La sindrome da iperstimolazione ovarica è caratterizzata da un ampio spettro di manifestazioni cliniche e di laboratorio dovute alla somministrazione di sostanze utilizzate per l’induzione dell’ovulazione, nelle pazienti anovulatorie, o per l’induzione della crescita follicolare multipla, nei programmi di Procreazione Medicalmente Assistita. È una manifestazione iatrogena, la più seria complicanza associata all’induzione dell’ovulazione, sebbene sia stata molto raramente riportata anche una sua insorgenza spontanea. Sono state descritte forme ricorrenti e familiari in donne portatrici di mutazioni del gene per il recettore per l’FSH (T449I,T499A, D567N) probabilmente per maggiore sensibilità all’hCG. La OHSS è caratterizzata da un aumento di volume delle ovaie per multiple cisti follicolari e da fuoriuscita di liquidi ricchi di proteine dal compartimento sanguigno al “terzo spazio”. Ne conseguono iponchia, ipovolemia ed emoconcentrazione. L’eziopatogenesi della sindrome è sconosciuta. È cruciale è la somministrazione esogena di hCG. Si distinguono due forme di OHSS: una ad inizio precoce che si verifica 3-7 giorni dopo la somministrazione di hCG ed è correlata all’intensità della risposta ovarica alla terapia precedente all’HCG; una seconda forma, ad inizio tardivo, si verifica dopo 10-15 giorni dall’hCG ed è di solito associata a gravidanze multiple. L’evento cruciale è, pertanto, l’induzione dell’ovulazione con HCG. A livello patogenetico, l’evento cardine sembra la produzione di un fattore di neoangiogenesi e l’aumento della permeabilità vascolare. La prevenzione della sindrome da iperstimolazione ovarica si basa principalmente sulla identificazione delle pazienti a rischio: età, policistosi ovarica, peso corporeo, risposta ovarica alla stimolazione, farmaco e quantità di esso utilizzate, supporto della fase luteale, gravidanza multipla. Il trattamento della sindrome da iperstimolazione ovarica mira al controllo della volemia: la conseguente emoconcentrazione comporta aumento della coagulazione con tutti i problemi ad essa connessi. I plasma-expander più utilizzati sono l’albumina ed il destrano; l’aumento della coagulazione va controllato con l’eparina; l’oliguria resistente alla ricostituzione vascolare trova miglioramento dalla paracentesi.