glaucoma cancro aids e parkinson: la marijuana aiuta

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GLAUCOMA CANCRO AIDS E PARKINSON: LA
MARIJUANA AIUTA MA È PER POCHI
Allevia nausea, vomito e inappetenza nei pazienti con cancro e Aids, o contro i dolori cronici e
neuropatici, come quelli della sclerosi multipla. Ma la cannabis sembra essere efficace anche contro
il Parkinson, il glaucoma, i traumi cerebrali, gli ictus, la sindrome di Tourette, l’epilessia, l’artrite
reumatoide…
A queste si aggiungono le sindromi ansioso-depressive, le malattie auto-immuni e l’asma
bronchiale, per le quali l’uso della marijuana è potenzialmente indicato.
La lista degli effetti benefici della cannabis, quindi, è lunga e variegata, così come è lungo l’elenco
di studi che ne evidenziano l’utilizzo terapeutico. Ci sono alcune ricerche che ne hanno dimostrato
addirittura gli effetti neuro-protettivi contro malattie degenerative come il Parkinson.
Sono due i principi attivi che renderebbero la cannabis una terapia efficace: il "delta-8tetraidrocannabinolo" e il "delta-9-tetraidrocannabinolo" che agiscono sul sistema nervoso centrale,
favorendo il rilassamento dei muscoli, e compiendo un’azione antinfiammatoria. Tuttavia,
attualmente nel nostro paese l’uso terapeutico è molto limitato.
Ma in Italia continua una specie di "embargo di fatto" e solo pochi italiani sarebbero riusciti ad
accedere alla cannabis per scopi terapeutici. Qualcuno ha dovuto addirittura pagare un capitale per
ottenere qualche dose del farmaco. Infatti, le Asl che rimborsano i farmaci cannabinoidi importati
dall’estero, dopo lunghe procedure burocratiche, si contano sulle dita di una mano. Inoltre, chi non
acquista direttamente i prodotti da compagnie farmaceutiche all’estero, rischia sanzioni penali
coltivandola privatamente.
Secondo i dati del ministero della salute, nel 2013 sono state rilasciate 213 autorizzazioni
all’importazione di medicinali a base di cannabis dall’Olanda. Dal momento che ogni paziente è
tenuto a importare il farmaco per un dosaggio non superiore alle necessità di tre mesi di terapia,
deve inoltrare la richiesta di importazione per quattro volte in un anno.
Il dato di 213 autorizzazioni va diviso, quindi, per quattro. Si può quindi dedurre che nel 2013 meno
di 60 persone sono riuscite a ottenere il farmaco.
Un altro problema è la differenza tra le regioni. Attualmente quelle che hanno introdotto dei
provvedimenti che riguardano l’erogazione di medicinali a base di cannabis sono nove: Puglia,
Toscana, Veneto, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Sicilia, Umbria.
Le normative regionali convergono tutte nel disciplinare l’erogazione dei medicinali a carico dei
propri Servizi sanitari regionali, ma sotto altri aspetti presentano una grande disomogeneità: in
alcuni casi si limitano semplicemente a recepire quanto già stabilito dalla normativa nazionale, in
altri sono previste delle specifiche competenze regionali circa l’informazione al personale medico,
in altri casi sono stanziati degli appositi capitoli di spesa nei bilanci regionali per garantire le
disposizioni dei testi, in altri casi ancora vengono introdotti degli articoli che impegnano le regioni
su iniziative quali l’avvio di progetti pilota per la coltivazione a scopi terapeutici.
Di fatto, non tutti i malati italiani che potrebbero trarre beneficio dalla cannabis hanno uguale
accesso a questa possibilità terapeutica. Almeno è così è dal 2007 e lo sarà fin quando non il nostro
paese non sarà pienamente operativo nella produzione di marijuana.
Lo Stato, infatti, produrrà marijuana a uso terapeutico. Verrà coltivata dall'esercito, nello
stabilimento chimico militare di Firenze. Il via libera sarebbe arrivato dai ministri della Difesa e
della Salute Roberta Pinotti e Beatrice Lorenzin, dopo varie polemiche e rallentamenti. La notizia,
anticipata dal quotidiano La Stampa, verrà ufficializzata entro settembre.
Oggi lo stabilimento fiorentino, nato con l'obiettivo di produrre medicinali per il mondo militare, ha
esteso la sua attività anche al settore civile. In futuro preparerà anche i farmaci derivati dalla
cannabis contro il dolore finora importati dall'estero a costi elevati.
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