQHVLRO
(&
GHYHVDOLUHILQRDƉ)FP/D
quantità di magnesio deve essere
doppia a quella di calcio perché
durante la fase di crescita la pianta
ne ha un gran bisogno.
Come stimolatore radicale abbiamo
optato per un cocktail di funghi
benefici, privo di N-P-K; abbiamo
constatato usando diversi stimolatori radicali che alcuni di questi, molti ricchi di micro e macro
nutrienti – soprattutto azoto e
magnesio, in aggiunta ai fertilizzanti
specifici per la crescita – costituiscono una riserva eccessiva per la
pianta, che continuerà a crescere
in maniera smisurata. Mantenere
LOYDORUHGL(&HQWURƉ)
cm e regolare il PH a 6,0. Ogni
piantina avrà bisogno di circa 200
ml d'acqua, è molto utile avere la
soluzione già pronta, in tal modo le
piante non moriranno di sete. Mi
raccomando, la natura non aspetta,
fatele bere il più presto possibile!
FASE VEGETATIVA
Durante la fase di crescita a illuminare le piante ci penseranno 4 lampade agli alogenuri metallici o più
semplicemente MH da 600 watt. Lo
spettro luminoso di queste lampade si adatta molto bene alla fase
vegetativa e molti coltivatori le utilizzano per sviluppare piante dagli
internodi ristretti oppure durante
la fase di fioritura in aggiunta alle
lampade HPS, ottenendo uno spettro luminoso più ampio.
Appena trapiantiamo, la distanza
ideale tra la lampada e la testa
delle piante è di circa 1mt, per poi avvicinarle fino a 60 cm dalla testa,
nei giorni successivi. Un temporizzatore industriale, tipo DAVIN, controlla
accensione e spegnimento delle lampade ed è programmato per farle
funzionare 18 ore al giorno. La temperatura ideale durante questa fase
è di 26°C e il tasso di umidità di circa il 60%. Un umidificatore all'interno
della stanza può rivelarsi utile per rendere l'ambiente più accogliente. Non
dimenticate che fino a qualche ora prima le piante erano dei piccoli cloni
in un’incubatrice. Cercare di evitare forti escursione termiche tra il giorno
e la notte perché favoriscono l'apparizione di muffe; la differenza ideale
tra le due temperature è di 5°C.
IRRIGAZIONE
È a discrezione di ognuno la frequenza con cui irrigare le piante. Alcuni
coltivatori lasciano trascorrere alcuni giorni, aspettando che il substrato si
secchi completamente prima di innaffiare ma è un’opzione che sconsiglio.
Il substrato deve essere costantemente umido ma neanche troppo zuppo,
rischiando di fare marcire le radici. Il sistema migliore è di somministrare piccole dosi più volte al giorno, in questo modo le piante avranno a
disposizione una costante riserva nutrizionale e il substrato continuerà ad
arieggiare. Senza un sistema d’irrigazione automatica è un ritmo impossibile da sostenere. Personalmente ritengo la miglior opzione quella di
irrigare a giorni alterni, evitando il rischio di un’improvvisa disidratazione
e allo stesso tempo riducendo la mole di lavoro. Un giardino di 100 piante
arriva a consumare fino a 150 litri d'acqua ogni settimana.
È molto utile organizzare un programma colturale, ad esempio un calendario in cui stabilire tempi e dosi dei vari fertilizzanti a disposizione a
seconda della fase in cui si trovano le piante, oppure un’agenda in cui
annotare tutte le operazioni che svolgiamo. Per questo ciclo colturale
abbiamo optato per alcuni fertilizzanti di Biocanna supportati da altri prodotti che vedremo in seguito. Con i fertilizzanti Biocanna, che sono 100%
organici, non corriamo il rischio di over-fertilizzare le piante. Durante la
fase di crescita, abbiamo somministrato una soluzione nutriente a base
di Bio Vega, specifico per la fase vegetativa, ad alto contenuto di azoto,
Voodoo Juice di Advanced Nutrients, uno stimolatore radicale che ritengo ottimo, essendo privo di N-P-.K e allo stesso tempo composto da una
vastissima gamma di microrganismi benefici e infine il silicato di potassio.
Quest'ultimo è un prodotto molto diffuso tra i coltivatori più esperti: il silicato di potassio apporta molteplici benefici alla pianta, infatti, il suo impiego provoca l'aumento della velocità di divisione cellulare che si traduce
nello sviluppo di una lamina fogliare più spessa, il sistema immunitario si
fortifica e inoltre aiuta la pianta a sopportare temperature più alte.
Per l'intera fase vegetativa abbiamo somministrato la soluzione nutritiva
GHVFULWWDFRQ3+DHLOYDORUHGL(&HQWURƉ FP8QDVHWWLPDQD
prima di mandare in fioritura il nostro giardino, abbiamo polverizzato una
soluzione a base di DELTA9, un biostimolatore metabolico composto da una
vasta gamma di micro e macronutrienti, amminoacidi, enzimi e complessi
vitaminici; accelera appunto i processi metabolici già in corso nella pianta.
Dopo averlo applicato, i risultati sono a vista d'occhio. Ricordate: non polverizzare mai le piante a luci accese, un modo corretto è di aspettare le ore notturne, spegnere il sistema di areazione e riaccenderlo dopo aver polverizzato.
A circa dieci giorni dalla partenza, le piante sono pronte per fiorire!
62
SHOP REVIEW
Fumerò, Napoli
Oggi siamo a Napoli per
visitare una ragazza speciale, Cristina, che oltre
ad essere la titolare del
growshop Fumerò, è anche
mamma di due splendidi
scugnizzi, moglie di un editore alternativo di fumetti
e organizzatrice della Fiera
Canapa in Mostra. Soft
Secrets è onorato di potervi raccontare la sua storia.
quartiere che mi protesse dai prepotenti, per me è stata terribilmente
dura, mi è successo di tutto, in una
grande città ti può capitare che vari
prepotenti ti minaccino a più riprese, e proprio per questo, da quando
ho aperto, ho fatto un’accurata
selezione della clientela cercando
sempre di lavorare con persone di
un certo livello civile, ad esempio
oggi non vendo più bilancini per non
avere a che fare con i pusher.
Ciao Cristina, allora come hai
cominciato?
Come ti sei avvicinata al grow?
Come si lavorara nel tuo negozio?
Ho aperto 15 anni fa in un negozio di
15 m quadrati: un vicoletto perduto
nel centro storico (la traversa di una
traversa) e dal 2009 ci siamo trasferiti nello spazio attuale, in zona
universitaria di fronte alla Federico
II. All’epoca, ero una fumatrice di
bong che però in Italia erano difficili
da trovare, dovevamo andare sino
in Olanda, sennò qui non trovavamo nemmeno le pipe, figuriamoci i
braceri o gli accessori. Un volta, ero
in vacanza in Toscana, e per caso
conobbi i ragazzi di Foglie d’Erba
che avevano aperto a Bologna da
meno di un anno e così decisi di
catturare la loro idea e farla mia a
Napoli. Fumerò nasce quindi come
headshop, inaugurai facendo tutto
da sola, avevo 20 anni.
Seguendo l’esempio di altre realtà
europee decisi di inserire anche i
prodotti più strettamente grow e
così adesso il grow è diventato il
vero protagonista del nostro lavoro
del quale ci occupiamo a 360 gradi.
Il nostro punto di forza è l’assistenza calibrata per ogni cliente ed
una base di competenza concreta,
sviluppata nel corso degli anni, sia
per quel che riguarda le differenti
genetiche sia per quel che riguarda
i prodotti che distribuiamo. Siamo
sempre aggiornati sulle novità del
mercato.
Come si lavora nella tua amata
città?
All’inizio per fortuna, essendo una
ragazza giovane, venni adottata dal
E da quando hai aperto ad oggi
cosa è cambiato?
Beh è cambiato molto: in 15 anni di
lavoro siamo arrivati sino all’organizzazione di una fiera per i napoletani:
Canapa in mostra. Il 16-18 ottobre
finalmente ci sarà la seconda edizione e vi aspetto numerosi per coltivare la nostra passione comune.
Fumerò Via Sedile di Porto, 60, 80134 Napoli
Fumerò Via Francesco Cilea 256, 80127 Vomero (Napoli)
Fumerò Via Chiatamone 56/C, 80121 Chiaia (Napoli)
Telefono 393 910 2165
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Advanced Hydroponics of Holland
Alien Seeds
Amnesia Shop
Area 51
Atami
Bio Magno
Biological Seeds
BioTabs.eu
Botanica Urbana
Buddha Seeds
Budzon
Campacavallo
Campo di Canapa
Canapa In Mostra
Canapa Medica
Cannafest
Chacruna
City Jungle
Cvltvs
Devida
Dinafem Seeds
Dinafem Seeds
Dream Planet
Dream Planet
Dutch Passion
Ed Rosenthal
Eko Growshop
Evergreen
Fiori di Campo
Flower Power
Foglie D'Erba
Foglie D'Erba
Fumerò
Gizeh Raucherbedarf
Green Passion
Green Revolution
Greenside
Greentown
Greenworld
Grow4passion.com
Growerline
Grow-Life
Growshop Italia
Growshop Reggio
Growtime
Guano Kalong
Guerrilla Garden
Happy Life
Hempatia
Hemp-orio
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Hemporium
Hemptown
Hesi
Horticoled
Humboldt Seed Organization
Idrogrow
Idroponica.it
Idroponica.it
Indoorline
Indoorline
Indoormania
Indoornova
Italy Shop
Jorge Cervantes
Kali
Legalized
Mascotte
Metamorfose
My Grass
Mycologics
Mysticanza
Natural Mystic
Natural Store
New Biogroup
New Energy Grow Piacenza
Nirvana
Organic Farm
Orto Biologico
Orto Biologico Shop
Other Plant the
Panoramix Genetics
Paradise Seeds
Parvati Growshop
Phytolite
Pop Green
Procare
Roor shop Brescia
Royal Queen Seeds
Secret's Garden
Seedsalad
Serious Seeds
Skunkatania
Specialized Seeds
Sun Inside
Sweet Seeds
Sweet Seeds
Tatanka Smartshop
Top Crop
Vision Seeds
Zona Ufo
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Colofon
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