SCIENZAeTECNICA La guerra sottomarina All’inizio della prima guerra mondiale tutti i principali paesi belligeranti possedevano flottiglie più o meno grandi di sottomarini. Adatta a compiti di ricognizione e a rischiose incursioni nei porti o tra la flotta nemica, la nuova macchina bellica aveva nel siluro la propria arma, dotata di un enorme potere di distruzione. Il sottomarino, fino a quel momento considerato solamente come un diverso tipo di nave da guerra, sin dai primi mesi del conflitto esercitò un’influenza crescente e largamente imprevista, tanto da imporre un rapido ripensamento della convenzionale strategia navale. La produzione di sottomarini conobbe in breve tempo un notevole incremento, a tal punto che nel biennio 1915-16 ne furono varati a centinaia. Tutte le marine infatti ricorsero alla nuova macchina bellica: gli austriaci, nel luglio 1915, silurarono gli incrociatori italiani Amalfi e Garibaldi; nei Dardanelli, inglesi e francesi utilizzarono i sommergibili per paralizzare il commercio turco ed entrare nel porto di Istanbul. Fu però soprattutto la Germania a sviluppare e a impiegare con maggiore sistematicità la nuova macchina per affondare navi da guerra nemiche, per sopperire all’inferiorità della propria flotta di superficie rispetto a quella inglese e per aggirare il blocco navale posto dall’Inghilterra. Pochi mesi dopo lo scoppio delle ostilità, infatti, la flotta inglese era riuscita a distruggere o a bloccare nei porti dei paesi neutrali buona parte della flotta mercantile tedesca, impedendo così alla Germania di rifornirsi delle materie prime di cui abbisognava. La strategia della guerra sottomarina fu perciò la soluzione adottata dagli alti comandi tedeschi per tentare di aggirare il blocco e per attuare una sorta di controblocco contro le navi mercantili dei paesi nemici, o di quelli neutrali, dirette verso i porti dei paesi dell’Intesa. Pertanto, il 3 febbraio 1915, la Germania notificò che qualsiasi nave da guerra o mercantile sorpresa nelle acque dell’Intesa sarebbe stata affondata senza preavviso; parallelamente, mise in campo un notevole sforzo per dotarsi di Achille Beltrame, «La strage del transatlantico Lusitania» [illustrazione per la «Domenica del Corriere» del 16 maggio 1915] Il 7 maggio 1915 il transatlantico inglese Lusitania, che trasportava passeggeri civili, ma anche armi per l’esercito inglese, affondava al largo della costa irlandese per opera di un sottomarino tedesco U20. Delle 1200 persone che si trovavano a bordo e che perirono tragicamente, 140 erano nordamericani: l’episodio suscitò lo sdegno dell’opinione pubblica statunitense, contribuendo a orientarla in senso decisamente antitedesco. Sommergibili tedeschi nel Mediterraneo, 1917 GIARDINA-SABBATUCCI-VIDOTTO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI La guerra sottomarina SCIENZAeTECNICA una consistente flotta di sottomarini: dai 25 di cui disponeva nel 1914 (contro i 76 della Francia e gli 85 dell’Inghilterra) arrivò a 150 alla fine del 1916. In una prima fase, gli attacchi ai mercantili non furono frequenti, e vennero generalmente rispettate le convenzioni internazionali che prevedevano, tra l’altro, che l’equipaggio della nave intercettata fosse messo in salvo prima dell’affondamento. La pratica di lanciare siluri in immersione e senza preavviso prevalse soltanto successivamente, quando la guerra sottomarina cominciò a diventare un aspetto rilevante del conflitto, soprattutto a opera degli U- Bo o te (come vennero chiamati i sottomarini tedeschi) e parallelamente al sostanziale venir meno della distinzione tra navi militari e navi civili. Di grande importanza fu il siluramento da parte dei tedeschi, il 7 maggio 1915, del grande transatlantico Lusitania, che provocò la morte di circa 1200 passeggeri, tra i quali molti cittadini americani. La guerra sottomarina divenne per la Germania ancora più irrinunciabile dopo la battaglia dello Jutland (maggio 1916), la principale battaglia navale della prima guerra mondiale, in seguito alla quale la flotta tedesca, pur vittoriosa, riportò ingenti perdite e fu ritirata nei porti. Gli U- Bo o te riuscirono ad arrecare gravissimi danni all’Intesa, danni destinati a crescere nel corso dei mesi, soprattutto dopo che nel febbraio 1917 il capo di stato maggiore tedesco Hindenburg rilanciò la guerra sottomarina: nell’agosto 1916 furono affondate 190.000 tonnellate di navi, 350.000 in dicembre, 540.000 nel febbraio 1917, 585.000 in marzo e ben 880.000 in aprile. Tuttavia, alla metà del 1917 il numero delle navi colpite si ridusse in misura considerevole (nel novembre il tonnellaggio affondato era sceso a 280.000). I paesi dell’Intesa iniziarono infatti a rispondere ricorrendo alla ricognizione aerea, usando bombe di profondità, allestendo convogli che potevano essere difesi da pochi cacciatorpediniere e incrementando la costruzione di navi. Soprattutto, l’insicurezza cui era sottoposta la navigazione commerciale ed episodi come l’affondamento del Lusitania ebbero l’effetto di accelerare l’ingresso in guerra degli Stati Uniti. Sebbene sul piano militare la guerra sottomarina si fosse rivelata per la Germania un’arma di grande efficacia, le ricadute politiche che essa produsse contribuirono a imprimere una svolta a favore dell’Intesa. GIARDINA-SABBATUCCI-VIDOTTO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI Nave appoggio sommergibili della marina tedesca all’ancora con siluranti e «U-Boote», 1917