Slide dott. Fesce

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OMCeO Monza e Brianza
NEUROSCIENZA E RESILIENZA
giovedì 13 ottobre 2016 Ore 19.00 – 23.30
Immaginare:
potare per poter rifiorire
riccardo fesce
centro di ricerca in neuroscienze
università dell’insubria - varese
s.i.s.p.i.
scuola di specializzazione in psicoterapia
con la procedura immaginativa
i sistemi viventi possono sopravvivere solo
interagendo con l'esterno
cambiando nel rinnovarsi, riconfermarsi, riprodursi
nella stagione giusta il giardiniere pota l'albero
– elimina i rami secchi
– rinvigorisce con la potatura quelli sani
l'albero sopravvive sano e vigoroso non perché si preserva inalterato
l'albero sopravvive sano e vigoroso perché reagisce con nuova energia e nuova vita
al cambiamento: perché rifiorisce
resilienza
– non è resistenza – non lasciarsi scalfire
– non è elasticità – flettersi e tornare identici a prima
– non è plasmabilità – lasciarsi modificare passivamente
– è assorbire il colpo, modificarsi e ritrovare un nuovo equilibrio più solido
– è un'appropriata miscela di plasmabilità, elasticità e resistenza
– è immaginazione e creatività nella risposta alle avversità
se si considera il cervello come un sistema di controllo del comportamento,
allora in realtà si tratta di due sistemi.
un sistema di valutazione, in grado di apprendere dall'esperienza
e di guidare il comportamento - motorio e cognitivo - in modo "spontaneo" o "automatico"
– sistemi di elaborazione sensoriale → riconoscimento e interpretazione
– aree limbiche → attribuzione di valenza vitale e affettiva ai dati esperienziali
– cortecce parieto-frontali dorsolaterali → proposta di interazioni comportamentali
– mesencefalo → controllo inconsapevole, in base alle euristiche apprese a seguito
di successo o insuccesso delle strategie comportamentali sperimentate in passato sui ...
– nuclei della base → scelta / conciliazione / “shifting” dei comportamenti
un altro sistema, chiamato in causa di fronte all'inatteso, all'errore, alla difficoltà
– attivazione della corteccia cingolata anteriore → risveglio corticale e attivazione dei ...
– sistemi prefrontali → individuazione cognitiva e razionale di possibili strategie
alternative
A fronte del trauma o della situazione critica "senza uscita" …
ansia e stress rinforzano il ricorso a euristiche apprese, anche se infruttuose
difficile uscire da questo circolo vizioso e
cambiare prospettiva !
occorre distanziamento
allentamento dell'angoscia
occorre innescare una attività "creativa", "immaginativa"
per disegnare nuove strategie affettive e cognitive
per proporre una immagine diversa di sé
in una prospettiva alternativa sulla realtà
questa è la sola strada possibile verso la resilienza.
la percezione
processo passivo o attivo?
input
sensoriale
elaborazione
elaborazione
riconoscimento
di pattern
“rafforzamento” della
connettività
“memoria” del pattern
rappresentazione interna
“risonanza”
“proposta interpretativa”
OGGETTO
RELAZIONE
AMBIENTE
SITUAZIONE
PATTERN
MEMORIA
IMMAGINAZIONE
riconoscimento di pattern:
“risonanza” tra attività prodotta dall'input sensoriale
e attività corrispondente a una rappresentazione interna
(aree sensoriali)
ATTRIBUZIONE DI SIGNIFICATO
(aree associative)
(corteccia temporale)
RICONOSCIMENTO DI
OGGETTI
io
oggetto
(corteccia parietale)
RICONOSCIMENTO DI
RELAZIONI SPAZIALI
(corteccia parietale)
altro
oggetto
PROPOSTA DI RELAZIONE
COMPORTAMENTALE
SCHEMA (motorio)
COMPORTAMENTALE
(corteccia frontale premotoria)
“neuroni specchio”
il riconoscimento e l'interpretazione
(identificazione per risonanza immaginativa)
accompagnato da richiamo della rilevanza vitale / affettiva
localizza lo stimolo (oggetto)
e simultaneamente propone una appropriata interazione
(relazione comportamentale)
cort.
primarie
motoria
associative
aree
aria
1
precorteccia:
motorie
associative
aree
sensoriali
aree
limbiche
primarie
talamo
amigdala ipotalam
o
cervelletto
visive
pre-elaborazione
uditive
tattili
somestesiche
propriocettive
nocicettive
motorie
…. propone una appropriata interazione
(relazione comportamentale)
appropriata?
esperienze passate
rinforzo positivo o negativo
stabilizzazione delle euristiche comportamentali
prefigurazione, immaginazione del risultato della relazione
programma
motorio
esecuzione
localizzazione
e “mappatura”
immaginazione
prefigurazione
stimoli
oggetti
immagini
azioni altrui
proposta di
programmi
motori
input
sensoriali
motorie
ogni comportamento può o meno produrre riscontro gratificazionale
(piacere/dolore)
più o meno intenso
il comportamento (RELAZIONE oggettuale) viene caricato di
valenza emotivo-affettiva
il riscontro gratificazionale si traduce in
generazione di piacere (via del reward)
associazione di valenza emotivo affettiva al comportamento
la valenza si trasferisce dalla relazione sull'oggetto
la associazione di valenza emotivo-affettiva a comportamento e/o oggetto
determina generazione di piacere nella prefigurazione del comportamento
entrano in gioco le vie dopaminergiche
→ via del reward (mesolimbica) piacere di pregustazione
→ via mesocorticale: traduzione in valenza motivazionale
( → alla PFC) per la elaborazione strategica del comportamento
→ via nigrostriatale: attribuzione di diversa valenza (“peso”)
alle diverse relazioni oggettuali (programmi motori) proposte in ogni momento
cort.
motoria primarie
aree
aria
associative
1
premotorie
corteccia:
associative
aree
n. della base sensoriali
aree
limbiche
primarie
talamo
amigdala
cervelletto
ipotalamo
SN
facilitazione/inibizione
inizio
conciliazione
coordinamento
fluidità
“switching”
lo
a
f
VTAence
s
me
ruolo dei nuclei della base
sia in ambito MOTORIO
sia in ambito COGNITIVO
cort.
primarie
SMA
motoria
associative
aree
aria
1
precorteccia:
corteccia
motorie
associative
aree
prefrontale
sensoriali
aree
limbiche
primarie
talamo
lobo temporale
amigdala
ipotalamo
ippocampo
cervelletto
visive
pre-elaborazione
novità
incoerenza
difficoltà
conflitto
uditive
tattili
somestesiche
propriocettive
nocicettive
motorie
OGGETTI
riconoscimento
collocazione
(aree sensoriali)
(regioni parietali)
RELAZIONE possibile
parietale
insula
coloraz. emotiva
affettiva motivazionale
VTA
S.Nera
Attivazione SCHEMA
COMPORTAMENTALE
(schema AZIONE)
premotorie
(“mirror”)
+
Attuazione
comportamento
elaborazione emotiva
(limbico)
prefigurazione
motivazione (prefrontale)
scelta / inizio
facilitazione/inibizione
inizio
nuclei
conciliazione
della
coordinamento
base
fluidità
“switching”
motorie
novità
incoerenza
difficoltà
conflitto
INTERVENTO COGNITIVO
INTENZIONALE su
facilitazione/inibizione
inizio
“switching”
valenza
emotivoaffettiva
riflessi
comportamenti istintivi
stimolo
risposta
risultato
scopo
azione
risultato
comportamenti appresi
valenza
emotivoaffettiva
OGGETTO
RELAZIONE
valutazione
conciliazione
inibizione
scelta
cambiamento
inatteso
incoerenza
conflitto
difficoltà
controllo
esecutivo
oggetto
coerenza
relazione
buon funzionamento
“spontaneo”
emozione
processo
primario (?)
oggetto
incoerenza
relazione
alfa (?)
difficoltà funzionamento
“spontaneo”
emozione
beta (?)
oggetto
rielaborazione
cognitiva
relazione
emozione
possibile
buon funzionamento
“intenzionale”
immaginazione (oggetti)
prefigurazione (relazioni → comportamenti)
→ “pregustazione affettivo-emotiva”
processo
secondario (?)
inevitabilità di attribuzione di valore gratificazionale (emotivo-affettivo)
alla RELAZIONE
inevitabilità di proiezione del valore emotivo-affettivo sull'OGGETTO
necessità di inquadramento in una immagine interiore della realtà
immaginazione e prefigurazione di esito delle relazioni
completano l'immagine interiore in mancanza di informazioni
(rielaborazione immaginativa con componente mitica)
ogni nuova informazione richiede la rielaborazione dell'immagine
interna della realtà
continua evoluzione dell'interpretazione del qui e ora
indispensabile per l'adattamento del comportamento
valenza
emotivoaffettiva
+
RELAZIONE
OGGETTO
RELAZIONE
valenza
emotivoaffettiva
–
valenza
emotivoaffettiva
interferenza con
comportamento
“spontaneo”
+
RELAZIONE
valenza
emotivoaffettiva
–
e compeortamento
guidato da
giudizio di realtà
?
OG
GE TTO
OGGETTO
DISSOCIAZIONE
cognitivoemotiva
coerenza dell'immagine interiore (mitica o “oggettiva”) con la realtà
→ rassicurazione, sicurezza, benessere ( … noia!)
incoerenza richiede riesame
→ insicurezza, tensione ( … sorpresa, divertimento !)
→ apprendimento, crescita
la necessità della continua rielaborazione è
→ strumento di adattamento cambiando (non resistendo)
→ addestramento al riesame creativo
→ addestramento alla resilienza
“distruzione” del quadro d'insieme difficile da riesaminare
→ ansia, tensione, insicurezza → rischio di frantumazione
ansia / tensione dell'immagine interiore (mitica o “oggettiva”) con la realtà
→ URGENZA → pressione verso “euristiche” (comportamenti acquisiti)
→ interferenza con la rielaborazione creativa
→ interferenza con il controllo razionale programmatico
→ interferenza con il processo secondario (?)
→ interferenza con l'adattamento attraverso cambiamento
IL BAMBINO
impossibilità di interpretazione coerente della realtà
(per mancanza di informazioni)
imponente contributo creativo-immaginativo verso la costruzione
di un quadro interpretativo coerente
→ narrazione mitologica della realtà
necessità di rivisitazione continua del quadro interpretativo
a fronte di ogni nuova informazione
ansia e tensione della rinuncia a un quadro acquisito, familiare
e conseguente aspirazione alla continuità, stabilità, SICUREZZA
in cambio, l'acquisizione di un quadro interpretativo più
preciso, completo e coerente
l'attività creativa e immaginativa, che permette di reinterpretare la realtà
in modo creativo è la principale modalità di sviluppo adattativo
→ ovvero di cambiamento in funzione della massima adeguatezza
→ ovvero, di resilienza
L'età
l'esperienza che la rivisitazione continua del quadro interpretativo
(l'assunzione di nuove prospettive) risulta in un efficiente sviluppo adattativo
→ favorisce lo sviluppo di resilienza
(cambiare prospettiva anziché difendersi dal cambiamento)
sperimentalmente (anche in animali da laboratorio),
l' esposizione ripetuta a piccoli stress tollerabili favorisce lo sviluppo di resilienza
(temprati dall'esperienza...):
si impara che lo stress può essere superato.
poi, con il crescere delle conoscenze e il cristallizzarsi di una visione complessiva
di sé, della realtà, della vita …
con l'età si diviene via via meno capaci di modificare il proprio approccio vitale,
le proprie abitudini, la propria prospettiva vitale, pratica, affettiva, relazionale
più difficile ritoccare un grande affresco ricco di dettagli e relazioni,
riaggiustare un equilibrio tremendamente complesso,
più faticoso e rischioso abbandonare la sicurezza di un edificio costruito
con cura nel corso di decenni …
– per avventurarsi in cerca di nuove prospettive.
i fattori di resilienza
età:
1 = 10-15
2= 16-18
3= 19-24
4= 25-29
5= 30-34
6= 35-39
7= 40-49
8= 50-59
9= 60+
reazione allo stress
riscontro
sociale
PsychTests.com
advancing psychology and technology
Psychometric Report
Resilience Test
St. Jean, T., Tidman, L., Jerabek, I. (2001).
Resilience Test – www.queendom.com
il nostro vissuto è fondamentalmente costituito da relazioni
– cose, feticci, situazioni, compiti, obiettivi, ideali o persone …
ciò che conta è la relazione che istituiamo con essi
ciò che conta è la relazione che istituiamo con l'immagine interna
che ce ne siamo fatti
relazioni legate a circostanze e abitudini quotidiane
– cristallizzate e persistenti, nei loro aspetti positivi e negativi, quasi immutabili
e relazioni che nostri bisogni, struttura psichica, personalità, difese
caratterizzano e preservano nel tempo.
le prime, quando diventano fonte di sofferenza, sembrano più difficili
da affrontare e modificare, ma spesso un cambiamento nella realtà le risolve
le seconde sono oggettivamente più delicate (specie relazioni con persone),
sane (con la persona reale) o malate che siano (con fantasmi o proiezioni)
– l'oggetto della relazione evolve, cambia, e modifica il suo contributo
alla relazione, la mette oggettivamente in crisi
– e se una relazione nasce da esigenze interiori, quando diviene problematica
nessun cambiamento della realtà esterna è destinato a produrre evoluzioni
positive significative
– l'uscita dal tunnel è subordinata a cambiamenti negli aspetti interiori
(struttura, bisogni, difese) che sostengono e plasmano la relazione.
ma che cosa ci può permettere di cambiare gli aspetti interiori ?
(struttura, bisogni, difese)
Bachelard, ne “l'air et le songe”:
si dice immaginazione e si pensa alla facoltà di formare immagini.
NO. Si tratta della facoltà di deformare immagini (modificare, contaminare).
L'immagine presente deve fare immaginare l'immagine assente.
L'immagine reale deve scatenare innumerevoli immagini deformate.
L'immaginazione non è un insieme di immagini ma l'immaginario:
la capacità di giocare con le immagini
– un spazio immaginativo in termini più sognanti che concettuali.
Ecco la determinante efficacia psicopedagogica, oltre che terapeutica,
della esplorazione immaginativa
– acquisire una abitudine alla esplorazione dell'immaginario,
anche senza uno scopo pratico contingente;
– se accompagnata da un'indagine attenta e critica, sotto la guida del terapeuta,
questa attività addestra e aiuta nel riesame creativo della realtà
La rielaborazione immaginativa dell'esperienza
– nei suoi aspetti esterni (rapporto con la realtà)
– e nei suoi risvolti interiori (vissuto emotivo e affettivo)
permette di sfuggire alle euristiche consolidate
(inadeguate a fronte del trauma, della catastrofe, dello stress)
e di rielaborare
– le proprie relazioni oggettuali
– il proprio panorama emotivo e affettivo
– le proprie risorse comportamentali.
addestra a riemergere dalle difficoltà modificati e più adeguati.
l'elaborazione dell'immaginario addestra alla resilienza.
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