OMCeO Monza-Brianza NEUROSCIENZE E COSCIENZA giovedì 10 novembre 2016 Ore 19.00 – 23.30 le basi neurobiologiche della coscienza e dell'immaginazione riccardo fesce centro di ricerca in neuroscienze università dell’insubria - varese s.i.s.p.i. scuola di specializzazione in psicoterapia con la proceudra immaginativa coscienza aspetti problematici 1) coscienza = principio soggettivo → impossibilità di invadere sperimentalmente la soggettività → fenomenologia e introspezione → individuazione dei vari aspetti, dei processi e dei meccanismi 2) terminologia → tutti hanno più o meno chiaro che cosa si intenda per coscienza → ma la coscienza si sviluppa lungo diversi “assi”, per i quali non abbiamo neppure parole del tutto appropriate e specifiche 3) molteplicità → aspetti cognitivi e affettivi → riflessi filosofici: identità, soggettività e “qualia” → riflessi etici e giuridici: libero arbitrio, responsabilità → riflessi deontologici: presenza/assenza di coscienza, coma ... coscienza … termine molteplice non chiaro dove cercarne base neuronale: troppi aspetti/funzioni diverse aspetti “quantitativi” (in parte misurabili) – intensità dell'attività cerebrale – lucidità (dalla veglia attenta al coma profondo) aspetti “qualitativi” – percezione indefinita, olistica, intuitiva, implicita (di sé) – percezione precisa, analitica, esplicita contenuto – presenza qui/ora, reattività contro meditazione, estasi mistica – capacità cognitive (ritardo mentale, memoria, demenza, confusione mentale) coerenza e funzionamento – esame di realtà “dissociazione” – coerenza cognitiva → disturbi del pensiero – coerenza tra sfere emotiva e cognitiva → schizofrenia gli “assi” della coscienza 1) “presenza”: attenzione, reattività agli stimoli allerta → veglia vigile → fantasticheria → dormiveglia → sonno → meditazione profonda (aspetto legato a oggetto di coscienza) 2) intensità / lucidità dell'attività mentale, attiva concentrazione → rilassamento mentale → obnubilamento → → confusione mentale → “perdita della coscienza” → coma (EEG) 3) accessibilità di attività e contenuti mentali (aspetti psicodinamici “topici”) 4) attenzione selettiva come meccanismo di accesso alla coscienza 5) consapevolezza implicita / esplicita: inquadramento cognitivo e possibilità di esplicitazione verbale dei contenuti psichici → ruolo di capacità simbolica, pensiero astratto, linguaggio → spesso forme “alte” di coscienza hanno connotazione di indefinitezza, evanescenza e trascendenza 6) coscienza di sé e identità, “percezione di esserci” → percezione della proprietà del proprio corpo delle proprie sensazioni, esperienze, emozioni → percezione di essere agente dei propri pensieri e atti 7) giudizio di realtà, distinzione interno/esterno che cos'è la coscienza? la capacità di costruire una rappresentazione interna della realtà… ? (anche un computer può farlo...) … e di sé…? la capacità di costruire una immagine interna coerente della realtà esterna e di sé...? perché ci è più facile attribuire la coscienza a una rana che non ad un supercomputer o un robot? forse ciò che per noi è implicito ma fondamentale nell'idea stessa di coscienza è la prospettiva soggettiva: – un vissuto emotivo e cognitivo personale – una identità come sguardo soggettivo su sé e la realtà. c'è, nella modalità di funzionamento dei neuroni e del SNC qualche caratteristica che dà origine a questa differenza che percepiamo in modo impreciso, difficile da esprimere a parole? obiettivo: individuare la modalità specifica con cui in neuroni (e i circuiti neuronali nel cervello) elaborano le informazioni individuare se e come questa modalità possa giustificare: – le caratteristiche fondamentali del comportamento umano (spontaneo e razionale) – le caratteristiche fondamentali del comportamento cognitivo (spontaneo, immaginativo, razionale) – le caratteristiche strutturali e funzionali comuni ai linguaggi umani (Noam Chomsky) – le caratteristiche fondamentali dell'approccio relazionale (“relazioni d'oggetto” in psicodinamica) suggerire possibili relazioni tra queste modalità e funzioni e ciò che chiamiamo “coscienza”. OVVERO.... il cervello è solo un freddo sistema computazionale che una “entità esterna metafisica” utilizza per registrare la realtà esterna ed essere aiutata a elaborare logicamente e reagire adeguatamente? oppure esiste una modalità generale di funzionamento dei circuiti neurali, che richiami le proprietà principali – dell'attenzione selettiva – della vita emotiva e delle “relazioni d'oggetto” – del controllo del comportamento – della struttura dei linguaggi naturali – dei processi di elaborazione cognitiva – del flusso del pensiero – dell'attività immaginativa … e possa quindi starne alla base? come funzionano i circuiti nervosi? ogni neurone è come una piccolissima batteria (poco meno di 0,1 V differenza di potenziale, cioè 1/15 di una pila AA) che genera un continuo segnale elettrico, fatto di impulsi a cadenza variabile. il ritmo della sua attività dipende dalla integrazione di tutti i segnali (fino a diverse migliaia) che in ogni istante gli arrivano da altri neuroni (un neurone non è acceso o spento piuttosto, in ogni momento suona una sua melodia) che informazioni ci danno i nostri organi di senso? e che cosa ne percepiamo? “pattern”, oggetti, relazioni? nessun dato sensoriale viene “riprodotto” nel cervello. non c'è, come ingenuamente si può pensare, un'immagine di ciò che vediamo, proiettata sul fondo della testa, così che un osservatore interno comodamente seduto nel cervello possa esaminarla... qual è il vantaggio? invarianza riconoscimento – perché non riconosco “dati elementari” – ma relazioni, – schemi di relazioni relazioni e schemi che vengono tradotti nelle “musiche” che in ogni momento neuroni e circuiti nervosi “suonano” e ogni “musica” neuronale può “riprodurre” le relazioni che abbiamo riconosciuto nell'esperienza sensoriale ad essere “riconosciuti” sono “pattern”, schemi di relazioni molteplicità relazioni spaziali cardinalità ordinalità ordine periodicità relazioni geometriche matematica idea di SPAZIO mille circuiti neuronali semplici predisposti per rilevare specifiche relazioni → l'attività di ognuno di essi “propone” il riconoscimento di una relazione → NOTA: c'è aspetto attivo – si tratta di una risonanza tra informazione in arrivo e immaginazione circuiti neuronali più “elevati” rilevano schemi di relazioni → l'attività di ognuno di essi “propone” il riconoscimento di uno schema e via così fino a tutte le possibili letture dei dati sensoriali l'elaborazione (interpretazione) dei dati sensoriali dati sensoriali → relazioni neuroni e circuiti neuronali riconoscono relazioni e configurazioni di relazioni, non oggetti – il riconoscimento è processo attivo di confronto con schemi interiori (immaginazione) l'interpretazione dell'esperito nasce dal riconoscimento di “risonanza” delle costellazioni e configurazioni complesse di relazioni presenti nell'esperienza sensoriale con riproposizioni immaginative di vissuti che sono stati associati a un valore / significato è una interpretazione intrinsecamente “generica”, astratta – intrinsecamente “concettuale”: rappresentazione di un oggetto astratto, non della istanza specifica che viene percepita neurologia i circuiti neurali non rilevano “dati” i circuiti neuronali “riconoscono” relazioni filosofia : concetto insieme (schema) di relazioni (interne e con il contesto) ↔ oggetto attualizzazione specifica di uno schema di relazioni i due emisferi l'insieme delle relazioni spaziali e temporali permette una rappresentazione “pittorica” (diretta, olistica, intuitiva) dell'oggetto o dell'evento (emisfero destro) l'insieme delle relazioni geometriche e strutturali permette una rappresentazione “astratta” (formale, descrittiva, logico-analitica) dell'oggetto o dell'evento (emisfero sinistro) in ogni caso la rappresentazione è “ricostruzione attiva” – è costruzione endogena di una “impressione” o di una struttura (insieme di relazioni) geometrico-logica che permette di “appropriarsi” del dato sensoriale e attribuirvi un senso …. …. è “attività immaginativa accanto a tutto ciò : rilevanza affettiva – il riconoscimento (tentativo) di ogni schema è associato a una possibile colorazione emotiva contestualizzazione – riconoscimento, attribuzione di significato e rilevanza vitale → influenzati da contesto (ruolo dell'ippocampo) plasticità – i circuiti si modificano in funzione dell'attività apprendimento – si “impara” a riconoscere sempre nuovi schemi e ad ognuno di essi viene associata una possibile rilevanza / colorazione affettiva in tutto questo riconosciamo : la capacità endogena di attivare pattern di attività neuronali – musiche e concerti di neuroni che riproducono esperienze – attività immaginativa in senso lato la dimensione “astratta”, concettuale della traduzione interna della esperienza, come incontro tra sensorialità e immaginazione il substrato per una rappresentazione simbolica e contestualizzata della realtà, e di sé nella realtà (la elaborazione relazionale del dato esperienziale – sensoriale o endogeno – trascende il singolo dato reale nel contesto complessivo dell'immaginario) la inevitabile attribuzione di valenza vitale, emotiva, affettiva ad ogni esperienza – sensoriale, interna, immaginativa ma dove nasce la inevitabile lettura di ogni musica neuronale in termini di relazione soggettiva con essa? comportamento il riconoscimento di oggetti e l'individuazione della loro localizzazione (rispetto a testa, occhi, mani) si accompagna alla proposta di interazioni motorie (relazioni comportamentali) regioni premotorie: attivazione di circuiti – che programmano movimenti (neuroni canonici) – che programmano azioni (neuroni specchio) comportamento tra i mille programmi motori attivati dai mille stimoli esterni, la selezione è sulla base – della rilevanza emotiva/vitale (bottom-up) – della attinenza al comportamento in atto (top-down) la selezione non è cognitiva, è guidata dai nuclei della base, che apprendono sulla base della esperienza il “risultato” (successo, gratificazione risultante) delle relazioni comportamentali sperimentate (euristiche) comportamento “spontaneo” (“pilota automatico”) riconoscimento di pattern: “risonanza” tra attività prodotta dall'input sensoriale e attività corrispondente a una rappresentazione interna (aree sensoriali) ATTRIBUZIONE DI SIGNIFICATO (aree associative) (corteccia temporale) RICONOSCIMENTO DI OGGETTI io (corteccia parietale) RICONOSCIMENTO DI RELAZIONI SPAZIALI (corteccia parietale) oggetto altro oggetto PROPOSTA DI RELAZIONE COMPORTAMENTALE movimento (corteccia frontale premotoria) “neuroni canonici” azione SCHEMA (motorio) COMPORTAMENTALE azione (corteccia frontale premotoria) “neuroni specchio” programma motorio localizzazione e “mappatura” esecuzione immaginazione prefigurazione stimoli oggetti azioni altrui immaginazione proposta di programmi motori input sensoriali motorie comportamento a fronte di novità, difficoltà, errore, insuccesso, si genera una reazione di allerta: – attivazione di aree di elaborazione emotiva (“limbiche”, corteccia cingolata anteriore) – attivazione di regioni prefrontali di controllo logico razionale consapevole il sistema della “memoria di lavoro” (attività razionale cosciente) elabora strategie comportamentali alternative !! questo vale non solo per il comportamento motorio ma anche per il comportamento cognitivo (flusso del pensiero, immaginazione) in sintesi il cervello non lavora su “dati” ma su relazioni esistenza, classificazione, interpretazione di un oggetto nascono dall'esame di relazioni tra i suoi elementi, con la realtà circostante (contesto) e con il proprio corpo all'oggetto, percepito in relazione con altri oggetti e il proprio corpo, viene attribuita valenza emotiva e vitale sulla base delle possibili relazioni con esso valenza emotiva viene ugualmente compresa e attribuita nell'esame delle relazioni di altri soggetti con l'oggetto (ruolo dei neuroni specchio) e nella prefigurazione immaginativa di relazioni la valenza emotiva delle possibili relazioni con gli stimoli e oggetti (qui e ora) guida un comportamento “spontaneo” (di cui si può avere consapevolezza): comportamento “reattivo” … e costituisce un meccanismo di selezione – “bottom-up” – nella focalizzazione dell'attenzione cosciente (essenzialmente l'attività del sistema “memoria di lavoro”) associata istintivamente o appresa riflessi comportamenti istintivi valenza emotivoaffettiva SNpc associata euristicamente (esperienza) stimolo risposta risultato scopo azione risultato comportamenti appresi VTA → n.acc. valutazione conciliazione inibizione scelta cambiamento inatteso incoerenza conflitto difficoltà valenza emotivoaffettiva OGGETTO striato controllo esecutivo RELAZIONE CPF SMA psicodinamica dal lavoro di Melanie Klein nella teoria psicodinamica è divenuto centrale il concetto di “oggetto parziale” (il seno materno, il viso e il sorriso…) cui viene attribuito valore affettivo e gratificazionale l'oggetto parziale può essere quindi “buono” o “cattivo” compito del cervello (della psiche) nel suo sviluppo è riuscire a integrare gli oggetti parziali in oggetti integri l'oggetto parziale è buono o cattivo in funzione della relazione che si instaura (gratificante o frustrante) la valenza emotiva e vitale dipende dalla relazione e viene “trasferita” sull'oggetto (parziale) l'integrazione dell'oggetto è in processo faticoso, che richiede la corretta ri-attribuzione delle diverse valenze emotive alle diverse relazioni con uno stesso oggetto valenza emotivoaffettiva + RELAZIONE OGGETTO RELAZIONE valenza emotivoaffettiva – interferenza con comportamento “spontaneo” valenza emotivoaffettiva + RELAZIONE valenza emotivoaffettiva interferenza con comportamento guidato da giudizio di realtà – ? OG GE TTO OGGETTO DISSOCIAZIONE cognitivoemotiva linguaggio il lavoro di Noam Chomsky sui linguaggi naturali indica che vi sono caratteristiche formali e strutturali invarianti tra i pur diversissimi linguaggi naturali un funzionamento cerebrale basato su elaborazione delle relazioni richiede che la struttura cognitiva sia basata sulla possibilità di rappresentare: 1 – la relazione 2 – oggetti/entità come costellazioni di relazioni 3 – caratterizzazione degli oggetti come termini (attivi o passivi) di relazioni (spazio-temporali, causali) 4 – valenza emotiva, affettiva, vitale richiede pertanto un sistema simbolico che possieda: (A) termini verbali (1), (B) termini nominali (2), (C) termini qualitativi e intensivi – attributi (4) – (D) termini (avverbiali) in grado di modificare (1), (3) e (4) e in più: struttura (sintattico-grammaticale) che definisca la direzione delle relazioni (3) e in generale le relazioni tra le rappresentazioni simboliche linguaggio dovranno esservi regole precise per strutturare la frase (sintassi) in modo da chiarire la direzione della relazione e la corretta attribuzione (attributo → sostantivo) dovrà esserci variabilità morfologica dei termini (prefissi, desinenze) per permettere di chiarire il loro ruolo nella frase (contestualizzazione) dovranno esservi regole che controllano la coerenza delle modificazioni morfologiche dei vari termini (grammatica), e tali regole non potranno essere arbitrarie ma dovranno (per coerenza) rientrare in un numero finito di modelli grammaticali dovrà esserci la disponibilità di più termini per indicare oggetti rilevanti in modo da sottolinearne di volta in volta una o l'altra valenza emotiva / vitale (e diversa contestualizzazione) obiettivo: individuare la modalità specifica con cui in neuroni (e i circuiti neuronali nel cervello) elaborano le informazioni individuare se e come questa modalità possa giustificare: – le caratteristiche fondamentali del comportamento umano (spontaneo e razionale) – le caratteristiche fondamentali del comportamento cognitivo (spontaneo, immaginativo, razionale) – le caratteristiche strutturali e funzionali comuni ai linguaggi umani (Noam Chomsky) – le caratteristiche fondamentali dell'approccio relazionale (“relazioni d'oggetto” in psicodinamica) suggerire possibili relazioni tra queste modalità e funzioni e ciò che chiamiamo “coscienza”. modalità specifica con cui circuiti neuronali nel cervello elaborano le informazioni: – riconoscimento, apprendimento, analisi di relazioni – ricerca di coerenza e di corrispondenza con una immagine interna (aspetto attivo, creativo, soggettivo) inevitabile colorazione emotivo / affettiva a fronte di ogni proposta di riconoscimento / interpretazione (colorazione soggettiva e personale) contestualizzazione per una rielaborazione integrata e coerente dell'insieme delle informazioni sensoriali e delle loro valenze emotive (singolarmente e nelle loro relazioni reciproche) → ai sistemi di analisi cognitiva appare “l'insieme contestualizzato”, non i dati originali … appare cioè un “vissuto”, non solo un “esperito” obiettivo: suggerire possibili relazioni tra queste modalità e funzioni e ciò che chiamiamo “coscienza” una relazione chiave consiste nel fatto che i sistemi – di elaborazione affettiva (stato d'animo) e – di elaborazione cognitiva (pensiero) lavorano non su dati ricevuti passivamente ma su una “contestualizzazione soggettiva” una relazione chiave consiste nel fatto che l'informazione in arrivo viene confrontata con produzioni endogene (creative, immaginative) per essere valutata e interpretata obiettivo: suggerire possibili relazioni tra queste modalità e funzioni e ciò che chiamiamo “coscienza” una relazione chiave consiste nel fatto che riconoscimento e interpretazione sono basati su aspetti pittorico-olistici e su insiemi di relazioni geometrico-strutturali-logiche – ovvero su generalizzazioni concettuali – ovvero in termini concettuali una relazione chiave consiste nel fatto che oggetti e eventi esterni reali (o immaginati) sono esaminati e interpretati in termini di possibile relazione (motoria o cognitiva) con essi e di colorazione affettiva di tale relazione … (ovvero in termini soggettivi) coscienza “primaria” e “estesa” l'animale che ha un cervello dovrebbe avere simili capacità ovviamente la chiarezza, complessità e coerenza dell'immagine di sé e della realtà dovrà essere ridotta ma, specialmente in animali evoluti, chiaramente deve esserci una forma di coscienza in termini di: – percezione del proprio corpo, della posizione – percezione di dolore e emozioni – percezione di una “proprietà” delle proprie azioni una forma di coscienza (più o meno sommaria) di essere qui ed ora, provare sensazioni, emozioni, agire (“coscienza primaria”) coscienza “primaria” e “estesa” che c'è in più nell'essere umano? la gestione organica del tempo: riordinare gli eventi in sequenze temporali e causali, su diverse scale temporali la capacità di manipolare il tempo come fosse uno spazio, nel quale ci si può muovere avanti e indietro la capacità di prefigurare grazie a questo strategie complesse su diverse scale temporali la cognizione della persistenza degli oggetti (>18-24 mesi), e la cognizione della realtà e di sé non solo qui e ora, ma …. la cognizione della realtà come un qualcosa che evolve nel tempo, con relazioni causali anche su tempi molto lunghi la cognizione di sé come essere unitario e persistente nel tempo (diacronico), come soggetto di una storia in altre parole la capacità di narrare una storia su di sé e sulla realtà (“coscienza estesa”) ma se una macchina-cervello anziché registrare dati individua relazioni e schemi di relazioni ne estrae un quadro interpretativo coerente e logico vi associa una valenza emotiva e operativa e simulando, prefigurando, immaginando ne deduce strategie, progetti, desideri … in altre parole: se la macchina cervello sa trasformare la percezione della realtà in una narrazione fatta di relazioni logiche, affettive, operative … questo costituisce una elaborazione soggettiva del vissuto esperienziale di fronte a questa capacità di narrare soggettivamente una storia, occorre davvero qualcuno/qualcosa che la legga? coscienza come ricerca di coerenza – incoerenza → dissociazione – esame di realtà elaborazione sensoriale estrazione di pattern “riconoscimento” interpretazione programmazione motoria coordinazione feedback - monitoraggio COSCIENZA coerenza “sincronica” elaborazione emotiva “AGENZIA” PERCEZIONE IMMEDIATA IMMANENTE DI SE' (coscienza “primaria”) ESAME DI REALTA' coerenza “diacronica” coerenza tra attesa e osservazione “consequenzialità” PENSIERO logico-verbale e/o immaginativo estensione narrativa del sé (coscienza “estesa”) L'Immaginario l'elaborazione dell'informazione sensoriale consiste nel “riconoscimento” di pattern cui attribuire un significato, in modo da interpretare, dare senso (trasformare l'informazione in conoscenza) s.i.s.p.i. ma per “riconoscere” bisogna “CONOSCERE” avere già incontrato la elaborazione dell'esperienza, parallela, porta ad apprendere riconoscere: avere già incontrato e “imparato” riconoscere: elaborazione dell'esperienza basata su ciò che si è appreso in precedenza e che deve essere riproposto attivamente alternanza tra due percezioni / interpretazioni alternanza... ma perché? diverse proposte di interpretazione “da dentro” (attività endogena) una elaborazione dell'esperienza basata su proposte endogene di interpretazione attive, creative i neuroni generano “risposte” elettriche ma che cosa produce la prima “risposta” ? stimoli sensoriali... e se no, si spegne tutto ? il sonno, i sogni, il gioco! i neuroni non possono starsene distesi al sole a riposare... la percezione è un incontro: esperienze, risonanze riconoscimento i circuiti leggono a modo loro, imparano e provano a riproporre, e se “risuonano”, riconoscono ritrovo nella realtà l'immagine mentale ma tutto ciò avviene anche senza input ricordi immagini idee che pullulano nei vari circuiti cerebrali e in ogni momento molte possibili vie da percorrere l'instancabile attività dei neuroni con o senza input sensoriale non smettono di inseguire ogni possibile richiamo ecco l'immaginario, questo gioco dei neuroni che provano a raccontarsi la vita creatività che c'è di creativo in senso stretto? è ricombinazione, rilettura che crea nuove intuizioni non occorre che i neuroni inventino schemi inauditi di scarica per leggere la realtà in modi nuovi e imprevisti l'immaginario un continuo ridisegnare letture e ricordi risonanze, richiami combinazioni originali, incerte, ambigue, molteplici e indefinite, a precisare, esplicitare s.i.s.p.i. ma noi chi siamo? ciò che la coscienza legge esplicitando, oppure i mille significati e richiami che pullulano nell'immaginario? se il pensiero non è finalizzato, obbligato alla realtà, all'azione, il controllo consapevole si rilascia e la creatività dell'immaginario mostra ciò che si agita sotto la superficie senza che neppure lo sappiamo s.i.s.p.i. chi siamo? ... e chi possiamo essere? una qualunque delle mille interpretazioni possibili di ciò che si agita là sotto forse domani diversa da oggi forse domani capace di affrontare ciò a cui oggi non sappiamo far fronte e così, dalla creatività dell'immaginario la capacità di giocare e l'ironia la resilienza saper costruire progetti sempre nuovi tener viva la splendida capacità, del bambino che è in noi, di reinventarsi ogni giorno s.i.s.p.i. OGGETTI riconoscimento collocazione (aree sensoriali) (regioni parietali) RELAZIONE possibile parietale insula coloraz. emotiva affettiva motivazionale VTA S.Nera Attivazione SCHEMA COMPORTAMENTALE (schema AZIONE) premotorie (“mirror”) + Attuazione comportamento elaborazione emotiva (limbico) prefigurazione motivazione (prefrontale) scelta / inizio facilitazione/inibizione inizio nuclei conciliazione della coordinamento base fluidità “switching” motorie novità incoerenza difficoltà conflitto INTERVENTO COGNITIVO INTENZIONALE su facilitazione/inibizione inizio “switching”