7 CIRCUITI DISACCOPPIATORI TENSIONE E DI CORRENTE 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 DI Trasferimento di segnale tra stadi Disaccoppiatori di tensione 7.2.1 Stadio Source follower 7.2.2 Distorsione di uno stadio Source follower 7.2.3 Ottimizzazione dei collegamenti 7.2.4 Stadio Emitter follower Distorsione di più stadi in cascata Stadi disaccoppiatori con carichi attivi Disaccoppiatori di corrente Effetti della resistenza finita dei transistori Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 7.1 2 TRASFERIMENTO DI SEGNALE TRA STADI I circuiti amplificanti introdotti nei capitoli precedenti non vengono, in genere, usati da soli. E’ più facile vederli connessi tra di loro a formare circuiti complessi che realizzino desiderate funzioni, come ad esempio amplificare un segnale, filtrarlo in frequenza, pilotare degli attuatori esterni o altro. Nel realizzare i collegamenti necessari a questi scopi sarebbe molto comodo che le caratteristiche di ogni singolo stadio progettato singolarmente (polarizzazione, guadagno, distorsione, ecc.) non venissero modificate quando collegato con il successivo stadio, così da poter calcolare separatamente le singole caratteristiche e poi comporle tra loro nel definire le caratteristiche globale del circuito multistadio. Se ad esempio si disponesse di due amplificatori con guadagno 10 e fosse richiesto un amplificatore con guadagno 100, sarebbe comodo poter semplicemente collegarli in cascata, uno dopo l’altro. Sappiamo che ciò può avvenire solo se vengono rispettate alcune fondamentali regole di accoppiamento tra stadi, riassunte nei seguenti punti: - La tensione di polarizzazione del nodo di uscita dello stadio precedente deve coincidere con la tensione di polarizzazione del nodo di ingresso dello stadio seguente. Se la salvaguardia della polarizzazione dei due stadi non fosse possibile, bisogna ricorrere all’accoppiamento tramite una capacità in serie, come già visto nel par.5.2 - Se devo trasmettere un segnale di tensione da uno stadio al successivo senza perderne una frazione significativa, è necessario che l’impedenza di uscita dello stadio precedente sia la più bassa possibile, sicuramente più bassa dell’impedenza di ingresso dello stadio seguente (da cui il suggerimento a fare l’impedenza di ingresso dello stadio successivo la più alta possibile); - Se devo trasmettere un segnale di corrente da uno stadio al successivo senza perderne una frazione significativa, è necessario che l’impedenza di uscita dello stadio precedente sia la più alta possibile, sicuramente più alta dell’impedenza di ingresso dello stadio seguente (da cui il suggerimento a fare l’impedenza di ingresso dello stadio successivo la più bassa possibile). Un semplice esempio che riassume le problematiche del collegamento tra stadi può essere trovato nel circuito della Fig.7.1, dove ad un amplificatore viene collegato un carico resistivo esterno. L’amplificatore da solo (Fig.7.1(a) in cui VT=0.6V, k=4mA/V2) presenterebbe un guadagno G=-gmRD=-10 ed una resistenza di uscita pari a 2.5k. Se ora gli collegassimo direttamente al Drain una resistenza RL=1k (Fig.7.1(b)) essa provocherebbe sia una variazione del valore di polarizzazione (la tensione di uscita passerebbe da Vu=2.5V a Vu=0.71V), sia una riduzione del guadagno su segnale a G=-gm(RD||RL)=-2.8. L’introduzione di una capacità di disaccoppiamento Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 3 amplificatore + 5V sensore 1k R1 390k RD 2.5k Vu =+2.5V C= 1 mA vin R2 110k (a) sensore 1k amplificatore amplificatore + 5V + 5V R1 390k RD 2.5k sensore Vu =0.71V C= 1 mA vin (b) Fig. 7.1 R2 110k 1k R1 390k C= RD 2.5k C= VD=+2.5V 1 mA RL 1k vin R2 110k RL 1k (c) Conseguenze prodotte dal collegamento di un carico esterno RL=1k ad un amplificatore avente una resistenza di uscita di RD=2.5k. (Fig.7.1(c)) risolve solo parzialmente il problema. La polarizzazione infatti verrebbe salvaguardata ma il guadagno sarebbe comunque ridotto a G=-2.8 perché alle frequenze di lavoro il condensatore sarebbe un cortocircuito e quindi il segnale di corrente erogato dal transistore vedrebbe comunque sul collettore il parallelo tra RD ed RL. Solo se RL>>RD gli effetti limitanti del collegamento diretto del carico RL sarebbero trascurabili: cioè solo se l’impedenza di uscita dell’amplificatore risultasse molto più bassa del carico collegato. E’ chiaro che diminuire il valore di RD non è la soluzione corretta perché provocherebbe una diminuzione del guadagno. 7.2 DISACCOPPIATORI DI TENSIONE Per non alterare le prestazioni dello stadio amplificatore di tensione ogni volta che lo si deve collegare ad un carico esterno RL, una possibilità è quella di interporre tra l’amplificatore ed il carico un nuovo circuito, chiamato di disaccoppiamento o buffer. Poiché si vuole che il segnale di tensione presente all’uscita dell’amplificatore si trasmetta al meglio al carico, questo nuovo circuito da interporre tra i due deve essere un lettore “ideale” della tensione ai capi di RD (e quindi deve avere impedenza di ingresso la più elevata possibile) e deve poterla erogare ai capi di RL senza alterarne il valore grazie ad una impedenza di uscita la più bassa possibile. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 4 + VDD R1 RD C= 1/gm Vu vin Fig. 7.2 7.2.1 R2 RS vin Vu RS Circuito amplificatore con resistenza di degenerazione di Source utilizzato come disaccoppiatore di tensione prendendone l’uscita sul Source. A destra il relativo circuito equivalente per il calcolo del trasferimento del segnale. Stadio Source follower Gli stadi amplificatori con resistenza di degenerazione visti nel capitolo precedente soddisfano in gran parte a questi requisiti purché vengano utilizzati in maniera alternativa a quella allora discussa, prelevando ora il segnale dal morsetto di Source (Emettitore) invece che da quello di Drain (Collettore). Consideriamo infatti il circuito della Fig.7.2 che ben conosciamo ed analizziamone le caratteristiche nella nuova modalità d’uso in cui l’uscita è presa al Source. Con l’aiuto del circuito equivalente per piccoli segnali a destra della figura troviamo - il trasferimento tra ingresso ed uscita, pari a G - vu Rs vin 1 gm R s (7.1) Esso è sempre inferiore all’unità, ma vi si avvicina sempre di più quanto più RS>1/gm. Proprio per questo aspetto, cioè per il fatto che la variazione del potenziale del Source segue la variazione della tensione del Gate, lo stadio prende il nome di Source follower. la resistenza di ingresso pari a Rin = R1||R2. (7.2)) Basterà quindi scegliere valori elevati di resistenze di polarizzazione per avere complessivamente una elevata impedenza di ingresso dello stadio, come desiderato. Vedremo presto che molto spesso il partitore R1 e R2 può essere addirittura eliminato, perché si usa la tensione stazionaria di uscita dello stadio precedente per polarizzare il Gate. In questo caso la Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI - 5 resistenza di ingresso del follower diventa la resistenza del Gate del MOSFET, che possiamo considerare infinita. la resistenza di uscita pari a Ru=RS||1/gm. (7.3) Poiché abbiamo interesse che RS>>1/gm per avere guadagno più prossimo a 1, l’impedenza di uscita è sostanzialmente pari a 1/gm. Nell’ipotesi che VA= (cioè resistenza di Early infinita), essa è relativamente piccola e non dipende da nient’altro del circuito se non dal MOSFET e da come è stato polarizzato. Notate che la resistenza RD sul Drain non ha alcun effetto nel trasferimento né ha ora più alcuna utilità in quanto la variazione di tensione ai suoi capi non è più di interesse. Essa quindi è opportuno che venga tolta, risparmiando così un componente (nei circuiti integrati questo vuol dire risparmiare spazio, e quindi costi) ed assicurandoci la massima dinamica possibile positiva fino all’alimentazione VDD senza mai fare uscire il MOSFET dalla sua corretta zona di funzionamento (perché il Drain, che ora sta alla tensione VDD, sarà sempre più in alto del Gate o al limite allo stesso potenziale). Riassumendo, questo circuito è utilizzabile come disaccoppiatore per segnali di tensione perché: l’impedenza di ingresso è molto alta. Il circuito quindi non carica impedenzialmente lo stadio che lo pilota. l’impedenza di uscita è molto bassa, prossima a 1/gm. Il circuito quindi si presenta in uscita come un buon generatore di tensione con una resistenza serie facilmente più piccola del carico successivo. modifica poco il guadagno del circuito globale, perché il suo trasferimento è molto vicino all’unità. - ha estesa dinamica lineare, perché, nell’ipotesi praticamente sempre verificata di avere il Drain direttamente collegato all’alimentazione senza l’aggiunta della inutile resistenza RD, il Gate può essere fatto salire fino all’alimentazione senza che il MOSFET esca dalla corretta zona di funzionamento. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI E 7.1 6 (a) Calcolare la tensione Vu di polarizzazione dell’uscita, il guadagno di tensione G=vu/vin, l’impedenza di ingresso e l’impedenza di uscita del buffer della figura seguente (|VT|=0.8V, |k|=10mA/V2) quando RL=. buffer +3V Eq. Thevenin amplificatore 480 250k 1k vu vin RL va 50k (b) Calcolare il minimo valore che può assumere un carico esterno RL collegato alla sua uscita oltre cui il guadagno complessivo del circuito tra ingresso Va ed uscita Vu diminuirebbe di più del 20% rispetto al caso di RL=. (a) La tecnica di calcolo della polarizzazione di uno stadio Source follower è del tutto analoga a quella di uno stadio amplificatore con la resistenza di degenerazione sul Source. Il partitore di Gate impone VG=+0.5V e, impostando il bilancio di correnti nel nodo di Source, si ottiene I D=2.5mA, Vu=+1.8V e gm=10mA/V (1/gm=100). Se RL=, lo stadio singolo avrebbe un guadagno tra vin e vu pari a G=0.83. L’impedenza di ingresso del buffer vale Zin=42k, valore molto alto rispetto alla resistenza di uscita da 1k dello stadio precedente per cui il segnale vA verrà trasmesso sostanzialmente invariato al Gate del MOSFET (vin=vA). L’impedenza di uscita del buffer, cioè l’impedenza vista guardando indietro dal morsetto di uscita (Vu), è data dal parallelo tra 1/gm e 480 e vale Zu=83. (b) Su segnale il condensatore di uscita diventa un cortocircuito e la resistenza di carico RL viene vista dal MOSFET in parallelo a 480. Pertanto, il guadagno complessivo diventa G 480 R L 1 480 R L gm Per avere G=0.83-0.83.20/100=0.66, si ottiene RL=2400. Valori di RL minori di questo provocherebbero durante il trasferimento una perdita di segnale maggiore del 20%. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 7.2.2 7 Distorsione di uno stadio Source follower Per calcolare la distorsione di un buffer di tensione a MOSFET si applica lo stesso ragionamento fatto nel Cap.5 per il calcolo della distorsione degli amplificatori con la resistenza di degenerazione. Innanzitutto quindi si calcola la frazione del segnale di ingresso che si ritrova ai morsetti del transistore (vgs) secondo la partizione lineare : vgs vin 1 gm 1 gm R s . (7.4) Poiché un buon buffer ha Rs>>1/gm, vgs risulterà in generale molto piccolo e quindi ci aspettiamo una distorsione piccola perché il termine quadratico della relazione caratteristica risulterà corrispondentemente molto piccolo. In effetti il valore di non linearità complessiva dello stadio, già calcolati nel Cap.5, risulta pari a v gs 2 Vod 1 1 g m R S (7.5) ed è quindi molto piccolo. Ricordiamo infatti che c’è il termine 1/(1+gm.Rs) migliorativo dovuto all’effetto di “retroazione” della resistenza R s nel diminuire ulteriormente l’effettiva (e già piccola) frazione di segnale vgs applicata al MOSFET. Conseguentemente la distorsione di seconda armonica sarà anch’essa in generale piccolissima e pari a HD 2 2 (7.6) Per quanto detto, un buffer ben progettato non aggiunge una distorsione significativa ad un circuito. Quest’ultima è normalmente prodotta dagli stadi amplificanti e non dagli stadi a follower. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI E 7.2 8 (a) Dopo averlo polarizzato, calcolare la massima ampiezza di un segnale sinusoidale applicabile al seguente circuito (|VT|=0.55V, |k|=400µA/V2) prima che esca dalla corretta zona di funzionamento: buffer +3V 10k RS 1920 vu RL 5k vin -3V (b) Calcolare la distorsione HD2 introdotta dal circuito nel trasferimento del segnale dall’ingresso Vin all’uscita Vu quando in ingresso viene applicata una sinusoide di tensione alla frequenza di 10kHz ed ampia ±0.2V. (a) La polarizzazione impone VG=0V da cui Vu=+1.8V e ID=625µA (gm=1mA/V and 1/gm=1k). Il guadagno per piccolo segnale è conseguentemente pari a G=0.58. La resistenza di ingresso è virtualmente infinita ed assicura che non ci sia caduta di tensione ai capi della resistenza da 10k. L’impedenza di uscita come vista dal carico vale Zu=658 da confrontarsi con i 5k di RL. Sulla semionda negativa del segnale, il MOSFET tenderà a portare più corrente, che proverrà dalla resistenza di 1920 e dal carico RL. Nessuno di questi due percorsi pone limitazioni e pertanto possiamo pensare che il Gate del MOSFET possa raggiungere i -3V. Quindi l’ampiezza negativa della sinusoide d’ingresso può arrivare fino a -3V. Sulla semionda positiva, viceversa, la salita del Source impone al circuito di fornire corrente a RL e nello stesso tempo di diminuire la corrente in RS. Pertanto, sempre meno corrente rimarrà disponibile per scorrere nel MOSFET. Il massimo della semionda positiva applicabile all’ingresso lo si otterrà al raggiungimento della condizione in cui il MOSFET non porta più corrente. Essa equivale a dire che tutta la corrente prima portata dal MOSFET (625µA) va ora nelle due resistenze: vu vu 625A 5k 1920 Da cui si ottiene vu=0.867V. Essendo minore del valore trovato per la semionda negativa, concludiamo dicendo che l’ampiezza massima della sinusoide in ingresso è vin=±0.867V. (b) Dato il segnale di 0.2V di ingresso, la frazione che cade tra Gate e Source è pari a vsg=84mV. Pertanto: Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI HD2 9 1 vgs 1 1 84mV 1 0.007 2 2 Vod (1 g m RS RL ) 2 2.5V 2.39 Che corrisponde allo 0.7% di componente a frequenza doppia (20kHz) della principale. E 7.3 Si consideri il seguente stadio Source follower. Il MOSFET abbia VT=1V e k=1mA/V2. Si vuole valutare il trasferimento di un impulso rettangolare, di ampiezza 1V e di durata 100s, erogato dalla sorgente in assenza ed in presenza di una componente capacitiva di carico. E=+6V 10 0 s 100k 1V 1k vu vin 100k R 4k C 10 n F -E=-6V a) Valutare dapprima l’ampiezza del segnale vu(t) in assenza di C. b) Giustificare perché il segnale di ampiezza 1V può essere considerato un piccolo segnale per il transistore. c) Discutere qualitativamente cosa accade in presenza di C e commentare se il segnale può essere ancora considerato un piccolo segnale. d) Valutare dettagliatamente l’andamento dei transitori supponendo che C=10nF. (a) - Dallo studio della polarizzazione si trova: VGS=2V, ID=1mA, 1/gm=500. Giacché la resistenza del generatore sorgente è piccola rispetto alle resistenze del partitore di polarizzazione, il segnale da 1V è trasferito pressoché senza attenuazione sul Gate del MOSFET e la frazione del segnale vin che è trasferita ai capi del resistore R è pari a 0.89V. A seguito dell’applicazione del segnale rettangolare, il potenziale del nodo d’uscita varierà quindi da -2V a -1.11V. (b) - Per valutare se l’approssimazione di piccolo segnale, implicita nella scrittura della precedente relazione, è valida o meno, si deve confrontare la variazione della tensione di comando del MOSFET determinata dal segnale (Vgs=0.11V) con il valore 2(VGS-VT)=2V. Con questi valori il segnale può essere ancora considerato piccolo. La non linearità corrispondente sarebbe solo dello 0.6%. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 10 (c) - In presenza di un carico capacitivo, non è possibile variare istantaneamente la tensione ai capi del condensatore. Quindi vu non potrà più seguire istantaneamente l’andamento dei fronti di salita e di discesa del segnale vin. Incominciamo a considerare cosa accade sul fronte di salita di vin. In condizioni stazionarie VGS=2V, Vu=-2V e la tensione ai capi del condensatore è 4V. Quando vin aumenta di 1V, la tensione ai capi di C resta invariata ed il segnale vin determina una variazione di 1V della tensione Vgs che aumenta istantaneamente da 2V a 3V. La corrente nel FET passa quindi dal valore stazionario di 1mA a 4mA. Questa corrente va a depositarsi in parte sul piatto del condensatore e solo la progressiva carica di C porta il potenziale Vu al valore finale stazionario di Vu=-1.1V. La carica di C non è esponenziale perché la tensione di comando Vgs del FET, e quindi la corrente Id, cambia durante il transitorio in modo complesso. Per i valori in gioco il segnale non può certo considerarsi piccolo. Sul fronte di discesa di vin, la tensione Vgs, che aveva raggiunto il valore di circa 2.1V, è portata istantaneamente a 1.1V. Il MOSFET porta quindi pochissima corrente, molto meno di quella che la tensione ai capi di C impone nella resistenza da 4k, attivando così la scarica della capacità. Solo alla fine del transitorio di scarica di C si ripristinano le condizioni iniziali di polarizzazione. Si noti che, se l’ampiezza del segnale fosse stata maggiore di 1.1V, il FET si sarebbe addirittura spento (VgsVT) durante il fronte di discesa. (d) - Giacché in presenza di C il segnale vin non può più essere considerato un piccolo segnale, per avere l’andamento dettagliato del transitorio si dovrebbe utilizzare la caratteristica quadratica del FET I D k VGS VT k vin Vu VT 2 2 assieme al bilancio di correnti sul Source ID Vu E dV C u R dt L’equazione differenziale che si ottiene non è più lineare e si può risolvere numericamente a partire dalle condizioni iniziali date dalla polarizzazione. Una stima per eccesso e per difetto dei tempi di transizione dell’uscita vu può essere comunque ottenuta utilizzando l’approssimazione di piccolo segnale. Infatti sul fronte di salita di vin, la tensione Vgs varia istantaneamente da 2V a 3V e quindi, progressivamente, si riporta a 2.1V. Corrispondentemente, il valore minimo della resistenza di canale 1/gm si ha per Vgs=3V ed è pari a 250, mentre il valore massimo lungo il transitorio si ha alla fine per Vgs=2.1V e cioè 450. Quindi la resistenza di piccolo segnale ai capi di C, cioè R||1/gm, varia da 235 a 405. Il transitorio non esponenziale di vu sarà inizialmente tangente al transitorio esponenziale con costante di tempo 10nFx235=2.3s, quindi incomincerà a rallentare; una stima per eccesso del tempo di salita ( 10%-90%) è pari a 2.2x10nFx405=8.9s. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 11 Viceversa, all’inizio del fronte di discesa di vin, Vgs varia da 2.1V a 1.1V e quindi 1/gm diventa 4.5k. L’andamento sarà inizialmente tangente all’andamento esponenziale con costante di tempo 10nFx(4.5k||4k)=21s (tempo si salita 2.2x21s=46s), e poi diventerà più veloce. Alla fine del transitorio Vgs=2V e 1/gm=500. Il transitorio sarà certamente più lungo di 2.2x10nF(500||4k)=9.8s. Si noti come la risposta del follower sia asimmetrica. Il transitorio di salita tende ad essere più breve del transitorio di discesa, proprio perché il MOSFET è sollecitato a portare più corrente nel transitorio di salita di quanto non faccia nel transitorio di discesa. 7.2.3 Ottimizzazione dei collegamenti La Fig.7.3 mostra come utilizzare il Source follower appena studiato per risolvere il problema evidenziato nella Fig.7.1 semplicemente aggiungendo il disaccoppiatore tra l’amplificatore ed il carico. Guardando attentamente il circuito si scopre che esso potrebbe essere semplificato nei collegamenti lasciandone invariata la funzionalità. In particolare si nota che il partitore R1 ed R2 del buffer non è strettamente necessario: togliendo le due resistenze e la capacità di disaccoppiamento, si può pensare di collegare il Gate del buffer direttamente al Drain dello stadio di guadagno che lo precede, come mostrato nella Fig.7.4. Questa operazione riduce il numero di componenti nel circuito (vantaggioso in un circuito integrato), elimina una capacità di disaccoppiamento (sempre vantaggioso), mostra una impedenza più elevata all’ingresso del buffer (vantaggioso nel migliorare il trasferimento dl segnale) ed ha la sola piccola conseguenza di porre il Gate del buffer ad un valore di follower amplificatore + 5V sensore 1k R1 390k + VDD RD 2.5k R1 +2.5V Vu C= 1 mA vin Fig. 7.3 R2 110k R2 RS RL 1k Circuito a più stadi completo di amplificatore e di Source follower per pilotare efficacemente un carico esterno RL. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI amplificatore 12 follower + 5V sensore 1k vin Fig. 7.4 R1 390k RD 2.5k Vu C= R2 110k RL 1k RS Ottimizzazione del circuito a più stadi con accoppiamento diretto del follower allo stadio di guadagno. potenziale leggermente diverso da quello prima imposto dal partitore resistivo. Poiché quest’ultimo valore non ha alcuna importanza nel buon funzionamento del MOSFET del buffer, non ce ne preoccupiamo. E 7.4 Considerare il seguente circuito, in cui T1: VT=0.6V, k=1mA/V2 e VA= e T2: VT=0.5V, k=500µA/V2 e VA= . + 12V R1 2.14M C= vin R2 260k RD 14.5k R3 6k T2 T1 VB vu RS 1k - 12V (a) Calcolare la potenza assorbita dalle alimentazioni in assenza di segnale ed il tempo di operatività del circuito se alimentato da una batteria da 3200mAh. (b) Calcolare il guadagno totale del circuito ed il valore minimo di una resistenza di carico RL applicabile in AC esternamente all’uscita del circuito, oltre cui il guadagno totale diventa minore di (-5). (c) Calcolare la distorsione di seconda armonica del circuito completo quando in ingresso viene applicata una sinusoide di 100mV. (d) Calcolare la massima ampiezza di una sinusoide applicabile all’ingresso, oltre cui uno dei transistori esce dalla corretta zona di funzionamento. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 13 (a) Il primo stadio, con il MOSFET a canale n, svolge la funzione di amplificare il segnale di ingresso. Il follower presenta una resistenza infinita sul Gate e quindi non perturba l’amplificazione fornita dal primo stadio. Per il primo stadio si ha: VG=-9.4V, ID=1mA, gm1=2mA/V, VB=-2.5V. La tensione tra Gate e Drain assicura il buon funzionamento del MOSFET. Nel secondo stadio si ha: ID=2mA e VU=0V. Anche in questo caso il transistore è correttamente polarizzato. La potenza assorbita dalle alimentazioni in assenza di segnale è pari a circa 72mW ed il tempo operativo con una carica della batteria è di circa 1060 ore, equivalenti a 44 giorni. (b) Il guadagno del primo stadio risulta essere G-9.7. Ai fini della trasmissione del segnale, il circuito equivalente Thevenin di T 2 è uguale a quello riportato nella Fig.7.2. Il generatore di tensione è pari alla variazione del potenziale di vB e la resistenza serie è di appena 1/gm2=500. Il trasferimento del follower è G=0.92. Il guadagno totale del circuito è Gtot=-8.9. Un carico resistivo esterno RL su segnale sarebbe visto dal transistore T2 in parallelo ad R3 degradando il trasferimento del follower. Se RL<545 il guadagno totale del circuito sarebbe minore di G=-5. (c) Il primo stadio amplificante, a fronte del segnale di 100mV erogato dal generatore, viene ad avere ai capi di T1 una vgs=33mV che produce una corrispondente 1=0.55% . Lo stadio successivo si ritrova al suo ingresso un segnale vB=966mV a cui corrisponde una vgs=74mV e quindi una 2=0.14%. La non linearità complessiva è quindi dell’ordine del 0.7% e ci aspettiamo una distorsione di seconda armonica dell’ordine del 0.35%. (d) Quando la semionda all’ingresso è positiva, T1 tende a portare più corrente, VB diminuisce come pure diminuisce l’uscita. Il transistore che pone dei vincoli a questi spostamenti è solo T1 in quanto sale il suo Gate e scende il suo Drain e questo movimento reciproco non deve andare a porre il Drain sotto di più di una soglia al valore assunto dal Gate. Formalizzando questa relazione, si ottiene: vin vin 9.7 6.9 VT , da cui si ricava vin=700mV come valore di ampiezza massima applicabile. Quando la semionda all’ingresso è negativa, VB tenderà a salire portandosi dietro Vu. In questo caso sarà ovviamente T2 ad imporre un limite a questo spostamento nel momento in cui si spegne. Questo avverrà quando Vu=+12V, cioè quando VB=11.5V, che corrisponde ad una corrente circolante in T1 pari a iD=35µA. Questo valore corrisponde ad una tensione del Source di V S=35mV. Poiché T1 è praticamente spento, la sua VGSVT e quindi la VG-11.4V. Ricordando che in polarizzazione il nodo stava a -9.4V, questo si ottiene quando il segnale di ingresso vin=-2V. Per confronto con il risultato della semionda positiva si conclude che la massima ampiezza di una sinusoide applicabile all’ingresso del circuito è ±700mV. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 7.2.4 14 Stadio Emitter follower Gli stadi disaccoppiatori di tensione possono naturalmente essere realizzati anche con transistori bipolari. Il principio di funzionamento è del tutto simile, come è simile l’organizzazione dei collegamenti e simili le motivazioni d’uso. Le uniche differenze, importanti ma non essenziali, nascono dalla particolarità della giunzione base-emettitore. Questo comporta che la resistenza di ingresso del buffer a BJT, come vista guardando nella Base del transistore, sarà pari a (vedi Fig. 7.5): ZB RE gm (7.7) Il suo valore dipenderà quindi, a differenza del Source follower, molto strettamente dalle caratteristiche del transistore (), da come è stato polarizzato (gm) e da come è collegato in uscita (RE). Solo con particolari attenzioni in fase di progetto sarà quindi possibile raggiungere valori elevati, ma mai il valore infinito che si ha guardando il Gate di un MOSFET ! Anche la resistenza di uscita dello stadio richiede cautela nell’essere calcolato e risulta pari a: 1 R R (7.8) Z U R E B s gm Anche in questo caso il valore dipende non solo dalle caratteristiche di polarizzazione del transistore (1/gm), come già avveniva con il MOSFET, ma anche da come il BJT è pilotato dallo stadio precedente (Rs/). Ciononostante poiché la transconduttanza di un BJT è generalmente molto maggiore di quella di un MOSFET a pari correnti circolanti, l’impedenza di uscita del buffer con BJT può buffer + VSS RS C= vS ZB vin RB - VDD Fig. 7.5 Stadio Emitter follower. RE vu Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 15 essere progettata molto minore di quella mostrata da un Source follower. Questo è il grande vantaggio dei buffers a BJT e ne giustifica l’uso appena possibile. Da ultimo, il trasferimento del segnale di tensione dalla Base del BJT all’uscita vale: G vu RE vin 1 g m R E (7.9) Esso è sempre inferiore all’unità, ma vi si avvicina sempre più quanto più RS>1/gm. Anche in questo caso, la variazione del potenziale dell’Emettitore segue la variazione della tensione della Base, da cui il nome di Emitter follower dato spesso allo stadio. Riassumendo, il circuito tratteggiato nella Fig.7.5 è utilizzabile come disaccoppiatore per segnali di tensione perché: l’impedenza di ingresso è alta. Il circuito quindi tende a non caricare eccessivamente lo stadio che lo pilota. l’impedenza di uscita può essere molto bassa, prossima a 1/gm se progettato con cura e quindi con una resistenza serie spesso più piccola rispetto ad un buffer a MOSFET. non modifica il guadagno del circuito globale, perché il suo trasferimento è praticamente unitario. introduce una limitatissima distorsione, perché i) la frazione del segnale di ingresso che si ritrova linearmente ai morsetti del transistore (vbe) è piccola, ed è precisamente data da: v be vin 1 gm 1 gm R E . (7.10) e perché ii) la presenza della resistenza RE di degenerazione opera un effetto retroattivo diminuendo ulteriormente il valore di vbe di un fattore pari a (1+gm.RE), così da avere 1 v 1 HD2 be 2 2Vth 1 g m RE - (7.11) ha estesa dinamica lineare, perché, nell’ipotesi praticamente sempre verificata di avere il Collettore direttamente collegato all’alimentazione, la Base può essere fatta salire fino all’alimentazione senza che il BJT esca dalla corretta zona di funzionamento. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI E 7.5 16 Studiare le prestazioni dell’emitter follower ( =200) della figura seguente + 3V RE=330 vu Rg=1k vin collegato in DC allo stadio precedente schematizzato con un generatore di segnale di tensione vin con resistenza serie di 1k. (a) Calcolare il trasferimento ingresso/uscita del circuito. (b) Calcolarne le impedenze di ingresso e di uscita. (c) Calcolarne la dinamica di ingresso. (a) Nell’ipotesi di IB=0A, la polarizzazione darebbe: VB=0V, Vu=0.7V e IC=7mA, a cui corrisponde gm=280mA/V (1/gm=3.6. La corrente ora IB35µA in effetti porterebbe VB35mV, valore che non modifica significamente i valori prima trovati. Ai fini del trasferimento del segnale dal generatore vin all’uscita vu, si noti che il circuito equivalente visibile se ci si pone nel punto di uscita e si guarda nell’Emettitore è Rg/ vin 1/gm Vu RE 330 dove (1/gm+Rg/)=8.6. Il guadagno vu/vin è quindi pari a G=0.97. (b) La resistenza di ingresso è (/gm+.RE)=66k. L’impedenza di uscita vale RE(1/gm+Rg/)=8.6. (c) vin+2.3V; vin--0.5V Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI E 7.6 17 Riprendere il circuito dell’esercizio E7.4 e sostituire il follower a MOSFET con uno a BJT, mantenendo circa uguale la corrente in T2. + 12V R1 2.14M C= vin R2 260k RD 14.5k R3 6k T2 T1 VB vu RS 1k - 12V Confrontare i due circuiti per quanto riguarda l’impedenza di uscita. In entrambi i casi calcolare il minimo valore di un eventuale carico esterno RL applicabile all’uscita sotto cui il guadagno complessivo si ridurrebbe del 20% rispetto al caso di RL assente. 7.3 DISTORSIONE DI PIU’ STADI IN CASCATA Nel caso in cui uno stadio amplificatore fosse immediatamente seguito da un altro stadio amplificatore ed i due circuiti fossero perfettamente disaccoppiati (avessero cioè impedenze di ingresso e di uscita ideali tali da non modificare i loro singoli guadagni), il guadagno complessivo per piccoli segnali del circuito completo sarebbe pari al prodotto del guadagno due stadi singoli. Questo è il caso anche di uno stadio amplificatore seguito da un follower. Considerando che vG vin g m1 RL1 vin G1 e che vu vG g m 2 RL 2 vG G2 la relazione tra ingresso ed uscita diventa: vu vin G1 G2 Se ora volessimo calcolare la non linearità complessiva del circuito, il calcolo sarebbe simile ma le singole espressioni verrebbero modificate ricordando la (5.11) nelle: vG vin g m1 RL1 (1 1 ) vin G1 (1 1 ) e vu vG g m 2 RL 2 (1 2 ) vG G2 (1 2 ) da cui si ottiene l’espressione complessiva vu vin G1 G2 (1 1 ) (1 2 ) vin G1 G2 (1 (1 2 ) 1 2 ) (7.12) Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 18 Essa mostra come la distorsione complessiva di un circuito sia praticamente pari alla somma delle due distorsioni (1+2) dei singoli stadi. Infatti il prodotto (12) è facilmente trascurabile essendo i due valori ben più piccoli di 1. 7.4 STADI DISACCOPPIATORI CON CARICHI ATTIVI Proviamo ad analizzare criticamente il ruolo e la funzione della resistenza di degenerazione RS presente nel buffer della Fig.7.2: - abbiamo interesse a scegliere RS grande perché così facendo il guadagno di tensione si avvicina maggiormente all’unità, ma - contemporaneamente vogliamo che il transistore porti molta corrente per avere una transconduttanza elevata così da ottenere una bassa resistenza di uscita e quindi pilotare carichi più difficili. Queste due esigenze sono contrastanti e se attuate porterebbero ad un aumento della tensione di alimentazione e quindi della potenza dissipata stazionariamente dal circuito. Ai fini dell’amplificazione, la funzione della resistenza RS è solo quella di presentare una impedenza alta su cui iniettare la corrente di segnale erogata dal transistore. Quindi è naturale pensare che essa possa essere sostituita con un generatore di corrente, come mostrato nella Fig.7.6. Il vantaggio di questa sostituzione è che un generatore di corrente, a differenza della semplice resistenza, non necessita di una caduta di tensione stazionaria ai suoi capi proporzionale alla impedenza offerta sul segnale. Quindi l’introduzione, al posto di RS, di un generatore di corrente, libera il follower dal vincolo imposto dalla legge di Ohm. + VDD R1 C= Vu vin Fig. 7.6 R2 ID 1/gm vin Vu =Vin R Generatore di corrente usato come carico attivo in un buffer di tensione, in modo da fissare la corrente di polarizzazione del MOSFET indipendentemente dalla tensione di alimentazione e definire precisamente l’impedenza di uscita del circuito. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI amplificatore 19 follower + 5V sensore 1k vin Fig. 7.7 R1 390k C= R2 110k RD 2.5k Vu RL 1k Generatore di corrente usato come carico attivo in un buffer di tensione, in modo da fissare la corrente di polarizzazione del MOSFET (e quindi la sua resistenza di uscita) mantenendo piccola la tensione di alimentazione. Così facendo la tensione di alimentazione, l’amplificazione, la corrente di polarizzazione e l’impedenza di uscita diventano grandezze tra loro più indipendenti e quindi il progetto risulta più semplice ed efficace. In particolare: a parità di tensione di alimentazione si ottiene un guadagno più prossimo ad uno; il transistore può essere polarizzato con la corrente più adatta ad ottenere la transconduttanza voluta, indipendentemente dalla tensione di alimentazione, potendo più facilmente pilotare carichi RL molto più piccoli. La sostituzione di un resistore con un carico attivo (così è spesso chiamato un generatore di corrente quando posto lungo il percorso del segnale) è molto comune nei circuiti integrati dove è necessario ridurre l’occupazione di area di ciascun componente circuitale e minimizzare la presenza di resistenze perché occupano più spazio di quello generalmente necessario per un transistore. Il circuito della Fig.7.7 beneficia di quanto detto e mostra come il circuito della Fig.7.4 potesse essere ulteriormente migliorato. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI E 7.7 20 Studiare le prestazioni del seguente circuito in cui i transistori a canale n e p hanno uguali parametri : |VT|=0.45V, |VA|= e |k|=2mA/V2. + 1.8V T2 T3 1k T1 vin vu R1 4k In particolare calcolare: (a) il guadagno G=vu/vin. (b) l’impedenza di uscita. (c) la massima dinamica possibile del segnale di ingresso. (d) la distorsione introdotta su un segnale sinusoidale di ±100mV. (a) L’uso di un generatore di corrente a specchio come carico di degenerazione sul Source permette di realizzare, grazie alla resistenza infinita del carico stesso, un follower con trasferimento esattamente pari a G=1 qualunque sia il risultato della polarizzazione, a patto che tutti i transistori lavorino nello loro corretta zona di funzionamento. Poiché il calcolo della polarizzazione porta ad una corrente circolante pari a ID250µA e Vu=+0.8V, effettivamente tutti i transistori stanno operando in saturazione. (b) L’impedenza di uscita risulta pari a 715. (c) vin+=0.65V; vin-=-0.45V (d) La distorsione è rigorosamente nulla, fintanto che non si attacca un carico esterno al morsetto di uscita. A quel punto sia il guadagno che la distorsione cambiano dalla situazione ideale e assumono un valore finito (G diverso da 1, THD diversa da 0). Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI E 7.8 21 Si consideri il seguente circuito in cui tutti i BJT hanno =100. +5 V 380 5 0k 5k e R1 R in 50 R3 10 F R5 8.6k T2 R4 3.5 V Ru T1 50k R2 -5V 10.5 mA R6 5k - 5V a) Studiarne la polarizzazione b) Valutare, per segnali di frequenza maggiore di 3kHz erogati da un generatore di resistenza serie 5k la resistenza di ingresso Rin; l’amplificazione, la resistenza di uscita Ru. c) Dimensionare il generatore di corrente con un BJT. (a) - Vin=0V, IC1=10mA, Vu=0V, IC2=1mA (b) - Per segnali di frequenza maggiore di 5kHz il condensatore è un cortocircuito, quindi Rin è 50k50k(+1)52=4.17k. (c) - La resistenza vista sul Collettore di T 1 è pari a 8.6k(+1)5k circa 8.6k. vu/vin= -Rin/(5k+Rin)8.6k/50= -95. (d) - La resistenza d’uscita è 5k[8.6k/(+1)+ 25]=111. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI E 7.9 22 Si consideri il seguente circuito (VT=0.6V, k=4mA/V2), ottimizzazione di quello delle Fig.7.1 e 7.4 appena visti. amplificatore follower specchio carico + 5V sensore 1k vin R1 390k RD 2.5k C= R2 110k Rx C= Vu RL 1k a) Dimensionare Rx in modo che l’impedenza di uscita del follower sia pari a 200. Calcolare il corrispondente guadagno complessivo del circuito e la sua dinamica di uscita ai capi del carico RL. c) Ridimensionare Rx e modificare i MOSFET del follower e dello specchio scegliendo un nuovo valore di k in modo che l’impedenza di uscita sia inferiore a 10 con una dinamica di uscita almeno di ±0.5V. (a) – Affinché l’impedenza di uscita sia 200, la corrente deve essere 1.56mA. Il MOSFET del follower ed anche quelli dello specchio (perché tutti uguali) avranno (VGS-VT)=0.625V. Ne consegue che Rx=2.4k e Gtot=vu/vin=-8.3. La dinamica di uscita negativa è limitata dal MOSFET dello specchio che entra in zona ohmica a vu-=-650mV. La dinamica positiva è di poco inferiore al limite lineare di vu=2.5V concesso dallo spostamento del Gate del follower fino all’alimentazione. Infatti la corrispondente salita dell’uscita impone un passaggio maggiore di corrente in RL, e quindi nel follower, con conseguente maggiore overdrive che riduce un po’ l’escursione netta di vu. (b) – Ricordando che I/k=(VGS-VT)2 e che g m 2 k I basterebbe aumentare sia k che I della stessa quantità, nel nostro caso di un fattore 20 (k=80mA/V2, per cui transistori con W 20 volte più grande, e I=32mA per cui Rx=118), per non avere la desiderata 1/gm=10 senza modificare l’overdrive dei transistori e quindi mantenendo la stessa dinamica trovata al punto (a) che è sufficiente. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 7.5 23 DISACCOPPIATORI DI CORRENTE A differenza dei disaccoppiatori di tensione, i circuiti disaccoppiatori per segnali di corrente devono essere in grado di leggere un segnale di corrente da un generatore (o semplicemente dallo stadio che sta a monte) ed erogarlo, pressoché senza attenuazioni ma con una resistenza equivalente molto più alta, ad un carico posto a valle. Il problema che questi disaccoppiatori risolvono è quello della solo parziale erogazione della corrente ad un carico quando quest’ultimo ha un valore di resistenza elevato rispetto alla resistenza di uscita della sorgente. Mandare una corrente ad un carico resistivo elevato è infatti difficile, come mostrato nella Fig.7.8: se RS=RL, solo metà della corrente IS disponibile viene effettivamente inviata in RL! Lo stadio di disaccoppiamento deve quindi essere in ingresso un ottimo lettore di corrente (avere cioè una resistenza d’ingresso RIN molto bassa così da assorbire la maggior quantità possibile della corrente disponibile a monte) e presentarsi in uscita come un ottimo generatore di corrente (avere cioè una resistenza d’uscita RU molto alta cosicché la corrente disponibile venga inviata quanta più possibile al carico RL anche se quest’ultimo è di valore elevato). Queste caratteristiche sono di nuovo ben soddisfatte dal semplice transistore: basta infatti pensare di utilizzare un transistore con l’ingresso nel Source (Emettitore), la cui impedenza è pari a 1/gm, e l’uscita nel Drain (Collettore), la cui impedenza è al più r0. Un collegamento possibile di un MOSFET per realizzare la funzione descritta è riportato nella Fig.7.9. Stadi di questo tipo, in cui il Gate (Base) è connesso ad un punto a potenziale fisso, sono anche per questo detti “stadi Gate (Base) a massa”. In queste configurazioni si sfrutta la proprietà dei transistori di trasmettere il segnale di corrente pressoché inalterato tra Source (Emettitore) e Drain (Collettore), di presentare al Source (Emettitore) una bassa impedenza (1/gm) e di erogare la corrente dal morsetto di sorgente carico sorgente RS carico IB IL IS buffer RL IS RS IL IB RU»RL RIN«RS Fig. 7.8 Schema di trasferimento di un segnale di corrente is al carico RL tramite un buffer di corrente. RL Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI Fig. 7.9 24 Esempio di circuito di disaccoppiamento per segnali di corrente utilizzante un pMOSFET polarizzato con il Gate a massa. Drain (Collettore) ad alta impedenza (ro). Nell’esempio specifico della figura, il FET è polarizzato attraverso R 1. Sul segnale, il condensatore di disaccoppiamento è un cortocircuito ed il segnale di corrente erogato, is, si ripartisce tra le tre resistenze Rs ,R1 e la resistenza vista nel Source, 1/gm. Se si è progettato il circuito in modo che 1/gm<<RS, la corrente is è iniettata per la maggior parte nel terminale di Source e da lì trasferita al Drain ed erogata ai morsetti di RL anche nel caso di RL grande. Se RL fosse stata collegata direttamente al generatore is, la partizione con Rs avrebbe ridotto la quantità in essa circolante. E 7.10 Si consideri il circuito della Fig.7.9. Sia Rs=1k, E=5V, il MOSFET abbia VT=1V e k=-10mA/V2 ed RL=1k. a) Determinare la frazione di corrente che sarebbe fluita nel carico se RL fosse stata connessa direttamente al generatore reale di segnale, senza l’interposizione dello stadio disaccoppiatore. b) Polarizzare il FET affinchè la sua resistenza di ingresso sia <100 . c) Determinare C perché siano trasmessi i segnali maggiori di 1kHz. d) Rappresentare su di un grafico l’andamento del potenziale Vu a seguito dell’applicazione di un segnale is=A1(t) con A=0.1mA. e) Quali caratteristiche dovrebbe avere il MOSFET per consentire l’accoppiamento in continua tra lo stadio ed il generatore? (a) - 50% (b) - VGS<0.5V; per esempio con VGS=0.4V, ID=3.6mA, R1=1.4k, 1/gm=83, VGD=1.4V (FET in saturazione). (c) - C>160nF Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 25 (d) - Vu transisce a gradino da -1.4V a -1.5V, quindi ritorna al suo valore stazionario con una costante di tempo pari a circa 160s, per la presenza del condensatore di disaccoppiamento. (e) - Il MOSFET dovrebbe operare a VGS=0, quindi deve essere un MOSFET a svuotamento come quello nella figura. Tuttavia il MOSFET dato per V GS=0 porterebbe troppa corrente, 10mA, e quindi opererebbe in zona ohmica. Infatti già con 4mA in RL il FET è al bordo della condizione di saturazione (V GS=1V). Si dovrebbe scegliere, quindi, un MOSFET con k minore. Se k=3.6mA/V 2 il FET avrebbe la corrente di 3.6mA per VGS=0. Ovviamente bisognerebbe ritoccare il valore di RL. E 7.11 Sia dato il circuito della figura seguente. +6 V 50 R1 6k Ro vin vu E is 10k 700 RL 4k Vz =5.3 V -6V La corrente di segnale erogata da un generatore forzante è trasmessa attraverso un cavo coassiale di impedenza caratteristica 50 ed uno stadio Base a massa su una resistenza di carico RL. a) Studiare la polarizzazione dello stadio. b) Scegliere il valore di Ro per terminare correttamente il cavo coassiale su una resistenza pari a 50. c) Valutare l’intervallo di valori in cui può variare il segnale is senza far uscire il BJT dalla sua zona attiva di funzionamento. (a) - VE=0V, IC=1mA, Vu=-2V, 1/gm=25. (b) - Ro=25. (c) - L’intervallo è -1mA<is<0.45mA. Il primo limite è imposto dalla interdizione del BJT a cui sarebbe sottratta tutta la corrente di polarizzazione e si troverebbe quindi con corrente nulla. Il secondo è determinato dalla condizione di saturazione (VEC>0.2V). Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI 26 E 7.12 Nel circuito studiato nell’esercizio precedente, si aggiunga alla resistenza RL lo stadio della figura seguente, che realizza un follower per erogare il segnale di tensione a bassa impedenza. +6V 1.5k 12k vu R1 50 is 10k 6k Ro v in 700 RL 1.9k 4k 5.3V -6V a) Calcolare il valore stazionario di Vu. b) Valutare la resistenza d’uscita del circuito. c) Valutare il trasferimento vu/is 7.6 EFFETTI DELLA RESISTENZA DI USCITA FINITA DEI TRANSISTORI Fino ad ora abbiamo immaginato che i transistori utilizzati nei circuiti disaccoppiatori avessero una resistenza di uscita infinita, conseguenza di una VA=. Vediamo come la presenza di una resistenza r0 di Drain (Collettore) finita altera il comportamento dei circuiti fin qui visti. Con riferimento al caso del disaccoppiatore di tensione (Fig.7.10) la resistenza r0 del transistore può essere vista su segnale come posta tra Source (Emettitore) e l’alimentazione. Pertanto: r0 è vista in parallelo a RS quando si calcola il trasferimento tra ingresso ed uscita. Poiché in un progetto ben fatto RS è scelta grande, anzi spesso corrisponde alla resistenza di uscita di un generatore di corrente, essa stessa data da r0 o maggiore, l’effetto di r0 è di definire l’impedenza di carico “interna” del follower che si colloca in parallelo al carico esterno RL. r0 è vista in parallelo a 1/gm quando si calcola la resistenza di uscita del buffer. Appunti del corso di Elettronica Analogica- Prof. Marco Sampietro POLIMI Vin 27 r0 Vu RS Fig. 7.10 RL Visualizzazione della resistenza finita r0 in uno stadio a follower di tensione. Poiché in un progetto ben fatto r0>>1/gm , la presenza di r0 non influisce sulle prestazioni del circuito. Un valore finito di r0 pregiudica le prestazioni del circuito solo se diventa di valore confrontabile con 1/gm. E 7.13 Riprendere il circuito dell’esercizio E7.9 considerando ora VA=8V per tutti i transistori. + 5V sensore 1k vin R1 390k carico RD 2.5k Rx R2 110k C= r0 C= Vu r0 r0 r0 RL 1k a) Calcolare la nuova polarizzazione del circuito. b) Calcolare il guadagno totale e confrontarlo con quello calcolato quando VA=.