LA PRIMA GUERRA MONDIALE: IL FRONTE ITALIANO IL 1917

LA PRIMA GUERRA MONDIALE: IL FRONTE ITALIANO
IL 1917
Prima fase della guerra promettente
per gli italiani: riuscirono a raggiungere la riva dell’Isonzo
qui, davanti a Gorizia, sull’altopiano del Carso, comandati
da Luigi Cadorna, incontrarono gli austriaci: dal 23 giugno
al 2 dicembre 1915 4 durissime battaglie si svolsero sull’Isonzo.
Inizio del 1916 l’Austria progettò la Strafexpedition
(spedizione punitiva contro gli italiani, ritenuti più deboli.
Iniziò il 15 maggio del 1916 e all’inizio ebbe un discreto successo;
l’esercito italiano però resistette, anche
se gli austriaci si impadronirono dell’altipiano di Asiago;
1917
Il presidente Wilson presentò l’entrata in guerra
come una lotta per la democrazia, per la libertà
e per i diritti delle piccole nazioni
Anno duro, anche per le popolazioni civili:
mancanza di manodopera
esigenza di impegnare sempre più le donne nelle fabbriche
crescente scarsezza di viveri e di materie prime
sempre maggiori perdite di vite umane
constatazione degli enormi profitti ricavati da industriali e speculatori
razionamento dei generi alimentari, denutrizione, diffondersi di epidemie
La grande svolta fu rappresentata dall’uscita dal
conflitto della Russia, dovuta alla rivoluzione
che scoppiò nel paese (pace di Brest-Litovsk)
La Germania e l’Austria poterono così
dedicarsi maggiormente al fronte occidentale
Impero austro-ungarico in crisi
Salandra fu costretto a dimettersi
sostituito dal governo Boselli
L’esercito italiano scatenò una controffensiva
e conquistò Gorizia (9 agosto 1916)
Per questo si parla di GUERRA TOTALE:
coinvolse ogni aspetto della società
Il 6 aprile anche gli Stati Uniti decisero di
entrare in guerra a fianco dell’Intesa contro la Germania
Per forzare il blocco navale i tedeschi spostarono
la guerra sul mare: intensificarono la guerra
sottomarina e i loro sommergibili (U-boot) attuarono
la guerra sottomarina illimitata, attaccando
con siluri le navi di qualunque nazionalità,
militari e non, in rotta da e per la Gran Bretagna
Si diffondeva la propaganda pacifista, soprattutto socialista
Tra le truppe cominciavano manifestazioni di insofferenza e insubordinazione,
autolesionismo e diserzione. Le pesanti misure repressive
adottate dai comandanti militari (processi, fucilazioni, decimazioni)
riuscirono a malapena ad arginare il fenomeno
scioperi e sommosse contro la guerra
Papa Benedetto XV invitò i governi belligeranti a porre fine all’inutile strage
Anche l’Italia era in difficoltà
il 24 ottobre 1917 un’armata austriaca attaccò
le linee italiane sull’Isonzo e le sfondò vicino
a Caporetto (disfatta di Caporetto), avanzando
poi in Friuli: le truppe italiane furono costrette
ad abbandonare le posizioni e a ritirarsi
Due settimane dopo l’esercito italiano
riuscì a fermarsi sul Piave e a riunirsi con
il fronte del Trentino che aveva resistito all’attacco austriaco
Cause della disfatta furono errori degli alti ufficiali italiani,
scelte del governo, impopolarità della guerra
Boselli fu sostituito da Vittorio Emanuele Orlando
- Cadorna fu sostituito da Armando Diaz
si mobilitarono tutte le forze lavoro per alimentare la resistenza
delle truppe al fronte; si ricorse alle giovanissime
reclute, i “soldatini” della classe 1899
La disfatta di Caporetto diede nuovo vigore al patriottismo italiano
inoltre Diaz ricostruì il morale dell’esercito
: si promise ai soldati che al termine della
guerra i contadini avrebbero avuto la terra, si parlò
di riforme sociali e di migliori condizioni di vita.