Valenza = parametro che esprime la tendenza di un atomo a creare legami con altri atomi. Nell’ambito della teoria elettronica del legame chimico, non si parla più strettamente di valenza, ma di “elettroni di valenza”. In questi termini, la “valenza” di un atomo rappresenta il numero di elettroni dell’orbitale più esterno che risultano spaiati, e che possono quindi essere coinvolti nella formazione di legami con altri atomi. Secondo questa definizione, l’ossigeno risulta bivalente, in quanto caratterizzato appunto da due elettroni spaiati nell’orbitale più esterno. Esistono atomi con valenza unica, come gli elementi del primo gruppo della tavola periodica, che sono tutti monovalenti, e atomi con valenza multipla, diversa a seconda del tipo di composto di cui entrano a far parte. Ad esempio, il ferro ha la doppia valenza +2 e +3: ha valenza +2 nell’ossido ferroso, FeO, e valenza +3 nell’ossido ferrico, Fe2O3. Per esprimere la tendenza di un elemento a creare legami chimici con altri elementi si ricorre oggi più spesso al concetto di numero, stato, o grado di ossidazione. Questo rappresenta la carica elettrica posseduta idealmente da un atomo all’interno di un composto. Regole per assegnare i numeri di ossidazione Oltre che attraverso la definizione data, i numeri di ossidazione si possono determinare applicando le regole che seguono. Questa via è più rapida e più semplice, specialmente se non si è in grado di rappresentare la formula di struttura del composto. 1. Gli elementi allo stato fondamentale come H2, O2, Cl2 ecc. hanno numero di ossidazione zero. 2. L'ossigeno nei composti ha sempre numero di ossidazione -2, tranne che nei perossidi -1 (H2O2 acqua ossigenata). 3. L'idrogeno nei composti ha sempre numero di ossidazione +1, tranne che negli idruri metallici (-1) 4. Negli ioni monoatomici il numero di ossidazione coincide con la carica (valenza ionica) dello ione. 5. La somma algebrica dei numeri di ossidazione degli elementi di un composto risulta pari a 0