I NAUFRAGI DELLE FLOTTE ROMANE AVVENUTI NEL 255 a.C. E NEL 249 a.C. PRESSO KAMARINA. IL NAUFRAGIO DELLA FLOTTA ROMANA NEL 255 a.C. A KAMARINA Per ben tre volte, nella I guerra punica, in soli sei anni la flotta romana dovette subire la perdita di centinaia di navi e migliaia di uomini a causa delle condizioni meteorologiche e della scarsa conoscenze nelle tecniche di navigazione. SITUAZIONE. Roma, bravissima a combattere via terra, aveva sconfitto Cartagine nella battaglia di Adys e conquistato Tunisi. I Cartaginesi chiesero la pace al console Marco Atilio Regolo, che purtroppo non concesse la pace e rimase a pattugliare l'Africa, mentre il collega Manlio Vulsone Longo ritornò a Roma con la notizia della vittoria. Ma i Cartaginesi, messo a capo dell'esercito lo spartano Santippo, sconfissero i Romani a Tunisi, catturarono Atilio Regolo, uccisero oltre 12.000 nemici e assediarono Aspide (dai romani battezzata: CLUPEA), città africana precedentemente conquistata dai Romani e nella quale si erano rifugiati i circa 3.000 superstiti delle legioni. « I Romani, al principio dell'estate, calate in mare trecentocinquanta navi e preposti al loro comando Marco Emilio e Servio Fulvio le inviarono. » (Polibio, Storie, I, 36, BUR. Milano, 2001. trad.: M. Mari.) Furono subito allertati i due consoli Marco Emilio Paolo e Servio Fulvio Petino Nobiliore che partirono subito con una flotta per portare rinforzi alle truppe di Marco Atilio Regolo. Questa flotta, lasciata la Sicilia, dovette scontrarsi a capo Ermeo con la flotta dei Cartaginesi in una battaglia navale. I romani aveva catturato ben 144 delle 200 navi puniche e le aveva integrate nella flotta stessa che quindi era arrivata a contare quasi 500 navi. Un numero incommensurabile sia per i tempi sia in assoluto. Visto che fra la partenza da Roma e l'arrivo in Africa la situazione delle legioni era drammaticamente cambiata, i consoli, lungi dallo scaricare rinforzi ad Aspide, imbarcarono i superstiti di Tunisi e fecero vela verso nord. NAUFRAGIO. Secondo Polibio, la flotta romana che tornava in Italia era composta da 364 navi. Si deve ritenere, quindi che circa 130 navi fossero state affondate dai Cartaginesi nella precedente battaglia o altrimenti fossero rimaste ad Aspide con compiti di aiuto alla difesa o per combattere l'assedio cartaginese. L'attraversamento del Canale di Sicilia fu agevole. Però quando la flotta romana giunse nei pressi delle coste siciliane, vicino a Kamarina. « ...incapparono in una tempeste così violenta e in una sciagura così grave che non si potrebbe descriverle in modo appropriato data l'eccezionalità dell'accaduto . » (Polibio, Storie, I, 37, BUR. Milano, 2001. trad.: M. Mari.) Solo ottanta imbarcazioni riuscirono a salvarsi per cui si può calcolare che oltre 280 navi siano affondate o siano state « ...fracassate dai flutti contro gli scogli e i promontori (riempiendo) la costa di corpi e di relitti del naufragio. » (Polibio, Storie, I, 37, BUR. Milano, 2001. trad.: M. Mari.) Calcolando anche solo 100 uomini di equipaggio per ogni nave (e non contando gli schiavi addetti ai remi e le truppe trasportate) si arriva a determinare le perdite umane dei romani in oltre 28.000 combattenti, l'equivalente di circa sei legioni. Anche se dobbiamo ricordare che buona parte delle perdite consisteva in marinai e non in truppe di terra, è necessario anche tenere presente che i marinai venivano spesso utilizzati come rinforzo in operazioni a terra. Col nome di capo Ermeo (‛Ερμαία ἄκρα, Mercurii promuntorium) gli antichi designarono il promontorio con cui termina a nord la penisola che chiude a oriente il golfo di Cartagine (odierno Capo Bon o Ras Addar). La città di Clupea (Aspide) si trova in questo promontorio Le rovine romane dell'antica Cillium davanti al forte bizantino di CLUPEA Qui nel giugno del 255 a. C. i consoli Servio Fulvio Petino e Marco Emilio Paolo si scontrarono con la flotta cartaginese che cercava di tagliar loro la strada. Essi avevano salpato dall'Italia probabilmente con lo scopo di collaborare con l'esercito di Marco Attilio Regolo per assediare Cartagine. Per via seppero del disastro di Regolo, e limitarono quindi il loro compito a imbarcare i residui dell'esercito sconfitto asserragliati in Clupea. La flotta romana era forte di 350 navi da guerra secondo Polibio (I, 36) ma vi è probabilmente errore nel suo testo, e si tratta forse di 250 navi. I Cartaginesi ne avevano 200. Della battaglia conosciamo solo i risultati. La vittoria dei Romani fu completa. Essi catturarono 114 navi nemiche secondo Polibio o 24 secondo Diodoro (XXIII, 18, 1) la cui testimonianza sembra qui più attendibile, riaffermando la propria superiorità marittima e aprendosi la via di Clupea, dove imbarcarono i superstiti delle legioni di Regolo. Gli effetti della vittoria furono in gran parte frustrati dal naufragio che la flotta romana subì al suo ritorno presso la costa meridionale della Sicilia. Tuttavia entrambi i consoli ebbero il trionfo navale.