Martedi Salute 2016 Reazioni avverse a farmaci Torino, 12 aprile 2016 Gianni Cadario S.C. Allergologia e Immunologia Clinica A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino (Molinette) O.M.S./W.H.O. L’O.M.S. definisce come reazione avversa o indesiderata qualsiasi risposta ad un farmaco che sia dannosa e inattesa e che sopravvenga alle dosi comunemente usate nell’uomo a scopo di profilassi, diagnosi o terapia Epidemiologia ü Difficoltà nello stabilire un sicuro rapporto di causa-effetto tra assunzione farmacologica e manifestazione clinica ü Difficoltà nel discriminare tra sintomi attribuibili alla malattia in atto e sintomi conseguenti all’assunzione dei farmaci ü Reale impossibilità pratica di avere segnalazione di tutte le ADR ü Scarsa sensibilità della classe medica e delle organizzazioni sanitarie Epidemiologia ü Decessi per manifestazioni cliniche correlate ad ADR: 0.01% in ambito chirurgico 0.1% in ambito medico ü Incidenza di pazienti ricoverati per ADR: 2-6% ü Prevalenza di ADR in pazienti ospedalizzati: dal 15 al 30% ü Anafilassi in corso di anestesia: 1/5000 Inquadramento del problema La diagnostica delle reazioni avverse a farmaci rappresenta un problema molto complesso e indipendente nell’ambito della diagnostica allergologica soprattutto in relazione alle scarse conoscenze relative a tutti i meccanismi patogenetici ed ai vari metaboliti attivi La grande varietà di manifestazioni cliniche condiziona un necessario rigore nel procedimento diagnostico Iter del paziente Assunzione del farmaco Medico di base Reazion e avversa Specialista d’organo Altre figure sanitarie Specialista in Allergologia Iter del paziente ü Esperienza ü Buon senso ü Regole acquisite ü Consenso informato (rapporto medico-paziente) Anamnesi ü Nome del farmaco, forma farmaceutica, dosi, tempi e vie di somministrazione, motivo e durata della terapia, terapie concomitanti, ecc. ü Correlazione temporale credibile tra assunzione del farmaco e comparsa delle manifestazioni cliniche ü Caratteristiche precise delle manifestazioni cliniche (alcuni farmaci determinano più facilmente alcuni tipi di reazione: SOA - ASA, EF - pirazolonici, SJS - sulfamidici, ecc.) ü Precedenti terapie, eventuali pregresse reazioni, ecc. Fattori di rischio ü Favorenti età: 15-40 anni (rare nei bambini) sesso: femminile atopia: non correlazione - valutare l’iperreattività d’organo ü Aggravanti betabloccanti ACE inibitori ADR/Tipo A: prevedibili alta morbilità (80%) bassa mortalità dose dipendenti correlate all’azione farmacologica e si possono verificare in tutti gli individui 1. Tossiche 2. Effetti collaterali 3. Effetti secondari 4. Interazioni farmacologiche ADR/Tipo B: imprevedibili bassa morbilità (20%) alta mortalità dose indipendenti non correlate all’azione ma dipendenti dalla reattività individuale di soggetti predisposti 1. Idiosincrasiche 2. Intolleranza 3. Allergia 4. Pseudoallergia ADR/Tipo A: prevedibili alta morbilità (80%) bassa mortalità dose dipendenti correlate all’azione farmacologica e si possono verificare in tutti gli individui 1. Tossiche 2. Effetti collaterali 3. Effetti secondari 4. Interazioni farmacologiche ADR/Tipo A Tossiche Ogni farmaco possiede un proprio effetto tossico caratteristico che è prevedibile, in base a prove sperimentali, qualora vengano superati limiti ben definiti. Il sovradosaggio può essere accidentale o dipendente dalla variabilità individuale quale risultato di anomalie di metabolismo o dell’escrezione del prodotto (es. morfina ed epatopatie, aminoglicosidici ed I.R.) oppure può essere relativo per aumento della sensibilità recettoriale con comparsa di effetti tossici a dosaggi usualmente tollerati (es. eccessiva risposta all’anticoagulante warfarin nell’anziano). ADR/Tipo A: prevedibili alta morbilità (80%) bassa mortalità dose dipendenti correlate all’azione farmacologica e si possono verificare in tutti gli individui 1. Tossiche 2. Effetti collaterali 3. Effetti secondari 4. Interazioni farmacologiche ADR/Tipo A Effetti collaterali Molti farmaci associano all’azione desiderata altri effetti non desiderati, inevitabili in quanto rappresentano un’azione farmacologica collegata all’azione principale e il loro manifestarsi dipende dalla grande variabilità della tolleranza individuale (es. sonnolenza da antiH1, cardiostimolazione da simpaticomimetici, ecc.) ADR/Tipo A: prevedibili alta morbilità (80%) bassa mortalità dose dipendenti correlate all’azione farmacologica e si possono verificare in tutti gli individui 1. Tossiche 2. Effetti collaterali 3. Effetti secondari 4. Interazioni farmacologiche ADR/Tipo A Effetti secondari Sono conseguenza indiretta della principale azione farmacologica della sostanza e possono talora determinare la comparsa di una nuova patologia sovrapposta (es. enterocolopatia in corso di antibioticoterapia o candidosi orale da steroidi per via inalatoria, ecc.) ADR/Tipo A: prevedibili alta morbilità (80%) bassa mortalità dose dipendenti correlate all’azione farmacologica e si possono verificare in tutti gli individui 1. Tossiche 2. Effetti collaterali 3. Effetti secondari 4. Interazioni farmacologiche ADR/Tipo A Interazioni farmacologiche Trattamenti concomitanti possono modificare la farmacocinetica e la farmacodinamica di altri farmaci; più farmaci somministrati insieme possono intensificare o ridurre la risposta attesa od originare una reazione non desiderata (es. effetto additivo, interferenze nell’assorbimento intestinale, competizione con il legame con le proteine plasmatiche, interferenza nel metabolismo di un farmaco,ecc.) ADR/Tipo B: imprevedibili bassa morbilità (20%) alta mortalità dose indipendenti non correlate all’azione ma dipendenti dalla reattività individuale di soggetti predisposti 1. Idiosincrasiche 2. Intolleranza 3. Allergia 4. Pseudoallergia ADR/Tipo B Idiosincrasiche Reazioni qualitativamente abnormi indipendenti dal normale effetto farmacologico caratteristiche di soggetti con difetti metabolici o deficienze enzimatiche geneticamente determinate, non manifeste in condizioni normali ma che si evidenziano dopo l’assunzione di particolari farmaci (es. deficit di G6PD, neuropatia periferica da isoniazide, ecc.) ADR/Tipo B: imprevedibili bassa morbilità (20%) alta mortalità dose indipendenti non correlate all’azione ma dipendenti dalla reattività individuale di soggetti predisposti 1. Idiosincrasiche 2. Intolleranza 3. Allergia 4. Pseudoallergia ADR/Tipo B Intolleranza Conseguenza di un abbassamento della soglia alla normale tolleranza nei confronti del farmaco con effetto quantitativamente aumentato (es. tinnitus da piccole dose di di chinino o salicilati) ADR/Tipo B: imprevedibili bassa morbilità (20%) alta mortalità dose indipendenti non correlate all’azione ma dipendenti dalla reattività individuale di soggetti predisposti 1. Idiosincrasiche 2. Intolleranza 3. Allergia 4. Pseudoallergia ADR/Tipo B Allergia Reazione imprevedibile, qualitativamente abnorme, non correlata all’azione farmacologica, in cui è dimostrabile un meccanismo di tipo immunologico. E’ il risultato della risposta ad una precedente esposizione, anche occulta, allo stesso farmaco o a sostanze ad esso correlate immunochimicamente con formazione di anticorpi specifici e/o di linfociti sensibilizzati. ADR/Tipo B: imprevedibili bassa morbilità (20%) alta mortalità dose indipendenti non correlate all’azione ma dipendenti dalla reattività individuale di soggetti predisposti 1. Idiosincrasiche 2. Intolleranza 3. Allergia 4. Pseudoallergia ADR/Tipo B Pseudoallergia Reazione che mima la sintomatologia delle reazioni allergiche ma che si verifica in assenza di un coinvolgimento immunologico dimostrabile, con meccanismi in gran parte sconosciuti (istamino liberazione diretta, attivazione del C per via alterna, alterazione del metabolismo delle PG/LT ecc.). ADR/Iter diagnostico: procedure diagnostiche/test allergologici La scelta dei test diagnostici da eseguire sarà condotta in relazione alle manifestazioni cliniche insorte, al tipo e alle modalità di coinvolgimento del sistema immunitario e al farmaco che si sospetta essere responsabile • Prick test • Intradermoreazioni scalari • Patch test • Fotopatch test • Dosaggio anticorpi sierici • Test di provocazione • Test di tolleranza ADR/Test allergologici Tutti i test allergologici (in vivo e in vitro) attualmente disponibili, anche se negativi, non sono predittivi in modo assoluto; non forniscono cioè informazioni certe relative alla possibile insorgenza di reazioni avverse in caso di successive assunzioni del farmaco per altre vie ed in altre dosi. Sono invece utili, se positivi, per confermare il dato anamnestico e per chiarire, quando possibile, il meccanismo patogenetico della pregressa manifestazione avversa. UMORE DEL PAZIENTE che riceve una tale risposta dopo essersi sottoposto a test lunghi e costosi!! Test di provocazione (DPT): considerazioni generali Il test di provocazione orale (challenge orale) consiste in una somministrazione controllata di un farmaco finalizzata a diagnosticare reazioni di ipersensibilità farmacologica. Con tutte le sue limitazioni il Test di provocazione è ampiamente considerato come “GOLD STANDARD” per stabilire o escludere la diagnosi di ipersensibilità ad una determinata sostanza farmacologica. Test di provocazione (DPT): indicazioni Per escludere la responsabilità di un determinato farmaco in un paziente con sintomi aspecifici (storia non suggestiva per farmacoallergiapazienti etichettati come allergici) Per dare indicazioni ai veri allergici su molecole sicure (non correlate strutturalmente) Per escludere cross reattività negli individui farmacoallergici Per stabilire una diagnosi sicura in un paziente con storia suggestiva di farmacoallergia con test negativi, non conclusivi o non disponibili Test di provocazione (DPT): controindicazioni generali Gravidanza Pazienti con rischio aumentato dovuto a comorbilità (infezioni acute, asma non controllata, insufficienza cardiaca-respiratoria-renale o altre situazioni in cui l’esposizione ad un farmaco può provocare situazioni cliniche non controllabili) Esecuzione di un DPT con farmaci obsoleti Pazienti che hanno avuto reazioni gravi (citotossiche-mucocutanee, anafilattiche-anafilattoidi, ecc.) Test di provocazione (DPT): pregresse gravi reazioni avverse che ne controindicano l’esecuzione Anafilassi severa Eritema fisso (con eruzioni bollose generalizzate) Toxical epidermal necrolysis (TEN) – Sindrome di Lyell Eritema polimorfo/Sindrome di Stevens – Johnson (SJS) Vasculiti sistemiche Manifestazioni organo specifiche: citopenia ematologica, epatiti, nefriti, polmoniti, ecc. Malattie autoimmuni indotte da farmaci (LES, pemfigo volgare, pemfogoide bolloso, ecc) Test di provocazione (DPT): interpretazione dei risultati Un DPT si considera positivo se riproduce i sintomi originali Soprattutto se i sintomi originali sono soggettivi il DPT deve essere iniziato e condotto con il placebo Per oggettivare le reazioni: sorveglianza delle alterazioni cutanee, rinomanometria, spirometria, peak flow, monitoraggio dei parametri cardiovascolari, dosaggio triptasi sierica, ecc Test di provocazione (DPT): conclusioni Un’accurata identificazione di un farmaco come causa di una reazione da ipersensibilità è importante La conferma con il DPT di un sospetto diagnostico di ipersensibilità è spesso l’unico modo per stabilire una diagnosi se altre procedure diagnostiche sia in vivo sia in vitro non conducono a risultati conclusivi Un bilancio rischio-beneficio va comunque considerato in ogni caso (controindicazioni, considerazioni etiche, ecc.) Conclusioni Prestare attenzione ai pazienti in modo critico Considerare che la diagnostica per le ADR non è da svolgere “una tantum” nel momento in cui lo richiede il paziente I pazienti devono essere sottoposti alle varie procedure diagnostiche in relazione alle loro necessità cliniche Farsi carico dei pazienti (“a rischio” dopo il primo episodio) e gestire la varie situazioni cliniche correlate all’assunzione di farmaci Eseguire i test solo in chi ha manifestato reazioni Pazienti in coda per sottoporsi ai test per antibiotici in un periodo di alta morbilità per fatti infettivi.