Amore, dono e giustizia. Teologia e filosofia sulla traccia del pensiero di P. Ricoeur (ed. Glossa, Milano 2011) Presentazione Il dibattito sul senso del dono è oggi molto vivace. Ma non è questo, immediatamente, l’oggetto di Amore, dono e giustizia. Teologia e filosofia sulla traccia del pensiero di P. Ricoeur. Certo, il libro arriva anche a trattare del dono e dell’enigma che lo caratterizza, ma solo al termine di un lungo percorso. Quel che esso si propone è anzitutto l’approfondimento delle nozioni di amore e di giustizia, a procedere dalla riflessione che su questi temi è stata elaborata nel pensiero – il Denken – sia filosofico che biblico, di Paul Ricoeur. In tal senso, il testo si presenta anzitutto come un’opera su Ricoeur e soprattutto sui suoi scritti di ermeneutica biblica e teologica. Esso assume quindi il profilo di un confronto privilegiato ed esclusivo con la copiosa letteratura da lui proposta su questi temi. Scrive l’autore nell’Introduzione: «In un certo modo, inoltre, questo volume viene ad assolvere un ‘debito’ di gratitudine, nei confronti di un grande filosofo, con il quale non ho mai cessato di confrontarmi: in collegamento ideale con un antico lavoro, nel quale avevo ripreso gran parte degli scritti di Ricoeur compresi entro la prima metà degli anni ’80, fin sulla soglia di Sé come un altro1, in questo volume vorrei tentare un confronto sistematico, anche se non esaustivo, con l’altra faccia degli scritti di Ricoeur, che potremmo chiamare il suo ‘polo biblico’ o più francamente teologico. La domanda di partenza riguarda il nesso tra amore e giustizia nel pensiero del filosofo francese. Ma essa coinvolge molte questioni che le stanno sullo sfondo. Così, ad esempio, non possiamo dimenticare che la tradizione teologica distingue e in un certo senso giustappone l’amore come virtù teologale e la giustizia come virtù cardinale. In una riflessione teologica, come deve essere pensata la giustizia, che presiede all’ambito delle relazioni sociali, e l’amore, che è la virtù teologale in un certo senso forma di ogni virtù, e che tradizionalmente presiede alle relazioni interpersonali? Per giungere a una risposta plausibile, sotto il profilo sia etico-antropologico che teologico, il volume intende percorrere le singole tappe del percorso ricoeuriano, per evidenziarne gli snodi, i guadagni teorici e la difficoltà di una loro eventuale articolazione. Come si vedrà, l’istituzione del nesso tra amore e giustizia in Ricoeur si collega a quella circa il rapporto tra filosofia e fede biblica o teologia. Ed è proprio da quest’ultima problematica che partiremo, con il primo capitolo, per poi soffermarci nel secondo sulla nozione di amore, nel suo nesso con la giustizia». Nel primo capitolo è affrontato il rapporto ‘circolare’ tra ermeneutica biblica e ermeneutica filosofica, una questione che ha interessato Ricoeur si potrebbe dire da sempre. E tuttavia i suoi scritti, dall’inizio alla fine, attestano una sorta di duplice anima di un pensiero che, per evitare la commistione dei generi e dei registri, rimane fedele ad una netta separazione tra riflessione filosofica e scritti procedenti dalla fede biblica. D’altra parte però Ricoeur non ha mai cessato di cercare relazioni, implicazioni, tra l’uno e l’altro ambito del pensare, all’interno di una dialettica feconda e sempre aperta, fino a rischiare di essere accusato di cripto filosofia dagli uni e di cripto teologia dagli altri. La questione fondamentale è riconducibile alla domanda teorica: come rimanere fedeli alla necessità di non confondere o ‘mescolare’ indebitamente filosofia e teologia, senza tuttavia rendere arbitraria la relazione dell’antropologico e del teologico? 1 Di Sé come un altro parla lo stesso Ricoeur nella gentile Prefazione alla pubblicazione: M. CHIODI, Il cammino della libertà. Fenomenologia, ermeneutica, ontologia della libertà nella ricerca filosofica di Paul Ricoeur (Préface di P. RICOEUR), Morcelliana, Brescia 1990. Sullo sfondo di questa problematica metodologica affrontata da Ricoeur con il consueto alto profilo teoretico, il libro si concentra nel secondo capitolo sull’amore di agape come nozione teologica, che ha un nesso da una parte con la giustizia, e dall’altra con l’esperienza antropologica complessiva. La questione critica che il testo si pone è relativa al modello di relazione che nei suoi scritti Ricoeur istituisce tra amore e giustizia, e cioè tra poesia e prosa, tra teologia e filosofia, visto che l’amore (agape) appare in lui l’ambito per eccellenza della ‘fede biblica’ ed è la cifra sintetica del fenomeno religioso, così come è concretamente articolato nelle Scritture bibliche, e la giustizia è ricondotta a cifra sintetica e paradigmatica dell’etica antropologica. Il cuore di Amore, dono e giustizia è la piccola opera di Ricoeur intitolata Amore e giustizia (1990)2. La tesi sostenuta in Amore, dono e giustizia. Teologia e filosofia sulla traccia del pensiero di P. Ricoeur è che tra antropologico e teologico si pone una correlazione originaria, nella quale si deve salvaguardare il carattere di indeducibilità del compimento cristologico. Il ‘medio’ tra teologico e antropologico va riconosciuto nell’etico e cioè nella decisione libera nella quale l’uomo dispone di sé e del suo destino, in rapporto al dono di Dio che, nell’evento singolare di Cristo, ha anticipato all’uomo il suo stesso compimento. Ma senza la decisione etica il dono del compimento va perduto. Qui sta il ‘dramma’ della coscienza e dell’agire umano, tra promessa e compimento. 2 P. RICOEUR, Amore e giustizia, Morcelliana, Brescia 2000, con Postfazione di I. BERTOLETTI, 47-59, qui 7 (orig. Liebe und Gerechtigkeit. Amour et Justice, J.B.C. Mohr, Tübingen 1990).